Reino sorge lungo il torrente Reinello, nell'Appennino campano.
Il territorio comunale è compreso nella comunità montana Titerno e Alto Tammaro. Fin dall'antichità il centro abitato è attraversato da una delle principali vie della transumanza: il tratturo Pescasseroli-Candela.
Storia
Reino è un paese molto antico che ha quasi sempre mantenuto, nel corso dei secoli, la radice del proprio nome, seppur con piccole variazioni. In diversi carteggi è infatti chiamato Regina, Regino, Resino, Reino.
È il centro abitato più vicino all'antica città di Bebiano, fondata dai Liguri Apuani che, come narra Tito Livio, vi erano stati importati per decreto del Senato Romano dal proconsole Marco Bebio. Nel 180 a.C., infatti, i proconsoli Romani Publio Cornelio Ceteo e Marco Bebio Tanfilo inflissero una gravissima sconfitta ai Liguri (soprattutto ai Liguri Apuani), e ne deportarono ben 40000 nelle regioni del Sannio.
La più antica testimonianza storica su Reino è del 699 e viene dalle cronache di San Vitaliano, vescovo di Capua, il cui corpo venne trasportato a Benevento. Le cronache raccontano di un uomo infermo de castello Regino a cui apparve il Santo. L'uomo fu miracolato e subito, non sapendo dove il corpo di San Vitaliano si trovasse, andò chiedendo per i vari paesi della zona, finché giunse a Benevento dove rese grazia.
Nell'848 Reino divenne possesso dell'abbazia di Santa Sofia di Benevento; vi è infatti un diploma di Radelgiso.
I viceré di Napoli vi fondarono un'importante Dogana, che rendeva all'università 175 ducati l'anno.[4]
Nel Settecento la terra di Reino era ricompresa nella provincia di Principato Ultra e, nel quadriennio 1743-46, fu soggetta alla competenza territoriale del regio consolato di commercio di Ariano.[5]
Nel 1947, nel suo territorio, fu rinvenuto un elmo di bronzo a calotta emisferica con apice a forma di pomo e ornato sull'orlo, e specie sulla visiera corta, da una semplice decorazione a graffito.
Poiché, però, esso è perfettamente uguale ad un elmo etrusco del museo archeologico di Firenze, è da ritenersi di vera e propria importazione e documenta, che, insieme a quella greca, non poco ha influito sulla sannitica l'arte etrusca.
Il comune venne seriamente danneggiato dal terremoto del 1962.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili
Il Palazzo Meomartini, nella piazza omonima, fu dimora della nobile famiglia che diede i natali a non pochi uomini illustri. Edificato agli inizi del XIX secolo, ospita oggi la sede municipale.
Di fronte al palazzo si trovano la piccola cappella privata di famiglia e la fontana in pietra lavorata fatta realizzare dall'ingegnere, archeologo e politico Almerico Meomartini che, a sue spese, condusse in paese le acque della fonte S.Elia. All'interno del palazzo è custodito un busto bronzeo del Meomartini, opera dello scultore napoletano Vincenzo Puchetti.
Architetture militari
Resti delle mura perimetrali del castello medievale[6]
Alfonso Meomartini, I comuni della provincia di Benevento, 1907 (II edizione: 1970, Stabilimento Editoriale De Martini, Benevento)
Nicolino Calzone, Le valli del Sannio, 1986, Masone Editore, Benevento
Bibliografia etnologica
Francesco Calzone, Li ditti antichi e la vita de 'na vota (I proverbi antichi e la vita di una volta), 1991, Masone Editore, Benevento
Giuseppe Iadanza, Il Dramma di Sant'Antonio - manoscritto inedito, dramma sacro sulla vita di Sant'Antonio da Padova spesso rappresentato nel corso della festa del Santo patrono.
Mons. Pasquale Maria Mainolfi, Follie d'amore a piedi nudi (libro sulla vita di "Bettina da Reino"), 2012
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