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Ala (Ala in dialetto trentino[2]) è un comune italiano di 8 773 abitanti[1] della provincia autonoma di Trento, situato allo sbocco della Valle dei Ronchi in Vallagarina; la prima è percorsa da un torrente anch'esso chiamato Ala.

Ala
comune
Ala – Veduta
Ala – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Amministrazione
SindacoClaudio Soini (PATT - Liste civiche) dal 25-5-2015 (2º mandato dal 22-9-2020)
Data di istituzione16-10-1920
Territorio
Coordinate45°45′N 11°00′E
Altitudine210 m s.l.m.
Superficie119,87 km²
Abitanti8 773[1] (31-10-2021)
Densità73,19 ab./km²
FrazioniChizzola (la Chizzóla[2]), Marani, Pilcante (Pilcànt), Ronchi (Rónchi), Santa Margherita (Santa Margarita), Sdruzzinà, Sega di Ala, Serravalle (Seravàl)
Comuni confinantiAvio, Bosco Chiesanuova (VR), Brentonico, Crespadoro (VI), Erbezzo (VR), Mori, Recoaro Terme (VI), Rovereto, Sant'Anna d'Alfaedo (VR), Selva di Progno (VR), Vallarsa
Altre informazioni
LingueItaliano
Cod. postale38061
Prefisso0464
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022001
Cod. catastaleA116
TargaTN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 672 GG[4]
Nome abitantialensi
PatronoSan Valentino e Santa Maria Assunta
Giorno festivo14 febbraio e 15 agosto
Cartografia
Ala
Ala – Mappa
Ala – Mappa
Posizione del comune di Ala nella provincia autonoma di Trento
Sito istituzionale

Fino alla prima guerra mondiale, la cittadina fu un'importante stazione di confine fra l'Italia e l'Impero austro-ungarico.


Geografia fisica


Il comune di Ala si trova nell'estremo sud della provincia di Trento. Dista dal capoluogo circa 40 km, e una quindicina da Rovereto, altra importante città di riferimento. Confina a sud con il Veneto (provincia di Verona e provincia di Vicenza).

Il territorio comunale occupa prevalentemente la Vallagarina meridionale ed è solcato dal corso del fiume Adige, poco prima che quest'ultimo entri in Pianura Padana poco a nord di Verona, che ne costituisce il confine occidentale.

È circondato da importanti massicci montuosi e altipiani: immediatamente a est si trovano la Vallarsa e le Piccole Dolomiti, con il Gruppo del Carega e il Pasubio che dominano imponenti. A sud la Valle dei Ronchi (appartenente al comune) chiude l'altopiano della Lessinia, mentre a ovest si innalza l'Altopiano di Brentonico, appartenente alla catena del Monte Baldo. Verso nord prosegue invece la Vallagarina, con i centri di Mori e Rovereto.


Origini del nome


L'Itinerarium Antonini (III secolo d.C.) menziona un insediamento chiamato Ad Palatium, identificabile con l'attuale comune di Ala. Secondo altre ipotesi, il nome potrebbe trarre origine da un'ala dell'esercito romano, anticamente stanziata nella zona. Infine, secondo un'ultima ipotesi il nome potrebbe aver avuto origine semplicemente dalla forma (di ala, appunto) che aveva anticamente l'abitato. Potrebbe anche derivare da una qualche lingua ugro-finnica dove Ala significa "sosta" o "caverna".


