Nèmoli è un comune italiano di 1 402 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata. Il paese, posto tra i monti dell'appennino lucano, è noto per l'artigianato tipico del legno e del rame.
Nemoli comune | |||
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Il lago Sirino | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Basilicata | ||
Provincia | Potenza | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Domenico Carlomagno (PD/lista civica Nemoli nel cuore) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019) | ||
Territorio | |||
Coordinate | 40°04′N 15°48′E | ||
Altitudine | 421 m s.l.m. | ||
Superficie | 19,49 km² | ||
Abitanti | 1 402[1] (31-12-2021) | ||
Densità | 71,93 ab./km² | ||
Frazioni | Lago Sirino,Varco Valle, Paccione, Ciliberti, Pianorizzo, Tempa Castagna, Isola del Bosco, Piane di Tonne, Concezione, Frassini, Giammichele, Capo lo Bosco, Fiumara, Ramiera, Ferriera, Arenazzo, Vallone, Quino, Quinardanza, Pié Le Rocche | ||
Comuni confinanti | Lagonegro, Lauria, Rivello, Trecchina | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 85040 | ||
Prefisso | 0973 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 076054 | ||
Cod. catastale | F866 | ||
Targa | PZ | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | ||
Cl. climatica | zona D, 1 674 GG[3] | ||
Nome abitanti | nemolesi | ||
Patrono | Madonna delle Grazie | ||
Giorno festivo | 2 luglio | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di Nemoli all'interno della provincia di Potenza | |||
Sito istituzionale | |||
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Nèmoli si trova nella zona più a sud della provincia di Potenza. Il suo territorio si estende per 19,7 km². Posizionato al centro della valle del Noce è circondato, oltre che da questo, dai fiumi Sonante, Torbido e Pulcino, le cui acque alimentano gli acquedotti di più paesi della valle. Verso nord, nei pressi della vecchia stazione di Nemoli, a 788 metri sul livello del mare, si trova il lago Sirino (circa 5 ettari).
Nemoli è circondata dai monti dell'Appennino Lucano: Serra Rotonda, Serra Lunga, il monte Coccovello (1505 metri), il Roccazzo (894 metri) e il monte Sirino (1907 metri) sono i rilievi principali.
Nel nucleo principale del paese, dove si trovano le caratteristiche strettole e sopportici, si possono ammirare alcuni portali sparsi per i vicoli e il loggiato di stile napoletano, del palazzo Filizzola del XVIII secolo oltre al monumento dedicato ai caduti realizzato in bronzo.
Le prime tracce di insediamenti umani sul territorio di Nemoli risalgono al V secolo a.C., come testimoniano alcune statuine di bronzo ritrovate sul territorio, rappresentanti guerrieri e animali, che fanno pensare alla passata esistenza di una stipe votiva e all'esistenza di una città di origine fenicia chiamata Irie, i cui abitanti veneravano una divinità maschile. Il primo nucleo abitativo certamente risale ai primi secoli dello scorso millennio. Durante il Medioevo Nemoli, allora chiamata Il Bosco, dipese dapprima dalla città di Lauria, quale grangia dell'abbazia di san Filippo. Poi venne accorpata al territorio di Rivello, di cui costituiva uno dei tre casali insieme a San Costantino e Rotale. Nel 1650 vi si stabilì un folto gruppo di Valdesi, scacciati della vicina Calabria, che incrementò notevolmente la popolazione.
