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Maratea (AFI: [maraˈtɛa][10][11], Marathia in dialetto marateota, [maraˈtia][10]) è un comune italiano di 4 767 abitanti[2] della provincia di Potenza, unico centro della Basilicata ad affacciarsi sul Mar Tirreno, attraverso il golfo di Policastro.

Maratea
comune
Maratea – Veduta
Maratea – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoDaniele Stoppelli[1] (lista civica Rinascita) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate39°59′34″N 15°43′00″E
Altitudine300 m s.l.m.
Superficie67,84 km²
Abitanti4 767[2] (31-12-2021)
Densità70,27 ab./km²
FrazioniAcquafredda, Brefaro, Castrocucco, Cersuta, Fiumicello-Santavenere, Marina, Massa, Porto, Santa Caterina[3]
Comuni confinantiRivello, Sapri (SA), Tortora (CS), Trecchina[4]
Altre informazioni
Cod. postale85046
Prefisso0973
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076044
Cod. catastaleE919
TargaPZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[5]
Cl. climaticazona C, 1 325 GG[6]
Nome abitantimarateoti[7]
Patronosan Biagio[7]
Giorno festivoseconda domenica di maggio[8]
MottoRegia Civitas, Marisque Dea[9]
Cartografia
Maratea
Maratea – Mappa
Maratea – Mappa
Posizione del comune di Maratea all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Il 10 dicembre 1990 il Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga ha insignito il comune con il titolo onorifico di "Città"[12], titolo di cui comunque Maratea già si vantava in base a un decreto del 1531 firmato da Carlo V d'Asburgo.


Geografia fisica


«Forse in Italia non c'è paesaggio e panorama più superbi. Immaginate decine e decine di chilometri di scogliera frastagliata di grotte, faraglioni, strapiombi e morbide spiagge davanti al più spettacoloso dei mari, ora spalancato e aperto, ora chiuso in rade piccole come darsene. La separa da una catena dolomitica, tutta rocce color carnicino, punteggiata di villaggi […], di castelli diruti e antiche torri saracene, un declivio boscoso rotto da fiumiciattoli e torrenti e sepolto sotto le fronde dei lecci e dei castagni.»

(Indro Montanelli[13].)
Paesaggio costiero nei pressi di Marina di Maratea
Paesaggio costiero nei pressi di Marina di Maratea

Il territorio di Maratea si estende per poco meno di 68 km². Ha per confini indicativi a nord il comune di Sapri in Campania e Rivello, a sud quello di Tortora in Calabria, a est Trecchina e da dopo di essa il resto della provincia di Potenza e a ovest il mare.

Ciò rende Maratea l’unico comune della propria provincia ad affacciarsi sul mare e l’unico della Basilicata sul Tirreno.

La costa si stende per circa 32 km, variegata da insenature, grotte, scogli, secche e spiagge per lo più ciottolose. Grosso modo al centro della costiera si trova il porto. Lungo il tratto meridionale della costa si distingue invece la piccola isola di Santo Janni.

Numerose le grotte sparse nel territorio, a catasto ne risultano 132 tra marine e terrestri[14]. Tra queste si segnala la Grotta di Marina con molte stalattiti e stalagmiti.

Il territorio marateota è per lo più costituito da rilievi, con pochi pianori e terrazzamenti su cui insistono gli insediamenti antropici. Montagne e colline bagnano per lo più i costoni direttamente sul mare, creando pittoreschi panorami e scorci visivi.


Geologia e morfologia


Il caratteristico contrasto di mari e monti della costa marateota
Il caratteristico contrasto di mari e monti della costa marateota

La storia della geologia del territorio di Maratea è iniziata durante l'Anisico e il Miocene inferiore.

Esso evidenzia diverse zone succedute attraverso episodi di metamorfismo durante l'Appiano, i cui depositi terrigeni più antichi si presentano fortemente tettonizzati. Questa conformazione si è originata tra il Langhiano e il Tortoniano e ha interessato i depositi accostandoli, sovrapponendoli ed elevandoli sino alla formazione della dorsale carbonatica che caratterizza l'area.

I depositi presso la costa sono formati da calcilutiti, calcareniti grigie e brune con marne, e calcari conglomeratici.

La dorsale è allungata in direzione appenninica, da nord-ovest a sud-est, delimitata verso il mare e verso l'interno da versanti ripidi che dalla costa si innalzano sino a raggiungere i 1 505 metri con il monte Coccovello[16].


Orografia


La gran parte del territorio di Maratea è costituito da montagne e colline, con una sola area pianeggiante in prossimità della foce del fiume Noce e del confine con la Calabria. Il territorio comunale è compreso tra 0 e 1 505 metri di quota, culminando nella cima del Monte Coccovello, al confine con il comune di Rivello.

I rilievi montuosi della zona nord presenta episodi orografici plastici e di alto livello paesaggistico, con i versanti montuosi che calano direttamente sul mare. I rilievi sono costituiti per lo più da calcari dolomitici[17], e le pareti rocciose presentano caratteristiche variazione cromatiche, passando dal verde boschivo al rosso della nuda roccia calcarea. I principali monti di questo sistema sono[18]:

Il monte più alto di Maratea, il Monte Coccovello
Il monte più alto di Maratea, il Monte Coccovello

La parte centrale è caratterizzata da un sistema montuoso a forma di Y, anch'esso costituito da formazioni di calcare dolomitico. I rilievi di questo sistema sono:[18]

La parte più meridionale del territorio apre grandi vallate attraversate da torrenti alluvionali. Le formazioni montuose, di grande valore paesaggistico, costituiscono tre piani di visione: la costa rocciosa, con al largo le isolette della Matrella e di Santo Janni, la zona costiera quasi pianeggiante, caratterizzata da un verde boschivo e le pareti rocciose perpendicolari alla costa. Solo due gli episodi montuosi notevoli:[18]

Bosco di ogliastri sulla punta omonima della costa di Maratea, nello sfondo il monte San Biagio, con in cima la statua del Redentore, e l'abitato di Marina
Bosco di ogliastri sulla punta omonima della costa di Maratea, nello sfondo il monte San Biagio, con in cima la statua del Redentore, e l'abitato di Marina

Idrografia


Nel territorio di Maratea scorre un solo fiume, il Noce, la cui foce segna il confine con la Calabria.

Molti i torrenti che scorrono tra i monti del territorio, ma solamente quello detto Fiumicello, che sfocia in mare presso l'omonima frazione, non ha carattere stagionale o alluvionale. I più lunghi corsi d'acqua sono di questo tipo sono il canale di Montescuro, che scorre alle falde del Coccovello, e quello del Carròso, che nasce presso Brefaro e sfocia nel Noce[18].

Il reticolo idrografico della zona a nord del monte San Biagio è scarsamente sviluppato in superficie, ma ben presente nel sottosuolo[20], che nella valle di Maratea dà origine a numerose sorgenti, tra le quali si ricordano quella di Sorgimpiàno, di San Basile, e di Cavalero[18].

La zona a sud presenta invece un più evidente reticolo superficiale, con numerosi torrenti alluvionali che scorrono in profondi valloni verso il mare o verso il Noce.


Flora e fauna


«È un paese meraviglioso, […] è magnifico. […] Non c'è nessun altro luogo che io conosca che sia valido in me come questo che vedi. I colori, l'aria di questa terra, il paesaggio così combinato. I colori soprattutto, sono colori primordiali.»

