Recoaro Terme (Recobör, Rocabör o Ricaber in cimbro[4]) è un comune italiano di 6 132 abitanti[1] della provincia di Vicenza, situato nell'alta Valle dell'Agno, sul fondo di una conca (nota anche come Conca di Smeraldo) a 445 metri sul livello del mare, ai piedi delle Piccole Dolomiti.
Recoaro Terme comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | Vicenza |
Amministrazione | |
Sindaco | Armando Cunegato (centro-sinistra) dal 21-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 45°42′N 11°14′E |
Altitudine | 448 m s.l.m. |
Superficie | 60,15 km² |
Abitanti | 6 132[1] (31-8-2021) |
Densità | 101,95 ab./km² |
Frazioni | Fongara, Merendaore, Parlati, Rovegliana, Recoaro Mille |
Comuni confinanti | Ala (TN), Altissimo, Crespadoro, Selva di Progno (VR), Torrebelvicino, Valdagno, Vallarsa (TN), Valli del Pasubio |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 36076 |
Prefisso | 0445 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 024084 |
Cod. catastale | H214 |
Targa | VI |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 879 GG[3] |
Nome abitanti | recoaresi |
Patrono | sant'Antonio abate |
Giorno festivo | 17 gennaio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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«Recoaro, come paesaggio, è una delle più belle esperienze; e questa sua bellezza io l'ho inseguita prodigandovi con zelo e fatica. La bellezza della natura, come ogni altra bellezza, è gelosa, e vuole che si serva lei sola» |
(Friedrich Nietzsche, dalla lettera a Peter Gast del 17 giugno 1881) |
Recoaro è celebre per le proprie acque minerali: l'oligominerale Lora è commercializzata, mentre le altre acque minerali sono utilizzate nelle terme delle Fonti Centrali dalla loro scoperta nel 1689.
Il comune ha un'estensione piuttosto vasta, di poco più di 60 chilometri quadrati e comprende l'arco disegnato dalle Piccole Dolomiti e la conca sottostante formata dall'alta Valle dell'Agno. A nord confina con i comuni trentini di Ala e Vallarsa, a est con l'alta Val Leogra (comuni di Valli del Pasubio e Torrebelvicino), a ovest con la Valle del Chiampo (comuni di Crespadoro e di Altissimo), a nord-ovest con la Provincia di Verona (comune di Selva di Progno), a sud con il comune di Valdagno.
Al Passo delle Tre Croci, noto come Passo della Lora, vi è il confine fra le province di Vicenza, Trento e Verona.
La principale via di accesso è l'ex statale 246 che provenendo da sud percorre l'intera valle, collegandosi poi alla Val Leogra in territorio recoarese con il valico del Passo Xon.
La natura calcarea delle rocce del luogo, insieme alla posizione geografica (le Prealpi vicentine sono i primi rilievi montuosi che si incontrano provenendo dal mare) che determina un'elevatissima piovosità (la più alta del Veneto con oltre 2000 mm annui di media) determinano una grande ricchezza che è l'acqua minerale. Numerose sono le sorgenti e le fonti su tutto il territorio comunale.
Il territorio comunale è inoltre molto ricco dal punto di vista geologico, con una vastità di differenti tipi di rocce affioranti che furono di spunto al geologo veronese Giovanni Arduino per la suddivisione in ere geologiche ancora oggi usate. In particolare a Recoaro affiora la fillade quarzifera (detta in dialetto locale lardàro o ardàro), roccia metamorfica, molto friabile, che costituiva un'antichissima catena montuosa.
Nella zona è possibile praticare vari tipi di sport: il parapendio presso il passo di Campogrosso, gli sport invernali (sci alpino, sci di fondo) presso Recoaro Mille e la mountain-bike, grazie alla notevole rete di strade asfaltate, sterrate, mulattiere e sentieri che il territorio comunale offre. Inoltre è possibile praticare l'alpinismo e l'arrampicata sportiva nelle Piccole Dolomiti.
Per il toponimo, l'etimo più probabile è la derivazione dal nome personale germanico (probabilmente longobardo) "Richwar"; si confronti la versione "Ricaber" nella lingua cimbra dei Sette Comuni.
