La provincia di Torino è stata una provincia italiana del Piemonte, nata verso la metà del XIX secolo come provincia del Regno di Sardegna e sostituita nel 2015 dalla città metropolitana di Torino. È stata una delle province più grandi d'Italia, estesa su una superficie di 6.827 km²[5] e comprendente 316 comuni, oltre ad essere stata la provincia col più alto numero di comuni (seguita dalla provincia di Cuneo con 250). Il capoluogo era Torino.
Provincia di Torino ex provincia | |
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Il Forte di Fenestrelle, monumento simbolo della Provincia di Torino[1] | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Amministrazione | |
Capoluogo | Torino |
Data di istituzione | 27 novembre 1847[2] |
Data di soppressione | 31 dicembre 2014 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 45°04′N 7°42′E |
Superficie | 6 827[3] km² |
Abitanti | 2 291 719[4] (1-1-2015) |
Densità | 335,68 ab./km² |
Comuni | 316 |
Province confinanti | Valle d'Aosta, Biella, Vercelli, Alessandria, Asti, Cuneo, Savoia (FR-73), Alte Alpi (FR-05) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 10121-10156 Torino, 10010-10099 comuni provinciali |
Prefisso | 011, 0121, 0122, 0123, 0124, 0125, 0161 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 001 |
Targa | TO |
PIL procapite | (nominale) 27.183 € |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
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Confinava a nord con la Valle d'Aosta, a est con le province di Biella, Vercelli, Alessandria e Asti, a sud con la provincia di Cuneo e a ovest con la Francia (dipartimenti della Savoia, nella regione Rodano-Alpi[6], e delle Alte Alpi, nella Provenza-Alpi-Costa Azzurra).
Nel 1945[7] le furono riaggregati i 113 comuni canavesani che erano stati staccati nel 1927 (fra i quali i territori della valle Orco, val Soana e il circondario di Ivrea fino a Carema) per erigere la nuova provincia di Aosta.
Questi territori canavesani, formanti l'antico circondario di Ivrea, furono attribuiti ad Aosta allorché Mussolini, formando la nuova provincia di Aosta, volle che questa perdesse il suo carattere tipicamente alpino e francoprovenzale, diluendolo con i territori canavesani, che ne costituivano per altro la componente economicamente più viva. Con la soppressione della provincia di Aosta (1945), Ivrea e il Canavese sono stati reintegrati nella provincia di Torino.
La provincia di Torino aveva il maggior numero di comuni in Italia: ne contava 316. Fino alla soppressione è stata la quarta provincia più popolata d'Italia (dopo le parimenti soppresse Roma, Milano e Napoli) ed era la quarta provincia per estensione (dopo Bolzano, Foggia e Cuneo).
La sede della provincia di Torino si trovava a Palazzo Cisterna, in via Maria Vittoria, 12.
La provincia era composta da una parte montagnosa ad ovest ed a nord lungo il confine con la Francia e con la Valle d'Aosta, ed una parte pianeggiante o collinare nella zona sud ed est. La parte montuosa ospitava parte delle Alpi Cozie, delle Alpi Graie e, in misura molto minore, delle Alpi Pennine. Il confine occidentale era posto lungo lo spartiacque alpino, tranne alcuni lembi di territori elevati ceduti dall'Italia alla Francia dopo il Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate nel 1947 (i più rilevanti furono la Valle Stretta e il Colle del Moncenisio).
La parte montagnosa della provincia, ad ovest ed a nord, era suddivisa in 13 comunità montane; in seguito alla riforma delle comunità montane attuata dalla Regione Piemonte il 3 novembre 2008, il numero delle comunità montane in provincia di Torino era sceso a 6. Ora sono state tutte soppresse con la Legge regionale 28 settembre 2012, n. 11[8]. Queste comunità avevano lo scopo di salvaguardare le ricchezze del territorio montano.
