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Lagonegro (Launìvere in dialetto lucano[4]) è un comune italiano di 5 127 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata.

Lagonegro
comune
Lagonegro – Veduta
Lagonegro – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoMaria Di Lascio (lista civica Insieme con Maria Di Lascio sindaco) dal 22-9-2020
Territorio
Coordinate40°08′N 15°46′E
Altitudine666 m s.l.m.
Superficie113,07 km²
Abitanti5 127[1] (31-12-2021)
Densità45,34 ab./km²
FrazioniCasale Serino, Cervaro, Farno, Fecìla, Fortino, Malpignata, Pennarone, Strette
Comuni confinantiCasalbuono (SA), Casaletto Spartano (SA), Lauria, Moliterno, Montesano sulla Marcellana (SA), Nemoli, Rivello, Tortorella (SA)
Altre informazioni
Cod. postale85042
Prefisso0973
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076039
Cod. catastaleE409
TargaPZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 120 GG[3]
Nome abitantilagonegresi
Patronosan Nicola di Bari
Giorno festivo6 dicembre
Cartografia
Lagonegro
Lagonegro – Mappa
Lagonegro – Mappa
Posizione del comune di Lagonegro all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Il comune sorge a 666 m s.l.m. nel territorio della Valle del Noce nella parte sud-occidentale della provincia al confine con il settore sud-orientale della provincia di Salerno; vicini e ben collegati al paese sono anche i comuni della Calabria settentrionale del golfo di Policastro sul mar Tirreno. Nel suo territorio si trova il monte Sirino (2005 m s.l.m.).

La posizione geografica di Lagonegro è a metà strada tra il mare e le montagne. Di particolare importanza è l'orografia; allo studio dei monti e dei minerali si è dedicato nelle sue ricerche lo scienziato lagonegrese Giuseppe De Lorenzo. La zona è ricchissima di sorgenti e non mancano i laghetti. Il suo territorio presenta una ricca fauna e una variegata flora contraddistinta dalla consistente presenza di castagneti e faggeti.

Lagonegro centro
Lagonegro centro

Confina con i comuni di: Rivello (14 km), Nemoli (15 km), Casalbuono (SA) e Casaletto Spartano (SA) (20 km), Lauria (22 km), Tortorella (SA) (27 km), Moliterno (33 km) e Montesano sulla Marcellana (SA) (35 km).


Clima


Il clima è caratterizzato da inverni rigidi e umidi e da estati mitigate dalla posizione geografica di Lagonegro, che la interpone a metà strada tra i rilievi del Sirino e il mar Tirreno.[senza fonte]


Origini del nome


"Di esso fu scritto: «Quem Nerulum dixere, Lagus post nomine niger | Iamdiu Lucanis, quae sibi fama Liber» (Trad."Qualcuno parlò di Nerulum, Lago con Nero nel nome. Già da tempo dei Lucani, i quali avevano la fama di essere bagnati dal lago"), ma l'esser colà l'antica Nerula fu contraddetto dai moderni topografi, e la mutazione in Lacus Liber[5], non fu ritenuto dagli stessi cittadini. Vuolsi invece fosse sorta all'epoca Longobarda ed il nome avesse tolto da un lago o stagno formato dal Tanagro detto pur Negro."

Alcuni topografi non credono che la moderna cittadina di Lagonegro sia effettivamente l'antica Nerulum latina, al contrario, il sito originale di Nerulum potrebbe trovarsi sotto l'odierno comune lucano di Castelluccio Inferiore. Si crede che la città prendesse il nome da un lago formatosi dal fiume Tanagro, e da lì l'insediamento longobardo prese il nome di Lagonegro.


Storia


Le origini della cittadina sono controverse, dall'ipotesi della città fortificata dell'Impero Romano “Nerulum” alla teoria più accreditata che fa derivare il borgo da un solo insediamento romano denominato Vicus Mendicoleius;[senza fonte] infatti appena fuori del borgo antico c'è una chiesa (detta del Rosario) sorta su un tempio pagano dedicato a Giunone[6]. Tra VII e VIII secolo avvenne l'insediamento di monaci Basiliani di origini bizantine sulla rupe del castello con il nome di Lacus Niger[7]/Lacus Neruli[8] Abitata da questa comunità di monaci, con molto probabilità la chiesa di San Nicola che svetta sul borgo, risalente al IX-X secolo, è opera conseguente allo stabilirsi di tali predicatori. Fu fortificata dai Longobardi di Salerno e in seguito assegnata dai Normanni alla contea di Lauria, per poi divenire feudo di diverse famiglie.

A partire dal 968, i suoi territori, costituirono una delle turme del thema di Lucania[9].

Lagonegro medievale
Lagonegro medievale
Serie cronologica dei Feudatari di Lagonegro[10]
FeudatarioPeriodo
Ruggero di Lauria dal 1297 al 1305
Bartolomeo di Lauria dal 1305 al 1350
Ilaria di Lauria e Arrigo Sanseverino dal 1305 al 1400
Gaspare Sanseverino dal 1400 al 1404
Regio Demanio concesso dal Re Ladislao dal 1404 al 1414
Francesco Sanseverino dal 1414 al 1427
Regio Demanio concesso dalla Regina Giovanna II dal 1427 al 1443
Francesco Sanseverino dal 1443 al 1455
Stefano Sanseverino dal 1455 al 1464
Vincislao Sanseverino dal 1464 al 1472
Luisa e Barnaba Sanseverino dal 1472
Guglielmo Sanseverino fino al 1497
Regio Demanio concesso dal Re Federico D'Aragona dal 1497 al 1498
Gaspare Saragusio (Saragozza?) dal 1499 al 1518
Giovanna Saragusio (Saragozza?) nel al 1518
Giovan Vincenzo Caraffa dal 1518 al 1548
Gian Giacomo Cosso dal 1548 al 1551
Regio Demanio dal 1551