Storia


Ala attorno al 1910
Ala attorno al 1910

Le più antiche testimonianze di frequentazione umana nel territorio di Ala sono databili a parire da circa 40.000 anni fa, nello specifico appartengono al Paleolitico medio e alla fase finale del Paleolitico superiore, nell'alta Lessinia alla Sega di Ala-Passo delle Fittanze e sul crinale del Monte Baldo al Passo San Valentino, Madonna della Neve e Fontana della Teia. Le tracce sono attribuibili all'Uomo di Neanderthal. In analogia con il resto della valle dell'Adige, tra 15.000 e 10.000 anni fa viene attestata la frequentazione del territorio da parte di gruppi di homo sapiens, in corrispondenza di quote medio alte. Nello specifico, attestazioni archeologiche attribuibili a questo frangente cronologico si registrano presso Malga Cornafessa e nuovamente in loc. Sega di Ala, dove è confermata la presenza stagionale di gruppi di cacciatori-raccoglitori, che risalivano i crinali montuosi al seguito delle mandrie dei grandi erbivori. Le indagini archeologiche condotte presso il riparo sotto roccia a Le Corone (ai Marani) hanno dimostrato la frequentazione dell'area da parte di gruppi umani durante il Neolitico antico e medio (V millennio a.C.) e il suo utilizzo a scopo sepolcrale, nell'età del rame (III millennio a.C.).[5]

In ragione del ruolo imprescindibile della val d'Adige negli scambi di materie prime (succinite baltica, pani di vetro, metalli ad esempio) e prodotti finiti tra il Nord e il Sud delle Alpi, durante l'età del bronzo il territorio di Ala conosce un sempre maggiore sviluppo, fino all'età del ferro, quando i continui contatti con il mondo transalpino portano allo sviluppo della cultura "retica" in Trentino-Alto Adige, Tirolo ed Engadina (V-I sec. a.C.)". Più consistente il numero di ritrovamenti archeologici ascrivibili a queste fasi cronologiche: due asce in bronzo da Serravalle databili all'età del bronzo; una roncola in bronzo da Chizzola (Bronzo recente, XII sec. a.C.); un'ascia in bronzo con innesto a cannone ritrovata fra Ala e Peri (Bronzo recente, XIII sec. a.C.); uno spillone in bronzo, ritrovato nel giardino di Palazzo Pizzini (Bronzo finale, XI sec. a.C.). Per l'età del ferro si contano: uno spillone in bronzo da Bocca d'Ala (VII-VI sec. a.C.), un coltello in bronzo a lama serpeggiante dal centro del paese (VII sec. a.C.), una fibula in bronzo con decorazioni incise dal Dos del Golin (VI-V sec. a.C.); una fibula a forma di cavallino da Serravalle; due fibule tipo Certosa (V-IV sec. a.C.) da Marani e da Sabbionara; una fibula in bronzo di tipo celtico da Santa Margherita (V-IV sec. a.C.); un pendaglio in bronzo a forma di stivale da Sdruzzinà (V-IV sec. a.C.).

Il processo di romanizzazione in Trentino e nello specifico nell'attuale territorio di Ala si avvia in modo graduale, con l'avvio dei primi contatti commerciali con gli avamposti romani dell'Italia centrale nel III secolo a.C. fino alla fondazione di Tridentum nel I sec. a.C. e con le guerre retiche (16-15 a.C.). L'ingresso nei domini di Roma potenzia ulteriormente il ruolo di mediazione dei traffici commerciali svolto dalla Valle dell'Adige nei secoli precedenti. Ne è testimonianza la realizzazione della via Claudia-Augusta che connetteva la Pianura Padana al mondo bavarese, come testimonia, ancora nel III sec. d.C., l'Itinerarium Antonini.[6]

Il territorio trentino tra i secoli VI e VIII d.C. fu teatro di numerose scorrerie barbariche. Divenne parte del Regno ostrogoto e successivamente venne a ricadere entro i confini del Ducato longobardo, che comprendeva, tra gli altri territori dell'Italia centro-settentrionale, tutta la Val Lagarina. Il Ducato cadrà in seguito sotto il controllo dei Franchi. In epoca medioevale, il centro era diviso sostanzialmente in due zone: l'una attorno al castello (andato distrutto nel corso del Medioevo dai Castelbarco) e l'altra più a valle. Successivamente e fino al Rinascimento, furono realizzati sistemi difensivi fra i quali le porte di ingresso al borgo e, a sud, alcune torri di legno dette bastie. Questo nome è rimasto tutt'oggi come toponimo della zona e così viene chiamata una vicina area gioco per bambini.

