Il comune di Lipari è formato da sei delle sette isole principali delle isole Eolie (Salina, infatti, è amministrativamente autonoma, in quanto si separò nel 1867), alle quali si aggiungono numerosi isolotti e scogli disabitati. Disposte a forma di Y, le isole sono ubicate al largo della Sicilia settentrionale, di fronte alla costa tirrenica messinese.
Di grande importanza sono i fenomeni vulcanici, le cui manifestazioni più evidenti sono il cratere di Vulcano e quello di Stromboli. In prospettiva soprattutto storica ha una certa importanza anche il vulcanismo di Lipari, che ha originato fenomeni quali le terme di San Calogero.
Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica dell'isola di Stromboli.
Origini del nome
L'etimologia del nome Lipari è incerta: secondo alcuni si riconnetterebbe al termine grecoλιπαρός (liparós), nel senso di "grasso, untuoso" e, per estensione, "fertile". Secondo altri invece esso potrebbe derivare dal linguaggio di una popolazione siciliana preindeuropea, ed essere legato al tema libe-, col significato di "blocco di pietra".[6]
Secondo la mitologia greca, invece, l'isola prende il nome da Liparo, colonizzatore dell'isola. Liparo, figlio di Ausone (a sua volta figlio di Ulisse) raggiunse insieme ad un gruppo di guerrieri l'isola che prenderà il suo nome, dove fondò una fiorente colonia, introducendo l'agricoltura e regnando per molti anni.[7]
Tra il 1655 e il 1675, il governatore di Lipari, il castigliano Roque Hernandez, sposato con la siciliana Anna di Mattarrabias, figlia del governatore di Marsala, riuscì a riabilitare il castello di Lipari, simbolo dell'isola, mettendo anche tutti i suoi sforzi per migliorare le difese e il porto di Lipari[8].
Simboli
Stemma comunale
Su sfondo azzurro è rappresentato un castello fortificato e merlato, dotato di tre torri, di cui quella centrale è la più alta. All'ingresso del castello è rappresentato San Bartolomeo, patrono del comune. In alto è riportato il motto "Per troppo fedeltà porto corona". Lo stemma risale agli inizi del XIII secolo.[9]
Simbolo dell'isola di Lipari
Il Simbolo dell'isola di Lipari è un decoro del periodo barocco, caratteristico degli angoli dei balconi in ferro battuto, a cui viene tradizionalmente attribuito un importante potere protettivo. È rappresentato da due spade normanne che tagliano i quattro venti (raffigurate nei punti cardinali da mezzelune arabe), unite da un chiodo centrale (o "grande spillo"). A quest'ultimo risale la traccia del decoro barocco che ornava gli scudi degli spagnoli.[10]
Monumenti e luoghi d'interesse
Strutture del periodo pre-greco
Acropoli e contrada Diana: villaggi del Neolitico (4500-4000 a.C.), Eneolitico (3000-2300 a.C.), Bronzo Antico, medio e recente (2200-900 a.C.)
Strutture del periodo greco
Acropoli: tracce di edifici e "bothros" detto "di Eolo"; colonne e capitelli riusati nel chiostro normanno
Contrada Diana: mura greche di IV secolo a.C. ad emplekton, doppia cortina in blocchi pseudo-isodomi e con catene
Edifici industriali di contrada Portinente (vasche di decantazione dell'argilla)
Strutture del periodo romano
Acropoli, impianto urbanistico, domus, strade e canalizzazioni
Chiesa di Maria Santissima di Portosalvo, situata nella zona di Marina Lunga
Chiesa di San Bartolomeo Extra-moenia (o Chiesa di Sant'Agatone Extra-moenia) (838)
Chiesa di Sant'Antonio di Padova e convento dell'Ordine dei frati minori osservanti,[18] quest'ultima struttura adibita a sede del palazzo comunale.
Chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria e convento dell'Ordine dei frati minori cappuccini, cimitero.[19]
Chiesa di Santa Lucia
Chiesa dell'Ecce Homo
Chiesa di Santa Margherita, situata nell'omonima contrada
Chiesa di Maria Santissima della Purità, detta anche Chiesa Nuova in località Quattropani
Santuario di Maria Santissima della Catena
Chiesa di San Vincenzo, nell'omonima contrada nella frazione di Canneto di Lipari
Chiesa di San Gaetano, nella frazione di Acquacalda
Convento dei frati minori francescani di San Bartolomeo alla Maddalena, oggi collabente, ma situato tra la Chiesa di San Giuseppe e la Chiesa di San Bartolomeo extra-Moenia
Secondo le statistiche ISTAT[24] al 1º gennaio 2017 la popolazione straniera residente nel comune era di 1 151 persone, pari al 9% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[24]
Oltre alla lingua ufficiale italiana, a Lipari si parla la lingua siciliana nella sua variante eoliana. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea.
Cultura
Musei
Museo archeologico regionale eoliano "Luigi Bernabò Brea"
Geografia antropica
Il comune di Lipari è l'unico in Italia a essere suddiviso su ben sei isole abitate, in ognuna delle quali vi sono centri abitati e case sparse.
Frazioni
Ciascuna delle sei isole che compongono il comune di Lipari è una frazione riconosciuta a sé stante, ognuna a sua volta composta da piccoli paesi e borgate:
Lipari: Acquacalda, Canneto, Pianoconte, Quattropani, Lami, Pirrera, Porticello, Annunziata-Raviola, Santa Margherita, Pianogreca, Monte Gallina e San Salvatore
Vulcano: Vulcano Porto, Vulcano Piano, Gelso e Vulcanello
Maria Amalia Mastelloni (a cura di), Lipara ed il teatro (PDF), Palermo, 2015.
Maria Amalia Mastelloni, Le maschere fittili di Lipari: nuove riflessioni sulle espressioni artigianali liparesi di IV e III sec. a.C., in Thiasos, n.5.2, Convegni, 2016, pp.7-32.
Maria Amalia Mastelloni, Le maschere fittili di Lipari: nuove riflessioni sulle espressioni artigianali liparesi di IV e III sec. a.C., in Marina Cipriani, Angela Pontrandolfo e Michele Scafuro (a cura di), Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo - Atti del II Convegno Internazionale di Studi, vol.3, Paestum, 2018, pp.709-720.
Maria Amalia Mastelloni, Marcella Di Bella, Angela Baldanza e Giuseppe Sabatino, Terrecotte architettoniche di Lipari: note su influssi formali e dati tecnici da analisi sperimentali, in Deliciae Fictiles V. Networks and Workshops. Fifth International Conference on Architectural Terracottas and Decorative Roof Systems in Italy, Oxford, 16-18 marzo 2018, pp.217-228.
Maria Amalia Mastelloni, Il gruppo del pittore di Lipari e la pittura policroma vascolare della metà del IV a.C., in Marina Cipriani, Angela Pontrandolfo e Michele Scafuro (a cura di), Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo. Contesti, produzioni e circolazioni, Paestum, 2018, pp.813-830.
Maria Amalia Mastelloni, Lipari (Messina) 1942-1987: da un sopralluogo alla creazione di un grande istituto. Storie di impegno sociale, ricerca e studio, in Rosalba Panvini e Fabrizio Nicoletti (a cura di), Archeologia in Sicilia nel Secondo Dopoguerra, Catania, 2020, pp.179-193.
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