Pilcante (Pilcant in dialetto trentino[3]) è una frazione del comune di Ala in provincia di Trento. La frazione dista 42,5 km dal capoluogo. Il 16 ottobre 1920, il comune di Pilcante venne annesso alla Venezia Tridentina e, con Regio decreto n. 1865 del 20 luglio 1928, definitivamente soppresso e annesso al comune di Ala.[4]
Pilcante frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 45°46′18″N 11°00′04″E |
Altitudine | 170 m s.l.m. |
Abitanti | 554 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38061 |
Prefisso | 0464 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022886 |
Cod. catastale | G667 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[1] |
Cl. climatica | zona E, 2 672 GG[2] |
Nome abitanti | pilcantori |
Patrono | San Martino di Tours |
Giorno festivo | 11 novembre |
Cartografia | |
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Il paese è stato fondato probabilmente in epoca romana. Il nome di "Pilcante" compare nel 1203 e descritto come un villaggio, documentato come “Pulcanto” e in latino “Pilchantus”; nel 1303 il nome riscontrato è Pilcante. Lo “stemma parlante” è un pilone di ponte, ma il toponimo potrebbe derivare anche da “pila”, cioè antichi vasi di pietra in cui si macinavano il grano e l'orzo, e qualcuna si vede ancora nei cortili del paesino impiegate come portafiori.[5].
Si ritiene che gli abitanti siano stati convertiti al Cristianesimo (forse ad opera di San Vigilio stesso), tuttavia non esistono prove certe dell'esistenza di una chiesa fino al 13 agosto 1319 con il testamento di Guglielmo da Castelbarco.[6]
In quell'anno e in quello scritto, viene espressamente nominata una chiesa: dotata di un portico o atrio esterno, il campanile, la sagrestia e il battesimo e vi è certezza che trattasi della capiente chiesa di San Martino. Un'altra piccola chiesetta e di modeste dimensioni, si pone subito sotto al monumento insignito al cavaliere e vescovo,ed è la piccola chiesa (o cappella) dedicata a Sant'Anna. Attualmente le due opere monumentarie, sono separate dal piccolo asilo comunale che si frappone tra entrambe.
Dal 1450 in poi, il paese ebbe stabilmente un sacerdote con sede fissa, alle dipendenze della Pieve di Brentonico.
Degno di nota è che già nel 1539 vi fioriva la Compagnia del SS. Sacramento. La sua elezione ufficiale a parrocchia avvenne nel 1658. Tra il 1710 e il 1737 fu costruito l'Oratorio di S.Anna, a spese della Confraternita, occupando un tratto di cimitero.
Nel 1758, in seguito alla crescita della popolazione che in quarant'anni passò da 400 a 460 unità, si pensò dapprima ad un ampliamento dell'edificio, ma poi si decise per il completo rifacimento. Il progetto, in stile barocco, fu dell'architetto Bernardo Tacchi di Milano.
Iniziata la costruzione della nuova chiesa nel 1737, nel 1742 poteva già servire alle funzioni religiose e fu poi completata in seguito nel corso di vari anni, finché nel 1762 (1º maggio) poté esser consacrata; tuttavia la data impressa e scoplita nel marmo sul portone d'ingresso sotto la statua di San Martino a cavallo che brandisce la spada è il 1776 ed è la data del termine di tutti i lavori di completamento.
Sono degne di nota, tra le dodici tele presenti nella chiesa, quella del martirio di Sant'Andrea e la pala di San Francesco del Cignaroli. Una delle tele, ha subìto un grave atto di vandalismo e sfregio il 22 aprile 2007 e lo/gli stesso/i responsabile/i ha/hanno compiuto cinque vandalismi con un taglierino, in cinque differenti chiese sparse per la Vallagarina, che avevano tutte in comune San Martino. A tutte e cinque le tele delle cinque differenti chiese trentine e è stato asportato un volto probabilmente per farne un macabro "collage". Tutti questi scempi, hanno cagionato un danno incommensurabile anche ai Beni Culturali[7] e l'autore venne battezzato dai vari articoli di cronaca locale come: «Il ladro feticista».