Durante il breve governo della Repubblica Partenopea del 1799, divenne comune col nome de La Serra, rientrando nell'ordinamento amministrativo del dipartimento del Crati e, a livello più strettamente locale, del cantone di Lauria[4]. Nel 1806, per volontà di Giuseppe Bonaparte, si cominciò a costruire la strada consolare detta delle Calabrie: questa, che attraversava Bosco, portò benessere economico ed incremento demografico. In questi periodo numerosi erano gli opifici quali ferriere, ramiere e mulini. Inoltre, Bosco divenne luogo di ristoro per i carrettieri che vi transitavano. A partire dal 1824, vi furono numerose petizioni e esposti, inoltrati alle autorità competenti e al ministro e segretario di stato degli affari interni, che rivendicavano l'autonomia e la costituzione di un comune autonomo e indipendente da Rivello, ma tutte ebbero risposta negativa, in parte dovuto al fatto che gli abitanti di Bosco e di Rivello costituivano un'unica e sola parrocchia. Al paese venne imposto il cambio del nome, da Bosco a Nemoli, con apposito decreto borbonico, appena dopo l'avvenuta distruzione dell'omonimo paese, Bosco del Cilento, incendiato e distrutto per essere insorto contro i Borbone di Napoli nel 1828. Già in precedenza, approfittando di una visita del re di Napoli, Ferdinando II di Borbone, del 10 aprile 1833, una delegazione di boschesi aveva manifestato, sulle rive del lago Sirino, il suo desiderio di autonomia da Rivello. Il 6 giugno 1833 la richiesta di indipendenza fu espressa formalmente a Napoli, chiedendo anche di cambiare il nome del casale per non confonderlo con l'ormai distrutto Bosco del Cilento; tra le possibili alternative per il nome vi era anche quella di Nemoli (dal latino Nemus Olim, ossia una volta Bosco). Col decreto dell'8 dicembre 1833 Ferdinando II di Borbone concesse a Bosco il diritto di costituirsi autonomamente come comune e rendersi finalmente indipendente da Rivello, col nome di Nemoli, a partire dal 1º gennaio 1834[5]. Solo un secolo più tardi, dopo che la commissione degli affari ecclesiastici aveva sottoposto al re il bisogno di avere una parrocchia separata e a seguito delle disposizioni vescovili per eliminare le tensioni tra i due abitati, gli abitanti di Nemoli ottennero finalmente, l'11 ottobre 1938, una propria parrocchia con l'erezione della Chiesa di santa Maria delle Grazie.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1985 | 1990 | Gerardo Melchionda | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1990 | 1995 | Domenico Carlomagno | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1995 | 1999 | Domenico Carlomagno | Partito Popolare Italiano | Sindaco | |
1999 | 2004 | Domenico Carlomagno | Partito Popolare Italiano | Sindaco | |
2004 | 2009 | Antonio Filardi | civiche | Sindaco | |
2009 | 2014 | Antonio Filardi | civiche | Sindaco | |
2014 | 2019 | Domenico Carlomagno | Lista civica (PD) | Sindaco | |
2019 | in carica | Domenico Carlomagno | Lista civica (PD) | Sindaco | |
Abitanti censiti[6]
Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti gallo-italici di Basilicata. |
La popolazione parla un dialetto gallo-italico.
La Sagra della Polenta è una tradizione antichissima che si svolge il giorno di Carnevale, e che prende vita dalle offerte spontanee della popolazione che concorre alla sua organizzazione. Ogni anno occorrono circa 5 quintali di polenta, condita secondo una ricetta antica di secoli e con un sugo fatto con salsiccia, pancetta e pepe rosso macinato. La polenta viene offerta a tutti coloro che arrivano nel paese. Il tutto è accompagnato da vino paesano offerto dai produttori nemolesi.
È tipica usanza nemolese accendere un grande fuoco la sera della vigilia di Natale al centro della piazza Umberto I. Il falò viene ravvivato e fatto ardere dai vari abitanti fino all'Epifania, e diventa il punto di ritrovo per residenti e non, che scaldandosi chiacchierano in attesa della santa Messa.
In ambito musical-popolare, Nemoli ha una tradizione legata principalmente alla tarantella e a canti che rappresentano varie condizioni lavorative, eventi mondani, religiosi e, come nella maggior parte della zona Valnocina, l'organetto (o' mandacett) è lo strumento più comune. Ma la tradizione strumentale nemolese è legata soprattutto ai riti del Carnevale e della Pasqua, per i quali nascono strumenti come O' Tricca'ballac e A' Trocc'l. Pur non essendo uno strumento di origini nemolesi, fa parte della tradizione musicale anche il Cupi Cupi, costruito con la vescica del Maiale e suonato nel periodo Carnevalesco.
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Esiste una squadra di calcio dilettantistica, l'ASD Nemoli, iscritta al campionato di 2ª Categoria della Basilicata.
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