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Bobbio (AFI: [ˈbɔbbjo][5] (Bòbi in dialetto bobbiese e piacentino, Bêubbi in ligure, Bobium in latino) è un comune italiano di 3 402 abitanti[1] della provincia di Piacenza, in val Trebbia, in Emilia-Romagna. Il territorio, abitato fin dal neolitico con insediamenti celto-liguri, divenne romano nel 14 a.C. e nel IV secolo si formò il borgo fortificato di Castrum Bobium, ma la sua storia si identifica con quella dell'Abbazia di San Colombano fondata nel 614.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Bobbio (disambigua).
Bobbio
comune
Bobbio – Veduta
Bobbio – Veduta
Panorama di Bobbio
Localizzazione
Stato Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Piacenza
Amministrazione
SindacoRoberto Pasquali (lista civica di centro-sinistra Bobbio 2000 - Città d'Europa) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Data di istituzione14 febbraio 1014
Territorio
Coordinate44°46′17.4″N 9°23′11.04″E
Altitudine272 m s.l.m.
Superficie106,53 km²
Abitanti3 402[1] (31-8-2022)
Densità31,93 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiAlta Val Tidone, Brallo di Pregola (PV), Coli, Corte Brugnatella, Menconico (PV), Piozzano, Romagnese (PV), Santa Margherita di Staffora (PV), Travo
Altre informazioni
Cod. postale29022
Prefisso0523
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT033005
Cod. catastaleA909
TargaPC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 802 GG[3]
Nome abitantibobbiesi
Patronosan Colombano,
Madonna dell'Aiuto,
santa Maria Assunta,
sant'Antonio Gianelli
Giorno festivo23 novembre, 15 agosto
SoprannomeMontecassino del Nord[4]
Cartografia
Bobbio
Bobbio – Mappa
Bobbio – Mappa
Posizione del comune di Bobbio nella Provincia di Piacenza
Sito istituzionale

Il 14 febbraio 1014 ebbe il titolo di Città, divenendo Diocesi, Contea vescovile, Comune e cingendosi di mura; prima indipendente come Feudo imperiale, una breve parentesi come Signoria dei Malaspina, poi sotto il Ducato di Milano come Contea imperiale autonoma dei Dal Verme, e infine nel Regno di Sardegna sotto i Savoia. Libero comune dall'inizio del XII secolo, combatté con la Lega Lombarda contro il Barbarossa a Legnano. Provincia sotto il Dipartimento di Genova fino all'unità d'Italia, fino al 1923 fu parte della provincia di Pavia, poi passò alla provincia di Piacenza. Fu sede vescovile residente fino al 1986, tuttora è sede vescovile, in accorpamento con la Diocesi di Piacenza forma la Diocesi di Piacenza-Bobbio.

La città è sede della nuova Unione di comuni: Unione montana Valli Trebbia e Luretta. È una meta turistica nota per il suo passato di arte e cultura. Il centro storico ha mantenuto intatte le caratteristiche del borgo medievale. Simbolo della cittadina è il Ponte Vecchio detto anche Ponte Gobbo[6] (o Ponte del Diavolo), un ponte in pietra romanico di origine incerta, che attraversa il fiume Trebbia con 11 arcate irregolari. Domina il Santuario di Santa Maria in Monte Penice, che si trova sulla cima del monte omonimo.


Geografia fisica


Veduta di Bobbio
Veduta di Bobbio

Bobbio è un comune collinare vallivo, con vicine montagne appenniniche, il cui capoluogo è situato sulla sponda sinistra del fiume Trebbia, tra i torrenti Bobbio e Dorbida, ai piedi del monte Penice (1.460 m s.l.m.). Il centro storico cittadino e la sede comunale sono situate ad una quota di 272 m s.l.m. Vi sono poi quartieri (S. Martino, Auxilia, Valgrana, Canneto, Rio Foino, Borgo, Candia, Corgnate, La Spessa, S. Ambrogio, Cognolo) al di fuori del centro adiacenti al Trebbia a quote meno elevate e quartieri nella parte alta (Buffalora, Bargo, Monte Santo, l'Erta, Maiolo, Brada, Squera, Bosco, Sciola, Dorbida, Balzago), mediamente la quota è compresa fra i 250 e 400 m s.l.m.

Il territorio comunale confina a sud con il comune di Corte Brugnatella, ad ovest con la provincia di Pavia in Lombardia (Brallo di Pregola, Santa Margherita di Staffora, Menconico, Romagnese), a nord con i comuni di Alta Val Tidone, Piozzano e Travo ad est con il comune di Coli. Il paesaggio presenta un'alternanza di campi coltivati e boschi cedui.


Territorio


Veduta di Bobbio dalla vetta del Penice
Veduta di Bobbio dalla vetta del Penice
La Trebbia a monte di Bobbio
La Trebbia a monte di Bobbio
Panorama di Bobbio dal Ponte Vecchio
Panorama di Bobbio dal Ponte Vecchio

L'area bobbiese è circondata da ovest a nord dalle cime del monte Penice (1.460 m s.l.m.), Sassi Neri (1.034 m s.l.m.), Pan Perduto (1.008 m s.l.m.) e Pietra Corva (1.078 m s.l.m.) con il vicino colle della Crocetta, il Groppo (1.000 m s.l.m.), monte Pradegna (960 m s.l.m.). Da nord a est e sud vi sono le cime del monte Barberino (481 m s.l.m.) con il vicino passo Barberino, del monte del Lago (537 m s.l.m.), Tre Sorelle (976 m s.l.m.), il Castello (943 m s.l.m.), e dei Tre Abati (1.072 m s.l.m.), fino a scendere a sud lungo la Costa della Croce (727 m s.l.m.) fino alla piana di Telecchio e fino al Trebbia.

Da sud a ovest vi sono le cime del Bricco di Carana (805 m s.l.m.), della Costa Ferrata (1.036 m s.l.m.) con il vicino bosco del comune e il monte Gazzolo (498 m s.l.m.), continuando verso ovest lungo il confine pavese vi sono le cime delle Rocche del Casone (o di Colleri) (1.200 m s.l.m.), monte Lago (1.125 m s.l.m.) con il passo omonimo, Cima di Valle Scura (1.229 m s.l.m.), monte Scaparina (1.157 m s.l.m.) con il vicino passo Scaparina, fino a tornare al Penice. Verso nord dopo Barberino, nell'area di Mezzano Scotti, si trovano le cime di monte Mosso (1.006 m s.l.m.), monte Crigno (807 m s.l.m.), monte Lazzaro (987 m s.l.m.) con il vicino passo della Caldarola, della Pietra Parcellara (836 m s.l.m.) e della Pietra Marcia (722 m s.l.m.).

Il monte Penice da Bobbio
Il monte Penice da Bobbio
Meandri di San Salvatore
Meandri di San Salvatore

Il territorio, dopo la Pietra Parcellara e la Pietra Perduca e dove si diparte l'angusta Val Perino famosa per il castello d'Erbia, subito dopo l'abitato di Perino di Coli si apre agli abitati bobbiesi di Cassolo e Mezzano Scotti. Comprende la "conca di Bobbio", parte della val Trebbia, che qui si allarga dopo l'orrido di Barberino sul fiume verso nord, per restringersi nuovamente verso sud, in corrispondenza del Bricco di Carana; in questo punto il corso del fiume diventa tortuoso, con i meandri di San Salvatore dominati dall'alto dall'antico borgo di Brugnello con il paese e la chiesetta a picco sul fiume; ancora qualche chilometro e si arriva a Marsaglia di Corte Brugnatella. Le cime degradano dolcemente, ma nei pressi della conca bobbiese vi sono molti calanchi che circondano tutta l'area cittadina.

