world.wikisort.org - Italia

Search / Calendar

Messina (AFI: [mesˈsiːna] ascolta[?·info]; Missina in siciliano[5]; Μεσσήνη/Μεσσήνα in greco) è un comune italiano di 218 292 abitanti[1] capoluogo dell'omonima città metropolitana in Sicilia. Sorge nei pressi dell'estrema punta nordorientale della Sicilia (Capo Peloro) sullo stretto che ne porta il nome. Il suo porto, scalo dei traghetti per il continente, è il primo[6] in Italia per numero di passeggeri in transito.[7] La sede universitaria di Messina è importante e storica: la "Studiorum Universitas" fu fondata nel 1548 da Sant'Ignazio di Loyola[8].

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Messina (disambigua).
Messina
comune
Messina – Veduta
Messina – Veduta
Veduta della città dal mare
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoFederico Basile (Sicilia Vera) dal 16-6-2022
Territorio
Coordinate38°11′37″N 15°33′15″E
Altitudine3 m s.l.m.
Superficie213,75 km²
Abitanti218 292[1] (31-8-2022)
Densità1 021,25 ab./km²
FrazioniAltolia, Bordonaro, Briga Marina, Briga Superiore, Castanea delle Furie, Catarratti, Cumia, Curcuraci, Faro Superiore, Ganzirri, Gesso, Giampilieri Marina, Giampilieri Superiore, Torre Faro, Larderia, Mortelle, Spartà, San Saba, Rodia, Massa San Giorgio, Massa San Giovanni, Massa Santa Lucia, Massa San Nicola, Mili San Marco, Mili San Pietro, Molino, Orto Liuzzo, Pezzolo, Salice, Santo Stefano Medio, Santo Stefano di Briga, Tipoldo, Tremestieri
Comuni confinantiFiumedinisi, Itala, Monforte San Giorgio, Rometta, Saponara, Scaletta Zanclea, Villafranca Tirrena
Altre informazioni
Lingueitaliano, greco[2]
Cod. postale98121–98168
Prefisso090
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083048
Cod. catastaleF158
TargaME
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona B, 707 GG[4]
Nome abitantiMessinesi
PatronoMadonna della Lettera
Giorno festivo3 giugno
SoprannomeLa città dello stretto, Zancle, la perla dello stretto
Cartografia
Messina
Messina – Mappa
Messina – Mappa
Posizione del comune di Messina nella sua città metropolitana
Sito istituzionale

Fondata dai Siculi con il nome di Zancle, che nella loro lingua significava falce, venne ripopolata da coloni greci venendo rinominata Messana. Raggiunse l'apice della sua grandezza fra il tardo Medioevo e la metà del XVII secolo, quando contendeva a Palermo il ruolo di capitale del Regno di Sicilia. Messa a ferro e fuoco nel 1678 dopo una storica rivolta antispagnola che comportò l'annientamento della sua classe dirigente, venne gravemente danneggiata da un terremoto nel 1783. Fu assediata durante la rivoluzione siciliana del 1848 contro Ferdinando II di Borbone, subendo gravi danni. Nel 1908 un altro disastroso terremoto distrusse la città quasi per intero, provocando la morte di circa metà della popolazione. Ricostruita a partire dal 1912,[9] spesso in stile Liberty, la città moderna si presenta con una maglia ordinata e regolare di vie ampie e rettilinee in direzione nord-sud.


Geografia fisica


Veduta panoramica di Messina e dello stretto

Territorio


Lo stretto di Messina, visto dalla zona nord della città
Lo stretto di Messina, visto dalla zona nord della città
Lo stretto di Messina visto dal Santuario di Montalto
Lo stretto di Messina visto dal Santuario di Montalto

Situata nell'angolo nord est della Sicilia, sulla sponda occidentale dello stretto di Messina (Mar Ionio)— altitudine 3 metri s.l.m.[10]— si estende per 213,75 km² di superficie comunale.

Il comune si situa a 96 km da Catania[11] e 223 km da Palermo[12], stretta tra le coste ionica e tirrenica e i monti Peloritani, si affaccia con il suo grande porto naturale, militare e commerciale, chiuso dalla penisoletta a forma di falce di San Raineri, di fronte a Villa San Giovanni e poco più a nord rispetto a Reggio Calabria. Capo Peloro, nella zona nord della città, è invece dirimpettaio di Scilla. In queste acque è localizzato il mito di Scilla e Cariddi[13], i cui gorghi sono paragonati alla pena delle anime dell'inferno che girano in tondo e si urtano in eterno ("qui la gente riddi").

«Come fa l'onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s'intoppa, / così convien che qui la gente riddi.»

(Dante Alighieri, Divina commedia, VII canto dell'Inferno.)

Un'epoca del Neogene, frazione del Miocene superiore, periodo noto come quello in cui il Mediterraneo aumentò la sua salinità in seguito alla chiusura dello Stretto di Gibilterra, prende il nome di Messiniano dal ritrovamento a Messina delle sue rocce caratteristiche, le evaporiti[14];

Dal livello del mare, all'interno dello stesso comune, è possibile salire sino a 1 127 metri s.l.m.[10], tramite i colli che sovrastano la città, al monte Dinnammare, dal latino "bimaris", due mari. Da qui la vista spazia sui due mari della città, lo lonio, sullo stretto di Messina e il Tirreno. Ad est, è possibile vedere l'intera città di Messina, mentre al di là del mare la Calabria dal suo punto più meridionale sino a Capo Vaticano, in provincia di Vibo Valentia. A sud, è nettamente visibile l'imponente vista dell'Etna. A nord ovest, le isole Eolie e la costa tirrenica con Capo Milazzo, Capo Tindari e Capo Calavà di Gioiosa Marea[10]. La città si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale lungo la costa dello stretto senza soluzione di continuità da Giampilieri Marina a Capo Peloro per 32 km[15] nella fascia jonica. La fascia tirrenica, di 24 km,[15] si estende da Capo Peloro a Ponte Gallo. L'area urbana centrale, che può essere racchiusa tra i torrenti Annunziata e San Filippo, oggi coperti dal piano stradale, è lunga circa 12 km, con scarsa propensione verso ovest dovuta ai contrafforti collinari dei Peloritani, che impediscono lo sviluppo di un ampio reticolato urbano geometrico in tale direzione. L'estrema vicinanza dei monti conferisce alla parte occidentale della città una certa pendenza, superata con scalinate e attraversata dalla panoramica circonvallazione situata a monte. Sono presenti verso l'interno, numerose "intrusioni urbane", in corrispondenza delle brevi pianure dei torrenti, che tendono a inglobare come quartieri alcuni dei più antichi casali del territorio cittadino, i cosiddetti "Villaggi", attualmente 48[16].

Messina è situata al centro di una zona agricola, con una consistente produzione di agrumi[17], tra cui il limone, l'arancio, il mandarino e il mandarancio o clementina, frutta, ortaggi, del vino D.O.C. Faro[18] e, dal 2016, della birra (DOC 15 e Birra dello Stretto)[19]. Dal 1548 la città è sede universitaria[8], dell'Arcidiocesi Protometropolitana di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela e dell'Archimandritato del Santissimo Salvatore e di un'antica Fiera Internazionale di Messina conclusa nel 2013[20]. Il porto era sede di un antico Arsenale militare ed è tuttora sede dei cantieri navali Rodriquez, ora Intermarine, e Palumbo[21].


Clima


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Messina.

Secondo la classificazione dei climi di Köppen, la città fa parte della fascia climatica Csa, un clima caldo e molto secco in estate e mite e piovoso nel semestre invernale. Detto anche clima mediterraneo, con escursioni termiche decisamente contenute in ogni stagione.

L'inverno, breve, presenta rari episodi di freddo che in sparuti casi può portare anche la neve nell'entroterra della città. L'ultimo episodio nevoso si è verificato il 7 gennaio 2017[22], preceduto dall'evento del 31 dicembre 2014[23] e prima ancora da quello del 30 gennaio 1999[24].

L'estate, calda, grazie alle brezze marine non è particolarmente afosa. Infatti il valore medio di umidità tende a essere più basso durante le ore più calde della giornata[25]. Inoltre la presenza del mare tende a contenere i valori massimi di temperatura; soltanto in presenza di venti meridionali (durante le maggiori ondate di calore) si raggiungono i 40 °C, e in questi casi i tassi di umidità sono molto alti giungendo ad oltre l'80%.

Le precipitazioni sono consistenti; infatti Messina è tra i comuni medio-grandi isolani, la città costiera più piovosa della Sicilia. Una media pluviometrica annuale di 846,9 mm[25] pone la città dello stretto oltre le medie italiane. Le precipitazioni sono concentrate prevalentemente tra l'autunno e l'inverno ma nella stagione estiva non mancano alcuni temporali. Le abbondanti piogge messinesi derivano da diversi fattori e in particolare ai rilievi relativamente alti prossimi alla zona su cui sorge la città, in Sicilia i Nebrodi orientali e i Peloritani, in Calabria l'Aspromonte, rilievi che provocano frequenti fenomeni da stau e alla presenza di due mari, lo Ionio e il Tirreno, che creano frequenti condizioni favorevoli alle precipitazioni.

MESSINA
(1909-2017)[25]
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 14,414,716,118,322,526,830,030,527,523,218,815,815,019,029,123,221,6
T. min. media (°C) 10,19,810,912,516,420,423,424,221,517,814,111,610,513,322,717,816,1
T. max. assoluta (°C) 24,6
(1979)
25,8
(1979)
32,0
(2001)
29,6
(2008)
33,6
(2006)
43,4
(2007)
43,6
(1998)
41,8
(2006)
40,5
(1924)
36,4
(1999)
29,2
(2004)
26,6
(2010)
26,633,643,640,543,6
T. min. assoluta (°C) 0,2
(1962)
−0,1
(1929)
−0,2
(1949)
4,3
(1935)
7,5
(1954)
12,4
(2006)
15,3
(1926)
14,4
(1929)
12,5
(1926)
7,5
(1930)
5,1
(1925)
0,8
(2014)
−0,1−0,212,45,1−0,2
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 000031216201000003481061
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 00000000000000000
Precipitazioni (mm) 102,9100,283,468,333,812,720,025,663,9113,7119,5102,9306,0185,558,3297,1846,9
Giorni di pioggia 1110994223691111322272687
Giorni di nebbia 00000000000000000
Umidità relativa media (%) 73716968676464666971747372,36864,771,369,1

Origini del nome


Infine Messina, dall'età bizantina a oggi.


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Messina.
Lo stretto di Messina in un'antica incisione
Lo stretto di Messina in un'antica incisione
Tarì d'argento di Ferdinando il Cattolico, re di Spagna e Sicilia (1479-1516) coniato nella zecca di Messina
Tarì d'argento di Ferdinando il Cattolico, re di Spagna e Sicilia (1479-1516) coniato nella zecca di Messina
(LA)

«Messana nobilis Siciliae caput»

(IT)

«Messina, nobile capitale della Sicilia»

(antico motto della città[26])

Abitata fin da tempi molto remoti dai Sicani e poi dai Siculi che la nominarono Zancle, Messina fu rifondata dopo il 750 a.C. da coloni Cumani e da Calcidesi, anno di fondazione della stessa Cuma; tuttavia non mancano studiosi, anche contemporanei, che si affidano alla cronologia, non del tutto affidabile, avanzata da Eusebio di Cesarea, il quale ne suggerisce l'erezione nel 757 a.C.[27] Sulla base di questa discussa fondazione risulterebbe antecedente alla apoikia, colonia greca, di Naxos e pertanto sarebbe, contrariamente a quanto asserito dalla pluralità delle fonti antiche, la prima in Sicilia. Fondata con il nome di Zancle, dal greco Ζὰγκλης, che riprende un termine siculo che significa "falce", perché la penisola di San Raineri, porto naturale della città, somiglia a una falce. Assunse il nome di Messene[28] quando Anassilao di Reggio, intorno al 491 a.C., la conquista ai danni dei Milesii, dei Samii, e dall'esercito di Ippocrate di Gela[28], e la ripopola con, tra gli altri, elementi provenienti dalla Messenia. Già dai primi anni del V secolo a.C. entrò a fare parte dell'Arcontato di Sicilia, entità statale monarchica istituita dal Tiranno siracusano Dionisio I, unificando tutte le poleis siceliote della Sicilia centro-orientale e della Calabria meridionale, sotto l'egemonia di Siracusa, che diventò un vero e proprio regno siceliota nel 304 a.C. con Agatocle. Nella seconda metà del III secolo a.C., Messina venne occupata dai Mamertini, mercenari che avevano combattutto per Re Agatocle[29]. I Romani la conquistarono nel 264 a.C. e nel 241 a.C. la ribattezzarono Messana, dopo la vittoria nella prima guerra Punica[30] e dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente fu prima in possesso dei Bizantini che la ribattezzarono Messina[31], dagli Arabi che la conquistarono nell'843 d.C.[32] Nel 1061 venne conquistata dai Normanni, con l'aiuto di Ruggero I d'Altavilla[33].