Nel Cinquecento si sviluppa significativamente il commercio, con la coltivazione del gelso e del baco da seta. Attività nata durante la dominazione veneta e un secolo più tardi integrata con la produzione del velluto di seta destinato al mercato europeo. Iniziò quindi un notevole periodo di ricchezza che durò fino al Settecento, ancora riscontrabile nel tessuto urbanistico realizzato fra il Seicento e il Settecento.[7]

Ad Ala, a dimostrarne l'importanza nel periodo post-medievale, fu conferito sin dal XVI secolo il titolo di città e nel XIX secolo vi fu fondato un Imperial Regio Ginnasio, come a Trento e nella vicina Rovereto, a dimostrare l'importanza, anche culturale, nel periodo di dominazione asburgica di questa cittadina.

A partire dalla seconda metà del 1800 parte la costruzione della ferrovia del Brennero e Ala è comunque coinvolta con la nascita di attività commerciali legate alla strada ferrata e contemporaneamente va in crisi il settore della seta.[8] A cavallo tra Ottocento e Novecento Ala è frontiera italo-austriaca con presenza di case di spedizione, alberghi e guardie di finanza da entrambe le parti. Questo periodo comunque prospero finisce con lo scoppio della Grande Guerra e i successivi spostamenti di confini.[9] Ala fu una delle prime località a essere conquistate dal regio esercito italiano (27 maggio 1915) insieme ad Avio e alla sua frazione, Borghetto. Si dice che la sua presa costò solo due vittime da parte italiana, Ettore Vincenzi di Modena e Pietro Vallaro di Vercelli, soldati del 114º reggimento di fanteria (come riportato nella lapide commemorativa sito nel Giardino della Famiglia Piconi) e oltre una quarantina di prigionieri da parte austriaca.

Nel 1944, quando i nazisti erano in ritirata dall'Italia, decisero di costruire lo sbarramento di Ala come ultimo baluardo.[10]


Monumenti e luoghi d'interesse



Evidenze archeologiche di età romana e dell'Altomedievo


Lapide commemorativa primi caduti sul fronte Trentino nella Grande Guerra (giardino Piconi)
Lapide commemorativa primi caduti sul fronte Trentino nella Grande Guerra (giardino Piconi)

Il comune di Ala può contare numerosi siti e contesti archeologici databili all'età romana e all'Alto Medioevo.[6]

Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiesa di Santa Maria Assunta

Architetture religiose


Chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, Ala
Chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, Ala
Chiesa San Francesco d'Assisi, Ala
Chiesa San Francesco d'Assisi, Ala
Chiesa di San Pietro in Bosco, Ala
Chiesa di San Pietro in Bosco, Ala
Santuario di San Valentino
Santuario di San Valentino
Chiesa di Santa Margherita, Ala
Chiesa di Santa Margherita, Ala
Chiesa di San Nicolo', Ala
Chiesa di San Nicolo', Ala
Chiesa di Santa Cecilia, Chizzola (Ala)
Chiesa di Santa Cecilia, Chizzola (Ala)

Architetture civili


Il palazzo del municipio
Il palazzo del municipio

Castelli


Muro medievale Giardino Piconi -  Fortino d'Italia
Muro medievale Giardino Piconi - Fortino d'Italia