(Cesare Pavese e Bianca Garufi[21].)
Un esemplare di Primula palinuri al giardino botanico di Göteborg. A Maratea è presente un endemismo, in maniera puntiforme, di questo fiore, l'unico in Basilicata.
Un esemplare di Primula palinuri al giardino botanico di Göteborg. A Maratea è presente un endemismo, in maniera puntiforme, di questo fiore, l'unico in Basilicata.

La flora del territorio di Maratea è tipica macchia mediterranea.

La tipica vegetazione è costituita prevalentemente da lecci, per cui si segnala il bosco de Ilicini, formato da caratteristici lecci in miniatura resi nani dalla salsedine[20], così come esemplari di fillirea, lentisco, cisti, mirto, carrubo, corbezzolo, carpinella e siliquastro[22]. A nord della costa si incontra una folta pineta, anche se decimata da due incendi, uno sviluppatosi nel 2009[23] e l’altro nel 2012[24][25].

Sui monti si trovano macchie di arbusti sparsi, accompagnati da carrubi, fichi d'India, ulivi, e viti. I versanti dei monti in parte riparati dall'eccessiva illuminazione del Sole ospitano anche boschi fitti, come sul monte San Biagio, dove si sviluppa un carpineto.

In più, nei pressi della frazione Marina di Maratea, si trova un endemismo floristico degno di nota: la presenza, sulle rocce di Punta Caina, di una stazione puntiforme (l'unica presente in Basilicata) di Primula di Palinuro (Primula palinuri)[26], un raro e protetto endemismo delle coste tirreniche, il cui fragile areale si presenta estremamente ridotto e puntiforme.

Per quanto riguarda la fauna, oltre alle specie comuni, si possono trovare simpatici cuccioli di cinghiali nei boschi e il grande falco pellegrino che svetta nel cielo sopra la costa.


Misure di protezione ambientale


Falesia sulla costa nei pressi di Acquafredda
Falesia sulla costa nei pressi di Acquafredda

Per la protezione delle fitocenosi e dei preziosi endemismi sono state istituite nel territorio comunale di Maratea ben quattro aree SIC (Sito di importanza comunitaria), facenti parte della rete europea Natura 2000:[27]

Gli habitat di pregio, di interesse comunitario, sono i seguenti:


Clima


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Maratea.

Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,7 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +23,4 °C[28]. Maratea presenta un clima mite, caratterizzato da estati calde e umide e inverni generalmente miti e molto piovosi. Le frazioni più vicine al mare, presentano un clima lievemente più mite rispetto al centro, che si presenta più rigido d'inverno, è più caldo d'estate.

MARATEA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 12,012,214,317,020,925,128,228,525,921,617,014,012,717,427,321,519,7
T. min. media (°C) 5,45,37,08,912,215,718,218,216,212,89,67,05,99,417,412,911,4

Isole


Lo stesso argomento in dettaglio: Isola di Santo Janni.
L'isola di Santo Janni
L'isola di Santo Janni

Lungo la costa di Maratea si affaccia la piccola isola di Santo Janni.

Poco più grande di uno scoglio, dista circa 500 m dalla costa. L’isolotto prende il nome da un'antica cappella dedicata a San Giovanni, da cui il nome corrotto dal dialetto, e ospita, in particolare nei suoi fondali, un'area archeologica sottomarina tra le più importanti del Mediterraneo.

Sull’isola si segnala anche un endemismo zoologico: il cosiddetto Drago di Santo Janni, una lucertola bruno-azzurra, che vive confinata sugli anfratti rocciosi dell'isolotto, sottoposta a specifiche tutele[31].


Origini del nome


Tramonto invernale sul golfo di Policastro visto da Maratea
Tramonto invernale sul golfo di Policastro visto da Maratea

Diverse sono le interpretazioni date al significato del toponimo Marathìa, antico nome ancora conservato nel dialetto. È opinione comune che il nome sia di derivazione greca ed è quasi universalmente accettata la tesi di Giacomo Racioppi, che vuole il nome derivante dalla parola marathus (màrathos, μάραθος, "finocchio selvatico") e col significato di «terra dove cresce il finocchio selvatico»[32]. Altra tesi, diffusa già nel XVIII secolo e tuttora piuttosto diffusa, è quella che il nome sia invece il composto del latino màris e del greco théa, cioè «dea del mare» o «spettacolo del mare» a seconda del significato attribuibile alla seconda parola[33].


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Maratea e Assedio di Maratea.
Le grotte nei pressi della spiaggia di Fiumicello
Le grotte nei pressi della spiaggia di Fiumicello

Il territorio di Maratea è abitato almeno sin dal Paleolitico medio, epoca a cui risalgono le prime testimonianze archeologiche. Un primo insediamento stabile nacque sul promontorio di Capo la Timpa, a ridosso del moderno Porto, dove è stato ritrovato un villaggio dell'età del bronzo.

Contemporaneamente alla colonizzazione magnogreca, gruppi indigeni di cultura enotria continuarono ad abitare almeno la costa e da qui intrattennero rapporti di scambio e commercio con i navigatori del Mediterraneo. Il modello insediativo cambiò con la conquista romana, nel III secolo a.C., quando ai villaggi indigeni si sostituirono le villae patrizie. I commerci perdurarono: le villae producevano prodotti agricoli e ittici e li smistavano attraverso l’approdo naturale costituito dall’isola di Santo Janni, sui cui fondali esiste il più grande sito archeologico subacqueo di epoca romana del Mediterraneo.

Nel Medioevo, le esigenze difensive e la nuova centralità di agricoltura e pastorizia spinsero le popolazioni a fissare dimora sulla cima dei monti. Sulla cima del monte San Biagio nacque il centro di Marathia, attestato per la prima volta nella storia scritta nel 1079. All’epoca probabilmente il paese era già passato dal dominio bizantino a quello normanno, e nel 1131 confluì nel Regno di Sicilia e Puglia.

Subentrati gli Angioini agli Svevi, durante la guerra del Vespro Maratea resistette a numerosi attacchi da parte degli almugaveri aragonesi. Alla fine del conflitto il paese rientrò nel Regno di Napoli.

La cittadina fortificata sul monte (poi chiamata popolarmente Castello) non era però in grado di soddisfare i ritrovati stimoli commerciali offerti dal mare in epoca moderna. Un secondo centro sorse su un versante della stessa montagna: è l’attuale centro storico, detto anche Borgo. Qui si concentrò gradualmente la vita economica e culturale della comunità e qui si raccoglievano e smistavano le merci provenienti o diretti da Napoli e dall’entroterra lucano, garantendo a Maratea una florida economia.

Alla conquista napoleonica del Regno di Napoli, Maratea subì un drammatico assedio al suo Castello, difeso eroicamente da Alessandro Mandarini, colonnello borbonico marateota egli stesso. Dopo sei giorni di resistenza, Mandarini ottenne l'armistizio e la vita salva per tutti gli insorti.

Costabile Carducci
Costabile Carducci

Dopo la Restaurazione e la nascita del Regno delle Due Sicilie, la scena della vita culturale e politica della comunità di Maratea fu calcata da numerosi patrioti, martiri del Risorgimento, tra cui si segnala Costabile Carducci, deputato di Capaccio ucciso da sicari borbonici sulla spiaggia di Acquafredda nel 1848.

Nel 1860 Maratea venne coinvolta nei moti della Basilicata per l’Unità e nel 1861 con essa entrò a far parte del Regno d'Italia. Anche nel nuovo scenario unitario Maratea vantò uomini di profilo nazionale, quale fu, nel panorama ecclesiastico, il cardinale Casimiro Gennari.

