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Caldogno (Caldonjo in veneto[5]) è un comune italiano di 11 312 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Caldogno (disambigua).
Caldogno
comune
Caldogno – Veduta
Caldogno – Veduta
Villa Caldogno
Localizzazione
Stato Italia
Regione Veneto
ProvinciaVicenza
Amministrazione
SindacoNicola Ferronato (lista civica Insieme per Caldogno) dal 5-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021)
Territorio
Coordinate45°36′42.61″N 11°30′27.29″E
Altitudine52 m s.l.m.
Superficie15,88 km²
Abitanti11 305[1] (30-11-2020)
Densità711,9 ab./km²
FrazioniCresole, Rettorgole
Comuni confinantiCostabissara, Dueville, Isola Vicentina, Vicenza, Villaverla
Altre informazioni
Cod. postale36030
Prefisso0444
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT024018
Cod. catastaleB403
TargaVI
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 395 GG[3]
Nome abitanticalidonensi o calidoniesi[4]
Patronosan Bartolomeo
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Caldogno
Caldogno – Mappa
Caldogno – Mappa
Posizione del comune di Caldogno all'interno della provincia di Vicenza
Sito istituzionale

Geografia fisica


Caldogno sorge su un territorio completamente pianeggiante in cui scorre il Timonchio.

Caldogno confina a:


Etimologia



Caldogno


In epoca romana Caldogno era il villaggio che distava sei miglia dalla città, posto in corrispondenza del decumano inferiore dell'Agro Centuriato Vicentino di Thiene[6][7]. Per questo motivo, diversamente da altri comuni che condividono tale particolare ubicazione (come Sesto San Giovanni in provincia di Milano, ma anche Quarto d'Altino a Venezia o Noventa Vicentina a Vicenza), è molto particolare che il nome del comune sia completamente diverso o comunque non derivato da Sesto[8] e per questo sono stati diversi gli storici che hanno cercato di spiegare l'etimologia nel nome[9].

Primo fra tutti il Mantese[10], che lo considera derivante da "Carturnium": un'analisi puramente filologica però, vorrebbe che mentre l'alternarsi delle dentali r > l potrebbe essere accettata, l'alterazione di vocali e consonanti che ne consegue sia rara da incontrare in una parola sola.[11]

Il Benetti[12] lo collega a "Calidarium" presupponendo che vi fossero nel territorio alcune sorgenti termali o uno stabilimento di bagni caldi. Due però sono le critiche che possono essere mosse contro tale ipotesi, vista la mancanza di evidenze dell'esistenza di tale luogo: era sensato che fossero presenti delle terme in una città non in un piccolo villaggio agricolo e Caldogno, con buona probabilità, era sede di sorgenti che alimentavano l'acquedotto romano[13] e quindi era un posto fornito di sorgenti di acque fresche, non calde.[11]

Il Dani[14] afferma invece che il nome derivi dal sostantivo calleu, storpiatura di valleus (vallis) nella sua forma aggettivale calloneus che significherebbe "zona valliva". Oltre al fatto che Caldogno non sorge in una valle, c'è da considerare anche l'aspetto del grande numero di storpiature che il nome dovrebbe aver subito per arrivare all'attuale seguendo questa strada.[11]

Pendin, invece, sostiene che il cambio di nome da Sesto sia da ricercare in qualche fatto avvenuto dopo l'epoca romana. In Storia di Caldogno porta quindi altre due possibili ipotesi entrambe da ricondurre al periodo longobardo:

  1. il nome deriva dall'aggettivo in lingua germanica "Kalt", legato al fatto che dalle sorgenti uscisse un'acqua limpida e notevolmente fredda, andato poi trasformandosi in "Caldonus"[15] secondo la normale alternanza delle due consonanti dentali D-T[16];
  2. il nome deriva da aldiones che indicava i contadini semiliberi in epoca longobarda. Tale parola se pronunciata aspirando leggermente può trasformarsi in Haldiones diventando per metatesi Caldonius facendo significare il tutto "Villaggio di contadini semiliberi" per separarli dai servi della gleba[16].

