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Rovereto (IPA: /roveˈreːto/, Roverédo in dialetto trentino[5]) è un comune italiano di 39 833 abitanti[1] della provincia autonoma di Trento.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Rovereto (disambigua).
Rovereto
comune
Rovereto – Veduta
Rovereto – Veduta
Rovereto vista dal castello
Localizzazione
Stato Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Amministrazione
SindacoFrancesco Valduga (Partito Democratico - Futura - Liste civiche) dal 1-6-2015 (2º mandato dal 5-10-2020)
Data di istituzione16-10-1920
Territorio
Coordinate45°53′00″N 11°02′03″E
Altitudine204 m s.l.m.
Superficie50,99 km²
Abitanti39 859[1] (31-03-2022)
Densità781,7 ab./km²
FrazioniBorgo Sacco, Lizzana (la Piòf), Lizzanella, Marco (March), Moietto, Mori Stazione, Noriglio (Noréi), San Giorgio, Sant'Ilario
Comuni confinantiAla, Calliano, Folgaria, Isera, Mori, Nogaredo, Pomarolo, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa, Villa Lagarina, Volano
Altre informazioni
LingueItaliano
Cod. postale38068
Prefisso0464
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022161
Cod. catastaleH612
TargaTN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 713 GG[3]
Nome abitantiroveretani (roveredani[4])
PatronoSan Marco, S.S. Maria Ausiliatrice
Giorno festivo25 aprile, 5 agosto
Cartografia
Rovereto
Rovereto – Mappa
Rovereto – Mappa
Posizione del comune di Rovereto nella provincia autonoma di Trento
Sito istituzionale

Rovereto è un importante centro industriale, turistico e culturale del Trentino sin dal Settecento, quando si era aggiudicata il titolo di «Atene del Trentino».[6] Viene spesso chiamata Città della quercia (la quercia, detta anche rovere, è il simbolo della città, presente anche nello stemma cittadino) o Città della pace, riferendosi alla presenza della Campana dei Caduti, opera a memoria dei caduti di tutte le guerre.[7]


Geografia fisica


Rovereto è un comune situato quasi al centro della Vallagarina nell'ultimo tratto fra le montagne percorso dal fiume Adige prima del suo ingresso nella pianura Padana.

Si trova a circa 25 km a sud di Trento e a 70 km a nord di Verona.

Ad est si estendono gli altipiani di Folgaria e Lavarone, a sud-est la Vallarsa ed il Pasubio. A nord si alza la catena del monte Bondone. Il lago di Garda dista circa 15 km, in direzione ovest.


Clima


A Rovereto e nella Vallagarina in generale, vi sono inverni relativamente freddi e nevosi; estati calde e temporalesche, specie nelle ore del pomeriggio. Un lieve sollievo dall'afa estiva è procurato dalla brezza tardo-pomeridiana che interessa in particolare la zona del torrente Leno e che scende dalla zona della Vallarsa, ad est della città. Negli ultimi anni si è assistito ad un lento innalzamento della temperatura anche in questa zona ed alla comparsa occasionale del fenomeno della nebbia, un tempo confinata solo alle aree padane. Anche le nevicate sono diminuite in frequenza ed intensità.

In occasione dell'intensa nevicata del 26-27 gennaio 2006 sono stati registrati dei dati di accumulo nevoso straordinari, di circa 60 cm. La nevicata era stata più intensa nelle zone sud-orientali della regione. Nella Valle dell'Adige si erano avuti quantitativi più ingenti a sud fino a Trento, mentre risalendo lungo la valle i valori, seppur cospicui, diminuivano[8]. L'ultima nevicata di un certo rilievo è quella dell'11-12 febbraio 2013 con 30 cm misurati in alcuni quartieri della città. Episodi a parte (come l'ultimo citato in cui a Rovereto ha nevicato più che a Trento), la nevosità di Rovereto è inferiore a quella di Trento, essendo quest'ultima più riparata dagli afflussi caldi del sud in grado di trasformare la neve in pioggia.

ROVERETO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 5,18,513,718,223,027,229,728,723,917,410,45,86,518,328,517,217,6
T. min. media (°C) −2,2−0,33,57,511,615,117,116,613,18,42,9−1,1−1,27,516,38,17,7

Territorio


Rovereto (204 m s.l.m.) è il capoluogo della Comunità della Vallagarina del Trentino, nonché centro principale dell'omonima valle, situata nella zona meridionale della regione. La Vallagarina, caratterizzata da ampie distese di vigneti, è percorsa dal fiume Adige, in passato importante asse commerciale tra Veneto e Trentino-Alto Adige; legna e merci venivano trasportate per mezzo di zattere lungo il fiume. Dalla città, verso est, hanno inizio la valle di Terragnolo e la Vallarsa, percorsa dal torrente Leno: poco sopra Rovereto trova luogo la diga di san Colombano col suo lago, sovrastato dall'omonimo eremo. Le vette più importanti in prossimità di Rovereto sono il monte Stivo (2059 m), il Coni Zugna (1864 m), il monte Finonchio (1603 m circa) e il monte Biaena (1615 m). Un "polmone verde" della città è costituito dal cosiddetto "bosco della città", una zona boschiva fornita di sentieri e anche percorsi attrezzati per lo sport.


Origini del nome


L'etimologia di Rovereto deriva dal latino Roboretum (lett. "bosco di roveri").

Nella toponomastica romana Roboretum indicava una selva di querce, pianta che abbondava nella valle ed è stata assunta quale effigie dello stemma comunale[9]. Nello stemma è riportata anche la citazione latina: «Magno cum robore quercus ingentes tendet ramos» (tradotto: "Con grande forza la quercia tende i suoi possenti rami").

Conosciuto come Roveredo nel Tirolo[10], durante la dominazione austriaca, fu in uso anche il toponimo tedeschizzato Rofreit o Rovereith[11][12]. Altri esonimi tedeschi storicamente usati, derivati dal nome latino o italiano, includono Rofereid[13][14], Rovereid[15] e Rofreit[16].

Una presenza dei cognomi Rofereyder, Roffereider, Rouereider derivati dal nome della città è attestata nella regione Alto Adige nel XV secolo[17].


Storia


Rovereto intorno al 1700. Acquaforte.
Rovereto intorno al 1700. Acquaforte.

Medioevo


Il borgo di Rovereto si presenta nel Medioevo come un insediamento storicamente meno antico e meno blasonato rispetto ad altri, senz'altro minori, sparsi nella Vallagarina, raccolti attorno alle varie pievi. E infatti le prime notizie che lo riguardavano ci informano che esso dipendeva, sia per la giurisdizione ecclesiastica che per la civile, da Lizzana. Nel 1225 Jacopino da Lizzana vi insediò un villicum, poi arrivarono i nuovi signori di quella castellania: i Castelbarco legati alla dinastia veronese dei Della Scala. Attorno al 1300 Guglielmo di Castelbarco innalzò a Rovereto la cerchia delle mura ("La Terra"), vi insediò un Giudice e rinsaldò i rapporti della Vallagarina con Verona. Questi si mantennero poi nei secoli sempre molto stretti, come ci assicurano gli Statuti della Magnifica Comunità di Verona ove si afferma che la fortificatissima "Valle di Lagaro" (Lagari Munitissimus) faceva parte della giurisdizione veronese.[18]

Questa situazione, che precede la nascita del Principato vescovile di Trento, si mantenne almeno fino alla caduta del Regno longobardo, nel 778, secondo le ipotesi degli storici.[19] È solo agli inizi del XIII secolo che si hanno certezze sul cessare della giurisdizione veronese e l'instaurarsi della giurisdizione trentina in Vallagarina, a Lizzana e quindi a Rovereto. Nel 1197, giovedì 1º maggio, il vescovo tridentino Corrado II di Beseno, istituì solennemente alla presenza dei feudatari della valle de Lagaro l'ospizio per i lebbrosi e i poveri di Sant'Ilario di Rovereto, ed emanò lo Statuto che consentiva celebrare in loco una fiera godendo dei relativi privilegi, esenzioni e indulgenze, nonché delle cospicue entrate per i terreni annessi.[20] Solo vent'anni prima, nel 1177, Aldrighetto di Castelbarco, o chi per lui, aveva assassinato presso l'attuale convento di San Rocco di Rovereto il vescovo di Trento Adalpreto che, secondo il Sansovino, aveva invaso la Vallagarina per usurparne i feudi, e conseguentemente "essere stato ucciso perché voleva torre lo Stato altrui".[21]

Il leone di San Marco, emblema della Serenissima, affrescato a Palazzo Pretorio, ricorda la dominazione veneta a Rovereto.
Il leone di San Marco, emblema della Serenissima, affrescato a Palazzo Pretorio, ricorda la dominazione veneta a Rovereto.