Castello di Ala

La presenza è stata ipotizzata in Villalta. Nella documentazione il Castello di Ala viene citato con seguenti espressioni: Ala cum suo castro (1338-1347) e Castello di Ala (1523). Nelle fonti storiche la prima notizia di questo castello è reperibile nelle fonti e si trova nell'elenco delle proprietà vescovili in Vallagarina fatto stilare alla metà del XIV secolo dal principe-vescovo Nicolò da Bruna e da quale si deduce che apparteneva al Principato tutta la terra di Ala con l'intero suo distretto e con il castello che era stato demolito dai Castelbarco. L'insediamento si è evoluto dal centro storico anticamente formato da tre nuclei: Villanova, Carrubio e il rione più antico detto della Villa Alta o Villalta, abitato dai locali – detti terèrj – dediti ai lavori agricoli e all'allevamento. Proprio in questa posizione di non facile accesso, che offriva un punto di osservazione privilegiato doveva sorgere il castello. È probabile che accanto al castello, dove ora si trova la Chiesa di Santa Maria Assunta, sorgesse una chiesetta e di cui si ha menzione già nel 1178. L'antico sobborgo, centro della vita economica con gli spazi per le coltivazioni, i mulini e le fucine, è individuabile in corrispondenza dell'odierna via Nuova, l'antica Villa Nova, in prossimità del torrente Ala. La zona era abitata da artigiani e commercianti venuti da fuori - i forènsi. Il secondo nucleo antico di Ala era rappresentato dal Carrubio che costituiva il centro del borgo commerciale, zona di transito, di mercato e scambio. Il borgo medievale era delimitato da una serie di porte: verso l'attuale via Roma e verso la Valbona dove esisteva la porta di San Colombano. L'aspetto dell'antico nucleo insediativo si ravvisa ancora in un documento del 1539 dove la stretta via Sentaruolo – adiacente a Villalta - è posta: immediate extra villa, in ora dicta al Sentarol. In quanto alla viabilità antica Ala è identificata con l'importante statio di età romana chiamata Ad Palatium del l'Itinerarium Antonini, difficile però stabilire con relazione con il contesto del castello. Archeologicamente la zona di Ala è nota soprattutto per i rinvenimenti della metà dell'Ottocento di reperti romani: si tratta per lo più di monete, ma vi sono anche stili per scrivere, chiavi, cuspidi di lancia, spathae, pendagli e alcuni strumenti di probabile uso medico. I materiali sono conservati al museo Ferdinandeum di Innsbruck. Le fonti documentarie non consentono di includere come doveva articolarsi la fortificazione; nella "Memoria de tutti i castelli" si parla di fondamenta del castello ancora ben visibili agli inizi del Cinquecento, poste al di sopra della chiesa, in posizione dominante sul borgo sottostante.[43]


Castello di Serravalle

Il Castello di Serravalle è stato citato per la prima volta attorno al 1240 come "Castrum Seravallis", la toponomastica presente "el dòs dela tòr" è stata identificata con il dosso boscoso situato a 296 m a SO della località di fortini come la zona in cui sussisteva il castello superiore.