Durante il periodo primaverile del 2008 Recoaro si è dimostrata la località più piovosa del Veneto.
Caratteristica del clima della Conca di Smeraldo è infatti un'alta piovosità in autunno e in primavera, nonché forti piovaschi e temporali durante l'estate, soprattutto nel tardo pomeriggio o sera. Gli inverni sono piuttosto rigidi, anche se le precipitazioni nevose nel fondovalle possono anche essere molto scarse.
La zona di Recoaro venne abitata nel corso del XIII secolo da dei coloni germanici: il primo documento ufficiale che nomina la "villa" di Rovegliana risale al 1262. La frazione fu inizialmente il centro principale della conca, data la posizione favorevole, esposta al sole, rialzata sulle colline, mentre il capoluogo, pur abitato, si sviluppò in seguito.
Nel XIV secolo la zona del vicentino fu sottoposta alle signorie prima degli Scaligeri e quindi dei Visconti, finché nel XV secolo non subentrò la Repubblica di Venezia, che mantenne il proprio predominio fino al XVIII secolo. Tracce della dominazione veneziana si possono trovare nel leone di San Marco, originariamente posto a Rovegliana e oggi conservato in municipio, e in tracce di disboscamento nella zona di Recoaro Mille.
Importante fatto nella storia di Recoaro fu la scoperta delle acque minerali nel 1689, ad opera del conte Lelio Piovene (da cui la sorgente prese il nome di Lelia). Nel Settecento Recoaro conobbe un primo sviluppo a causa del termalismo,[5] ma fu solo nell'Ottocento che il paese ebbe una vera e propria crescita legata allo sfruttamento curativo delle acque. Nel frattempo, seguendo le sorti del Lombardo-Veneto, al crollo della Serenissima il territorio comunale era passato all'Impero Asburgico, sotto la cui giurisdizione rimase fino al 1866.
Nonostante lo sfruttamento delle acque termali e lo sviluppo turistico (con medie di 8-9000 visitatori all'anno nell'Ottocento e di 10-15.000 nei primi del Novecento), la maggioranza della popolazione viveva ancora di un'agricoltura di sussistenza, molto povera a causa dell'ambiente montano.
Solo lo sfruttamento commerciale dell'acqua minerale tramite lo stabilimento di imbottigliamento fra le due guerre mondiali pose le basi per uno sviluppo economico che ebbe il suo apice nel secondo dopoguerra.
Durante la seconda guerra mondiale Recoaro fu anche sede del comando nazista del gruppo d'armate C, sotto la guida del feldmaresciallo Albert Kesselring, sostituito dal generale colonnello Heinrich von Vietinghoff nel marzo 1945. Le truppe tedesche occuparono molti edifici, fra cui anche le Fonti, che vennero bombardate dagli Alleati il 20 aprile 1945. L'attacco rase al suolo il complesso termale e decretò la resa degli occupanti e la fine nel territorio della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1952 fu avviata la seggiovia che dal centro del paese porta alle località di sport invernali; rimasta aperta fino al 1990, fu sostituita nel 1995 con una nuova e moderna cabinovia.
La stagione sciistica del 1967 fu inaugurata con la nuova seggiovia che collega Recoaro Mille con le discese di Monte Falcone.
Nel 1950 a opera dell'architetto Giuseppe Vaccaro fu edificata la chiesa arcipretale dedicata a sant'Antonio Abate.
L'immagine raffigura un gallo nell'atto del cantare, appoggiato su tre cime, contornato da una corona araldica e da un cielo con tre stelle. Il simbolo fu scelto nel 1654 dal primo Arciprete di Recoaro, don Paolo Fracasso che lo fece affiggere nel muro a nord della casa canonica con alcuni versi rimati:
"Il gallo vigilante in questa parte
come l'Augello di Marte
Fu da Paolo Fracasso
scielto dell'Alpi a custodire il Passo."
Con l'avvento della dominazione austriaca l'aquila bicipite degli Asburgo prese il posto dello stemma, che fu proibito fino al 1866.
