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La provincia di Vicenza è una provincia italiana del Veneto di 852 033 abitanti.

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima provincia del Regno Lombardo-Veneto, vedi Provincia di Vicenza (Lombardo-Veneto).
Provincia di Vicenza
provincia
Provincia di Vicenza – Veduta
Provincia di Vicenza – Veduta
Villa Cordellina Lombardi, sede di rappresentanza della Provincia.
Localizzazione
Stato Italia
Regione Veneto
Amministrazione
Capoluogo Vicenza
PresidenteFrancesco Rucco (indipendente di centro-destra) dal 29-10-2018
Data di istituzione1815
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°33′N 11°33′E
Superficie2 722,53 km²
Abitanti852 033[1] (31-8-2022)
Densità312,96 ab./km²
Comuni114 comuni
Province confinantiTrento, Belluno, Treviso, Padova, Verona
Altre informazioni
Cod. postale36100, 36010-36078
Prefisso0424, 0444, 0445
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-VI
Codice ISTAT024
TargaVI
PIL procapite(nominale) 29.658 €
Cartografia
Provincia di Vicenza – Localizzazione
Provincia di Vicenza – Localizzazione
Provincia di Vicenza – Mappa
Provincia di Vicenza – Mappa
Posizione della provincia di Vicenza all'interno del Veneto.
Sito istituzionale

Confina a nord e a ovest con il Trentino-Alto Adige (Provincia autonoma di Trento), a nord-est con la provincia di Belluno e la provincia di Treviso, a sud-est con la provincia di Padova, a ovest con la provincia di Verona. Nell'Altopiano dei Sette Comuni ancora oggi si parla il cimbro[2].

È una delle province più ricche d'Italia e dalle maggiori esportazioni nel settore manifatturiero, infatti fa parte del "Club dei 15"[3], cioè le quindici province italiane più industrializzate secondo questi criteri:

Con l'11,0% della popolazione totale (al 2013)[4] la provincia si colloca al quinto posto tra le province italiane per numero di stranieri residenti, appena dopo altre due province della Regione Veneto (Verona e Treviso).

Nell'annuale classifica delle province italiane per la migliore qualità di vita, redatta da ItaliaOggi con la collaborazione dell'Università "La Sapienza", nel 2017 si piazza al quarto posto dietro a Bolzano, Trento e Belluno.[5]


Geografia fisica



Morfologia del territorio


Localizzazione della Provincia nella Regione Veneto
La provincia berica
Il versante vicentino del Monte Grappa
Il versante vicentino del Monte Grappa
Versante sud dell'altopiano di Asiago, monte Summano e le Piccole Dolomiti sullo sfondo
Versante sud dell'altopiano di Asiago, monte Summano e le Piccole Dolomiti sullo sfondo
La cupola dell'Osservatorio astrofisico di Asiago immersa nelle foreste dell'altopiano
La cupola dell'Osservatorio astrofisico di Asiago immersa nelle foreste dell'altopiano
La conca di Asiago
La conca di Asiago
La Valsugana vicentina
La Valsugana vicentina

La provincia comprende una zona della Pianura padana, denominata "Pianura veneta", che si insinua fino al centro della provincia nella zona di Schio e Thiene.

A nord si trovano le Prealpi vicentine e le Alpi venete, tra le quali si staglia l'altopiano dei Sette Comuni che occupa oltre un quinto dell'intera provincia, ed è delimitato a nord dalla linea dei rilievi più alti della provincia che arrivano in Cima Dodici a oltre 2340 metri sul livello del mare, a est dal canale di Brenta che lo separa dal monte Grappa e ad ovest dalla Valdastico, oltre la quale si elevano il monte Summano, il monte Novegno, il Pasubio e le Piccole Dolomiti.

Nella zona occidentale della provincia corrono tre valli praticamente parallele a partire dalle Piccole Dolomiti e dal Pasubio: sono rispettivamente, da est ad ovest, la val Leogra, la valle dell'Agno e la valle del Chiampo. La dorsale collinare a ovest di quest'ultima valle rappresenta il confine con la provincia di Verona.

A sud del capoluogo, situato all'incirca al centro della provincia, sorgono i Colli Berici, piccoli rilievi collinari che sfiorano nella loro quota massima i 450 metri, ma che sono di particolare interesse naturalistico e paesaggistico.


Monti

Principali vette oltre i 2000 m.:

Denominazione Altezza (m) Gruppo Montuoso
Cima XII 2.341 m Altopiano dei Sette Comuni
Cima Portule 2.310 m Altopiano dei Sette Comuni
Cima Carega 2.259 m Gruppo del Carega
Cima Palon 2.239 m Massiccio del Pasubio
Cima della Caldiera 2.124 m Altopiano dei Sette Comuni
Monte Ortigara 2.105 m Altopiano dei Sette Comuni
Monte Verena 2.015 m Altopiano dei Sette Comuni

Passi e Valichi

Denominazione Altezza (m) Collegamento
Porte del Pasubio 1.928 m Posina (VI) - Vallarsa (TN)
Passo della Lora 1.716 m Valle dell'Agno (VI) - Valle del Chiampo - Val d'Illasi (VR)- Val dei Ronchi (TN)
Passo di Campogrosso 1.460 m Recoaro Terme (VI) - Vallarsa (TN)
Bocchetta Campiglia 1.216 m Posina (VI) - Valli del Pasubio (VI)
Passo della Borcola 1.207 m Posina (VI) - Terragnolo (TN)
Pian delle Fugazze 1.163 m Valli del Pasubio (VI) - Vallarsa (TN)
Passo Xomo 1.058 m Posina (VI) - Valli del Pasubio (VI)
Passo Santa Caterina 796 m Valdagno (VI) - Altissimo (VI)
Passo Xon 671 m Recoaro Terme (VI) - Valli del Pasubio (VI)
Passo dello Zovo 631 m Valdagno (VI) - Schio (VI)

Valli

La Valle del Chiampo, compresa fra le Piccole Dolomiti e i monti Lessini, scorre in direzione nord-sud, al confine con la provincia di Verona, percorsa dal torrente omonimo. Lunga una trentina di chilometri, molto stretta e impervia nella sua parte alta, è scarsamente abitata pur essendo caratterizzata da bellezze paesaggistiche e naturali considerevoli.