Con la nascita, nel 1130, del Regno di Sicilia, durante le Dinastie degli Altavilla, degli Svevi, degli Angiò e degli Aragona-Sicilia[34][35], Messina raggiunse grande prosperità, divenendo capitale del Regno di Sicilia assieme a Palermo. La città, col suo fiorente porto fu anche legata alla lega anseatica[36]. Dal porto di Messina sono partite due importantissime spedizioni militari: per la terza crociata (1189-1192)[37] e per la battaglia di Lepanto (1571) guidata da Don Giovanni D'Austria.[38]; Nel 1674 si ribellò alla Spagna; nella repressione che ne seguì la città perse ogni forma d'autonomia, senato compreso. Nel XVII secolo, con una popolazione di oltre 120 000 abitanti, Messina fu tra le dieci più grandi città d'Europa[39]Fu colpita da un grave terremoto nel 1783. Entrò a far parte del Regno d'Italia dopo la spedizione dei Mille garibaldina del 1860. Il ministro Giuseppe Natoli riportò Messina ai fasti del passato, appena eletto deputato di Messina al neocostituito Parlamento siciliano fece approvare una mozione, il 31 marzo 1848, per restituire a Messina il porto franco soppresso sessant'anni prima dai Borboni; la proposta fu approvata all'unanimità (dalla storia di Messina sul portale Gran Mirci). Nel 1908 la città subì un altro terribile terremoto e in seguito, fu devastata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.


Terremoti



1783

Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto del 1783.

1908

Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto del 1908.

Il terremoto di Messina è considerato uno degli eventi più catastrofici del XX secolo. L'evento si verificò alle ore 05:21 del 28 dicembre 1908 e in 37 secondi danneggiò gravemente la città causando migliaia di vittime. Nella nuvola di polvere che oscurò il cielo, sotto una pioggia torrenziale e al buio, i sopravvissuti, colti di sorpresa, non riuscirono a rendersi conto immediatamente dell'accaduto. Alcuni si diressero verso il mare, altri rimasero nei pressi delle loro abitazioni, nel tentativo di portare soccorso a familiari e amici. Qui furono colti dalle esplosioni e dagli incendi causati dal gas che si sprigionò dalle tubature interrotte. Gli incendi si estesero, mandando in fiamme case, edifici e palazzi ubicati nelle vicinanze della costa.

Ai danni provocati dalle scosse sismiche e a quello degli incendi si aggiunsero quelli causati da un fortissimo maremoto. Esso si riversò sulle zone costiere di tutto lo stretto di Messina con ondate devastanti stimate, in base alle località, tra i 6 m e i 12 m di altezza. Provocò molte vittime fra coloro che si erano ammassati sulla riva del mare. Nel loro ritirarsi, le onde risucchiarono barche, cadaveri e feriti. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l'una con l'altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro situato a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La forza delle onde spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Briga e Paradiso, Sant'Alessio e le altre località fino a Riposto sulle coste siciliane.

Gravissimo fu il numero delle vittime: Messina, che all'epoca contava circa 140 000 abitanti, ne perse circa 70 000[40]. Al tragico terremoto del 1908 è legata una pagina significativa dell'amicizia fra la città e il popolo russo. I primi soccorritori giunti a Messina, infatti, furono proprio i marinai della flotta imperiale russa, che si trovava nel porto di Augusta per delle esercitazioni.[41]

I giganti Mata e Grifone di cui narrano varie leggende relative alla città, vengono portati in giro per Messina durante la seconda settimana di agosto.
I giganti Mata e Grifone di cui narrano varie leggende relative alla città, vengono portati in giro per Messina durante la seconda settimana di agosto.

Altri terremoti

Il 6 gennaio 1975, 11 marzo 1978, 15 aprile 1978 e il 13 dicembre 1990 ci sono state altre scosse.[42]


Alluvione del 2009


La sera del 1º ottobre 2009 la città di Messina in particolare nella frazione di Giampilieri, assieme al comune limitrofo di Scaletta Zanclea, è stata colpita da una terribile alluvione dalle conseguenze drammatiche: centinaia di edifici gravemente danneggiati o distrutti, danni importanti alle infrastrutture (strade, ponti, ferrovie) e un pesante tributo di vite umane: 37 morti, quasi 100 feriti e 6 dispersi.


Simboli


Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Messina.

Lo stemma e il gonfalone della città di Messina hanno conformazione indicata nel decreto di riconoscimento del 1º maggio 1942 e adeguato al successivo decreto legislativo luogotenenziale 26 ottobre 1944, n. 313. Lo stemma della città di Messina è araldicamente così descritto: "Scudo a testa di cavallo, di rosso alla croce d'oro, circondato da due tralci di vite al naturale fruttati d'oro, timbrato dalla corona di città"[43].

Il Gonfalone della Città di Messina
Il Gonfalone della Città di Messina

Onorificenze


La città di Messina ha ricevuto per la sua storia ben tre medaglie d'oro e una onorificenza straniera (Montenegro):

Medaglia d'oro alle città benemerite del Risorgimento nazionale
«Per commemorare le azioni eroiche della cittadinanza palermitana nei gloriosi fatti del 1848, che iniziarono il risorgimento nazionale e la conquista dell'unità. Messina partecipò a tutti i moti rivoluzionari siciliani, da quelli del '20-'21 a quelli del 22 marzo 1821 e 1º settembre 1847. Nel 1848, unitasi a Palermo nell'azione rivoluzionaria antiborbonica, la città fu terribilmente bombardata per otto mesi, facendo meritare a Ferdinando II l'appellativo di "Re Bomba".»
 22 maggio 1898[44]
Medaglia d'oro al valor civile
«Nobile e antica città della Sicilia duramente provata da calamità naturali e da eventi bellici, con impavida tenacia e sublime abnegazione da parte di tutta la sua popolazione, due volte risorgeva dalle macerie, mantenendo fiero ed intatto il suo amore di Patria. 1941-1943.»
 3 ottobre 1959[44]
Medaglia d'oro al valor militare
«Già duramente provata dall’immane disastro tellurico del 1908, risorta, è stata, durante la guerra 1940 - 43, dapprima obiettivo d’incessanti bombardamenti aerei, poscia, nel periodo dell’invasione dell’Isola, campo d’aspra e lunga lotta che la martoriò e distrusse. La sua popolazione, affamata, stremata, dolorante, sopportò stoicamente la più dura tragedia ben meritando dalla Patria. - Sicilia, guerra 1940 - 43.»
 31 gennaio 1978[44]
Gran Croce dell'Ordine del Principe Danilo I (Casata Petrović-Njegoš)
 24 giugno 2007[45]

Monumenti e luoghi d'interesse


Nel corso dei secoli, diversi eventi distruttivi, sia per opera umana sia naturali, hanno devastato la città, che oggi presenta un aspetto moderno, frutto soprattutto delle ultime ricostruzioni dopo il terremoto del 1908 e i bombardamenti dal 1940 al 1943[40]. Molte delle opere d'arte e degli edifici realizzati nei secoli sono andati perduti, ma la città conserva ancora esempi monumentali di assoluta rilevanza.


Architetture religiose


Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Messina.
Il Duomo di Messina
Il Duomo di Messina

Altre chiese sono state distrutte dal terremoto del 1908:

Chiesa di San Paolo, Messina, prima 1908
Chiesa di San Paolo, Messina, prima 1908

Architetture civili


Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzi di Messina ed Eclettismo-liberty messinese.
Palazzi di Messina