Maratea entrò nel XX secolo con debole modernizzazione: nel 1894 era arrivata la ferrovia, nel 1921 l'energia elettrica. Maratea divenne però una stazione balneare già prima delle guerre mondiali, e, a partire dal Dopoguerra, entrò nel panorama nazionale quale meta turistica ambita e rinomata.

Il 10 agosto 2015 il comune di Maratea ha formalizzato la propria candidatura per entrare a far parte della lista dei patrimoni dell’Umanità UNESCO[34][35].


Simboli


Il gonfalone civico di Maratea
Il gonfalone civico di Maratea

Lo stemma civico di Maratea fu adottato nel XVI secolo, in sostituzione di uno più antico, che raffigurava una sirena sdraiata nuda sugli scogli[9][36]. Lo stemma attuale, riconosciuto con decreto del capo del governo del 22 ottobre 1936[37] e successivamente concesso con decreto del presidente della Repubblica del 27 febbraio 2009[38], si blasona:

«di cielo, alle tre torri di argento, murate di nero, merlate alla guelfa di quattro, finestrate di due, di nero, chiuse dello stesso, munite di due forti marcapiani, fondate sulla pianura di azzurro, mareggiata di argento, la torre centrale cimata dall'aquila bicipite, di nero. Ornamenti esteriori da Città.»

(D.P.R. del 27 febbraio 2009)
La Sirena di Alessandro Romano
La Sirena di Alessandro Romano

Il nuovo e l'antico stemma comunale sono stati sintetizzati nell'artistica fontana de La Sirena, opera in bronzo dello scultore Alessandro Romano, che troneggia al centro di piazza Vitolo.

Blasonatura del gonfalone:

«Drappo di bianco con la bordatura di azzurro recante lo scudo comunale.»

Lo stemma è completato dal motto «Regia Civitas, Marisque Dea», che ricorda lo stato storico di Città Regia goduto da Maratea sin dal XV secolo e ricorda l'antico stemma della sirena (che si può considerare una dea del mare). Lo stato di Città Regia è ribadito anche dalla corona, e il legame della città con il mare dal fatto che le torri poggiano proprio sulle onde.

Diverse sono invece le interpretazioni sull'identità delle torri. Tutte poste nel Borgo, secondo alcune fonti sarebbero state costruite nel 1573 per difendere l'abitato che era privo di mura difensive[9], ma questa tesi non mette d'accordo tutti gli storici[39]. Quella centrale è molto probabilmente la torre inglobata nel corpo della chiesa di Santa Maria Maggiore, quella di destra viene identificata con la torre del Palazzo Eredi Picone, mentre quella di sinistra è stata identificata con la Torre d'Alitto, posta nel rione Galata, ai piedi dell'abitato[40].


Onorificenze


Titolo di Città.
«Antico diritto»
 1531

Il comune di Maratea si fregia del titolo di città ottenuto con D.P.R. n. 6529 del 10 dicembre 1990, titolo che la cittadina già vantava dal 1531 per decreto di Carlo V d'Asburgo[41].


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose



Statua del Redentore

La statua del Redentore
La statua del Redentore

Si trova sulla vetta del monte San Biagio, sovrastante il centro storico di Maratea. È stata completata nel 1965, con un impasto di cemento misto a Breccia medicea, da Bruno Innocenti, scultore fiorentino, su idea di Stefano Rivetti.

Con i suoi 22 metri di altezza circa, è tra le statue più alte d'Italia e la sessantaseiesima più alta del mondo[senza fonte], nonché il più famoso monumento di Maratea, vista similitudine con la statua commemorativa di Cristo Re di Rio de Janeiro, le due città sono gemellate. Raffigura il Cristo Redentore, dopo la Resurrezione, in un'iconografia molto distante da quella tradizionale. In più, un particolare effetto ottico fa sì che osservandola da lontano pare guardare il mare, invece ha lo sguardo rivolto verso i monti della Lucania.


Chiese

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Maratea.
Basilica Pontificia di San Biagio
Basilica Pontificia di San Biagio
Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore
Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore

Per le sue innumerevoli chiese, cappelle e monasteri, Maratea è detta la città delle 44 chiese.[42][43][44][45]

Tra le più rilevanti:


Monumenti minori

Colonna di San Biagio
La colonna di San Biagio, eretta nel 1758 dalla popolazione di Maratea
La colonna di San Biagio, eretta nel 1758 dalla popolazione di Maratea

La colonna votiva a San Biagio, posta in fronte alla chiesa dell'Annunziata nella piazza di Maratea, fu eretta per volere di popolo il 13 luglio 1758[46]. Essa si compone di tre corpi: una base squadrata, un'antica colonna di marmo (che tradizione vuole essere stata ripescata al largo della costa presso Marina[47]) e la statua del santo a figura intera. Sulla base si trova l'iscrizione:

D.O.M. / DIVO BLASIO MARTYRI INVICTO / MARATHENSIUM CIVITATIS / PATRONO ATQUE OPITULATORI / PRO MERITIS IN SE OMNI INDULGENTHIA / EXMIAQUE LARGITATE COLLATIS / ORDO POPULUSQUE

Obelisco dell'Addolorata
L'obelisco dell'Addolorata
L'obelisco dell'Addolorata

Il piccolo e semplice monumento, eretto nel 1788 dal cittadino Gerardo Laurelli a memoria della scomparsa di uno dei suoi figli[48], si trova di fronte alla chiesa dell'Addolorata. È composto da una guglia su cui trova posto una piccola statua della Madonna Addolorata, raffigurata nella classica iconografia.

Sulla base si trovano incise le parole:

VIATOR / SI QUICQUAM HUMANITUS IN TE EST / SISTE PAULULUM DONEC / DOLOREM MEUM LUGEAM / NULLUS DOLOR AMARIOR / NAM NULLA PROLES CARIOR / EGO SOLA MAESTAS CELEBRAVI VIGILIAS

Croce commemorativa

Il semplice monumento, in pietra e cemento, fu costruito nel 1941 per iniziativa del podestà Biagio Vitolo sulla cima del monte San Biagio. Nel 1963 la croce fu smontata per far posto al cantiere del monumento al Redentore e ricostruita, insieme all'annesso belvedere, su un'altura nella valle di Maratea, nei pressi del cimitero centrale.