Periodo rinascimentale


Più tardi, allorché la Repubblica di Venezia estese il suo dominio fino alla Valle Lagarina mantenendolo per quasi un secolo, dal 1416 fino al 1509, Rovereto si trasformò in una ben munita piazzaforte strategica di frontiera. La Serenissima vi mandò nel 1425 i suoi architetti (il Malipiero e il Basadonna sono ricordati ancora oggi nei nomi dei torrioni che eressero), ne rafforzò e ampliò le strutture militari di difesa: il castello castrobarcense e la cerchia delle mura. Rovereto perse con Venezia la sua caratteristica di borgo medievale per acquisire quelle di una città, centro economico attivo e sempre più affollata di mercanti, artigiani locali (ma anche veneti e lombardi), medici, notai, gabellieri, gastaldi mentre nel contesto urbano si moltiplicavano le botteghe, le taverne, gli ospizi per i viandanti, chiese e conventi. Decisivo per suscitare lo sviluppo economico di Rovereto fu l'atto decretato nel 1417 dalla Serenissima Repubblica di Venezia, grazie al quale la città di Rovereto avrebbe goduto della "esenzione dal dazio di consumo" a beneficio della "attività tessile".[22] Questo atto lungimirante di politica daziaria della Serenissima incentivò da allora gli investimenti in attività artigianali ed industriali, premiando le iniziative imprenditoriali, favorendo le trasformazioni di capitali terriero e gli investimenti dei possidenti locali e forestieri.

L'esenzione dai dazi di consumo fu rinnovata poi il 3 novembre 1510 con diploma di Massimiliano I, dopo che, a conclusione della guerra contro Venezia ordita dalla Lega di Cambrai e della sconfitta veneziana alla Battaglia di Agnadello, Rovereto venne occupata dall'esercito imperiale. Massimiliano I confermò i privilegi e gli Statuti ai "fedeli consoli e cittadini e alla comunità della città di Rovereto", confermandone il rango di città.[23]


Età moderna e periodo napoleonico


La parte meridionale del Trentino, e con essa Rovereto, già veneziana, non fu però restituita al Principato vescovile di Trento, ma costituì invece il "Circolo ai confini d'Italia", sorta di zona franca che, per la sua importanza strategica, veniva controllata direttamente dall'Impero. Rovereto successivamente alla fine dell'amministrazione veneziana pretese ed ottenne di godere delle condizioni di particolare autonomia che ne avevano caratterizzato lo status sotto la Serenissima ed ebbe quindi un regime amministrativo suo peculiare, diverso da quello vigente per gli altri territori trentini dell'Impero.

Il quattrocentesco Chiostro di Santa Maria del Carmine. Il convento, ora demolito, risaliva al 1400.
Il quattrocentesco Chiostro di Santa Maria del Carmine. Il convento, ora demolito, risaliva al 1400.

Il periodo forse più fiorente della storia di Rovereto è stato il secolo XVIII, allorché si sviluppò al massimo l'industria della seta; la quale (introdotta dai veneziani fin dal XV secolo) conobbe il vero e proprio salto di qualità grazie ad alcuni mercanti di Norimberga, alcuni di essi; Giovanni e Paolo Ferleger aprirono il primo filatoio idraulico, Folchamer, Gutterer e Giovanni Federico Sichart aprirono dei negozi[24]. Già all'inizio del '500 fu installato in città il "primo filatoio a braccia di uomini" per iniziativa di Girolamo Savioli. Il progresso fu continuo. Nel 1766 gli opifici serici roveretani occupano più di 1 000 operai, mentre oltre 4 000 cottimisti lavorano agli ordini dei filatori e capofilatori nei 36 filatoi, 26 incannatoi, 1 236 arcolai e nelle 5 tintorie che fornivano il prodotto finale ai 23 negozi di seta.[25]Tout Roveredo travaille aux premières manufactures de soie ... ebbe a osservare un illustre viaggiatore, il pensatore politico Montesquieu, quando qui fece tappa durante il suo viaggio in Italia, (1738 - 1741).[26]

La popolazione di Rovereto, che raggiunse alla fine del Settecento un significativo livello di benessere, testimoniato dalle realizzazioni architettoniche che tuttora la caratterizzano, era occupata, oltre che nella filiera della produzione della seta, nell'artigianato e nel commercio. La città ebbe fama anche, per l'importanza della sua vita culturale e il livello generale dell'istruzione, come l'Atene del Trentino.[27] Tra le realizzazioni urbanistiche di pregio di quel periodo sono da ricordare il Corso Nuovo lungo la via imperiale antica (poi corso Bettini, in memoria del martire), ideato dall'architetto Ambrogio Rosmini nel 1771. In quel tempo vengono ampliate anche le strade che portano ai sobborghi e lungo quei percorsi si innalzeranno i nuovi nobili palazzi che decoreranno Rovereto: il palazzo dell'Annona (1771-72), palazzo Piamarta (1772), Palazzo Fedrigotti (1778-90), Palazzo Alberti (1791), Palazzo Rosmini alle Frassine. Il Teatro lungo il Corso Nuovo e del 1783. Nascono anche le ville del patriziato in quella che allora era campagna ridente: la villa "Alle Grazie, dei Vannetti, Villa Bridi, Villa Tacchi.

Nel dicembre 1805, dopo la sconfitta inflitta ad Austerlitz da Napoleone alle forze asburgiche e in seguito alla pace di Presburgo, Rovereto passò sotto l'amministrazione del Regno di Baviera, alleato dei francesi, che governarono provvisoriamente il Trentino dall'inizio del 1806 alla fine del 1809, dapprima mediante la Commissione provvisoria amministrativa del Tirolo meridionale e quindi attraverso la Commissione amministrativa del Dipartimento dell'Alto Adige. In entrambe le Commissioni ebbe determinanti responsabilità il barone Sigismondo Moll di Villa Lagarina. Il Moll aveva già ricoperto, nel 1791, la carica di capitano distrettuale del Circolo ai Confini d'Italia (il Trentino) con sede a Rovereto e, nel 1796, fu presidente di quel Consiglio amministrativo.

Nel giugno del 1810 il Tirolo meridionale (che di fatto comprendeva tuttavia il solo Trentino) fu annesso al Regno napoleonico d'Italia.

Sconfitto il Bonaparte, dal 1815 Rovereto divenne, dopo secoli di influenza diretta, formalmente parte della Contea austriaca del Tirolo e fu, fino al 1918, capoluogo di uno dei sette circoli da cui la provincia stessa era costituita.


