Il centro storico della città sorge in posizione strategica su un colle a metà strada tra Firenze e Pisa, per cui fu, in epoca medievale, scena di molteplici scontri fra le due città, fino alla definitiva conquista fiorentina. Sede di diocesi, San Miniato è un importante centro economico e industriale della zona del cuoio di Ponte a Egola ed è famoso per i suoi tartufi bianchi e prodotti vinicoli e oleari.
Geografia fisica
Il nucleo storico della cittadina si estende su tre colli confinanti lungo la piana dell'Arno, a 140m s.l.m., con un impianto urbanistico medievale intatto. La posizione era particolarmente felice per il controllo dei principali assi viari e fluviali della zona, dalla via Francigena alla via pisano-fiorentina e dall'Arno all'Elsa. A valle, sul lato nord ovest del territorio comunale, si trova Ponte a Egola (29 m s.l.m.), che ne rappresenta la parte industriale (attiva nella lavorazione delle pelli e del cuoio), sviluppatasi a partire dagli anni cinquanta dell'Ottocento. Ciò ha permesso una sostanziale conservazione del centro storico, oggi vocato soprattutto come meta turistica, e delle terre agricole del lato sud, dominate dalle coltivazioni della vite e dell'olivo.
Classificazione sismica: zona 3s (sismicità bassa), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Classificazione climatica: zona D, 1513 GR/G
Diffusività atmosferica: alta, Ibimet CNR 2002
Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di San Miniato.
Seminario di San Miniato
Il nucleo originario della città risale all'VIII secolo: un gruppo di longobardi, secondo un documento originale datato 713 e conservato nell'Archivio Arcivescovile a Lucca, si stabilì su questo colle ed edificò una chiesa dedicata al martire Miniato. Federico II di Svevia eresse nella città la rocca e vi fece risiedere il suo vicario per la Toscana. Per questa origine germanica la città, di tradizione ghibellina, fu chiamata per tutto il medioevo come San Miniato al Tedesco, nome che è rimasto in uso anche nei secoli successivi.
Dopo aver siglato la pace con Firenze il 31 dicembre 1370, San Miniato adottò il calendario fiorentino in sostituzione di quello pisano e mutò il nome in San Miniato al Fiorentino, e poi semplicemente San Miniato.[6]
Nel 1622 ottenne la cattedra vescovile e quindi la diocesi: fino ad allora faceva infatti parte della diocesi di Lucca.
Il giovane Napoleone visitò San Miniato per ben due volte. La prima fu per avere l'attestato di nobiltà della propria famiglia: i Buonaparte di Aiaccio avevano infatti lontane origini samminiatesi; l'attestato era necessario a Napoleone per poter accedere all'accademia militare francese. Successivamente vi fece ritorno durante la Campagna d'Italia, facendo visita all'ultimo superstite del ramo toscano della famiglia, il canonico Filippo Buonaparte. Una lapide affissa sul palazzo Buonaparte testimonia l'incontro lì avvenuto.
La città rimase nell'orbita fiorentina fino al 1925, quando fu ceduta alla provincia di Pisa[7].
La seconda guerra mondiale lasciò il segno nella città per via della strage del Duomo. Venne altresì distrutta una buona parte delle costruzioni medievali, tra cui la Rocca di Federico II, prontamente ricostruita negli anni successivi.
Lo stesso argomento in dettaglio: Strage del Duomo di San Miniato.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone della Città di San Miniato sono stati concessi con l'apposito decreto del presidente della Repubblica datato al 20 ottobre 2014.[8][9]
Stemma
«Di rosso, al leone d'argento, coronato con corona all'antica di cinque punte visibili, d'oro, impugnante con la zampa anteriore destra la daga d'argento, posta in sbarra. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante il motto, in lettere maiuscole di nero: SIC NOS IN SCEPTRA REPONIS. Ornamenti esteriori da Città.[8]»
Gonfalone
Il decreto di concessione prevede un gonfalone bianco con la bordatura di rosso[8] ma il Comune ha in uso un drappo di rosso.[9]
Bandiera
«Drappo di rosso, caricato dal leone d'argento, coronato con corona all'antica di cinque punte visibili, d'oro, impugnante con la zampa anteriore destra la daga d'argento, posta in sbarra.[8]»
Motto
Il motto della città che compare sotto lo stemma comunale è: Sic nos in sceptra reponis ("Così ci ricollochi nel regno", oppure anche "Così ci restituisci agli antichi onori").
Monumenti e luoghi d'interesse
Campanile del Duomo e il tiburio della chiesa del SS. Crocifisso
Architetture religiose
Cattedrale
Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesio
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 la popolazione straniera residente era di 2 119 persone.[11]
Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Albania: 574 2,05%
Romania: 273 0,99%
Lingue e dialetti
Il dialetto samminiatese è simile a quello fiorentino.[12]
Cultura
Istruzione
La maschera funebre di Napoleone all'Accademia degli Euteleti
Biblioteche
Biblioteca comunale di San Miniato
Musei
Museo diocesano d'Arte Sacra di San Miniato
Accademia degli Euteleti
Museo di Santa Chiara
Oratoio del Loretino e museo archeologico
Museo della Misericordia
Via Angelica
Eventi
Mostra Mercato del Tartufo Bianco nel 2009Mostra Mercato del Tartufo Bianco del 2009Fuochi di San Giovanni 2008
La principale manifestazione che ha luogo nel Comune è la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco delle Colline Sanminiatesi che si svolge nelle principali vie e piazze del capoluogo il secondo, terzo e quarto fine settimana di novembre.
Altri eventi legati al prezioso tubero sono la Festa del tartufo di Corazzano che ha luogo in questa località la prima domenica di ottobre, la Festa del Tartufo e del Fungo di Balconevisi che si tiene nell'omonima frazione la terza domenica di ottobre e infine la Festa del Tartufo Marzuolo di Cigoli, che viene effettuata nell'omonimo paese durante il mese di marzo.
San Miniato è sede del festival di prosa più antico d'Italia: la Festa del teatro.[13] Gestito dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, diretto da Salvatore Ciulla e presieduto da Stefano Petrucci, il festival è attivo ininterrottamente dal 1947. I più grandi attori e registi hanno in tutti questi anni calcato il palcoscenico di San Miniato (Orazio Costa, Aldo Trionfo, Giorgio Strehler, Franco Enriquez, Luigi Squarzina tra i registi, Paolo Giuranna, Elena Zareschi, Roberto Herlitska, Massimo Foschi, Carlo Pani, Paola Gasman, Elisabetta Pozzi tra gli attori, Eliot, Bono, Woitila, tra gli autori). Il festival va in scena nel mese di luglio.
Tra le altre manifestazioni da segnalare il festival internazionale del teatro di figura La luna è azzurra, che si tiene a fine giugno e la storica Festa del teatro, a fine luglio, con la rappresentazione di un dramma popolare a soggetto religioso in piazza del Duomo.
Dal 1993 anni si svolge durante il periodo estivo (generalmente il mese di luglio) "Prima del Teatro. Scuola europea per l'Arte dell'Attore".
Durante tutto il mese di luglio hanno luogo a San Miniato e nelle frazioni del Comune i concerti di Un castello di suoni un'importante rassegna di musica classica, che da anni porta a San Miniato musicisti di fama internazionale, valorizzando anche i giovani esecutori. Durante la manifestazione ogni anno viene proposta al pubblico un'opera lirica.
Nella notte del 23 giugno vengono organizzati i Fuochi di San Giovanni presso il prato della Rocca di Federico II.
La prima domenica dopo Pasqua, sempre presso il prato della Rocca di Federico II viene organizzata la Festa degli Aquiloni'.
Le feste religiose: la prima domenica di settembre si svolge la processione della Madonna della Cintola, dalla chiesa della SS. Anunziata (detta della Nunziatina) fino alle Colline; festa del SS. Crocifisso di San Miniato in estate;
Numerose sono inoltre le località abitate che compongono il territorio comunale di San Miniato.
Si ricordano: Alberaccio, Badia, Belvedere, Borghigiana, Bottega Genovini, Buche di San Romano, Buecchio, Calenzano, Calpetardo, Calvaiola, Campriano, Canneto, Cappuccini, Casale, Casastrada, Case Altini, Case di Sant'Angelo, Case Nuove di Roffia, Casotti di Buecchio, Casotti di Moriolo, Casotti di San Romano, Casotti di Sassuolo, Casotti Genovini, Casotti Serra, Castelvecchio, Castellonchio, Castiglioni, Cavane, Collebrunacchi, Corniano, Covina, Fondo Scesa Balconevisi, Fonti, Fornaci Gronchi, Fornacino, Gargozzi, Gello di Corniano, Genovini, Ghetto, Giovanastra, Guerrazzi, Il Giardino, La Dogaia, Le Case, Le Casine, Le Colonne, Le Tombe, Leccio, Le Stalle, Madonna dei Boschi, Marzana, Mengrano, Mezzopiano, Molino Vecchio, Montagnani, Montarcone, Montebicchieri, Monte Naso, Montorzo, Nocicchio, Ontraino, Palagetto, Palagio, Palazzo Torto, Parrino, Pino, Piano di Moriolo, Poggio, Poggio a Isola, Ponte di Ribecco, Ponte di Santa Croce, Pozzo, Romaiano, San Donato a Isola, San Genesio, San Lorenzo, San Pietro, San Quintino, Sant'Angelo a Montorzo, Sasso, Selva, Villa Ridolfi.[22]
Economia
Agricoltura
Nella parte del territorio a sud del capoluogo è ancora fiorente l'attività agricola, Prodotti tipici del territorio sono oltre al tartufo toscano bianco delle Colline Sanminiatesi[23], il pomodoro grinzoso, il carciofo di San Miniato, l'oliva mignola. Nelle campagne circostanti si coltiva inoltre la varietà di tabacco Kentucky utilizzato per la produzione del sigaro toscano.
Le località di Catena, Cigoli e di Molino d'Egola sono poste in un'unica parrocchia e sono quindi registrate nel censimento parrocchiale della CEI come abitate complessivamente da 3 520 persone.
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