Nella val Trebbia si immettono le valli del Carlone, con la cascata termale San Cristoforo del Carlone, e dei torrenti Bobbio e Dorbida. La valle del Bobbio da una parte l'abitato di Dezza e in alto l'abitato di Ceci, termina con il passo della Scaparina. Verso Mezzano Scotti a nord si ha l'affluente Dorba, mentre a sud a San Salvatore il torrente Curiasca. In questa zona le acque del fiume Trebbia scorrono fresche e limpide in un percorso tortuoso fra rocce e sassi aprendosi in numerose spiaggette popolate nel periodo estivo da numerosi bagnanti.

Presso il Penice si trova il passo omonimo e i vicini: passo delle Tre strade e passo del Brallo.


Clima


La Stazione meteorologica di Bobbio inserisce l'area comunale in una zona climatica corrispondente al microclima ligure appenninico temperato. Il paesaggio è caratterizzato da montagne appenniniche che influenzano il clima in modo tale che nel periodo estivo rimanga abbastanza fresco, mentre nel periodo invernale non sia interessato da fenomeni legati a vento intenso e nebbia.


Origini del nome


Il nome della città deriverebbe da Boielis, ipotesi basata sulla presenza nella zona di un luogo citato sulla Tavola di Veleia come Saltus Boielis (pascolo Boieli).[7] Il toponimo Boielis, a sua volta, deriverebbe dalla radice Boi, in riferimento alla popolazione dei galli Boi, presenti nella zona successivamente ai liguri. Il toponimo, oltre che per l'omonimo torrente lungo le cui sponde sorse il primitivo abitato, si ipotizza sia alla base di altri luoghi nelle vicinanze (Penice, Buio, Bogleglio).[8]


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Bobbio.
Il Castrum di Bobbio nella Regio IX Liguria Augustea
Il Castrum di Bobbio nella Regio IX Liguria Augustea

Nascita della città (dal IV al VII secolo)


Nell'area dove sorge Bobbio i primi insediamenti umani risalgono all'età del bronzo ed in seguito vi si stabilirono i Liguri, i Celti, i Boi e nel IV secolo arrivarono i romani.[9]

Il nucleo romano di Bobium risale probabilmente al periodo della romanizzazione antecedente il IV secolo durante la prima dominazione del territorio di Velleia, nel pagus denominato Bagiennus.[10]

Quando nella seconda metà del VI secolo i Longobardi scesero in Italia e conquistarono Pavia, loro capitale dal 572, il presidio romano di Bobium venne assegnato al duca Sundrarit, che prese in concessione anche le saline.

La costruzione dell'abbazia di San Colombano nel 614 rappresentò un momento fondamentale, per alcuni una seconda fondazione di Bobbio, e da quel momento il complesso del convento diventò il nucleo centrale urbano.[11]

San Colombano
San Colombano
L'Abbazia di San Colombano
L'Abbazia di San Colombano

Durante l'Alto Medioevo Bobbio, come lo fu in seguito Montecassino, fu uno dei più importanti centri culturali europei,[6] riferimento per la sua biblioteca dello Scriptorium di Bobbio, collegata con i vari monasteri sparsi in Italia e all'estero.


Dal VII all'VIII secolo


I Franchi di Carlo Magno nel 774 conquistarono Pavia e questo contribuì alla caduta del Regno longobardo. Con il nuovo dominio il monastero ottenne privilegi imperiali e possedimenti in molte parti dell'Italia settentrionale.[12] Nell'834 venne nominato abate Wala, cugino dell'imperatore Carlo e suo consigliere.

L'Italia suddivisa fra longobardi e bizantini
L'Italia suddivisa fra longobardi e bizantini

Dal IX all'XI secolo


Vi furono edificati numerosi castelli e fortificazioni sul territorio a protezione anche religiosa, specie nel periodo delle invasioni musulmane.

Nell'883 l'abate Agilulfo iniziò la costruzione del nuovo monastero dove si trova nel ventunesimo secolo; nel X secolo iniziò la prima decadenza anche per l'affievolirsi della protezione imperiale e papale e molti feudi passarono direttamente agli Obertenghi e poi ai vari rami famigliari. Una ripresa la si deve attorno al 983 all'abate Gerberto di Aurillac, futuro papa Silvestro II.

Il Duomo di Bobbio, dall'XI secolo nuovo centro del potere cittadino
Il Duomo di Bobbio, dall'XI secolo nuovo centro del potere cittadino

Il 14 febbraio del 1014, grazie all'interessamento dell'imperatore Enrico II, Bobbio divenne sede vescovile, ottiene il titolo di città e si forma il comune cittadino. Primo vescovo fu l'abate Pietroaldo, che assommò le due cariche (divenendo quindi abate-vescovo con diocesi esente, ossia soggetta alla Santa Sede). L'unione delle due cariche venne scissa immediatamente dopo Pietroaldo, il monastero quindi come abbazia territoriale continuò ad avere un abate e la sede vescovile il vescovo con due amministrazioni e circostrizioni separate. Nel 1046 il vescovo Luisone ricevette il titolo di conte elevando quindi il feudo imperiale a Contea vescovile. Il vescovo-conte Guarnerio (1073 - 1095) iniziò a costruire la nuova cattedrale, ma la sua politica, favorevole a Enrico IV, lo fece cadere in disgrazia. Scomunicato nel 1081, nel 1095 abbandonò la cattedra vescovile e la contea.


Dal XII all XV secolo


Nel 1133 la diocesi di Bobbio, fino ad allora diocesi esente, diventò diocesi suffraganea alla nuova sede metropolitana di Genova.

La Contea di Bobbio (dalla Carta del Borgonio, secolo XVII)
La Contea di Bobbio (dalla Carta del Borgonio, secolo XVII)

La Contea di Bobbio fu ridotta alla Val Trebbia fino a Torriglia, alla Val d'Aveto fino a Santo Stefano d'Aveto (Ge), all'Oltrepò, alla Val Tidone (Pecorara, Pianello Val Tidone) e alla Val Curone; gli altri feudi sono persi e dati agli Obertenghi e ciò verrà confermato anche dall'imperatore Federico il Barbarossa nel 1164, che toglierà altri territori alla Contea a vantaggio dei Malaspina discendenti dagli Obertenghi.

Nel febbraio 1208 papa Innocenzo III tolse all'abate la carica di abate mitrato e sottomise definitivamente l'abbazia al vescovo di Bobbio, ossia a quell'episcopato che proprio al monastero doveva la sua nascita. Inoltre sopprimendo l'abbazia territoriale di Bobbio (abbatia nullius dioecesis) tolse al monastero le rimanenti proprietà monastiche, terriere e feudali piemontesi, lombarde, emiliani, venete e toscane, assogettandole ai vescovi locali delle diocesi di pertinenza territoriale, tranne l'arcidiocesi genovese cui dipendeva già la diocesi bobbiese e che deteneva buoni rapporti con l'abate.

Il Duomo romanico risale all'XI secolo, il monastero di San Francesco (visibile vicino all'omonima piazza) è del 1230.

Il castello Malaspina-Dal Verme sede del potere dal '300
Il castello Malaspina-Dal Verme sede del potere dal '300

Il primo comune esistente dal 1014 diventò di tipo consolare agli inizi del XII secolo e nel 1176 entrò a far parte della Lega Lombarda partecipando con il suo esercito alla battaglia di Legnano fatto che non venne perdonato nella successiva pace di Costanza del 1183. Nel 1216 il comune di Bobbio si trasforma con i nuovi statuti in comune podestarile. Nel 1304 diviene Signoria sotto Corradino Malaspina che vi costruì il castello sopra l'antico monastero protoromanico. Verso la fine del XII secolo la città venne cinta da mura, ancora visibili in alcuni punti, con cinque porte: Frangula, Alcarina, Agazza, Legleria e Nova. Il tessuto urbano crebbe attorno al complesso monastico del IX secolo; durante il XIV secolo venne diviso in terzieri: del Castello, del Duomo, di Porta Nova.

