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La provincia di Benevento è una provincia italiana della Campania, di 263 460 abitanti[1], istituita il 25 ottobre 1860.

Il Centro Servizi Amministrativi
Il Centro Servizi Amministrativi
Provincia di Benevento
provincia
Provincia di Benevento – Veduta
Provincia di Benevento – Veduta
Rocca dei Rettori, sede della Provincia.
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Amministrazione
Capoluogo Benevento
PresidenteNino Lombardi dal 01-08-2022
Data di istituzione25 ottobre 1860
Territorio
Coordinate
del capoluogo
41°08′N 14°47′E
Superficie2 080,44 km²
Abitanti263 460[1] (31-12-2021)
Densità126,64 ab./km²
Comuni78 comuni
Province confinantiAvellino, Campobasso, Caserta, Foggia, Napoli
Altre informazioni
Cod. postale82100 (Benevento); 82010; 82015; 82018; 82020; 82021; 82024; 82030; 82038.
Prefisso0823, 0824
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-BN
Codice ISTAT062
TargaBN
Cartografia
Provincia di Benevento – Localizzazione
Provincia di Benevento – Localizzazione
Provincia di Benevento – Mappa
Provincia di Benevento – Mappa
Posizione della provincia di Benevento all'interno della Campania.
Sito istituzionale

Geografia fisica


La provincia confina a nord con il Molise (provincia di Campobasso), a nord-est con la Puglia (provincia di Foggia), a sud-est e a sud con la provincia di Avellino (entro cui vi è l'exclave di Pannarano), a sud-ovest con la città metropolitana di Napoli, a ovest con la provincia di Caserta.

La sua massima dimensione latitudinale tra il colle Giglio, sul confine nord (41°29') e il monte Avella, sul confine sud (40°59') è di 30', pari a 55,59 km; mentre la massima ampiezza longitudinale, fra la frazione Biancano di Limatola (sul fiume Volturno) a ovest (1°54') e la masseria Tre Fontane (lungo il tratturello Camporeale-Foggia) sul confine orientale (2°42') è di 48', pari a 67 km circa.

Posta nell'Appennino meridionale, a cavallo tra il settore sannita e quello campano, la provincia ha la forma di una grande conca, compresa quasi tutta nel medio-basso bacino del Calore - Volturno, tranne l'estremo lembo proteso verso nord-est, il quale rientra nell'alto bacino del Fortore.

L'altitudine varia dai 44 metri della punta di Limatola ai 1822 metri del monte Mutria; la provincia è cinta dai contrafforti del Matese e del Sannio a nord; dai monti della Daunia a est; dai monti dell'Irpinia e del Partenio a sud; e dai monti Tifatini a ovest.


Clima


Il clima della provincia di Benevento presenta inverni freddi, con gelate e brinate che si presentano spesso al mattino dopo nottate con cielo sereno. Nelle conche appenniniche, dove peraltro si trova il capoluogo, si ha il fenomeno dell'inversione termica, che favorisce la marcata discesa di temperatura dopo il tramonto per irraggiamento notturno, per cui spesso la temperatura scende anche al di sotto degli 0 °C in mancanza di vento e di nubi. Le precipitazioni sono scarse, con accumuli annuali che mediamente non superano i 600–700 mm. Fa eccezione la zona pedemontana al confine col Molise, dove, grazie all'effetto Stau indotto dal Matese, le precipitazioni aumentano sensibilmente con accumuli annuali che arrivano sino a 2000 mm. D'inverno la neve cade in abbondanza sul massiccio del Matese e in generale sopra i 400–500 m; la neve si spinge a quote inferiori solo in occasione di poderose irruzioni di aria gelida dai Balcani. Un evento nevoso molto importante nella provincia di Benevento ci fu nel febbraio 2012, quando il beneventano, come praticamente tutta l'Italia, fu colpito da gelo e neve fino al piano, con accumuli nevosi fino a 35 cm nel capoluogo.


