Monteforte Irpino è un comune italiano di 11 933 abitanti della provincia di Avellino in Campania.
Monteforte Irpino comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Costantino Giordano (Monteforte si può) dal 6-6-2016 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 40°53′34″N 14°43′10″E | ||
Altitudine | 502 m s.l.m. | ||
Superficie | 26,96 km² | ||
Abitanti | 11 824[1] (30-11-2019) | ||
Densità | 438,58 ab./km² | ||
Frazioni | Alvanella, Campi, Fenestrelle, Gaudi, Molinelle, Vetriera, | ||
Comuni confinanti | Avellino, Contrada, Forino, Mercogliano, Moschiano, Mugnano del Cardinale, Taurano, Visciano (NA) | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 83024 | ||
Prefisso | 0825 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 064054 | ||
Cod. catastale | F506 | ||
Targa | AV | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | ||
Cl. climatica | zona D, 1 957 GG[3] | ||
Nome abitanti | montefortesi | ||
Patrono | san Martino | ||
Giorno festivo | 11 novembre | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Il suo castello, da cui prende nome il paese, fu probabilmente un antico castrum romano, su cui fu edificato un castello vero e proprio probabilmente dai Longobardi. Ma la storia di Monteforte è antichissima: si trovano tracce della sua esistenza già durante la seconda guerra punica, quando Annibale Barca vi passa tornando da Capua, sulla via Appia, in direzione di Canne, dove preparerà la storica trappola ai Romani. In un antico manoscritto che parla della marcia di Annibale, si legge:
«...strata nemoris Montis Fortis prope cimiterium usque ad Atripaldi per viam qua itur Guardia Lombardorum Per frontem S. Luciae usque ad pontem Nusho usque Guardiam et a Guardia per viam S. Leonardi usque Ufidium...» |
ossia:
«... la strada per i boschi di Monteforte, presso il cimitero, in direzione di Atripalda, verso Guardia dei Lombardi, di fronte S.Lucia e passando per Nusco, per la via che da S.Leonardi va verso l'Ufita...» |
Ad ogni modo, nei secoli a seguire, il paese non viene praticamente mai citato, fino all'891 d.C., quando compare stabilmente in diversi documenti ufficiali.
Nel periodo angioino, passò ai principi di Montfort e vi dimorò quel Guido di Montfort che il 25 maggio 1270 nella Chiesa di San Silvestro di Viterbo assassinò Enrico di Cornovaglia, figlio di re Riccardo I d'Inghilterra.
Il feudo in seguito appartenne agli Orsini, ultimi conti di Nola, che lo persero per essersi ribellati a Carlo V.
Nel 1799 i francesi vi fissarono un distaccamento e da qui mossero all'attacco di Mercogliano ed Avellino. I moti carbonari di Nola (1º luglio 1820) videro Monteforte protagonista: gli insorti del seguito di Michele Morelli vi innalzarono la bandiera della libertà contro i Borboni.
In seguito, acquistò l'appellativo di Irpino per meglio evidenziarne l'aggiunta alla provincia di Avellino.
Dopo l'entrata in guerra dell'Italia nel giugno 1940, il regime fascista istituì un campo di detenzione a Monteforte Irpino: era nei locali di un ex orfanotrofio nel mezzo di una zona residenziale. Gli internati erano oppositori italiani ed antifascisti che avevano spesso scontato lunghe pene detentive. Il campo di Monteforte Irpino fu sciolto solo alla fine dell'estate del 1943[4].
Il 28 luglio 2013 avvenne la strage del viadotto Acqualonga: un pullman precipitò da un viadotto nei pressi di Monteforte Irpino, causando la morte di 40 persone e ferendone 8, provocando il più grave incidente stradale in Italia[5][6][7].
Di epoca seicentesca, la chiesa di San Nicola di Bari conserva alcune tele del XVIII secolo di scuola napoletana e solimeniana con soggetti religiosi (santi e scene del Nuovo Testamento).
I ruderi del castello e la chiesa di San Martino costituiscono il nucleo più significativo dell'antica Monteforte.
Sul colle di San Martino, circondati da una pineta recintata e attrezzata, sono cospicui i ruderi dell'imprendibile fortezza medievale, costruita in posizione strategica già in epoca longobarda. Ampliata dagli angioini e dagli aragonesi, si ammirano ancora parte delle murature perimetrali in pietrame, una torre a pianta circolare ed un artistico camino.
Nei pressi del castello, la chiesa di San Martino risale nel suo impianto originario al Duecento. Più volte ristrutturata, mostra un bel portale principale, la statua raffigurante san Martino, un'alta torre campanaria ed un tiburio cilindrico. Dentro l'unica navata si apprezzano il cassettonato ligneo del soffitto, il pavimento in maiolica e un quadro rappresentante san Martino, donato alla comunità dall'artista Massimo Marano. Fulcro del paese è piazza Umberto I ove si affacciano l'ex municipio ora Casa della Cultura e la parrocchia di San Nicola.
Abitanti censiti[8]
Accanto alla lingua italiana, a Monteforte si parla il dialetto irpino.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1994 | 1998 | Sergio Nappi | CCD | Sindaco | |
1998 | 2002 | Sergio Nappi | centrodestra | Sindaco | |
2002 | 2007 | Martino De Sapio | centrodestra | Sindaco | |
05-2007 | 11-2007 | Vincenzo Carullo | centrosinistra | Sindaco | |
11-2007 | 2008 | Armando Amabile | Commissario Straordinario | ||
2008 | 2011 | Sergio Nappi | lista civica | Sindaco | |
2011 | 2016 | Antonio Di Stefano | lista civica | Sindaco | |
2016 | in carica | Costantino Giordano | lista civica "Monteforte SI Può" | Sindaco | |
Il comune fa parte della Comunità montana Partenio - Vallo di Lauro. Parte del territorio comunale è compreso nella perimetrazione del Parco regionale del Partenio.
A Monteforte sono presenti due club calcistici, il primo è l'Asd Mi Sfizio soccer, 'fondato nel 2017, i cui colori sociali sono il bianco-rosso e che milita attualmente nel campionato di Seconda Categoria assieme all'altra squadra di Monteforte: l'US Monteforte, fondato nel 1990, i cui colori sociali sono il bianco ed il verde. Nel campionato di seconda categoria 2019-20 le due squadre sono state inserite nel girone E.
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