Cresole


L'Olivieri, grande studioso della toponomastica della regione, assicura un'origine latina legata al nome dell'antico proprietario, "Cresius", che per primo ha fatto costruire nella zona prospiciente alle rive del Bacchiglione le capanne che costituiscono il primo nucleo abitativo[17].

Pendin, ricordando alcune voci del luogo, spiega come il nome potrebbe derivare da cretulae, una specie di canne palustri presenti nella zona in origine acquitrinosa e paludosa[16].


Rettorgole


Sia il Formenton che l'Olivieri concordano sul fatto che il nome della frazione derivi da Rivus turgulus, cioè "rivo o fiumicello torbido", dall'aspetto che doveva avere l'acqua che confluiva nei vari torrentelli. Già in un atto del 1499 la zona di Rettorgole è chiamata "villa de Roturgule".[17]


Storia



Preistoria


Sono pochi i ritrovamenti che permettono di identificare la presenza dell'uomo nella preistoria nel territorio di Caldogno e dintorni. Quasi certamente, per via delle caratteristiche acquitrinose, malsane e inospitali[18] non era un luogo abitato, ma frequentemente battuto durante la caccia dalle popolazioni neolitiche[19]. Testimonianza di ciò sono i ritrovamenti di frecce dalla punta di pietra e un'amigdala che, insieme a un manico di legno, veniva utilizzata come ascia da guerra[19]. Nei secoli successivi, ma sempre di natura incerta, sorsero i primi piccoli insediamenti agricoli che trovarono sede nelle zone prosciugate in mezzo ai corsi d'acqua in via di formazione[19].


Il periodo romano


Dopo una parentesi Euganea e Paleoveneta, Caldogno entrò tra i possedimenti romani. Le tappe della romanizzazione che interessarono Vicenza, e quindi anche i territori adiacenti, furono senza dubbio la costruzione della via Postumia nel 148 a.C, l'acquisizione del diritto romano nel 49 a.C. grazie a Giulio Cesare e la distribuzione ai veterani delle terre vicentine nel 30 a.C. da parte di Ottaviano Augusto[6][20]. La zona pianeggiante dell'alto vicentino venne divisa da cardi e decumani formando l'agro centuriato vicentino di Thiene[6][7]. Caldogno sorgeva al limite sud di tale lotto, distante sei miglia da Vicenza e costituendo per questo la contrada detta ad sextum lapidem, presente ancora oggi come Contrà del Sesto in Via Roma[7].

Nell'ambito dei ritrovamenti vi sono la massicciata stradale e resti di tegole ed embrici romani al limite nord del territorio, sotto l'attuale via Scartezzini, una massicciata stradale sotto l'attuale via Zanella vicino alla chiesa parrocchiale e alcune monete di epoca imperiale nella campagna verso il Pozzetto[7].


L'acquedotto romano: il dubbio della partenza

Anche Caldogno era collegata all'antico acquedotto romano che portava l'acqua a Vicenza, il cui percorso è ormai abbastanza chiaro anche grazie ai ritrovamenti in Lobbia: seguiva un decorso rettilineo che partiva dalla città nelle vicinanze di Porta Santa Croce, fiancheggiava Villa Cà Gardellina, passava poi in località Villaraspa terminando in prossimità del capitello di Sant'Antonio a Motta di Costabissara. In questo luogo alcuni hanno ipotizzato che vi fosse la presa d'acqua e che sorgesse la cisterna collettore. Gli autori antichi, però, riportano che la provenienza dell'acqua fosse da Caldogno e non da Motta[21]. Basandosi sulla struttura degli acquedotti romani si può ragionevolmente supporre che a Motta ci fosse la grande cisterna-collettore alla quale affluivano, tramite condutture minori (soprattutto sotterranee), le acque provenienti da altre sorgenti (tra cui quindi Caldogno)[13][22]. Il rinvenimento di alcuni tubi d'argilla sotterranei sembrano confermare tale ipotesi[22].