Monti


Nella conca di Benevento, da quando un lago preistorico prese figura e corso di fiume formando l'odierna valle del medio e basso Calore, vi confluiscono da opposte direzioni, proprio nei pressi della città, i suoi due maggiori tributari, il Tammaro da nord, il Miscano e l'Ufita da est e il Sabato da sud, i quali, scavando con il Calore medesimo, le tre maggiori vallate della provincia, la dividono in quattro settori:

Nel settore sud-est vi sono le ultime diramazioni dei monti dell'Irpinia, che separano la valle del Sabato da quella del Calore, con le alture di San Giorgio del Sannio (380 m), quelle di Sant'Angelo a Cupolo, con il monte Pagliari (475 m), quelle di San Nazzaro e Calvi, con il monte San Marco (505 m) e le alture di Cucciano che separano il bacino del medio Calore dalla valle dell'Ufita, con il monte Calvano (554 m), Rocchetta (632 m) e Cucciano (700 m).

Nel settore nord-est vi è l'incurvatura della dorsale appenninica, dove i monti del Sannio (da non confondere con l'Appennino sannita) si congiungono con i monti della Daunia, formando la catena arcuata dei monti di Castelfranco, Montefalcone, Foiano di Val Fortore e Baselice nella quale sono le sorgenti del Fortore.

In questa catena emergono i monti: Taglianaso (908 m), Teglia (742 m), Tufara (913 m) e S. Angelo (641 m) al confine nord-est, sulla destra del Fortore; mentre sulla sinistra, costituenti lo spartiacque tra la valle del Fortore e quella del Tammaro si trovano i monti: Serravescigli (892 m), Calvello (946 m), Rovino (920 m), S. Onofrio (950 m), S. Luca (981 m) e S. Marco (1007 m).

Tra le diramazioni dei monti del Sannio si distinguono anche le montagne di Santa Croce del Sannio con il monte S. Martino (853 m), il Murgia Giuntatore (992 m), i monti di Colle Sannita (871 m) e di Castelvetere in Val Fortore (706 m), le alture di Castelfranco in Miscano con il monte S. Felice (851 m), di San Marco dei Cavoti con il monte Caffarello (687 m), e le alture di Foiano di Val Fortore con i monti Barbato (946 m) e Fontesanlorenzo (981 m), fino al colle di Paduli (380 m) e al monte Crapiano (371 m) che forma le appendici estreme dei monti del Sannio sulla destra del Calore.

Nel settore NW si elevano le propaggini del Matese, dove sono i monti più alti della provincia, che determinano lo spartiacque tra le valli del Tammaro, del Volturno e del basso Calore. Il crine di displuvio è costituito da una ramificazione che cominciando dal monte Acero (733 m), a sud-ovest, gira per i monti Monaco di Gioia (1331 m), Erbano (1390 m), Crosco (1300 m), Pescolombardo (1566 m), Monte Mutria (1822 m), Moschiaturo (1470 m), Pagliarella (1020 m) e termina all'altro gruppo dei Giallonardo (1030 m).

Vi si distinguono inoltre i monti Serra Macchia Strinata (1252 m), Morrone della Serra (1351 m), Colle Statera, (1252 m), Cima Selvozza (1194 m), Rotondo (926 m), Mangialardo (1030 m), Calvello (1018 m), Valluccio (1010 m), Coppo (1009 m) e giù sino ai monti di S. Vitale (250 m), Scopa (251 m) e S. Angelo (190 m), che forma le estreme appendici meridionali del Matese.

Nel settore SW, tra i torrenti Serretelle e Corvo ad est, la valle del basso Calore a nord, il bacino del Volturno ad ovest, e la valle dell'Isclero a sud, sorge il gran massiccio del Taburno, il quale a sud-est per mezzo di un ramo formato dal monte Mauro (671 m), dal valico di Sferracavallo (300 m), dal colle Tufara (500 m) e dal monte Cornice (907 m) si congiunge al monte Avella (1591 m), nella catena del Partenio separando la valle Caudina da quella di Benevento.

Talché il crine displuviato è formato da questo ramo e dai monti Taburno (1393 m), Tuoro Alto (1300 m), Rosa (1310), Camposauro (1394 m), Pizzo Cupone (1234 m) e Pentime (1170 m), nella direzione di sud-est a nord-ovest.