Nel 1341 passò ai Visconti e poi dal 1387 ai conti feudatari Dal Verme (infeudati dal 1436), assieme alla contea di Voghera con l'Oltrepò ed ai feudi vermeschi, ed alle signorie di Zavattarello, Romagnese di Pecorara e la sua valle, Pianello Val Tidone, Borgonovo Val Tidone, Castel San Giovanni (perso nel 1485) Sarmato e della val Tidone e della Valsassina (perso nel 1647), fino all'abolizione dei feudi in epoca napoleonica nel 1805.


Dal XVI al XVIII secolo


La Provincia di Bobbio
La Provincia di Bobbio
Ordini, decisioni e risoluzioni e altri scritti recentemente scoperti negli archivi della gloriosa città di Bobbio (Ordines, sententiae et decreta et aliae Scripturae noviter reperta in Archivio Inclitae Civitatis Bobbii), 1698
Ordini, decisioni e risoluzioni e altri scritti recentemente scoperti negli archivi della gloriosa città di Bobbio (Ordines, sententiae et decreta et aliae Scripturae noviter reperta in Archivio Inclitae Civitatis Bobbii), 1698

Dopo varie vicessitudini nel 1516 Bobbio diviene Marchesato e comprende varie contee [Bobbio e Voghera, Tortona (con il Vescovado) e le signorie dei Malaspina], nel 1593 Voghera diventa autonomo sotto un'altra signoria ma sempre sotto il Marchesato. Nel 1743 Bobbio passa ai Savoia e l'antica Contea è trasformata in Provincia di Bobbio, fino al 1861; nel 1770 il Marchesato rimasto solo come titolo onorifico, ed ormai superato, è abolito. Nel 1797 con l'abolizione dei feudi imperiali da parte di Napoleone e il riordinamento dei territori Bobbio diviene Arrondissement francese (le province erano state abolite).


XIX secolo


Dal 1801 la città ed il territorio, assieme al Regno di Sardegna, vengono annessi alla Francia. Nel 1815, caduto l'Impero Napoleonico, Bobbio torna nel Regno di Sardegna e sempre come capoluogo dell'omonima provincia, compresa ora nella Divisione di Genova. Con l'emanazione del Decreto Rattazzi (1859), operativo dal 1861 la provincia venne sostituita dall'omonimo circondario, senza modifiche territoriali, ma nell'ambito della nuova Provincia di Pavia. Nel 1923 il circondario fu soppresso (il suo territorio venne suddiviso fra le province di Pavia, Genova e Piacenza) e la città aggregata alla Provincia di Piacenza.[13] In quell'anno venne anche soppresso il Tribunale mandamentale.

Dopo il passaggio della frazione di Dezza e del suo territorio, fino al 1746 sotto Brallo di Pregola e poi sotto Bobbio, nel 1766 si hanno i passaggi di Castellina, Cà di Malosso, Boschini, Casa Uccellone, Casa Costa, Colorazze per la ridefinizione dei confini con il Ducato di Parma e Piacenza, mentre nel 1923 il comune di Bobbio incorporerà le frazioni di Bertuzzi e Callegari, prima sotto il comune di Coli, nel 1927 la frazione Mezzano Scotti viene scorporata dal comune di Travo e viene aggregata al comune di Bobbio.

Nel 1925 si formò il nuovo circondario di Bobbio nella provincia di Piacenza a cui venivano uniti i comuni di Coli e Pecorara[14]. Già modificato nel 1926, con il burrascoso ritorno sotto Pavia dei comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello dopo la cosiddetta Marcia su Bobbio e i referendum comunali che seguirono[15][16][17], ebbe un'esistenza effimera: nel 1927 il riordino delle circoscrizioni provinciali comportò la soppressione di tutti i circondari italiani[18].


XX e XXI secolo


Il Monumento ai caduti nei giardini di piazza S. Francesco
Il Monumento ai caduti nei giardini di piazza S. Francesco
Cartello a ricordo della storica Repubblica di Bobbio
Cartello a ricordo della storica Repubblica di Bobbio

Durante la Seconda guerra mondiale, venne liberata dal movimento resistenziale nell'estate del 1944, comandato dal Ten. Fausto Cossu[19], ufficiale dei carabinieri che fra la fine del 1943 e il gennaio del 1944 formò dapprima la Banda La Senese, poi Compagnia Carabinieri Patrioti e divenne comandante dell'intera divisione GL piacentina. Si formò quindi la Repubblica di Bobbio[20] estesa per circa 90 km da Rivergaro a Torriglia con propaggini in Oltrepò e Val Tidone e Val d'Aveto. Radio Londra annunciò «Bobbio, la prima città del Nord Italia è liberata». La "Repubblica" fu operativa dal 7 luglio fino al 27 agosto del 1944, quando venne nuovamente occupata da truppe della R.S.I..
La città ebbe un'amministrazione partigiana e fu uno dei primi esempi di "Città libere" del nord Italia.

Il 17 luglio 1908 si verificò un violento nubifragio con una piena straordinaria della Trebbia che devastò case e campagne soprattutto nel territorio del mandamento di Ottone, con gravi danni nell'abitato di Gorreto, distruggendo cinque ponti lungo la statale 45 interrompendo le comunicazioni stradali fra Ottone e Torriglia, e la linea telegrafica fra Bobbio e Genova. Danni ed allagamenti anche nel piacentino a Rivergaro e a Sant'Antonio a Trebbia nei pressi di Piacenza, i danni maggiori alle campagne piacentine con la distruzione dei raccolti specie di frumento; furono messi in salvo molti materiali, bestiame e persone grazie al pronto preavviso telegrafico partito da Bobbio prima dell'imminente piena[21]. Distruzioni imponenti e danni più ingenti si verificarono, invece, con l'alluvione che colpì la val Trebbia il 19 settembre 1953, causata da un nubifragio che portò alla caduta di 280 mm di pioggia che in poche ore interessò la parte alta della valle, dal genovese fino a Marsaglia, e che provocò 10 morti, imponenti distruzioni e ingenti danni tra i quali in alta valle la messa in fuori uso di numerose centrali elettriche, l'interruzione della strada statale 45 con numerose frane e il crollo del ponte sul fiume a Marsaglia[22][23], che fu poi ricostruito tra il 1958 e il 1959 su progetto di Riccardo Morandi[24].

Nella notte del 14 settembre 2015 una parte della provincia di Piacenza fu devastata dalle esondazioni improvvise del Nure dell'Aveto e della Trebbia, dovute al maltempo e ad ammassi di detriti, che causarono danni ingenti, il crollo del Ponte di Barberino sulla Trebbia[25] e la morte di tre persone in val Nure. Le località più colpite furono Roncaglia, Pontenure, Ponte dell'Olio, Bettola, Farini, Ferriere, Rivergaro, Bobbio, Corte Brugnatella e Ottone[26][27][28]; colpita anche l'alta val d'Aveto genovese nei comuni di Rezzoaglio e Santo Stefano d'Aveto[29], l'alta Val Trebbia genovese nei comuni di Gorreto, Propata, Torriglia e i limitrofi comuni di Montoggio e Valbrevenna in alta val Scrivia[30].

Bobbio è inoltre sede di un'ampia circoscrizione elettorale della media Val Trebbia e del Comando compagnia Carabinieri. Vi è inoltre un distretto giudiziario con il Giudice di pace.

Panorama del centro storico di Bobbio, dal castello al ponte Gobbo
Panorama del centro storico di Bobbio, dal castello al ponte Gobbo

La città diventò nel medioevo un centro cosmopolita di arte, cultura e scienza.