Nel periodo feudale , la cosiddetta "terra" di Lagonegro fece parte, della contea di Lauria. Passò successivamente nel 1463 a Vinceslao Sanseverino, dodicesimo conte di Lauria. Non avendo figli maschi ammogliò sua figlia Luisia con Barnaba Sanseverino, fratello di Roberto principe di Salerno, dandole in dote il suffeudo di Lauria consistente in Lauria, Ursomarso, Layno, Castelluccio, Trecchina e cedette le sue ragioni sopra Torturella, Cuccaro, Lagoniro, Rocca, Policastro, Rivello, Scalea e Bervicaro.

L'11 agosto del 1498 il re Federico donò Lagonegro a Gaspare Saragusio, devoluta per ribellione di Guglielmo Sanseverino, la di cui figlia Giovanna la vendé poi a Vincenzo Carafa. Nel 1548 il Carafa la vendé a Giacomo Cossa col patto di retrovenderla. Nel 1550 il Vincenzo Carafa cedé il dritto di ricomprarla per ducati 6000 a Luigi Carafa, il quale, acquistò poi per ducati 20.000. I cittadini però come già menzionato precedentemente dal 1551 al 1649 dopo una lunga opera legale la ricomprarono per ben due volte divenendo così città demaniale.

Il distretto di Lagonegro nell'allora provincia di Basilicata, nel Regno delle Due Sicilie
Il distretto di Lagonegro nell'allora provincia di Basilicata, nel Regno delle Due Sicilie

Nel 1551, grazie all'opera di Paolo Marsicano riuscì a liberarsi definitivamente del potere feudale annettendosi al Demanio Regio cambiando temporaneamente il nome in Lacus Liber[11]. In precedenza la città per tre volte si era annessa al Demanio Regio, ma solo per brevi periodi, prima che i regnanti la cedessero a feudatari[12]. Nel 1649, la città di Lagonegro fu messa all'asta e costretta per la seconda volta a versare una somma rilevante al fisco regio per mantenere il privilegio di città demaniale. Con precisione nel basso medioevo, il borgo è citato col suo attuale nome “che pare derivi dalle scure acque di un lago appenninico situato nei dintorni e poi scomparso[senza fonte]“ viene fortificato appunto nel IX-X secolo da mura e torri di cui ancora restano visibili talune tracce. Di queste opere è molto suggestiva la porta di ingresso al borgo denominata : “Porta di Ferro la cui parte in pietra è stata rifatta nel 1552, al di sopra della porta c'è lo stemma della città post-feudale: S. Michele Arcangelo che uccide il drago.

Nel 1799 aderì alla Repubblica Partenopea e al Regno di Napoli e nel 1806 fu occupata dai francesi che divisero la Basilicata in 3 distretti con capoluoghi: Lagonegro, Potenza e Matera, Melfi entrò successivamente nel 1816 come quarto capoluogo con la restaurazione del Regno delle Due Sicilie da parte dei Borbone. All'epoca il distretto di Lagonegro dopo quello di Potenza era il più popoloso con 111.532 abitanti (di cui 10.599 nel capoluogo omonimo[13]) seguito da Melfi con 89.864 e infine Matera con 88.261[14]. Poi con l'avvento di un'ondata rivoluzionaria che scosse l'Europa qualche decennio dopo nel 1848 che toccò anche il Regno delle Due Sicilie e di conseguenza anche il distretto di Lagonegro con sommosse in tutto il regno. I cittadini temendo fame e guerre, tra il 1848 e il 1855 centinaia di famiglie lagonegresi si avventurarono espatriando nel nuovo continente americano, precisamente in Argentina a Chacabuco fondata insieme con i conterranei di Moliterno, Francavilla, Senise e con i vicini campani di Sapri, con Legge Provinciale del 5 agosto 1865, con il nome di Guardia Nacional. In epoca contemporanea la città di Chacabuco conta 43.000 abitanti.


Massoneria e monarchia


Veduta del mulino del Siervo, Lagonegro 1827
Veduta del mulino del Siervo, Lagonegro 1827

Nel 1807 sorge a Lagonegro la prima loggia massonica-carbonara (fra le primissime in Basilicata) che fu chiamata "la Filarete Lucana"[15] è stato rinvenuto e si conserva il suggello di quella loggia in bronzo, coi segni della massoneria del compasso, della squadra e dei tre puntini con la denominazione in giro: "la filarete lucana o (oriente) di Lagonegro." nel 1911, essendo stata istituita una loggia massonica col rito scozzese antico ed accettato, esso ha rievocato e assunto lo stesso nome di Filarete Lucana, servendosi dello stesso suggello"

Nel 1852, soggiornò a Lagonegro re Ferdinando II delle Due Sicilie.[16]

E più recentemente nel 1936, soggiornò a Lagonegro Umberto ll.