La Valle dell'Agno è una valle delle Prealpi vicentine che scorre anch'essa da nord a sud, percorsa dall'omonimo torrente, a partire dalle Piccole Dolomiti per una trentina di chilometri.

La Val Leogra è una profonda incisione nelle Prealpi vicentine in cui si è incanalato il torrente Leogra; va da Pian delle Fugazze a Schio.

Anche la Val d'Astico scende dalle prealpi solcata dal torrente Astico. La parte più alta è in provincia di Trento; passata Lastebasse, dopo aver superato il comune di Valdastico, la valle scorre in direzione nord-sud e si apre sulla pianura vicentina tra gli abitati di Piovene Rocchette e Caltrano.

Il Canale di Brenta - chiamato anche Val Brenta o Valsugana vicentina - è la stretta valle compresa tra i comuni di Bassano del Grappa e Cismon del Grappa. Pur rappresentando, di fatto, l'estremità meridionale della Valsugana, presenta dei caratteri propri che lo distinguono sia dal punto di vista geografico che da quello antropico.

La Val Liona rappresenta la più importante incisione valliva dei Colli Berici; il fiume che le dà il nome (la Liona) inizia il suo corso presso la “Fontana de le Done” o “de le Fate” sotto il paese di San Gottardo per giungere alla strada che collega Sossano con Orgiano, raggiungendo la lunghezza di oltre 12 chilometri.


Fiumi

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dei fiumi di Vicenza.
Il Canale di Brenta dove scorre l'omonimo fiume
Il Canale di Brenta dove scorre l'omonimo fiume

Vicenza è una provincia che conta diversi fiumi, torrenti e canali: uno di essi è il Bacchiglione, che nasce da alcune risorgive nei comuni di Dueville e di Villaverla, prendendo inizialmente il nome di "Bacchiglioncello". Poco a monte della città di Vicenza riceve le acque provenienti dal sottobacino del Leogra-Timonchio (che scende dal monte Pasubio) e assume il nome di Bacchiglione. Confluisce in esso anche la roggia Seriola.

Proprio a Vicenza riceve da destra le acque del fiume Retrone e da sinistra quelle del torrente Astichello. Altri tributari giungono da sinistra a sud est del capoluogo: il fiume Astico-Tesina e il Ceresone. Il fiume Bacchiglione confluisce presso la località "Ca' Pasqua" nel fiume Brenta.

Queste diverse confluenze presso il capoluogo hanno dato luogo, nel corso dei secoli, a vari episodi di allagamenti ed alluvioni, l'ultima delle quali verificatasi nei primi giorni di novembre del 2010.

Il Brenta, che nasce in Trentino e percorre tutta la Valsugana attraversando i comuni di Valbrenta, Solagna, Pove del Grappa e Bassano del Grappa - dove scorre sotto il famoso “ponte degli Alpini” progettato da Andrea Palladio -, prosegue il percorso planiziale con struttura meandriforme e alimenta le falde freatiche di diversi fiumi di risorgiva quali il Sile, il Dese e altri minori. Transita in prossimità di Nove, Cartigliano, Tezze sul Brenta continuando il suo percorso in provincia di Padova e sfociando a Chioggia, in provincia di Venezia.

Ad ovest della provincia scorrono i fiumi Agno/Guà e il torrente Chiampo.
Nella Valle dell'Agno scorre l'Agno; dalla sua confluenza con il torrente Restena presso Tezze di Arzignano si origina il Guà che prosegue per Montecchio Maggiore, dove riceve le acque del Poscola e poi prosegue per tutto il sudovest vicentino, il veronese e il padovano, cambiando nome varie volte.
Il fiume Chiampo nasce nella Valle del Chiampo e arrivato a Montebello Vicentino devia verso il veronese.

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiampo (torrente) § Storia.

Fino al XVI secolo le acque del Chiampo confluivano nel Guà.


Laghi

Lago di Fimon
Lago di Fimon

L'unico lago di dimensioni significative dell'intera provincia è il lago di Fimon, che si trova poco fuori Vicenza nel comune di Arcugnano. Il lago è di modeste dimensioni (0,67 km2) e poco profondo (in media 2 m); esso presenta un fondo melmoso e vegetazione abbondante, caratteristiche che, unite alla scarsa profondità, lo rendono un habitat adatto ai ciprinidi.

In particolare le specie ittiche presenti da lungo tempo (almeno dal 1887, anno cui risale lo studio del Tarassi) sono: la carpa (Cyprinus carpio), la tinca (Tinca tinca), il luccio (Esox lucius), la scardola (Scardinius erythrophthalmus), l'anguilla (Anguilla anguilla), la savetta (Chondrostoma soetta) e la lasca (Chondrostoma genei). La popolazione ittica attuale è differente, dal momento che sono apparse nuove specie e ne sono scomparse altre: tra queste la lasca e la savetta, tra le prime il persico trota (Micropterus salmoides), il persico sole (Lepomis gibbosus), il persico reale (Perca fluviatilis) e il pesce gatto (Ictalurus melas). Dall'inizio degli anni ottanta è presente anche l'abramide (Abramis brama), specie originaria del centro-est europeo.

