Verbicaro (Vruvëcàrë in calabrese[3], Vervecàri in greco bizantino) è un comune italiano di 2 573 abitanti della provincia di Cosenza, facente parte del Parco nazionale del Pollino.
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Verbicaro comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Francesco Silvestri (lista civica Uniti per il cambiamento) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 39°45′N 15°55′E |
Altitudine | 428 m s.l.m. |
Superficie | 32,64 km² |
Abitanti | 2 573[1] (31-3-2022) |
Densità | 78,83 ab./km² |
Frazioni | San Francesco |
Comuni confinanti | Grisolia, Orsomarso, San Donato di Ninea, Santa Maria del Cedro |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 87020 |
Prefisso | 0985 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 078153 |
Cod. catastale | L747 |
Targa | CS |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | verbicaresi |
Patrono | Madonna delle Grazie |
Giorno festivo | 2 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il nome del comune deriverebbe dal latino vervecarius, ossia "pastore"; secondo altri storici, invece deriverebbe dal nome greco di persona Nicolaus Berbecaris.
Nell'agosto del 1911, in seguito ad un'epidemia di colera che colpì gran parte della popolazione, Verbicaro fu teatro di una sommossa popolare in cui furono assassinate tre persone, tra cui il sindaco e il segretario comunale, mentre il municipio fu dato alle fiamme.[4]
Sul "Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Volume 2" dell'erudito Lorenzo Giustiniani, stampato da Vincenzo Manfredi a Napoli nel 1797, dalla pagina 268 alla pagina 270 si legge:
"BERVICARO, o Verbicaro, sebbene in tutte le numerazioni del Regno la ritrovo sempre col primo nome. Questa terra è in provincia di Calabria citeriore, in diocesi di Cassano, distante da Cosenza miglia 50 di rovinose strade, e miglia 6 dalla marina della Bruca. Ella è situata in una valle, e picciola parte della medesima in un rialto, circondata da alti monti alla distanza di circa un miglio. L'aria, che vi si respira, mi si dice essere temperata. Tiene vicino due torrenti, i quali annualmente cagionano de' danni, e portano spesa a questa università per lo mantenimento di due ponti, e delle vie. Alla distanza poi di un miglio vi corre un fiume chiamato Innicari, che sorge nel territorio di Sandonato, scorre per lo canale della Favata, per lo territorio della nostra terra, e dall'altra di Grisolia, e di Abbatemarco, e si scarica finalmente in mare, ov'è la regia torre della Bruca. Il suo territorio confina con quelli di Sandonato, di Grisolia, di Abbatemarco, di Orsomarzo ec. Nel medesimo vi è un feudo rustico appellato di Sanbiagio, che dicono essere andato sempre coll'altro di essa Berbicaro. Produce delle vettovaglie, e delle buone uve, specialmente le dorache, o zibibi, le quali aumentandosi, potrebbero recare molto guadagno a quella popolazione, coll'arte di farle passe; ma l'industria delle pecore, e delle capre, fa tenere molto territorio per uso di solo pascolo, quandochè potrebbesi piantare di gelsi, di ulivi, e di altri alberi fruttiferi, ed evitarsi anche quel danno, che recano detti animali alle vigne, ed a' seminati di altri cittadini. In questo paese però i negozianti di pecore sono i più potenti. Il detto territorio non ha molta estensione, onde son costretti i cittadini di coltivare quello de' paesi vicini, ancorchè godessero la promiscuità con quello di esso Abbatemarco fin dal 1616. Gli scrittori Calabresi, che vorrebbero qui gli Aprustani di Plinio, decantano i boschi di questa terra dove dicono che si facea il terebinto, e vi si generavano le testugini, ma in oggi sono stati quasi tutti dismessi, appena vedendosene qualche avanzo nelle montagne di soli faggi di circa miglia cinque per uno. Alcuni querceti sono poi de' particolari; quindi è, che tutta la popolazione si serve de' legnami per uso delle fabbriche. Non vi abbonda la caccia nè di quadrupedi, nè di volatili, e rari sono ancora i rettili velenosi. La sua popolazione è andata sempre di mano in mano crescendo. Nella numerazione del 1532 fu tassata per fuochi 206, in quella del 1545 per 221, nell'altra del 1561 per 246, nella quarta del 1595 per 297, nella quinta del 1648 per lo stesso numero; nella sesta del 1669 per 148. In oggi però ascende al numero di 3400. Essi cittadini sono addetti all'agricoltura, ed alla pastorizia. Nel 1630 Antonio Castillas, che insieme col casale di Sanbiase la possedea col titolo di marchese, la vendè ad Angelo di Matera Cosentino per ducati 40500 senza il detto titolo (I). In oggi si possiede da D. Francesco Maria Cavalcanti col titolo di marchese".
Abitanti censiti[5]
Verbicaro è raggiungibile:
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1975 | 1977 | Felice Spingola | Lotta Continua | Sindaco | |
1980 | 1985 | Felice Spingola | lista civica | Sindaco | |
1988 | 1989 | Felice Spingola | lista civica | Sindaco | |
1989 | 1990 | Arturo Riccetti | PCI | Sindaco | |
1990 | 1995 | Luigi Tuoto | PCI | Sindaco | |
1995 | 1999 | Felice Spingola | Lista civica | Sindaco | |
1999 | 2009 | Carmine Cirimele | Lista civica | Sindaco | |
2009 | 2014 | Felice Spingola | Lista civica | Sindaco | |
2014 | in carica | Francesco Silvestri | Lista civica | Sindaco | |
Altri progetti
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