Simboli


Dal 1893 Lagonegro ha adottato come proprio emblema uno smergo sorante dalle acque e mirante una stella, accompagnato dal motto: Immersus emergo, a simboleggiare l'amore per la libertà che risorge sempre anche se oppresso.[17]

In precedenza era stato utilizzato uno scudo troncato: nel primo d'oro al S. Nicola di Bari, patrono di Lagonegro, con sacri paramenti, avente nella destra il pastorale, e nella sinistra il libro con su tre pomi, il tutto al naturale; il secondo d'azzurro, all'arcangelo Michele vestito da celeste guerriero in atto di fugare con la spada il demonio, il tutto al naturale.[18]


Onorificenze


Nel 1953 Lagonegro è stato insignito del titolo di città, con decorrenza nel D.P.R. del 22 aprile 1958[19]

Titolo di città
 22 aprile 1958

Monumenti e luoghi d'interesse


Chiesa del Rosario già Tempio della dea Giunone
Chiesa del Rosario già Tempio della dea Giunone
Concattedrale di San Nicola
Concattedrale di San Nicola
Chiesa S. Anna
Chiesa S. Anna
Fontana Monumentate G. Murat
Fontana Monumentate G. Murat
Monumento ai caduti nella grande guerra 1914-1918
Monumento ai caduti nella grande guerra 1914-1918
Rotonda monumentate
Rotonda monumentate

I più importanti monumenti ed edifici sacri dell'antichità furono i templi dedicati agli dei romani dove da ruderi in via G. Aldino in pieno centro storico sorge la chiesa "del Rosario"[6] che prende il posto ad un tempio dedicato a Giunone, divinità romana moglie di Giove, dea del matrimonio e del parto. Nell'Evo Antico tra il IX e il X secolo si edificò nel borgo antico la prima grande costruzione cristiana, la Concattedrale di San Nicola[20] sull'apogeo del castello, susseguita dagli eremi basiliani come Santa Maria degli Angeli. Nell'epoca rinascimentale soprattutto per la folta e potente presenza clericale e delle famiglie nobiliari a partire dal XVI secolo ci fu una diffusa costruzione di chiese e un ospedale da parte dei Cavalieri Ospitalieri, chiamati anche "Cavalieri di San Giovanni", con chiesa annessa nella parte più bassa della città intitolata a San Giovanni. Il retaggio è considerevole in rapporto ai residenti: 33 chiese[21] poste tutte nel centro e nel borgo antico senza considerare le strutture delle frazioni e quelle moderne, tra queste spicca la chiesa “Dorico barocca” di S.Anna[22] del XVII secolo, monumento Nazionale. In evidenza sovrasta il centro storico la sopra citata Concattedrale della diocesi omonima chiesa di San Nicola al castello, la chiesa del “Purgatorio”, la chiesa di origine templare della “Candelora” . Poi ancora del “Crocifisso”, del “Carmelo” dell'Assunta e alle opere d'arte in esse custodite. Insieme alle croci monumentali del castello e di piazza Bonaventura Picardi. Tra le opere d'arte rinascimentali “monumentali civili” più importanti e imponenti si annoverano alla lunga lista Palazzo Corrado[23] diventata sede museale; e quelle dell'epoca Napoleonica “Palazzo di città” sede comunale e la suggestiva Fontana Gioacchino Murat[24]. La fontana, in pietra di forma circolare, è composta da due vasche, una inferiore ed una superiore, con vari mascheroni e zampilli. L'opera fu fatta costruire alla fine del 1812 con incisioni in latino sulla vasca inferiore: “IOACHINI NAPOLEONIS A.D MDCCCXIII”; e vasca superiore: A.D. 1813, per approvvigionamento delle truppe napoleoniche alloggiante in città e in località Fortino, frazione di Lagonegro. Originariamente collocata al centro di viale Roma fu poi traslocata successivamente in piazza Trento e Trieste. successivamente ribattezzata piazza Bonaventura Picardi in onore al Senatore più volte sottosegretario all'Industria, al Commercio e al Tesoro della Repubblica italiana. Non meno importanti e degne di nota le antiche fontane del “Canterano"[25] con tre mascheroni con lapide suffissa, quella del “Rosario” e di Casal Parisi “Già Rione San Sebastiano”, senza dimenticare i monumenti sulla Rivoluzione Napoletana ove Lagonegro patì il sacrificio del suo cittadino Cristoforo Grossi[26][27], ricordandolo con una lapide monumentale, il medico rivoluzionario al quale fu tolta la vita il 1º febbraio 1800 a Napoli in piazza Mercato e il suo cadavere sepolto nella chiesa del Carmine Maggiore nello storico e monumentale tempio dove fu anche sepolto nel 1647 il leggendario capo rivoluzionario napoletano Masaniello ma da lì tolto nel 1799 per mire politiche di un dispotico sovrano. Sotto l'arco, come disse il poeta, era stato sepolto Corradino di Svevia[28]”. Le opere monumentali del XX secolo annoverano l'imponente monumento ai caduti in villa comunale e quello sull'attuale agenzia delle entrate, più i mezzi busti in cui si ritrae lo scienziato, filosofo e politico Giuseppe De Lorenzo. Di recente si è realizzata un'opera mausoleo dedicata alla città in una rotonda al centro di viale Roma, di fronte alla piazzetta intitolata nel 2016 al cantautore, musicista e poeta lagonegrese Pino Mango.[29]


Architetture religiose



Società



Lagonegro nel Settecento


Nella prima metà del XVIII secolo il re, Carlo III di Borbone, fece redigere a fini fiscali, per ogni città del Regno, l'elenco delle famiglie residenti ("fuochi") con i dati anagrafici dei componenti di ciascun nucleo familiare, con relativi mestieri, proprietà (case, terreni, animali etc.) ed eventuali debiti. Questi volumi sono conosciuti come Catasto Onciario. Da quello di Lagonegro[30] si può ricostruire l'assetto sociale del 1746.