Periodo asburgico


Nel 1850 la città di Rovereto conta 7 431 residenti che formano 1 694 famiglie, accolti in 654 case. In quel tempo nascono, soprattutto per iniziativa e con l'intervento finanziario di privati cittadini, notevoli istituzioni e strutture destinate a supportare ulteriormente lo sviluppo della città. Nel 1841 voluta da tre imprenditori, Giovanni Battista Tacchi, banchiere e industriale della seta, G. B. Sannicolò, industriale serico, il proprietario terriero Cesare Malfatti ed altri 42 roveretani, fu fondata la Cassa di Risparmio di Rovereto che monopolizzerà per tutto il secolo e oltre le attività economico-finanziarie sviluppate sul territorio e in provincia. Anche la costruzione dell'imponente acquedotto potabile dello Spino (1843-1845), che risolse da allora per Rovereto e la valle il problema della erogazione igienica di acqua purissima e fresca, va riconosciuta ad Antonio Balista, coadiuvato dall'apporto finanziario del Comune. La medesima amministrazione comunale cittadina che, nel 1854, pur non avendo responsabilità dirette, contribuì al finanziamento di un'altra opera: l'opificio della Manifattura Tabacchi, sorta sulle rive dell'Adige a Borgo Sacco. La fabbrica diverrà una risorsa preziosa per combattere la crescente disoccupazione quando, sul finire del secolo, la prima crisi economica avrebbe colpito il Trentino meridionale, consentendo di ridurre localmente il fenomeno drammatico dell'emigrazione.

Cesare Malfatti fu podestà di Rovereto tra il 1851 e il 1860, ed ancora tra il 1867 e il 1873, poi deputato alla Camera di Vienna. La città gli ha dedicato la piazza del Grano, una delle più belle del centro storico. Al suo governo si deve l'acquisto del Palazzo della pubblica istruzione, il completamento del Ginnasio, l'istituzione della Scuola Reale Elisabettina per la quale sottoscrisse una generosa offerta, la fondazione del Museo Civico del quale fu il primo presidente, la fondazione, assieme ad altri cittadini, della Cassa di Risparmio di Rovereto che poi diresse dal 1841 al 1855, l'istituzione del Corpo dei Civici Pompieri, della Società Agraria. Per sua iniziativa fu costruito il ponte in pietra (Ponte Forbato) sul Leno, la nuova fabbrica dell'Asilo infantile, la piazza della Posta, il passeggio di San Rocco. E ancora l'acquisto dei terreni contigui la nuova strada della stazione ferroviaria, sostenuto in vista della risistemazione urbanistica e dell'impostazione del corso Rosmini (1872 - 1878).

Questo avveniva dopo che nel 1859 si completò il tronco Verona-Trento della Ferrovia del Brennero ed è da notare che per sollecitare la realizzazione di questa opera si attivarono responsabilmente le autorità pubbliche di Rovereto, di concerto con la Camera di Commercio ed Industria. Questa istituzione, eretta a Rovereto il 13 agosto 1850 seppe svolgere un ruolo determinante di studio, indirizzo e propulsione per le attività economiche nel Trentino meridionale nei decenni successivi, conducendo efficaci battaglie contro il potere centrale di Innsbruck e Vienna per la soluzione dei problemi locali nell'interesse della popolazione. L'azione della Camera di Commercio e Industria risultò particolarmente utile durante gli anni che seguirono e il manifestarsi della crisi agricola e industriale.

La grave crisi che colpì il roveretano e la valle nella seconda metà dell'Ottocento era dovuta a diverse concause: le tensioni politiche seguite agli accadimenti del 1848 e le guerre del 1859 scardinarono alcuni elementi portanti dell'economia locale, modificarono negativamente sia i rapporti tra i settori di produzione sia i tradizionali assetti dei rapporti commerciali con le regioni confinanti. I nuovi uffici doganali posti sui confini con la Lombardia e il Veneto ostacolano le vendite della seta e della carta e l'importazione vantaggiosa dei cereali. Il gravame dei forti dazi e delle barriere doganali devastò il sistema dei rapporti commerciali, mise in ginocchio l'industria serica, l'industria dei velluti, quella della concia delle pelli. A questa situazione già assai negativa si aggiunse, per l'agricoltura, il diffondersi della fillossera e della pebrina che colpirono la viticoltura e la coltura dei bachi da seta. Intervennero quindi a guastare ulteriormente questo quadro infelice le tragiche alluvioni dei torrenti e dell'Adige negli anni 1882-1885 e seguenti.

Nonostante tutto ciò, la città seppe reagire con una graduale ristrutturazione delle basi economiche che avrebbe portato al decollo di una nuova industrializzazione più evidente agli inizi del nuovo secolo, svolta segnata dalla fine della fase "protezionistica" e l'inizio di quella "liberistica" in cui la giunta comunale operò da protagonista.[28] Decidendo l'"esenzione delle sovraimposte con la concessione della forza motrice a condizioni di favore, sia con la cessione di suolo e con le facilitazioni per farlo ottenere a chi per scopi industriali avanzasse domanda", l'amministrazione comunale di Rovereto richiamò sul territorio numerosi imprenditori che seppero riconvertire e reindirizzare la nuova produzione industriale.[29]

Nel 1900 Rovereto contava 10 180 abitanti, un incremento rispetto a quelli contati cinquant'anni prima dovuto più che al tasso di natalità, più basso che altrove, alla diminuzione della mortalità infantile ma, soprattutto, al forte tasso immigratorio. La forte immigrazione (rispetto a una debole emigrazione) che caratterizzava la città faceva constatare statisticamente che solo la metà dei cittadini residenti aveva avuto i propri natali a Rovereto, con significativo incremento di "appartenenti a stati all'estero, in prevalenza italiani del vicino regno" e un "aumento considerevole della popolazione italiana", mentre l'elemento tedesco era rimasto stazionario.[30]

Cimitero militare di Castel Dante negli anni venti prima della costruzione dell'ossario di Castel Dante.
Cimitero militare di Castel Dante negli anni venti prima della costruzione dell'ossario di Castel Dante.

Nel Regno d'Italia


Quel nuovo periodo positivo dell'economia che si era aperto all'alba del secolo per Rovereto, fu drammaticamente interrotto dallo scoppio della Grande Guerra. La prima guerra mondiale inflisse ferite nel tessuto sociale ed economico della città, devastazioni che imposero l'esilio della popolazione dalla patria cittadina, trasformata in prima linea bellica. L'esito del conflitto, con la sconfitta delle armi austro-ungariche, pose infine la città sotto governo italiano. Rovereto riprese a fiorire lentamente, sia per opera dell'iniziativa privata, coadiuvata dai numerosi istituti di credito, ma anche con il contributo delle società del movimento cooperativo, nel frattempo sorte sul territorio molto attive nei singoli campi di competenza, dall'agrario (la "Società Agricoltori della Vallagarina") al bancario (il "Banco Agricolo Operaio di Rovereto"). Ma anche questi rinnovati progressi, conquistati e consolidati all'indomani della Grande Guerra furono mortificati dalla crisi che poi colpì l'economia trentina nei primi anni trenta, quando numerose banche dovettero affrontare problemi talora insormontabili di liquidità. Allorché nel giugno 1933 dovette chiudere i propri sportelli la più grande banca del Trentino, la "Banca del Trentino Alto Adige" (nata dalla fusione imposta dal regime fascista tra la Banca Cattolica e la Banca Cooperativa) si ingenerò un effetto domino che coinvolse tutti gli istituti di credito trentini. Nel verbale del 19 marzo 1934 dell'assemblea generale del "Banco Agricolo Operaio di Rovereto" la relazione ai soci avverte: "Certo è, che l'avvenire che ci sta davanti non è dei più rosei e dei più pieni, irto di difficoltà collegate a quella parola che tutti conosciamo "la crisi" .."[31]

Anche quella crisi fu alfine superata, nuovamente l'economia di Rovereto si riprese, ma poi scoppiò la seconda guerra mondiale e gran parte dei progressi furono azzerati dai nefasti eventi bellici e sotto gli effetti diretti ed indiretti delle bombe sganciate dai belligeranti lungo l'asse della ferrovia del Brennero.


