San Bartolomeo in Galdo[4][5] è un comune italiano di 4 395 abitanti[1] della provincia di Benevento in Campania. Il comune è sede della Comunità montana del Fortore.
San Bartolomeo in Galdo comune | |||
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Il centro storico innevato, con la Chiesa madre sullo sfondo | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Campania | ||
Provincia | Benevento | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Agostinelli Carmine (lista civica "San Bartolomeo 2.0 si riparte!") dall'11-6-2017 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 41°25′N 15°01′E | ||
Altitudine | 597 m s.l.m. | ||
Superficie | 82,67 km² | ||
Abitanti | 4 395[1] (31-3-2022) | ||
Densità | 53,16 ab./km² | ||
Frazioni | Bosco Montauro, Cappella, Castelmagno, Marano, Sant'Angelo, Santa Lucia | ||
Comuni confinanti | Alberona (FG), Baselice, Castelvetere in Val Fortore, Foiano di Val Fortore, Roseto Valfortore (FG), San Marco la Catola (FG), Tufara (CB), Volturara Appula (FG) | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 82028 | ||
Prefisso | 0824 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 062057 | ||
Cod. catastale | H764 | ||
Targa | BN | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | ||
Cl. climatica | zona E, 2 135 GG[3] | ||
Nome abitanti | sanbartolomeani | ||
Patrono | san Bartolomeo apostolo | ||
Giorno festivo | 24 agosto | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di San Bartolomeo in Galdo nella provincia di Benevento | |||
Sito istituzionale | |||
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Posto all'estremo nord est della regione Campania, San Bartolomeo in Galdo è uno dei quattro comuni campani (insieme a San Pietro Infine, Mignano Monte Lungo e Lacedonia) il cui territorio comunale confina con due regioni. Si trova al confine con la Puglia e il Molise ed è delimitato dai comuni di Tufara, Foiano di Val Fortore, Castelvetere in Val Fortore, Baselice, Roseto Valfortore, San Marco la Catola, Volturara Appula e Alberona.
Il paese sorge a 597 metri s.l.m. su una collina coperta dì vigneti, uliveti e frutteti, e domina la vallata del Fortore, che poco più a valle, in territorio pugliese, forma il lago artificiale di Occhito.
Il fiume Fortore, citato da Plinio Il Vecchio nella sua Naturalis Historia come Fertor[6], flumen portuosum nasce dal monte Altieri (888 metri s.l.m.), dalla riunione di quattro ruscelli (il Fiumarelle, il Foiano, il San Pietro e il Montefalcone) che confluiscono in località Facchiano, distante circa quattro chilometri da San Bartolomeo in Galdo.
Il bosco Montauro, situato a nord est del centro abitato alle pendici del monte Taglianaso (lungo il versante interno dei monti della Daunia), è un bosco prevalentemente di querce, ma è presente anche il faggio. Le specie faunistiche presenti sono il cinghiale, la volpe, la faina, il ghiro e il lupo appenninico con 5 esemplari[7]. Tra i volatili si segnala la poiana, il nibbio, il gheppio, il picchio verde, il picchio rosso maggiore e la beccaccia.
Il clima di San Bartolomeo è sub-continentale temperato, del versante adriatico con estate calda e secca, inverni rigidi e lunghi con nevicate abbondanti e ricorrenti gelate.
Dal punto di vista legislativo il comune di San Bartolomeo in Galdo ricade nella fascia climatica E.[8]
Il toponimo rimanda all'apostolo san Bartolomeo, il cui culto era stato diffuso dal principe longobardo Sicardo da Cremona: questi nell'838 aveva portato a Benevento le reliquie del santo, sottratte ai saraceni dell'isola di Lipari.
"Galdo" deriva probabilmente dal latino medievale " gualdus o gualdum " ( bosco ) o dal tedesco "Wald" (foresta) , abbastanza diffuso in Italia e che potrebbe indicare un territorio un tempo boscoso.
L'attuale territorio di San Bartolomeo in Galdo fu abitato dai Sanniti e probabilmente in seguito dai Liguri Bebiani o Corneliani, che i Romani obbligarono a trasferirsi nel Sannio, come dimostrano le iscrizioni rinvenute nella zona e il cippo sepolcrale in onore di Giunone[9] risalente al 198 d.C., venuto alla luce in località Castelmagno agli inizi del 1989 e conservato attualmente nella biblioteca comunale.