Il lago è un punto di interesse archeologico per il ritrovamento di resti di insediamenti risalenti ad almeno due epoche differenti: uno al neolitico e uno all'età del bronzo. Pioniere nell'analisi e nella catalogazione dei resti archeologici provenienti dalla zona fu il naturalista vicentino Paolo Lioy.


Grotte

Molte sono le grotte presenti nella provincia che, in molti casi, rappresentano primati nazionali.

L'abisso di Malga Fossetta è una profonda cavità situata nel comune di Enego e fa parte di un complesso carsico, quello dell'altopiano di Asiago, ricco di grotte (2.562 esplorate al 2009)[6]. L'Abisso di Malga Fossetta, con la sua profondità conosciuta di oltre 1.000 m, risulta una delle cavità più profonde d'Italia[7][8][9]. Recenti esplorazioni vedono una possibile connessione con la vicina grotta della Bigonda (una delle grotte italiane più estese) che porterebbe così la profondità dell'abisso ad oltre 1.400 m, facendone, in caso ciò fosse accertato, la grotta più profonda d'Italia e una delle più profonde del pianeta[10].

Il Buso della Rana è invece la più estesa grotta italiana ad un solo ingresso e si trova nel comune di Monte di Malo, presso Contrà Maddalena, lungo la strada che da Monte di Malo porta verso la frazione di Priabona. L'estensione totale dello sviluppo in proiezione orizzontale raggiunge i 27 km, mentre il dislivello totale è all'incirca di 300 metri. La grotta si sviluppa sotto l'altopiano del Faedo-Casaron, interessato da evidenti fenomeni carsici.

La grotta del Broion sita nel comune di Longare in località Lumignano, è una cavità-inghiottitoio di tipo carsico, che si apre sul versante meridionale del monte Broion a circa 150 m s.l.m. Il monte Broion si trova sul lato orientale del complesso dei colli Berici, un sistema collinare situato a sud del margine prealpino con la pianura e che appare in continuità morfotettonica con i Monti Lessini. Nel 1951 in questa grotta sono state ritrovate dal geologo Piero Leonardi significative tracce dell'uomo di Neandertal.

Le grotte di Oliero sono invece un complesso cavernicolo che si trova alle pendici del massiccio dell'altopiano dei Sette Comuni, in prossimità dell'abitato di Oliero (Comune di Valstagna). Dalle grotte hanno origine le sorgenti del fiume Oliero (uno dei fiumi più corti d'Europa), che vengono considerate tra le più importanti sorgenti valchiusane d'Europa.


Storia



Preistoria


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § Preistoria.

I depositi stratigrafici rinvenuti nelle grotte e nei covoli (i ripari sottoroccia) dei colli Berici e delle montagne vicentine[11] - che fornivano riparo a cacciatori e raccoglitori del Paleolitico e del Mesolitico (250.000 - 6.500 a.C.) - testimoniano di insediamenti ultramillenari e fanno del Vicentino una tra le aree meglio documentate nel panorama della preistoria italiana. Importanti sono anche i ritrovamenti del Neolitico (6.500 - 3.400 a.C.) - in particolare quelli della zona delle Valli di Fimon - dove gruppi umani stabili vivevano in villaggi su palafitte e praticavano l'agricoltura e l'allevamento, accanto alle tradizionali attività della caccia e della raccolta.[12]

Numerosi reperti dimostrano che anche nelle successive Età del rame (3.400 - 2.300 a.C.) ed Età del bronzo (2.300 - 950 a.C.) furono densamente abitate l'area berica e le aree pedemontane, dalle quali si potevano estrarre i minerali utili alla manifattura di oggetti.

L'Età del ferro (metà X secolo a.C. - metà I secolo a.C.) è caratterizzata, oltre che dall'introduzione della metallurgia del ferro, dallo sviluppo della civiltà dei Veneti. Nel corso del VI secolo a.C. si formò, in posizione strategica presso la confluenza dei fiumi Astico e Retrone, un importante insediamento, che in seguito avrebbe originato la città di Vicenza. Esso colonizzò la fascia prealpina per sfruttare le sue risorse con la creazione di numerosi villaggi di case seminterrate, colonizzazione che raggiunse la massima intensità tra il V e il IV secolo a.C.[13]

Secondo alcuni autori, la prima popolazione del territorio vicentino fu quella degli Euganei; tra l'inizio del IX secolo a.C. e la fine dell'VIII, essi vennero scacciati verso le valli montane dall'invasione dei Veneti, che provenivano dalla regione Danubiana; forse tra l'VIII e il III secolo a.C. le due popolazioni si fusero; di sicuro, quando arrivarono i Romani, i Veneti che li accolsero pacificamente e con essi subito si allearono, erano la popolazione dominante.


Epoca romana


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § Epoca romana.

Con l'arrivo dei romani nella seconda metà del II secolo a.C., vi fu una completa assimilazione della popolazione veneta. Vicetia nel 49 a.C. divenne municipium romano optimo iure, cioè con pienezza di diritti civili e politici e iscritta alla tribù Menenia[14].

Il municipium comprendeva tutta la pianura intorno a Vicenza, arrivando a ovest e a nord fino a dove ora si trovano Arzignano, Montecchio Maggiore, Sovizzo, Schio e Chiuppano, mentre le popolazioni delle valli prealpine del Chiampo, dell'Agno, del Leogra e dell'Astico godevano solo dello jus latium[15][16]. Ad est il municipium Vicetiae era delimitato dal fiume Brenta, a sud confinava con quelli di Padova e di Verona, arrivando a comprendere i territori degli attuali comuni di Montegalda, Noventa e Lonigo. Bassano e sotto la sua giurisdizione vi era anche Acelum, l'odierna Asolo[17].