In una delle dichiarazioni di Colombano è facile intuire la sua visione: "Siamo membra di uno stesso corpo, sia che siamo Galli, Britanni o Iberi o di qualsiasi altra popolazione". Fu il primo a citare l'Europa (tutus Europae)[31] in una delle lettere al papa Gregorio Magno auspicandone l'unione delle nazioni in un solo popolo cristiano.

Considerata la presenza delle spoglie mortali del santo, la città è stata spesso meta di alte personalità straniere, tra cui capi di Stato irlandesi, presidenti del Parlamento europeo e membri del corpo diplomatico.


Simboli


Stemma del Comune
Stemma del Comune
Gonfalone della Città di Bobbio
Gonfalone della Città di Bobbio

«D'argento alla croce di rosso, accantonata nella parte superiore da due colombi al naturale, posati sui bracci laterali della croce. Corona di città.»

(Descrizione araldica dello stemma del Comune di Bobbio)

Lo stemma della Città di Bobbio[32] è costituito da uno scudo sannitico di color argento o bianco su cui è sovrapposta una croce rossa, accantonata nella parte superiore da due colombe bianche al naturale, posati sui bracci laterali della croce, una a destra e l'altra a sinistra nella parte alta e che si guardano tra loro, simbolo di San Colombano. Lo scudo è timbrato da una corona da città nera o oro. Il tutto è racchiuso ai lati da un ramo di alloro e uno di quercia, legati insieme da un nastro tricolore.

La corona di città risale alla concessione imperiale e papale con decreto del 14 febbraio 1014 dell'Imperatore Enrico II di Sassonia con ratifica di Papa Benedetto VIII sempre a fine febbraio 1014.

Lo stemma è stato approvato con Decreto CG dell'8 novembre 1929.

Lo stemma riprende le insegne storiche del Comune di Milano, infatti nel 1167, col giuramento di Pontida, si costituì tra le principali città del nord Italia tra cui aderì anche Bobbio assieme a Piacenza, la Lega Lombarda, con lo scopo di combattere l'Imperatore e conquistare l'indipendenza. La Lega adottò come simbolo l'emblema di Milano. Nel 1176, nella trionfale battaglia di Legnano, l'emblema sventolò issato sul "carroccio". Da quel momento l'emblema milanese diventò simbolo di autorità e autonomia, e Bobbio assieme a molte città del Nord Italia lo adottarono.

Lo stemma è riprodotto anche sull'antico sepolcro del Santo nella cripta dell'Abbazia.

Il profilo araldico del gonfalone della città di Bobbio è costituito da un drappo azzurro, merlato all'estremità inferiore e recante nel mezzo lo stemma cittadino, sormontato dalla dicitura in oro "CITTA' DI BOBBIO".


Onorificenze


Titolo di Città
«Concessione dell'Imperatore Enrico II di Sassonia con ratifica di papa Benedetto VIII[33]»
 14 febbraio 1014

Confermato poi con D.C.G. (Decreto del Capo del Governo) 8 novembre 1929[34]


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


La chiesa di San Policarpo di Ceci
La chiesa di San Policarpo di Ceci
Piazza Santa Fara con l'Abbazia
Piazza Santa Fara con l'Abbazia
La chiesa di S. Pietro di Dezza
La chiesa di S. Pietro di Dezza
Il Santuario dell'Aiuto
Il Santuario dell'Aiuto

Architetture civili


La chiesa di San Lorenzo
La chiesa di San Lorenzo
Panorama di Bobbio e l'Abbazia dal castello
Panorama di Bobbio e l'Abbazia dal castello
Piazza San Francesco con la fontana
Piazza San Francesco con la fontana
Palazzo Alcarini o di Teodolinda
Palazzo Alcarini o di Teodolinda
Il Municipio ex monastero di S. Chiara
Il Municipio ex monastero di S. Chiara
Il Ponte Vecchio o Gobbo, dall'antichità il simbolo della città
Il Ponte Vecchio o Gobbo, dall'antichità il simbolo della città

Architetture militari



Architetture storiche, religiose e civili dei dintorni


La chiesa di S. Paolo di Mezzano
La chiesa di S. Paolo di Mezzano
La chiesa di San Cristoforo
La chiesa di San Cristoforo
La chiesa di Santa Maria
La chiesa di Santa Maria
La chiesa di S. Eustachio di Vaccarezza
La chiesa di S. Eustachio di Vaccarezza
Il Santuario della vetta del Penice
Il Santuario della vetta del Penice
L'ingresso del Museo etnografico di Cassolo
L'ingresso del Museo etnografico di Cassolo
Il castello del Dego di fronte monte Barberino
Il castello del Dego di fronte monte Barberino
La Casa Fortificata nel nucleo storico del borgo di San Cristoforo
La Casa Fortificata nel nucleo storico del borgo di San Cristoforo

Via degli Abati


La Via degli Abati è percorso completo di 192 km da Pavia a Pontremoli passando per Bobbio. È percorribile a piedi o a cavallo o in mountain bike. Rievoca idealmente una delle tante varianti della via Francigena.


Altro



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[62]


Etnie e minoranze straniere


Secondo dati ISTAT i cittadini stranieri a Bobbio al 1º gennaio 2022 sono risultati 354 (10,42% tra tutti i residenti).[63] Le prime comunità per popolazione sopra le 20 unità sono risultate quelle provenienti da (dato 31 dicembre 2020):

  1. Macedonia del Nord, 79
  2. Romania, 78
  3. Ucraina, 62
  4. Nigeria, 44

Lingue e dialetti


Il dialetto bobbiese, tra quelli della provincia di Piacenza, ha alcune peculiarità fonetiche, morfologiche e lessicali. Si differenzia dal più diffuso dialetto piacentino e questo è dovuto alla particolare posizione geografica ed alle sue vicende storiche. Bobbio si trova lungo la via di collegamento tra la pianura Padana e la provincia di Genova ed è limitrofo a Lombardia e Piemonte. Il suo territorio nel corso dei secoli ha subito le dominazioni di liguri, celti, romani, longobardi, franchi... Il dialetto locale quindi ha subito modifiche ed influenze ma ha mantenuto caratteristiche uniche.

Del dialetto di Bobbio esiste un dizionario, numerosi testi sono scritti in questo dialetto e sono tipici il calendario e il lunario bobbiesi. Le feste locali, folcloristiche e teatrali curate dalla Ra familia Bubièiza ne mantengono ancora più vitale l'uso.


Religione


La maggioranza della popolazione si professa cattolica ma non ci sono dati aggiornati sulle percentuali dei fedeli praticanti. Bobbio è una delle due sedi vescovili che compongono la diocesi di Piacenza-Bobbio. Le piccole comunità straniere sono legate alle loro religioni di origine, come la ortodossa macedone, la cattolica ucraina e la musulmana.


Tradizioni e folclore



Giubileo di San Colombano

Come antica tradizione ogni 50 anni si celebra il giubileo di San Colombano a ricordo della fondazione dell'abbazia e della morte del santo patrono irlandese Colombano. Durante tutto l'anno giubilare hanno luogo numerose attività culturali, sportive, folcloristiche, musicali e gastronomiche. Ogni anno, inoltre, per la festività patronale del 23 novembre (San Colombano), si tiene la Festa di San Colombano[64], con celebrazione eucaristica e la distribuzione del Pane di San Colombano, una forma di pane gigante riproducente la statua del santo patrono, tagliata poi a pezzi dopo la benedizione del vescovo. La sera precedente viene effettuato il Transito di San Colombano[65], con l'accensione di migliaia di lumini, la processione del busto reliquiario nella chiesa abbaziale e la celebrazione della vita del santo. Nel porticato dell'abbazia si distribuiscono prodotti tipici locali.