Dopo la seconda guerra mondiale


Al termine della seconda guerra mondiale, dopo l'8 settembre 1943 e fino alla ritirata tedesca di fine aprile-inizio maggio del '45, il Trentino, l'Alto Adige e la Provincia di Belluno formarono la Operationszone Alpenvorland (Zona d'operazioni delle Prealpi), entità amministrativa il cui controllo era sottratto alla Repubblica Sociale Italiana e faceva capo direttamente alla Germania nazista. Nel periodo dell'occupazione nazi-tedesca il capoluogo di regione fu posto a Bolzano.

Sacrario dei Caduti a Castel Dante
Sacrario dei Caduti a Castel Dante

Nel dopoguerra, le Amministrazioni comunali che si succedettero al governo di Rovereto iniziarono subito una poderosa opera di ricostruzione della città devastata dai bombardamenti, privata talvolta di rifornimenti vitali. La ricostruzione industriale procedette a passi confortanti grazie all'iniziativa dei privati ma anche all'efficace sostegno pubblico. Nel 1946 il primo sindaco eletto l'ing. Giuseppe Veronesi, che era stato assessore nella giunta del sindaco Silvio Bettini Schettini, insediato dal C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale), incentivò in ogni modo il radicamento di nuove iniziative artigianali e industriali e l'acquisizione di fonti energetiche, incrementando via via gli investimenti in opere pubbliche. In parallelo con l'incremento delle risorse occupazionali si moltiplicarono le iniziative mirate alla diffusione dell'istruzione tecnica e professionale. Negli anni sessanta (mentre a Veronesi era subentrato il sindaco Ferruccio Trentini e a questi Guido Benedetti), in sintonia con il cosiddetto miracolo economico che si stava concretizzando sul piano nazionale, a Rovereto presero corpo di seguito una serie di realizzazioni civili sociali di grande impatto. Tra le altre, si realizzarono la nuova funzionale sede dell'Ospedale di Santa Maria, il nuovo Istituto Tecnico per Ragionieri e Geometri "Felice e Gregorio Fontana", progettato dall'architetto Luciano Baldessari, eretto sopra il vecchio campo sportivo. Veniva contemporaneamente inaugurato il nuovo Campo per la squadra del Rovereto che aveva conquistata la serie C. Gli anziani videro aprirsi le opportunità di una nuova "Casa di soggiorno per anziani" che si sarebbe dovuta gestire secondo tecniche innovative. L'Azienda elettrica municipale, allora ancora roveretana e rivana, potenziava le sue risorse con la costruzione delle nuove dighe sul Leno, gli istituti di credito roveretani registravano continui successi. L'elettorato riconobbe allora, agli inizi di quelli anni sessanta roveretani, i meriti delle amministrazioni che avevano ben governato la città premiando il partito di governo municipale, la DC, con una maggioranza che superò il 60 per cento.


Stemma di Rovereto


Stemma di Rovereto
Stemma di Rovereto

Monumenti e luoghi d'interesse


Chiesa arcipretale di San Marco
Chiesa arcipretale di San Marco
Chiesa di Santa Maria del Suffragio
Chiesa di Santa Maria del Suffragio
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa della Madonna di Loreto
Chiesa della Madonna di Loreto
Santuario della Madonna del Monte con il mausoleo Tacchi
Santuario della Madonna del Monte con il mausoleo Tacchi

Architetture religiose


Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Rovereto.

Architetture civili


Piazza delle Erbe
Piazza delle Erbe
La fontana del Nettuno
La fontana del Nettuno
Palazzo Del Ben - Conti D'Arco o della Cassa di Risparmio in piazza Rosmini
Palazzo Del Ben - Conti D'Arco o della Cassa di Risparmio in piazza Rosmini

Architetture militari



Monumenti



Fontane



Vie e piazze



Altro



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[35]


Etnie e minoranze straniere


I cittadini stranieri a Rovereto al 1º gennaio 2018 sono risultati 4 785 (12,0% tra tutti i residenti)[36], in aumento di 254 unità rispetto all'anno precedente. Le prime dieci comunità sono risultate quelle provenienti da:

  1. Albania, 772
  2. Pakistan, 628
  3. Romania, 570
  4. Ucraina, 344
  5. Marocco, 332
  6. Moldavia, 201
  7. Serbia, 186
  8. Algeria, 162
  9. Cina, 132
  10. Nigeria, 122

Lingue e dialetti


La lingua italiana è affiancata in varie occasioni dal dialetto trentino - roveretano che presenta caratteristiche diverse dal dialetto parlato nel resto della provincia perché "la parlata lagarina presenta tratti veronesi, […] che diventano ancora più evidenti nella parte bassa, tanto che - scrive Giulia Anzilotti - definirei la parlata un dialetto trentino meridionale, di passaggio cioè fra il trentino centrale e il veronese, talora più vicino a questo che a quello". (Anzilotti 1992, p. 8. Cfr. anche Zamboni 1977, p. 46)[37][38]


Tradizioni e folclore


Molte tradizioni e feste popolari, celebrate nei siti storici di Borgo Sacco, di Santa Maria (già borgo San Tommaso), di Santa Caterina, si sono spente nel corso degli ultimi lustri, poche altre sopravvivono grazie all'entusiasmo di volontari.

Interno della chiesa arcipretale di san Marco
Interno della chiesa arcipretale di san Marco

Cultura



Istituzioni culturali


Accademia Roveretana degli Agiati

Nata nel 1750 per iniziativa di Giuseppe Valeriano Vannetti, Francesco Saibante, Bianca Laura Saibante, Gottardo Antonio Festi e Giuseppe Felice Givanni, venne riconosciuta ufficialmente dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria nel 1753 grazie alla fama ed al prestigio rapidamente raggiunti. Aggregò tra i suoi Soci alcuni tra i più significativi ingegni espressi dal Trentino nei campi delle Scienze, delle Lettere e delle Arti.

Biblioteca civica Girolamo Tartarotti

Fondata nel 1764 grazie all'impegno di Giuseppe Valeriano Vannetti e Francesco Saibante (già appartenenti all'Accademia degli Agiati), che fecere acquisire dal Comune di Rovereto la ricca biblioteca che apparteneva a Girolamo Tartarotti, morto nel 1761.


Musei


Mart, Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

Aperto nel 2002 è il più grande museo di arte contemporanea costruito in Italia in tutto il Novecento. La struttura, progettata dall'architetto ticinese Mario Botta, è di per sé stessa di grande richiamo con la facciata costituita dai due settecenteschi palazzi Alberti e Dell'Annona e la grande cupola che si apre una volta entrati a formare una vera e propria piazza. La struttura ospita anche la biblioteca civica e l'auditorium Fausto Melotti.

Museo storico italiano della guerra

Si trova all'interno del Castello di Rovereto, nel centro storico cittadino. Fondato nel 1921, conserva ed espone oggetti, documenti, fotografie e reperti relativi ai conflitti dall'età moderna ad oggi. Il nucleo di materiali più significativo è quello che riguarda la prima guerra mondiale, arricchito dalla ricca Sezione di artiglierie della Grande Guerra.