L'epoca longobarda e carolingia


Caldogno fu anche sede di un insediamento longobardo, portando alla costruzione della chiesetta dedicata a San Michele[23]. Se i Longobardi contribuirono alla costruzione, gli Ungari si preoccuparono soprattutto della devastazione: durante il dominio carolingio di Berengario conquistarono Vicenza e, seminando il terrore, distrussero la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista e danneggiarono quasi sicuramente la chiesa longobarda del cimitero[24]. Nel 961 l'Italia settentrionale divenne parte dell'Impero di Germania i cui imperatori concedettero spesso privilegi e onorificenze. È in questo momento che è da inquadrare la nascita del titolo di "conte di Caldogno"[25].


Tardo medioevo


Dopo le distruzioni causate dagli Ungari, in tutto il nord Italia venne affidato ai vescovi, da parte del re d'Italia Berengario, il compito di erigere le difese del territorio. Fu in questo periodo storico che sorsero i tanti castelli vescovili della provincia di Vicenza (tra cui Brendola, Sovizzo, Costabissara, Caldogno e molti altri)[26]. Il castello di Caldogno sembra che non sia da inquadrare in questo periodo storico, perché già presente: venne solo restaurato o riedificato a causa dei danni provocati dagli Ungari[26].

I comuni sotto l'egemonia imperiale della Germania vissero un periodo di relativo benessere in cui poterono organizzarsi e rendersi più indipendenti visto i continui conflitti all'interno della Germania[26]. Questo almeno fino all'elezione di Federico Barbarossa che decise di far rispettare la propria autorità anche nei territori italiani. Ma, mentre i Comuni si organizzavano per guerreggiare contro di lui formando prima la Lega Veronese e poi quella Lombarda per farsi riconoscere l'indipendenza rimanendo comunque sotto l'Impero, il Conte di Caldogno ha sempre mantenuto una posizione filo-imperiale che gli ha valso benefici e privilegi[27][28]. È probabilmente per questo motivo che, durante le continue guerre fra famiglie vicine alla politica papale e a quella imperiale, il dominio di Ezzelino III non portò a gravi devastazioni nel territorio calidonense come invece fece in molti altri territori più vicini al potere ecclesiastico[29].

Già nel 1262 Caldogno, Cresole e Rettorgole si erano dati un ordinamento comunale con tanto di statuti[27].

Dopo le depredazioni di Ezzelino III, nel 1266 il territorio vicentino passò sotto l'egemonia padovana fino al 1312 quando, dopo la discesa in Italia, Enrico VII di Lussemburgo nominò Vicario Imperiale di Vicenza Cangrande della Scala portando i padovani ad opporsi agli Scaligeri saccheggiando e distruggendo i paesi vicini a Vicenza[29]. Fu così che molte località della Riviera Berica furono bruciate e, nell'estate del 1312, Villaverla fu devastata[30] per otto giorni con un'opera di saccheggio di tutti i paesi contigui, tra cui Caldogno e la piccola chiesa longobarda di San Michele[31].

Nel 1337, durante la dominazione scaligera, il territorio di Caldogno fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al Vicariato civile di Thiene e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo[32].


Il periodo veneziano


Nel 1356, dopo che Luigi d'Ungheria decise di invadere il Veneto per vendicarsi dell'appropriazione di Zara da parte di Veneziani, Venezia chiamò alcune compagnie mercenarie tedesche di circa 600 cavalieri guidate da Artemanno di Warstein e Arnoldo di Crichinbec che si stanziarono a Caldogno. Dopo un tentativo di raggiungere Treviso per attaccare gli Ungheresi fallito a causa di un fiume Brenta colmo d'acqua, tornarono a Caldogno dove vennero colti di sorpresa da un contingente di circa 1000 volontari Ungheresi che vinsero sui mercenari e lasciarono il paese e la popolazione devastati[31].