Architetture civili



Palazzi e residenze nobiliari

Villa Nitti
Villa Nitti ad Acquafredda
Villa Nitti ad Acquafredda
È una struttura di grande valore storico e architettonico. Fu residenza di Francesco Saverio Nitti, meridionalista e presidente del consiglio dei ministri durante il Regno d'Italia, progettata come rivisitazione neogotica-decò di una tipica casa rurale da Vincenzo Rinaldo, architetto veneziano. È situata in posizione panoramica, presso il litorale della frazione Acquafredda.
Palazzo De Lieto
Palazzo De Lieto. Si distingue la terrazza arcata
Palazzo De Lieto. Si distingue la terrazza arcata
Donato alla comunità nel 1734 da Giovanni De Lieto, divenne il primo vero e proprio ospedale di Maratea. Mantenne questa funzione fino all'inizio del XX secolo, quando il nosocomio cittadino fu trasferito nell'ex convento di San Francesco di Paola[49]. Posto sotto la tutela del Ministero dei beni culturali nel 1979[50], è stato restaurato e ospita mostre perenni ed eventi museali. La struttura presenta una terrazza con tre arcate.
Palazzo Calderano
Si trova nel rione più antico del Borgo di Maratea, detto Capo Casale. Il palazzo del XVIII secolo, posto sotto la tutela del Ministero dei beni culturali nel 1990[50], presenta una bella loggia con colonne e un grande portale in pietra quarzitica. Sulla doppia facciata, traforata, si innesta un sistema di scale e ponti volanti[20].
La torre accorpata a Palazzo Eredi Picòne
La torre accorpata a Palazzo Eredi Picòne
Palazzo Eredi Picone
Sul ciglio del rione Pietra del Pesce, il palazzo si distingue per la caratteristica loggia a forma di torre, tradizionalmente identificata come una di quelle presenti nello stemma comunale. La struttura, di proprietà privata, è stata posta sotto la tutela del Ministero dei beni culturali nel 1981,[50] ma non ancora restaurata.
Palazzo Marini-D'Armenia

Sito nel rione Casaletto, ha un portale su cui si trova un bassorilievo raffigurante un angelo. Sottoposto alla tutela del Ministero dei beni culturali nel 1991[50], ha un caratteristico angiporto che permette il passaggio sotto un piano.

Palazzo baronale Labanchi

Si trova in località Secca di Castrocucco. Fu costruito nel XVI secolo e, nel 1860, ospitò per una notte Giuseppe Garibaldi, di passaggio durante la spedizione dei Mille[51]. L'edificio si distingue per la presenza di due massicce torri circolari, che rendono l'aspetto di una fortificazione. Il palazzo è sotto la tutela del Ministero dei beni culturali dal 1979[50].


Architetture militari



Castello di Castrocucco

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Castrocucco.
Il castello di Castrocucco
Il castello di Castrocucco

Sito nei pressi della frazione omonima, si trova su un grande costone di roccia sospeso sopra la SS 18. Nel 2005 è stato sottoposto a tutela dal Ministero dei beni culturali[50] e proclamato monumento nazionale[52]. Tutta l'area circostante è stata anche individuata quale Sito di Interesse Comunitario dall'Unione europea. Il castello fu abbandonato nel XVII secolo, e pertanto presenta un pessimo stato di conservazione. Sono comunque ancora distinguibili alcuni elementi, come la porta, i bastioni e alcuni tratti della mura.


Mura, torri e porte di Maratea Castello

Rudere di una torre del Castello
Rudere di una torre del Castello

L'antica Maratea, posta sulla cima del monte San Biagio, è soprannominata dai marateoti Castello perché era un tempo fortificata con mura, bastioni e torri.

Questi elementi non sono più ben distinguibili nell'ammasso di rovine che costituisce il sito, ma sono ancora presenti resti di alcune di queste strutture, di cui fu ordinata la distruzione dopo l'assedio napoleonico del 1806[53]. Nulla rimane delle due porte d'accesso alla cittadina, mentre i tratti delle antiche mura sono ancora esistenti[54].

Di fronte alla basilica di S. Biagio, sono presenti due torri diroccate, originariamente poste a guardia di una delle due porte. Un'altra struttura simile si può scorgere nella parte alta dell'antico nucleo urbano, mentre nei pressi dell'attuale asse viario si vede chiaramente il rudere di una torre quadrangolare con una grande feritoia sul lato esterno.


Torri costiere

Sulla costa di Maratea si notano, disposte come fari, sei torri costiere anti-corsare, risalenti alla fine del XVI secolo[55].

La torre dei Crivi, posta su una roccia sopra il mare, nei pressi di Acquafredda
La torre dei Crivi, posta su una roccia sopra il mare, nei pressi di Acquafredda

Altro


Grotta di Marina di Maratea
Lo stesso argomento in dettaglio: Grotta di Marina di Maratea.
Interno della grotta
Interno della grotta

È una piccola grotta naturale, aperta al di sotto del fondo stradale della SS 18 nei pressi della frazione Marina. Ha stalattiti e stalagmiti.

Villa comunale Casimiro Gennari
È la villa comunale intitolata al cardinale Casimiro Gennari fu voluta dal sindaco Biagio Vitolo e realizzata grazie a una donazione territoriale dello stesso cardinale. Fu inaugurata il 16 agosto 1953[59] con una grande partecipazione popolare. La villa, più volte restaurata e ri-valorizzata, ospita un busto marmoreo del cardinale e uno di Alessandro Mandarini, nonché una scultura che rappresenta lo stemma comunale corredata di laghetto artificiale. Dalla villa si apre un belvedere verso la valle e il centro storico.

Siti archeologici


Lo stesso argomento in dettaglio: Area archeologica di Capo la Timpa, Area archeologica dell'isola di Santo Janni e Area archeologica della Secca di Castrocucco.

Maratea ospita numerosi siti di interesse archeologico[60].

Il promontorio detto Capo la Timpa è stato a lungo oggetto di ricerche archeologiche, che hanno riportato alla luce un insediamento indigeno in capanne che visse, a più riprese, dal XV secolo a.C. fino al III secolo a.C.. I rinvenimenti del periodo romano si concentrano principalmente intorno all'isola di Santo Janni, dove è stato scoperto il più grande giacimento del Mediterraneo di ancore e anfore di questo periodo[61]. Altro sito dello stesso periodo storico è quello presso la Secca di Castrocucco, dove è stata rinvenuta una villa marittima romana. Per la storia medioevale i protagonisti sono il sito del Castello e il Castello di Castrocucco, entrambi siti non ancora oggetto di ricerche sistematiche. Degne di attenzione sono anche le sei torri costiere presenti sul territorio, di cui tre restaurate.


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[62]


Etnie e minoranze straniere


Sebbene la presenza straniera sia ridotta rispetto alla media nazionale, i residenti di nazionalità non italiana sono 114, pari al 2,18% della popolazione marateota. L'unica comunità nazionale numericamente significativa è quella rumena con 68 residenti[63].


Dialetto


Il dialetto marateota, pur appartenente alla famiglia dei dialetti lucani, si discosta sensibilmente da quelli dei paesi circostanti per fonetica che per grammatica[64]. I vocaboli derivano principalmente dal greco antico e dal latino, da cui il dialetto prende in blocco le desinenze nella coniugazione dei verbi. Inoltre non mancano etimologie spagnole, osche e addirittura arabe.


Tradizioni e folclore



Festa della traslazione delle reliquie di San Biagio

Lo stesso argomento in dettaglio: Festa della traslazione delle reliquie di San Biagio.
La statua argentea di San Biagio
La statua argentea di San Biagio

Le manifestazioni più note e diffuse del folklore di Maratea sono legate alle feste religiose. Su tutte spicca la festa dell'anniversario della traslazione delle reliquie di San Biagio, che dura un'intera settimana, dal primo sabato di maggio fino alla seconda domenica del mese.

Questa festa, che si affianca quella religiosa del 3 febbraio, ha origini remote, e vuole celebrare l'arrivo delle reliquie del santo a Maratea, avvenuta, secondo alcuni, nel mese di maggio del 732[65]. Nel 1695 venne istituito, con il consenso del vescovo di Cassano, il protocollo della manifestazione[66].