Fondazione Museo civico di Rovereto

Nel centrale Palazzo Parolari. È tra i più antichi musei italiani: fu fondato infatti nel 1851, 10 anni prima dell'Unità d'Italia. Nel 2008 ha inaugurato il nuovo allestimento con le sale di zoologia (Uccelli e Mammiferi), numismatica e archeologia (Preistoria, Romanità e Magna Grecia), in particolare con la preziosa collezione donata dall'archeologo Paolo Orsi. Ogni week-end il museo propone spettacoli di astronomia al Planetario ubicato all'interno del suo giardino. Sezione staccata importante del Museo è l'Osservatorio astronomico situato sul Monte Zugna(1620 m s.l.m.).

Casa d'arte futurista Depero

Riaperta il 17 gennaio 2009 in occasione del centenario del movimento futurista, accoglie le opere più rappresentative dell'artista come dipinti, sculture e non solo. Quasi tutto l'arredamento è rimasto quello originale, come ad esempio, le panche in legno. L'edificio è stato ristrutturato e i lavori hanno permesso di mettere in sicurezza la Galleria Museo Fortunato Depero, aperta al pubblico nel 1959 e allestita dallo stesso Depero un anno prima della sua scomparsa (1960).


Scuole


Rovereto è sede di varie istituzioni scolastiche superiori e professionali: il Liceo Antonio Rosmini (già Imperiale e Regio Ginnasio, fondato nel 1672), l'Istituto tecnico Fontana (nato nel 1855 come Scuola Reale Elisabettina), il Liceo "Fabio Filzi", il Liceo artistico "Fortunato Depero", l'Istituto Tecnico Tecnologico "Guglielmo Marconi", l'Istituto Istruzione Superiore don Milani, l'Istituto Alberghiero Trentino, il Centro di formazione professionale "Opera Armida Barelli", il Centro di formazione professionale "Giuseppe Veronesi" ed il Liceo Internazionale arcivescovile LIA Liceo linguistico. Nel 1767, presso il Monastero di Santa Croce, distrutto dagli austriaci nel 1915, prese avvio la prima scuola elementare femminile pubblica e gratuita della città.


Case editrici


A Rovereto ha sede la Keller editore, che ha curato la traduzione e la diffusione sul mercato italiano di molti autori europei come il premio Nobel per la letteratura del 2009 Herta Müller. A lungo è stata attiva la Casa Editrice Manfrini, nella vicina località di Calliano, specializzata in pubblicazioni dedicate alla storia, alla cultura ed alla natura locale.


Cinema


A Rovereto si tiene la rassegna Discovery on Film con la proiezione di audiovisivi provenienti dal repertorio del Prix Leonardo (il maggiore festival del film scientifico, in programma annualmente a Parma). Vi è inoltre la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, organizzata sempre dal Museo Civico di Rovereto nata nell'ambito del convegno Paolo Orsi e l'archeologia del Novecento con l'intento di raggiungere e sensibilizzare il grande pubblico sui temi della ricerca archeologica e della tutela del patrimonio culturale. Il pubblico, attraverso una votazione, assegna il premio "Città di Rovereto - Archeologia Viva".[41]


Teatro


Il Teatro comunale Riccardo Zandonai, è il primo teatro aperto in Trentino, opera significativa della Rovereto del secolo XVIII. La prima costruzione avvenne nel 1783: si trattava di una costruzione in legno limitata al corpo del palcoscenico e alla sala; successivamente fu sostituita da un'opera in muratura e nel 1871 fu completata con la nuova facciata. Durante la prima guerra mondiale fu gravemente danneggiato e utilizzato come stalla, magazzino e caserma; in seguito venne ristrutturato e nuovamente inaugurato con l'opera "Francesca da Rimini" di Riccardo Zandonai, a cui il teatro, in quell'occasione, fu intitolato[42].

Nell'ottobre del 2014 il teatro è stato riaperto al pubblico dopo 12 anni di lavori di restauro[43], mentre l'11 aprile 2015 c'è stata l'inaugurazione lirica con la messa in scena integrale del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini.


Festival Oriente Occidente

Il Festival Oriente Occidente viene accolto ogni anno dal 1981, nel teatro comunale Riccardo Zandonai e in altre sedi che si sono aggiunte nel tempo, come l'auditorium Fausto Melotti, all'interno della struttura che ospita il museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e la biblioteca civica Girolamo Tartarotti: Si tratta di un festival internazionale di danza contemporanea.[44][45][46][47][48]


Musica


Rovereto gode di una tradizione musicale plurisecolare. Varie sono le istituzioni storiche che si dedicano alla musica cittadina quali:

Tra le istituzioni di più recente costituzione sono da ricordare:


Eventi



Geografia antropica


Il paesaggio ha risentito del progressivo processo di urbanizzazione. Le modalità dello sviluppo urbano recente della città hanno causato palesi forme di frammentazione del paesaggio, che hanno determinato fenomeni di alterazione della matrice rurale e del limite dello spazio urbano costruito. Dal punto di vista del consumo di aree naturali non sono state intaccate aree riconosciute come importanti dal punto di vista delle risorse naturali, mentre il territorio agricolo pregiato è stato interessato da fenomeni di consumo, riduzione o parcellizzazione del terreno[52].


Suddivisioni amministrative


Il Palazzo Pretorio, sede del Comune
Il Palazzo Pretorio, sede del Comune

Il Comune di Rovereto è suddiviso in 7 circoscrizioni: Rovereto Centro, Rovereto Nord, Sacco-San Giorgio, Rovereto Sud, Lizzana-Mori ferrovia, Marco, Noriglio.[53]


Frazioni


Borgo Sacco
Piazza Fabio Filzi a Borgo Sacco
Piazza Fabio Filzi a Borgo Sacco

Comune autonomo fino al 18 marzo 1920, quando venne accorpato a Rovereto, Sacco si manifesta come un borgo attivo economicamente sin dal Medioevo quale importante porto fluviale lungo l'Adige, legato al sovrastante Castel Pradaglia sulla riva contrapposta, dove i Signori del tempo invigilavano sui traffici e ne riscuotevano i dazi dei traffici commerciali con Verona e il Nord. Era sede della gilda degli Zattieri ai quali era affidata la navigazione e il trasporto merci che si svolgeva prevalentemente su zattere, donde il nome. Qui fu insediata nella seconda metà del 1800 la grandiosa Manifattura Tabacchi che riforniva di sigari all'Impero Austro-Ungarico. Vi erano impiegate in prevalenza donne chiamate le "zigherane" alle quali è stato dedicato un monumento. A Borgo Sacco sorge la bella architettura settecentesca della Chiesa di San Giovanni con notevoli affreschi di Gaspare Antonio Baroni Cavalcabò.

Lizzanella e Lizzana. In alto il Sacrario militare di Castel Dante.
Lizzanella e Lizzana. In alto il Sacrario militare di Castel Dante.
Lizzanella
Chiesa di Sant'Antonio.
Chiesa di Sant'Antonio.

Il nome Lizzanella deriva dal contiguo borgo di Lizzana (Liciana, antica pieve). Supera i 2 000 abitanti. Nel 1818 ospitava la grande filanda di Domenico Bettini che utilizzò per la prima volta la macchina a vapore come forza motrice per il movimento delle aspi, sistema successivamente adottato dalle altre filande in provincia. La filanda Bettini rappresentava la tipica industria roveretana: produceva la seta greggia, bianca e gialla, di tre e cinque bozzoli. Nel 1851 impiegava 20 operai maschi e 400 donne, oltre ad 8 allievi maschi e a 40 allieve donne.[54].