Nell'anno 1240 fu posto sotto il controllo dei signori da Lizzana, furono gli alleati trentini che seguirono gli ordini di Ezzelino da Romano imponendo così dei dazi sulla strada atesina (Verona-Trento) al fine di fornire munizioni ai Castelli di Serravalle e Trambileno. Nel 1270 i Castelbarco si ripartirono le loro proprietà, è qui che il castello di Serravalle con tutte le sue appartenenze fu conferito alla quarta e quinta parte. L'importanza del castello è stata identificata come un sito di controllo e sbarramento vallivo, il tutto è stato ribadito nell'inventario dei diritti del Principato vescovile fatti recensire verso la metà del XIV secolo dal principe-vescovo Nicolò, laddove la torre e la chiusa di Serravalle sono collocati al primo posto nell'elenco dei feudi tridentini siti nel plebato di Mori. Dal testamento di Guglielmo di Castelbardo detto il "Grande" del 1320 si apprende che turrim seu castrum Seravalis passò in lascito al pronipote Guglielmo del fu Azzone. Con l'investitura del 1321 per opera del vescovo Enrico, alla quale seguì la conferma del 1339 da parte del vescovo Nicolò di Bruna, Giovanni del fu Abriano, figlio di Bonifacio di Castelbarco-Rovione, manteneva tra gli altri castelli, anche Castrum Seravallis. Nel 1388 le proprietà passano in concessione parte ad Azzone Francesco, e parte ai Castelbarco di Albano e Gresta. Con il testamento di Azzone Francesco, alla morte dell'unico erede Ettore, il castello di Serravalle così come altre sue proprietà nella Bassa Vallagarina passarono alla Repubblica di Venezia nel 1411. La chiesa e il castello divennero un punto strategico, quando nel 1508 il comandante veneziano Giorgio Emo, fece presidiare e fortificare i castelli di Serravalle e Chizzola, collocandovi il proprio campo. Dopo la riconquista trentino-tirolese il castello cadde in abbandono anche se la sua funzione non venne meno, nel 1813 nella zona furono inviati uomini al fine di costruire fortificazioni i cosiddetti "fortini" (essi si estendono lungo una vasta fascia a monte del centro abitato di Serravalle all'Adige tra i 200 e 350 m). La posizione privilegiata di controllo vallivo, ha fatto sì che le strutture reduci del castello, durante il primo conflitto mondiale, siano state riutilizzate come ricoveri e camminamenti. Nella carta del Burgklechner del 1611 gli edifici della chiusa sono tracciati con esattezza, infatti sulla sommità del dosso spunta la torre con la cinta muraria incorniciata da merli, sottostante si trova un'altra torre la cui cinta va ad appoggiarsi a un grande edificio con copertura a doppio spiovente, che si snoda lungo il fiume.

Le vestigia del castello di Serravalle sorgono sulla sommità di un dosso, è noto come "Doss dela Tor" nel punto più stretto e angusto di tutta la Bassa Vallagarina. Il toponimo stesso "Serravalle" illustra in modo chiaro le caratteristiche del sito costretto tra le pendici del monte Zugna e il fiume. Del Castello di Serravalle sopravvivono solo i ruderi del castello superiore, raggiungibile percorrendo un sentiero che ha inizio in piazza Damiano Chiesa, nella parte alta del villaggio, dopo la chiesa. La torre del castello superiore, unica superstite quindi del complesso fortificato, si presenta a pianta quadrata. Il paesaggio limitrofo è caratterizzato dalla presenza di grandi spazi coltivati di forma quadrangolare delimitati da muri a secco e ricoveri in pietra. L'intera superficie confinante al castello presenta fortezze realizzate durante la prima guerra mondiale, che rendono difficile l'interpretazione del sito in quanto parte delle strutture medievali sono stati reimpiegate, adattate e abbattute. Archeologicamente la zona di Serravalle è nota principalmente per il rinvenimento di sepolture, avvenuto a fine Ottocento contemporaneamente ai lavori per la costruzione della ferrovia. Reperti soprattutto di epoca romana, acquisiti poi dal Museo civico di Rovereto. L'intera zona, oltre a un'invasiva copertura vegetativa, presenta una fitta rete di trincee, riportando così difficile la lettura del sito e le sue fasi evolutive.[43]


Castel Sajori (frazione di Chizzola)

Lo stesso argomento in dettaglio: Castel Sajori.
Ruderi Castel Sajori
Ruderi Castel Sajori