L'abitato era costituito da circa 3.800 cittadini, di cui il 53% maschi ed il 47% femmine. Il numero di fuochi era 928 (compresi 70 religiosi), con una media di 4 componenti per fuoco. La popolazione era molto giovane, con una età media di 24,7 anni ed una mediana di 20 anni. Vale a dire la metà della popolazione aveva meno di 20 anni. L'80-mo percentile era di 40 anni (cioè l'80% della popolazione aveva meno di 40 anni).

In tabella il confronto con i dati recenti[31] della popolazione
Anno % 0-14 % 15-64 % 65+AbitantiIndice VecchiaiaEtà Media
1746 37,64%59,05%3,31%3.8198,79%24,7
2017 10,9%66,7%22,4%5.490204,3%45,4

L'indice di vecchiaia rappresenta il rapporto tra la popolazione oltre i 65 anni e quella al di sotto dei 15 anni. Nel 1746 ogni 2 anziani erano presenti più di 16 bambini. Nel 2017 il rapporto è completamente rovesciato ed ogni 2 anziani si trova un solo bambino.

Il Catasto Onciario riporta i mestieri soltanto degli uomini, che risultano ripartiti in questa maniera:

La situazione lavorativa nel Settecento
MestiereEs.Percentuale
Pastori Custodi di pecore, Pecorai, Custodi di bovi etc.34,34%
Agricoltori Bracciali, Zappatori, Massari, Foresi etc.22,18%
Artigiani Calzolai, Sediari, Calderari, Cardalana, Ferrari, Sarti, Conciatori etc.12,16%
Lavoranti Serventi, Serve, Facchini, Gualani, Fatigatori, Portarobbe, Garzoni etc.8,11%
Religiosi Sacerdoti, Clerici, Monaci, Diaconi7,59%
Trasporti Mulattieri, Vetturini, Cocchieri2,51%
Studenti 2,43%
Civili Benestanti2,28%
Commercianti Negozianti di bestiame, Bottegai, Pesa Cannella, Speziali, Buccieri etc2,14%
Edilizia Carpentieri, Fabbricatori1,69%
Inabili 1,25%
Nulla facenti 1,18%
Militari 0,88%
Notai 0,37%
Medici 0,29%
Avvocati 0,07%

Il settore preponderante era la pastorizia, "il numero dei capi di bestiame è di 24.060 ovini, 4.269 caprini, 720 bovini di cui 471 buoi, 48 muli, 87 borrichi, 88 somari, 122 scrofe, 79 neri, 22 giumente, 7 cavalli"[32]. Seguiva quello dell'agricoltura e poi l'artigianato. Da notare anche la presenza di molti religiosi.

Aspetti Economici.

La distribuzione della ricchezza, basata sulla Rendita stabilita dal Catasto Onciario, faceva emergere una popolazione piuttosto povera.

L'80% della popolazione aveva una rendita proprietaria inferiore a 30 once. Il picco di numerosità di Capi Fuoco era a 15 once.

I benestanti con rendita superiore a 100 Once
Capo FuocoOn. IndustriaOn. BeniTotale
Rev. Felice Consoli 93409502
Magnifico Marc'Antonio Corradi, civile 0269269
Magnifico Dottore Francesco Consoli, civile 0254254
Magnifico Barone della Battaglia Mario Gallotti 0233233
Francesco Ferrari, Maesto scarparo 14126140
Andrea Buoncristiano, bottegaro 1232125
Magnifico Dottore Felice Tortorella, civile 0114114
Rev. Benedetto Orlandi 0110110
Rev. Cataldo Ferrari 0109109
Rev. Luca d'Amato 0107107
Magnifico Dottore Don Francesco Corrado, civile 0105105

Il più benestante aveva una rendita 30 volte più alta della rendita più comune o media.