Nel centro del paese, sorge la chiesa che risale al XII secolo, dedicata a Sant'Antonio abate, nella cui ricorrenza per tradizione secolare viene impartita la benedizione degli animali.

Lizzana

Lizzana è una frazione posta a sud di Rovereto, fra i paesi di Lizzanella e Marco.


Economia


A Rovereto l'attività industriale è sviluppata in vari settori, dall'industria meccanica, chimica, farmaceutica, tessile, cartaria, ottica, del legno, alimentare. Sono presenti infrastrutture artigianali e commerciali di piccola a media dimensione e l'agricoltura interessa in prevalenza le frazioni. Importante risulta la produzione di mobili e di oggetti in legno, impreziositi da decorazioni artistiche,[55] di pianoforti, di liuti, di chitarre, di paralumi e di merletti.

La storia dell'industria roveretana ebbe le sue origini nella lavorazione della seta il cui integrale ciclo produttivo trovò già sotto il dominio di Venezia, sul finire del Cinquecento, i primi insediamenti. (L'impianto urbanistico di Rovereto conserva memoria di tali insediamenti specializzati nelle varie rogge che servivano gli opifici e nelle strade deputate all'esercizio delle loro attività, quali le vie Setaioli, Tintori, ecc.).

In epoca moderna, con gli anni sessanta del secolo scorso, si assiste ad un processo radicale di razionalizzazione ed espansione dei settori primario e secondario con la nascita della Zona industriale delle Binelonghe, a Rovereto Sud. Un progetto studiato e concretizzato dalla prima "Comunità di Valle" nata nella provincia: la Comunità della Valle Lagarina fortemente voluta dall'allora sindaco di Rovereto Giuseppe Veronesi. Quella istituzione, antesignana delle discusse Comunità odierne, operò per un decennio, dal dicembre 1959 al novembre 1969, mirando alla finalità prioritaria fissata nel suo Statuto, a favore non solo di Rovereto, ma dell'intera Valle Lagarina: «promuovere, coordinare ed attuare iniziative dirette al progresso economico–sociale ed al benessere della zona, nonché di predisporre, in collaborazione con altri organi competenti, appositi piani di sviluppo e di integrazione».

L'incremento del settore industriale nel fondo valle roveretano veniva sincronizzato con la progressiva diminuzione degli addetti di un'agricoltura impoverita e conseguentemente venivano potenziati i servizi a favore dei lavoratori (edilizia popolare, scuole, assistenza sanitaria, tempo libero ecc.). Nelle previsioni degli studi promossi da quella prima Comunità lagarina, si favoriva il mantenimento del domicilio dei lavoratori nei paesi di residenza, favorendone la pendolarità quotidiana mediante lo sviluppo della rete stradale e della viabilità.[56] Questi propositi furono poi contraddetti con l'affermarsi di singole ambizioni campanilistiche: alcuni paesi vollero una loro propria "zona industriale" erodendo spazi all'economia agricola e infliggendo ferite irreparabili al paesaggio rurale della Valle Lagarina.


Infrastrutture e trasporti



Strade



Strade statali e provinciali



Ferrovie


La stazione di Rovereto è posta sulla ferrovia del Brennero ed è stata inaugurata nel 1859. La sua realizzazione lungo la tratta dell'Adige determinò la definitiva scomparsa della navigazione fluviale e l'attività degli "zattieri" che avevano la loro base operativa nel porto di Borgo Sacco. Si ricorda la Ferrovia Rovereto-Arco-Riva - "RAR", una linea ferroviaria a scartamento ridotto (760 mm) che collegava la Ferrovia del Brennero con la riva nord del Lago di Garda in esercizio dal 1891 al 1936.


Mobilità urbana


Il trasporto urbano e interurbano è gestito dall'azienda Trentino Trasporti; dal 2001 il servizio urbano è esteso su un'area sovracomunale (8 Comuni ampliati a 10 nel 2011) e si realizza con una rete di 8 linee.


Amministrazione



Podestà



Sindaci di Rovereto dal 1945


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1945 1946 Silvio Bettini Schettini Sindaco [57]
1946 1957 Giuseppe Veronesi Democrazia Cristiana Sindaco [58]
1957 1960 Ferruccio Trentini Sindaco [59]
1960 1964 Maurizio Monti Sindaco
1965 1974 Guido Benedetti Sindaco
1974 1977 Danilo Vettori Sindaco
1978 1983 Pietro Monti Sindaco
7 luglio 1986 11 giugno 1990 Renzo Michelini Democrazia Cristiana Sindaco
11 giugno 1990 19 giugno 1995 Pietro Monti Democrazia Cristiana Sindaco [60]
19 giugno 1995 16 gennaio 1996 Giuseppe Chiocchetti PATT Sindaco [61]
6 febbraio 1996 3 giugno 1996 Stelio Iuni Comm. straord.
3 giugno 1996 15 maggio 2000 Bruno Ballardini Democratici di Sinistra Sindaco [62]
19 giugno 2000 9 maggio 2005 Roberto Maffei Lista civica Sindaco [62]
9 maggio 2005 1º giugno 2010 Guglielmo Valduga Lista civica Sindaco [63]
1º giugno 2010 25 maggio 2015 Andrea Miorandi Partito Democratico Sindaco
25 maggio 2015 5 ottobre 2020 Francesco Valduga Federazione dei Verdi - Liste civiche Sindaco [64]
5 ottobre 2020 in carica Francesco Valduga Partito Democratico - Futura - Liste civiche Sindaco

Altre informazioni amministrative


La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1920 aggregazione del soppresso comune di Borgo Sacco; nel 1927 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Lizzana, Marco e Noriglio; nel 1958 aggregazione di territori staccati dal comune di Volano (zone disabitate).[65]


Gemellaggi



Location cinematografica


La dama velata, serie televisiva (2015)


Sport


Storica palestra in via San Giovanni Bosco a Rovereto
Storica palestra in via San Giovanni Bosco a Rovereto

Atletica leggera


Storica società roveretana è l'Unione Sportiva Quercia Rovereto, nata ufficialmente il 18 giugno 1945. Per trent'anni di seguito ha raggiunto il titolo regionale di società (maschile).


Calcio


L'F.C. Rovereto e il Sacco San Giorgio A.S.D. militano nel campionato di promozione. Altre compagini cittadine militano in Prima o in Seconda Categoria


Calcio a 5


La più antica società cittadina è l'Olympia, fondata nel 1996. Milita nella serie B nazionale. È stato promosso in serie B una prima volta in serie B nazionale nel 2017, e vi ha fatto ritorno nel 2019.


Lotta greco romana


Lotta club Rovereto, società che dalla sua fondazione nel 1971, conta ormai più di 400 titoli a livello nazionale, internazionale e mondiale, campione d'Italia anno 2005 e 2007.


Pallanuoto


Pallanuoto Rovereto WaterPolo (BDT), Squadra sportiva dilettante legata alla società Leno 2001.


Pallavolo


Sono diverse le società di pallavolo che operano sul comune di Rovereto[66] per la maggiore nel settore femminile. Quelle più note per i campionati dove militano sono la Pallavolo Lizzana (B2 femminile)[67] e la Pallavolo Rovereto (C femminile)[68].


Pallamano


Negli anni settanta e ottanta l'Handball Club Rovereto, ha vinto 4 campionati e 4 coppe Italia. Dal settembre 2008, è nata l'A.S. Pallamano Rovereto che è iscritta al campionato di Serie B femminile.


Rugby


Lagaria Rugby Rovereto è la squadra di rugby della città. Nata nel 2008 per volontà di alcuni appassionati, milita nel campionato di Serie C da 4 stagioni. Il campo di gioco è situato nella frazione di Noriglio.