Nell'uso locale viene erroneamente chiamato Castel San Giorgio, il castello di Chizzola che si trova in località Villetta, la cui denominazione castrum clusolae è attestata nelle fonti antiche. Le prime notizie comprovate circa il castello di San Giorgio/Castel Sajori risalgono al 1218 quando entrò a far parte delle tenute della famiglia Castelbarco. In seguito, nel 1265 Azzone lascia ai figli tutti i suoi beni (castelli e diritti feudali) il patrimonio viene diviso nel 1270 in cinque parti. La quarta e la quinta parte che comprendevano il Castel San Giorgio, il Castello di Chizzola, Serravalle, Suscignalo e Barco furono assegnate ad Alberto, Federico e Guglielmo con una successiva concessione e smistamento delle proprietà. Il testamento di Azzone Francesco del 1410 prevedeva il lascito del suo patrimonio alla Repubblica di Venezia in caso di morte dell'unico erede Ettore. Morto quest'ultimo Venezia si impossessò di tutti i castelli e altri beni ereditati. Il Castello nel XV secolo fu probabilmente un osservatorio privilegiato del campo veneziano di Serravalle-Chizzola. Nei comunicati riportati nel 1523 nel Registrum Decimarum qauttuor Vicariatum è inserita una "Memoria de tutti i castelli" che cita: "il castello ditto di Sancto Zorzi il quale e nel vicariato di Brentonico sopra la Villa Alla Chizzola, ruinato". Al momento della guerra di successione per il trono di Spagna, e precisamente durante l'invasione del Trentino del 1703, pare che il duca di Vendôme occupò le vie sul Monte Baldo predisponendone la fortificazione, e al ritiro sembra che le truppe francesi compromettessero il castello. I primi rinvenimenti archeologici sono scarsi e non vedono relazione con il contesto medievale. Dal periodo medievale comunque provengono alcuni frantumi ceramici recuperati da terreno franato a seguito di cedimenti di parti murarie. Questi frammenti di anse, orli sono stati contrassegnati da impasti duri con smagrante di macinato di calcare molto fine e inclusi di dimensioni variabili.[43]


Castel Chizzola

Lo stesso argomento in dettaglio: Castel Chizzola.

Una prima citazione del sito "de la Clozola", risalente al 1240. Nell'uso locale oggi il castello di Chizzola viene erroneamente chiamato Castel San Giorgio denominazione questa del castello sovrastante noto anche con il nome di Castel Sajori. Il 14 dicembre 1270 nella villa di S. Ilario alla presenza di notai e signori dell'orbita castrobarcense i fratelli Alberto, Bonifacio, Federico, Leonardo e Guglielmo divisero le loro proprietà in cinque parti, la quarta comprendevano i Castelli di San Giorgio, Chizzola e Serravalle. Nelle attribuzioni successive ricevute nel 1307 e 1314 da Guglielmo non si trova alcun accenno del castello, ma è molto probabile che vi fosse stata una riconferma dei possessi di Chizzola, considerato che negli atti testamentari del 1316 e 1319 si fa espresso riferimento al "Castrum seu turrim Chizzolle". Azzone Franceso figlio di Giovanni Carlo ne diviene signore nel 1388 ma rivela la determinazione che i suoi possedimenti in Vallagarina, in caso di morte del suo unico erede, passino alla Repubblica di Venezia. Castel Chizzola con gli altri edifici della chiusa di cui era parte integrante, fu così conquistato dai veneziani. Non è chiaro se il castello abbia avuto un ruolo nella Guerra Roveretana anche se Roberto da Sanseverino nel 1487 ammassò il suo esercito alla chiusa di Serravalle. Il castello vede un nuovo momento di dominazione quando nel 1508 il generale veneziano Giorgio Emo fece fortificare i castelli delle chiuse, sgomberati l'anno successivo con l'arrivo delle truppe di Massimiliano I d'Asburgo.