Quartieri storici


Quartieri storici e attuali di Lagonegro
QuartiereUbicazionePercentuale abitanti 1746Percentuale abitanti 1913Percentuale abitanti 2013
Castello Il nucleo urbano più antico, sulla rocca10,99%2,70%0,83%
Portella Ai piedi del Castello, lato est, dove era ubicata una seconda porta di accesso al castello, da cui il nome2,84%0,98%0,83%
Molara Ai piedi del Castello, lato ovest, verso la attuale Stazione ferroviaria5,64%5,15%0,83%
Piazza Piazza Purgatorio e Rosario3,84%4,29%1,51%
Calancone Sotto la Portella verso San Giovanni9,73%3,06%
Costa/S.Giovanni Ubicato tra Sant'Anna, in alto, e San Giovanni, in basso3,38%0,25%1,13%
Pastena L'attuale Via Pastena1,13%9,56%4,61%
S.Anna Attorno alla chiesa di Sant'Anna3,43%4,17%1,89%
S.Antuono Via Sant'Antuono0,84%12,50%7,94%
S.Carlo/Fiume (Vaieto, Costa, Tavile, Colla, Grada) Nelle vicinanze della Costa, dove era ubicata una cappella dedicata a San Carlo Borromeo, andata distrutta0,8%4,08%
S.Caterina Nei pressi della attuale Chiesa dell'Assunta, una volta dedicata a Santa Caterina1,92%
S.Francesco/Ponte di San Francesco Sul poggio dove si trova il convento dei Cappuccini, nei pressi di Via San Francesco e del Ponte sul Torrente San Francesco0,59%7,60%8,24%
S.Leonardo/Petruso Nei pressi della chiesa di San Leonardo6,56%5,51%1,06%
S.Sebastiano/Casal Parisi Nei pressi della chiesa del Crocifisso, un tempo dedicata a San Sebastiano11,03%10,42%3,48%
S.Vito/S.Pietro Caseggiati ad ovest di via Roma dove una volta si trovava una cappella dedicata a San Vito ed oggi si trova Piazza S.Pietro2,42%5,88%1,44%
Terrarossa Zona del Palazzo Corrado, nella parte bassa della Piazza Grande9,11%9,44%0,53%
Timpone I caseggiati a est di Via Malta1,21%6,13%2,27%
Torretta Dalle parti del Monte Cerbaro, verso il Fortino (non esistente nel 1746) 2,17%1,23%2,27%
Trinità Nei pressi della chiesa della S.S. Trinità (ora la Chiesa Madre)9,11%5,15%1,59%
Fossatello/Monnezzaro Nei pressi dell'attuale Parco Fossatello2,67%0,23%
Selice/Cantarano/Candelora/S.Maria delle Grazie/S.Vincenzo Nei pressi dell'attuale via G. Aldinio2,55%4,17%1,81%
Piano/La Nunziata (Carmine) L'odierna Piazza principale3,51%5.90%
Viale Colombo Viale Colombo14.36%
Piano dei Lippi Piano dei Lippi8.69%
Terza Zona Terza Zona, Eucalipti, Gardenie7.71%
Rione Rossi Gladiole, Gigli, Betulle, Tamarindi, Orchidee etc5.52%
Piazza delle Repubblica Piazza delle Repubblica, Piazza del Popolo, Marsicano, Zanardelli5.52%
Altro Immacolata, Casa della Corte, Ortora, La Fontana/Fontana Vecchia/Fontanelle, L'Orto, Costantinopoli, Canciello, Fiume, Giesu Cristo, Pianicello, Salamone5,35%
Altro Ferrovia, Stazione, S.M. Angeli, Calda, Tribunale, Calabria1,84%3,4%
Contrade Bofilio, Calda, Carconi, Ceraso, Cerbaro, Chiazzarulo, Farno, Ficila, Malapignata, Nicola, Pietra, Tre Castagne, Verneta, Zanco3,93%

Si nota il netto spopolamento del centro storico, ed il popolamento di via S.Antuono e Pastena prima e successivamente dei rioni Rossi, Piano dei Lippi e Terza Zona.

Fonte Mibac[33], Catasto Onciario 1746[34] , Liste dei Cittadini Votanti nel 1913, Elenco Telefonico "Pagine Bianche" 2013/2014.


Evoluzione demografica nel periodo 1810-1865


Dati ricavati dal sito "Antenati" del Mibac[35] si può stimare l'andamento della popolazione residente contando i nati ed i morti anno per anno e considerando trascurabile il numero di immigrati ed emigrati.

Nel periodo 1810-1865 sono nati in totale 7.455 bambini, sono morte in totale 6.380 persone, con un saldo di +1075 (Sono mancanti solo i dati per gli anni 1841 e 1842). La media annuale è di circa 136 nati e 116 morti. Si desume che gli abitanti al 1810 potevano essere all'incirca 3.900.

Dai dati emerge un calo della popolazione di circa il 10% tra il 1817 ed 1818.


Evoluzione demografica dal 1861


Abitanti censiti[36]


Epidemia di tifo del 1811


Nel 1811 sono stati registrati 320 decessi, il triplo della media del periodo. I decessi sono concentrati soprattutto nei mesi invernali con un picco nel mese di febbraio, dovuti ad una epidemia di febbri scoppiata nelle carceri e poi diffusasi nel resto della cittadina[37].

Distribuzione dei decessi per mese del 1811
 
Gennaio
 
38
Febbraio
 
71
Marzo
 
35
Aprile
 
28
Maggio
 
20
Giugno
 
17
Luglio
 
22
Agosto
 
31
Settembre
 
16
Ottobre
 
10
Novembre
 
22
Dicembre
 
9

Da notare che 51 casi di decesso (15%) sono avvenuti nelle carceri di Lagonegro, dove si viveva in spazi comuni a stretto contatto ed in condizioni igieniche precarie[38].

Distribuzione per Comuni dei deceduti in carcere nel 1811
ComuneMaschiFemmineTotale
Lauria 8715
Pappasidero 5510
Sarconi 235
Francavilla 123
Latronico 22
Montesano 112
S.Severino 112
Amantea 11
Casalnuovo 11
Castelluccio 11
Chiaromonte 11
Lungaro 11
Maratea 11
Padula 11
S.Chirico 11
S.Martino 11
Senise 11
Torraca 11
Trecchina 11
Totali 302151

Crisi demografica 1817


Nel 1815 il vulcano Tambora in Indonesia generò una delle più grandi eruzioni delle storia più recente. Il pulviscolo che fu immesso nell'atmosfera produsse un oscuramento che durò a lungo, tanto da provocare cambi climatici su scala globale ed in particolare l'estate del 1816 fu molto fredda tanto da far definire il 1816 "L'anno senza estate". Tutto ciò provocò delle crisi alimentari e sanitarie molto gravi che portarono a carestie ed epidemie di tifo petecchiale nel corso dell'anno successivo.

Nel 1817 a Lagonegro si registrarono 419 morti, il quadruplo, circa, della media di quegli anni. In particolare morirono 252 donne e 167 uomini. Delle persone morte a Lagonegro 30 erano originarie di altri paesi (Scalea 4, Sapri 4, Torraca 3 etc.).