Il 4 ottobre 1511 Caldogno venne saccheggiata dai soldati di Ramon de Cardona, il generale spagnolo che guidò le truppe contro Bartolomeo d'Alviano nella Battaglia de La Motta, svoltasi poco distante il 7 ottobre 1513 a Motta[33] (la frazione del comune di Costabissara), nell'ambito della Guerra della Lega di Cambrai[33].


Napoleone, il dominio austroungarico e le due guerre mondiali


L'invasione francese del Veneto nel 1797 portò numerosi cambiamenti, sia burocratici[34] che economici: furono molte le tasse salate che i calidonensi, come tutti i veneti, si trovarono a dover pagare per far fronte alle dispendiose campagne militari francesi[35].

I cambiamenti che portarono all'attuale definizione del territorio di Caldogno avvennero nel 1816, quando l'annessione all'Impero Austroungarico portò all'abolizione di oltre 150 comuni con pochi abitanti. Per i calidonensi ciò si concretizzò con una prima unificazione di Cresole con Rettorgole e poi con la fusione definitiva nel comune di Caldogno[36].

Durante la prima guerra mondiale, Caldogno si trovò nelle retrovie e dovette ospitare alcuni reparti militari che insediarono il comando nella villa Fogazzaro-Arnaldi[36]. Durante la seconda guerra mondiale venne organizzato un ospedale militare negli edifici attigui a villa Caldogno e l'adesione di vari paesani al movimento partigiano portò a numerosi rastrellamenti nazi-fascisti[36].


I Caldogno


Lo stesso argomento in dettaglio: Caldogno (famiglia).

La storia di Caldogno fu legata alle vicende della famiglia omonima che possedeva buona parte del territorio. La prima investitura è da far risalire a poco dopo l'Anno Mille e venne poi riconfermata da numerosi imperatori[37]. Dalle cronache, il primo Caldogno ad essere citato è Villanello Caldogno, che nel 1176 era uno dei consiglieri del Pretore di Vicenza e nel 1190 fu eletto console della città[37].

Il membro della famiglia Caldogno che ricevette le più alte onorificenze dagli imperatori fu Calderico Caldogno, consigliere militare di Federico Barbarossa e suo compagno d'armi nella guerra contro Milano e le truppe papali. Calderico fu ferito in battaglia nel 1183 e per questo nominato cavaliere aureato e conte palatino, confermato di tutti i possessi e i privilegi. Gli fu concesso in quella occasione di adottare lo stemma dell'aquila imperiale nera su campo rosso lasciando per un ramo laterale della famiglia quella rossa su scudo d'argento.[37] L'aquila dei Caldogno costituisce ancora oggi lo stemma araldico del Comune.


I vari possedimenti

Per vari secoli i Caldogno possedettero gran parte del suolo comunale e la loro prima residenza sembra essere stata l'attuale villa Todescato, sorta sui resti del castello di Caldogno, la cui origine, anche se dai documenti non ci viene segnalata, risulta essere precedente all'invasione longobarda del 569. Tale villa appartenne alla famiglia almeno dal 1100 al 1700.[38]

Le proprietà della famiglia subirono molte modifiche, sia in chiave espansiva che non. Nel 1225 venne acquistato il castello di Isola Vicentina con tutto il contado, possedimento che durò fino al 1306[38]. Un atto del 1785 descrive come i possedimenti non erano limitati a Caldogno e Capovilla, ma si estendevano anche in alcuni appezzamenti a San Pietro in Gu, in provincia di Padova, che erano affittati a Domenico Quadri e Giovanni Casarotto[38].