Il massiccio del Taburno è formato come da un grande acrocoro, che nella parte superiore comprende la valle Vitulanese lunga circa 15 km², da Montesarchio a Paupisi, cinge a guisa di una grande terrazza il fianco orientale del massiccio in tutta la sua lunghezza e altezza media di circa 500 m, che passa per Campoli, Cautano, Foglianise, Vitulano, Torrecuso e Paupisi.

Il crinale del Taburno si sviluppa nella stessa direzione della valle Vitulanese da sud a nord ed è diviso trasversalmente in due sezioni per mezzo della piana di Prata (790 m) che apre un varco fra i due versanti orientale e occidentale, e mette in comunicazione la valle Vitulanese, con quella del Volturno. La sezione meridionale, oltre ai monti già menzionati, comprende: il Pizzo Cardito (1150 m), Cepponeto (1270 m), Colle dei Paperi (1331 m), Toppo Ortichelle (1260 m), Toppo Campiglia (1205 m), m. Coppola (1011 m) e la sezione settentrionale del m. Gaudello (1209 m), il Piano d'Andrea (1304 m), il Tesoro (1180 m) e altri.

A sud di Benevento si prolungano le appendici settentrionali del Partenio che segna lo spartiacque fra la valle del Corvo e quella del Sabato, con il m. Trascio (461 m) e le colline di San Leucio del Sannio (380 m), M. Calvo (347 m) e la Gran Potenza o Monte san Felice (200 m).


Pianure


Le più notevoli pianure della provincia sono:


Altopiani


La maggior parte degli altopiani sono antiche pianure fluviali che hanno poi subìto un sollevamento tettonico, ma esistono anche altopiani d'erosione che corrispondono ad antica superficie d'erosione e altopiani strutturali formati da antiche superfici strutturali.

Nella provincia di Benevento abbiamo:


Idrografia


I fiumi principali sono: innanzitutto il Calore Irpino, che nasce in provincia di Avellino per riversarsi nel Volturno, il quale interessa parzialmente i confini occidentali; vi sono poi due affluenti del Calore provenienti dalla stessa provincia di Avellino: il Sabato, che confluisce nel Calore nei pressi di Benevento, e l'Ufita (il Miscano, nato in provincia di Foggia, si riversa a sua volta nell'Ufita); un altro affluente, il Tammaro, nasce in provincia di Campobasso e sfocia vicino al capoluogo.

Vi sono poi:

I laghi sono pochi e di scarsa importanza:


Flora


Le differenze climatiche e geologiche imprimono una certa differenza anche allo sviluppo della vegetazione nella provincia.

In quasi tutte le valli e le pendici vegetano spontaneamente la malva, il rovo, l'ortica, il gettaione, il rosolaccio, lo stoppione, il sambuco erbaceo, la mercorella e simili, indizio della fericità del suolo.


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Benevento.
Gonfalone provinciale
Gonfalone provinciale

La provincia di Benevento fu costituita con decreto di Garibaldi del 25 ottobre 1860; costituita inizialmente dal solo territorio dell'ex delegazione apostolica di Benevento (le cui funzioni erano effettivamente cessate già dal 3 settembre), fin dal primo momento era destinata ad ingrandirsi a spese delle province circostanti per mezzo di successive determinazioni.

L'atteso decreto per la definitiva circoscrizione territoriale della provincia di Benevento a firma di Eugenio di Savoia-Carignano, luogotenente generale del re nelle provincie napoletane, fu emesso il 17 febbraio 1861. La neonata provincia di Benevento, costituita da un nucleo centrale (corrispondente all'ex delegazione apostolica) e da una numerosa serie di comuni appositamente distaccati da quattro province limitrofe (Principato Ultra, Terra di Lavoro, Molise e Capitanata), fu rioganizzata in 3 circondari:

La provincia si ampliò notevolmente nel 1927 integrando parte della soppressa provincia di Terra di Lavoro, sebbene al contempo dovette cedere alla provincia di Campobasso il comune di Cercemaggiore; tuttavia nel 1945, con la ricostituzione della provincia di Caserta, la provincia di Benevento dovette restituire tutti i comuni annessi nel 1927, senza però ottenere la restituzione di Cercemaggiore[2]. In compenso nel 1978 il comune di Sant'Arcangelo Trimonte (già Montemalo) fu distaccato dalla provincia di Avellino e aggregato alla provincia di Benevento, dalla quale era peraltro interamente circondato.