Distribuzione dei decessi per mese del 1817
 
Gennaio
 
9
Febbraio
 
12
Marzo
 
15
Aprile
 
36
Maggio
 
41
Giugno
 
43
Luglio
 
74
Agosto
 
58
Settembre
 
45
Ottobre
 
36
Novembre
 
21
Dicembre
 
29

Si evidenzia un picco nei mesi estivi di Luglio ed Agosto, dovuto probabilmente alla fase più acuta della crisi.

Nel grafico seguente la distribuzione delle età dei morti del 1817.

Si nota una mortalità infantile molto alta per i minori di 10 anni.

Analizzando i mestieri delle persone decedute si riscontrano le seguenti distribuzioni:

Mestieri delle donne decedute nel 1817
 
Filatrici
 
158
Tessitrici
 
17
Cucitrici
 
2
Proprietarie
 
1
Levatrici
 
1
Infante
 
61

Tra gli uomini nati a Lagonegro la distribuzione dei mestieri è più variegata:

Mestieri degli uomini deceduti nel 1817
 
Bracciale
 
40
Calzolaio
 
9
Cardalana
 
6
Garzone
 
5
Proprietario
 
4
Sacerdote
 
4
Calderaro
 
3
Massaro
 
2
Ferraro
 
2
Tintore
 
1
Cappuccino
 
1
Cappellaro
 
1
Falegname
 
1
Speziale
 
1
Pastore
 
1
Calessiere
 
1
Pecoraro
 
1
Infante
 
66

Nota: "Infante" si riferisce a bambini e bambine di età inferiore a 6 anni.

Per le persone nate fuori da Lagonegro la distribuzione dei mestieri è la seguente:

Mestieri dei "forestieri" deceduti nel 1817
 
Filatrice
 
7
Mendica
 
2
Serva
 
2
Tessitrice
 
1
Bracciale
 
4
Infante
 
3
Pastore
 
2
Legionario
 
2
Fuciliere
 
1
Soldato
 
1
Marinaio
 
1
Comico
 
1
Garzone
 
1
Negoziante
 
1
Mulattiere
 
1

La crisi ha colpito duramente tutto il territorio del Lagonegrese. In tabella si possono notare gli incrementi della mortalità nel 1817.

Numero di deceduti per anno nei Comuni del Lagonegrese nel periodo 1816-1819
AnnoLagonegroMarateaLauriaRivelloTrecchinaCastelluccio SuperioreCastelluccio InferioreRotondaLatronicoMoliterno
1816 110120221120264573949898
1817 419291658431107111147177332353
1818 132103217116341128214667119
1819 587314279596363674489

La crisi ha comportato anche un calo delle nascite nel periodo 1817-1818.

Fonte Mibac[33].


Religione


Nel 1976 Lagonegro fu elevata a concattedrale della diocesi di Tursi-Lagonegro, che comprende tutta la fascia di territorio lucano dal Tirreno allo Jonio.


Tradizioni e folclore


Cappella del “Seggio”
Cappella del “Seggio”

Nella cultura di Lagonegro vi è la festività dedicata alla Madonna delle Nevi alla quale è stata dedicata un santuario sul Massiccio del Sirino che ogni anno richiama molti fedeli da tutto il Lagonegrese e da altre zone della Basilicata. La festività si articola in tre momenti: nella terza domenica di giugno la sua statua viene portata a spalle sul Monte Sirino, facendo tappa presso la località Vrushco; il 4 e 5 agosto la festa si tiene sulla cima del monte Sirino, presso la cappella dedicata alla Madonna: per l'occasione molti lagonegresi organizzano un lungo campeggio sul monte, mentre il giorno della festa altri concittadini si fermano dopo il rito religioso per una scampagnata; la terza domenica di settembre, giorno della vera e propria festa patronale, la statua della Madonna delle Nevi viene riportata a spalle a Lagonegro e riposta presso la cappella del "Seggio", per poi essere trasportata il giorno dopo con una lunga processione tra le vie della cittadina nella Cattedrale, che la ospiterà per tutto l'inverno.


Musei


Palazzo Corrado
Palazzo Corrado

Monna Lisa Museum presso Palazzo Corrado.


Biblioteche


La Biblioteca civica comunale "Giuseppe De Lorenzo", presso il Palazzo di città, contenente circa 15.000 volumi.[39]

La Biblioteca parrocchiale della Chiesa di San Nicola, contenente più di 2.000 antichi volumi, a partire da edizioni cinquecentesche.[40]


Cultura



Istruzione


Lagonegro è sede di numerosi servizi ed uffici pubblici, tra cui diverse scuole secondarie di secondo grado:


Economia



Artigianato


La città si distingue per la produzione di orologi da torre, che fanno di Lagonegro l'unico produttore del settore nel centro-sud Italia.[42] Gli orologi di Lagonegro adornano monumenti importanti come la reggia di Caserta, il palazzo reale di Napoli, il teatro San Carlo e vengono esportati anche all'estero, specie in Brasile, Stati Uniti e Australia.[43]


Turismo


A 20 chilometri dal centro abitato, il comprensorio sciistico Lago Laudemio-Conserva di Lauria con numerose piste e attività ricettive. Il comprensorio è aperto parzialmente dalla stagione invernale 2017/2018.[senza fonte]


Infrastrutture e trasporti



Strade


Il comune di Lagonegro, all'incirca a metà strada tra Salerno e Cosenza, è situato in un punto nevralgico dei collegamenti vìari della Basilicata sud–occidentale ed è, in modo particolare, zona di transito per i viaggiatori che si spostano tra le regioni Campania e Calabria. Difatti, in tale zona, sono presenti due svincoli dell'autostrada A2 del Mediterraneo:


Ferrovie


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Lagonegro e Stazione di Lagonegro (FCL).
Antico viadotto “Serra”
Antico viadotto “Serra”

Il comune di Lagonegro in passato era servito da due linee ferroviarie con due stazioni, entrambe di capolinea nel medesimo, poi dismesse. Una era la Lagonegro-Castrovillari-Spezzano Albanese, linea a scartamento ridotto di gestione FCL; essa fu chiusa e rimossa nel tratto da Lagonegro fino alla successiva stazione negli anni cinquanta causa bradisismo e cedimento strutturale del ponte in uscita da Lagonegro chiamato "Serra". L'altra era la Sicignano degli Alburni-Lagonegro soppressa e chiusa nel 1987 a causa dei lavori di ammodernamento ed elettrificazione della linea Battipaglia-Potenza-Metaponto e mai più riaperta.


Mobilità urbana


Palazzo di città
Palazzo di città

È inoltre servita da numerose linee di autobus urbani ed extra–urbani; questi ultimi sostituiscono la ex ferrovia e portano ogni giorno circa 7000 pendolari, tra studenti e lavoratori.


Amministrazione XIX secolo e Primo decennio del XX


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1809 1809 Francesco Maria Mango Sindaco
1810 1810 Vincenzo Aldinio Sindaco
1811 1813 Lorenzo Mazzei Sindaco
1814 1816 Marco Corradi Sindaco
1817 1819 Nicola Ferraro Sindaco
1820 1820 Nicola Fusco Sindaco
1821 1821 Marco Corradi Sindaco
1822 1822 Nicola Fusco Sindaco
1823 1829 Vincenzo Bruno Sindaco
1830 1832 Vincenzo Gerardi Sindaco
1833 1838 Giuseppe Picardi Sindaco
1839 1840 Gennaro Ladaga Sindaco
1843 1845 Pasquale Amalfi Sindaco
1846 1848 Gennaro Ladaga Sindaco
1850 1851 Antonio Vallinati Sindaco
1853 1855 Nicola Zambrotti Sindaco
1856 1859 Nicola Pesce Sindaco
1859 1859 Antonio Gallotti Sindaco
1860 1860 Antonio Ladaga Sindaco
1862 1862 Gennaro Giliberti Sindaco
1863 1867 Francesco Damiani Sindaco
1870 1870 Lorenzo Latronico Sindaco
1871 1872 Giovanni Aldinio Sindaco
1874 1874 Saverio Cosentino Sindaco
1876 1879 Saverio Cosentino Sindaco
1880 1885 Giovanni Aldinio Sindaco
1886 1890 Lorenzo Latronico Sindaco
1891 1892 Saverio Cosentino Sindaco
1893 1902 Carlo Pesce Sindaco
1903 1904 Francesco Gallotti Sindaco
1904 1910 Giuseppe Picardi Sindaco

Fonte Archivio di Stato di Potenza[44] e Archivi Comunali da FamilySearch.org[45]


Amministrazione nel Ventennio


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
Avv. Cav. Tancredi Sindaco
Comm. Avv. Edoardo Leo Comm. pref.
Cav. Avv. Bernardo Carusi circolo Grassi Podestà
Comm. Avv. Edoardo Leo circolo Sirino Podestà
1929 1929 Cav. Umberto Nisi Comm. pref.
Uff.[46] Ing. Francesco Gabola Podestà

Fonte Consiglio Regione Basilicata[47]


Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1946 1952 Giuseppe Guida Democrazia Cristiana Sindaco
1952 1956 Giuseppe Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
1956 1960 Giuseppe Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
1960 1962 Giuseppe Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
1962 1964 Mario Picardi Democrazia Cristiana Sindaco
1964 1970 Mario Picardi Democrazia Cristiana Sindaco
1970 1974 Nicola Fortunato Democrazia Cristiana Sindaco
1974 1975 Francesco Rizzo Democrazia Cristiana Sindaco
1975 1980 Francesco Costanza Democrazia Cristiana Sindaco
1980 1985 Francesco Costanza Democrazia Cristiana Sindaco
Pietro Guida Sindaco
Aldo Tallarico Democrazia Cristiana Sindaco
1987 1992 Rosario Picardi Democrazia Cristiana Sindaco
1992 1997 Giuseppe Cascone Democrazia Cristiana Sindaco
1997 2000 Domenico Carlomagno Polo per le Libertà (FI-AN, CCD, CDU) Sindaco
2000 2001 Maria Raffaella Laraia commissario prefettizio Sindaco
2001 2006 Francesco Costanza (Lista civica) (L'Ulivo) (PDS, PPI, UD, FdV, RI, SI) Sindaco
2006 2011 Domenico Mitidieri (Lista civica) (L'Unione) Sindaco
2011 2016 Domenico Mitidieri (Lista civica) (PD–SEL–IdV) Sindaco
2016 2019 Pasquale Mitidieri (Lista civica) (PD–MDP–Civiche) Sindaco
2019 2020 Maria Rita Cocciufa commissario prefettizio Sindaco
2020 in carica Maria Di Lascio (Lista civica) Sindaco

Gemellaggi



Sport


La squadra di calcio è l'A.S.D Lagonegro 1929 che milita nel girone B del campionato di Prima Categoria.[48]

In passato il Lagonegro ha disputato il campionato di Lega Nazionale Dilettanti (stagione 1997/1998) ed è stato detentore della Coppa Italia Dilettanti Basilicata nella stagione 2017/2018.

Nella pallavolo è presente la Rinascita Volley '78 Lagonegro che milita nella Serie A (pallavolo maschile) Nazionale.