La toponomastica schiarisce il carattere morfologico dell'intera area che, si configura come una chiusura, una strettoia naturale nella Vallagarina che a partire dell'abitato di Pilcante e fino a Serravalle, trova correlazione nei nomi di località con suffisso in cesura. Lo stesso termine "Chizzola" avrebbe origine dal latino medievale Clusa ovvero chiusa (fonte del 1240). Il Castello data la sua posizione e allungamento doveva costituire un elemento di forte impatto per chi transitava nella valle, considerando anche che le sue strutture aggregavano il borgo sottostante della Villetta e arrivavano a scorrere lungo la sponda del fiume. Gli edifici del castello sono stati completamente smantellati. L'area ha visto una rifortificazione durante i conflitti bellici e un limitato utilizzo delle strutture del castello, va aggiunta anche la regimazione delle acque del fiume Adige che ha visto la realizzazione di una serie di opere imponenti volte a ridurre la portata d'acqua del fiume e la successiva rettifica del corso. Le prime testimonianze sono riferibili all'età del bronzo recente e del ferro, mentre esiste anche una documentazione archeologica che risale all'età romana, rinvenuta a fine Ottocento durante lo sterro dei campi o in occasione di lavori edili. I materiali recuperati sono da ascrivere a una fase cronologica compresa tra il XIII secolo e il XV secolo, dato questo che prova la frequentazione del sito già nota attraverso le fonti documentarie.[43]


Altri siti di interesse


Malga Foppiano, Casara
Malga Foppiano, Casara
Malga Fratte, Casara
Malga Fratte, Casara

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[47]


Etnie e minoranze straniere


Secondo i dati ISTAT[48] al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 1 087 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:


Tradizioni e folclore



Cultura



Istruzione



Musei

Il museo del pianoforte antico ha sede nel Palazzo De' Pizzini, nel quale sostarono numerosi personaggi illustri durante i loro viaggi in Italia, come Maria Teresa d'Austria, Napoleone Bonaparte e il celebre compositore Wolfgang Amadeus Mozart, che scrisse numerose composizioni in questo palazzo. La gran parte dei pianoforti in esso contenuti sono dell'epoca di Mozart, Schubert e Chopin e fanno parte della collezione della pianista Temenuschka Vesselinova, restaurati e riportati al loro antico splendore, permettendo agli avventori di rivivere la magica atmosfera di quell'epoca. La stessa Temenuschka Vesselinova accoglie i visitatori illustrando i pezzi rari della collezione e, la prima domenica di ogni mese, si esibisce in alcuni pezzi con diversi pianoforti della collezione, nella caratteristica cornice di Palazzo De' Pizzini, per piccoli gruppi di persone. Oltre che un'importante tappa per gli appassionati, è anche un centro di restauro e conservazione per pianoforti molto rinomato in tutta Italia.


Infrastrutture e trasporti



Strade


Ala è raggiungibile grazie al casello di Ala-Avio posto sull'Autostrada A22.

Inoltre, il comune è attraversato dalla SS12 dell'Abetone e del Brennero.


Ferrovie


Ala è dotata di una stazione lungo la ferrovia del Brennero nel tratto compreso tra Verona e Trento.


Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
8 settembre 1983 6 giugno 1990 Mario Tomasi Democrazia Cristiana Sindaco
6 giugno 1990 5 giugno 1995 Agostino Trainotti Democrazia Cristiana Sindaco
3 luglio 1995 15 maggio 2000 Tiziano Mellarini Lista civica Sindaco
16 maggio 2000 5 marzo 2003 Tiziano Mellarini Lista civica Sindaco
5 marzo 2003 9 maggio 2004 Giuliana Tomasoni Lista civica Vicesindaco
24 maggio 2004 31 maggio 2010 Giuliana Tomasoni Lista civica Sindaco
31 maggio 2010 25 maggio 2015 Luigino Peroni Lista civica Sindaco
25 maggio 2015 22 settembre 2020 Claudio Soini Partito Democratico - Unione per il Trentino - PATT - Lista civica Sindaco
22 settembre 2020 in carica Claudio Soini PATT - Liste civiche Sindaco

Altre informazioni amministrative


La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Chizzola, Pilcante, Santa Margherita e Serravalle all'Adige.[49]