La riproduzione in ferro elettrosaldato del simbolo del paese, dal 24 febbraio 1980 apre la sfilata della Chiamata di marzo. La costruzione fu eseguita da Dino Orsato e Bruno Pellizzari nell'officina della ditta Prebianca.
Don Paolo Fracasso si può considerare anche il primo "albergatore", infatti ospitò per la prima volta nel 1689 in canonica una giovane donna, ammalata di fistola ulcerosa alla gola, che usufruì dei rimedi dell'acqua Lelia.
La parrocchiale di Sant'Antonio abate, fu costruita nell'immediato dopoguerra (1949-1951) dall'architetto Giuseppe Vaccaro. Contiene il mosaico della crocifissione di Guido Cadorin, che sormonta l'altare; alla sua sinistra l'incoronazione di Maria dell'artista Marcello Mascherini. Le statue lignee dell'Annunciazione e della crocifissione sono state intagliate da Bruno Vedovato e una significativa Via Crucis in terracotta è di Luciano Minguzzi. Infine attribuite a Giorgio Scalco sono l'ampia vetrata colorata vicina al pulpito, l'affresco a fianco del presbiterio e i tre dipinti posti sulla navata laterale.
Le due più antiche chiese della conca sono quella di Santa Giuliana, sul colle omonimo, e di San Bernardo, entrambi risalenti al XIV secolo. In particolare i recoaresi sono molto devoti a Santa Giuliana, a cui sono più volte ricorsi nel corso dei secoli con voti per scampare alle pestilenze o alle guerre.
Il Capitello votivo fa parte della tradizione del territorio e se ne possono contare 128 in tutto il territorio recoarese.
La località Camonda ha un particolare capitello situato al passo omonimo. È infatti un capitello-rifugio, la cui funzione non è solo quella di esprimere una manifestazione di pietà popolare, ma anche di offrire un ricovero per i viandanti. Ancora nei primi anni del secolo scorso non esisteva una carrabile, ma un sentiero che collegava le valli dell'Agno e del Leogra e il capitello poteva offrire a chi era di passaggio una protezione temporanea prima della discesa a valle verso Torrebelvicino o Recoaro; il capitello è stato ricostruito nel XIX secolo.
L'ambiente naturale è forse il maggior patrimonio di Recoaro, circondato dalle Piccole Dolomiti, montagne molto interessanti dal punto di vista alpinistico ed escursionistico, che offrono la possibilità sia della gita domenicale, sia di itinerari impegnativi.
Abitanti censiti[6]
Agli inizi del XIX secolo Recoaro sfiorava i 4000 abitanti, tuttavia vi fu un continuo calo dopo il 1808 e solo nel 1822 si raggiunse tale cifra. Vi fu quindi uno sviluppo demografico che portò a raggiungere le 5000 unità negli anni quaranta dell'Ottocento. Negli ultimi decenni vi è stato uno spopolamento del territorio comunale, a causa della mancanza di posti di lavoro, con un'emigrazione verso la bassa valle.
Oggi la popolazione si concentra molto di più nel centro principale rispetto a quanto avvenisse fino alla prima metà del Novecento, in cui vi era ancora una grossa fetta di popolazione rurale.
Letteratura
La distribuzione della popolazione ha un carattere soprattutto rurale, con un centro principale di dimensioni ridotte rispetto al totale. In modo meno accentuato rispetto al passato, ma ancora rilevante, la maggioranza della popolazione vive sulle colline della conca. Nucleo fondamentale e rilevante è la contrada, piccolo gruppo di case che varia da poche unità a varie decine: su tutto il territorio recoarese si contano oltre 100 contrade, oggigiorno le più sperdute sono disabitate, mentre le più grandi hanno raggiunto la dignità di frazione.
La contrada era un tempo il centro della vita sociale e lavorativa, raccoglieva le abitazioni, i fienili e le stalle, una o più fontane (di cui il territorio comunale è molto ricco), spesso anche un Capitello votivo dedicato alla Madonna o ai santi. Nelle frazioni di Parlati e Merendaore è stata istituita la parrocchia nel corso del Novecento, mentre era già presente da molti secoli in quelle di Rovegliana e Fongara.
