La provincia di Firenze è stata una provincia italiana della Toscana di 1.007.252 abitanti[1]. Era la prima provincia toscana per numero di abitanti e la terza provincia toscana per superficie.
Provincia di Firenze ex provincia | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Capoluogo | ![]() | ||
Data di istituzione | 9 marzo 1848 | ||
Data di soppressione | 31 dicembre 2014 | ||
Territorio | |||
Coordinate del capoluogo | 43°46′17″N 11°15′15″E | ||
Superficie | 3 513,69 km² | ||
Abitanti | 1 007 252 (01-01-2014) | ||
Densità | 286,67 ab./km² | ||
Comuni | 42 comuni | ||
Province confinanti | Pistoia, Prato, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Arezzo, Siena, Pisa, Lucca | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 50100 | ||
Prefisso | 055, 0571 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 048 | ||
Targa | FI | ||
PIL procapite | (nominale) 30044 € | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Confinava a nord e a est con l'Emilia-Romagna (province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna), a sud-est con la provincia di Arezzo, a sud con la provincia di Siena, a ovest con le province di Pisa, Lucca, Pistoia e Prato.
La provincia deriva dall'omonima prefettura granducale istituita nel 1848, che comprendeva la parte più antica dei domini fiorentini. Precedentemente fin dall'epoca comunale era costituita dal "nobile contado fiorentino" (XIV secolo), suddiviso nei tre grossi vicariati di Scarperia e Mugello, San Giovanni Valdarno e alto Valdarno, Certaldo e Chianti, ripartiti in varie podesterie e numerose leghe rurali, e dal "Distretto fiorentino" costituito dalle città, borghi e terre sottomesse da Firenze durante i secoli.
Con l'unità d'Italia venne creato nel 1860, il compartimento fiorentino sostanzialmente sovrapposto alla prefettura granducale, presieduto da Luigi Guglielmo Cambray-Digny che manterrà la carica fino al 1906.
Nel 1865, con l'approvazione della legge comunale e provinciale (legge del 20 marzo 1865, n. 2248), furono definite le province, governate da un consiglio provinciale eletto ma presieduta dal prefetto di nomina regia.
Con la legge 30 dicembre 1888 n. 5865 il consiglio elegge il presidente, Paolo Onorato Vigliani a cui succede nel 1919 Gismondo Morelli Gualtierotti.
In seguito all'ascesa del regime fascista, nel 1922, il consiglio e la deputazione provinciale sono sciolti e sostituiti da una commissione straordinaria. Inizia un periodo di distacchi territoriali. Nel 1923 avviene il distacco del circondario di Rocca San Casciano, la cosiddetta "Romagna Toscana" (comuni di Bagno di Romagna, Dovadola, Galeata, Modigliana, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia, Sorbano, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Tredozio e Verghereto), il cui territorio venne annesso alla provincia di Forlì[2].
Nel 1925 avvenne la cessione alla provincia di Pisa dei comuni di Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d'Arno, San Miniato, Santa Croce sull'Arno e Santa Maria a Monte[3], e la creazione del nuovo circondario di Prato con sette comuni[4].
Nel 1927 venne distaccato il territorio del circondario di Pistoia (più il comune di Tizzana), che costituì la nuova provincia di Pistoia[5]. Non andò in porto il progetto di trasformazione in provincia del Circondario di Empoli, lanciato da un deputato fascista della zona, sembra per il veto del Duce che non aveva dimenticato i fatti del 1921 avvenuti nella cittadina. Nello stesso anno fu abolito il Circondario di Prato: il regime fascista cercò di placare le ire dei pratesi, che avevano visto contemporaneamente l'elevazione a provincia dell'eterna rivale Pistoia, nominando spesso un loro concittadino a capo della Provincia e dando inizio ad una imponente serie di lavori pubblici.
Il regime fascista promulga la legge comunale e provinciale del 1928, che pone a vertice della provincia un preside in luogo della deputazione e un rettorato, composto da 4 a 8 rettori, al posto del consiglio, entrambi nominati su proposta del Ministro dell'Interno.
Nel 1934, la proposta di passare alla regione Emilia-Romagna i tre comuni di quello che rimaneva della Romagna Toscana (Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi) fu bloccata dal gerarca fiorentino Alessandro Pavolini, nome emergente del Fascismo, che prese le difese dei confini provinciali già drasticamente ridotti nei dieci anni precedenti.
Durante la seconda guerra mondiale, l'11 agosto del 1944, il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, al termine della battaglia per la liberazione di Firenze, si insedia in Palazzo Medici Riccardi (sede della provincia) e ristabilisce la Deputazione provinciale, sancita da un decreto del 4 aprile 1944 (R.D.L. 4 aprile 1944, n. 11). Primo presidente è Mario Augusto Martini. La nomina resterà prefettizia fino alle elezioni del 1951.
A seguito della nuova legge dell'8 marzo 1951, n. 122, il 10 giugno si tengono le elezioni e, il 10 luglio, il nuovo consiglio provinciale elegge presidente Mario Fabiani, primo sindaco della Firenze nel dopoguerra, che rimarrà in carica fino al 1962.
Nel 1992 avviene il distacco dei comuni di Prato, Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano, Vaiano e Vernio che formano la provincia di Prato.
Dal 1º gennaio 2015, la Provincia è stata soppressa e sostituita dalla Città metropolitana di Firenze, ente territoriale con nuovi poteri, istituito a seguito della riforma costituzionale e delle leggi conseguenti.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Firenze. |
Appartenevano alla provincia di Firenze i seguenti 41 comuni:
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Provincia di Firenze. |
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