Nel marzo del 1716, il paese di Pilcante è stato vile partecipe della scomparsa di una paesana accusata di stregoneria. Tale Maria Bertoletti in Toldini. Da tale nefando e increscioso avvenimento, nel corso degli anni sono state raccontate e tramandate leggende inverosimili prive di elementi oggettivi e di fondamento; tra tutte spicca "la busa delle strie" (l'antro delle streghe). Un posto ubicato più a monte in un anfratto naturale nella roccia e circondato dal bosco, in cui le superstizioni tramandavano che vi si ritrovano le streghe. In realtà streghe non ve ne erano, perché ciò veniva riportato da bigotti a causa della sventurata Maria. Nel 2015 grazie alla determinazione di Quinto Canali è stato riaperto il processo alla «strega». I lavori di revisione al caso sono iniziati nel marzo 2016. Hanno scelto tale mese e anno proprio perché a distanza di 300 anni esatti dall'esecuzione e dalla tragedia e cecità umana, per cercare di dare degna giustizia ad una paesana sana, che molto probabilmente fu accusata di stregoneria per un contenzioso sull'eredità. Da annotare che già dopo la seconda meta del '900, alcuni (pochissimi) paesani, di tanto in tanto chiesero messe di suffragio per la stessa. L'ultima è stata celebrata per Maria in data 25 novembre 2016 nella Chiesa in Santa Caterina a Rovereto gestita da un Ordine dei frati minori cappuccini lasciando agli atti degli stessi, la breve lettura di uno scritto di un cittadino pilcantoro animico, in cui ci si interrogava sul fatto che anche Giovanna d'Arco (come Maria Bertoletti) venne ingiustamente accusata di stregoneria ed arsa come alcuni frati e fu solo grazie alla determinazione del Quindicesimo Canali Papa Benedetto XV che il caso della Pulzella d'Orleans venne revisionato dopo circa 500 anni e divenne la patrona di Francia al pari di Francesco d'Assisi in Italia. Se Giovanna d'Arco dovette aspettare 500 anni, Maria Bertoletti ne ha atteso 300 ricalcando che anche su Maria ne hanno tramandate, dette e scritte di tutti i colori. La lettura di tale scritto del pilcanToro loco, aveva il fuoco e il sole nelle parole grazie all'accenno storico del loro collega Fra Dolcino (collocato nello stesso periodo di Dante Alighieri) atto a dimostrare che entrambi ebbero non pochi problemi con il pontificato di Papa Bonifacio VIII e che entrambi soggiornarono in Trentino. Il frate a differenza del guelfo però venne arso con i suoi seguaci dopo aver iniziato la predicazione proprio ad Arco facendo di nuovo rima con Giovanna D'Arco. L'emozione degli anziani frati di Rovereto e soprattutto dei pochi presenti alla fine della lettura, ha dimostrato con approvazione unanime, dopo brevi momenti di disagio, che era necessario dare sommo rispetto anche a Maria Bertoletti e non vergognarsi assolutamente di chiedere messa di suffragio per una «strega» (che tra l'altro non era grazie alla revisione del caso) e nemmeno scordare i loro confratelli, bruciati e martirizzati non certo nel nome di Cristo.
La chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo fu edificata nel Settecento in sostituzione del precedente oratorio medievale.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Martino Vescovo (Ala). |
Pur essendo molto cospicuo, il paese di Pilcante vanta molte fontane pubbliche in marmo levigato e un'ottima acqua potabile che sgorga da esse. Ognuna è di risalto nel piccolo contesto rurale e l'architettura,era anticamente predisposta per le cortigiane, affinché potessero lavare i panni una di fianco all'altra grazie alla lavarina (o lavatoio pubblico) e nel frattempo far filò,tuttavia negli ultimi anni sono state sostituite e/o modificate più volte e non presenziano più le stesse sembianze originarie ed anche le vie,non sono più abbellite con il Ciottolato,ma vi è asfalto anche tutt'attorno alle stesse.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto trentino. |
La lingua ufficiale è l'italiano, ma viene talvolta usato il dialetto trentino che, in realtà, presenta caratteristiche diverse dal dialetto parlato nel resto della provincia perché "la parlata lagarina presenta tratti veronesi, […] che diventano ancora più evidenti nella parte bassa, tanto che ” - scrive Giulia Anzilotti - “definirei la parlata un dialetto trentino meridionale, di passaggio cioè fra il trentino centrale e il veronese, talora più vicino a questo che a quello”. (Anzilotti 1992, p. 8. Cfr. anche Zamboni 1977, p. 46)[8][9]
Nel 1972 nasce su iniziativa di un gruppo di amici il Gruppo Sportivo Pilcante. Per anni l'anima di tutto il movimento pallavolistico alense sarà il pilcantoro Nereo Cavagna, il cui ricordo è ancora vivo sia all'interno della società ma anche al di fuori di essa. Nel 1982, per iniziativa di Gianni Cavagna, figlio di Nereo, arriva la prima affiliazione alla federazione pallavolo (FIPAV) come G.S. Pilcante. Inizia da quell'anno una rapida scalata di categorie che, partendo dalla terza divisione, si concretizzerà nel 1989 con il raggiungimento della serie C2. Nel 1993, a seguito della fusione con la società Ala Volley e Arci Uisp Avio, nasce la Bassa Vallagarina Volley, con l'allora squadra femminile che militava in prima divisione.[11]
Nel 1977 nasce il Ferrari Club Pilcante.[12]
Verso la fine degli anni ottanta, un discreto appezzamento di terra venne adibito a kartodromo nelle adiacenze della frazione. In seguito esso è stato ampliato e vi si svolgono manifestazioni, gare e tornei.[13]
Il paese di Pilcante possedeva[quando?] una piccola pista di motocross.
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