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
  3. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. Testimonianze archeologiche nel comune di Ala, su fondazionemcr.it.
  6. ZAMBONI 1999, pp. 31-32.
  7. Copia archiviata, su comune.ala.tn.it. URL consultato il 16 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2016).
  8. Copia archiviata, su comune.ala.trento.it. URL consultato il 16 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
  9. http://www.alameteo.it/storia_di_ala.html
  10. C.Gerosa, p.68.
  11. OpenContent Scarl, Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, su Comune di Ala, 28 agosto 2019. URL consultato il 22 maggio 2022.
  12. OpenContent Scarl, Chiesa di San Giovanni, su Comune di Ala, 28 agosto 2019. URL consultato il 21 maggio 2022.
  13. Aldo Gorfer, Le valli del Trentino : guida geografico-storico-artistico-ambientale, [2. ed.], Manfrini, 1989, p. 180, ISBN 9788870242867, OCLC 797775616. URL consultato il 21 maggio 2022.
  14. Le CHIESE delle Diocesi ITALIANE Chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista - - Ala - Trento - elenco censimento chiese, su chieseitaliane.chiesacattolica.it. URL consultato il 21 maggio 2022.
  15. stevenmat, Storia di Ala, su alameteo.it. URL consultato l'11 aprile 2018.
  16. Cavagna Marcello, Pilcante-la Toldina-Coser, su associazionetutelaterritorio.org. URL consultato l'11 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2017).
  17. ALA (TN) | Chiesa di San Francesco d'Assisi, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 31 maggio 2022.
  18. OpenContent Scarl, Chiesa di San Francesco d'Assisi, su Comune di Ala. URL consultato il 31 maggio 2022.
  19. Emanuele Curzel, Chiese trentine : ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Cierre, 2005, ISBN 88-8314-326-4, OCLC 799556196. URL consultato il 22 maggio 2022.
  20. OpenContent Scarl, Chiesetta di San Pietro in Bosco, su Comune di Ala, 28 agosto 2019. URL consultato il 22 maggio 2022.
  21. Gian Pietro Brogiolo, Enrico Cavada, Monica Ibsen, Nicoletta Pisu, Matteo Rapanà, APSAT 11. Chiese trentine dalle origini al 1250. Volume 2., SAP Società Archeologica, 2013, p. 82, ISBN 978-88-87115-87-1, OCLC 889422843.
  22. Ala (TN) | Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Bosco, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 22 maggio 2022.
  23. ALA (TN) | Chiesa di San Giovanni Nepomuceno, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 31 maggio 2022.
  24. OpenContent Scarl, Santuario di San Valentino, su Comune di Ala. URL consultato il 31 maggio 2022.
  25. ALA (TN) | Chiesa di San Valentino, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 31 maggio 2022.
  26. OpenContent Scarl, Comune di Ala, su Comune di Ala, 19 novembre 2007. URL consultato il 22 maggio 2022.
  27. Ala (TN) | Chiesa di Santa Margherita, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 22 maggio 2022.
  28. ALA (TN) | Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 31 maggio 2022.
  29. Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano, Ala, su Catalogo generale dei Beni Culturali. URL consultato il 31 maggio 2022.
  30. OpenContent Scarl, Chiesa di San Nicolò, Ala, su comune.ala.tn.it. URL consultato il 31 maggio 2022.
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Bibliografia



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[de] Ala (Trentino)

Ala (deutsch veraltet Ahl am Etsch oder Halla) ist eine italienische Gemeinde (comune) mit 8808 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Trient, Region Trentino-Südtirol. Sie gehört der Talgemeinschaft Comunità della Vallagarina an.

[en] Ala, Trentino

Ala is a comune in Trentino, north-eastern Italy. Until the First World War, it was an important border town between the Kingdom of Italy and the Austro Hungarian Empire.

[es] Ala (Italia)

Ala es una localidad y comune italiana de la provincia de Trento, región de Trentino-Alto Adigio, con 8.553 habitantes.

[fr] Ala

Ala est une commune italienne d'environ 8 900 habitants située dans la province autonome de Trente dans la région du Trentin-Haut-Adige dans le nord-est de l'Italie.
- [it] Ala (Italia)



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