Alcuni palazzi cittadini

sede del municipio, in piazza Unione Europea, una volta era posto al centro della Palazzata che faceva da continuum di edifici del XVII secolo che faceva da cornice al porto falcato. L'edificio subì gravi danni dal terremoto del 1783, e distrutto dal terremoto del 1908, venne arretrato nella posizione attuale. I lavori di ricostruzione iniziarono il dicembre del 1914 sotto la direzione dell'architetto palermitano Antonio Zanca e si conclusero nel 1924. La costruzione è in stile neoclassico e si estende per una superficie di circa 12000 . Sulla facciata si possono vedere alcune sculture legate alla simbologia cittadina e numerose lapidi che ricordano gli eventi più importanti. Nel prospetto di via San Camillo sono collocati due bassorilievi raffiguranti Dina e Clarenza, mentre sul lato opposto, in via Consolato del Mare, si un ingresso porticato con antistante la fontana Senatoria del 1619. Il lato posteriore si affaccia su Corso Cavour e su piazza Antonello con un portico ornato da bassorilievi eseguiti da maestranze locali.
uno dei pochi esempi di architettura con uso del ferro del Sud Italia, l'unica con Napoli, Galleria Umberto I. Realizzata nel 1929 da Camillo Puglisi Allegra per completare piazza Antonello. Il portico che dà sulla piazza è caratterizzato da un grande arco che segna l'accesso alla Galleria, riccamente decorata al suo interno con bellissimi stucchi e un pavimento a mosaico bianco e nero. Due rampe di scale da una parte e un portico dall'altra, conducono a uscite secondarie.
la sua costruzione venne ordinata il 2 ottobre del 1838 da Ferdinando II di Borbone ed ebbe inizio solo il 23 aprile 1842. Fu progettato dall'architetto Pietro Valente e inaugurato il 12 gennaio del 1852, venne intitolato a Sant'Elisabetta, in onore della madre del sovrano. Il 13 settembre del 1860 con l'Unità d'Italia assunse l'attuale nome. La facciata del teatro presenta un portico che consentiva il passaggio delle carrozze che accompagnavano gli spettatori. Sul loggiato d'ingresso un gruppo scultoreo del 1847 realizzato da Saro Zagari, raffigurante Il tempo che scopre la verità. L'esterno in pietra siracusana è in stile neoclassico, ed e ricco di decorazioni, sculture e bassorilievi dello Zagari che rappresentano scene della vita di Ercole e ritratti di sedici drammaturghi e musicisti famosi. La sera del 27 dicembre 1908 fu rappresentata l'Aida di Giuseppe Verdi, e poche ore dopo il terremoto distruggeva la città risparmiando il perimetro dell'edificio e le parti decorative. Nel 1982 cominciò un restauro finito nel dicembre del 1985, l'inaugurazione avvenne il 25 aprile del medesimo anno con un concerto diretto dal maestro Giuseppe Sinopoli. La decorazione interna del soffitto porta il nome di Renato Guttuso, il Mito di Colapesce. Si trova in via Garibaldi.
opera dell'architetto Marcello Piacentini, sito in piazza Maurolico di fronte a quello dell'Università, fu realizzato nel 1927 sulla zona del vecchio Grande Ospedale. Si compone di tre edifici collegati da gallerie che mettono in comunicazione le tre grandi sale terranee di invito. L'architettura è fortemente caratterizzata dall'impiego dei materiali siciliani. La pietra, di caldo colore giallo-ocra, è quella stessa che era stata adoperata anticamente per i templi di Selinunte e di Agrigento, mentre in marmo di Cinisi sono alcune parti ornamentali. La scelta di queste pietre isolane, specie di quelle della facciata, è stata fatta per accentuare l'aspetto grecizzante dell'insieme a ricordo dei templi greci in Sicilia. Il prospetto, sopraelevato da grandi scale, è caratterizzato da grosse e scanalate mezze colonne doriche che inquadrano i muri, ove s'aprono finestroni rettangolari, e sorreggono una trabeazione. Le finestre sono sormontate da rosoni e medaglioni a bassorilievo. Le facciate, principali e laterali, l'interno si ornano di opere di vari artisti, intonate tutte allo stile a cui è improntato il palazzo, che riflette l'orientamento dell'atto ufficiale del primo ventennio del secolo. I grandi tondi dell'attico, rappresentanti Il diritto e La legge sono dello scultore Giovanni Prini, le quattro aquile romane sono di Cloza e di Bonfiglio; ancora di Cloza e Ricciardi sono i medaglioni raffiguranti alcuni giuristi messinesi (Dicearco di Messina, Guido Delle Colonne, Giacomo Macrì, Antonio Fulci, Francesco Faranda e Andrea Di Bartolomeo); le teste di Minerva sulle porte laterali sono di Monescalchi. Sul grandioso attico troneggia infine la grande quadriga condotta dalla dea Minerva realizzata da Ercole Drei in lega di bronzo e alluminio, probabilmente ispirato dalla tradizione architettonica ottocentesca del Nord Europa. Nel vestibolo, in fondo al quale si eleva lo scalone di onore, di marmo con inserti in bronzo, si apre il portale marmoreo che dà accesso alla Corte d'Assise. Nelle sale di udienza vi sono bassorilievi allegorici e nelle altre sale di rappresentanza, nella biblioteca, camera di consiglio, gabinetti dei presidenti e dei giudici, i soffitti sono decorati con tempere grasse.
edificato nel 1581 dall'architetto Natale Masuccio in seguito a una bolla papale di Leone X che incentivava la costruzione di opere pie, nel 1741, su progetti e disegni dell'architetto Antonio Basile e del pittore Placido Campolo fu edificata la scalinata che conduceva alla chiesa di Santa Maria della Pietà, un tempo ornata da preziosi quadri e oggi quasi del tutto distrutta, mentre parte della cripta è al momento inaccessibile e in stato di totale abbandono. A metà della gradinata fu inserita una fontana marmorea con la statua dell'Abbondanza, opera di Ignazio Buceti. L'edificio, dal prospetto settecentesco, si affaccia su via XXIV Maggio. Dal pregevole portale d'ingresso si arriva in un atrio con volta a botte. A destra è situata la porta che conduceva ai piani superiori, di fronte, una fontana monumentale del 1732, raffigurante un putto che cavalca un delfino. L'edificio è stato ristrutturato nel 1979 ed è di proprietà dell'Arciconfraternita degli Azzurri, viene spesso utilizzato per ospitare manifestazioni culturali.
distrutto e raso al suolo dal sisma del 1908, fu ricostruito nel 1920 e occupa una superficie di circa 20000 . Il complesso edilizio universitario è stato progettato dall'architetto Giuseppe Botto. Dopo l'ultima guerra, in relazione al piano di espansione degli atenei, l'amministrazione universitaria dispose la sopraelevazione di alcuni padiglioni e la costruzione, su progetto dell'Ing. prof. Francesco Basile, di un moderno edificio con fronte su via dei Verdi. I prospetti delle tre palazzine che danno su piazza Salvatore Pugliatti rivelano caratteri neoclassici con decorazioni floreali. Accanto ai padiglioni che - sotto il livello stradale - si affacciano sulla via Giacomo Venezian è murato il bel portale dell'antico collegio dei Gesuiti, primo ateneo messinese e primo degli organismi religiosi siciliani dei seguaci di Sant'Ignazio di Loyola.[63]
progettato da Vittorio Mariani nel 1915, di chiara matrice Liberty presenta al suo interno ricche decorazioni floreali, simboli della città, anche contemporanei come i ferry boat, e un fregio in stucco raffigurante angeli postini e telefonisti, sorge a piazza Antonello. È oggi una delle sedi decentrate dell'Università.[64]
costruito nel 1920 su progetto dell'architetto Cesare Bazzani. Occupò quasi per intero l'area della cinquecentesca chiesa di S. Giovanni dei Cavalieri di Malta, della quale rimane soltanto, sul retro del Palazzo, la magnifica Tribuna. È di gusto post-floreale con evidenti inserti di elementi rinascimentali ed è valorizzato da un dosato plasticismo.[65]
costruito dopo il terremoto del 1908 su progetto dell'architetto messinese Camillo Puglisi Allegra. Questo palazzo si articola su tre piani di impianto classicheggiante, con un gioco di corpi avanzati sulla facciata ritmata da paraste che si elevano, su un altro basamento bugnato, a sorreggere una modulata trabeazione. Il terzo piano, realizzato al disopra di essa, ha alterato l'impianto che, nonostante il verticalismo dei finestroni, era marcatamente orizzontale.[66]
costruito nel 1915, sorge nel medesimo luogo che occupava prima del 1908, in precedenza area dell'antica chiesa di San Nicolò dei Gentiluomini. Iniziati nel 1915 i lavori proseguirono durante la prima guerra mondiale, e, seppur in immaginabili difficoltà, furono diretti dall'architetto Alessandro Giunta. L'edificio fu inaugurato nel 1918, con una cerimonia consona al grave momento dell'Italia dopo Caporetto, e cioè con l'intervento dell'eroe milazzese Luigi Rizzo, reduce dalla "beffa di Buccari" e dall'affondamento della corazzata "Szent Istvàn". L'edificio ha due prospetti: su quello di Corso Cavour si apre l'ingresso di rappresentanza preceduto da un portico, sulla piazza Antonello la facciata - pure porticata a pianoterra - segue con la sua concavità la forma della piazza su cui affaccia. Gli ambienti interni sono decorati dalle cariatidi e dagli stucchi lucidi dell'aula consiliare di D'Arrigo e Loverti e dai pannelli dipinti da Corsini sopra le grandi vetrate di Di Stefano e Bonsignore.[67]
All'interno vi è un ampio auditorium in cui spesso si esibiscono tra i migliori interpreti di musica classica, vi si organizzano infatti i cicli di concerti sia della Filarmonica sia della Ass. Laudamo.
costruite nel 1939 dall'architetto Angiolo Mazzoni, dopo che per ordine di Benito Mussolini fu demolita la precedente, demolizione a cui partecipò lo stesso duce picconando la vecchia stazione. Fu inaugurata il 28 ottobre 1939. In stile razionalista, costruita utilizzando il travertino, la pietra lavica, la pietra di Siracusa e la pietra rossa di Taormina. Le stazioni sono divise in due corpi, la stazione "Marittima" e "Centrale": la centrale ha un grande loggiato che immette in una olle, ha un grande sottopassaggio che porta agli 8 binari più altri 2 commerciali. Dopo la stazione centrale si trovano gli uffici delle Ferrovie dello Stato, dopo gli uffici si trova la grande stazione Marittima. Questa ha una forma ad arco: al piano terra si trovano il bar, la biglietteria e la tabaccheria, e da scale mobili e scale in muratura si può salire sul salone panoramico sul porto; sulla parete opposta si trova un grande mosaico opera di Michele Cascella, restaurato, che rappresenta il discorso di Mussolini a Palermo. Dal salone si aprono i varchi pedonali per le 5 invasature. Da alcune rampe si può salire sopra la nave con le automobili. Un'altra struttura caratterizzante è la torre dell'acqua con la scala a elica intorno alla struttura. La stazione ha anche il compiti di interscambio con: il tram di Messina, Autobus e stazione Pullman fra la Sicilia e il continente. All'esterno della stazione vi è piazza Repubblica ove sorge una fontana del 1905, posizionata lì dopo la venuta di Mussolini in città.

Molti palazzi sono stati distrutti dai terremoti del 1783, del 1908 e dai bombardamenti del 1943:

Davanti al Porto di Messina, dal 1589, è stata realizzata una grande palazzata, visibile all'arrivo in città dal mare. È stata distrutta dal terremoto del 1783, ricostruita e distrutta dal terremoto del 1908, ricostruita e oggi presente solo in parte:

Della Palazzata di Samonà sono oggi presenti:

opera di Giuseppe Lo Cascio dopo il terremoto del 1908, in stile liberty, con magnifiche decorazioni, pensiline in ghisa, cancelli in stile floreale. Sito sul luogo ove, fino al 1783, sorgeva il grande Palazzo Reale, sede prima dei re e dopo dei viceré di Sicilia, alla pari del palazzo reale di Palermo.[69]
costruito nel 1929 con norme antisismiche su progetto di Camillo Autore, si ricollega a una marcata struttura rinascimentale così come appare evidente nelle paraste che delimitano il portale d'ingresso affiancato da colonne tuscaniche e sovrastato da un balcone. All'interno dell'edificio, suggestiva è la "sala degli sportelli", ove si ammira lo stile floreale.[70]

Altri monumenti


Il monumento a Giuseppe Natoli, opera di Lio Gangeri
Il monumento a Giuseppe Natoli, opera di Lio Gangeri
Monumento ai Caduti
Monumento ai Caduti
Monumento alla batteria siciliana Masotto, opera di Salvatore Buemi
Monumento alla batteria siciliana Masotto, opera di Salvatore Buemi
Monumento alla Regina Elena di Savoia
Monumento alla Regina Elena di Savoia
Il monumento a Carlo III di Borbone
Il monumento a Carlo III di Borbone
Statua di Messina
Statua di Messina
Porta Grazia, porta d'accesso dell'antica Cittadella
Porta Grazia, porta d'accesso dell'antica Cittadella
Il monumento a Don Giovanni d'Austria
Il monumento a Don Giovanni d'Austria
Il monumento del patriota è realizzato dallo scultore messinese Lio Gangeri, eretto per volontà popolare nel 1868 e completato nel 1880. L'artista realizzò alcuni bozzetti dell'opera che furono approvati all'unanimità dal Consiglio Comunale di Messina, la statua alta oltre tre metri, fu poi collocata, con cerimonia solenne.[71]
Si trova in piazza Unione europea (Municipio), eretto nel 1936, dallo stile sobrio ed essenziale ma severo. Sul podio, davanti a una stele, l'imponente gruppo bronzeo raffigurante un aviere, un marinaio e un fante.[72]
Ricorda la batteria Masotto, caduta ad Adua nella campagna eritrea; il gruppo in bronzo, raffigurante tre soldati in atteggiamenti epici, fu modellato da Salvatore Buemi nel 1897.[73]
Monumentale porta d'accesso alla Cittadella (XVII secolo), opera di Domenico Biondo e figli. Nel 1961 fu ricollocata nella centrale piazza "Casa Pia".[74]
Raffigura la Città riconoscente verso Giuseppe Natoli che il 31 marzo 1848, restituì a Messina i diritti di porto franco soppresso sessant'anni prima dai Borboni(dalla storia di Messina sul portale Gran Mirci). È opera del 1859 dello scultore messinese Giuseppe Prinzi e si trovava, prima del 1908, all'interno del Municipio. Oggi si trova al centro della piazzetta "Giacomo Minutoli", di fronte al porto con l'imponente mole del Municipio per sfondo.[75]
Scultura in marmo bianco del messinese Ignazio Buceti (1758), posta su un alto basamento nella piazzetta "Immacolata di Marmo", a lato del Duomo.
monumento bronzeo commissionato dal Decurionato messinese al celebre scultore Pietro Tenerani, allievo di Bertel Thorvaldsen. Fu scolpita a Monaco di Baviera nel 1839. Il nuovo re era stato accolto favorevolmente dalla popolazione che nutriva grandi speranze sul suo operato. L'artista realizzò alcuni bozzetti dell'opera (la statua era alta oltre tre metri) che poi sarebbe stata collocata, con cerimonia solenne, in Piazza del Duomo il 30 maggio 1845. La statua venne fusa per farne dei mortai durante l'Assedio di Messina del 1848, in cui il re diede ordine all'esercito di bombardare la città, e infatti, proprio per questo fu soprannominato dai messinesi il Re Bomba. Il Decurionato messinese deliberò il 20 novembre 1852 di rifare le statue dei re Borboni, su ordine dello stesso Ferdinando II, che andarono distrutte. Il Tenerani fornì una copia simile alla precedente, il re era raffigurato nell'abito cerimoniale di Gran Maestro dell'Ordine di San Gennaro. La statua venne nuovamente rifatta a Monaco, nel 1856, e trasferita a Messina nel novembre 1857. Dopo il terremoto del 1908 la statua fu sistemata nel Museo Nazionale. Nel 1973 fu riconsegnata al Comune di Messina che l'ha posta in Villa Garibaldi, situata sull'omonima via.[76]
la Statua di Carlo III del 1757, opera in bronzo del messinese Giuseppe Buceti era stata costruita su modello di Jean Jacques Caffièri su basamento del Vanvitelli. La statua fu scolpita a Roma dal messinese Saro Zagari allievo del Tenerani; fu l'ultima a essere completata e venne sistemata agli inizi del 1860 nel quartiere San Leone. Quello stesso anno, con l'entrata in città dei Garibaldini, furono nuovamente distrutte le Statue di Francesco I e Ferdinando I. Le altre due statue, invece, quella di Ferdinando II e quella di Carlo III furono poste in salvo per ordine del generale Medici e sistemate nell'allora Museo Civico Peloritano e successivamente nella filanda Mellinghof trasformata in Museo Nazionale. Nel 1973 la Statua di Carlo III di Borbone è stata restituita alla città e collocata sul suo basamento originale in Piazza Cavallotti, sulla Via Primo Settembre, di fronte alla Camera di commercio. Il piedistallo è di forma cilindrica e presenta una decorazione, molto gradevole, a festoni in stile neoclassico.[77]
in Via Cesare Battisti, Largo Seggiola, si erge il monumento alla Regina Elena del Montenegro, inaugurato il 26 giugno 1960 a ricordo della sua impegnativa opera assistenziale svolta nel gennaio del 1909 a favore della città terremotata. Fu scolpita a Firenze da Antonio Berti e realizzata con i fondi raccolti dal giornale La Settimana Incom illustrata, si eleva su un piedistallo marmoreo dove ai quattro lati del basamento, bassorilievi in bronzo attestano l'opera umile e il prodigarsi generoso della regina con i messinesi, duramente colpiti dal terremoto. La statua raffigura la "Regina della Carità" ritta in piedi, serena ma ferma; nel bronzo delle lastre invece la sovrana è raffigurata in quattro momenti: in un provvisorio ospedale allestito sulla nave regia, mentre sorregge la testa di un ferito con accanto una suora, una crocerossina e un ufficiale medico; nell'atto di accarezzare alcuni bambini feriti che si avvicinano a lei; mentre tiene in braccio un bambino appena estratto dalle macerie e in mezzo a numerose vittime.
sorge nell'omonima piazza, all'incrocio con Via Santa Cecilia e Via Cesare Battisti. Consiste una statua in bronzo su basamento di marmo, opera dello scultore messinese Mario Lucerna e collocata nel 1968. L'opera raffigura il Santo Annibale Maria di Francia, fondatore nel 1882 delle Figlie del Divino Zelo, dei Rogazionisti del Cuore di Gesù nel 1886, e di molti Orfanotrofi Antoniani. Padre Annibale volse la sua opera a Messina nel quartiere Avignone, il più povero e il più malfamato della città ed è rimasto vivo, nei messinesi, un forte senso di devozione nei suoi confronti.[78]
situata in Via Garibaldi, adiacente alla piazza Unione Europea, in una piazzetta intitolata al medesimo Gaetano Martino. Inaugurata il 24 novembre 2000, in occasione del centenario della sua nascita, alla presenza del Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, della vedova del grande statista e dei figli. Fu realizzata, a Roma, dallo scultore Rocchi.[79]
sorge in Via XXIV Maggio nei pressi del Monte di Pietà. Inaugurato l'11 giugno 1988, a ricordo della venuta a Messina di Papa Giovanni Paolo II, il monumento bronzeo, opera dello scultore Sgaravatti di Padova, rappresenta il Pontefice che, rivolto verso una stele, prega con le braccia aperte Sant'Eustochia Calafato. Nella stele sono raffigurati episodi salienti della vita della Santa messinese.[80]
è una casa-monumento situata nel rione Maregrosso di Messina. Si tratta dell'abitazione del Cavalier Giovanni Cammarata, muratore in pensione che agli inizi degli anni settanta iniziò ad abbellirla con sculture e decorazioni fantasiose. Sorge in quella che lui stesso ribattezzerà Via delle Belle Arti n. 20, nella periferia industriale di Messina. Si tratta di uno dei maggiori esempi di outsider art siciliana contemporanea.