Impianti sportivi


Il Centro natatorio comunale di Rovereto, in via Udine, 1.
Il Centro natatorio comunale di Rovereto, in via Udine, 1.

Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
  5. Dizionario Toponomastico Trentino -Scheda Toponimo Roverédo, su cultura.trentino.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
  6. Il Settecento roveretano - Trentino Cultura, su cultura.trentino.it. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  7. Città della pace, su fondazioneoperacampana.it. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  8. Fonte:Meteotrentino[collegamento interrotto]
  9. http://www.rovereto.org/storia-rovereto.cfm, su rovereto.org. URL consultato il 30 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2016).
  10. Stridbeck, Johann I, in Benezit Dictionary of Artists, Oxford University Press, 31 ottobre 2011. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  11. Ignazio Putzu, Gabriella Mazzon, Lingue, letterature, nazioni. Centri e periferie tra Europa e Mediterraneo, Milano, Franco Angeli, 2012, p. 332.
  12. Theorie und Praxis des heutigen gemeinen preußischen Privatrechts auf der Grundlage des gemeinen deutschen Rechts Band 2, De Gruyter, 31 dicembre 1873, pp. 410–423, ISBN 978-3-11-171943-6. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  13. Mathäus Seutter, Andreas Silbereisen: Tirol, Trient und Brixen, 1730, Maßstab: ca.1:820.000. https://maps.tirol.gv.at/HIK/
  14. Wolfgang Lazius: Grafschaft Tirol, 1561, Maßstab ca. 1:840.000. https://maps.tirol.gv.at/HIK/
  15. Johann Stridbeck: Begebenheiten im Tyrol: Rovereid oder Roveredo, Curioses Staats und Kriegs Theatrum Dermahliger Begebenheiten im Tyrol: durch Unterschiedliche Geographische, Hydrographische, Topographische, Chronologische, Genealogische, Historische &c. Carten, Abrisse, und Tabellen Erlaeutert. Stridbeck, Augspurg um 1700.
  16. Albrecht Penck: Die Etsch. In: Zeitschrift des Deutschen und Österreichischen Alpenvereins, Band 26. Deutscher Alpenverein (gegr. 1874), 1895. S. 1–15. Verwendung des Namens Rofreit auf S. 5, 11–12.
  17. Sprengel der Landgerichte in Tirol, 1827, Maßstab: 1:259.500. https://maps.tirol.gv.at/HIK/
  18. Statuta Magnificae Communitatis Veronae …, Proemium, Palatioli, Verona, 1588. a c. I.
  19. Ipotesi esposta da Valentino Chiocchetti (si veda: L'antica giurisdizione veronese in Vallagarina, in "All'ombra del Rovere, medaglioni di vita roveretana", Arti Grafiche Manfrini, Rovereto, 1984, pag. 217-242) che richiama quello del canonico veronese Dionisi: De Dionisiis Joannis Jacobi, ‘'De duobus episcopis Aldone et Notingo. Andreasi, Verona, 1758.
  20. Cfr. l'ampio e approfondito studio di Giovanni Cristoforetti, La Pieve di Villa Lagarina, pubblicato in "La nobile pieve di Villa Lagarina", Stampalith, Trento, 1994, p. 170
  21. Chiocchetti Valentino-Chiusole Pio, Romanità e Medioevo in Vallagarina, Manfrini, Rovereto, 1965, pag. 154
  22. W. Belli, La lavorazione della seta a Rovereto nel '500 e all'inizio del '600. Materiali di lavoro, n. 13. Rovereto, 1981, p. 5.
  23. Danilo Vettori, Forme ed aspetti di vita economica a Rovereto nella seconda metà dell'Ottocento, in All'ombra del Rovere, medaglioni di vita roveretana, Arti Grafiche Manfrini, Rovereto, 1984, pag. 59-113.
  24. I Verleger serici trentino-tirolesi nei rapporti tra Nord e Sud: un approccio prosopografico. (PDF), su researchgate.net, p. 6.
  25. A. Zieger, L'economia industriale del Trentino dalle origini al 1918, Trento, 1956, p. 47.
  26. Charles de Secondat Baron de Montesquieu, Oeuvres complètes, vol. 1, Gallimard, 1949, p. 802.
  27. Da oltre due secoli Rovereto si autofregia ed è conosciuta col titolo di "Atene del Trentino". Tra le innumerevoli e sempre univoche citazioni disponibili si rimanda, a titolo meramente esemplificativo, alla seguente: "Rassegna Storica del Risorgimento", vol. 48, p. 85, Regio Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano, S. Lapi editore, 1961, p. 85. Oppure si confronti: Studi in memoria di Carlo Battisti, Istituto di Studi per l'Alto Adige, 1979, p. 53. Peraltro anche le Guide del Touring Club Italiano nelle varie edizioni hanno richiamato questa denominazione di Rovereto "Atene del Trentino", espressione che nel tempo si è caricata di qualche ironia, poiché la città ha perso molti validi studiosi acquisendo nel contempo molti ignari di Storia patria.
  28. Cfr. A. Leonardi, Depressione e risorgimento economico del Trentino. 1866-1914, Trento, pag. 47.
  29. Di grande interesse per la conoscenza di questo periodo lo studio di Silvio Defrancesco Quarant'anni di vita municipale. 1880-1920. Rovereto, 1920, pag.5.
  30. Cfr. Grandi, Leonardi, Pastori, Bassetto: Popolazione, assistenza e struttura agraria nell'800 Trentino, Trento, 1978.
  31. Sei mesi dopo, nell'ottobre, anche il Banco Agricolo rischiò di essere posto in liquidazione, vittima delle circostanze economico-finanziarie e della fuga dei soci. Poi la fiducia vinse, molti soci ritirarono le dimissioni e nel giugno 1935 si deliberò di modificare la denominazione sociale in "Cassa Rurale di Rovereto", quella attuale. (vedi: Luciano Imperadori, La Cooperazione a Rovereto, in "All'ombra del Rovere, medaglioni di vita roveretana", Arti Grafiche Manfrini, Rovereto, 1984, pag. 56-57).
  32. http://incomune.interno.it/statuti/statuti/rovereto.pdf
  33. Fu rifusa nel 1939, e quindi nel 1965, in peso di 22600 kg. È la 4ª campana in ordine di grandezza nel mondo a suonare a distesa, superata dalla St.PeterGlocke della Cattedrale di Colonia 24000 kg dalla Millennium bell di Newport 33000 kg e dalla campana del parco di Gotemba in Giappone 36000 kg.
  34. Stele commemorativa in memoria dei caduti roveretani nell'esercito asburgico [collegamento interrotto], su comune.rovereto.tn.it. URL consultato il 17 maggio 2015.
  35. Annuario statistico 2014 del Comune di Rovereto URL consultato in data 19 febbraio 2015.
  36. Cittadini stranieri Rovereto 2018, su tuttitalia.it. URL consultato il 16 aprile 2019 (archiviato il 16 aprile 2019).
  37. Maestrelli Anzillotti, Giulia, I dialetti trentini centrali in: Atti del II convegno sui dialetti del Trentino : 18-19-20 ottobre 1991 / a cura di Aldo Bertoluzza. - Trento : Centro culturale "Fratelli Bronzetti" Editore, 1992, p. 7-20.
  38. Alberto Zamboni, Veneto, Pisa, Pacini, 1977
  39. Ne scrive Eugenio Bizzarini nel suo studio La Repubblica di Zinevra, in "All'ombra del Rovere, medaglioni di vita roveretana", Arti Grafiche Manfrini, Rovereto, 1984, pag. 407-419.
  40. «Finita questa grande operazione di fondo, i ragazzi si spandevano suol terreno circostante, dove, tra la musica della banda, i loro canti e i loro giochi, veniva loro servita un'abbondante merenda, ascoltando, nei momenti di calma, i discorsi delle autorità e dei loro maestri che l'istruivano sugli scopi della festa, sull'affetto per la natura, sull'amore per la città e per la patria, cui, con l'andare degli anni e col raggiungimento dell'età matura avrebbero dovuto dedicare le loro forze e le loro attività per il bene di tutti.» Così Eugenio Bizzarini nel suo studio Una manifestazione d'italianità: la Festa degli Alberi, in "All'ombra del Rovere, medaglioni di vita roveretana", pp. 447-450.
  41. Sito del Museo Civico Archiviato il 22 marzo 2007 in Internet Archive.
  42. Comune di Rovereto: il teatro Zandonai, su comune.rovereto.tn.it. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato il 21 dicembre 2014).
  43. l'Adige: Riapre il teatro Zandonai, su ladige.it. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato il 2 luglio 2015).
  44. Storia della danza italiana dalle origini ai giorni nostri a cura di José Sasportes, su books.google.it. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato il 7 maggio 2018).
  45. Un anno di attività del Dipartimento Beni e attività culturali della Provincia autonoma di Trento (PDF), su provincia.tn.it, Provincia Autonoma di Trento, 28 giugno 2011, p. 32. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato il 7 maggio 2018).
    «Una storia iniziata nei primi anni Ottanta con programmi che già mettevano in gioco la visione incrociata tra danza, teatro, musica, performance: dal Kathakali indiano all’Odin Teatret e poi il teatro di Grotowski e l’esperienza veneziana del Teatro Danza La Fenice»
  46. Katja Casagranda, Il Cid e Oriente Occidente puntano sulla giovane danza, su giornaletrentino.it, Il Trentino, 21 marzo 2017. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato il 7 maggio 2018).
    «Dal Ministero della Cultura arriva l’attesa la nomina a “titolari di residenza artistica” Il direttore artistico Cis: «Il concorso “Danz’è” non era sufficiente rispetto agli obiettivi»»
  47. Presentato il festival Oriente Occidente 2017, su comune.rovereto.tn.it, Comune di Rovereto, 25 maggio 2017. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato il 7 maggio 2018).
    «L'edizione 2017, che ha per tema “Quando i corpi incontrano mondi e culture”, si terrà dal 30 agosto al 10 settembre»
  48. Il mondo danza a Rovereto, su ilgiornale.it, il Giornale, 3 settembre 2012. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato il 7 maggio 2018).
    «Il festival Oriente Occidente, in corso fino al 9 settembre, porta sulla scena prime nazionali e astri della danza contemporanea. Un viaggio tra nuove culture e contaminazioni: coreografie, video-arte, pittura, installazioni e spazi dedicati a dibattiti»
  49. Civica Scuola Musicale “R. Zandonai”, su scuolamusicale.rovereto.tn.it. URL consultato il 23 luglio 2018 (archiviato il 23 luglio 2018).
  50. Musica Cittadina "Riccardo Zandonai", su bandarovereto.it. URL consultato il 23 luglio 2018 (archiviato il 23 luglio 2018).
  51. Copia archiviata, su premiobonporti.it. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2018).
  52. Variante al PRG - giugno 2009 (PDF), su www2.comune.rovereto.tn.it. URL consultato il 5 ottobre 2009 (archiviato il 22 luglio 2011).
  53. Circoscrizioni - Comune di Rovereto, su comune.rovereto.tn.it, 20 marzo 2020. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  54. Dal Prospetto delle Industrie Roveretane del 1851, Tav. II. Citata da D. Vettori, Forme ed aspetti di vita economica a Rovereto nella seconda metà dell'Ottocento, in "All'ombra del Rovere, medaglioni di vita roveretana", Arti Grafiche Manfrini, Rovereto, 1984, p. 75.
  55. Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 15.
  56. "Nel dicembre del 1960, allo scopo di definire un piano coerente e approfondito di interventi, la Comunità bandì un concorso per l'elaborazione di un Piano di sviluppo tecnico – economico della Vallagarina. Il concorso prevedeva la presentazione di una relazione preliminare al Piano vero e proprio che sarebbe stato elaborato dal gruppo di professionisti risultati vincitori del concorso. La relazione avrebbe dovuto abbracciare lo studio approfondito dell'intera situazione economico- sociale e demografico- territoriale della zona di influenza della Comunità. Risultò vincitrice del concorso (agosto 1961) la società TEKNE di Milano, nella quale era confluito un gruppo locale di professionisti, il gruppo U.S.E. (Studi e progetti urbanistico, sociali economici) presieduto dall'ing. Veronesi e diretto dal sociologo Franco Demarchi. Il Piano di sviluppo successivamente elaborato dalla società milanese prevedeva tra le altre cose tre aree di sviluppo industriale: l'area roveretana delle Binelonghe, una zona industriale a Calliano–Besenello e una ad Ala." da "Archivio della Comunità della Vallagarina (1957-1972). Inventario a cura di Stefania Donati. Comune di Rovereto, Biblioteca Civica e Archivio Storico, 2002.
  57. Nominato dal C.L.N. - Comitato di Liberazione Nazionale
  58. Rimase in carica 11 anni. Dimissioni per incompatibilità con la carica di parlamentare.
  59. Già Assessore all'Istruzione, tornò a questo incarico dopo un triennio di Primo Cittadino
  60. repubblica.it - 12 giugno 1990, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 3 dicembre 2009 (archiviato il 4 febbraio 2014).
  61. repubblica.it - 20 giugno 1995, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 3 dicembre 2009 (archiviato il 4 febbraio 2014).
  62. repubblica.it - 24 maggio 2005, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 3 dicembre 2009 (archiviato il 4 febbraio 2014).
  63. l'adige.it - 31 maggio 2010, su ladige.it. URL consultato il 31 maggio 2010 (archiviato il 22 luglio 2011).
  64. corriere.it - 25 maggio 2015, su corriere.it. URL consultato il 7 gennaio 2016 (archiviato il 25 dicembre 2015).
  65. Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
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[de] Rovereto