Nella località di Castelmagno, che ha restituito tracce anche di una frequentazione precedente, esisteva un luogo fortificato, già menzionato a partire dall'VIII secolo[10].
Il territorio passò dai Longobardi, ai Normanni e agli Svevi e i gastaldati si mutarono in contee.
Nel 1255, il territorio fu dato all'abbazia benedettina di Santa Maria a Mazzocca, in seguito alla sconfitta dei Saraceni di Lucera da parte delle truppe pontificie comandate da Iacopo Savello.
Nel 1326 l'abate Nicola da Ferrazzano deliberò la fondazione di San Bartolomeo in Galdo, chiedendone l'assenso al re di Napoli, Roberto d'Angiò. Nel 1327 fu avviata la ricostruzione del borgo e, dopo il 1497, la popolazione crebbe con l'aggregazione degli abitanti delle comunità di Santa Maria in Castelmagno, Santa Maria in Ripa e Sant'Angelo in Vico, che vennero distrutti dalle truppe aragonesi, veneziane, mantovane e pasaresi che combattevano contro Carlo VIII di Francia. Inoltre, a partire dallo stesso anno 1497, San Bartolomeo in Galdo divenne la residenza effettiva dei vescovi di Vulturara[11].
Stemmi e mappe storici |
L'abitato crebbe e fu circondato da mura. Al borgo originario divenuto poi centro storico, si accedeva da cinque porte protette da torri: porta della Croce, porta Vicaria o Portella, porta Murorotto, porta San Vito e porta Provenzana. San Bartolomeo in Galdo fu in possesso dei De Capitaneis, dei Guevara, dei Carafa, dei Ferrante, dei Gonzaga, dei Caracciolo, degli Spinelli e il nucleo urbano si arricchì di palazzi nobiliari.
Nel 1647 il paese partecipò alla rivolta di Masaniello, duramente repressa. Terremoti, epidemie e cattivi raccolti fecero scendere il numero degli abitanti da 567 famiglie nel 1595 a sole 274 dopo la peste del 1656. Nel 1703 fu fondata la chiesa madre del paese.
Nel 1732 fu signore di San Bartolomeo il vescovo di Vulturara. Con la soppressione dell'ordine gesuita (1768) divenne città regia allodiale. Il cardinale Gurtler, confessore della regina Maria Carolina, fece costruire nel 1791 una fontana al centro di piazza Garibaldi (rimossa durante il periodo fascista).
Durante l'occupazione francese, con il regno di Gioacchino Murat fu abolita la feudalità e furono soppressi numerosi monasteri, le cui proprietà passarono agli abitanti. San Bartolomeo fece parte della Capitanata e con il Regno d'Italia (1861) entrò nella provincia di Benevento, nella quale fu capoluogo del suo circondario fino alla soppressione e aggregazione dello stesso nel 1926 al circondario di Benevento[12].
Dal 1818, con la soppressione della diocesi di Vulturara, a cui apparteneva dal 1330, entrò a far parte della diocesi di Lucera e dal 1983 alla diocesi di Benevento.
Lo stemma e il gonfalone di San Bartolomeo in Galdo sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica 2 ottobre 1989.
«Stemma di rosso, alla figura di San Bartolomeo Apostolo di carnagione, capelluto e barbuto di argento, aureolato d'oro, vestito con la tunica di azzurro e col manto posto in sbarra dalla spalla sinistra al fianco destro, di nero, tenente con la mano sinistra la pelle, simbolo dell'avvenuto martirio, d'oro, su cui traspare il viso del Santo, posta in sbarra alzata, i piedi di carnagione calzati con sandali di cuoio al naturale.[13]» |
Il gonfalone è costituito da un drappo di azzurro.