Necessita di lavori per essere dato alla pubblica fruizione il Pilone di Torre Faro.


Fontane monumentali


Fontane Monumentali di Messina

Alcune fontane cittadine

La monumentale fontana di Orione
La monumentale fontana di Orione
La fontana di Orione con sullo sfondo il Duomo
La fontana di Orione con sullo sfondo il Duomo
sita in Piazza Duomo, venne realizzata nel 1553 da Giovanni Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo. L'Opera, dalla complessa iconografia neoplatonico-alchemica, fu definita dallo storico dell'arte Bernard Berenson "la più bella fontana del Cinquecento in Europa".
Seconda opera messinese di Giovanni Angelo Montorsoli (1557), si trova in piazza Unità d'Italia.
È collocata sul lato sud del Palazzo Municipale; si compone di una grande vasca circolare con al centro una stele che sostiene una grande tazza buccellata del 1619 a sua volta sormontata da una pigna, la grande vasca è sorretta da tre gradini e presenta sul bordo esterno sette targhe a rilievo, i nomi dei Senatori del tempo, Don Franciscus Marullo, Bernadus Moleti, Thomas Zuccarato, Marcellus Cirino, Vincentius De Celis e Franciscus De Judice. La sua collocazione originaria è sconosciuta, però fino al 1935 si trovava in Piazza Palazzo Reale (accanto alla Dogana), nel 1937 viene collocata in Via Consolato del mare accanto al municipio per la venuta a Messina di Benito Mussolini.[81]
Fu eretta in piazza Ottagona (oggi piazza Filippo Juvara) nel 1842 per i festeggiamenti secolari in onore della Madonna della Lettera dall'architetto messinese Carlo Falconieri. Oggi si trova al centro di piazza Basicò.[82]
Eseguite su disegni del romano Pietro Calcagni, poste ai quattro angoli tra via Austria (oggi via I Settembre) e via Cardines, nuove arterie volute dal Senato di Messina nel 1572 per congiungere il Duomo al Palazzo Reale, furono eseguite in epoche diverse. La prima, nel 1666, da Innocenzo Mangani, la seconda, nel 1714, da Ignazio Buceti, le ultime due da ignoti artisti nel 1742. La decorazione è ispirata al mare; gli stemmi imperiali spagnoli e di Messina sormontano ciascuna fontana. Distrutte dal terremoto del 1908, solo due sono state ricomposte nel sito originario; le due mancanti sono custodite al Museo Regionale.
alla Passeggiata a Mare, realizzata dal pittore e scultore messinese Ranieri Wanderlingh. Inaugurata nel 2005 è stata donata alla città dal quotidiano Gazzetta del Sud. Raro esempio di arte moderna a Messina, l'opera si ispira alle forme originarie e archetipiche della natura vivente. Simboleggia il maschile e il femminile e il ciclo della vita e dell'energia vitale rappresentato dall'acqua. Il sottotitolo dell'opera è :"la vita che sempre ricomincia". La collocazione sul lungomare è stata voluta dall'autore al fine di segnare l'importante confine fra spazio urbano e spazio naturale che caratterizza la città di Messina.[83]
in largo San Giacomo, alle spalle di Piazza Duomo. Secondo lo storico Caio Domenico Gallo fu eretta nel 1742 in occasione della festa della Madonna della Lettera, scolpita dal catanese Giovan Battista Marino.[84]
all'interno della Fiera campionaria, scolpita nel 1738 dal messinese Ignazio Brugnani. Fino al 1908 si trovava nel cortile del monastero di S. Gregorio Magno, sotto Montalto. I gravi danni subiti sono stati restaurati nel 1980.[85]
opera di artigiani fonditori messinesi di fine '800.[86]
in piazza Seguenza, è di stile settecentesco, sormontata da una grossa pigna da cui prende il nome. Si pensa provenga da un cortile del seminario arcivescovile.[87]
è del periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale e sfrutta i resti di una fontana del 1902, poi andata distrutta, realizzata da Leandro Caselli in occasione della realizzazione dell'acquedotto cittadino.[88]
all'incrocio tra Corso Cavour e via T. Cannizzaro, sarebbe opera del 1590 di Rinaldo Bonanno; quest'opera venne edificata grazie al volere dei senatori di quel tempo che furono: Paolo Adornetto, Antonio Cesare Aquilone, Pietro Arena, Pietro Del Pozzo, Giuseppe Stagno D'Alcontres, Carolus Ventimiglia. I loro nomi e la data di costruzione furono incisi su una lapide, distrutta dal terremoto, che era posta sul fronte del vicino palazzo Brunaccini. La fontana dell'Acquario, intesa popolarmente di Gennaro (viene chiamata Gennaro perché sembra che sia il nome della famiglia messinese che finanziò l'opera, o anche chiamata Innaru o Gennaro, nome derivante da Jannò o Giano, divinità pagana a cui si dedicavano, in epoca romana, le porte della città.), fu sistemata nel 1602 all'incrocio tra il Corso e la via del Collegio: era accostata alla testata di un irregolare fabbricato e volta verso Mezzogiorno e l'inizio del Corso. Caio Domenico Gallo negli "Annali della città di Messina" scrive in proposito che "[…] nell'entrare del nuovo anno 1602 si eresse il bellissimo fonte di marmo nella piazza della parrocchiale di S. Antonio dettà di Jannò con la statua ragguardevole dell'Acquario seduto sul Zodiaco […]". Per diversi anni fu ospitata dal Museo di Messina e nel 1931 fu posta nel nuovo slargo all'inizio del Corso, conservando comunque una posizione non molto diversa dall'originale. Di semplice e classica fattura, la fonte si eleva su un basso basamento e si compone di una vasca ottagonale in marmo rosa, dalla quale si erge un piedistallo che regge la statua di un giovane acquaiolo (Acquario) seduto su un globo decorato da una fascia con i segni dello zodiaco. Il segno zodiacale è, quindi, raffigurato sotto forma di giovane nudo dalle fattezze atletiche che regge due anfore; l'acqua fuoriusciva, fino al 1870, da quattro mascheroni posti alla base del globo e dalle due brocche sostenute da Acquario. La statua in marmo bianco appare non del tutto rifinita, a causa dell'erosione del tempo e dei danni riportati per il terremoto ancora leggibili nelle parti restaurate, ma, malgrado tutto, il modellato si presenta robusto e vibrante e la figura denota sincronia di movimento. Da taluni attribuita a Rinaldo Bonanno, essa fu, probabilmente, opera di un suo allievo, essendo quell'artista morto nel 1590.
si trova nel largo "Fontana Arena", un grazioso puttino in bronzo modellato dallo scultore messinese Antonino Bonfiglio. Questa fontanella decora un piccolo angolo di verde a forma triangolare posto tra via Boccetta e via G. Longo. Dagli abitanti del luogo la chiamano "Fontana Arena", dal nome della famiglia Arena che, nel secolo scorso, in un periodo di enorme siccità diedero al popolo la possibilità di servirsi delle acque. Il Comune, per ricordare l'avvenimento, commissionò l'opera un puttino orciaiolo in pietra artificiale che, successivamente, a spese dei cittadini del quartiere, fu modello per una fusione in bronzo, l'originale in pietra andò poi perduto, versante acqua da un panciuto vaso a forma d'anfora, rappresentando una delle opere "minori" e meno importanti di Bonfiglio, ma può considerarsi, malgrado, tra la foltissima schiera di sculture da lui eseguite, l'opera più gioiosa e genuina, pervasa di semplicità, allegria e spensieratezza, tipica del mondo felice dell'infanzia.[89]
inaugurata con la ristrutturazione della piazza, nel 2003 e nel 2011 viene inaugurata la fontana multicolore.[90]

Cimitero monumentale


Lo stesso argomento in dettaglio: Cimitero monumentale di Messina.

Il cimitero monumentale è, dal punto di vista artistico, il secondo maggior cimitero d'Italia dopo quello di Genova.[91]


Architetture militari


Forte Gonzaga
Forte Gonzaga
Lo stesso argomento in dettaglio: Fortificazioni di Messina.

Castello del Santissimo Salvatore

Fu fatto edificare da Carlo V nel 1540 circa, sul braccio estremo della falce portuale, nel luogo in cui un tempo esisteva l'antica sede dell'Archimandritato del Santissimo Salvatore. Sulla torre "Campana", posta all'estremità, si trova una stele di 60 metri di altezza, che sostiene una grande statua benedicente della Madonna della Lettera in bronzo dorato (alta 6 metri), opera di Tore Edmondo Calabrò. La stele fu illuminata per la prima volta nel 1934 da papa Pio XI, che azionò dal Vaticano un radiocomando di Guglielmo Marconi; essa appare a chi giunge dal mare e in atto benedicente verso la prospiciente città.


Castel Gonzaga

È una delle fortificazioni di pregio di Messina, progettato dal Antonio Ferramolino da Bergamo, regio ingegnere militare, nel 1540 e costruito in posizione dominante, a Montepiselli, nell'ambito del progetto di costruzione di nuove possenti mura e fortificazioni per la città di Messina, voluto da Carlo V, che resero la piazzaforte la più munita del bacino del Mediterraneo. Prese il nome dal viceré dell'epoca don Ferrante I Gonzaga.


Real Cittadella

Imponente costruzione militare a pianta stellare (5 baluardi), situata all'imboccatura della falce del porto. Fu costruita dal 1678 al 1681 dagli spagnoli, per controllare la città dopo la rivolta del 1674. Essa è nota per i lunghissimi bombardamenti compiuti sulla città durante l'Assedio di Messina del 1848, quando la città insorse contro il dominio borbonico e fu semidistrutta dal fuoco delle artiglierie dell'esercito del regno delle Due Sicilie nel corso della repressione. Gran parte di essa è in stato di abbandono.


Forti Umbertini[92]

I Forti detti Umbertini sono così chiamati perché costruiti durante il regno di Umberto I di Savoia per la difesa dello Stretto. Sono 22 in tutto (13 sulla costa siciliana e 9 sulla costa calabra) e in genere sono posizionati su alture.

Un daino al Forte Puntal Ferraro. Sullo sfondo, lo stretto e la Calabria
Un daino al Forte Puntal Ferraro. Sullo sfondo, lo stretto e la Calabria

Altre strutture


Aree naturali


Messina vista dal mare
Messina vista dal mare
Il centro della città visto dal mare
Il centro della città visto dal mare

Esistono poi villette molto più piccole:

Necessitano di lavori per essere dati alla pubblica fruizione due importanti aree della città:


Società


Lo stesso argomento in dettaglio: Greci di Messina.