Monumenti e luoghi d'interesse


Chiesa di San Giovanni Battista, campanile e facciata
Chiesa di San Giovanni Battista, campanile e facciata
Chiesa di Sant'Urbano a Cresole
Chiesa di Sant'Urbano a Cresole

Architetture religiose


Chiesa di San Bartolomeo a Rettorgole
Chiesa di San Bartolomeo a Rettorgole
Chiesetta di San Michele
Chiesetta di San Michele
Chiesetta della Maternità di Maria
Chiesetta di Sant'Antonio a Novoledo

Architetture civili


Villa Caldogno
Villa Caldogno
Il municipio vecchio o, ufficialmente, ex municipio in Piazza Bruno Viola
Il municipio vecchio o, ufficialmente, ex municipio in Piazza Bruno Viola
Villa Fogazzaro-Arnaldi
Villa Fogazzaro-Arnaldi
Resti della Villa Ghellini-Piovene
Resti della Villa Ghellini-Piovene
(LA)

«IOANNES FLAMINIUS ET ANGELUS FRATRES FLORIANI A FUNDAMENTIS EREXERUNT ANNO DOMINI MDCCXIII»

(IT)

«I fratelli Giovanni, Flaminio e Angelo Floriani eressero dalle fondamenta nell'anno del Signore 1713[90]»

(Scritta incisa sul lato inferiore del frontone)

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[100]


Cultura



Istruzione



Scuole

A Caldogno sono presenti 4 scuole statali: una scuola dell'infanzia (Giovanni Pascoli), due scuole primarie (San Giovanni Bosco a Caldogno e Carlo Collodi a Rettorgole) e una scuola secondaria di primo grado (Dante Alighieri)[101].


Biblioteche

Nel capoluogo vi è la Biblioteca civica, che fa parte della rete di biblioteche vicentine "Bibioinrete", insieme alla maggior parte della biblioteche appartenenti alla Rete Bibliotecaria Vicentina[102].


Università

A Caldogno vi è una delle 22 sedi dell'Università degli adulti/anziani del Vicentino[103].


Geografia antropica



Urbanistica


Nel 1987 è avvenuta un cessione di alcuni territori a Vicenza e un'annessione di territori appartenenti al capoluogo. Si tratta di zone disabitate.[104]


Rettorgole


Rettorgole è la maggiore frazione di Caldogno. Il santo patrono è San Bartolomeo. Conta circa 3000 abitanti e comprende il quartiere di Lobbia/Aeroporti.


Cresole


Cresole è una piccola frazione del comune di Caldogno attraversata dal fiume Bacchiglione. Conta 1200 abitanti circa e il suo santo patrono è San Gaetano. La frazione è stata colpita da una devastante alluvione il 1º novembre 2010. Pochi giorni dopo è stato trovato il corpo senza vita di un uomo nella cantina della propria abitazione, completamente allagata. Dopo la distruttiva alluvione gli sfollati nel Comune sono stati più di 1500.