I Romani costruirono numerose strade, sia per scopi commerciali che militari, per avere cioè la possibilità di spostare rapidamente le truppe. Il territorio venne centuriato, cioè organizzato secondo lo schema che prevedeva un reticolo ortogonale di strade, canali e appezzamenti agricoli destinati ai coloni[18]. Secondo l'uso romano, i proprietari terrieri risiedevano in città e controllavano il territorio, dal quale ricavavano le risorse per pagare i tributi erariali.


Alto Medioevo


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § Il ducato longobardo di Vicenza, Storia del territorio vicentino § La contea franco-carolingia e il periodo dell'anarchia, Storia del territorio vicentino § La signoria vescovile e Storia del territorio vicentino § La colonizzazione del territorio.

Già durante il Regno longobardo il territorio vicentino comincia ad assumere una propria identità politica con la creazione del Ducato di Vicenza. Rispetto all'attuale, il territorio doveva essere più esteso a scapito di quello padovano, essendo stata la città di Padova conquistata una quarantina d'anni dopo quella di Vicenza e per questo penalizzata nell'ambito del regno. È probabile che la stessa configurazione sia continuata anche durante il periodo franco e carolingio, stando ad alcuni documenti che parlano del comitatus vicentinus.

Nel periodo successivo, come altre zone dell'Italia settentrionale, il territorio venne devastato a più riprese dalle scorrerie degli Ungari. Quando si consolidò nuovamente l'Impero sotto la dinastia degli Ottoni, questi stabilirono un rapporto privilegiato con i vescovi di Vicenza, cui diedero in feudo larghe parti del territorio - altre divennero invece possedimento del conte e di signori rurali - insieme con diritti e privilegi e l'autorizzazione a costruire e a possedere fortificazioni.

I vescovi, a loro volta, concessero in feudo larga parte del territorio, specialmente quella paludosa e malsana della pianura, ai monasteri benedettini maschili e femminili - in particolare a quelli dei santi Felice e Fortunato e di San Pietro, appena fuori le mura di Vicenza - con lo scopo di bonificarlo e di renderlo produttivo. Di questo resta traccia in molti documenti, siti e toponimi.


Basso Medioevo


Carta del territorio vicentino, 1608
Carta del territorio vicentino, 1608
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § Basso Medioevo.

Epoca moderna


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § L'età della Serenissima e Federazione dei Sette Comuni § I Sette Comuni nella Repubblica di Venezia.

Età contemporanea



Il periodo napoleonico

Lo stesso argomento in dettaglio: Dipartimento del Bacchiglione.

Tra il 1797 e il 1805 il territorio vicentino - come tutta la regione - subì un alternarsi dell'occupazione da parte della Francia e dell'Impero asburgico. Nel 1805, per la terza volta, le armate di Napoleone rioccuparono il Veneto, che venne annesso al Regno d'Italia - parte dell'Impero francese - e vi rimase fino al novembre 1813.

Otto anni che permisero di attuare varie riforme. L'organizzazione amministrativa si articolò in Dipartimenti (il territorio vicentino - anche se non coincidente esattamente con quello attuale - divenne il Dipartimento del Bacchiglione) che, come i Dipartimenti francesi, prendeva il nome dal fiume che passava per il capoluogo, cioè Vicenza.

Il Dipartimento fu creato dopo l'annessione al Regno d'Italia di Venezia e le sue dipendenze (Istria e Dalmazia) il 1º maggio 1806. Subì alcune modifiche di confini il 22 dicembre 1807, nel luglio 1810 e il 28 settembre 1810, con l'inclusione di zone come quella di Lonigo, Castelfranco Veneto e Bassano, provenienti dai dipartimenti dell'Adige, del Piave e del Tagliamento.

Il Dipartimento era suddiviso in cinque distretti, quindici cantoni e centocinquantaquattro comuni[19].

Fu introdotto il Codice Napoleonico ispirato ai principi della Rivoluzione francese, furono istituite l'anagrafe presso i comuni (fino ad allora il registro dello stato civile era tenuto dalle parrocchie) e la gendarmeria[20]. Queste riforme, ma soprattutto l'aumento delle tasse e l'imposizione della leva militare obbligatoria, crearono molto scontento, che si espresse in tumulti, duramente repressi dai francesi[21].


Il Regno Lombardo-Veneto

Lo stesso argomento in dettaglio: Provincia di Vicenza (Lombardo-Veneto).

Con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto appartenente all'Impero d'Austria, il Dipartimento fu ridenominato Provincia di Vicenza.

Nel 1853 il comune di San Pietro in Gu, su decisione delle autorità austriache, venne trasferito alla provincia di Padova.


Il Regno d'Italia

Nel 1866, in seguito alla terza guerra d'indipendenza, il Veneto fu annesso al Regno d'Italia, restando invariata la perimetrazione delle province, secondo le disposizioni del decreto Rattazzi emanato nel 1859 dal governo sabaudo.

Nel 1923 cedette il comune di San Giovanni Ilarione alla provincia di Verona[22].


La prima guerra mondiale e il periodo fascista

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § Il territorio vicentino e la Grande Guerra, Storia del territorio vicentino § Il primo dopoguerra in provincia di Vicenza e Il ventennio fascista nel Vicentino.

Il Vicentino e la seconda guerra mondiale

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § Il Vicentino e la seconda guerra mondiale.

Durante la seconda guerra mondiale la parte nord della provincia fu annessa per tre anni al terzo Reich (dal 1943 al 1945): il nuovo confine partiva da Bassano del Grappa e giungeva fino ai confini di Vicenza, per poi congiungersi con la provincia di Trento, ma in ampia scala la provincia fu sotto influenza tedesca (in particolare le zone prealpine). Nel 1945 tra gennaio e aprile, le forze angloamericane bombardarono pesantemente l'intera provincia, in particolare i maggiori centri (Bassano, Thiene, Schio, Asiago e Vicenza), per dare supporto alla Lotta di liberazione, ma il confine geo-militare continuò a esistere fino al 5 maggio e si spostò dai confini del Tretto di Schio ai confini di Arsiero, per poi prolungarsi da Asiago a Tonezza del Cimone.