Carnevale Bobbiese

Ogni anno per l'antico Carnevale Bobbiese[66] si tengono le tradizionali sfilate di carri allegorici e gruppi mascherati per le vie e piazze del borgo provenienti sia da Bobbio che dai comuni limitrofi della valle e dei dintorni. Non mancano le tipicità gastronomiche legate a questa festa tradizionale, come le gustose chiacchiere e le frittelle. Appuntamento l'ultima domenica di carnevale e come antica tradizione la sfilata si ripeterà per il rito ambrosiano concludendo in piazza Duomo con la Pentolaccia con i tradizionali cestini appesi fatti di mandorle tritate e caramellate e riempiti di dolciumi, che dovranno essere rotti con un bastone dai bimbi bendati, una festa divertente sia per ragazzi e grandi mascherati, che per famiglie e bambini.


Falò di San Giuseppe – Fuiè ad San Giusèp

La Festa di San Giuseppe[67] a Bobbio ha una tradizione millenaria. Come è usanza, il 19 marzo, giorno in cui la chiesa ricorda San Giuseppe, sul greto del torrente Bobbio, in località Candia, viene acceso intorno alle 20.30, un grande Falò, un rito che segna il passaggio dall'inverno alla primavera, la fuje, con fogliame, cassette, carta, cartone, tralci di vite, potature, scarti del lavoro dei campi, al suono di un antico ritornello che invoca San Giuseppe affinché faccia tornare la primavera e la bella stagione: un tipico esempio di come ci sia stata un'antichissima commistione tra riti pagani e cristiani (la luce che sconfigge le tenebre), infatti il rito del falò risale all'antico popolo dei Liguri, in occasione del particolare momento astronomico dell'equinozio, poi la tradizione pagana si fuse con quella cristiana celtico-irlandese dei monaci di San Colombano, giunti in epoca longobardacon il santo patrono irlandese fondatore nel 614 della celebre Abbazia di Bobbio. Tant'è che, sul falò, viene fatto bruciare un fantoccio, la vecchia, simbolo dell'inverno che si sta concludendo. A seconda di come la vecchia brucia vengono tratti gli auspici per la prossima stagione; secondo credenza popolare, se il fantoccio brucia velocemente sarà una bella annata. Attorno al falò, un tempo il più grande tra tutti quelli che ricoprivano la vallata, nei campi e vicino ai cascinali, è offerto un ricco banchetto preparato dalle donne del paese: a tutti bevande calde, vin brulè, salumi, formaggi, vino, frittelle, croccanti e altri dolci tipici della festa.


Irlanda in musica

Lo scenario di Irlanda in Musica di fronte l'Abbazia di San Colombano
Lo scenario di Irlanda in Musica di fronte l'Abbazia di San Colombano

Rassegna di concerti serali di musica celtica e irlandese con stand gastronomici, con cui Bobbio celebra il legame tra la Val Trebbia e l'Irlanda nel nome del santo patrono irlandese, fondatore dell'abbazia nel 614. La manifestazione[68], organizzata dal comune di Bobbio e il supporto della provincia di Piacenza, prevede in luglio tre giorni di musica dal vivo.


Palio delle contrade

Il palio è una manifestazione di origine medioevale che si tiene l'ultima domenica di giugno è organizzata dalla Pro Loco. Il torneo prevede la sfida dei contradaioli in varie gare di abilità per la conquista del drappo che diventerà trofeo per la contrada vincente. Le cinque storiche contrade di Bobbio[69] prendono il nome dalle altrettante porte d'accesso alla città medioevale già esistenti nel XII secolo: Alcarina, Fringuella, Agazza, Legleria e Nova. Il corteo storico del palio si svolge il sabato sera precedente il torneo, snodandosi dal ponte gobbo lungo le vie del centro fino a piazza Duomo con il lancio della sfida.


Festa del Pinolo

Sagra tradizionale serale[70] con stand gastronomici e musica dal vivo organizzata nel week-end fra la fine di luglio e l'inizio di agosto dalla Pro Loco Quelli che Pontano.


Altre manifestazioni

Altre manifestazioni si hanno a maggio per Ascensione: Benedizione delle ciambelline[71], antica processione dal castello con benedizione colombaniana della natura, della terra e dei suoi frutti; benedizione dei buslanin, ciambelline salate e dolci tradizionali ed il 31 maggio per la fine del mese mariano: Processione con la Madonna dell'Aiuto[72], dal Santuario inizia la pressione con la grande statua della Madonna dell'Aiuto per le vie cittadine del centro storico, ai lati delle contrade i lumini accesi e in mezza la strada le composizioni floreali in omaggio alla patrona della città, le chiese e il comune sono aperti e illuminati per l'occasione, ad accompagnare la processione le musiche della banda. Sosta in piazza Duomo con il panegirico tradizionale e ritorno al santuario per la benedizione finale dei bambini.


Leggenda del Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo

Il Ponte del Diavolo
Il "Ponte del Diavolo"

La costruzione di un ponte è sempre stata considerata un'opera di grande ingegno, quasi prodigiosa. La nascita di alcuni ponti ha dato quindi origine ad alcune leggende, e non di rado queste avevano come protagonista il diavolo: unire due luoghi che la natura (e Dio) aveva voluto separati era vista da molti come un'opera diabolica. Si aggiunga, in questo caso, che ogni osservatore viene colpito dall'assoluta assenza di ogni simmetria o logica nella disposizione delle arcate del ponte.[73] La leggenda che riguarda il ponte Gobbo, detto anche ponte Vecchio o ponte del Diavolo narra che San Colombano volesse costruire unire le due sponde del fiume Trebbia.

Il Ponte Vecchio o Ponte Gobbo sul fiume Trebbia
Il Ponte Vecchio o Ponte Gobbo sul fiume Trebbia

Il Diavolo si offrì di aiutarlo costruendo un ponte in una sola notte, a patto di avere in cambio l'anima del primo che lo avesse attraversato. San Colombano accettò e il demonio costruì il ponte con l'aiuto di un gruppo diavoli di altezza e corporatura diversa, ognuno dei quali eresse la sua parte in modo personale e difforme dagli altri ottenendo la caratteristica gibbosità ed irregolarità del ponte.

Al mattino il santo monaco tenne fede alla parola data, ma giustificandosi con l'osservazione che il ponte non era stato costruito secondo le regole ingannò il demonio facendovi passare per primo un cane (un'antica tradizione vuole che il primo animale a passare su quegli archi sia stato l'amico orso).


Istituzioni, enti e associazioni



Qualità della vita


Dal 2006 è stata insignita della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano, come centro alto-medioevale di interesse turistico-ambientale, che si distingue per un'offerta di eccellenza e accoglienza di qualità. Il riconoscimento fa parte del progetto italiano inserito dall'Organizzazione mondiale del turismo (World Tourism Organization) fra i programmi realizzati per uno sviluppo sostenibile del turismo.

Dal 2008 fa inoltre parte del club I borghi più belli d'Italia.


Cultura



Editoria


Dal 9 luglio 1903 a Bobbio si pubblica un settimanale cattolico, chiamato La Trebbia[74], distribuito nei comuni di Bobbio, Coli, Corte Brugnatella, Ottone, oltre che su abbonamento in Italia, specie nell'area di Genova, Chiavari, Piacenza, Pavia e Milano, e all'estero. Oltre alle informazioni di interesse religioso, il settimanale s'interessa degli eventi culturali e della cronaca locale del Bobbiese e dei comuni dell'Alta Val Trebbia, della Val d'Aveto e dell'Oltrepenice (territorio dell'Oltrepò al di là del monte Penice un tempo sotto Bobbio e dei comuni un tempo sotto l'antica contea e poi provincia di Bobbio, ancora oggi nella diocesi di Piacenza-Bobbio e nel vicariato di Bobbio), oltre che della storia e delle tradizioni locali.