La statua del santo coperta dal panno rosso
La statua del santo coperta dal panno rosso

Il primo sabato del mese si tiene la prima processione della statua argentea del santo, detta San Biagio va per la terra, che si svolge per le strade del Castello. Dopo alcuni giorni di preghiera, il secondo giovedì del mese si svolge la seconda processione, detta San Biagio scende dal Castello, in cui la statua viene trasportata, attraverso un antico sentiero, dal Castello al Borgo. Questa è una processione davvero particolare, in quanto il simulacro del santo viene coperto da un panno rosso fino all'arrivo alla località detta Capo Casale: ciò avviene poiché l'atto del passaggio della statua tra le due parrocchie di Maratea è qualcosa di strettamente privato, come stabilito nel 1781 dopo una lite tra i due parroci[67], infatti il sacerdote che porta la statua non indossa né cotta né stola. A Capo Casale la statua viene spogliata e consegnata alla responsabilità del sindaco[68], che qui consegna al santo le chiavi della città, rendendolo simbolicamente la massima autorità di Maratea. Subito dopo la statua viene trasportata nella chiesa di Santa Maria Maggiore.

Il secondo sabato di maggio si tiene la terza processione, in cui il busto argenteo di San Biagio attraversa in pompa magna le strade del Borgo. Arrivati alla domenica che segue, si tiene l'ultima processione, detta San Biagio torna al Castello, in cui la statua, nuovamente coperta dal manto rosso, ripercorre all'indietro l'antico sentiero per ritornare alla Basilica al Castello, sua sede abituale. In seguito alla ricollocazione della statua nella Basilica, avviene saltuariamente il fenomeno della Manna, certificato già in una bolla papale del 1562.


Istituzioni, enti e associazioni


Associazionismo ed enti del Terzo Settore

Maratea vanta un ricco panorama di associazioni ed enti del Terzo Settore. Dal 2018 la parte preponderante di questi enti si sono riuniti nel Forum delle Associazioni, un ente che si prefigge di coordinarne l'azione e tutelarne gli interessi. Questo Forum ha sede in un antico mulino di proprietà comunale, posto nella contrada Onda della valle di Maratea, restaurato e adibito a scopi sociali. Tra le associazioni che operano sul territorio marateota si segnalano la pro loco La Perla, nata nel 2010[69], l'associazione Amici di Maratea, fondata nel 1996[70] e il locale centro culturale, che gestisce la biblioteca comunale.

Plesso ospedaliero "Giovanni De Lieto".
Il plesso ospedaliero e l'ex convento dei Paolotti
Il plesso ospedaliero e l'ex convento dei Paolotti

L'ospedale civile di Maratea fu fondato per volere di Giovanni Di Lieto, che il 12 aprile 1734 lasciò in testamento una rendita e un palazzo per dare il via alla primitiva struttura. Ripristinato dopo esser stato soppresso per motivi poco chiari durante il decennio francese, nel 1831 il re Ferdinando II delle Due Sicilie lo proclamò ospedale distrettuale per tutta l'area del Lagonegrese[71]. Nei primi anni del Novecento fu spostato nell'ex convento dei Paolotti e li rimase fino agli anni settanta del secolo.
All'inizio del XXI secolo i reparti di ginecologia, pediatria e ortopedia vennero chiusi e incorporati al vicino ospedale di Lagonegro, in linea con il progetto di costituire lì l'ospedale unico di zona e trasformare l'ospedale di Maratea in un polo multispecialistico per la riabilitazione dai traumi motori da parte dell'INAIL. Tale progetto fu duramente contestato dalla popolazione e, in parte, dall'amministrazione comunale scaturita dalle elezioni del 2001. Negli ultimi tempi tale progetto è stato rivalutato ma è ancora in attesa di realizzazione[72][73][74]. Nell'ospedale marateota sono funzionanti i reparti e i laboratori di chirurgia oculistica, fisioterapia[75], nefrologia ed endocrinologia[76], oltre ai servizi di pronto soccorso, radiologia, dialisi e farmacia.[77] Più recente è l’istituzione della RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) che rappresenta un'eccellenza nel territorio e ospita molti pazienti, tra cui ragazzi con disturbi intellettivi, lungodegenti.
In seguito alla pandemia di COVID-19, per i mesi estivi del 2020 il plesso ospedaliero di Maratea è stato scelto per ospitare una struttura dedicata[78][79].

Casa di riposo

Dal 1964 esiste anche una casa di riposo intitolata a "Maria Consolatrice"[80].


Qualità della vita



Cultura



Istruzione



Scuole

La scuola elementare statale
La scuola elementare statale

Maratea ha una lunghissima tradizione culturale, vantando sin dal XVI secolo la presenza di «maestri di grammatica»[90].

La scuola elementare iniziò a funzionare con l’obbligo di frequenza dall’anno scolastico 1889/90[91]. Fino al 16 settembre 2010 esistevano diversi plessi scolastici per le elementari, poi riunite in un'unica scuola che per la prima volta raccoglie gli scolari di tutto il comune.

Unico altro plesso è quello del Sacro Cuore, scuola parificata dell'antico istituto di educazione De Pino, nato nel XVIII secolo.[92]

La locale scuola media statale, invece, fu avviata nel 1952 ed è intitolata al cardinale Casimiro Gennari.

Per l'istruzione superiore figurano:

Esiste, inoltre, una scuola di alti studi sullo sviluppo gestita dalla Fondazione Francesco Saverio Nitti - associazione compartecipata dalla Regione Basilicata, dal Comune di Maratea e da quello di Melfi - con sede nella villa dello statista lucano nella frazione Acquafredda. Questa scuola, aperta il 4 marzo 2012, offre per tre mesi a trenta allievi (giovani studenti laureati, preferibilmente in possesso di master o dottorato, paganti retta o borsisti) 360 ore di formazione su temi inerenti allo sviluppo del Mezzogiorno, e ha acquisito presto un certo prestigio grazie alla presenza, nel corpo docenti e comitato scientifico, di personalità come Giuseppe Galasso, Antonio Lerra e Fabrizio Barca[96].


Musei

Nel Palazzo De Lieto è presente una mostra archeologica subacquea dove si possono ammirare le ancore e le anfore di epoca romana ritrovate nei fondali di Maratea. Inoltre il palazzo viene utilizzato come sede di eventi espositivi.


Biblioteca comunale

Sede della biblioteca di Maratea
Sede della biblioteca di Maratea

La biblioteca comunale è sita nel cosiddetto Parco Tarantini. È stata aperta nel 1975[93]. La biblioteca conserva molti volumi rari inerenti allo studio della storia di Maratea e ospita l'archivio storico del centro culturale locale. Nel dicembre 2011 è stata aggiunta anche una sezione per i bambini.


Media



Televisione

Maratea è apparsa per la prima volta in televisione il 25 agosto 1958 in una trasmissione andata in onda sul Programma Nazionale[97]. Dopo innumerevoli programmi dedicati alla natura e al turismo, è stata scelta per ospitare, il 31 dicembre 2017, la diretta del programma “L'anno che verrà” per il Capodanno di Rai 1[98].

Telefilm e telenovele ambientati o girati a Maratea:


Radio

Dal 26 luglio 2010 sono iniziate le trasmissioni di Maratea Web Radio, la prima web radio della Basilicata. Questa emittente ha la particolarità di trasmettere solo musica autoprodotta di giovani o aspiranti artisti.

In passato, a Maratea è nata e ha prosperato, con grande seguito negli anni ottanta, l'emittente Radio 91 Maratea, una delle prime radio libere lucane. Sorta nella seconda metà degli anni settanta, edita dalla SCM 91, Radio 91 aveva sede in via Casimiro Gennari 21 e trasmetteva su 94,4 MHz, 103 MHz, e 103,7 MHz. Ha cessato l'attività nel 2006, cedendo testata, concessione e impianti a una società potentina che però non ha proseguito nell'originario progetto editoriale.


Cinema


Film ambientati o girati a Maratea[100]:

Anita Ekberg e Fred Clark in una scena del film A porte chiuse di Risi
Anita Ekberg e Fred Clark in una scena del film A porte chiuse di Risi

Film indipendenti e cortometraggi:

A Maratea sono stati girati anche i videoclip dei brani Quante parole che non dici (2014) di Arisa e Non è detto (2018) di Laura Pausini.[103]


Cucina


La cucina marateota è un misto di sapori di frutti della terra e del mare. Diversamente dalla tradizionale cucina lucana, dove il pesce è poco usato, quella marateota include un largo impiego di prodotti ittici dato lo sbocco sul mare. Le antiche ricette locali, di cui alcune sono scomparse perché sostituite dalle moderne abitudini alimentari, sono basate su tradizioni che legavano un determinato piatto a un certo periodo dell'anno o a un'occasione particolare. Tra le varie pietanze, meritano una menzione particolare le lagàne: queste sono un particolare impasto di farina, olio, sale e uova, tagliato in strisce di 2,5 cm di larghezza. Queste derivano direttamente dalle lagàni degli antichi Romani[104]. Tra le ricette troviamo:

Maratea presenta nove prodotti agroalimentari tradizionali:[109]


Eventi


Maratea ospita numerose manifestazioni culturali, che prendono luogo principalmente nella stagione estiva o nelle sue vicinanze. A partire dal 2011, l'insieme degli eventi estivi viene riassunto nel cartellone del «Maratea Scena», il festival di eventi più lungo d'Italia[110].

Gli eventi vertono per lo più nell'ambito culturale, come rassegne letterarie, musicali, teatrali e cinematografiche, ma vengono programmati anche seminari e convegni di studi e manifestazioni organizzate che mirano alla promozione e alla scoperta del patrimonio naturalistico della cittadina.

Tra le varie manifestazioni comprese si segnalano il Premio Maratea, istituito nel 1983[111], e il festival cinematografico Marateale (fino al 2014 chiamato Maratea Film Festival - Giornate del Cinema Lucano - Premio Internazionale Basilicata), nato nel 2009[112][113].


Geografia antropica


Maratea si compone di due nuclei, posti sulla cima e sul fianco del monte San Biagio, a cui fanno capo nove frazioni, dislocate sulla costa e nell'entroterra.

Il nucleo superiore di Maratea è la città antica, chiamata tradizionalmente «Castello» perché fu fortificata con mura e bastioni, mentre quello inferiore è il centro storico, chiamato invece «Borgo» in quanto privo di fortificazioni particolari. Questa duplicità urbana di Maratea era puntualmente notata dai viaggiatori che hanno descritto la città nel corso dei secoli:

«È divisa in due parti: una detta il Borgo, o Maratea inferiore, messa tra due monti, […] l'altra più in alto e in collina detta il Castello, o Maratea superiore, che è la più antica, gode bellissima vista.»

(Gustavo Strafforello, La Patria, vol. XXVII, 1899)

Ai piedi del monte si trova poi una valle, popolata di molte contrade.

Al comune di Maratea appartengono nove frazioni. Sei quelle sulla costa: Castrocucco, Marina, Fiumicello-Santavenere, Porto, Cersuta e Acquafredda. Nell'interno, oltre le montagne che si affacciano sul mare, si trovano le frazioni montane Santa Caterina, Massa e Brefaro.


Suddivisioni storiche


Il Borgo, centro storico di Maratea
Il Borgo, centro storico di Maratea

I due nuclei di Maratea si svilupparono in tempi e modi diversi, non del tutto noti agli storici. La città superiore, posta sulla cima del monte San Biagio, è per immemore tradizione la più antica, e i suoi abitanti fondarono quella inferiore sul versante settentrionale dello stesso monte durante l'età medioevale.

I due appellativi derivano dalle fortificazioni della città antica, così come puntualizzato dalle fonti letterarie:

«la superiore è cinta di mura e bastioni, la dicono Castello, mentre l'altra chiamano Borgo.»

(Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue Isole, vol. XI, Firenze, 1845.)

I due centri presentano notevoli differenze nell'impianto urbano l'una dall'altra, dovuti alle caratteristiche dei loro siti e all'epoca del loro sviluppo. Solo la città inferiore è popolata; mentre la superiore è abbandonata e in rovina.


Il Castello

«Più antica è la prima Maratea, chiusa con mura per mille passi e munita di inespugnabili bastioni e vari pezzi di artiglieria, con due porte esposte alla furia dei venti, e le case picciole di un sol Quarto, nominandosi volgarmente Castello»

(Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in Prospettiva, Napoli 1702.)

Il Castello è il nome con cui i marateoti indicano colloquialmente la città vecchia di Maratea[114], sita sulla cima del monte san Biagio. Questo antico centro, ora disabitato e in gran parte ridotto in stato di rudere, nacque probabilmente in età alto-medioevale,[115] sebbene sul sito non manchino tracce archeologiche di un insediamento di età romana.[61] A differenza di altri luoghi lucani con lo stesso appellativo, il soprannome Castello non si deve alla presenza di una fortezza o di un vero e proprio maniero sul sito, ma al fatto che la cittadina fosse posta in cima a una rupe inespugnabile e protetta da mura di cinta, bastioni e torri, che la difesero dagli attacchi subiti del 1440 e del 1495, ma che furono distrutti dopo la resistenza del 1806.

I ruderi delle case del Castello di Maratea
I ruderi delle case del Castello di Maratea

«quando era circondata di Muraglie, e Torrioni, faceva una bella, luminosa, magnifica comparsa. Non ostante che adesso di Torrioni, e di Muraglie, è priva; pure da lontano bella comparisce; ma al di dentro è deserta»

(Carmine Iannini, Di S. Biase e di Maratea. Discorso Istorico. Libri II., Napoli, Istituto Grafico Italiano, 1985.)

Le abitazioni presentavano caratteristiche di «miniaturizzazione»: ogni vano era circa 1/4 più piccolo del normale, per economizzare lo spazio e ridurre al minimo la dispersione del calore, garantito da un forno per la panificazione di cui disponevano tutte le case[116]. In ogni dimora trovava posto anche una cisterna per l'acqua, in quanto sulla cima del monte non vi sono sorgenti. Non mancavano comunque palazzi e residenze più grandi, riservate alle famiglie più agiate, e su tutte spicca Palazzo Ventapane, grandioso edificio di cui si scorge ancora la loggia esagonale[117].

La viabilità all'interno era costituita da stradine, vicoli, angiporti e scalinate, e solo due porte permettevano l'accesso alla cittadina fortificata: Porta Santa Maria, posta alle mura meridionali, e Porta dei Carpini, posta su quelle settentrionali[118].

Le difficili condizioni abitative del sito, esposto alle intemperie e alla caduta di fulmini, unite al pendolarismo dei contadini che coltivavano le terre della valle sottostante, furono i presupposti per la nascita della nuova Maratea. Divenute queste città di pari dignità chiamate a governare congiuntamente il territorio nel XVI secolo, la cittadina, chiamata Maratea superiore nei documenti giuridici e sulle mappe, perse rapidamente peso politico in favore della consorella, ma si mantenne sempre cuore religioso della comunità, in quanto custode delle reliquie di San Biagio di Sebaste, patrono di Maratea. Dopo essere stata teatro della resistenza contro i soldati napoleonici, venuti a conquistare il Regno di Napoli, ed essere quindi stata mutilata delle sue fortificazioni artificiali, il processo di spopolamento accrebbe, e già nel 1808 la sua municipalità fu soppressa e incorporata completamente a quella dell'altra Maratea con il nome popolare di Castello[119].


Il Borgo

«[...] È situata alle falde di un monte a settentrione. Gode di un vago orizzonte, e di aria niente insalubre, sebbene da novembre fino a gennaio non gode affatto del sole venendo impedito dall'altezza della montagna. [...]»

(Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli, 1802, Napoli, Tomo V, p. 357)

Il Borgo[119] (più frequentemente indicato come il Paese) è il centro storico della città di Maratea. Si trova arroccato su un costone di roccia del monte san Biagio che lo rende invisibile dal mare, e quindi, in antichità, al sicuro dalle insidie dei Saraceni. Questa posizione ha il grave svantaggio di isolare la cittadina dai raggi solari nel mese di dicembre e di gennaio, bloccati dalla cima della montagna sovrastante.

Nato come sobborgo dell'antica Maratea, questo è dal 1808 l'unico capoluogo comunale. Fu edificato dagli abitanti del Castello che coltivavano le terre della valle sottostante. Questi, secondo la tradizione

«incominciarono, quando la Stagione lo permetteva, a trattenersi nelle Grotti, alla falda del monte. Ivi costruirono delle capanne: indi delle piccole case: e nello spazio di qualche tempo, queste piccole fabriche formarono un Casale: ed avendovi sperimentato del commodo: ed essendosi più moltiplicati, un altro Casale pure edificarono, non molto lontano dal primo; ma perché più piccolo, lo chiamarono Casaletto, dando al primiero la denominazione di Capo Casale

(Carmine Iannini, Di S. Biase e di Maratea. Discorso Istorico. Libri II., Napoli, Istituto Grafico Italiano, 1985.)
Tra le case del centro storico si distingue la figura della chiesa madre con il suo campanile romanico
Tra le case del centro storico si distingue la figura della chiesa madre con il suo campanile romanico

Espansosi con la costruzione di nuovi casali, nel 1434 il Borgo si emancipò dalla circoscrizione ecclesiastica di San Biagio al Castello, costituendo la chiesa di Santa Maria Maggiore parrocchia autonoma[120]. Nel XVI secolo si elevò a dignità di città, distinguendosi dall'altra con il nome di Maratea inferiore, formando una propria amministrazione che governava congiuntamente con l'antica Maratea il territorio.

Accresciuto ulteriormente, nel 1676 fu teatro di un assalto banditesco, sedato grazie all'intervento dei soldati del Castello.

Il Borgo presenta una struttura urbanistica diseguale e caotica, dovuta all'asperità del sito: i palazzi e le abitazioni più grandi, persino alcune chiese, sono formate con l'unione di piccole case e altre strutture. Oltre agli edifici sacri, tra cui figurano l'antica chiesa di San Vito, la settecentesca chiesa dell'Annunziata, la seicentesca chiesa dell'Addolorata, la chiesa dell'Immacolata e la chiesa di Sant'Antonio; le emergenze architettoniche principali sono gli antichi palazzi della nobiltà marateota: Palazzo De Lieto, che dal 1734 ospitò il primo ospedale di Maratea, Palazzo Calderano, Palazzo D'Orlando, Palazzo De Filippo, Palazzo Eredi Picone e Palazzo Gennari.

La viabilità, chiusa in tortuosi ma pittoreschi vicoli, si apre in un lungo corso, detto la Piazza, alle cui estremità si trovano due colonne votive, ingrandito nel Novecento con l'apertura di due piazzali: Piazza Biagio Vitolo e Piazza Giovanni Buraglia.


La valle


La grande valle compresa tra i monti San Biagio e Cerreta (o Cerrita), anticamente luogo dedicato alla pastorizia e all'agricoltura, negli ultimi cinquant'anni è stata oggetto di una massiccia azione di urbanizzazione. La valle di Maratea è infatti ricolma di una miriade di case sparse che, sebbene rappresentino un unico grande agglomerato senza una precisa identità urbana, sono convenzionalmente divise in rioni:

La valle di Maratea
La valle di Maratea

Frazioni



Frazioni costiere

Acquafredda
Acquafredda
Cersuta
Cersuta
Castrocucco
Castrocucco

Frazioni montane

Massa
Massa

Comuni confinanti


Maratea confina con quattro comuni, due lucani, uno campano e uno calabrese: Rivello, Trecchina, Sapri e Tortora.

Una delle particolarità di Maratea è quella di avere, a nord e sud, linee di confine che delimitano contemporaneamente provincia e regione.

Il confine nord con Sapri è il cosiddetto Canale di Mezzanotte, attraversato da un piccolo ponte della SS 18 che permette il passaggio dalla Basilicata alla Campania. Il monte Coccovello delimita il confine con Rivello, mentre il passo della Colla segna il passaggio da Maratea a Trecchina, comune con cui confinano anche i monti presso Brefaro. Il confine sud con Tortora è delimitato dal fiume Noce che, sfociando nei pressi di Castrocucco, segna il passaggio dalla Basilicata alla Calabria.


Economia


Maratea ha uno dei più alti redditi pro-capite della Basilicata; la parte preponderante delle attività economiche locali si concentrano intorno al settore del turismo, tanto per la ricettività che per le attività commerciali connesse[122].


Turismo


Turisti in una serata estiva nel centro di Maratea
Turisti in una serata estiva nel centro di Maratea
Movimento turistico dal 2001 al 2021[123]
AnnoArriviPresenze
200136 082162 876
200238 992180 374
200345 859191 358
200445 235185 944
200544 983186 516
200643 869155 220
200742 732164 143
200846 872181 865
200947 291197 102
201047 858164 546
201146 766165 430
201248 552214 271
201348 263210 189
201449 590210 832
201553 602225 379
201656 689235 079
201765 166249 586
201865 525251 680
201962 348244 369
202037 980155 159
202148 968212 608

Maratea è conosciuta con l'appellativo turistico di Perla del Tirreno.[124][125][126][127][128][129]

Durante il XIX secolo Maratea era frequentata per «l’uso dei Bagni estivi»; nel 1927 è documentata la presenza di numerosi affittacamere, localizzati per lo più tra il Porto e Fiumicello-Santavenere[130].

Nel Dopoguerra, la comunità di Maratea tentò di far ripartire l’economia locale anche grazie al turismo. L’amministratore Biagio Vitolo e il locale imprenditore Antonio Cernicchiaro idearono diversi progetti, tra cui un'escursione di gitanti, il 10 aprile 1950, sulla cima del monte San Biagio e alle grotte di Marina, nel tentativo di promuovere le risorse religiose e naturalistiche a fini turistici[131].

Alle deboli forze locali si affiancò l’aiuto decisivo di Stefano Rivetti di Val Cervo, imprenditore biellese, giunto a Maratea a metà anni cinquanta per intercettare i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno. A Rivetti si deve la costruzione del primo moderno albergo e la promozione su vasta scala del territorio.

L'attrattiva si concentra principalmente sulla balneazione, e sui luoghi di interesse artistico. Praticamente inesistente però è ancora il turismo legato ai beni storici, di cui il territorio è molto ricco[132].


Infrastrutture e trasporti



Strade


Le principali arterie stradali nel comune di Maratea sono:


Ferrovie


Sulla linea Napoli-Reggio Calabria si trovano tre stazioni nel comune di Maratea: la stazione centrale, quella di Acquafredda e quella di Marina.


Porti


Lo stesso argomento in dettaglio: Porto di Maratea.
Il porto di Maratea
Il porto di Maratea

Il porto di Maratea, sito nella frazione omonima, è un approdo turistico.


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Maratea.
Il municipio di Maratea
Il municipio di Maratea
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
27 maggio 2019 in carica Daniele Stoppelli Lista civica Rinascita Sindaco [1]
26 maggio 2014 26 maggio 2019 Domenico Cipolla Lista civica Maratea Viva Sindaco [133]
7 giugno 2009 25 maggio 2014 Mario Di Trani Lista civica Per Maratea Sindaco [134]
1º luglio 2008 7 giugno 2009 Luca Rotondi - Commissario straordinario
3 aprile 2005 30 giugno 2008 Francesco Ambrosio lista civica Alleanza di centro-sinistra Sindaco [135]
1º luglio 2004 4 aprile 2005 Angelo Di Caprio - Commissario straordinario
13 maggio 2001 30 giugno 2004 Giuseppe Schettino centro-destra Sindaco [136]
7 aprile 1997 12 maggio 2001 Mario Di Trani centro-sinistra Sindaco [137]
1º marzo 1997 6 aprile 1997 Alberico Gentile - Commissario prefettizio
24 aprile 1995 28 febbraio 1997 Francesco Sisinni centro-destra Sindaco

Gemellaggi



Sport


I principali sport praticati a Maratea sono il calcio e la pallavolo.

La squadra di calcio della città è il F.C. Maratea 2004 che milita nel girone B della Prima Categoria. Nato nel 2004, ha come colori sociali il granata e il bianco.

È esistita anche una squadra di calcio a 5, l'A.S.D. Real Maratea, che ha militato con due squadre in serie C1 e nella categoria juniores.[143] I colori sociali erano il blu e il verde.

Maratea è stata scelta più volte per ospitare le gare del campionato nazionale di Beach Volley. A Maratea è stato inoltre stabilito, il 21 settembre 2002, il record mondiale di immersione in apnea, da parte di Alessandro Rignani Lolli[144].


Ciclismo


Tappe del Giro d'Italia con arrivo/partenza a Maratea

Il comune ospita una gara ciclistica nel periodo della festa di San Biagio.


Impianti sportivi


Il principale impianto sportivo è lo Stadio Europa, campo di calcio con pista di atletica, spogliatoi sotterranei e tribuna con copertura. Il comune di Maratea possiede diversi impianti tennistici e di calcetto.


Note


  1. Sindaco - Comune di Maratea, su comune.maratea.pz.it. URL consultato il 27 maggio 2019 (archiviato il 6 giugno 2019).
  2. Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. dati Istat 2001, su dawinci.istat.it.
  4. dati del ministero dell'ambiente[collegamento interrotto]
  5. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  6. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  7. Comune di Maratea (PZ), su comuni-italiani.it. URL consultato il 6 maggio 2019 (archiviato il 6 maggio 2019).
  8. Festa di San Biagio a Maratea, su maratea.info. URL consultato il 6 maggio 2019 (archiviato il 6 maggio 2019).
  9. Damiano, p. 145.
  10. DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 29 marzo 2013, 14:55 (CET) (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2018).
  11. Dizionario di ortografia e di pronunzia, su dizionario.rai.it. URL consultato il 14 luglio 2013, 23:33 (CEST) (archiviato il 15 marzo 2014).
  12. Decreto n. 6529 del 10/12/1990.
  13. Articolo sul Corriere della Sera del 4 ottobre 1957.
  14. Catasto Grotte Basilicata. Statistiche. (PDF), su speleo.it. URL consultato il 31 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
  15. Classificazione sismica dei comuni lucani Archiviato il 14 gennaio 2009 in Internet Archive.
  16. Rocco Verrascina, La vita sui fondali della costa di Maratea. Leggi qui [collegamento interrotto]
  17. Cernicchiaro & Perretti, p. 14.
  18. Pompeo Limongi, Mimmo Longobardi, Guida cartografica di Maratea, Maratea, Ed. Mondomaratea Servizi Turistici, 2005.
  19. Cernicchiaro & Perretti, passim.
  20. Aldo Garofano, Massimo Locci, Florangela Papa, Tania Sarli, Guida a Maratea: valenze e problemi del territorio, edizioni Dedalo, 1984.
  21. C. Pavese, B. Garufi, Fuoco grande, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1959.
  22. Fauna e Flora della Costa di Maratea, su maratea.info. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato il 27 marzo 2010).
  23. Anas S.p.A. - Comunicati stampa, su stradeanas.it. URL consultato il 20 luglio 2013, 16:16 (CEST).
  24. Corpo Forestale dello Stato - INCENDI: ROGO DIVAMPATO NEL POTENTINO MINACCIA LA PINETA DI ACQUAFREDDA, PAURA PER 13 ESCURSIONISTI DISPERSI E TRATTI IN SALVO DALLA FORESTALE [collegamento interrotto], su www3.corpoforestale.it. URL consultato il 20 luglio 2013, 16:17 (CEST).
  25. Sapri, un incendio sorprende un gruppo di escursionisti diretti ad Aquafredda, su giornaledelcilento.it. URL consultato il 20 luglio 2013, 16:18 (CEST) (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  26. Massimo Ricciardi, Nuove stazioni di Primula palinuri Petagna lungo la costa tirrenica meridionale. Webbia, 28(2): 417-421, 1973.
  27. come elencate nel Decreto del 14 marzo 2011, G. U. della Repubblica Italiana n. 77 del 4 aprile 2011, S. O. n. 90 Archiviato il 9 luglio 2011 in Internet Archive.
  28. Tabella climatica mensile e annuale (TXT), in Archivio climatico DBT, ENEA (archiviato dall'url originale il 2016 circa).
  29. Classificazione Climatica di Maratea, su comuni-italiani.it. URL consultato il 15 febbraio 2012.
  30. Classificazione Climatica dei comuni lucani, su confedilizia.it. URL consultato il 15 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2008).
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Bibliografia



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[de] Maratea

Maratea .mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}[maraˈtɛa] ist eine italienische Stadt mit 4995 Einwohnern (Stand am 31. Dezember 2019) in der Provinz Potenza und der Region Basilikata.

[en] Maratea

Maratea (IPA: [maraˈtɛːa]; Marateota: Marathia [maraˈtiːə]) is an Italian town and comune of Basilicata, in the province of Potenza. It is the only comune of the region on the Tyrrhenian coast, and is known as "the Pearl of the Tyrrhenian". Owing to the considerable number of its churches and chapels it has also been described as "the town with 44 churches".

[es] Maratea

Maratea es una localidad al sur de Italia en la provincia de Potenza con 5.221 habitantes.[3] Es la única ciudad de la región de Basilicata en la costa del Tirreno.[4] Los operadores de turismo la han bautizado "perla del Tirreno" y "la ciudad con 44 iglesias".[5] Tiene su origen en un asentamiento de los lucanos de la época griega en el golfo de Policastro.[6]

[fr] Maratea

Maratea est une commune italienne d'environ 4 980 habitants, située dans la province de Potenza, dans la région Basilicate, en Italie méridionale.
- [it] Maratea

[ru] Маратеа

Марате́а (итал. Maratea) — коммуна в Италии, расположена в регионе Базиликата, подчиняется административному центру Потенца.



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