Stemma provinciale


Lo stemma provinciale
Lo stemma provinciale

Nello stemma della provincia sono rappresentati, al centro, la croce bianca su sfondo rosso, simbolo della città di Vicenza e nei quarti compaiono nell'ordine: l'Ossario del Pasubio, l'Ossario del Monte Cimone, il Sacrario Militare del Monte Grappa e il Sacrario Militare di Asiago. Gli ossari raccolgono le spoglie di circa 85.000 soldati, anche se i dispersi sui monti vicentini risultano ancora di decine di migliaia. Le montagne della provincia furono infatti teatro di cruenti combattimenti soprattutto con le battaglie sul Pasubio, sul monte Cimone di Tonezza e sull'altopiano di Asiago nel corso della Frühjahrsoffensive del 1916; dell'Ortigara e dello Zebio nel 1917 e dei Tre Monti e del monte Grappa nel 1918.


Monumenti e luoghi d'interesse


La Basilica Palladiana a Vicenza
La Basilica Palladiana a Vicenza

La provincia è ricca di monumenti, palazzi, chiese e ville che testimoniano i diversi momenti storico-artistici della sua storia. Dal 1994 Vicenza "città del Palladio" è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO e nel 1996 il riconoscimento è stato esteso alle ville palladiane del Veneto, per la maggior parte situate nel vicentino.

La Basilica Palladiana di Vicenza - tra le opere più note di Palladio assieme a Villa Almerico Capra "La Rotonda" - è stata dichiarata anche monumento nazionale[23].


Architetture religiose



Architetture civili



Ville


Villa Almerico Capra La Rotonda a Vicenza
Villa Almerico Capra La Rotonda a Vicenza

Il territorio vicentino è caratterizzato dalla presenza di numerose ville venete, risalenti alla dominazione della Repubblica di Venezia. Tra esse spiccano quelle progettate da Andrea Palladio: la maggior parte delle ville palladiane del Veneto dichiarate patrimonio UNESCO sono infatti situate nella provincia (16 su 24).

Villa Caldogno a Caldogno
Villa Caldogno a Caldogno
Villa Godi a Lugo
Villa Godi a Lugo
Villa Barbarigo a Noventa Vicentina
Villa Barbarigo a Noventa Vicentina

Elenco parziale delle principali ville storiche nella provincia di Vicenza, per comune:

Comune Villa
Agugliaro Villa Saraceno
Altavilla Vicentina Villa Valmarana Morosini
Bassano del Grappa Villa Angarano
Villa Rezzonico
Bolzano Vicentino Villa Valmarana
Caldogno Villa Caldogno
Campiglia dei Berici Villa Repeta
Cartigliano Villa Morosini Cappello
Dueville Villa Porto
Villa Monza
Villa da Porto Casarotto
Grumolo delle Abbadesse Villa Chiericati
Lonigo Villa Pisani Bagnolo
Villa Pisani La Rocca
Lugo di Vicenza Villa Piovene
Villa Godi
Malo Villa Porto
Montecchio Maggiore Villa Cordellina
Montecchio Precalcino Villa Forni Cerato
Monticello Conte Otto Villa Valmarana
Noventa Vicentina Villa Manin Cantarella
Villa Barbarigo
Pojana Maggiore Villa Pojana
Quinto Vicentino Villa Thiene
Rosà Villa Dolfin Boldù
Sarcedo Villa Franzan
Sarego Villa Arnaldi
Villa Da Porto
Barchesse di Villa Trissino
Sovizzo Villa Bissari Curti
Thiene Villa Porto Colleoni
Vicenza Villa Almerico Capra La Rotonda
Villa Valmarana "Ai Nani"
Villa Gazzotti
Villa Trissino
Villa Bonini Matteazzi
Villaverla Villa Verlato Putin

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti


Etnie e minoranze straniere


Popolazione straniera nei comuni della provincia al 31 dicembre 2020
Popolazione straniera nei comuni della provincia al 31 dicembre 2020

Al 31 dicembre 2020 la popolazione straniera residente in provincia contava 81.961 persone[24] su 854962 [25], pari al 9,59% della popolazione totale. Con riferimento al 31 dicembre 2020 (81961 stranieri residenti) queste erano le nazionalità più numerose[24]:

  1. Romania, 14427
  2. Serbia, 7961
  3. India, 6017
  4. Marocco, 5174
  5. Albania, 4530
  6. Cina, 4163
  7. Ghana, 3795
  8. Moldavia, 3740
  9. Bangladesh, 3557
  10. Bosnia Erzegovina, 2555

Al 31 dicembre 2013 i comuni con la più alta percentuale di stranieri sul totale della popolazione erano Arzignano (20,4%) e Lonigo (20,4%), seguiti da San Pietro Mussolino (19,5%), Gambellara (19,3%) e Montecchio Maggiore (17,3%).


Cultura



Servizio bibliotecario provinciale vicentino (SBPV)


Aderisce a questo servizio la grande maggioranza delle biblioteche dei Comuni della Provincia di Vicenza, tramite convenzioni con l'Amministrazione provinciale e la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza.