Economia



Amministrazione


I dati sono stati presi dagli elenchi delle amministrazioni nel sito del Ministero degli Interni e, per questi, si è inserito la data di elezione, anche quando non combaciava con la data di cessazione del sindaco precedente. Per i dati prima del 1985 non c'è stato riscontro con i database del ministero e si è utilizzato l'elenco di sindaci presente nel libro Storia di Caldogno di Galdino Pendin.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1900 1910 Luigi Ziggiotto Sindaco [105]
1910 1914 Ascanio Pagello Sindaco [105]
1915 1920 Francesco Zenere Sindaco [105]
13 marzo 1920 8 novembre 1920 Luigi Lovato Commissario prefettizio [105]
1920 1923 Eugenio Ballardin Sindaco [105]
1923 1925 Achille Lovisetto Sindaco [105]
1925 1926 Luigi Dal Toso Commissario prefettizio [105]
1926 1935 Luigi Dal Toso Podestà [105]
23 luglio 1935 20 agosto 1935 Mario Cimino Commissario prefettizio [105]
1935 1940 Egelio Altissimo Podestà [105]
1940 1944 Pietro Lovisetto Podestà [105]
1º ottobre 1944 15 novembre 1944 Luciano Gobbato Commissario prefettizio [105]
1944 1945 Alessandro Giovanni Toffanin Commissario prefettizio [105]
26 aprile 1945 18 giugno 1945 Riccardo Trevisan Sindaco [105]
1945 1946 Michele Camporeale Sindaco [105]
27 gennaio 1946 9 aprile 1946 Rino Manni Sindaco [105]
1946 1951 Giovanni Rech Sindaco [105]
1951 1960 Rino Manni Sindaco [105]
1960 1965 Silvio Bergamin Sindaco [105]
1965 1975 Dorino Massignani Sindaco [105]
1975 1980 Gianfranco Toniolo Sindaco [105]
1980 1985 Giuseppe Pieropan Sindaco [105]
1985 1986 Luigi Lago Sindaco [105]
6 luglio 1986 2 luglio 1992 Gaetano Lazzari DC Sindaco [105][106]
7 giugno 1992 28 aprile 1997 Aldo Cunico DC Sindaco [105][107]
27 aprile 1997 14 maggio 2001 Costantino Toniolo Centro Sindaco [105][108]
13 maggio 2001 30 maggio 2006 Costantino Toniolo Centro Sindaco [105][108]
28 maggio 2006 16 maggio 2011 Marcello Vezzaro Lista civica Sindaco [105][109]
15 maggio 2011 5 giugno 2016 Marcello Vezzaro Lista civica Amministrare insieme Sindaco [105][109]
6 giugno 2016 4 ottobre 2021 Nicola Ferronato Lista civica Insieme per Caldogno Sindaco [105][110]
4 ottobre 2021 in carica Nicola Ferronato Lista civica Insieme per Caldogno Sindaco [110]

Sport


La principale squadra di calcio è l'U.S.D. Caldogno Calcio[111] che milita in Promozione ed è affiliata al L.R. Vicenza[112] mentre l'altra squadra del comune di Caldogno è il Cresole 80 con la quale c'è una grande rivalità sportiva.

Grande seguito anche nel volley, attraverso la società A.S.D. Pallavolo Caldogno, operante sul territorio dal 1989 e dalla stagione 2021/2022 militerà in prima divisione.