Nella frazione di Rovegliana (circa 1.280 abitanti) è situata la piccola e caratteristica contrada Camonda (etimologia: voce tedesca composta di kuh, "mucca" + munde, "passaggio"), costituita da due gruppi di case; il nucleo più grosso verso valle, Camonda di Sotto (640 m s.l.m.) e il gruppo di case più a monte, Costa (675 m).
La strada comunale che porta, sempre in salita, alla contrada inizia poco dopo la curva della località Gardi sulla destra provenendo da Recoaro e arriva fino al passo della Camonda (693 m. s.l.m.) dove insiste il particolare capitello descritto nel paragrafo "Capitelli votivi". Poi la strada si dirama a sinistra verso il passo dei Branchi (728 m s.l.m.) seguendo il crinale delle Some di Rovegliana e a destra verso la Fonte Civillina o la Contrada Manfron (comune di Torrebelvicino). Da questo passo si può anche raggiungere il monte Civillina (962 m) lungo un ripido sentiero che si prende subito a destra.
La principale azienda è l'omonima società di imbottigliamento delle acque minerali. Di proprietà statale fino agli anni novanta, aveva raggiunto un notevole sviluppo sul mercato italiano con un vasto campionario di bibite, di cui due di denominazione esclusiva, il Gingerino e l'Acqua brillante. In seguito alla privatizzazione e alla successiva crisi, fu acquisita dalla Sanpellegrino e praticamente smantellata fino alla recente rivalutazione del marchio e il rilancio del Chinotto.
Il trasporto pubblico è garantito da autocorse svolte dalla Società Vicentina Trasporti (Svt).
Fra il 1909 e il 1961 la città rappresentò uno dei capolinea settentrionali della tranvia Vicenza-Valdagno-Recoaro Terme/Chiampo, gestita anch'essa dalle Svt, chiamate allora Ftv.
La denominazione del comune fino al 1934 era Recoaro[7].
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1899 | 1902 | Caneva Francesco | Sindaco | ||
1902 | 1904 | Parlato Luigi | Sindaco | ||
1904 | 1904 | Caneva Luigi | Sindaco | ||
1905 | 1908 | Floriani Michelangelo | Sindaco | ||
1908 | 1919 | Gresele Pietro | Sindaco | ||
1919 | 1920 | Berti Giuseppe | Sindaco | ||
1920 | 1924 | Pozza Antonio | Sindaco | ||
1924 | 1926 | Floriani Michelangelo | Sindaco | ||
1926 | 1932 | Memmo Guido | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1932 | 1939 | Casarotti Giovanni Maria | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1939 | 1943 | Papesso Giovanni | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1944 | 1944 | Garzotto Francesco | Partito Fascista Repubblicano | Commissario prefettizio | |
1945 | 1945 | Randon Olindo | Partito Fascista Repubblicano | Commissario prefettizio | |
1945 | 1948 | Pozza Antonio | Sindaco | ||
1948 | 1956 | Maltauro Pietro | Sindaco | ||
1956 | 1965 | Ciprian Rino | Sindaco | ||
1965 | 1967 | Dall'Armellina | Sindaco | ||
1967 | 1970 | Prebianca Oreste | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1970 | 1975 | Paoli Flaviano | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1975 | 1980 | Fazia Giuseppe | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1980 | 1981 | Pozza Annamaria | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1981 | 1985 | Prebianca Oreste | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1985 | 1995 | Besco Armido | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1995 | 1999 | Trivelli Giorgio | Centrosinistra | Sindaco | |
1999 | 2009 | Viero Franco | Centrodestra | Sindaco | |
2009 | 2012 | Perlotto Franco | Centrosinistra-Lega Nord | Sindaco | |
2013 | 2018 | Ceola Giovanni | Centrodestra | Sindaco | |
2018 | 2020 | Branco Davide | Lega e civiche | Sindaco | |
2020 | 2020 | Carletti Renata | Commissario prefettizio | ||
2020 | Cunegato Armando | Centrosinistra | Sindaco | ||
La principale squadra di calcio della città è "U.S.D. Recoaro" che milita in Terza Categoria.
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