Evoluzione demografica


La popolazione cittadina ha raggiunto un massimo di 260 118 abitanti nel 1981, dopo di che è diminuita al ritmo di 1 000 abitanti l'anno. Il primo motivo del fenomeno è la cronica crisi occupazionale, il secondo il trasferimento verso i comuni limitrofi. Il censimento del 1911 registrò una drastica contrazione per il terremoto del 1908. Le vittime furono in realtà molto più numerose di quanto appaia da una semplice sottrazione tra i dati di quel censimento e quello precedente, perché la città, quasi interamente spopolata, fu ripopolata da abitanti di altre zone della Sicilia e della Calabria, attratti dalla ricostruzione e dai larghi vuoti apertisi negli impieghi pubblici e nel commercio. Le famiglie messinesi che abitavano la città da prima del 1908 sono oggi pochissime.[108] Popolazione storica (migliaia)[109]

Abitanti censiti[110]


Etnie e minoranze straniere


Secondo le statistiche ISTAT[111] al 31 dicembre 2018 la popolazione straniera residente nel comune era di 12 265 persone, pari al 5,3% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[111]


Religione


Statua della Madonna della Lettera sul Forte del Santissimo Salvatore
Statua della Madonna della Lettera sul Forte del Santissimo Salvatore

Secondo la tradizione cattolica, San Paolo, nel corso delle sue peregrinazioni per il Mediterraneo alla volta di Roma per diffondere la Buona Novella, sarebbe approdato nell'anno 41 d. C. a Messina, città già allora molto fiorente dal punto di vista economico grazie al suo porto.[112]

Qui egli, predicando la dottrina cristiana, avrebbe infiammato subito i cuori di molti messinesi e, tra essi, dei Senatori cittadini del tempo, i quali, saputo dall'Apostolo delle Genti dell'esistenza, a Gerusalemme, della Madre del Signore, decisero subito di recarvisi per chiedere la sua benedizione sulla Città.[112]

La Madonna scrisse di suo pugno e consegnò agli ambasciatori messinesi una Lettera, in cui Ella benediceva la Città e i suoi abitanti e si costituiva sua perpetua Protettrice. L'8 settembre del 42 d.C. la nave recò gli ambasciatori nella città dello Stretto con la Lettera di Maria, che la stessa Celeste mittente aveva arrotolato e legato con alcuni dei suoi capelli. Tale missiva risulterebbe essere conservata presso i Musei Vaticani a Roma. Secondo una leggenda, Maria avrebbe scelto di essere la patrona dei messinesi e non il contrario. Questa tradizione ha contribuito molto a radicare nella città il culto mariano.[112]

(LA)

«Vos et ipsam Civitatem benedicimus»

(IT)

«Benediciamo voi e la vostra Città»

(Dalla Lettera di Maria ai messinesi[112])

Da allora Messina per i cattolici divenne città mariana per eccellenza, vantando come credenziale l'essere stata scelta "direttamente dalla sua Patrona". Tale scelta sarebbe attestata da un'affermazione di Flavio Lucio Destro, del II secolo. Nel Duomo è custodita la reliquia del capello della Madonna, che viene portata in processione su un artistico vascelluzzo d'argento il giorno del Corpus Domini. Si racconta che a seguito di una pestilenza la popolazione di Palmi era ridotta notevolmente e il Senato Messinese decise di portare parte della Ciocca dei Capelli in processione a Palmi, quando arrivarono alle porte della cittadina calabrese la peste finì immediatamente. Per riconoscenza la domenica dopo il 15 agosto viene replicata a Palmi la processione della Vara (assunzione in cielo di Maria).[112]

I cattolici celebrano la festa della Madonna della Lettera il 3 giugno, con una partecipata processione del fercolo d'argento cesellato con la statuetta argentea della Madonna, modellata da Lio Gangeri nel 1902 e la reliquia del Capello di Maria contenuta in un prezioso ostensorio (la Lettera è andata perduta in uno dei tanti incendi che devastarono il Duomo nel corso della sua travagliata storia). La città di Messina ospita molte minoranze religiose i Pentecostali sono i più numerosi, ci sono anche testimoni di Geova, Mormoni, Valdesi e una forte concentrazione Islamica per via delle forti emigrazioni.[112]


Tradizioni e folclore


La festa del Venerdì Santo si snoda per le principali vie della città la processione delle Barette (Varette), risalente al 1610[113] e composta da undici gruppi statuari raffiguranti episodi della Passione di Cristo. Tale processione si è svolta a più riprese da più di 150 anni e deve il nome di Barette al fatto che nelle prime edizioni vi era solo il simulacro della Madonna Addolorata e un fercolo con il Cristo morto e cinque barette rappresentanti i misteri. Tra le ultime interruzioni quella durata qualche anno per il terremoto del 1908 e il periodo della seconda guerra mondiale. Nel corso degli anni si sono via via aggiunti altri simulacri fino a essere i ventuno odierni. Le barette rimangono custodite nell'Oratorio della Pace che ha un portale risalente al periodo preterremoto.

Il giorno della festa del Corpus Domini, dalla Cattedrale si snoda una lunga processione preceduta da fedeli cattolici incappucciati detti "Babaluci" e da tutte le associazioni, congregazioni e arciconfraternite religiose della città. Assieme all'ostensorio con il SS. Sacramento, portato sotto un ricco baldacchino in seta dall'Arcivescovo, viene portato a spalla il "Vascelluzzo" (piccolo vascello), fercolo in argento cesellato adornato di piccoli drappi rossi e spighe di grano. L'opera è un ex voto fatto dai messinesi in segno di ringraziamento verso la Madonna della Lettera che, secondo la leggenda, in occasione di varie carestie, fece giungere nel porto della città alcuni vascelli carichi di grano. Il Vascelluzzo viene conservato presso la Chiesa dei Marinai ed è esposto dietro un vetro di sicurezza oltre a due pesanti grate di ferro sovraesposte. La mattina del Corpus Domini viene portato a spalla da 16 persone, con un'andatura tale da far sembrare che il Vascelluzzo navighi nel mare, ed entra nel Duomo allo scoccare del mezzogiorno. Una volta arrivato all'altare maggiore viene posta al centro del vascelluzzo la reliquia della Ciocca di capelli della Madonna. Alla sera dopo la S. Messa il Vascelluzzo privo della reliquia viene riportato in processione alla Chiesa dei Marinai dove viene accolto con lo sparo dei fuochi d'artificio.[114]

La processione di Ferragosto
Lo stesso argomento in dettaglio: Vara di Messina.
Processione della Vara
Processione della Vara
I giganti Mata e Grifone
I giganti Mata e Grifone

La festa cattolica più importante è, però, quella che si svolge a ferragosto di ogni anno: viene portata in processione da migliaia di fedeli, vestiti di bianco e blu e a piedi scalzi, un'antica macchina votiva: la Vara, raffigurante le fasi dell'Assunzione della Vergine Maria al cielo. La Vara, alta circa 13 metri e mezzo, poggia su grandi scivoli metallici e presenta numerose figurazioni in materiali diversi di angeli, le due grandi sfere rotanti del Sole e della Luna e, in cima, la statua del Cristo che, con una mano, sorregge Maria, in atto di portarla all'Empireo; i fedeli la trascinano tirando le lunghe gomene (230 m ciascuna, spessore 5 cm) che vi sono attaccate alla base lungo il selciato precedentemente bagnato del corso Garibaldi, da piazza Castronovo a via I settembre e poi da via I settembre, arteria storica della città, fino a Piazza Duomo, dove la processione si conclude a sera. Dalle 23.00 un grande spettacolo pirotecnico, visibile da tutto lo Stretto, chiude la giornata di festa.

La Vara è una macchina trionfale, costruita per la prima volta nel 1535, in onore dell'imperatore Carlo V, in quell'anno in visita a Messina. Una importante testimonianza cinematografica della processione della Vara la si ha nel film Made in Italy, un film italiano a episodi del 1965 diretto da Nanni Loy. Si racconta che nel giugno del 1575 scoppiò a Messina una epidemia di peste che durò circa trent'anni procurando la morte di oltre 40 000 persone, dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) e in breve tempo si propagò anche a Reggio Calabria e nelle altre coste della Calabria. I cittadini di Palmi accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana e inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio. Superata la calamità, la città di Messina in segno di riconoscenza verso la cittadina calabrese, con delibera del Senato cittadino volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei presunti capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente a una lettera di benedizione e di protezione attribuita alla madre di Cristo.[115]

Lo stesso argomento in dettaglio: Giganti (folclore).

Nei giorni precedenti il 15 agosto, le vie della città sono percorse dalla processione festante dei due Giganti e del Cammello, assieme a numerosi gruppi folkloristici. In particolare, le due colossali statue a cavallo raffigurano i leggendari fondatori della città, la messinese Mata e il moro Grifone (detti "u giganti e a gigantissa").

Le statue derivano dai giganti processionali dell'antica tradizione catalana, ancora oggi presenti in molte zone della Catalogna e usati in occasione di varie festività, come Tarragona per la festa di Santa Tecla, o durante la fiesta Mayor de Reus che si svolge il giorno di San Pietro Reus. Il contatto con la dominazione catalana fece pervenire la tradizione dei giganti processionali che si è diffusa anche in Sicilia e oggi è legata al culto della Vergine Maria, come nel caso dei giganti Mata e Grifone della festa della Assunta a Messina e dei giganti Kronos e Mytia della festa della Madonna della luce di Mistretta, mentre il Cammello ricorda l'ingresso trionfale a Messina, all'inizio della conquista della Sicilia sottratta agli Arabi, del normanno Conte Ruggero I d'Altavilla, che secondo la tradizione avvenne proprio a dorso di cammello. [116][117]


Istituti, enti e associazioni


Messina è sede di:

copre la parte del territorio provinciale da Giardini Naxos a Oliveri oltre alle Isole Eolie
fondata nel 1548, incardinata su undici Facoltà
la più antica del mondo (XIII secolo)
già sede del Comando Marittimo Autonomo in Sicilia della Marina Militare
competente a eseguire le indagini tecniche di prassi nell'ambito dell'Italia meridionale e della Sicilia (in fase di trasferimento nei locali dell'ex intendenza di finanza di fronte alla sede del Comando Interregionale Caserma Culquater)
già ospedale militare (dal 1962 al 1988)
tra i primi cinque in Italia
di rilevanza nazionale[126]

Lotta alla Mafia


Negli ultimi anni, dopo le guerre di mafia che hanno insanguinato la città negli anni ottanta e novanta, sono nati, per opera soprattutto di giovani messinesi, movimenti che intendono opporsi al fenomeno mafioso come il Comitato di Addiopizzo Messina[128], che ha sede in via Roosevelt, nel quartiere Provinciale, in un locale confiscato alla Mafia[129].


Cultura


Messina ha fornito l'ambientazione di due opere teatrali di Shakespeare, Molto rumore per nulla e Il racconto d'inverno. Nell'agosto 2011 il consiglio comunale di Messina ha deliberato di concedere la cittadinanza onoraria post-mortem a William Shakespeare, i cui natali, secondo alcune ipotesi, sarebbero avvenuti proprio a Messina[130].


Istruzione



Biblioteche[131]


Università

L'Università di Messina, fondata nel 1548 da S. Ignazio di Loyola come "primum ac prototypum collegium Societatis Jesu", ovvero primo Collegio al mondo della Società di Gesù, conta oggi circa 52 000 iscritti ed è la terza università siciliana per numero di studenti (Palermo e Catania contano circa 62 000 iscritti). L'attività didattica è divisa in 11 facoltà, che offrono oltre 110 corsi di laurea.

In Provincia ha sede a Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Patti e Taormina.[136]

Istituti per l'Alta formazione artistica, musicale e coreutica
Istituti internazionali per la diffusione della lingua e della cultura

Musei

Particolare del polittico di S. Gregorio di Antonello
Particolare del polittico di S. Gregorio di Antonello
Particolare degli spazi espositivi del Tesoro del Duomo
Particolare degli spazi espositivi del Tesoro del Duomo
Museo Interdisciplinare Regionale[137]
Lo stesso argomento in dettaglio: Museo regionale (Messina).

Il Museo Regionale di Messina (ribattezzato MuMe), già "Museo Nazionale", passato alla Regione Siciliana in applicazione dell'autonomia isolana, fu concepito dopo il 1908 nei locali di un'antica filanda di seta, nella spianata di San Salvatore dei Greci (all'incrocio tra viale della Libertà e viale Annunziata) per accogliere quanto di artistico era stato possibile recuperare dalle macerie della città.

Le sezioni museali sono organizzate in modo da offrire, attraverso le testimonianze artistiche, un quadro cronologico della ricca storia culturale di Messina attraverso i secoli. Ospita, tra le opere più importanti, quelle dei numerosissimi artisti messinesi, Girolamo Alibrandi e poi Il Polittico di San Gregorio e un'altra tavoletta bifronte di Antonello da Messina e due tele di Michelangelo Merisi da Caravaggio, la Resurrezione di Lazzaro e l'Adorazione dei Pastori, opere di Alonso Rodriguez, Mattia Preti, Guercino, Onofrio Gabriello, Mario Minniti, Antonino Barbalonga Alberti, Colijn de Coter, Giovan Battista Quagliata, Matthias Stomer, Domenico Marolì.

Il Museo ospita inoltre una ricca mostra permanente degli argenti messinesi, a testimonianza delle straordinarie capacità artistiche degli argentieri messinesi. Dal 2010 è in corso il trasferimento nei moderni locali del nuovo Museo, adiacenti ai vecchi.