Cinema


Il regista Marco Bellocchio, la cui famiglia è originaria di Bobbio, ha girato in città e nelle immediate vicinanze il suo primo film di successo, I pugni in tasca (1965). Alcuni bobbiesi recitarono nel film come attori non protagonisti e comparse. Marco Bellocchio cura ogni anno attività culturali legate al cinema, in particolare dirigendo il Laboratorio Fare cinema e il Festival cinematografico ''Bobbio Film Festival'' (con rappresentazioni nel periodo estivo). Fra il 1999 ed il 2008, nel suo film Sorelle Mai, Bobbio è di nuovo set cinematografico per raccontare la storia di una ragazzina bobbiese che preferirà vivere con le prozie pur di non lasciare il paese natìo. Nuovamente fra il 2013 ed il 2014 viene girato a Bobbio Sangue del mio sangue, un film in due parti, ambientato nel XVII secolo e in epoca moderna.


Musei


Porticato di piazza S. Fara dell'Abbazia con l'entrata ai musei
Porticato di piazza S. Fara dell'Abbazia con l'entrata ai musei

Il complesso monastico dell'Abbazia di San Colombano ospita:

L'allestimento museale, dapprima costituito da espositori trasparenti, in cui sono affrontate le tematiche legate alla vita e all'opera di San Colombano, la situazione geopolitica dell'Italia Longobarda e all'attività del famoso Scriptorium è stato trasferito nel corridoio del monastero; mentre negli ultimi anni il museo ha digitalizzato gli allestimenti inserendo postazioni audiovisive multimediali con video, touch screen con anche i codici bobiensi digitalizzati della Biblioteca Ambrosiana di Milano.


Letteratura


Fra i libri della ex biblioteca dell'abbazia, nel 1815, il cardinale Angelo Mai rinvenne il celebre "Palinsesto Ambrosiano" ed in seguito altri volumi bobbiesi nella Biblioteca Ambrosiana e poi nella Biblioteca Vaticana fra cui nel dicembre del 1819 il De re publica di Marco Tullio Cicerone, per il quale Giacomo Leopardi dedico una canzone intitolata “ad Angelo Maj”.

Il cenobio di Bobbio e la sua biblioteca– tra le più ricche dei primi secoli del medioevo – vengono citati nel romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa.


Musica


Bani il pifferaio
Bani il pifferaio

Bobbio, che si trova nel territorio delle Quattro Province, vanta una tradizione musicale molto antica, legata all'uso di uno strumento, il piffero, che accompagnato dalla fisarmonica, permette l'esecuzione di un vasto repertorio di brani tradizionali. Questi erano nati per scandire i vari momenti della vita della comunità. Le danze delle Quattro Province sono un'espressione tipica di ballo legato a musica popolare recuperata in tempi recenti, e tra queste è famosa la monferrina (localmente Bala Ghidon).

Vi sono brani per il cantamaggio, con la variante della festa della Santa Croce, il matrimonio, la leva (Leva levon a Santa Maria) e che ricordano luoghi e fatti legati al passato (la canzone del Draghin). Nelle feste da ballo, oltre a valzer, polca e mazurca si possono incontrare danze arcaiche come: l'alessandrina, la monferrina, la giga a due.

Il gruppo musicale de I Müsetta anima feste e celebrazioni e ha portato queste musiche anche all'estero: in Francia, Irlanda, Spagna e Paesi Bassi. Nella frazione di Degara si trova il laboratorio di Bani dove costruisce pifferi e cornamuse (tra cui la müsa appenninica); grazie al suo lavoro la tradizione della musica corale, dei balli, delle musiche e della costruzione degli strumenti non andrà persa ma anzi ha trovato nuovo vigore e diffusione anche tra i giovani. Tradizionale appuntamento in Bobbio con la rassegna "Cori d'osteria e Canti popolari".

Dal 1998 opera in città il Coro Gerberto[76], riproposizione dell'omonimo coro fondato nel 1967 e intitolato all'abate di San Colombano, Gerberto di Aurillac, poi eletto papa col nome di Silvestro II. Il repertorio del coro, comprendente trenta elementi, include oltre a canti tradizionali della montagna, anche canti del folklore internazionale e rielaborazione di pezzi di autori moderni. Il coro annovera diverse partecipazioni a concerti e manifestazioni in Italia e all'estero, l'incisione di un album e l'organizzazione delle rassegne corali "Salve o mia montagna", "Cori nel chiostro" e "Concerto di Santo Stefano". Marco Bellocchio ha girato il cortometraggio Il maestro di coro assieme al coro, e presentato nel 2001 al Torino Film Festival.


Cucina


Nell'ambito della cucina piacentina e della cucina emiliana, la cucina di Bobbio, sensibilmente influenzata da quella lombarda, ligure e piemontese (perché storicamente legata amministrativamente a quelle regioni fino al passaggio a Piacenza solo dal 1923), si distingue e occupa una posizione di rilievo potendo annoverare una serie di originali piatti tipici locali e dolci che si tramandano da molte generazioni.[77] L'Amministrazione cittadina, con delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 31/07/2018, approvata all'unanimità, ha voluto tutelare le ricette della tradizione bobbiese, come ad esempio i maccheroni alla bobbiese, la torta di mandorle, le lumache alla bobbiese, il bragtòn tanto per citarne alcuni, regole di preparazione che le nonne e le mamme hanno sempre applicato tramandandole ai giorni nostri. Approvando quindi un regolamento attraverso il quale si potrà arrivare al riconoscimento De.Co. (denominazione comunale d'origine) nel quale sono previste le procedure per individuare i prodotti che potranno fregiarsi del marchio. Questo significa che si individuerà come dovranno essere preparati i piatti della tradizione e, ad esempio, per i maccheroni alla bobbiese si spiegherà quali sono gli ingredienti per la composizione della pasta e il procedimento per la sua realizzazione, mentre per il condimento si indicherà il tipo di carne e il taglio da utilizzare e i tempi di cottura.[78]


Eventi



Fiera-mercato di Bobbio

Ogni sabato mattina dalle 8 alle 13, durante tutto l'anno si svolge l'antica e tradizionale Fiera mercato di Bobbio.[81] Da tutte le vallate della Val Trebbia e dell'Appennino giungono in città moltissime persone per il mercato. Si compone di numerose bancarelle di tutti i generi: prodotti tipici, alimentari, biologici, oggettistica, abbigliamento, fai da te, macchine ed attrezzi agricoli e giardinaggio, ecc. La fiera mercato è collocata nelle piazze principali e nelle vie cittadine del centro storico. In piazza di Porta Fringuella vi è il banco del pesce fresco.


Concorso di pittura estemporanea "Memorial Dino Cella"

Il Lions Club Bobbio unitamente all'assessorato alla cultura del Comune di Bobbio organizzano ogni anno per il 1º maggio il concorso di pittura estemporanea "Memorial Dino Cella"[82], che si propone come finalità lo sviluppo delle arti figurative. La manifestazione, dedicata al pittore Dino Cella, vuole invitare i partecipanti a riprodurre su tela particolari suggestivi e caratteristici della città di Bobbio e dintorni. Il concorso è aperto ad artisti professionisti e dilettanti.[83]


Bobbio Film Festival

Bobbio Film Festival dal porticato dell'Abbazia di San Colombano
Bobbio Film Festival dal porticato dell'Abbazia di San Colombano
Allestimento nel Chiostro del Bobbio Film Festival
Allestimento nel Chiostro del Bobbio Film Festival

Il Bobbio Film Festival è nato nel 1995 dal laboratorio Farecinema per iniziativa del regista Marco Bellocchio e nel corso degli anni è cresciuto sino a quando, nel 2010, è nata l'Associazione Marco Bellocchio, che da allora si occupa della direzione del festival.[84][85]