Rovereto (mundartlich Roveredo) ist eine Stadt mit 40.285 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in Oberitalien am Leno im Trentiner Lagertal (Val Lagarina), einem Nebental des Etschtals, südlich von Trient und nur wenige Kilometer nordöstlich des Gardasees gelegen.

[en] Rovereto

Rovereto (Italian pronunciation: [roveˈreːto]; "wood of sessile oaks"; locally: Roveredo) is a city and comune in Trentino in northern Italy, located in the Vallagarina valley of the Adige River.

[es] Rovereto

Rovereto es una ciudad italiana de 36.000 habitantes,[3] segundo municipio de la provincia de Trento en población después de la capital.

[fr] Rovereto

Rovereto est une ville d'environ 40 000 habitants située dans la province autonome de Trente dans la région du Trentin-Haut-Adige, au nord de la plaine du Pô, en Italie. Rovereto est un important centre touristique et culturel du Trentin. Rovereto abrite l'un des plus grands musées d'art contemporain en Italie, le Mart et, grâce à la présence de la Cloche de la paix est, depuis de nombreuses années, considérée comme la Ville de la Paix et du Sport. Rovereto est très proche du lac de Garde (environ 25 km), mais également de lieux de sport d'hiver et de randonnée l'été, et comme Brentonico ou Folgaria.
- [it] Rovereto

[ru] Роверето

Ровере́то (итал. Rovereto) — коммуна в Италии, располагается в провинции Тренто области Трентино-Альто-Адидже, центр сообщества Валлагарина.



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