Stemma


Una versione differente dello stemma, non riconosciuto dalla Provincia.
Una versione differente dello stemma, non riconosciuto dalla Provincia.

I Sanniti a perpetuare la memoria dei loro padri, in tutte le insegne e le armi che usavano, portavano effigiata la testa del toro.[3]

In molti luoghi e città dell'antico Sannio come a Boiano ed Isernia, in marmi, con molto artificio e in diverse guise, si vede scolpito il toro.


Dati economici


La Camera di Commercio
La Camera di Commercio

Di cui:


Infrastrutture e trasporti



Linee ferroviarie


La provincia di Benevento è attraversata da diverse linee ferroviarie, sia di carattere nazionale che di carattere regionale. La principale è la linea Napoli - Foggia che permette il collegamento da Roma a Bari. È gestita da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) che la classifica come linea principale[4].

La linea è stata soggetta negli ultimi anni ad alcuni lavori che hanno portato al raddoppio di binario tra Vitulano e Apice. È in fase di studio il progetto di tramutarla in una linea con le caratteristiche di alta capacità, raddoppiando il resto del tracciato, rettificandolo in certi punti e costruendo una galleria di base che valicherà l'Appennino (all'altezza della sella di Ariano) a una quota più bassa dell'attuale.

La linea Benevento–Campobasso è una linea ferroviaria secondaria sia della Campania che del Molise e unisce Benevento con Campobasso, rappresentando un'alternativa alla ferrovia Napoli–Foggia per congiungere il Tirreno all'Adriatico.

Tra le linee di carattere regionale, sono da segnalare, la linea Benevento–Avellino che collega le due città della Campania proseguendo poi per Salerno; e la linea Benevento–Cancello detta anche Ferrovia della Valle Caudina, che collega Benevento a Napoli, oggi parte della società MetroCampania NordEst.


Linee stradali


Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Benevento.

Strade

La provincia è servita da un raccordo:


Strade statali e provinciali

Prima del 1860 vi erano due vie rotabili di grandi comunicazioni: la Sannitica, che da Napoli, attraverso Caserta, Solopaca, Guardia Sanframondi, San Lupo, Pontelandolfo e Morcone andava a Campobasso; e l'antica via Consolare che da Caserta, attraverso la valle Caudina e Benevento, andava a innestarsi alla via regia delle Puglie presso Calore (Venticano).

In tutto, una novantina di km di vie maestre. Delle due solo la via Consolare passava per Benevento; essa, essendo allora l'unica grande arteria del transito meridionale tra i versanti tirrenico ed adriatico, bastava a fare di Benevento un centro commerciale e strategico di primissimo ordine, e la città dovette a ciò la sua fortuna nell'antichità romana e nell'alto medioevo. Ma da quando Benevento, nell'XI secolo, cadde sotto il dominio del Papa, e nel Cinquecento re Filippo II d'Asburgo, per liberare la viabilità del Regno di Napoli, tracciò la nuova strada regia delle Puglie che da Napoli, per Monteforte, Avellino e Ariano andava in Puglia, la via Consolare divenne anemica, e il cuore di essa, Benevento, fu minacciata sempre da paralisi commerciale.

Bisogna tuttavia aggiungere una strada particolare, il Regio Tratturo: ampia via naturale, tracciata, sin ab antiquo, dal periodico passaggio delle gregge e degli armenti. Il regio tratturo beneventano entrava nella provincia per il passo di Serravessilli, attraversava la Murgia delle Fate a sud di San Giorgio La Molara, guadando i torrenti Drago e Tamaricchio alle loro confluenze con il Tammaro, passava sotto Reino e lasciando a destra Circello, a sinistra Santa Croce del Sannio a nord di Sassinoro entrava nel Molise. Centinaia di migliaia di capi d'armenti passavano e ripasavano annualmente per quella via recando il più valido contributo alla agricoltura.