Festa patronale di San Colombano

Il 23 novembre si festeggia il patrono della città, San Colombano. In questa occasione si incontrano l'autorità politica rappresentata dal sindaco, e quella religiosa rappresentata dal vescovo cattolico, con il tradizionale dono del cero. Le celebrazioni all'Abbazia di San Colombano con la tradizionale "Benedizione del pane di San Colombano" da parte del vescovo, che sarà poi distribuito ai fedeli, la solenne concelebrazione eucaristica nella basilica dell'abbazia presieduta dal vescovo e da autorità religiose legate al santo patrono e provenienti sia dall'Irlanda che dalle varie parti del mondo, d'Europa e italiane, oltre che alla comunità dei parrocci provenienti dalle parrocchie italiane intitolate a San Colombano e dai sindaci dei comuni italiani legati al santo patrono.[86] La solennità è preceduta la sera precedente dalla processione serale del "Transito di San Colombano", con la processione dell'antico busto reliquiario e le celebrazioni in basilica del transito.[87]


Millenario della città

Lo stendardo affisso al campanile di sinistra della Cattedrale
Lo stendardo affisso al campanile di sinistra della Cattedrale

Nel 2014 si e celebrato il millenario della fondazione della diocesi e dell'elevazione del borgo di Bobbio a Città imperiale, avvenuta il 14 febbraio 1014 per opera dell'imperatore Enrico II il Santo che concesse la dignità episcopale all'abate Pietroaldo. Per ricordare il millenario è stato realizzato uno stendardo alto circa cinque metri, montato su telaio e affisso al campanile di sinistra della cattedrale, che raffigura la Madonna Assunta, alla quale è dedicato il Duomo di Bobbio. Il comune di Bobbio ha anch'esso realizzato vari stendardi appesi nel centro storico a ricordo del millennio che con il titolo di città e la concessione imperiale del privilegio di un diverso ordinamento legale-amministrativo che via via diede le basi per le autonomie comunali con la redazione degli antichi statuti e la nascita effettiva fra il XI e XII secolo del Comune medievale prima di tipo consolare e poi di tipo podestarile.[88][89][90]


Concorso letterario "Ponte Gobbo - Città di Bobbio"

Dal 2008 la locale casa editrice Pontegobbo e il quotidiano piacentino La Libertà indicano un concorso letterario aperto a giovani scrittori italiani e stranieri di narrativa e poesia. Il concorso dà modo a giovani talenti sconosciuti, partecipando, di emergere facendosi conoscere da pubblico e critica.[91][92]


Geografia antropica



Urbanistica



Frazioni


Il comune comprende diverse frazioni: Altarelli, Areglia (o Area), Aregli, Arelli, Avegni, Barberino, Bardughina, Bargo, Barostro, Bellocchi, Bertuzzi, Bocchè, Bracciocarella, Brada, Brignerato, Brodo, Bronzini, Brugnoni, Buffalora, Ca' di Sopra, Cadelmonte, Cadonica, Caldarola, Callegari, Caminata, Campi, Campore, Canneto, Casarone, Casone, Cassolo, Castighino o Casteghino, Cavarelli, Ceci, Cento Merli, Cerignale, Cernaglia inferiore, Cernaglia superiore, Cognolo, Colbara, Colombara, Costa Tamborlani, Croce, Degara, Dezza, Embrici o Embresi, Erta, Fasso, Fognano, Fontanini, Fornacioni, Fosseri, Freddezza, Gazzola, Gerbidi, Gobbi, Gorazze, Gorra, Lagobisione, La Colletta di Monte Gazzolo, La Residenza, Le Rocche, Levratti, Longarini, Mezzano Scotti, Moglia, Mogliazze, Moglia dei Larbani, Nosia, Parcellara, Passo Penice, Passo Scaparina, Piancasale, Pianella, Pianazze, Pianelli, Poggio Area (o Poggio d'Areglia), Poggio di Santa Maria, San Cristoforo, Ponte, Ravannara, San Martino, San Salvatore, Santa Maria, Sassi Neri, Schiavi, Scrocchi, Spessa, Squera, Tamborlani, Telecchio, Terme di Bobbio, Vaccarezza, Valle, Verneto, Zanacchi, Zucconi.


Economia


L'agricoltura, un tempo principale mezzo di sostentamento per gli abitanti del territorio bobbiese, ha in parte perso questa sua caratteristica in conseguenza dei cambiamenti socio-economici e migratori, avvenuti nel corso degli ultimi decenni. Rimane comunque un'attività di fondamentale importanza, anche per il mantenimento dell'equilibrio idrogeologico. Il principale fattore peggiorativo è stato lo spopolamento della campagna, a vantaggio sia delle città più vicine (Piacenza, Genova e area milanese) sia, in misura minore, del centro urbano di Bobbio. Tra le principali coltivazioni si annoverano quelle della vite, dei foraggi e dei cereali. È praticato anche l'allevamento di animali. L'attività agricola costituisce spesso un secondo lavoro, magari diretto all'autoconsumo. Non mancano, comunque, segni di vitalità, che si manifestano in una maggiore attenzione alle prospettive offerte dall'agricoltura biologica e dalla valorizzazione, anche in connessione all'offerta turistica, dei prodotti tipici, grazie ad agriturismi e cooperative agricole. Collegata all'agricoltura è anche la produzione di insaccati.

Le produzioni industriali e artigianali si concentrano nei settori elettromeccanico, informatico, della piccola automazione, carpenteria metallica, piccola editoria, caseario, falegnameria di pregio e chimica (fabbricazione del caglio).

Sono diverse le imprese operanti nel settore delle costruzioni. Sul monte Penice si trovano importanti installazioni per le telecomunicazioni, tra cui il centro di trasmissione RAI che serve gran parte della pianura Padana.

Il settore economico di gran lunga più importante è quello terziario, concentrato nel capoluogo. A Bobbio, infatti, hanno sede diversi servizi (scuole, ospedale, ambulatori dell'ASL, sportelli bancari, uffici pubblici, commercio al dettaglio), indispensabili vista la lontananza dal capoluogo di provincia, al servizio di un bacino d'utenza esteso al di là dei confini comunali e che finisce per ricomprendere gran parte della media e alta Val Trebbia.

S'inserisce nel terziario pure l'importante settore dell'accoglienza turistica, attivo tutto l'anno. La valenza artistica del centro storico e l'ambiente naturale attraggono molti turisti, soprattutto d'estate. Imprese locali hanno iniziato a fornire servizi dedicati ad alcune delle attività possibili sul territorio, sia di tipo culturale, come la visita ai musei e ai monumenti della città, che sportivo, come il trekking, il rafting, le passeggiate a cavallo. Sul monte Penice sono presenti impianti per gli sport invernali (sci da discesa a Passo Penice e fondo in località Ceci). La già buona offerta turistica potrebbe essere sfruttata maggiormente migliorando la ricettività alberghiera, in quanto gran parte del turismo è di tipo cosiddetto "mordi e fuggi", ossia composto da persone che al termine della giornata tornano a casa o si recano altrove, mentre il turismo residente si avvale soprattutto di seconde case e appartamenti in locazione.


Acque termominerali di Bobbio


Le fonti di acque termominerali erano già conosciute dai romani. Venivano utilizzate soprattutto per la produzione di sale e per uso terapeutico. San Colombano ottenne dal re Agilulfo il diritto alla metà dei proventi delle saline, allora di proprietà del condottiero longobardo Sundrarit.


Infrastrutture e trasporti


Bobbio è posta lungo la strada statale 45 di Val Trebbia che collega Piacenza a Genova, inoltre può essere raggiunta dalla ex strada statale 461 del Passo del Penice che arriva da Voghera. Non è raggiungibile direttamente dalla rete autostradale, il casello più vicino è quello di Piacenza Sud.

La stazione di Piacenza è la fermata ferroviaria più vicina.