Note


  1. Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Pendin, p. 191.
  5. AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990.
  6. Pendin, p. 21.
  7. Pendin, p. 22.
  8. Pendin, p. 55.
  9. Il prof. Pendin nel suo Storia di Caldogno dedica un capitolo alla trattazione delle varie teorie riguardanti l'etimologia del nome. Fra gli autori citati ci sono il Mantese, il Benetti, il Dani e alcune note riguardanti il Barbarano la cui ipotesi viene citata come una rielaborazione in forma fantasiosa di tante roboanti deduzioni. Ogni ipotesi viene comunque analizzata cogliendone sia le deduzioni corrette che le inesattezze.
  10. «G. Mantese, Memorie storiche della Chiesa Vicentina, 1962, pp. 17-18» cfr. Pendin, note a p. 60
  11. Pendin, p. 56.
  12. «A. Benetti, Caldogno - Toponomastica romana, 1972, p. 21, in La Parrocchiale di S. Giovanni Battista in Caldogno» cfr. Pendin, note a p. 60
  13. Pendin, p. 26.
  14. «A. Dani, Le antiche comunità cristiane di Caldogno (Vicenza) e le loro chiese, 1972, in La parrocchia di S. Giovanni Battista in Caldogno a p. 27» cfr. Pendin, note a p. 60
  15. Pendin, p. 57.
  16. Pendin, p. 61.
  17. Pendin, p. 58.
  18. Pendin, p. 13.
  19. Pendin, p. 15.
  20. Pendin, p. 20.
  21. «[...] fra questi il primo che ne parla con certezza sembra essere il Barbarano, il quale afferma: In esso (Caldogno) cominciava l'acquedotto che passa per Lobbia, che conduceva in Vicenza le fontane del Martinazzo. Il Maccà, poi, ne discute a lungo, riportando le testimonianze di tanti altri a lui assai precedenti, e concludendo senza esitazioni che l'"l'antico acquedotto vicentino aveva il suo principio in Caldogno.» cfr. Pendin, p. 28
  22. Pendin, p. 27.
  23. Pendin, p. 33.
  24. Pendin, p. 38.
  25. Pendin, p. 39.
  26. Pendin, p. 40.
  27. Pendin, p. 41.
  28. Tale constatazione è molto dubbia. Sembra infatti che, per citare il Mantese, tale privilegio sia apocrifo visto che nell'elenco dei rappresentanti vicentini alla Pace di Costanza non è presente nessun membro della famiglia Caldogno. cfr. Canova e Mantese, p. 213.
  29. Pendin, p. 42.
  30. «Citando il Maccà, Villaverla fu svaligiata ed abbruciata» cfr. Pendin, p. 42
  31. Pendin, p. 43.
  32. Canova, 1979, p. 25.
  33. Pendin, p. 47.
  34. Pendin, p. 28.
  35. Pendin, p. 49.
  36. Pendin, p. 50.
  37. Pendin, p. 103.
  38. Pendin, p. 104.
  39. Tale opera di scavo avvenne soprattutto grazie al cappellano don Tarcisio Pirocca che, anche se non specificato da Pendin, fu vicario cooperatore di Caldogno dal 1970 al 1972. cfr. Pendin, p. 154
  40. Pendin, p. 156.
  41. Pendin, p. 157.
  42. Pendin, p. 158.
  43. Pendin, p. 159.
  44. Pendin, p. 142.
  45. Pendin, p. 145.
  46. Pendin, p. 197.
  47. Pendin, p. 149.
  48. Pendin, p. 150.
  49. Pendin, p. 129.
  50. Pendin, p. 131.
  51. Maccà fu presente alla benedizione che avvenne il 21 agosto 1797 e scrisse: «Ultimamente questa chiesa è stata reedificata in più bella forma. Ha tre altari e sarebbevi luogo anche per altri due» cfr. Pendin, p. 28
  52. Queste sono le date presenti sull'iscrizione a lato dell'edificio.
  53. Come confermato dalla targa affissa sul lato destro della chiesa riportante l'anno 1907
  54. Pendin, p. 126.
  55. Pendin, p. 127.
  56. Come si evince da un documento del 1600: «turpato il Cemeterio, demolita la casa, cavati li morari, et spoliata di tutti li suoi beni mobili et stabili et venduto ancor il quartese»; il vescono Michele Priuli, in una visita del 1584 scrisse che la trovò: «derelita et spoliata di tutti li suoi beni» cfr. Pendin, p. 136
  57. Pendin, p. 136.
  58. Pendin, p. 135.
  59. Lo stato di degrado della chiesa viene riportato anche nelle relazioni delle visite pastorali. Nella visita pastorale a Cresole del vescovo Michele Priuli il 3 maggio 1582, il cappellano riferisce: «Vi è una chiesa di San Bastiano di Rettorgole ch'è membro di questa chiesa, ma vien usurpato ogni cosa dal sig. Antonio Dall'Acqua et dal Cavalier Milano da Novoledo, et per quanto mi vien detto l'haveva entrata assai, ma è stata usurpata». Nella visita a Rettorgole del 10 giugno 1648 del cardinale Marco Antonio Bragadino si cita la canonica non più presente perché usurpata da dei laici contro i quali il parroco sta agendo legalmente. cfr. Pendin, pp. 171-172