Appartenevano alla provincia di Torino i seguenti 316 comuni:
Periodo | Presidente | Partito | Carica | Note | |
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22 novembre 1920 | 2 gennaio 1927 | Giorgio Anselmi | Presidente della Deputazione provinciale | [9][10] | |
2 gennaio 1927 | 23 aprile 1929 | Giorgio Anselmi | Partito Nazionale Fascista | Commissario straordinario | [9][10] |
23 aprile 1929 | 8 marzo 1934 | Giorgio Anselmi | Partito Nazionale Fascista | Preside | [9][10] |
settembre 1934 | 22 luglio 1938 | Orazio Quaglia | Partito Nazionale Fascista | Preside | [11] |
22 luglio 1938 | 16 agosto 1943 | Vittorio Vezzani | Partito Nazionale Fascista | Preside | [12] |
16 agosto 1943 | 11 marzo 1944 | Gaspare Marconcini | – | Commissario prefettizio | [12] |
11 marzo 1944 | 16 aprile 1945 | Giuseppe Avogadro di Casalvolone | – | Commissario prefettizio | [12] |
27 aprile 1945 | 13 febbraio 1948 | Giovanni Bovetti | Democrazia Cristiana | Presidente della deputazione | [13] |
13 febbraio 1948 | 15 giugno 1948 | Guido Secreto | Democrazia Cristiana | Vicepresidente della deputazione facente funzioni |
[13] |
15 giugno 1948 | 10 giugno 1951 | Pietro Gambolò | Democrazia Cristiana | Presidente della deputazione | [13] |
8 ottobre 1951 | 1965 | Giuseppe Grosso | Democrazia Cristiana | Presidente della provincia | [13][14] |
febbraio 1965 | 1970 | Gianni Oberto Tarena | Democrazia Cristiana | Presidente della provincia | [14] |
1970 | 1975 | Elio Borgogno | Democrazia Cristiana | Presidente della provincia | [14] |
1975 | 1980 | Giorgio Salvetti | Partito Socialista Italiano | Presidente della provincia | [14][15] |
1980 | 1985 | Eugenio Maccari | Partito Socialista Italiano | Presidente della provincia | [14] |
9 luglio 1985 | 25 luglio 1990 | Nicoletta Vacca Orrù | Partito Liberale Italiano | Presidente della provincia | [14][16][17] |
25 luglio 1990 | 8 maggio 1995 | Luigi Sergio Ricca | Partito Socialista Italiano | Presidente della provincia | [14][16] |
8 maggio 1995 | 14 giugno 2004 | Mercedes Bresso | Partito Democratico della Sinistra Democratici di Sinistra |
Presidente della provincia | [14][16] |
14 giugno 2004 | 19 giugno 2014 | Antonino Saitta | La Margherita Partito Democratico |
Presidente della provincia | [14][16] |
19 giugno 2014 | 13 ottobre 2014 | Alberto Avetta | Partito Democratico | Vicepresidente della provincia facente funzioni |
[16] |
Medaglia d'oro al Merito Civile | |
«La comunità provinciale torinese, nella sua profonda fede in un'Italia libera e democratica, sconvolta dalle feroci rappresaglie dell'occupante nazifascista, con fierissimo contegno, offrendo uomini all'esercito e alle formazioni partigiane, si rese protagonista di una feroce resistenza, sopportando la perdita di un numero elevato dei suoi figli migliori e la distruzione di ingente parte del suo patrimonio monumentale ed edilizio. Col ritorno della pace, nel dare luminoso esempio di generosità umana e manifestando elevate virtù civiche, essa affrontava la difficile opera di ricostruzione al fine di consegnare alla rinascita della Nazione i riacquistati valori della libertà e della giustizia.» — 20 agosto 2005 |
In aggiunta, sul gonfalone provinciale era appuntata una medaglia donata all'ente dai partigiani delle valli del Torinese nel 1971.[18]
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