I principali servizi offerti alle biblioteche aderenti sono:

All'interno di SBPV sono state sviluppate due reti bibliotecarie, legate ai programmi gestionali in uso nelle biblioteche vicentine, al fine di poter offrire agli utenti servizi via web. Vi aderisce la maggior parte delle biblioteche provinciali, e sono:


Musei



Musei nella città di Vicenza


Musei in provincia di Vicenza

Asiago
Bassano del Grappa
Breganze
Brendola
Caltrano
Chiampo
Chiuppano
Cornedo Vicentino
Costabissara
Crespadoro
Gallio
Gambellara
Grancona
Isola Vicentina
Lonigo
Lugo di Vicenza
Lusiana Conco
Malo
Marostica
Monte di Malo
Montecchio Maggiore
Montegalda
Mussolente
Nove
Orgiano
Pove del Grappa
Recoaro Terme
Roana

Romano d'Ezzelino

Rosà
Rotzo
San Vito di Leguzzano
Salcedo
Sandrigo
Santorso
Schiavon
Schio
Solagna
Sossano
Thiene
Tonezza del Cimone
Valbrenta
Valdagno

"Valli del Pasubio

Velo d'Astico

Villaverla

Cucina


Specialità vicentine esposte nella vetrina di una gastronomia
Specialità vicentine esposte nella vetrina di una gastronomia

La cucina vicentina è composta di piatti semplici, di tradizione contadina, che seguono l'andamento delle stagioni e dei relativi prodotti che si raccoglievano nei prati e nei boschi. Ogni piatto è legato ad una parte del territorio e le preparazioni si basano ancora oggi sui prodotti tipici, (molti dei quali inseriti nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani): i bisi di Lumignano (frazione di Longare), gli asparagi bianchi di Bassano, i torresani di Breganze, i formaggi di Asiago, le ciliegie di Marostica, il riso di Grumolo delle Abbadesse, la patata di Rotzo e il sedano di Rubbio (frazione di Lusiana Conco), i tartufi a Nanto, il broccolo fiolaro di Creazzo, la sopressa di Valli del Pasubio, gli gnocchi con la fioreta di Recoaro Terme o gli gnocchi di Posina. I piatti più tipici sono i bigoi all'arna (spaghetti di pasta fresca conditi con ragù d'anitra) (originari di Thiene e Zanè) e il baccalà alla vicentina.


Vini

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Vini DOC della provincia di Vicenza.
Vigne nel paese di Breganze
Vigne nel paese di Breganze

Il territorio della provincia di Vicenza presenta due zone particolarmente versate nella produzione del vino: l'area circostante Breganze e quella vicina a Gambellara. Si tratta di due zone collinari: Gambellara sorge allo sbocco della valle del Chiampo nella parte più meridionale dei Monti Lessini ed è circondata da dolci pendii la cui altitudine non supera i 300 m sul livello del mare; Breganze si trova invece nella fascia pedemontana, a sud dell'altopiano di Asiago, tra le vallate dei fiumi Astico e Brenta.

La zona di Gambellara è caratterizzata da un suolo ricco di minerali, essendo di origina vulcanica. I suoi pendii furono coltivati fin dall'antichità essendo dolci e fertili. Quattro i comuni della zona Doc: Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso Vicentino e Zermeghedo, un'area dunque estremamente limitata. A Montebello è stata ritrovata una villa romana del I-II secolo d.C. con una vinaia, testimonianza della coltivazione dell'uva sin da tempi remoti. Si coltiva uva di qualità Garganega da cui si ricavano tre vini DOC: Bianco, Recioto e Vin santo.

La zona DOC di Breganze è più ampia, comprende infatti il territorio dei comuni di Breganze, Colceresa, Fara Vicentino, ed in parte quelli dei comuni di Bassano del Grappa, Lugo di Vicenza, Marostica, Montecchio Precalcino, Pianezze, Salcedo, Sandrigo, Sarcedo e Zugliano. Anche questa zona ha una remota origine vulcanica, ma è caratterizzata anche da depositi morenici e fluviali. Il terreno su cui si coltivano i frutti di qualità migliore è caratterizzato da depositi di ghiaia, un substrato eccellente in quanto altamente drenante per cui le viti non sono afflitte da malattie fungine. Il più antico e caratteristico vigneto è il Vespaiolo, che non è presente altrove, da cui si ricava anche il Torcolato, vino da dessert prodotto sin dal X secolo.


Economia



Agricoltura


In agricoltura troviamo:


Industria


Il settore industriale ricopre un ruolo primario ed ha soppiantato nel corso dell'ultimo mezzo secolo il predominante settore agricolo: dal secondo dopoguerra la provincia è stata infatti una delle maggiori interpreti del notevole sviluppo economico ed industriale del Nord-est italiano. Le attività economiche più rilevanti in provincia sono quella tessile, quella conciaria, l'estrazione del marmo, la lavorazione della ceramica, del mobile, ma soprattutto quella dell'oreficeria.

Sul territorio predominano le piccole e medie imprese, che fanno della provincia di Vicenza una delle più importanti a livello nazionale, e che si sono sviluppate dando luogo ad principalmente a 4 distretti industriali:

Altre attività tipicamente legate al territorio sono:


Turismo


Il turismo riveste un ruolo sempre più importante nell'economia provinciale: la città di Vicenza con i suoi monumenti palladiani è classificata dal 1994 come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, a cui si sono aggiunte nel 1996 le ville palladiane del Veneto, per buona parte situate nella provincia. La città è tappa fissa nel "tour veneto" (vista anche la vicinanza con Venezia e Verona); le importanti manifestazioni fieristiche s'intersecano con l'offerta turistico culturale della città che è aumentata negli ultimi anni grazie all'apertura di nuovi musei e alla creazione di eventi di richiamo; nel 2011 è stato registrato un incremento del +14,1% di turisti[32]. Il quotidiano londinese Times ha inoltre inserito nel 2012 Vicenza tra le 10 mete italiane più cool[33]. Il turismo religioso, anche internazionale, è tradizionalmente attratto soprattutto dal Santuario della Madonna di Monte Berico.