Dal 1860 Benevento è tornata, un centro importante di viabilità nel mezzogiorno d'Italia. Sin dal 1871 il Prefetto della nuova provincia poté annunziare al Consiglio provinciale, che questa, "testé priva quasi affatto di strade, oramai se n'era tanto arricchita, che tra le province d'Italia non occupava più uno degli ultimi posti", e indicava come già compiute, o presto a compiersi, la provinciale di Val Fortore che arrivava fino a San Bartolomeo in Galdo, quella dei Ciardelli che andava direttamente ad Avellino, quella di Alvignanello che andava a Caserta, e le comunali che coprivano tutti i comuni della provincia. Le moderne vie di comunicazione consentono dunque di raggiungere e attraversare comodamente il territorio provinciale. Poiché la città si è estesa in modo considerevole sono state infine create agli inizi degli anni Settanta del XX secolo una moltitudine di strade, tra cui le due tangenziali che circondano ad anello il capoluogo.

Per ciò che riguarda i collegamenti con il resto della regione e del Paese invece si avverte ancora la mancanza di una via comoda e diretta per raggiungere il Napoletano: attualmente la via più diretta è la Strada statale 7 Via Appia, percorrendo la quale però è necessario uscire su strade secondarie nei pressi di Arienzo e immettersi poi nella rete viaria della città metropolitana di Napoli. Manca altresì un collegamento diretto e veloce con Avellino, dato che tale non può più definirsi né il percorso attraverso la declassata Strada statale 88 dei Due Principati né il percorso via A16. Di contro la SS 372 Telesina Benevento-Caianello, che attraversa tutti i comuni della valle Telesina e molti della provincia di Caserta, si innesta sulla A1 e permette così di arrivare a Roma in meno di tre ore. La strada statale 87 Sannitica raggiunge Campobasso, e Termoli, permettendo di proseguire verso i paesi abruzzesi, tra cui San Salvo, Vasto e Pescara luoghi di vacanza di molti beneventani. Un raccordo autostradale che passa per San Giorgio del Sannio collega la Tangenziale est di Benevento con l'autostrada A16 Napoli-Canosa. La strada statale 212 della Val Fortore taglia longitudinalmente il Sannio, prendendo il nome dalla valle formata dall'omonimo fiume. La strada statale 212 var Variante di Pietrelcina (SS 212 var) è una strada statale italiana di recente costruzione che prende il nome dal comune di cui evita l'attraversamento del centro urbano.

La strada fa oggi parte del primo tronco della Fortorina, arteria che collega Benevento con la valle del Fortore, in sostituzione degli obsoleti tracciati della strada statale 212 della Val Fortore e della strada statale 369 Appulo Fortorina. Concepita per arrivare fino a San Bartolomeo in Galdo, la Fortorina termina allo svincolo di San Marco dei Cavoti, per confluire proprio nella ex SS 369. Il primo tratto in funzione è stato inaugurato il 28 marzo 2012 da Benevento fino allo svincolo di Pesco Sannita, per una lunghezza di 4,200 km., mentre il restante è stato inaugurato a novembre 2014 per circa altri 15 km. comprendendo gli svincoli di Pesco Sannita (2), Fragneto Monforte e Fragneto l'Abate, Reino e San Marco dei Cavoti.


Aeroporti


Nel territorio è situata l'Aeroporto di Benevento-Olivola che attualmente svolge il ruolo di aviosuperficie.


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Provincia di Benevento e Prefetti della Provincia di Benevento.

Cucina


L'alto Tammaro è una zona olivicola, ove si produce l'olio "Sannio Beneventano",[senza fonte] mentre tipico della valle del Miscano è il caciocavallo di Castelfranco, un prodotto che si fregia del marchio PAT.

I vini D.O.C. prodotti sono l'Aglianico del Taburno, il Solopaca e il Sant'Agata dei Goti, famoso nella tipologia Falanghina.[senza fonte]


Geografia antropica



Comunità montane


Il territorio beneventano comprende tre comunità montane:

Denominazione Sede amministrativa Comuni Mappa
Comunità montana del Fortore San Bartolomeo in Galdo Apice

Baselice

Buonalbergo

Castelfranco in Miscano

Castelvetere in Val Fortore

Foiano di Val Fortore

Ginestra degli Schiavoni

Molinara

Montefalcone di Val Fortore

San Bartolomeo in Galdo

San Giorgio La Molara

San Marco dei Cavoti

Comunità montana del Taburno Frasso Telesino Arpaia

Bonea

Bucciano

Cautano

Forchia

Frasso Telesino

Moiano

Paolisi

Sant'Agata de' Goti

Solopaca

Tocco Caudio

Vitulano

Comunità montana Titerno e Alto Tammaro Cerreto Sannita Campolattaro

Castelpagano

Cerreto Sannita

Circello

Colle Sannita

Cusano Mutri

Faicchio

Guardia Sanframondi

Morcone

Pietraroja

Pontelandolfo

Reino

San Lorenzello

San Lupo

San Salvatore Telesino

Santa Croce del Sannio

Sassinoro


Comuni


Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Benevento.