La mobilità locale è assicurata dalla Società Emiliana Trasporti Autofiloviari inoltre, da Ottone parte il collegamento con l'alta Val Trebbia genovese fino a Genova fornito dalle autolinee ATP Esercizio. Da Bobbio partono altri collegamenti locali: Bobbio-Coli, Bobbio-Marsaglia-S.Stefano d'Aveto-Rezzoaglio, Bobbio-Passo Penice.


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Bobbio.

Gemellaggi



Sport


Nel comune opera il Canoa Club Bobbio che propone attività con l'uso della canoa, del kayak, del dragonboat e del gommone da rafting.[102] e sono presenti diverse società dilettantistiche come la Pedale Bobbiese, l'USD Bobbiese 1912 (club di calcio) militante in Promozione, lo Sci Club e la Bobbio Volley.


Impianti sportivi


Centro sportivo Candia (stadio comunale, piscine, campi da tennis e campo da volley).


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Gaia Corrao - San Colombano: le radici cristiane dell'Europa.
  5. Luciano Canepari - Dizionario di pronuncia italiana: il DiPI.
  6. Paolo Bertolin et al. (testi) - Emilia Romagna, p. 55.
  7. Nicola Criniti, [VI, 70] (PDF), in La Tabula alimentaria di Veleia: edizione critica, versione italiana, fortuna. URL consultato il 31 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2021).
  8. Dalla preistoria all'età colombaniana, su appennino4p.it.
  9. Cinzia Rando - 35 borghi, p. 6.
  10. Bobbio su Treccani, su treccani.it.
  11. IL CAMMINO DI SAN COLOMBANO: LE TAPPE DI BOBBIO E COLI, su sulleormedisancolombano.it. URL consultato il 24 aprile 2019.
  12. Cinzia Rando - 35 borghi, pp.7,8.
  13. Regio Decreto 8 luglio 1923, n. 1726
  14. Regio Decreto 15 novembre 1925, n. 2011
  15. Cenni storici - Comunità montana Oltrepò pavese, su cmop.it. URL consultato il 15 marzo 2020.
  16. La marcia su Bobbio e la Provincia Madre tratto dal testo Dai Malaspina all'ultimo dopoguerra
  17. Legge 23 dicembre 1926, n. 2246, articolo 2, in materia di "Modificazione della circoscrizione territoriale delle provincie di Parma, Pavia e Piacenza."
  18. R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1, art. 3
  19. Antifascisti e partigiani sardi - Tonino Mulas Archiviato il 29 ottobre 2013 in Internet Archive.
  20. Istituto Storico Modena
  21. La Trebbia, 26 luglio 1908.
  22. Tutta l'alta Val Trebbia colpita da nubifragio senza precedenti, in La Trebbia, 25 settembre 1953.
  23. Gigi Pasquali, Cento anni di storia bobbiese - 1903-2003, tratto dagli articoli del settimanale bobbiese La trebbia, Bobbio 2003, Capitolo 2: Il fiume Trebbia pp.15-27
  24. Anche a Marsaglia un ponte "Morandi": presenta segni di degrado, in Libertà, 29 agosto 2018.
  25. Bobbio, crollato il ponte di Barberino. Spezzati i tubi del gas, in Libertà, 14 settembre 2015.
  26. RAPPORTO SULL’EVENTO ALLUVIONALE DEL 14 SETTEMBRE 2015, in Arpae Emilia Romagna - Servizio Idro Meteo Clima Servizio Sismico, Geologico e dei Suoli, febbraio 2016.
  27. #alluvione_2015 - tutti gli articoli dal 14 settembre 2015 al 14 settembre 2021, in Libertà, 14 settembre 2015-14 settembre 2021.
  28. Ad un anno dall'alluvione: Ripartiamo insieme - Report sulle iniziative di prossimità e sostegno avviate dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio (PDF), in Libertà, settembre 2016.
  29. Alluvione in val d’Aveto, conto da 6,5 milioni, in Il Secolo XIX, edizione del Levante, 28 settembre 2015.
  30. TeleRadioPace Chiavari, 21 settembre 2015, https://www.teleradiopace.tv/2015/09/21/un-milione-e-100mila-euro-per-i-comuni-alluvionati/.
  31. Benedetto XVI, udienza generale dell'11 giugno 2008, su vatican.va. URL consultato il 12-09-2009.
  32. Stemma Comune di Bobbio, su araldicacivica.it. URL consultato il 10 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
  33. Copia archiviata, su araldicacivica.it. URL consultato il 7 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  34. Bobbio, su ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali.
  35. Basilica di San Colombano Abate <Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  36. Chiesa di Santa Maria Assunta <Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  37. Chiesa di San Lorenzo <Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  38. Santuario della Beata Vergine dell′Aiuto <Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  39. Palazzo Alcarini - Comune di Bobbio
  40. Palazzo Olmi - Comune di Bobbio
  41. Chiesa di San Policarpo Martire <Ceci, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  42. Chiesa di San Pietro Apostolo <Dezza, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  43. Chiesa di San Paolo <Mezzano Scotti, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  44. Chiesa di San Cristoforo <San Cristoforo, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  45. Chiesa di Santa Maria del Carmine <Santa Maria, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  46. Chiesa di Sant'Eustachio Martire <Vaccarezza, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  47. Santuario della Beata Vergine di Monte Penice <Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  48. Oratorio del Cuore Immacolato di Maria <Arelli, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  49. Oratorio di Sant'Andrea <Mezzano Scotti, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  50. Oratorio della Beata Vergine di Caravaggio <Santa Maria, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  51. Oratorio della Madonna del Rosario <Mezzano Scotti, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  52. A.Alpegiani Le otto Parrocchie e Frammenti di Bobbio, Monumenti, edifici storici, religiosi e votivi e luoghi di interesse del comune di Bobbio - Ed. Libreria Internazionale Romagnosi (LIR) - Bobbio 2011 - L'oratorio di Gorra, pag. 185
  53. Oratorio della Beata Vergine di Caravaggio <Lagobisione, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  54. Beata Vergine di Caravaggio, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  55. Oratorio di San Rocco <Piancasale, Bobbio>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
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Bibliografia



Fonti



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[de] Bobbio

Bobbio ist eine italienische Gemeinde in der Provinz Piacenza in der Region Emilia-Romagna mit 3548 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019).

[en] Bobbio

Bobbio (Bobbiese: Bòbi; Ligurian: Bêubbi; Latin: Bobium) is a small town and commune in the province of Piacenza in Emilia-Romagna, northern Italy. It is located in the Trebbia River valley southwest of the town Piacenza. There is also an abbey and a diocese of the same name. Bobbio is the administrative center of the Unione Montana Valli Trebbia e Luretta.

[es] Bobbio

Bobbio, es una pequeña ciudad y comuna en la provincia de Piacenza, Emilia-Romagna, norte de Italia. Se encuentra en el sudoeste del valle del río Trebbia de la ciudad Piacenza. También hubo abadía y de la diócesis del mismo nombre. Bobbio, es el centro administrativo de la Unione Montana Valli Trebbia e Luretta.

[fr] Bobbio

Bobbio est une commune italienne d'environ 3 800 habitants, située dans la province de Plaisance, dans la région Émilie-Romagne, dans le Nord-Ouest de l'Italie. Dominé par le sanctuaire de Notre-Dame de Penice, situé au sommet du mont Penice, le centre historique de Bobbio a gardé intactes les caractéristiques du village médiéval.
- [it] Bobbio

[ru] Боббио

Бо́ббио (итал. Bobbio, эмил.-ром. Bòbi) — старинный город-курорт (бальнеология, горные лыжи) в итальянском регионе Эмилия-Романья, в долине реки Треббия близ Пьяченцы, у подножия высокой горы Пениче (итал.).



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