Attrattive turistico-culturali sono anche i vicini Colli Berici, la città di Bassano del Grappa e la cittadina di Marostica. Parte integrante dell'offerta turistica locale è l'attiva enogastronomia, con prodotti tipici di eccellenza riscoperti in varie parti del territorio. Va considerato inoltre il turismo, sia estivo sia invernale, sull'altopiano di Asiago, ma anche negli altri centri montani, come Recoaro Terme e Tonezza del Cimone, e numerose mete escursionistiche, tra le quali una delle più note è la strada delle 52 gallerie sul Pasubio.


Infrastrutture e trasporti


Vicenza e tutta la sua provincia hanno da sempre costituito un importante snodo del nordest italiano. È sempre esistita, per questo, una buona struttura viabilistica che, però, con il poderoso sviluppo economico degli anni settanta e ottanta ha cominciato a mostrare i suoi limiti.
Nel 2001 per volontà dell'Amministrazione provinciale di Vicenza è nata una società per azioni, Vi.Abilità, per un più efficace utilizzo delle risorse disponibili e per una più efficiente gestione della propria rete stradale che misura quasi 1300 km. In questo periodo sono state messe in costruzione, dopo molti anni di dibattiti e rinvii, due opere importanti per la provincia quali la Pedemontana e la continuazione dell'autostrada Valdastico verso sud, in direzione Rovigo.

Per ciò che concerne, invece, la rete ferroviaria, che sta tornando importante per l'aumento delle problematiche ambientali, la provincia ha un sistema di ferrovie in varie zone, tra cui la ferrovia della Valsugana nell'omonima valle che giunge fino a Bassano del Grappa, la ferrovia Bassano-Venezia e la Bassano-Padova, la Vicenza-Treviso, la Vicenza-Schio e la principale che attraversa la città da ovest verso est cioè la Torino-Trieste. Negli ultimi anni la Regione ha investito molte risorse per migliorare, ammodernare e velocizzare i collegamenti ferroviari. Non da ultimo il Veneto si piazza ai primi posti per età più giovane del materiale ferroviario con treni molto nuovi ed adatti a trasportare anche biciclette, in un'ottica di turismo e movimento sostenibile.


Strade e autostrade



Autostrade


Strade statali


Strade provinciali

Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Vicenza.

Principali trafori


Ponte Valgadena


Rete ferroviaria


Le linee ferroviarie presenti sul territorio sono diverse:

La rete ferroviaria della provincia è basata, innanzi tutto, sulla stazione del capoluogo, che si trova nella linea Milano–Venezia e nella quale passano 7 milioni di passeggeri ogni anno. La stazione è stata recentemente riammodernata ed ampliata ma nei prossimi anni si dovrà superare il problema della costruzione della TAV, la linea ad alta capacità e velocità, per la quale manca ancora un progetto condiviso per la provincia di Vicenza.


Servizi di trasporto pubblico


Vi è un'azienda unica di trasporto pubblico chiamata SVT - Società Vicentina Trasporti che, dal 2016, ha inglobato le preesistenti due aziende di trasporto pubblico presenti nel territorio: le FTV (che operavano a livello provinciale) e l'AIM Mobilità (che operava a livello della città e dell'hinterland). Alcune tratte provinciali sono operate da Busitalia.

In passato le stesse FTV gestivano una vasta rete di tranvie che giunse all'estensione di oltre 130 km e si componeva delle seguenti direttrici:

Sempre nel territorio provinciale insisteva inoltre parte della tranvia San Bonifacio-Lonigo-Cologna Veneta, gestita dalla SAER e soppressa nel 1957.


Istituzioni pubbliche



Amministrazione Provinciale


Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Provincia di Vicenza.

Sedi dell'Amministrazione Provinciale

La sede principale della Provincia è sita presso Palazzo Godi-Nievo, un edificio palladiano che si affaccia su contrà Gazzolle, in pieno centro di Vicenza. Qui si trovano gli uffici del presidente, di alcuni uffici e le sale della giunta e del consiglio provinciale.

Palazzo Arnaldi e Palazzo Folco sono altri due palazzi rinascimentali di Vicenza che ospitano le sedi di altri uffici.

Villa Cordellina Lombardi è invece la sede di rappresentanza dell'ente provinciale. Si tratta di una villa palladiana sita a Montecchio Maggiore che viene utilizzata per convegni ed eventi di spessore.

A Bassano del Grappa, Schio, Valdagno e Lonigo esistono altri uffici decentrati.


Comuni


Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Vicenza.

Negli anni la provincia di Vicenza ha perso i comuni di San Pietro in Gu (passato in provincia di Padova nel 1853) e San Giovanni Ilarione (passato in provincia di Verona nel 1923).

Nel corso degli ultimi anni, diversi comuni si sono fusi per creare nuove realtà amministrative; è il caso di Val Liona nato nel 2017 dalla fusione di Grancona e San Germano dei Berici, Barbarano Mossano, nato nel 2018 dalla fusione di Barbarano Vicentino e Mossano e i nuovi comuni (nati nel 2019) di Colceresa (a seguito della fusione di Mason Vicentino e Molvena), Lusiana Conco (dalla fusione dei due precedenti comuni omonimi) e Valbrenta (nato dalla fusione di Campolongo sul Brenta, Cismon del Grappa, San Nazario e Valstagna).