Appartengono alla provincia di Benevento i seguenti 78 comuni:

  1. Airola
  2. Amorosi
  3. Apice
  4. Apollosa
  5. Arpaia
  6. Arpaise
  7. Baselice
  8. Benevento
  9. Bonea
  10. Bucciano
  11. Buonalbergo
  12. Calvi
  13. Campolattaro
  14. Campoli del Monte Taburno
  15. Casalduni
  16. Castelfranco in Miscano
  17. Castelpagano
  18. Castelpoto
  19. Castelvenere
  20. Castelvetere in Val Fortore
  21. Cautano
  22. Ceppaloni
  23. Cerreto Sannita
  24. Circello
  25. Colle Sannita
  26. Cusano Mutri
  27. Dugenta
  28. Durazzano
  29. Faicchio
  30. Foglianise
  31. Foiano di Val Fortore
  32. Forchia
  33. Fragneto Monforte
  34. Fragneto l'Abate
  35. Frasso Telesino
  36. Ginestra degli Schiavoni
  37. Guardia Sanframondi
  38. Limatola
  39. Melizzano
  40. Moiano
  41. Molinara
  42. Montefalcone di Val Fortore
  43. Montesarchio
  44. Morcone
  45. Paduli
  46. Pago Veiano
  47. Pannarano
  48. Paolisi
  49. Paupisi
  50. Pesco Sannita
  51. Pietraroja
  52. Pietrelcina
  53. Ponte
  54. Pontelandolfo
  55. Puglianello
  56. Reino
  57. San Bartolomeo in Galdo
  58. San Giorgio La Molara
  59. San Giorgio del Sannio
  60. San Leucio del Sannio
  61. San Lorenzello
  62. San Lorenzo Maggiore
  63. San Lupo
  64. San Marco dei Cavoti
  65. San Martino Sannita
  66. San Nazzaro
  67. San Nicola Manfredi
  68. San Salvatore Telesino
  69. Sant'Agata de' Goti
  70. Sant'Angelo a Cupolo
  71. Sant'Arcangelo Trimonte
  72. Santa Croce del Sannio
  73. Sassinoro
  74. Solopaca
  75. Telese Terme
  76. Tocco Caudio
  77. Torrecuso
  78. Vitulano

Comuni più popolosi

Nella tabella i comuni della provincia di Benevento con più di 4.000 abitanti:[5]

Pos. Stemma Comune Popolazione Superficie (km²) Densità (ab/km²) Altitudine (m s.l.m.) Mappa
Benevento 60.377 130,84 461,46 120
Montesarchio 13.651 26,51 514,94 300
Sant'Agata de' Goti 11.453 63,38 180,7 159
San Giorgio del Sannio 10.022 22,34 488 380
Airola 8.154 14,9 547,25 270
Telese Terme 7.333 10 733,3 55
Apice 6.245 49,04 127,35 220
Guardia Sanframondi 5.341 21,1 250,38 428
San Bartolomeo in Galdo 5.204 82,67 62,95 597
10° Morcone 5.188 101,33 50,82 600
11° Sant'Angelo a Cupolo 4.334 11,01 393,64 459
12° Cusano Mutri 4.132 58,86 70,20 475
13° Limatola 4.123 18,38 224,32 48
14° Moiano 4.118 20,02 205,69 271
15° Solopaca 4.050 31,13 130,10 180
16° Paduli 4.000 45,3 88,3 349
17° San Salvatore Telesino 4.000 18,31 218,46 95

Comuni meno popolosi

Nella tabella i comuni della provincia di Benevento con meno di 1.000 abitanti:

Pos. Stemma Comune Popolazione Superficie (km²) Densità (ab/km²) Altitudine (m s.l.m.) Mappa
78° Ginestra degli Schiavoni 487 14,79 32,93 540
77° Pietraroja 554 35,81 15,47 818
76° Sant'Arcangelo Trimonte 609 9,8 62,14 363
75° Sassinoro 647 13,25 48,83 545
74° Arpaise 789 6,66 118,47 410
73° San Lupo 823 15,3 53,79 500
72° San Nazzaro 914 2,04 448,04 495
71° Castelfranco in Miscano 928 43,4 21,38 760

Comuni con il titolo di città

CittàAnnoAtto
Airola 1754 Regio decreto Carlo di Borbone
Apice1999DPR 21 giugno 1999
Apollosa2002DPR 10 marzo 2002
Benevento1861antico diritto
Buonalbergo2000DPR 2 marzo 2000
Foglianise2012DPR 29 ottobre 2012
Moiano2007DPR 10 luglio 2007
Molinara2006DPR 1º gennaio 2006
Montesarchio1978DPR 31 luglio 1997
Pannarano2005DPR 28 giugno 2005
San Bartolomeo in Galdo2016DPR 1º gennaio 2016
Sant'Agata de' Goti1990DPR 5 aprile 2000
Telese Terme1970DPR 1º aprile 2000

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti


Etnie e minoranze straniere


Al 2018 gli stranieri residenti in provincia sono 10.188 (il 3,6 % dei residenti)[6]. Le maggiori rappresentanze provengono da:


Zone agrarie


Il sistema circoscrizionale statistico nell'ambito della provincia di Benevento dell'Istituto Centrale di Statistica prevede questa suddivisione:

Numero Zona Zona Numero Comuni Comuni
1 Matese Sud Orientale 13 Amorosi, Castelpagano, Cerreto Sannita, Circello, Colle Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Morcone, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, Santa Croce del Sannio, Sassinoro
2 Tammaro ed Alto Fortore 11 Baselice, Buonalbergo, Castelfranco in Miscano, Castelvetere in Val Fortore, Foiano di Val Fortore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone di Val Fortore, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio La Molara, San Marco dei Cavoti
3 Monti del Taburno 16 Airola, Apollosa, Arpaia, Arpaise, Bonea, Bucciano, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Ceppaloni, Foglianise, Forchia, Moiano, Montesarchio, Pannarano, Paolisi, Tocco Caudio
4 Calore Irpino Inferiore 14 Campolattaro, Casalduni, Castelvenere, Fragneto l'Abate, Fragneto Monforte, Guardia Sanframondi, Pago Veiano, Pesco Sannita, Ponte, Pontelandolfo, Reino, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, Torrecuso
5 Valle Telesina 12 Cautano, Dugenta, Durazzano, Frasso Telesino, Limatola, Melizzano, Paupisi, San Salvatore Telesino, Sant'Agata de' Goti, Solopaca, Telese Terme, Vitulano
6 Colli Sanniti 12 Apice, Benevento, Calvi, Paduli, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Leucio del Sannio, San Martino Sannita, San Nazzaro, San Nicola Manfredi, Sant'Angelo a Cupolo, Sant'Arcangelo Trimonte

Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Decreto legislativo luogotenenziale 11 giugno 1945, n. 373, articolo 1, in materia di "Ricostruzione della provincia di Caserta."
  3. Istituzione
  4. RFI - Rete in esercizio (PDF), su site.rfi.it. URL consultato l'8 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  5. ISTAT, Popolazione residente al 30 settembre 2014

Bibliografia



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[de] Provinz Benevento

Die Provinz Benevento (italienisch Provincia di Benevento) ist eine Provinz der Region Kampanien. Sie wurde aus der früheren päpstlichen Delegation Benevent und mehreren Bezirken der benachbarten Provinzen gebildet. Hauptstadt ist Benevento. Sie hat 274.080 Einwohner (Stand 31. Dezember 2019) in 78 Gemeinden. Sie ist die am dünnsten besiedelte Provinz in Kampanien.
- [it] Provincia di Benevento

[ru] Беневенто (провинция)

Беневе́нто (итал. Provincia di Benevento) — провинция в итальянском регионе Кампания с административным центром в городе Беневенто[1].



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