Museo della Cultura e Musica popolare dei Peloritani[138]

Il Museo della Cultura e Musica popolare dei Peloritani, inaugurato nel 1996 nella frazione "Gesso" della zona Nord della città. È aperto ogni domenica, oppure durante la settimana su prenotazione. Unico nel suo genere in Sicilia, basa l'allestimento museale sul criterio della multidisciplinarità: video, ipertesti, ascolto digitale, animazione con suonatori e cantori della tradizione, supporti letterari, fotografici, iconici, didascalici e didattici. Custodisce tutti gli strumenti musicali della tradizione peloritana, tra cui le zampogne (ciarameddi in dialetto), i flauti in canna (friscaletti), tamburi e tamburelli, scacciapensieri, conchiglie e una ricca documentazione fotografica.


Archivio Quasimodo[139]

Archivio - mostra permanente su Salvatore Quasimodo "La vita non è un sogno"

Raccoglie in una mostra permanente manoscritti, documenti, fotografie, pubblicazioni, onorificenze provenienti dall'Archivio Quasimodo, acquisito dalla Provincia regionale di Messina. La mostra, finalizzata a esaltare gli aspetti fondamentali della vita e delle opere di Salvatore Quasimodo (che visse gran parte della sua vita nella città dello Stretto), si articola in nove sezioni dove sono esposte alcune opere significative del poeta ma anche del traduttore, del critico d'arte, del critico teatrale e perfino del librettista di opere musicali. A corredo dell'importante patrimonio artistico vi sono numerose fotografie, autografi e illustrazioni. Si trova all'interno dei locali della Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea di via XXIV maggio.

Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea[140]

Aperta nel 1998, si trova presso la sede della Provincia Regionale di Messina (con ingresso da via XXIV maggio) la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea nella quale sono esposte opere di noti artisti come Renato Guttuso, Giuseppe Migneco, Felice Casorati, Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Max Liebermann, Franco Angeli, Agostino Bonalumi, Mimmo Rotella, Corrado Cagli, Giuseppe Santomaso, Toti Scialoja, Howard Hodkin, Mario Mafai, Alighiero Boetti, Felice Canonico, Giuseppe Mazzullo, Carlo Morganti, Jonathan Togo, Mario Calandri, Victor Pasmore, Concetto Pozzati.

Mostra dei tesori della Cappella Palatina in San Giovanni di Malta[141]

Allestito nei locali della chiesa di San Giovanni di Malta, nella via omonima, storica sede dell'ordine dei Cavalieri di Malta, custodisce numerosi esempi di arte sacra negli ambiti soprattutto dell'argenteria e dell'oreficeria (campi in cui Messina fu tra le principali città d'Italia in passato) e dei paramenti liturgici in seta, riccamente ricamati. All'interno vi sono le tombe di San Placido, San Martino e Francesco Maurolico, con relativi affreschi, e il crocifisso che parlò a Sant'Annibale Di Francia.

Tesoro del Duomo[142]
Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Messina.

Il Tesoro del Duomo di Messina, custodito ed esposto nel corpo aggiunto sulla fiancata Sud del tempio, è una ricchissima raccolta di preziosi oggetti di culto appartenuti alla Cattedrale sin dal Medioevo, in massima parte argenteria opera della rinomata scuola orafa messinese. Il pezzo più prezioso del Tesoro è la cosiddetta "Manta d'oro", preziosissimo rivestimento del quadro della Madonna della Lettera nelle grandi feste, tutta d'oro finemente cesellato con motivi floreali e geometrici; è opera dell'orafo fiorentino Innocenzo Mangani, che la eseguì nel 1668. Il Tesoro custodisce inoltre una ricchissima collezione di paramenti e oggetti sacri; anche qui spiccano i lavori di orafi e argentieri messinesi.

Museo "Sant'Annibale Maria Di Francia"[143]

Realizzato nei pressi del Santuario-Basilica di S. Antonio di Padova, nell'annesso Istituto dei Padri Rogazionisti, è stato realizzato su progetto dell'architetto Livio Lucà Trombetta e inaugurato nel 2000 da mons. Ignazio Cannavò, Arcivescovo emerito di Messina. Il museo riproduce, in scala 1/2, il quartiere "Avignone", il più malfamato della Messina preterremoto, luogo d'azione del messinese Sant'Annibale Maria Di Francia, canonizzato nel 2004. Il Museo custodisce anche oggetti provenienti dal quartiere, tutti i ricordi e le vesti del Santo. Si trova all'incrocio tra la via Santa Cecilia e la via Cesare Battisti.

Acquario comunale[144]

Sito sul lato settentrionale della centrale "villa Mazzini", fu costruito verso la fine degli anni cinquanta dall'Istituto talassografico del CNR di Messina. L'acquario, successivamente passato alla proprietà comunale, oggi ospita in 22 vasche mediterranee e 8 acquari che riproducono ambienti acquatici del mondo circa 100 specie ittiche. Vi è annesso un museo della fauna marina. Nasce da un'idea, del 1868, del naturalista tedesco Anton Dohrn per osservare e studiare la fauna dello Stretto. L'acquario di Messina, unica struttura di tal genere in Sicilia, fa parte, insieme a Milano, Napoli, Livorno e Trieste, del ristretto gruppo di Acquari storici d'Italia. Al suo interno vi sono presenti specie endemiche dello Stretto di Messina, uniche al mondo.

Museo zoologico "Cambria"[145]

Il museo zoologico "Cambria", di pertinenza del Dipartimento di Biologia animale ed ecologia marina della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Ateneo messinese, è sito nei locali del dipartimento nel polo universitario di contrada Sperone, nella zona Nord della città. Di notevole interesse naturalistico, conserva ricche collezioni di vertebrati, insetti e molluschi, con particolare riferimento alla fauna dello Stretto di Messina.

Osservatorio sismologico[146]

Dati di osservazione sismologia e rilevazione meteorologica, consultazione biblioteca. Si trova in via Osservatorio.

Orto botanico "Pietro Castelli"

Fondato nel 1638, è uno dei tre orti botanici siciliani. Si trova all'incrocio tra la circonvallazione e la via Pietro Castelli.

Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina[147]

Il Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina, fondato nel 2003 con il patrocinio del Comune di Messina e dell'UNESCO, è ospitato nei locali del Forte Cavalli uno dei tanti costruiti su entrambe le sponde dello Stretto intorno al 1890 per difendere il braccio di mare da una paventata invasione francese. Il percorso espositivo, partendo dagli studi balistici del generale Giovanni Cavalli, inventore della rigatura dei cannoni, racconta la storia della difesa dello Stretto dal periodo post-unitario alla seconda Guerra Mondiale mediante tavole iconografiche e oggetti appartenenti alla struttura. Il forte custodisce anche il più grande cannone italiano della seconda guerra mondiale (16 tonnellate per 10 metri di lunghezza), donato dal Ministero della Difesa e dichiarato Monumento ai Caduti di tutte le Guerre.

Mostra dei Pupi[148]

Sono esposti centinaia di Pupi e manoscritti di fine '800 inizio Novecento, teste e tele di Vasta e Marino, una serie di attrezzi atti alla costruzione dei "pupi", scenografie, foto degli spettacoli. Teatro "Rosario Gargano" c/o Istituto "Angelo Pajno" di Messina, a Gravitelli.


Media



Radio[149]


Stampa

Quotidiani


Televisione Televisioni locali italiane (Sicilia)



Cinema

Messina, città del mito e tragico scenario del terremoto del 1908 che rase al suolo la città, è una delle più «gettonate» città del cinema siciliane.

I primissimi filmati girati a Messina risalgono alla fine dell'Ottocento e sono stati girati da un operatore della casa Lumière:

Il terribile cataclisma del 1908 colpì la fantasia di scrittori e registi:

Dopo il terremoto, vengono girati a Messina alcuni film a soggetto e storici:


Musica

Lorenzo Perosi ha dedicato alla città di Messina la sua Suite n.4 per ricordare la più grande catastrofe naturale - i 37 secondi più lunghi - che la storia europea ricordi in tempi storici[senza fonte]. La composizione sinfonica è stata eseguita in prima assoluta nella stessa città nel 2019, sotto la direzione del M° Giuseppe Ratti[159].


Cucina[160]


Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina messinese.
Pidoni
Pidoni

Le specialità della cucina messinese sono i piatti a base di pesce e frutti di mare: pesce spada, pesce stocco, cozze, costardelle, neonata e tonno. A base di carne, le braciole (taglio unico e diverso dal resto d'Italia) e il falsomagro. Dolci tipici messinesi sono: la pignolata glassata, il bianco e nero, i cannoli di ricotta con la variante al cioccolato, la cassata siciliana. Tipici anche la focaccia messinese (scarola riccia, acciughe dissalate pepe nero e formaggio tuma), il pane alla disgraziata[161][162] i rustici (arancini, i pidoni, mozzarelle in carrozza e sfoglie) e la granita, dai gusti vari (fragola, limone, mandorla, gelsi, cioccolato, pistacchio e, molto apprezzata, la granita al caffè con panna) accompagnata dalla famosa brioscia, molto diversa dalle brioches settentrionali sia nella forma sia nel sapore. I piatti della tradizione legati alle varie ricorrenze liturgiche sono: i pidoni (una specie di calzoni ripieni di scarola bianca riccia, acciughe sotto sale e scamorza venivano preparati il giorno dell'annunciazione il 25 marzo, ma anche in molte altre occasioni per esempio il giorno di san Giuseppe, il lunedì di Pasqua, il giorno dell'immacolata, la vigilia di natale, il giorno di santo Stefano). U ciusceddu (piatto a base di carne bovina tritata, ossi di vitello, ricotta fresca, uova, pangrattato formaggio maiorchino, pomodori, cipolla sedano e prezzemolo), era d'uso prepararlo il giorno di Pasqua e la pasta 'ncaciata (gli ingredienti per la preparazione sono: carne bovina, un pollo novello, fegatini, carne magra bovina tritata, uova, salame sant'Angelo di Brolo, scamorza, formaggio pecorino stagionato, pangrattato, melanzane, salsa di pomodoro, cipolla, pasta del tipo corta liscia, prezzemolo, basilico, strutto, sale e pepe nero macinato). Questo piatto tipico era consuetudine preparalo il 15 agosto festa dell'Assunta una festa molto sentita nella città di Messina dove viene portata in processione la Vara, una maestosa macchina votiva di forma piramidale, alta circa 14 metri e dal peso di circa 8 tonnellate.


Fiera Internazionale[163]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fiera Internazionale di Messina.
Insegna della Fiera Internazionale di Messina
Insegna della Fiera Internazionale di Messina

Presso il quartiere fieristico si è svolta fino al 2012 la grande campionaria internazionale (ogni anno, dal 1 al 15 agosto) e numerose altre manifestazioni fieristiche di settore nel corso dell'anno.

La Fiera di Messina è la più antica del mondo fu fondata il 2 aprile 1296 da Federico II d'Aragona il quale consentì che i messinesi, per quindici giorni l'anno, aprissero una fiera sgravata dagli obblighi tributari.

Con l'ultima campionaria nel 2012 si è conclusa la fiera che a più ripresa ha avuto più di settecento anni di vita.Il complesso fieristico è stato definitivamente chiuso e demolito al suo posto sorgerà il proseguio della passeggiata a mare [164]


Geografia antropica



Suddivisioni amministrative


Mappa del territorio comunale suddiviso nelle sei circoscrizioni
Mappa del territorio comunale suddiviso nelle sei circoscrizioni
Lo stesso argomento in dettaglio: Circoscrizioni di Messina.

Il territorio del comune di Messina è suddiviso in sei circoscrizioni[165].


Area metropolitana di Messina[166]


L'area metropolitana di Messina, ad oggi ancora inattuata, è stata istituita nel 1986 dalla Regione Siciliana e delimitata con un decreto del 1995. Essa includerebbe 51 comuni su una superficie di 1135 km² e sarebbe caratterizzata da una ininterrotta conurbazione costiera nastriforme di 150 km compresa tra Furnari sul Tirreno e il fiume Alcantara sullo Jonio, passando per Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Lipari, Taormina e Giardini Naxos.


Economia



Agricoltura e allevamento


Particolarmente rilevante in passato, quando annoverava pregiatissime produzioni derivate come la seta e i derivati agrumari, ancor oggi l'agricoltura riveste un ruolo importante nell'economia messinese.

Le attività agricole e d'allevamento sono ancor oggi praticate nelle campagne dei villaggi del Comune di Messina. Tra le produzioni agricole, spiccano:

Diffuso è anche l'allevamento di vari tipi di animali da carne rossa in particolare di ovini, di cui è tradizione in città mangiarne le carni cotte in forno a legna, ma soprattutto di bovini le cui interiora vengono arrostite sulla brace e vendute anche per strada, piatto che in dialetto messinese vengono chiamate: taiuni, virina e paddi i boi[169]. Il latte fresco, viene utilizzato per la produzione di:


Artigianato e industria


Il settore secondario non è particolarmente sviluppato in città, dove è (ed era) imperniato sulle industrie di medie dimensioni, in diverse sedi:

Un capitolo a parte è invece il settore della cantieristica navale, vivo e presente nella zona falcata del porto cittadino, sede dei cantieri navali Rodriquez (ora Intermarine) e dei cantieri navali Palumbo


Servizi


Il terziario è, storicamente, il "settore trainante" dell'economia cittadina. Ciò è dovuto in parte alla presenza del porto, che in passato era un importante scalo d'esportazione per i prodotti locali (vino, seta, e, su tutto, i derivati agrumari)[174] e ancora oggi è un importante scalo merci (in particolare, materie prime e materie lavorate da/per le industrie di trasformazione del territorio).


Turismo


Messina vista dal mare
Messina vista dal mare

Il settore turistico si è sviluppato negli ultimi anni con la presenza annuale in città dei croceristi, risollevando Messina da una grave crisi nel settore dovuta alla vicinanza dei grandi poli di attrazione di Taormina e delle Isole Eolie (che fanno della provincia la seconda più visitata del Meridione d'Italia dopo Napoli e la prima in Sicilia). Nel 2017, sono 367 269[7] i croceristi che sono sbarcati al porto della città.

Con le dovute distinzioni tra turisti e non turisti, le statistiche danno il settore turistico in netta crescita rispetto agli anni passati, soprattutto per quanto riguarda le presenze di turisti stranieri, attratti dalle bellezze artistiche (centro storico e monumenti, Museo Regionale con le famose opere di Antonello e Caravaggio) e da quelle naturalistiche (Capo Peloro, laghi di Ganzirri, monti Peloritani).[175].

Particolarmente vivo il settore balneare, che registra un notevole interesse da parte di cittadini e turisti, in particolare per le coste della zona Nord, intorno a Capo Peloro (il punto più vicino alla costa calabrese, in cui sorge il famoso faro), che si affacciano sul Mar Ionio (e dunque sullo Stretto) e sul Mar Tirreno. Anche qui è necessaria una netta distinzione tra turisti e i cittadini che risiedono fuori per motivi di lavoro e che ritornano in città per le vacanze estive, aumentando certamente i consumi, ma non potendo essere definiti turisti nel senso tecnico della parola.[176].


Infrastrutture e trasporti



Strade


L'Autostrada A18
L'Autostrada A18

La tangenziale autostradale di Messina è parte della A20 Messina-Palermo[177] che attraversa il territorio urbano da sud alla zona centro-nord. Ci sono 7 svincoli: Messina sud Tremestieri, Messina San Filippo, Messina Gazzi, Messina Centro, Messina Boccetta, Messina Giostra-Annunziata, Messina nord Villafranca. La città è servita anche dalla A18 Messina-Catania.


Ferrovie


Metroferrovia di Messina
 Messina Centrale
 Fiumara Gazzi
 Contesse
 Tremestieri
 Mili Marina
 Galati
 Ponte Santo Stefano
 Ponte Schiavo
 San Paolo
 Giampilieri

Le stazioni ferroviarie principali sono:

Dal 2010 lungo parte della ferrovia Messina-Siracusa è attivo un servizio ferroviario suburbano noto come Metroferrovia di Messina; gestito da RFI, il servizio interessa 10 stazioni su 15 km interamente elettrificati e a doppio binario.


Porti


Lo stesso argomento in dettaglio: Porto di Messina.
Ingresso del porto
Ingresso del porto
Veduta del porto di Messina con la caratteristica falce e di parte della città
Veduta del porto di Messina con la caratteristica falce e di parte della città

Messina, sede di Autorità portuale, possiede il più grande porto naturale attrezzato della Sicilia. Messina è collegata al continente con servizi di traghetti e aliscafi sia per Villa San Giovanni (24 ore al giorno, 7 giorni la settimana) sia per Reggio Calabria. I collegamenti con Villa San Giovanni permettono il trasporto dei convogli ferroviari.[6] A Messina fanno capo servizi Ro-Ro denominati commercialmente "autostrada del mare".

Il porto di Messina è il decimo in Italia (dopo Civitavecchia, Venezia, Napoli, Livorno, Savona, Genova, Bari e Palermo, La Spezia) per attività crocieristica, con traffico crescente.[7]

Dal 2006 la città si è dotata di un secondo porto, costituito da due invasature per le navi traghetto che trasportano camion verso la Calabria. Il nuovo porto sorge nella periferia meridionale, nel sobborgo di Tremestieri, ed è agevolmente raggiungibile grazie al collegamento con lo svincolo Messina Sud - Tremestieri della tangenziale di Messina. Il nuovo porto mira ad assorbire la gran parte del traffico gommato pesante in attraversamento liberandone il centro cittadino. In progetto è anche il trasferimento nel nuovo approdo, opportunamente ampliato, delle Autostrade del Mare. Tuttavia, nonostante le ipotesi fatte finora, il problema dell'attraversamento urbano risulta ancora critico.[178]


Mobilità urbana


La città dispone di una rete di autoservizi urbani gestiti dalla società ATM[179]. La città dal 3 aprile 2003 è servita per circa 7,7 chilometri dello sviluppo longitudinale del centro urbano da una linea tranviaria. Il servizio tram è integrato dal parcheggio a raso Annunziata al capolinea nord e dal parcheggio a raso Gazzi Zir al capolinea sud.[180]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tranvia di Messina.

Dal 1917 al 1951 era presente una rete di tranvie urbane realizzata a partire dall'elettrificazione delle due linee tranviarie a vapore Messina-Giampilieri e Messina-Barcellona.[181]


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Messina.

A seguito del turno elettorale del 12 giugno 2022, viene eletto sindaco di Messina Federico Basile, proclamato il successivo 16 giugno.


Consolati


Messina ospita i consolati di Danimarca, Germania, Islanda, Norvegia, Federazione Russa e Spagna[182].


Gemellaggi



Altre informazioni amministrative


Il comune di Messina fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.5 (Montagna litoranea di Messina)[185].


Sport



Sport di squadra


La Curva Sud dello stadio San Filippo di Messina
La Curva Sud dello stadio San Filippo di Messina

Maratona


Negli ultimi anni si è sviluppato un interesse crescente per le maratone al punto che ora sono presenti due importanti appuntamenti in città. La Messina Marathon[188] che si disputa nella seconda metà di aprile che si disputa lungo il percorso della riviera nord; e la maratonina di mezzagosto che si disputa in notturna nel circuito ricavato nelle strade del centro.[189]


Ciclismo


Messina è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia:


Motori


L'ACI Messina organizzava annualmente il Rally Internazionale di Messina, valido per il campionato nazionale. La corsa automobilistica si snodava su percorsi interamente asfaltati, per un totale di oltre 500 km, su strade della città e della provincia. Altre gare automobilistiche che si sono svolte nell'ambito comunale sono state lo slalom Kalonerò nella strada che sale al villaggio di San Placido Calonerò[190], e lo slalom dei Colli Sarrizzo che ricalca la storica Coppa San Rizzo (o Sarrizzo)[191]. L'ultima gara di auto la "Ronde dei Peloritani"[192] svolta fino al 2013, su un'unica "prova speciale", ripetuta più volte, era ricavata lungo le strade dei Colli Peloritani appunto, ma non ha avuto lo stesso successo dei rally organizzati negli ottanta e novanta. Rimangono però gli appassionati che partecipano attivamente ai rally come equipaggi nelle gare che si svolgono in tutta la Sicilia. Sono rimaste come gare automobilistiche lo slalom di Salice dal 2017 e poi una sola prova speciale del Rally del Tirreno che parte sempre dalla frazione di Salice e percorrendo le strade dei colli San Rizzo giunge fino alla frazione di Gesso.


Vela


A Messina vengono svolte diverse regate veliche più o meno importanti tra cui sono stati organizzati per esempio nel 1982 i campionati mondiali di windsurf[193]. I circoli nautici messinesi, tra cui il Circolo Tennis e Vela Messina[194], Lega Navale Messina[195] e la Motonautica Peloritana[196] assicurano durante tutto l'anno delle basi d'appoggio per poter praticare lo sport della vela.