Appartengono alla provincia di Vicenza i seguenti 114 comuni:


Comuni più popolosi


Di seguito è riportata la lista dei dieci principali comuni della provincia di Vicenza ordinati per numero di abitanti al 30 aprile 2022 (dati: 30/04/2022):

Pos. Stemma Comune di Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Densità
(ab/km²)
Altitudine
(m.s.l.m.)
Vicenza 110.685 80,57 1.385 39
Bassano del Grappa 42.355 47,06 924 129
Schio 38.574 66,21 590 200
Valdagno 25.598 50,22 518 230
Arzignano 25.251 34,19 749 118
Thiene 23.861 19,70 1.234 147
Montecchio Maggiore 23.282 30,53 763 72
Lonigo 15.771 49,42 333 31
Cassola 15.089 12,74 1.159 92
10º Malo 14.622 30,53 487 116

Unioni montane


Prima della pubblicazione della L.R. 28 settembre 2012, n. 40 "Norme in materia di unioni montane" (modificata dalla L.R. 49/2012), i comuni dell'alta provincia erano raggruppati in sei comunità montane. Successivamente la regione si è occupata della riforma di questi enti, trasformandoli in unioni montane.

L'iter si è concluso per i seguenti enti:

Unione montanaSedeNumero comuniSito web
Unione montana Alto AsticoArsiero8
Unione montana AsticoFara Vicentino6
Unione montana MarosticenseMarostica4
Unione montana Pasubio Alto VicentinoSchio7
Unione montana Spettabile Reggenza dei Sette ComuniAsiago 7
Unione montana BrentaCarpanè di Valbrenta4

Le comunità montane in via di riforma sono:


Aziende Locali Sociosanitarie (Ulss)


A seguito della riforma regionale della sanità del 2016, le precedenti 4 ULSS provinciali sono state ridotte a due (unica provincia veneta oltre a Venezia ad avere due ULSS):


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. [collegamento interrotto]
  3. Le Associazioni - LeanClub, su leanclub15.it. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  4. Statistiche demografiche ISTAT., su demo.istat.it. URL consultato il 3 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2015).
  5. I risultati della 19ª classifica di ItaliaOggi, la più completa indagine sulla Qualità della vita (PDF) [collegamento interrotto], su italiaoggi.it.
  6. Ugo Sauro, L'altopiano come morfostruttura, in Patrizio Rigoni e Mauro Varotto, L'Altopiano dei Sette Comuni, Cierre ed., Sommacampagna (Vr), 2009, pp. 24-59. ISBN 978-88-8314-459-2.
  7. Copia archiviata, su fedespeleo.com. URL consultato il 7 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014). Federazione spagnola di speleologia
  8. WORLDS DEEPEST CAVES Società nazionale di speleologia USA
  9. Grotte con profondità oltre 100 metri Archiviato il 25 gennaio 2012 in Internet Archive.
  10. Primo -1000 nel Veneto
  11. Paleolitico e Mesolitico, su museicivicivicenza.it. URL consultato il 20 novembre 2012 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2009).
  12. Neolitico, su museicivicivicenza.it. URL consultato il 20 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2009).
  13. Età del ferro nel territorio, su museicivicivicenza.it. URL consultato il 20 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2009).
  14. Mantese, 1952,  pp. 5,45.
  15. Il diritto latino (jus latium) era uno status civile che in epoca romana si situava a livello intermedio tra la piena cittadinanza romana e lo stato di non cittadino
  16. In queste zone infatti non si sono trovate lapidi o iscrizioni riferentesi al municipium. Mantese, 1952,  p. 5
  17. Mantese, 1952,  p. 51.
  18. Tracce di centuriazione si trovano ancora nelle zone di Schio e di San Vito di Leguzzano. Mantese, 1952,  p. 13
  19. Al 1810; cfr. Giampaolo Vajenti, Dilucidazione del nuovo sistema di misure e pesi del Regno d'Italia e ragguagli e ragguagli fra le antiche misure e pesi del Dipartimento Bacchiglione colle nuove misure e pesi del Regno, Vicenza, Tipografia Parise, 1810.
  20. Paolo Preto, Il Veneto francese e austriaco, in Storia del Veneto, Laterza, 2004, p. 51
  21. Gianni A. Cisotto, Dall'età napoleonica all'annessione all'Italia, in Storia di Vicenza, IV/1, L'Età contemporanea, Vicenza, Neri Pozza editore, 1991, pp. 5-7
  22. Regio decreto n° 3169 del 30 dicembre 1923, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 35 dell'11 febbraio 1924
  23. La Basilica Palladiana diventa monumento nazionale - Corriere del Veneto
  24. Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso e cittadinanza al 31 dicembre 2020., su demo.istat.it. URL consultato il 31 gennaio 2021.
  25. demo.istat.it, https://demo.istat.it/bil/index.php?anno=2020&lingua=ita.
  26. SBPV Archiviato il 22 luglio 2017 in Internet Archive.
  27. Sito della Provincia
  28. Sito della Provincia
  29. Sito della Provincia
  30. Museo geomineralogico e del caolino Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive.
  31. Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 18.
  32. Consorzio Turistico Vicenza
  33. Il Giornale di Vicenza.it - dalla home
  34. L'ospedale è stato aperto al pubblico da febbraio 2012, sostituendo i nosocomi Boldrini di Thiene e De Lellis di Schio che sono stati ridimensionati a distretti sanitari.

Bibliografia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino § Bibliografia.

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[de] Provinz Vicenza

Die Provinz Vicenza (venetisch Provìncia de Vicènsa, italienisch Provincia di Vicenza) ist eine italienische Provinz in der Region Venetien mit 862.363 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019). Sie ist etwa 2723 km² groß und ist in 121 Gemeinden unterteilt. Hauptstadt ist Vicenza.
- [it] Provincia di Vicenza

[ru] Виченца (провинция)

Виче́нца (итал. Provincia di Vicenza, вен. Provincia de Vicenzsa) — провинция в Италии, в области Венеция. Столицей является город Виченца.



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