Immagini di momunenti e di punti caratteristici |
Le 7 chiese[14]:
I Murales di San Bartolomeo in Galdo godono di una buona notorietà e un comitato locale organizza dal 2010 una manifestazione estiva per la realizzazione di murales in vari luoghi nel paese. Nel 1976 ne venne realizzato uno in occasione della visita degli Inti-Illimani restaurato nel 2010[25]. Nel 2011 e 2012 sono stati realizzati altri due murales, ispirati dalle canzoni Fiume Sand Creek di Fabrizio De André e Caruso di Lucio Dalla, nel 2013 uno sulla vita di Nelson Mandela[26] e nel 2014 uno in memoria di Vittorio Arrigoni.[27].
Abitanti censiti[28]
L'istituto comprensivo statale "Leonardo Bianchi"[31] comprende due scuole dell'infanzia, due scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado, distribuite fra il capoluogo comunale e la frazione di Ianziti. Vi è inoltre una scuola dell'infanzia privata, gestita da suore.
L'istituto di istruzione superiore "Enrico Medi"[32], dal 2014 "Medi-Livatino", comprende il Liceo Scientifico e l'Istituto Professionale per l'Agricoltura nella sede di San Bartolomeo in Galdo, l'Istituto Professionale di Stato per i Servizi commerciali e turistici (IPSCT) di Baselice ed il Liceo Classico ed ITE di San Marco dei Cavoti.
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L'agricoltura costituisce la tradizionale, e tuttora più importante attività economica di San Bartolomeo in Galdo: vi si coltivano prevalentemente cereali, uva, olive, frutta, ortaggi, legumi e tabacco. Le aziende agricole sono inoltre impegnate nell'allevamento di ovini, bovini, suini e pollame, con un utilizzo minimo dei macchinari e prodotti sintetizzati. Si è sviluppata la valorizzazione dei prodotti tipici locali (carne, latticini e derivati, liquori, ortaggi di stagione, pasta fresca). Alcune aziende si sono dedicate alla produzione di prodotti tipici (pomodori in scatola, sottolio e sottaceti vari, torroni al cioccolato e varie tipologie di liquori). Inoltre sono presenti in loco molte aziende agrituristiche.
Il commercio è cresciuto fino agli anni 2000, i negozi di San Bartolomeo costituivano il punto di riferimento non solo per i paesani ma anche per i cittadini dei paesi limitrofi, che si riversavano in massa al mercato domenicale e alle varie fiere paesane organizzate nell'arco dell'anno in paese. Dal 2000 circa il commercio ha subito un calo ma è ancora attrattivo il mercato domenicale (nonché le fiere) che si sviluppa lungo Via Regina Margherita e Via Pasquale Circelli.
La maggioranza dei negozi è concentrata nel centro del paese soprattutto lungo il corso e via Margherita anche se negli ultimi anni sono sempre più i negozi che aprono anche nella nuova zona del paese (Janziti).
L'industria a San Bartolomeo è nata relativamente tardi. Le prime piccole realtà industriali sono nate verso la metà degli anni settanta. In seguito queste piccole realtà si sono man mano ingrandite dando origine ad una discreta realtà industriale che, per dipendenti assorbiti e fatturato, è la principale dell'alta valle del Fortore.
La maggioranza delle industrie, dapprima sparse lungo tutto il paese, ora è prevalentemente concentrata nella nuova zona industriale situata nella parte bassa e pianeggiante del paese.
I settori principali sono: tessile[33], imballaggi in plastica, calcestruzzo, manufatti in vetro, pitture e vernici ed infissi in legno ed alluminio.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1984 | 1990 | Raffaele Sepe | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1990 | 1991 | Antonio Mascia | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1991 | 1992 | Giovanni Palumbo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1992 | 1993 | Erminio Pacifico | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1993 | 1995 | Giovanni Palumbo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1995 | 2003 | Gianfranco Marcasciano | Partito Popolare Italiano-DL | Sindaco | |
2003 | 2004 | Fiorentino Boniello | Commissario | ||
2004 | 2008 | Donato Agostinelli | La Margherita | Sindaco | |
2008 | 2009 | Luigi Colucci | Commissario | ||
2009 | 2014 | Vincenzo Sangregorio | Punto e a capo... per un Nuovo Corso | Sindaco | |
2014 | 2016 | Gianfranco Marcasciano | Lista civica | Sindaco | |
2016 | 2017 | Vincenzo Lubrano | Commissario | ||
2017 | in carica | Carmine Agostinelli | Lista civica | Sindaco | |
Altri progetti
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