  60. Pendin, p. 134.
  61. Pendin.
  62. Come recitano le indicazioni stradali.
  63. Pendin, p. 235.
  64. Pendin, p. 236.
  65. Pendin, p. 154.
  66. Nonostante per lungo tempo si sia pensato che fosse intitolata alla Trinità, tutti i documenti che ne parlano la descrivono come dedicata alla Maternità di Maria. cfr. Pendin, p. 228 e 231
  67. Pendin, p. 228.
  68. Pendin, p. 229.
  69. Pendin, p. 230.
  70. Pendin, p. 265.
  71. Il nome ufficiale che il Comune di Caldogno assegna a tale edificio è Ex municipio in Piazza Bruno Viola. Non risulta che abbia mai avuto qualche nome in particolare: dopo la destinazione a sede comunale nel 1931 assunse il nome di Municipio salvo poi perdere tale denominazione nel 1987 quando il municipio ritornò nella sede attuale.
  72. Pendin, p. 219.
  73. Vendere l'ex municipio piuttosto che lasciarlo nel degrado, su ilgiornaledivicenza.it. URL consultato il 23 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  74. Canova e Mantese, p. 214.
  75. Pendin, p. 223.
  76. Pendin, p. 222.
  77. La questione di chi fosse il castello rimane ancora molto dibattuta. La presenza di privilegi falsicati, tra cui quello concesso da Federico Barbarossa nel 1183 e quello di Ludovico il Bavaro nel 1330, consente di mettere in dubbio che sia sempre stato dei conti Caldogno. Sicuramente tali conti vennero investiti dai vescovi di Vicenza del feudo nei secoli tra il XIII e il XVIII.
  78. Da Barbarano, Historia Ecclesiastica della Città Territorio, e Diocesi di Vicenza: «eravi anco una Torre con le sue fosse d'intorno, e ponte levador, che fu ridotto in Palazzo dal Cavalier Michele Caldogno l'anno 1534» cfr. Pendin, p. 223
  79. Pendin, p. 224.
  80. Pendin, p. 227.
  81. Pendin, p. 226.
  82. Pendin, p. 231.
  83. Pendin, p. 260.
  84. Pendin, p. 261.
  85. Pendin, p. 262.
  86. Pendin, p. 263.
  87. Pendin, p. 271.
  88. Pendin, p. 269.
  89. Pendin, p. 270.
  90. Pendin, p. 276.
  91. Pendin, p. 274.
  92. Il Cevese, nel suo Ville della Provincia di Vicenza, la nomina come Villa Caldogno cfr. Pendin, p. 247
  93. Pendin, p. 245.
  94. Per una spesa di £ 23.212,19 cfr. Pendin, p. 245
  95. Pendin, p. 246.
  96. Pendin, p. 247.
  97. Pendin, p. 277.
  98. Pendin, p. 278.
  99. Pendin, p. 280.
  100. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  101. Sito dell'istituto comprensivo
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  105. Pendin, p. 196.
  106. Pagina di Gaetano Lazzari nel sito del Ministero dell'Interno
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  108. Pagina di Costantino Toniolo nel sito del Ministero dell'Interno
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  110. Pagina di Nicola Ferronato nel sito del Ministero dell'Interno
  111. Caldogno Calcio Promozione - Girone B, su tuttocampo.it. URL consultato il 15 novembre 2022.
  112. Progetto "Vicenza Academy", su vicenzacalcio.com, L.R. Vicenza. URL consultato il 27 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2013).

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[de] Caldogno

Caldogno (Deutsch: Kaltun) ist eine nordostitalienische Gemeinde (comune) mit 11.337 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Vicenza in Venetien. Die Gemeinde liegt etwa 7,5 Kilometer nordnordwestlich von Vicenza südlich des Flusslaufs des Bacchiglione.

[en] Caldogno

Caldogno is a town and comune near Vicenza in Italy. It has a population of 11,337[3] inhabitants.

[es] Caldogno

Caldogno es un municipio italiano de 10.815 habitantes[3] de la provincia de Vicenza (región del Véneto).

[fr] Caldogno

Caldogno est une commune italienne de la province de Vicence dans la région Vénétie en Italie.
- [it] Caldogno

[ru] Кальдоньо

Кальдоньо (итал. Caldogno) — коммуна в Италии, располагается в провинции Виченца области Венеция.



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