Lagonegro è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia: 1995, 1999, 2008[49]


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 340, ISBN 88-11-30500-4.
  5. come nota lo storico Giacomo Racioppi
  6. Super User, La chiesa del Rosario, su basileusonline.it. URL consultato il 30 aprile 2018.
  7. Lacus Niger
  8. Lacus Neruli
  9. Spiritualità e società religiosa greca nell'Italia Meridionale e la Sicilia, pp. 25-26-27
  10. Carlo Pesce, pp. 238-239.
  11. Lacus Liber
  12. Carlo Pesce.
  13. Benedetto Marzolla, Atlante corografico, storico e statistico del Regno delle Due Sicilie, su uniba.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  14. Regno delle due Sicilie : Abitanti distretto di Lagonegro, su ilportaledelsud.org.
  15. Carlo Pesce, p. 341.
  16. Il Re Ferdinando II Delle Due Sicilie a Lagonegro Capoluogo di distretto lucano del Regno, su archiviostorico.blogspot.com.
  17. Maria Mango, Il Castello di Lagonegro, in La Basilicata nel mondo, n. 7, F. Giannini e figli, novembre-dicembre 1925, p. 386.
  18. Giuseppe Gattini, Delle armi de' Comuni della provincia di Basilicata, Arnoldo Forni editore, Sala Bolognese, 1918, pp. 33-34, citato in Araldicacivica.it.
  19. Ufficio araldico - Fascicoli comunali, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio Centrale dello Stato, 15 gennaio 2014. URL consultato il 15 marzo 2018.
  20. Super User, La chiesa di S. Nicola al Castello, su basileusonline.it. URL consultato il 30 aprile 2018.
  21. Redazione, Lagonegro arte e mistero. A Spasso nel Borgo delle 33 Chiese. URL consultato il 30 aprile 2018.
  22. Super User, La chiesa di Sant'Anna, su basileusonline.it. URL consultato il 30 aprile 2018.
  23. Palazzo Corrado
  24. Fontana G. Murat
  25. Canterano
  26. Cristoforo Grossi
  27. Pesce Carlo, Lagonegro nel 1799 e Cristoforo Crossi : conferenza tenuta in Lagonegro il 1. febbraio 1900, 1900, DOI:10.14273/unisa-904. URL consultato il 20 novembre 2018.
  28. Cristoforo Grossi, su comunedipignataro.it. URL consultato il 9 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2018).
  29. A Lagonegro, Una Piazza Dedicata Al Noto Musicista “Mango”, su gazzettadaltacco.it, Gazzetta dal Tacco. URL consultato il 7 aprile 2022.
  30. Catasto Onciario di Lagonegro del 1746, su acastagnaracritica.altervista.org.
  31. Lagonegro - Popolazione per età, su comuni-italiani.it.
  32. Il Catasto onciario di Lagonegro del 1746: profilo di una comunità cittadina meridionale nella metà del XVIII secolo, su docplayer.it.
  33. Archivio di Stato
  34. Catasto Onciario 1746
  35. Archivio di Stato di Potenza.
  36. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  37. Fabiola Dello Iacono (a cura di), Salute pubblica, buste 1640-1651 (PDF), su assa.beniculturali.it, Archivio di Stato di Salerno, p. 74.
  38. Lettera del 17 Febbraio 1811 del medico Celli all'Intendente del Principato Citeriore, Archivio di Stato di Salerno, Intendenza - Serie Salute Pubblica, Busta 1648, Fascicolo 7 "Febbre epidemica nelle carceri di Lagonegro e precauzioni da adottare".
  39. Biblioteca civica Giuseppe De Lorenzo, su anagrafe.iccu.sbn.it.
  40. Mimmo Mastrangelo, A Lagonegro un oceano di cultura, in Avvenire, 19 settembre 2018.
  41. Università dì Firenze, su infermieristica.unifi.it.
  42. Lagonegro (PZ) - La fabbrica di orologi da torre, su aptbasilicata.it. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  43. Il "re" degli orologi da torre? É in Basilicata, su ilcaleidoscopio.net. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  44. Atti di Registro Nascite, Matrimoni e Morti dall'Archivio di Stato di Potenza
  45. Atti di Registro Nascite, Matrimoni e Morti dal sito di ricerche Genealogiche FamilySearch.org
  46. Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia 19 Ottobre 1932
  47. Elena Vigilante, tesi di Laurea, 2000-2001 Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia
  48. Soccer Lagonegro '04
  49. Jalabert in rosa, su www2.raisport.rai.it, 19 maggio 1999. URL consultato il 5 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2018).

Bibliografia



Voci correlate



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Collegamenti esterni


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[de] Lagonegro

Lagonegro ist eine Gemeinde in der Basilikata in der Provinz Potenza mit 5310 Einwohnern (Stand am 31. Dezember 2019).

[en] Lagonegro

Lagonegro (Lucano: Launìvere) is a town and comune in the province of Potenza, in the Southern Italian region of Basilicata. It is part of the Valle del Noce and has (2017) a population of 5,471.[2]

[es] Lagonegro

Lagonegro es un municipio situado en el territorio de la provincia de Potenza, en Basilicata, (Italia).

[fr] Lagonegro

Lagonegro est une commune italienne d'environ 5 300 habitants, située dans la province de Potenza, dans la région Basilicate, en Italie méridionale.
- [it] Lagonegro

[ru] Лагонегро

Лагонегро (итал. Lagonegro) — коммуна в Италии, расположена в регионе Базиликата, подчиняется административному центру Потенца.



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