Impianti sportivi



Curiosità



Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Delimitazione ambito territoriale della minoranza linguistica greca di Messina (PDF), su provincia.messina.it. URL consultato il 2 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2013). (PDF)
  3. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 392, ISBN 88-11-30500-4.
  6. Movimenti portuali italiani (PDF) [collegamento interrotto], su assoporti.it.
  7. Traffico crocieristico al 2016 (PDF), su risposteturismo.it. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  8. Università degli Studi di Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  9. La catastrofe sismica del 28 dicembre 1908, su ingvterremoti.wordpress.com. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  10. Geografia di Messina, su comuni-italiani.it, 22 agosto 2017. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 luglio 2016).
  11. Distanza Messina-Catania, su distanzechilometriche.net. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  12. Distanza Messina-Palermo, su distanzechilometriche.net. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  13. Mito di Scilla e Cariddi, su elicriso.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  14. Il periodo Messininano, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  15. Territorio di Messina, su comune.messina.it, 22 agosto 2017. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2016).
  16. L'alluvione di Messina, su books.google.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  17. Cresce la produzione di agrumi Bio in Sicilia, su greenplanet.net. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2017).
  18. Vino Faro DOC, su stradedeivini.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2017).
  19. Birrificio Messina, su tempostretto.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  20. Fiera di Messina, su lecodelsud.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 18 agosto 2016).
  21. A Messina, il restyling della nave Sharden della Tirrenia, su strettoweb.com. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  22. Messina e i colli ricoperti di neve, su gazzettadelsud.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  23. 31 dicembre 2014: un anno fa la grande nevicata di Messina e Reggio Calabria [FOTO], su StrettoWeb, 31 dicembre 2015. URL consultato il 1º dicembre 2022.
  24. Le foto della nevicata di Messina del 30 gennaio 1999, su meteoweb.eu. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  25. 420.xls (PDF), su clima.meteoam.it. URL consultato il 6 settembre 2010 (archiviato il 22 luglio 2011).
  26. La storia di Messina, su vmaison.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  27. Messina, storia di una città sconosciuta, su gazzetta.arkekairos.org. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  28. Storia di Messina, su florinpiscitello.wordpress.com, 22 agosto 2017. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2016).
  29. Massimo Costa. Storia istituzionale e politica della Sicilia. Un compendio. Amazon. Palermo. 2019. Pagg. da 28 a 43 - ISBN 9781091175242
  30. La dominazione romana a Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  31. I bizantini a Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  32. Gli Arabi a Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  33. I Normanni a Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  34. Dominazione sveva a Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  35. Copia archiviata, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  36. Cornelius Walford, An Outline History of the Hanseatic League, More Particularly in Its Bearings upon English Commerce (PDF), p. 98. URL consultato il 30 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
    «The following cities were also connected with the League, but did not have representation in the Diet, nor responsibility: (…) Marseilles, Messina, Naples»
  37. Terza Crociata, su mondes-normands.caen.fr. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2016).
  38. Battaglia di Lepanto, su giustiniani.info. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 26 dicembre 2018).
  39. Storia della città di Messina, su larderiaweb.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 31 maggio 2017).
  40. Storia di Messina, su comunemessina.gov.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  41. Terremoto di Messina del 1908, su globalgeografia.com. URL consultato il 25 novembre 2009 (archiviato il 3 gennaio 2010).
  42. I terremoti di 1975 e 1978 nello Stretto di Messina: quelle scosse così forti ma dimenticate da tutti, su meteoweb, 13 febbraio 2018. URL consultato il 13 febbraio 2018 (archiviato il 13 febbraio 2018).
  43. Stemma e gonfalone della città di Messina (PDF), su comune.messina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  44. Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 6 dicembre 2018 (archiviato il 20 novembre 2018).
  45. Gli stendardi del Comune e della Provincia decorati con la Gran Croce dell´Ordine di San Danilo I, su Tempo Stretto - Ultime notizie da Messina e Reggio Calabria, 25 giugno 2007. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  46. Duomo di Messina, su messinarte.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  47. Chiesa dei Catalani, su torrese.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 4 ottobre 2017).
  48. Chiesa del SS Salvatore Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  49. Basilica di Sant'Antonio di Padova Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  50. Sacrario di Cristo Re, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  51. Santuario della Madonna di Montalto, su santuariomontalto.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  52. Chiesa di Sant'Elia Messina Archiviato il 23 agosto 2017 in Internet Archive.
  53. Chiesa di San Francesco all'Immacolata, su siciliainfesta.com. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  54. Chiesa di San Giovanni di Malta Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  55. Chiesa delle Madonne delle Grazie Messina, su ganzirri.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  56. Badiazza Messina, su messinastorica.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2017).
  57. Chiesa di San Tommaso Apostolo il Vecchio, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  58. Chiesa del Carmine Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  59. Chiesa di Santa Maria Alemanna Messina, su ilovemessina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  60. Guide di Messina: Chiesa del monastero di San Paolo di Giuseppe Martinez, da Guida manuale di Messina, 1874 Archiviato il 26 settembre 2019 in Internet Archive..
  61. Palazzo Arcivescovile Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  62. Palazzo della Cassa di Risparmio Messina, su zonzofox.com. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  63. Palazzo dell'Università Messina, su viaggiart.com. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  64. Palazzo delle Poste Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  65. Palazzo del Governo Messina, su torrese.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  66. Palazzo della Camera di Commercio, su zonzofox.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  67. Palazzo dei Leoni Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  68. Loggia de' Negozianti Archiviato il 6 luglio 2016 in Internet Archive., p.43
  69. Palazzo della Dogana Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  70. Palazzo del Banco di Sicilia, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  71. Monumenti a Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  72. Monumento ai caduti Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  73. Monumento alla batteria Masotto, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  74. Porta Grazia Messina, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 3 luglio 2017).
  75. Statua di Messina riconoscente per la concessione del Portofranco, su messinacitta.wordpress.com. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato il 23 agosto 2017).
  76. Statua di Ferdinando II di Borbone, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 3 luglio 2017).
  77. Statua di Carlo III di Borbone, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 3 luglio 2017).
  78. Statua al Santo Annibale Maria di Francia, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  79. Statua di Gaetano Martino, su lescalinatedellarte.com. URL consultato il 9 maggio 2020 (archiviato il 23 agosto 2017).
  80. Monumento a Papa Giovanni Paolo II, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  81. Fontana Senatoria Messina, su torrese.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  82. Fontana Falconieri Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  83. Fontana Bios Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  84. Fontana dei 4 cavallucci, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  85. Fontana del Brugnani, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  86. Fontana in ghisa, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  87. Fontana della Pigna, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  88. Fontana di Piazza della Repubblica, su zonzofox.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  89. Fontanella Arena, su mondodelgusto.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  90. Messina, inaugurata a piazza Cairoli la fontana multicolore, su gazzettajonica.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  91. Il Gran Camposanto di Messina Archiviato il 21 agosto 2009 in Internet Archive.
  92. I Forti Umbertini di Messina, su messinafortificata.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  93. Forte Castellaccio Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  94. Castello Mategrifone, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 3 luglio 2017).
  95. Torre della Lanterna, su universome.unime.it (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  96. Torre di Contesse, su messinafortificata.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  97. Stazione semaforica Spuria (PDF), su regione.sicilia.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  98. Sistema costiero - contraereo "f.a.m.", su cariddiweb.wordpress.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  99. Villa Giuseppe Mazzini, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  100. Villa Dante Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  101. Villa Sabin Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  102. Colli Sarrizzo Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  103. Villetta Quasimodo, su nuovosoldo.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  104. Piazza Castronovo Messina, su tempostretto.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  105. Piazza Santa Caterina Valverde, su colapisci.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  106. Parco Aldo Moro, ancora nessun accordo, su tempostretto.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  107. Foresta di Camaro, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  108. Popolazione Messina al 2016, su tuttitalia.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  109. P. Malanima, L’economia italiana. Dalla crescita medievale alla crescita contemporanea, Bologna, Il Mulino, 2002 (Appendix 2).
  110. Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  111. Popolazione straniera residente a Messina al 31 dicembre 2018, su demo.istat.it. URL consultato il 31 agosto 2019 (archiviato il 16 settembre 2019).
  112. Religione a Messina, su messinafortificata.it, 23 agosto 2017. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 22 luglio 2016).
  113. Processione delle Barette, su messina.confraternitasscrocifisso.it.
  114. Storia della processione del Vascelluzzo, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  115. La Vara di Messna, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 22 luglio 2016).
  116. Il Cammello, su messinaweb.eu. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  117. I Giganti, su reportageonline.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  118. Conservatorio Arcangelo Corelli Messina, su consme.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  119. Accademia Peloritana dei Pericolanti, su ww2.unime.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2017).
  120. Istituto Teologico San Tommaso, su itst.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  121. Banda della Brigata Aosta, su esercito.difesa.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  122. Comando interregionale, su strettoweb.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  123. Comando 6ª Squadriglia della Guardia Costiera, su guardiacostiera.gov.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 28 luglio 2017).
  124. Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza, su gdf.gov.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  125. Ospedali a Messina, su messina.corriere.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 23 agosto 2017).
  126. Centro Neurolesi Bonino Pulejo, su centroneurolesi.it. URL consultato il 9 maggio 2020 (archiviato il 17 dicembre 2014).
  127. CAS Messina, su autostradesiciliane.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2017).
  128. Comitato Addiopizzo Messina, su addiopizzomessina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  129. Finalmente una sede per “Addiopizzo Messina” - MessinaWebTv - La tua WebTv, su messinaweb.tv. URL consultato il 16 marzo 2014 (archiviato il 17 marzo 2014).
  130. William Shakespeare cittadino onorario post mortem di Messina, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  131. Biblioteche di Messina, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  132. [collegamento interrotto]
  133. Copia archiviata, su seminariomessina.net. URL consultato l'8 agosto 2006 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2006).
  134. |- Università degli Studi di Messina -| Archiviato il 21 luglio 2006 in Internet Archive.
  135. SBA Messina, su antonello.unime.it. URL consultato il 9 maggio 2020 (archiviato il 29 ottobre 2019).
  136. Università di Messina, su unime.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 25 agosto 2017).
  137. MuMe, su gazzettadelsud.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  138. Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, su museomusicapeloritani.it. URL consultato il 9 maggio 2020 (archiviato l'8 marzo 2020).
  139. Archivio Quasimodo, su cittametropolitana.me.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  140. Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea (PDF), su regione.sicilia.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  141. Mostra dei tesori della Cappella Palatina in San Giovanni di Malta, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  142. Tesoro del Duomo, su messinarte.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  143. Museo "Sant'Annibale Maria Di Francia, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  144. Acquario comunale, su acquariomessina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  145. Museo zoologico Cambria, su viaggiart.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  146. Osservatorio sismologico, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  147. Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  148. Mostra dei Pupi, su pti.regione.sicilia.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  149. Radio a Messina, su radiomap.eu. URL consultato il 23 agosto 2020.
  150. Gazzetta del Sud Messina, su gazzettadelsud.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  151. Riapre la sede di La Sicilia a Messina, su lasicilia.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  152. giornale di Sicilia Messina, su gds.it. URL consultato il 2 agosto 2021.
  153. Copia archiviata, su lescalinatedellarte.com. URL consultato il 9 maggio 2020 (archiviato il 19 agosto 2019).
  154. Copia archiviata, su movieplayer.it. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  155. Copia archiviata, su comingsoon.it. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  156. Copia archiviata, su tempostretto.it. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  157. Copia archiviata, su ilcittadinodimessina.it. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  158. Copia archiviata, su fictionitalianews.com. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  159. Rosaria Landro e Antonio Morreale, PRIMA MONDIALE DELLA SUITE N.4 “MESSINA” DI PEROSI E LA QUARTA SINFONIA DI CIAJKOVSKIJ AL TEATRO VITTORIO EMANUELE, su GLOBUS Magazine, 2 maggio 2019. URL consultato il 18 maggio 2020.
  160. Gastronomia a Messina, su torrese.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 4 marzo 2018).
  161. Prodotti Agroalimentari tradizionali Italiani e di Sicilia Archiviato il 21 novembre 2011 in Internet Archive.
  162. Pagnotta alla disgraziata - prodottitipici.com, su prodottitipici.com. URL consultato il 5 luglio 2011 (archiviato il 22 settembre 2012).
  163. Fiera Internazionale di Messina, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  164. fiera, su tempostretto.it.
  165. Circoscrizioni di Messina, su comune.messina.it. URL consultato il 06-12-12 (archiviato il 6 gennaio 2013).
  166. Città Metropolitana di Messina, su cittametropolitana.me.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  167. Vino DOC Faro, su stradedeivini.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2017).
  168. Birrificio Messina, su birrificiomessina.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  169. Taiuni, virina e paddi i boi, su strettoweb.com. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  170. Caseificio Calogero, Ricotta, su aziende.agraria.org. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  171. Caseificio Calogero, Mozzarella ed altri latticini, su aziende.agraria.org. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  172. Zir, area degradata, su messinaweb.tv. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  173. Località Larderia, su birrificiomessina.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  174. Esportazione a Messina, su dicearco.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  175. Messina, le iniziative turistiche del comune, su strettoweb.com. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  176. Messina al via la stagione balneare, su fibaconfesercenti.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  177. Autostrade a Messina, su autostradesiciliane.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2017).
  178. Porto di Tremestieri, su tempostretto.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  179. ATM Messina, su atmmessinaspa.it. URL consultato il 23 agosto 2020.
  180. Tranvia di Messina, su mondotram.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  181. Rete tranviaria di Messina, su ferroviedimenticate.a-f-s.it (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
  182. MAECI, Cerimoniale diplomatico della Repubblica, Consolati di carriera ed onorari esteri in Italia. Roma, 21 novembre 2018 (PDF), su esteri.it. URL consultato il 26 novembre 2018 (archiviato il 4 dicembre 2018).
  183. Gemellaggio Messina-Messene, su tempostretto.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  184. 2014 Gemellaggio Messina-Assisi Archiviato il 14 luglio 2014 in Internet Archive.
  185. GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014 (archiviato il 9 febbraio 2014).
  186. ASD Handball Messina, su handballmessina.it (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  187. Kings Messina, su fisr.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  188. Messina Marathon, su messinamarathon.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  189. Maratona di Ferragosto, su strettoweb.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  190. Slalom Kalonerò, su milisanmarco.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  191. Slalom Colli Sarrizzo [collegamento interrotto], su tele90.it.
  192. Ronde dei Peloritani, su gazzettadelsud.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  193. Mondiali di Windsurf Messina, su meridionews.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  194. Circolo del tennis e della Vela, su ctvmessina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  195. Lega Navale di Messina, su leganavale.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  196. Motonautica Peloritana, su strettoweb.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  197. Palestra Juvara, su comune.messina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  198. Impianti CUS Unime, su cusunime.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  199. Palanebiolo, dal 2017 torna allo sport, su messinaora.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  200. Campo di atletica Cappuccini, su fidalmessina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2017).
  201. Piscina Cappuccini, su bambinopoli.it.
  202. Palestra comunale Ritiro, su strettoweb.com. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  203. Campo Salvo Santamaria, su fidalmessina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2017).
  204. Piscina comunale Graziella Campagna, su nuotoinpiscina.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  205. PalaMili di Messina, su tempostretto.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  206. Palazzetto di Gravitelli, su radiostreet.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  207. Palestra Evemero, su evemeroscuole.gov.it. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  208. Mečnikov scoprì la fagocitosi a Messina nel 1882, su giustiniani.info. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 26 dicembre 2018).
  209. Lanterna di San Raineri, su messinafortificata.it. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato il 24 agosto 2017).
  210. Territorio di Messina, su srvwebced.comune.messina.it. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2016).

Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 146699997 · ISNI (EN) 0000 0001 2184 6492 · SBN NAPL002153 · LCCN (EN) n79046135 · GND (DE) 4038833-5 · J9U (EN, HE) 987007559515305171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79046135
Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sicilia

На других языках


[de] Messina

Messina (in der Antike ursprünglich altgriechisch Ζάγκλη .mw-parser-output .Latn{font-family:"Akzidenz Grotesk","Arial","Avant Garde Gothic","Calibri","Futura","Geneva","Gill Sans","Helvetica","Lucida Grande","Lucida Sans Unicode","Lucida Grande","Stone Sans","Tahoma","Trebuchet","Univers","Verdana"}Zanklē, dann Μεσσήνη Messēnē, lateinisch Messana) ist mit 229.565 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) die drittgrößte Stadt in der italienischen Region Sizilien und zugleich Verwaltungssitz der Metropolitanstadt Messina. Wegen der Nähe zum italienischen Festland wird Messina auch das Tor Siziliens genannt.

[en] Messina

Messina (/mɛˈsiːnə/, also US: /mɪˈ-/,[3][4][5] Italian: [mesˈsiːna] (listen))[6] is a harbour city and the capital of the Italian Metropolitan City of Messina. It is the third largest city on the island of Sicily, and the 13th largest city in Italy, with a population of more than 219,000[7] inhabitants in the city proper and about 650,000 in the Metropolitan City. It is located near the northeast corner of Sicily, at the Strait of Messina and it is an important access terminal to Calabria region, Villa San Giovanni, Reggio Calabria on the mainland. According to Eurostat[8] the FUA of the metropolitan area of Messina has, in 2014, 277,584 inhabitants.

[fr] Messine

Messine (en italien : Messina, /mesˈsiːna/ .mw-parser-output .prononciation>a{background:url("//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/8a/Loudspeaker.svg/11px-Loudspeaker.svg.png")center left no-repeat;padding-left:15px;font-size:smaller}Écouter ; en sicilien : Missina, /mɪsˈsiːna/ ; en grec ancien : Μεσσήνη / Messḗnē) est une ville italienne, chef-lieu de la province de Messine en Sicile.
- [it] Messina

[ru] Мессина

Месси́на (итал. Messina, сиц. Missina, лат. Messana, греч. Μεσσήνη) — город в итальянской области Сицилия, административный центр одноимённой территориальной единицы, приравненной к провинции. Третий по величине город на острове Сицилия.



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии