world.wikisort.org - Italia

Search / Calendar

Villafranca Tirrena (Baùsu in siciliano) è un comune italiano di 8 062 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia.

Villafranca Tirrena
comune
Villafranca Tirrena – Veduta
Villafranca Tirrena – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoGiuseppe Cavallaro (lista civica) dal 13-06-2022
Territorio
Coordinate38°14′N 15°26′E
Altitudine22 m s.l.m.
Superficie14,25[1] km²
Abitanti8 062[2] (30-6-2022)
Densità565,75 ab./km²
FrazioniCalvaruso, Castello, Castelluccio, Divieto, Serro
Comuni confinantiMessina, Saponara
Altre informazioni
Cod. postale98049
Prefisso090-33
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083105
Cod. catastaleL950
TargaME
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Nome abitantivillafranchesi/villafrancoti
Patronosan Nicola di Bari
Giorno festivo6 dicembre
Cartografia
Villafranca Tirrena
Villafranca Tirrena – Mappa
Villafranca Tirrena – Mappa
Posizione del comune di Villafranca Tirrena all'interno della città metropolitana di Messina
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Il territorio di Villafranca Tirrena confina a nord con il Mar Tirreno, a sud-est con il comune di Messina e a nord-ovest con il territorio comunale di Saponara.

Il territorio altimetricamente si estende tra la quota 0 e 828 m s.l.m., prevalentemente formato da zone collinari che lasciano spazio in prossimità del litorale ad una zona pianeggiante sulla quale sorge gran parte del centro urbano. La maggior parte del territorio comunale è utilizzato a colture specializzate (agrumeto, vigneto, uliveto).

Ciò che lo separa dal comune di Messina è il confine orientale della fiumara Gallo. Nella parte ovest del territorio si trovano i torrenti Calvaruso e Santa Caterina: il primo parte dalle colline soprastanti Calvaruso e scende fino al Mar Tirreno, il secondo ha le sorgenti delle colline di Saponara e Calvaruso e sotto il caseggiato di Bauso presso la SS113 confluisce nel primo dando origine ad un unico delta.


Storia


Il comune fu costituito nel 1929 con la fusione tra i comuni di Bauso,[4] Calvaruso e Saponara - Villafranca, a cui furono aggregate anche le frazioni Divieto e Serro del comune di Messina. Tuttavia nel 1952 il comune di Saponara Villafranca tornò autonomo col nome di Saponara.

Tra gli anni Sessanta e Novanta del XX secolo il comune ha avuto un grande sviluppo economico sotto la spinta dell'industrializzazione: furono attivi diversi stabilimenti per la lavorazione di cemento, plastica, gomma e manufatti tessili. Dai primi anni Duemila, in seguito alla chiusura delle industrie e alla conseguente riconversione delle relative aree, le principali attività economiche sono rappresentate dal settore terziario, in particolare dal commercio e dal turismo.[senza fonte]


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


Chiesa Nostra Signora di Lourdes
Chiesa Nostra Signora di Lourdes
Chiesa di San Gregorio Magno di Villafranca Tirrena
Chiesa di San Gregorio Magno di Villafranca Tirrena
Chiesa Madre
Chiesa Madre
Chiesa Madre San Nicolò di Bari a Villafranca Tirrena
Chiesa Madre San Nicolò di Bari a Villafranca Tirrena

«È dedicata a S. Nicolò. Si osserva una pregevole croce dipinta, col Crocifisso della Madonna degli angeli, del sec. XVII, d'ignoto autore, e la statua di S. Nicolò, in legno, eseguita nel 1859 dal messinese Mollica.»

(Francesco Nicotra, Dizionario illustrato dei comuni di Sicilia, 1907)

«Il tempio a tre navate è minacciato dall'alto campanile, che danneggiato recentemente dai terremoti, tende a crollare, perciò si è dovuto abbandonare tutto il cappellone e innalzare a metà della chiesa un altare provvisorio. Ai due lati dell'abside sono due affreschi rappresentanti episodi della vita di Santa Margherita. Di maggior pregio è una tavola di Santa Lucia, collocata nella parte destra del tempio, dipinta da Marco Antonio Veneziano e nella quale vi è l'iscrizione Marco Antonio Venetiano 1582 oc opus fieri fecit Pietrus Mortelliti. Nella cappella del Rosario si conserva anche un'altra pregevole tavola rappresentante la Vergine titolare. Nel tetto l'anno 1761 fu dipinta da Scipio Manni la "Presentazione al Tempio". Presso l'altare maggiore vi è una moderna e bellissima statua in legno di Santa Margherita, scolpita nel 1871 dall'artista messinese Michele Cangeri

(Francesco Nicotra, Dizionario illustrato dei comuni di Sicilia, 1907)
Il chiostro dell'Ecce Homo di Calvaruso
Il chiostro dell'Ecce Homo di Calvaruso
Ecce Homo, Santuario di Calvaruso a Villafranca Tirrena
Ecce Homo, Santuario di Calvaruso a Villafranca Tirrena

«È degna di nota, principalmente, la meravigliosa immagine dell'Ecce Homo, scolpita in legno di cipresso nel 1634 dal frate artista Giovan Francesco Pitorno dei padri osservanti detto frate Umile da Petralia. Il simulacro è di molto artistico pregio, benché soverchiamente doloroso di effetto (la statua fu collocata su una base girevole per poter essere osservata da tutti i lati. E poiché nelle sacre funzioni eccitava i pianti degli astanti e per la pietà che desta fu cagione una volta che una donna incinta si sgravò in chiesa, l'Arcivescovo di Messina proibì il giro del simulacro che fu piantato sulla base con un perno di ferro). Sull'altare maggiore è collocata una gran tela rappresentante l'Assunzione della Vergine con in piedi le immagini di San Francesco di Assisi, Santa Chiara, Santa Margherita e Sant'Anna. L'altare medesimo è decorato di una delle solite artistiche custodie intagliate, e intarsiate di madreperla, che trovasi presso gran parte delle chiese francescane. In una delle pareti della chiesa notasi una pregevole piccola tela con l'immagine della Vergine, di qualche valore artistico; ed in una delle cappelle una statua dell'Immacolata. Vi si conservò un tempo un crocifisso di Frate Umile, (che più tardi fu sostituito dall'Ecce Homo), e che oggi, perché allora mal custodito, è ridotto ad un informe masso di legno corroso. Nelle parti del chiostro vi sono dipinti in affresco molti episodi della vita di santi francescani ed alquanti ritratti di frati dell'Ordine, fra i quali è quello di fra Umile nell'atto di scolpire il Cristo, cui sottostà la seguente iscrizione in alcune parti cancellata dal tempo: Il ven. servo di Dio frat. Humile da Petralia sup. scultore clarissimo scolpì in Sicilia... immagini del SS. Crocifisso e tutti oprano miracoli, digiunava scolpendo in pane ed acqua, spargendo continua lagrimazione, meditando l'acerbissima passione, fra le quali fu questo del n.ro SS. Ecce Homo, che conforme accettò D. Cesare Moncada, primo principe di questa terra, havendo tenuta la sera nascostamente la statua tutta tinta eccetto la testa, quale solamente era sbozzata, si prese gran fastidio per haversi da fare la processione, la mattina si vide con gran stupore la testa miracolosamente formata, e.... il fatto.... con lagrime di devozione.... Mori.... miracoli

(Francesco Nicotra, Dizionario illustrato dei comuni di Sicilia, 1907)

Architetture militari


Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Bauso.
Il castello di Bauso.
Il castello di Bauso.

Scrive il drammaturgo francese Alexandre Dumas durante le tappe nei suoi viaggi in Sicilia, tessendo una trama sulla storia del castello:

«"Ascoltate - mi disse - non dimenticate di fare una cosa quando andrete da Palermo a Messina per mare o per terra. Fermatevi al piccolo paese di Bauso, vicino alla punta di Capo Bianco. Di fronte ad un albergo troverete una strada in salita che termina a destra con un piccolo castello a forma di cittadella. Alle mura di quel castello si trovano appese due gabbie: una è vuota, nell'altra biancheggia da vent'anni la testa di un morto. Domandate al primo viandante che incontrerete la storia dell'Uomo a cui appartenne quella testa e avrete uno di quei racconti completi che dipingono tutta una società, dalle montagne alla città, dal contadino al gran Signore...."»

(Alexandre Dumas, Pascal Brunò, 1838)

Castello del Conte: è detto Castelnuovo, e da esso, che è signoreggiante il paese, prese titolo il principato, che nel parlamento generale di Sicilia occupò il XXXI posto. Scrive Francesco Nicotra nel 1907:

«Vi si accede da un lato percorrendo tutta l'amenesissima villa, nella quale i viceré spagnoli solevano riposarsi nei loro viaggi da Palermo a Messina, e dall'altro di fronte l'attuale chiesa madre. Su quest'ultima porta del merlato castello si legge la seguente iscrizione: D.O.M. Arcem hanc fideliss, ad arcendas terra marisq. hostium incursiones Sthephanus Cottonius Bavusj III Dus Comes a fundamentis ferie IX erexit Anno a partu Virg. CIO IO XC.»

(Francesco Nicotra, Dizionario illustrato dei comuni di Sicilia, 1907)
Giardino del Castello

Fu la famiglia dei Pettini ad arricchire l'edificio del Castello di Bauso con rilievi marmorei, busti con ritratti di antenati e con la creazione intorno al castello di un “Giardino all'italiana”. Una passerella collegava direttamente il Castello a un laghetto della villa, nel quale una serie di fontanelle permettevano giochi d'acqua e davano vita alle cascate delle grotte artificiali intitolate ai tre Canti della Divina Commedia: Paradiso, Purgatorio e Inferno.

Per la costruzione del Giardino sono state utilizzate pietre di colore diverso e vetri multicolori e al suo interno insistevano opere artistiche di pregio come la “Fontana dei quattro Leoni” attribuita alla bottega dello scultore fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli.

La statua lignea dell'Ecce Homo di frate Umile da Petralia

“A Cabbarusu c'è u Signuri”, questa è una delle espressioni comuni che indicano la fede genuina, schietta e popolare che lega la gente del luogo al Santuario di Gesù Ecce Homo. Intorno alla statua aleggia un mistero che rende ancora più mistico il luogo stesso. La statua in legno del Crocefisso fu commissionata dal Principe Don Cesare Moncada a Frate Umile da Petralia, noto sculture e crocifissista del tempo. Il mistero comincia dalla scelta dell'albero di cipresso dal quale il frate avrebbe dovuto trarre la scultura ma nessun albero sembrava adatto fin quando non comparve, improvvisamente, un cipresso dalle foglie luccicanti e quest'apparizione venne interpretata come un miracolo. Frate Umile aveva, inoltre, delle abitudini particolari, infatti, era solito chiudersi nel suo laboratorio, non permettendo a nessuno di entrare, e prima di cominciare a scolpire soleva sottoporsi a pratiche ascetiche. Egli, infatti, chiese al Principe una stanza del castello nella quale dedicarsi al suo lavoro; dopo un po' di tempo il Principe chiese come procedeva il lavoro e il Frate rispose che entro poco tempo il Cristo sarebbe stato completato e sarebbe stato possibile, così, portarlo in processione alla chiesa del convento. Passarono pochi giorni e il Frate consegnò al Principe le chiavi della stanza pregandolo di non entrare prima della processione. Il Principe fece questa promessa ma la Principessa, spinta dalla curiosità, convinse il marito a entrare e inesprimibile fu la loro meraviglia quando videro che la statua era tutta rifinita tranne che nel volto, nonostante il Frate avesse loro assicurato che era pronta. Giunta l'ora della processione la stanza fu aperta e i Principi, consapevoli dell'aspetto precedente, furono ora estasiati dal suo volto, come se a ultimarla fossero stati gli angeli. Quale sia il limite tra realtà e leggenda non possiamo dimostrarlo, possiamo solo dire che, di chiunque sia l'opera, il Cristo è ritratto in un contegno regale nonostante le sofferenze inflitte dalla flagellazione e il dolore è ancor più spiritualizzato dall'espressione del volto che racchiude il mistero della resurrezione e della vittoria finale sulla morte.


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[6]


Tradizioni e folclore


Corteo Storico Festa San Nicola 5 dicembre
Corteo Storico Festa San Nicola 5 dicembre

L'antica tradizione villafranchese del «Bamparizzu» si ripete il 5 di dicembre alla Vigilia del Patrono San Nicola. La manifestazione ha carattere storico-culturale e prende vita nel pomeriggio quando dei ragazzi in abiti da pescatori cominciano a trascinare a piedi nudi una barca addobbata con fiori e vecchie lanterne facendola scivolare sulle tipiche falanghe in legno per le vie del paese, dalla marina fino a Piazza Castello, questo come segno di buon auspicio e in onore di San Nicola. Dalla Piazza Castello, antistante la Chiesa Madre e il Palazzo Baronale, parte nel frattempo la Corte Principesca, preceduta da alcuni ragazzi in costume da alabardiere ed archibugiere e da cavalieri a cavallo. I pescatori e i nobili si incontrano davanti al Palazzo Municipale, e qui avviene la consegna delle chiavi del Castello di Bauso da parte del Principe ai pescatori come segno di benevolenza e rispetto. Successivamente la corte e i pescatori proseguono insieme il loro cammino fino a raggiungere la piazza Castello dove al loro arrivo si assiste all'accensione del falò.


Cultura



Istruzione



Musei

Museo Storia della Medicina di Villafranca Tirrena, Particolare apparecchi elettromedicali
Museo Storia della Medicina di Villafranca Tirrena, Particolare apparecchi elettromedicali

Geografia antropica



Frazioni


Frazioni del comune di Villafranca Tirrena sono: Divieto, Serro, Calvaruso, Castello e Castelluccio.


Serro

Serro.
Serro.

«Terricciolo sotto i colli peloritani, non lungi da Calvaruso, con una chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna dei Cerei (candele), è soggetta all'Archimandrita.»

(Vito Amico, Dizionario Topografico della Sicilia vol. II, 1754)

A circa 18 chilometri dal centro di Messina (quindici di Autostrada e tre di strada provinciale) si erge su una collina, a 255 metri sopra il livello del mare, Serro: un villaggio nel Comune di Villafranca Tirrena che conta oggi poco meno di centotrenta abitanti: A chi dalle alture dei Peloritani, sulla strada provinciale che porta al monte Dinnamare, volge lo sguardo verso ponente per ammirare l'azzurro mare Tirreno, non può sfuggire quel gruppo di case. In tempi non molto remoti, la popolazione del villaggio fu numerosa e in gran parte dedita all'agricoltura. Poi numerosi fenomeni contribuirono a ridurla considerevolmente: l'urbanesimo, l'attrazione della città, le esigenze di lavoro.ecc. L'industrializzazione però cambiò il volto della popolazione rimasta: i contadini diventarono lavoratori della gomma, della plastica, delle fibre tessili. In estate il numero degli abitanti raddoppia, numerose le iniziative, soprattutto: sport, teatro, feste popolari. Oggi Serro è diventato un luogo di villeggiatura molto ricercato. Il luogo è tranquillo; l'aria è molto salubre (il clima è ad un tempo collinare e marino). Il calore dell'ospitalità, caratteristico della gente del sud, è per i Serrentini motivo di continua gioia nei rapporti con i visitatori. E la gente viene numerosa. I caratteristici vicoli, le piccole piazze, gli angoli, le persone: tanti colori per i visitatori. Ma non può, chi viene a Serro non sostare nella piazza davanti alla Chiesa. Lo spettacolo è emozionante. Cielo e mare si fondono per avvolgere in un unico velo le coste tirreniche con i promontori di Calavà, Capo Tindari, Milazzo, di Calabria e delle isole Eolie. In quel mare si posa dolcemente ogni sera, il sole dando vita a incomparabili tramonti che lasciano tutti estasiati. Per questo forse Serro è stato da un poeta definito “Una terrazza sul Tirreno” Anche se le origini di Serro sono molto remote, non si hanno documenti che attestano il succedersi dei fatti storici. Quasi certamente il territorio faceva parte delle proprietà ecclesiastiche dell'antica abbazia basiliana di S. Gregorio di Gesso, fondata nel 1063 dal conte Ruggero. In tempi recenti è stato incorporato nel Comune di Messina e dal 1929 con Regio Decreto è stato annesso al Comune di Villafranca Tirrena.

Il paesino si snoda sulla cresta di un colle lungo la via Candelora, dalla quale si dipartono, a destra e a sinistra, le sue stradine strette e tortuose, sulle quali si affacciano balconi fioriti e minuscoli giardinetti verdi, profumati e ben curati.

“Piano Chiesa” dà il benvenuto al visitatore che si inerpica per la strada da Villafranca. In particolari condizioni atmosferiche è possibile scorgere un versante dell'Etna.

La Piazza, "Aria Cola", probabilmente "aria" voleva significare aia, luogo tipico della cultura contadina, dove le donne, sfruttando la naturale ventilazione del luogo, erano solite "spagghiari" i legumi per separare i semi dalle foglie e dai residui secchi; "zu Cola" era il nome del probabile proprietario del luogo. Dalla Piazza si scorge l'ampio arco dei Monti Peloritani, la Torre di Pizzo Chiarino, Forte Campone, San Martino di Spadafora, Rometta, Capo Milazzo, Capo Calava e le bellissime isole Eolie. Una stele in marmo ricorda i caduti delle due guerre mondiali.

Allontanandosi dalla Piazza si va verso la contrada San Maccati dove, si narra, attorno al 1500 viveva "Zu Riole", un vecchio saggio e veggente, tenuto in gran considerazione dai suoi compaesani che si rivolgevano a lui per avere indicazioni sulle semine, sulle coltivazioni d'annata alle quali sarebbe stato conveniente dedicarsi. Egli viveva in una capanna costruita con rami di ginestra, lontano dal paese, con la sua saggezza contadina e con la stima e l'affetto dei serrentini.

Si dice che abbia predetto l'invenzione del carro senza cavalli, forse il treno o il camion di altre moderne invenzioni. Ed ancora più distante, nei pressi di una stradina giace una grossa pietra, forse una vecchia macina che abili scalpellini hanno lavorato utilizzando una pietra chiamata "giuliana"; dal vecchio nome della contrada in cui risiede. Essa è da sempre meta obbligata di tante passeggiate.

Il borgo conserva ancora molte caratteristiche di tanti anni fa: alcune case custodiscono gelosamente i blocchi di pietra scolpiti a mano, come colonne e archi di portoni. Molti balconi sono sostenuti da "cagnola" anch'essi in pietra scolpita da locali scalpellini che lavoravano la pietra ricavata dal sottostante torrente per fare anche le macine. Si distinse in questo faticoso mestiere la famiglia Bruno. Nei vicoletti è possibile osservare qualche palmento ancora funzionante dei 15 attivi nel paese, quando la viticoltura era molto attiva, e un frantoio dei tre funzionanti un tempo. Un pozzo, ormai in disuso, fa bella mostra in un angolo antico.

Un'edicola in pietra, al primo piano di una vecchia abitazione, ricorda ancora la devozione di chi vi abitava. Un'altra piazzetta del paese è dedicata alla maestra Giovanna Berlenda che, proveniente dalla provincia di Palermo, si era stabilita a Serro, per svolgere la sua attività di insegnante. Amata e stimata da tutte le famiglie, divenne madrina di battesimo di molti bambini o, comunque, madrina di "fazzoletto" o di "cuffietta"; scrisse le lettere di quelle madri, che avevano i figli lontani e ne lesse le risposte, partecipando con emozione alle loro vicende, anche le più personali ed intime. Condivise con gli abitanti di Serro ogni problema, affrontando con coraggio le conseguenze e pagando di persona, durante il periodo fascista per la questione dell'acqua pubblica.

La chiesa di Serro ha origini molto antiche; probabilmente fu fondata dai Basiliani di Gesso i cui beni comprendevano anche il territorio di Serro che, intorno al 1850, rendeva 4 onze l'anno. L'altare maggiore ha un paliotto in marmo policromo; la parte superiore, dono di alcuni emigranti in America, è in gesso dipinto tipo marmo. Una bella tela del pittore Andrea Bruno del 1658 raffigura la Madonna con le anime del Purgatorio. Sugli altri altari statue di buona fattura sono oggetto della devozione da parte dei parrocchiani.

Il panorama che si ammira dalla piazza della chiesa è mozzafiato: il cielo e il mare si confondono in un unico abbraccio; il sole, al tramonto, dipinge l'orizzonte di mille fantastici colori. Gli abitanti, più numerosi in estate, sembrano un'unica grande famiglia, organizzata nella scansione degli eventi e delle tradizioni che animano la vita ricreativo-culturale della piccola comunità: iniziative di carattere Sportivo, spettacoli teatrali, feste religiose e popolari: tutto nel rispetto e nella valorizzazione di ciò che è stato e che va tramandato con diligenza ai giovani perché conoscano ed amino le loro radici culturali. Nel 2013 su iniziativa della Compagnia di Idee e Cultura ViviSerro, si svolta la prima edizione del Premio Pietra Giuliana d'Oro che con cadenza biennale vuole premiare le eccellenze di ogni genere e tipo che si sono distinte nel territorio. La prima edizione è stata assegnata al Museo della Medicina "Badessa" di Villafranca Tirrena.


Calvaruso

Lo stesso argomento in dettaglio: Calvaruso.

Castello

«Bauso vecchio: sulla collina della S.S. Annunziata vi sono ancora i ruderi dell'antica chiesa madre di Bauso distrutta nel 1700, e della quale si conserva il cappellone alquanto diruto. Quindi nel 1586 fu l'antico convento dei minori osservanti, sotto il titolo di S. Maria Annunziata. Si osservano altresì gli avanzi del carcere, i di cui sotterranei ora sono ricolmi di terra. Presso quel sito sorse il casale Altamira, del quale fin dal 1634 furono signori i Cottone, col titolo di marchesado»

(Francesco Nicotra, Dizionario illustrato dei Comuni siciliani, 1907.)

Infrastrutture e trasporti


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Villafranca Tirrena-Saponara.

Posta lungo la strada statale 113, fra il 1890 e il 1932 la località era servita dalla stazione "Bauso" della tranvia Messina-Barcellona, gestita dalla SATS[8].


Amministrazione


Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
15 giugno 1988 6 giugno 1993 Santi Vincenzo La Rosa Democrazia Cristiana sindaco [9]
6 giugno 1993 30 novembre 1997 Domenico Battaglia lista civica indipendente sindaco [9]
30 novembre 1997 27 maggio 2002 Domenico Battaglia lista civica sindaco [9]
27 maggio 2002 14 maggio 2007 Pietro Giovanni La Tona Casa delle Libertà sindaco [9]
14 maggio 2007 7 maggio 2012 Pietro Giovanni La Tona lista civica sindaco [9]
7 maggio 2012 11 giugno 2017 Matteo De Marco lista civica sindaco [9]
11 giugno 2017 in carica Matteo De Marco lista civica "Impegnati per Villafranca" sindaco [9]

Il comune di Villafranca Tirrena fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.5 (Montagna litoranea di Messina)[10].


Sport



Note


  1. Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
  2. Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 20 settembre 2022.
  3. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. Pagina 565, Capitolo VIII Tommaso Fazello, "Della storia di Sicilia, Deche due del r.p.m. Tommaso Fazello siciliano ...", Volume 6.
  5. Pagina 43, Abate Francesco Sacco, "Dizionario geografico del Regno di Sicilia", , Volume primo, Palermo, Reale Stamperia, 1800
  6. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. Vedi il sito ufficiale.
  8. Giulio Romano, Vittorio Formigari, 123 anni di tram a Messina, Calosci, Cortona, 2001. ISBN 88-7785-175-9.
  9. http://amministratori.interno.it/
  10. GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014.

Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 238638400 · GND (DE) 7718091-4
Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sicilia

На других языках


[de] Villafranca Tirrena

Villafranca Tirrena ist eine Stadt der Metropolitanstadt Messina in der Region Sizilien in Italien mit 8367 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019).

[en] Villafranca Tirrena

Villafranca Tirrena is a comune (municipality) in the Metropolitan City of Messina in the Italian region Sicily, located about 180 kilometres (110 mi) east of Palermo and about 12 kilometres (7 mi) northwest of Messina.

[es] Villafranca Tirrena

Villafranca Tirrena es una localidad italiana de la ciudad metropolitana de Mesina, región de Sicilia, con 9.015 habitantes.[3]

[fr] Villafranca Tirrena

Villafranca Tirrena (Bauso ou Bavuso en sicilien) est une commune italienne à l'intérieur du territoire de la ville métropolitaine de Messine, dans la région Sicile en Italie. Ce village compte 8.334 habitants et sa côte est lavée par la mer Tyrrhénienne.
- [it] Villafranca Tirrena

[ru] Виллафранка-Тиррена

Виллафранка-Тиррена (итал. Villafranca Tirrena) — коммуна в Италии, располагается в регионе Сицилия, подчиняется административному центру Мессина.



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии