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Piacenza (ascolta[?·info], Piaśeinsa[4] [ˌpia'zəisɐ] in dialetto piacentino) è un comune italiano di 102 890 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia dell'Emilia-Romagna.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Piacenza (disambigua).
Piacenza
comune
Piacenza – Veduta
Piacenza – Veduta
Veduta aerea del centro città con il palazzo Comunale
Localizzazione
Stato Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Piacenza
Amministrazione
SindacoKatia Tarasconi (PD) dal 29-6-2022
Territorio
Coordinate45°03′N 9°42′E
Altitudine62 m s.l.m.
Superficie118,24 km²
Abitanti102 890[1] (31-8-2022)
Densità870,18 ab./km²
FrazioniBorghetto, Gerbido, I Vaccari, La Verza, Le Mose, Montale, Mortizza, Mucinasso, Pittolo, Quarto, Roncaglia, San Bonico, Vallera
Comuni confinantiCalendasco, Caorso, Caselle Landi (LO), Corno Giovine (LO), Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Podenzano, Pontenure, Rottofreno, San Rocco al Porto (LO), Santo Stefano Lodigiano (LO)
Altre informazioni
Cod. postale29121–29122
Prefisso0523
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT033032
Cod. catastaleG535
TargaPC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 715 GG[3]
Nome abitantipiacentini
Patronosant'Antonino di Piacenza, santa Giustina di Antiochia
Giorno festivo4 luglio
Cartografia
Piacenza
Piacenza – Mappa
Piacenza – Mappa
Posizione del comune di Piacenza nell'omonima provincia
Sito istituzionale

Città più occidentale della regione[5], ha forti relazioni con la Lombardia, con la quale confina, ed in particolare con Milano[6][7][8] nella cui area metropolitana è inserita[9][10][11]. «Terra di passo», come la definì già Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico[12][13] in virtù della sua cruciale collocazione geografica[14], Piacenza integra caratteristiche dei vicini territori liguri e piemontesi sommate ad una prevalente influenza lombarda[15][16], favorita dalle comunicazioni con la vicina metropoli[17], che ne attenuano l’impronta emiliana[18][19][20][21][22].

Centro di antichissima fondazione[23] e prima capitale del Ducato di Parma e Piacenza[24], è soprannominata la Primogenita perché nel 1848 fu la prima città italiana a votare con un plebiscito l'annessione al Regno di Sardegna. Dal 2000 ha fatto parte stabilmente del Circuito Città d'Arte della Pianura Padana[25], fino al suo scioglimento avvenuto nel 2018[26].


Geografia fisica



Territorio


Piacenza è situata nella pianura Padana a un'altitudine di 61 m s.l.m.[27] È posta sulla riva destra del Po[28], tra le foci del fiume Trebbia a ovest e del torrente Nure a est. A una quindicina di chilometri in direzione sud compaiono i declivi dei colli piacentini, prime propaggini dell'Appennino ligure. La posizione geografica, al crocevia fra Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia, ne ha da sempre determinato le sorti strategico-militari e ne ha fatto un importante nodo autostradale e ferroviario[29].


Clima


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Piacenza Collegio "Alberoni" e Stazione meteorologica di Piacenza San Damiano.

La lontananza dal mare accentua le caratteristiche di continentalità del clima piacentino rispetto al resto della regione[30]; di conseguenza le temperature massime invernali risultano inferiori rispetto alle altre città della regione[31] e le precipitazioni sono maggiori. Le minime invernali registrate sono inoltre inferiori a quelle delle vicine città lombarde. La vicinanza della città al fiume Po porta come conseguenza che, in tutti i periodi dell'anno, il clima sia caratterizzato da una forte umidità: d'inverno si manifesta con grande frequenza il fenomeno della nebbia, generato dall'inversione termica[32], mentre d'estate le condizioni meteorologiche sono spesso caratterizzate dall'afa, generata dall'alta umidità relativa nella parte di atmosfera più vicina al terreno[30].

Sino alla fine degli anni ottanta sono state registrate nevicate record. Nei giorni della nevicata del 1985 che colpì il nord Italia si superarono i 90 cm di neve con una temperatura record di −22,5 °C registrata alla stazione meteorologica di Piacenza San Damiano. La neve a Piacenza è sempre caduta durante il periodo invernale, fenomeno alquanto naturale, ma negli anni 90 il fenomeno si è rarefatto con un calo della frequenza e dell'intensità delle nevicate[33]. Nell'inverno del 2008/2009 si sono registrate precipitazioni nevose record. Il mese più freddo dell'anno è gennaio con una temperatura media di 0,8 °C mentre il più caldo è luglio, con una temperatura media di 22,9 °C[34].


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Piacenza.

Il territorio nel quale sorge l'odierna Piacenza era abitato fin dall'antichità da popolazioni di stirpe ligure e si trovava al centro degli scambi tra Etruschi e Greci; tuttavia, la città fu fondata dai Romani nel 218 a.C. come colonia con il nome di Placentia su un preesistente insediamento celtico[35].

Piacenza fu, insieme alla vicina Cremona, la prima colonia romana di diritto latino nell'Italia settentrionale[36], svolgendo l'importante ruolo strategico di avamposto militare contro le armate di Annibale, che muoveva dalla Spagna per giungere in Italia e portarvi devastazione[37]. La città resistette agli attacchi punici e fiorì come centro commerciale sulla via Emilia. Da Piacenza passava anche la via Mediolanum-Placentia, strada romana che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Placentia (Piacenza) passando da Laus Pompeia (Lodi Vecchio)[38][39].

La cristianizzazione della città avvenne anche per opera di martiri come sant'Antonino, centurione romano ucciso durante il regno dell'imperatore Diocleziano che divenne, poi, patrono della città e a cui venne dedicata la prima cattedrale piacentina, costruita tra il 350 e il 375 d. C[35]. Nel 476 d.C. nelle vicinanze della città si tenne la battaglia tra mercenari germanici e le ultime truppe romane che portò alla deposizione dell'ultimo imperatore romano d'occidente, Romolo Augusto, ad opera del re degli Eruli Odoacre[35].

Divenuta sede di un ducato longobardo, quindi conquistata dai Franchi, la città acquistò maggiore importanza intorno all'anno mille, trovandosi lungo il percorso della via Francigena. Dal 1126 fu libero comune e nel 1167 fu tra le città che costituirono la Lega Lombarda nell'ambito degli scontri con il Barbarossa, il quale fu sconfitto dall'alleanza tra i comuni nel 1176 a Legnano[40]. Nel 1183, presso la basilica di Sant'Antonino, vennero firmati i preliminari della pace di Costanza tra i delegati della Lega Lombarda e i delegati imperiali[41]. Dopo due secoli di lotte tra le famiglie nobili di opposta fede guelfa e ghibellina, a partire dal 1335 la città fu assoggettata alla signoria della famiglia Visconti. In seguito rimase, con l'eccezione di brevi periodi, sotto il dominio milanese fino al 1521 quando passò sotto il controllo dello stato della Chiesa[36].

Nel 1545 fu eretta a ducato ad opera del papa Paolo III insieme alla vicina Parma, divenendo, inizialmente, la capitale del Ducato di Parma e Piacenza governato dalla famiglia Farnese[36]. Dopo l'assassinio del duca Pierluigi Farnese in seguito a una congiura di nobili piacentini capitanata da Giovanni Anguissola, la città ritornò brevemente sotto il controllo milanese[42], prima di ritornare parte del Ducato di Parma e Piacenza governato dal figlio di Pierluigi, Ottavio Farnese nel 1556[43].

Con l'estinzione della famiglia Farnese, a partire dal 1731 fu governata dalla famiglia Borbone[44]. Conquistata dalle truppe francesi durante il periodo napoleonico, venne aggregata all'impero come parte del dipartimento del Taro. Dopo la restaurazione il ducato venne ricostituito assegnandolo a Maria Luigia d'Austria, che lo mantenne fino alla propria morte, in occasione della quale lo stato ritornò ai Borbone[44].

Con un plebiscito tenutosi il 10 maggio 1848 Piacenza fu la prima città a chiedere l'annessione al Regno di Sardegna, nucleo del futuro Regno d'Italia, guadagnandosi l'appellativo di città primogenita d'Italia[45]. Piacenza, entrò, poi, a far parte definitivamente dello stato sabaudo nel 1860[44].

Importante centro della resistenza durante la guerra civile nel 1943-1945, venne liberata dai partigiani il 28 aprile 1945, poche ore prima dell'arrivo degli alleati[46]. Dopo il conflitto la città attraversò poi un forte sviluppo agricolo e industriale. In seguito, ottenuto il riconoscimento di città d'arte da parte della regione Emilia-Romagna[47], Piacenza ha sviluppato anche una vocazione turistica.

Lo stemma della città durante il periodo napoleonico.
Lo stemma della città durante il periodo napoleonico.

Simboli


Gonfalone in uso
Gonfalone in uso

Lo stemma di Piacenza, secondo il regio decreto del 27 settembre 1938, è uno scudo:

«partito al primo di rosso al dado d'argento; al secondo d'argento alla lupa d'azzurro, lampassata di rosso, passante[48]»

In realtà nello stemma in uso la lupa è di colore nero.

La parte rossa in cui è raffigurato un quadrato bianco o argenteo costituisce anche lo stemma della provincia di Piacenza. Sull'origine di questo partito gli studiosi si dividono: per alcuni questa metà rimanderebbe alle insegne della legione Tebea o Tebana, ai tempi di Diocleziano, nella quale era arruolato il martire cristiano e patrono Antonino. Nella tradizionale iconografia, infatti, il santo protettore è ritratto mentre regge il vessillo militare. La placca quadrata probabilmente rappresenta il tipico accampamento romano, il castrum. Altri mettono in dubbio sia l'appartenenza di Sant'Antonino alla Legione Tebea sia la storicità di questa legione così come è tramandata e sostengono che il quadrato sia la stilizzazione di un dado, da ricollegarsi al passaggio di Cesare e alla sua famosa frase all'attraversamento del Rubicone, "il dado è tratto". A generare l'incertezza sono gli stessi piacentini che lo chiamano comunemente "il dado". Sono state ipotizzate anche la raffigurazione di una focaccia chiamata placenta tra i Romani e lo stemma a scacchi della famiglia Pallavicino. Secondo altre teorie, la figura geometrica non nasconderebbe alcun simbolismo, come accadeva in quasi tutte le figure araldiche medievali[49]. Essa, inserita in una bandiera, è scolpita sopra la prima pietra del palazzo Comunale posata nel 1281[49][50].

Nella parte bianca viene raffigurata la lupa capitolina, emblema di Roma. Ciò simboleggia lo stato di "civitas romana" (e il conseguente dono delle insegne con la lupa) di cui la città, la prima colonia fondata dai romani insieme alla gemella Cremona nel 218 a.C., fu omaggiata.

Il gonfalone, rosso con al centro un rettangolo di tessuto bianco recante lo stemma cittadino, recita: Città di Piacenza, Primogenita d'Italia. Secondo la blasonatura del decreto esso dovrebbe essere interamente bianco. L'appellativo "Primogenita" sta a significare il fatto che la città nel 1848 è stata la prima a chiedere l'annessione al nascente Regno d'Italia, allora Regno di Sardegna.

Il mosaico dell'antico stemma è visibile all'interno del cortile del palazzo Comunale (il corrente stemma è invertito rispetto all'antico).

I due elementi caratterizzanti lo stemma sono stati adottati anche da altri Comuni della zona. Il “dado” ricorre negli emblemi di Pontenure (PC) e Borgonovo Val Tidone (PC), mentre la lupa romana in quello di Codogno (LO)[49].

Mosaico dell'antico stemma comunale
Mosaico dell'antico stemma comunale

Onorificenze


Titolo di Città
«Regio decreto[51]»
 27 settembre 1938

La città di Piacenza è tra le 27 Città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento, nel periodo compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima guerra mondiale nel 1918. Inoltre è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione perché è stata insignita della medaglia d'oro al valor militare il 9 aprile 1949.[52]:

Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale
«Prima fra le città italiane, il 10 maggio 1848, con plebiscito pressoché unanime, votava la sua annessione al Piemonte, meritando dal Re Carlo Alberto l'appellativo di Primogenita»
 Roma, 27 gennaio 1941 (regio decreto n. 322)[53]
Medaglia d'oro al valor militare
«In venti mesi di duro servaggio riaffermava col sangue dei suoi figli le nobili tradizioni che nel primo Risorgimento la fecero proclamare la “Primogenita”. Fucilazioni, martiri, deportazioni, saccheggi e distruzioni non scossero la fierezza del suo popolo che, tutto unito nel sacro nome dell'Italia, in cento combattimenti contro un nemico soverchiante, si copriva di imperitura gloria. Nelle giornate della riscossa i suoi cittadini ascrivevano a loro privilegio la riconquista delle proprie case e delle patrie libertà ed issavano sulla civica torre il santo tricolore consacrato dal sacrificio dei Caduti»
 8 settembre 1943 – 28 aprile 1945[52][54]

Nel 2016 viene premiata dall'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, come "Capitale Antirazzista 2016", per aver vinto un concorso nazionale a cui il comune ha partecipato nel corso del 2015[55].


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


Cattedrale
Cattedrale
Chiesa di Sant'Antonino, patrono di Piacenza
Chiesa di Sant'Antonino, patrono di Piacenza
Basilica di San Francesco d'Assisi
Basilica di San Francesco d'Assisi
L'organo progettato da Padre Davide da Bergamo
L'organo progettato da Padre Davide da Bergamo
Chiesa di San Sisto
Chiesa di San Sisto
Basilica di Sant'Agostino
Basilica di Sant'Agostino
Basilica di Sant'Eufemia
Basilica di Sant'Eufemia
Palazzo del collegio dei Gesuiti e chiesa di San Pietro Apostolo
Palazzo del collegio dei Gesuiti e chiesa di San Pietro Apostolo

Architetture civili


Palazzo Comunale
Palazzo Comunale
Palazzo Farnese
Palazzo Farnese
Palazzo del Governatore
Palazzo del Governatore
Palazzo dei Mercanti
Palazzo dei Mercanti
Teatro Municipale.
Teatro Municipale.

Architetture militari



Altro


Vista aerea del centro di Piacenza dal duomo
Vista aerea del centro di Piacenza dal duomo
Il monumento alla lupa presso Porta Galera.
Il monumento alla lupa presso Porta Galera.

Aree naturali



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[121]


Etnie e minoranze straniere


Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019[122] la popolazione straniera residente era di 20 373 persone, pari al 19.53% del totale.

Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano[122]:

  1. Romania, 2 573 (2.47%)
  2. Albania, 2 394 (2.29%)
  3. Marocco, 1 676 (1.61%)
  4. Macedonia del Nord, 1 571 (1.51%)
  5. Ecuador, 1 571 (1.51%)
  6. Egitto, 1 378 (1.32%)
  7. Ucraina, 964 (0.92%)
  8. Bosnia ed Erzegovina, 687 (0.66%)
  9. Nigeria, 649 (0.62%)
  10. Cina, 641 (0.61%)

Qualità della vita



Cultura



Università


Gesù crocifisso opera di Camillo Procaccini conservato nei musei civici di palazzo Farnese
Gesù crocifisso opera di Camillo Procaccini conservato nei musei civici di palazzo Farnese

La città di Piacenza, congiuntamente a Cremona, è sede di uno dei campus dell'università Cattolica del Sacro Cuore. Nella sede piacentina dell'ateneo sono presenti corsi di laurea afferenti tre dipartimenti: economia e giurisprudenza; scienze agrarie, alimentari e ambientali e scienze della formazione[124]. In città è presente anche un polo territoriale del Politecnico di Milano che offre corsi di laurea in ingegneria e architettura[125].

Infine, è attiva anche una sede distaccata dell'università degli Studi di Parma che offre corsi di laurea in infermieristica[126] e medicina e chirurgia in lingua inglese[127]. Completano l'offerta formativa cittadina il conservatorio Giuseppe Nicolini e lo studio di teologia attivo nel collegio Alberoni, affiliato alla facoltà di teologia della pontificia università "San Tommaso d'Aquino" di Roma[128].


Musei


Palazzo Farnese ospita la sedei dei musei civici comunali, divisi in 9 collezioni dedicate rispettivamente ad affreschi medievali, museo archeologico, armi, carrozze, Fasti farnesiani, Risorgimento, pinacoteca, sculture e vetri e ceramiche. La sezione archeologica del museo ospita il fegato di Piacenza, modello bronzeo di un fegato utilizzato durante le cerimonie religiose risalente al periodo compreso tra il II e il I secolo a.C. e rinvenuto nel 1877 nel territorio del comune di Gossolengo[129]

Nel 1991, dopo che verso la metà degli anni '80 era stato costituito un comitato promotore, venne istituito il museo di Storia Naturale di Piacenza, ospitato inizialmente all'interno di palazzo Scotti da Fombio e trasferitosi nel 2007 presso l'ex fabbrica del ghiaccio dello Urban Center, area cittadina nata a seguito della riqualificazione dell'ex macello cittadino dove è ospitata anche parte del campus del polo piacentino del Politecnico di Milano. Il museo ospita una serie di collezioni provenienti in buona parte dalle raccolte conservate nell'istituto superiore Romagnosi[130].

Il museo si suddivide in tre sezioni, ognuna delle quali posizionata in una sala, dedicate rispettivamente a pianura, collina e montagna; ognuna delle sezioni presenta un focus sulle tipicità degli ambienti della provincia piacentina come il fiume Po per la pianura, gli affioramenti ofiolitici e i calanchi per la collina e ruscelli, faggete e pascoli sommitali per la montagna[131]. Sono, inoltre, presenti tre collezioni dedicate alla botanica, alla mineralogia e alla zoologia. La collezione botanica si compone di diversi erbari, il più antico dei quali risalente all'Ottocento. La collezione di minerali si compone delle raccolte provenienti dall'istituto Romagnosi originatesi a partire dagli ultimi anni del XIX secolo su impulso del professor Del Lupo, mentre la collezione zoologica comprende una raccolta ornitologica frutto del lavoro di ricerca del medico e ornitologo piacentino Edoardo Imparati[132].

La galleria Ricci Oddi
La galleria Ricci Oddi
L'Ecce Homo di Antonello da Messina conservato al collegio Alberoni
L'Ecce Homo di Antonello da Messina conservato al collegio Alberoni

In città ha la sua sede anche la galleria d'arte moderna Ricci Oddi, originata a partire dalla collezione privata raccolta da Giuseppe Ricci Oddi a partire dal 1898 e ospitata inizialmente nell'abitazione privata di Ricci Oddi. Le opere furono donate alla città nel 1924 e la galleria venne aperta al pubblico nel 1931, ospitando una serie di opere di datazione compresa tra il 1830 e il 1930, quasi esclusivamente di arte figurativa, con un'esclusione quasi totale delle arti considerate minori e con un sostanziale equilibrio tra opere provenienti dalle diverse zone d'Italia, limitando la presenza di degli artisti stranieri al solo influsso che le loro opere hanno avuto sull'arte italiana[133]. Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1937 la galleria continuò ad ampliare la sua collezione grazie ai lasciti dello stesso Ricci Oddi[134]. La galleria ospita il Ritratto di signora di Gustav Klimt, dipinto al di sopra di un precedente ritratto raffigurante una ragazza opera dello stesso Klimt e considerato perduto per anni. Il dipinto venne rubato dalla galleria nel 1997, un anno dopo la scoperta della presenza del Ritratto di ragazza[135], e è stato ritrovato all'interno della galleria nel 2019[136].

Completano l'offerta culturale cittadina la biblioteca comunale Passerini-Landi, la quale contiene al suo interno il codice landiano 190, la versione manoscritta più antica della Divina Commedia di Dante, riportante all'interno dell'explicit l'indicazione dell'anno 1336[137], e il collegio Alberoni che, oltre agli studi di teologia, ospita al suo interno un museo di storia naturale, nato dal materiale donato dal botanico e naturalista padre Zaccaria da Piacenza[138] e la pinacoteca costituita per buona parte da opere raccolte dal cardinale Giulio Alberoni, a cui si deve la costruzione del complesso, durante la sua vita; all'interno della galleria è conservato l'Ecce Homo di Antonello da Messina[139].


Eventi



Geografia antropica



Suddivisioni amministrative


Il comune di Piacenza è stato suddiviso in quattro circoscrizioni di decentramento comunale, soppresse nel 2012 come previsto dalla legge n. 42 del 2010[146]. La Circoscrizione 1 comprendeva il centro storico, la 2 i quartieri occidentali e le frazioni sudoccidentali, la 3 i quartieri e le frazioni meridionali e la 4 i quartieri e le frazioni orientali.


Quartieri


La chiesa di San Martino al Nure a I Vaccari
La chiesa di San Martino al Nure a "I Vaccari"

Frazioni



Economia



Agricoltura


Uno dei punti focali dell'agricoltura piacentina è il settore del latte, in cui operano 24 imprese per quasi 400 addetti. Il prodotto principale realizzato con il latte piacentino è il Grana Padano. Un'altra filiera molto importante è quella dei salumi, con la produzione che si concentra sui 3 DOP coppa piacentina, salame piacentino e pancetta piacentina[156]. Piacenza occupa inoltre una posizione di leadership nella produzione del pomodoro, al quale è dedicato il festival OroRosso[157]. Infine, molto sviluppata è la viticoltura con la presenza di 36 DOC tutelati dal Consorzio Tutela Vini D.O.C. Colli Piacentini con sede in città[158].


Industria


Forte a Piacenza è la presenza di aziende del settore delle macchine utensili con più di 100 imprese per un totale di 2 500 addetti operanti nei settori macchine per la lavorazione meccanica per asportazione, automazione, attrezzature e componentistica speciale, servizi tecnici specializzati, ricerca e sviluppo tecnologico[159]. In città è presente anche il laboratorio MUSP che si occupa dello studio delle macchine utensili e dei sistemi di produzione.

Un altro settore molto sviluppato a Piacenza è la raccorderia, presente in città sin dalla fine degli anni '30 con il reparto bocche da fuoco dell'arsenale cittadino, nel complesso nel piacentino sono presenti 15 società di capitali che producono raccordi forgiati[160].


Artigianato


Per quanto riguarda l'artigianato, Piacenza è rinomata soprattutto per la produzione di mobili d'arte in stile.[161]


Servizi


Grazie alla vicinanza strategica con le aree industriali della pianura Padana e alla presenza di importanti vie di comunicazione (ferrovie e autostrade), a partire dagli anni 2000 si è sviluppato un polo logistico, situato a est della città, nella frazione di Le Mose, a breve distanza dal casello autostradale di Piacenza Sud e collegato tramite un fascio di binari alla ferrovia per Cremona[162]. Tra le aziende insediate nel polo logistico spiccano Unieuro, Italiarredo[162] e IKEA[163].

Sono stati realizzati inoltre progetti per delocalizzare lo scalo merci della stazione ferroviaria nei pressi del polo logistico per favorire l'interscambio gomma-ferro, liberando inoltre dai binari ampi spazi situati non lontano dal centro cittadino nei pressi dell'attuale scalo[164]. Il polo piacentino si candida inoltre a essere la piattaforma logistica privilegiata per il porto della Spezia; a questo scopo nel luglio 2015 è stato firmato un protocollo d'intesa tra il comune e l'autorità portuale ligure[165].

A poca distanza dal polo logistico si trova il quartiere fieristico, terminato nel 2000 e composto da 3 padiglioni espositivi per complessivi 14000 , un'area esterna da 7000 , due sale congressi e una sala corsi[166].


Turismo


Piacenza ha fatto parte del circuito Città d'Arte della Pianura Padana insieme ad altre città lombarde ed emiliane, poi sciolto nel 2018[167]. Nel 2015 si sono registrati a Piacenza 117 500 arrivi e 221 300 presenze, che corrispondono circa alla metà del valore complessivo registrato in provincia di Piacenza[168].


Infrastrutture e trasporti


Il ponte stradale (SS 9 Emilia) illuminato sul fiume Po
Il ponte stradale (SS 9 Emilia) illuminato sul fiume Po

Strade


Vi si intersecano le autostrade A1 (Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli) e A21 (Torino-Piacenza-Brescia). Le uscite autostradali cittadine e i relativi caselli sono stati quattro fino al 2008: due lungo l'A1 (Piacenza Nord, successivamente rinominato Basso Lodigiano, presso Guardamiglio, in provincia di Lodi, e Piacenza Sud) e due lungo l'A21 (Piacenza Ovest e Piacenza Est). La quarta uscita, Piacenza Est, posta lungo l'A21, è stata rinominata Piacenza Sud, a causa della sua vicinanza con l'omonima uscita sull'A1.

Il ponte della via Emilia sul fiume Po che collega la città alla Lombardia ha subito il crollo di un'arcata il 30 aprile 2009, rendendo necessario il transito obbligatorio sull'autostrada. Il 16 novembre 2009 è stato inaugurato un ponte provvisorio poggiante su elementi galleggianti, utilizzato fino al 18 dicembre 2010, data di apertura al traffico del nuovo ponte in acciaio[169].


Ferrovie


La stazione in una cartolina del 1939
La stazione in una cartolina del 1939

Essendo posta lungo la linea ferroviaria Milano - Bologna ed essendo capolinea della linea per Alessandria e per Cremona (di interesse locale), Piacenza è uno snodo ferroviario strategico in cui transitano anche i treni diretti a Genova.

La stazione ferroviaria è interessata da un forte flusso di pendolari diretti prevalentemente a Milano e provenienti non solo dalla città, ma anche dalle medie e basse valli della Trebbia, del Nure e da parte di quella del Tidone (che già si avvale della stazione di Castel San Giovanni). Nei pressi della città passa inoltre la linea ad alta velocità Milano - Bologna.

Dal 1933 al 1967 Piacenza fu capolinea della linea ferroviaria per Bettola, gestita dalla Società Italiana Ferrovie e Tramvie (SIFT), la cui stazione capolinea si trovava davanti alla stazione FS.


Tranvie


Tra il 1881 e il 1938 da Piacenza si diramava una vasta rete tranviaria interurbana a vapore, gestita a partire dal 1908 dalla SIFT, che comprendeva le linee per:

Inoltre, dal 1908 Piacenza fu servita da una rete tranviaria urbana a trazione elettrica, che nel 1924 raggiunse San Rocco al Porto. Le tranvie urbane furono soppresse nel 1955 e sostituite da autolinee gestite dalla società Auto Guidovie Italiane[170].


Aeroporti


Per il trasporto aereo, gli scali più vicini sono l'aeroporto di Parma e i tre aeroporti dell'area milanese: Milano-Malpensa, Milano-Linate e Bergamo-Orio al Serio. In provincia ha sede l'aeroporto Militare di San Damiano.


Mobilità urbana


I trasporti pubblici in città e provincia sono gestiti da SETA.


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Piacenza.

Gemellaggi


Piacenza è gemellata con le seguenti città d'Europa:


Sport


La principale squadra calcistica della città è il Piacenza, che vanta 8 partecipazioni alla Serie A e che disputa le partite interne allo stadio Leonardo Garilli. Altra squadra cittadina capace di raggiungere il professionismo è stato il Pro Piacenza, sciolto nel 2019 a seguito di una grave crisi societaria e amministrativa, che vanta 5 partecipazioni alla Serie C. Entrambe le società sono state fondate nel 1919.

Per quanto riguarda la pallavolo, Piacenza è stata rappresentata fino al 2018 dalla squadra maschile Pallavolo Piacenza che ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, una supercoppa italiana e due coppe europee; con la chiusura di questa società, la sua eredità è stata presa dalla neocostituita You Energy Volley, militante nella stagione 2019-2020 in Superlega. Fino al 2016 era presente a Piacenza anche una squadra femminile, la River Volley, vincitrice di due campionati italiani, trasferitasi, poi, a Modena[175] dove è rimasta fino alla chiusura definitiva, avvenuta nel 2018.

Nella pallacanestro, l'Unione Cestistica Piacentina ha disputato il campionato di Legadue nella stagione 2011-2012 prima di non iscriversi e successivamente fallire. Dopo la scomparsa dell'UCP a rappresentare la pallacanestro a Piacenza c'è la Pallacanestro Piacentina, e l'U.C.C. Assigeco Piacenza nato dalla fusione tra il Piacenza Basket Club e l'U.C. Casalpusterlengo nel 2016[176] che militano entrambe in Serie A2.

Sono presenti inoltre diverse squadre di rugby, tra cui le due più importanti Piacenza Rugby Club, militante in Serie B e Rugby Lyons Piacenza, militante in TOP10, entrambe le squadre hanno all'attivo diversi campionati in massima serie.

Nel baseball è rappresentata dal Piacenza Baseball e dai Red Devils Piacenza, mentre nella pallanuoto dall'Everest Piacenza Pallanuoto, e dalla Kosmo Pallanuoto Piacenza.

Per quanto riguarda la pugilato è presente la società Salus et Virtus Boxe A.S.D., palestra storica in cui si sono allenati pugili professionisti di rilevanza a livello nazionale.

La vicinanza del fiume Po ha favorito il sorgere di numerose associazioni per la pratica della motonautica agonistica. Motonautica Associazione Piacenza e G. S. Esercito presso il Genio Pontieri annoverano tra i loro piloti un nutrito numero di campioni e primatisti mondiali. Sempre in riva al fiume, le due ultracentenarie società piacentine "Vittorino da Feltre" e "Nino Bixio" mantengono viva la tradizione piacentina del canottaggio e del nuoto.

Piacenza è stata inserita nel percorso del Giro d'Italia 24 volte. Due volte la città è stata sede di arrivo: nel 1968 con la tappa Alessandria-Piacenza, vinta da Guerrino Tosello e nel 1986 con la tappa Foppolo-Piacenza, vinta da Guido Bontempi e altre tre volte è stata sede di partenza: sempre nel 1986, quando all'indomani della tappa vinta da Bontempi si disputò la cronometro individuale Piacenza-Cremona, nel 2006 quando lo stesso percorso Piacenza-Cremona fu teatro di una cronosquadre[177] e nel 2021 quando ci fu la Piacenza-Sestola[178], vinta da Joseph Dombrowski[179]. In campo femminile, la città è stata sede di arrivo di due tappe del Giro Rosa, nel 2011 e nel 2018; nel secondo caso la città è stata anche sede di partenza e la tappa si è svolta interamente nel territorio della provincia di Piacenza[180].

Il fiume Po.
Il fiume Po.

Citazioni


«Dunque il Po comincia a Piacenza, e fa benissimo...»

(Giovannino Guareschi[181])

«La Lombardia muore a Piacenza, e ad essa subentra l'Emilia; ma, pure appartenendo alla regione emiliana, Piacenza è ancora una città lombarda.»

(Guido Piovene[182])

Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Così come da norme fissate nel Prontuario Ortografico Piacentino di Paraboschi e Bergonzi.
  5. Mario Longhena, Alda Levi Spinazzola, Arturo Pettorelli, Luigi Parigi, Tammaro De Marinis e Natale Carotti, Piacenza, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  6. AAVV, Piacenza, in Enciclopedia Europea, VIII, Garzanti, 1979, p. 876.
    «Posta fra Emilia e Lombardia, la città e la sua provincia risentono in misura notevole dell’influenza di Milano, alla cui regione economica sotto molti aspetti appartengono.»
  7. Studio sugli effetti dell’adesione di Vigevano alla città metropolitana di Milano, su assolombarda.it, Confindustria Pavia. URL consultato l'8 febbraio 2022.
    «Al sistema metropolitano regionale appartengono di fatto anche due poli extraregionali, Novara e Piacenza, che hanno intense relazioni con Milano e con alcune delle polarità urbane e territori della Lombardia. […] le zone di espansione della conurbazione Milanese, Novara e Piacenza, esterne alla Regione ma a questa strettamente legate.»
  8. Marzio Dall'Acqua, Ducati di Emilia, signorie di Romagna, Milano, Touring Club Italiano, 2001, p. 201.
    «Il Po [...] non è mai stato una barriera, anzi, ha costituito per la città la terza via di traffici, che, con la Via Emilia e la Via Postumia, ha suscitato già in età romana fortune commerciali. Anche la lunga dipendenza culturale e politica che caratterizzò in età medievale i rapporti tra Piacenza e Milano, dice di una città che non ha, nel fiume che la delimita a nord, una barriera.»
  9. Gian Paolo Corda, Seminario “Spazialità metropolitane. Economia, società e territorio”, Milano, 30 novembre 2016, https://www.pim.mi.it/wp-content/uploads/2016/12/03_Corda_AC15_30nov16.pdf. URL consultato il 24 agosto 2022.
  10. Osservatorio sulla città metropolitana di Milano.Rapporto 2016, su group.intesasanpaolo.com, Makno e Politecnico di Milano. URL consultato il 24 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2017).
    «Oggi il sistema di connessioni, le interrelazioni produttive e sociali individuano un’ampia area metropolitana che comprende buona parte della Lombardia, l’area intorno a Piacenza, gli ambiti di Novara e Vercelli. [...] L’integrazione degli insediamenti circostanti in un sistema policentrico ha ormai superato i confini della Lombardia, arrivando a comprendere anche Novara e Piacenza che possono dirsi funzionalmente, anche se non amministrativamente, parte dello stesso sistema.»
  11. Studio sugli effetti dell’adesione di Vigevano alla città metropolitana di Milano, su assolombarda.it, Confindustria Pavia. URL consultato l'8 febbraio 2022.
    «Questo insieme di centri costituisce oggi il sistema metropolitano, che si estende ormai molto oltre i confini amministrativi della Città metropolitana, coinvolgendo città medie localizzate in altre Province, come Bergamo, Lodi, Pavia e Vigevano, o anche in altre regioni come Novara e Piacenza. […] Il PTCP nella relazione chiama questo sistema metropolitano la “Regione urbana milanese” e auspica per questa l’adozione di modelli di organizzazione di tipo policentrico, per realizzare un’estesa rete di città in grado di competere con i più efficienti sistemi metropolitani presenti in Europa e nel resto del mondo. “La Regione urbana è un obiettivo strategico di lunga durata cui la Provincia di Milano può dare un significativo contributo avviando un processo di intensificazione delle relazioni e delle sinergie con le Province contermini - Varese, Como, Lecco, Bergamo, Monza, Lodi, Cremona e Pavia - che potrebbe estendersi anche a Brescia e, fuori della Regione, a Novara e Piacenza, con le quali le relazioni economiche e culturali sono molto strette: un grande sistema urbano-regionale di circa sette-otto milioni di abitanti, fortemente infrastrutturato e con molti nodi di grande e diversificata qualità che, organizzati in rete, potrebbero sviluppare una potente forza economico-territoriale, assolutamente competitiva anche al di fuori del contesto europeo” (PTCP di Milano, 2013, Relazione generale, pag.5)»
  12. AA.VV., p. 184.
  13. L’arte della terra di passo, su visitemilia.com, Destinazione Turistica Emilia. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  14. Marco Morettu, 48 ore a Piacenza, la città che mescola l’indolenza della provincia ai fasti d’un passato glorioso, in La Stampa, 29 giugno 2021. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  15. AAVV, Emilia Romagna, Vicenza, Touring Club Italiano, 2020, p. 184.
    «[...] Piacenza è una tranquilla città di provincia che stenta a riconoscersi emiliana»
  16. Bruno Andreolli, Il trionfo del particolarismo, in Massimo Montanari, Maurizio Ridolfi, Renato Zangheri (a cura di), Storia dell’Emilia Romagna. Dalle origini al Seicento, I, Bari, Editori Laterza, 2004, p. 92.
    «Ma questa forte articolazione interna, di cui è testimonianza ulteriore il fatto che Piacenza si debba considerare oggi una città lombarda piuttosto che emiliana, non deve essere intesa in termini negativi, ma interpretata come opportunità nei confronti di un dinamismo economico-sociale molto forte, come struttura aperta a poli di attrazione decisamente più incisivi delle confinazioni politiche.»
  17. Leandro Pedrini, Piacenza, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  18. Claudia Collina (a cura di), Sulle tracce di una regione. Itinerari visuali, socio-economici e culturali in Emilia-Romagna, Ravenna, Danilo Montanari Editore, 2021, p. 49.
    «Città straordinarie – tutte diverse ma tutte in qualche modo emiliane, anche la quasi lombarda Piacenza, e romagnole – si trovano oggi ad affrontare anch’esse un cambiamento difficile e complesso da gestire.»
  19. AAVV, Emilia Romagna, Vicenza, Touring Club Italiano, 2020, p. 184.
    «[…] alla prevalente impronta lombarda (con l’ingombrante presenza di Milano a poco più di 60 km.) si aggiungono affinità piemontesi e liguri […]»
  20. David Marceddu, Tagli alle province, la secessione di Piacenza: “Meglio Lombardia che Parma”, in Il Fatto quotidiano, 4 agosto 2021. URL consultato l'8 febbraio 2022.
    «Piacenza da sempre, è il meno emiliano di tutti i territori in regione […]»
  21. Andrea Urbano, Piacenza, l’eterna sposa mancata di Milano: 5 motivi per farla diventare lombarda, in Milano Città Stato, 14 settembre 2020. URL consultato l'8 febbraio 2022.
    «La bella città dei Farnese, per diverso tempo parte del Gran Ducato di Milano, di emiliano-romagnolo ha davvero poco […] Legatissima al territorio lombardo, in particolar modo a quello dell’Area Metropolitana Milanese, la provincia piacentina pare essere una di quelle anomalie italiche, tratteggiate a tavolino in maniera molto grossolana.»
  22. Pier Giorgio Oliveti, Mauro Busi, Andrea Chiari, Lungo l’Arda e il Nure, Novara, Istituto Geografico DeAgostini, 1990, pp. 12-13.
    «Già da alcuni indizi, come le differenti produzioni agricole tradizionali, si comprende però che siamo lontani da Bologna, dal baricentro della regione. Certo, a Piacenza o a Bettola non si toccano punte di intolleranza verso il capoluogo, tuttavia ci si sente e di fatto si è lontani da esso: si difende la propria sacrosanta emilianità, ma al tempo stesso si metabolizzano i pesanti influssi lombardi, liguri e piemontesi. Qui stanno la ricchezza e l’unicità di questo territorio e della sua popolazione […]»
  23. Piacenza, in Sapere.it, De Agostini. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  24. Storia della città di Piacenza. Dai Visconti ai Farnese, il ducato di Parma e Piacenza 1336-1731, su Chiese di Piacenza, Archivio di Stato di Piacenza. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  25. Piacenza nel circuito "città d'arte", «Una rete per promuoverci al meglio», in Libertà, Piacenza, 4 ottobre 2000, p. 13.
  26. Circuitocittadarte.it, Circuito Città d'Arte della Pianura Padana, http://www.circuitocittadarte.it/. URL consultato il 16 febbraio 2022.
  27. 14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni - Popolazione residente - Piacenza, su dawinci.istat.it, Istituto nazionale di statistica. URL consultato il 15 maggio 2019.
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  54. Conferita dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1996.
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  72. Michela Vignola, La chiesa-teatro di San Lorenzo: uno dei luoghi “dimenticati” di Piacenza che hanno davvero fatto la storia, su sportelloquotidiano.com, 7 maggio 2019.
  73. I frati di Tolla possedevano un monastero con una bella chiesa nella città di Piacenza, dai quaderni della valtolla - Storie e tradizioni della valdarda, su quadernivaltolla.wordpress.com. URL consultato il 2 gennaio 2020.
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  78. Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio, pp. 165, 167.
  79. Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio, pp. 230, 231.
  80. San Donato di Fiesole in Santi e Beati, su santiebeati.it.
  81. Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio, p. 211.
  82. Campi.
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  182. Piovene.

Bibliografia



Voci correlate



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Collegamenti esterni


Tappa Precedente
- da Roma -
Itinerario di Sigerico
Via Francigena
Tappa Successiva
- verso Canterbury -
Mansio XXXVII - Floricum
Fiorenzuola d'Arda
Mansio XXXVIII - Placentia
Piacenza
Transitus Padi
Mansio XXXIX - Sce Andrea
Corte Sant'Andrea
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[de] Piacenza

Piacenza ( anhören?/i, im Altertum Placentia; Πλακεντία Plakentia) ist eine Stadt mit 104.315 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in Norditalien. Sie ist Hauptstadt der Provinz Piacenza in der Region Emilia-Romagna und liegt nahe dem Zusammenfluss von Po und Trebbia in der lombardischen Ebene. Die Stadt ist Handelsplatz und Industriezentrum, in dem Erdgas- und Erdölraffinerien angesiedelt sind. Ferner werden Zement, Lebensmittel, Plastik, Lederwaren sowie landwirtschaftliche Geräte hergestellt. In der Nähe befindet sich ein Luftwaffenstützpunkt.

[en] Piacenza

Piacenza (Italian: [pjaˈtʃɛntsa] (listen); Piacentino: Piaṡëinsa [pi.aˈzəi̯sɐ]; Latin: Placentia) is a city and comune in the Emilia-Romagna region of northern Italy, and the capital of the eponymous province. As of 2022, Piacenza is the ninth largest city in the region by population, with over 102,000 inhabitants.[3][4]

[es] Plasencia (Italia)

Plasencia[2] o Piacenza[3][4][5] (en italiano Piacenza) es la capital de la provincia homónima en la región de Emilia-Romaña.

[fr] Plaisance (Italie)

Plaisance (en italien : Piacenza) est une ville italienne, chef-lieu de la province de Plaisance en Émilie-Romagne.
- [it] Piacenza

[ru] Пьяченца

Пьяче́нца (итал. Piacenza, эмил.-ром. Piasëinsa, лат. Placentia, Plasentia) — город в итальянском регионе Эмилия-Романья, административный центр одноимённой провинции. Расположен на южном берегу реки По рядом с впадением в неё Треббии, к юго-востоку от Милана.



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