Zavattarello (Zavataré in dialetto oltrepadano) è un comune italiano di 913 abitanti nella provincia di Pavia in Lombardia. Il piccolo borgo, situato nell'alta val Tidone, in Oltrepò Pavese, fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia ed è dominato dalla mole del castello di Zavattarello. Vive soprattutto di agricoltura (grano, foraggio), allevamento bovino e di turismo (turismo culturale, enogastronomico, residenze estive, agriturismo e turismo panoramico).
Zavattarello comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Simone Tiglio (lista civica) dall'8-6-2009 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 44°52′N 9°16′E | ||
Altitudine | 600 m s.l.m. | ||
Superficie | 28,4 km² | ||
Abitanti | 913[1] (31-12-2021) | ||
Densità | 32,15 ab./km² | ||
Frazioni | Casa Marchese, Crociglia, Lagagnolo, Le Moline, Ossenisio, Panigà, Perducco, Pradelle, Rossone, San Silverio, Tovazza | ||
Comuni confinanti | Alta Val Tidone (PC), Colli Verdi, Menconico, Romagnese, Varzi | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 27059 | ||
Prefisso | 0383 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 018184 | ||
Cod. catastale | M150 | ||
Targa | PV | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] | ||
Cl. climatica | zona F, 3 138 GG[3] | ||
Nome abitanti | zavattarellesi | ||
Patrono | san Paolo | ||
Giorno festivo | 25 gennaio | ||
Motto | (LA) Praeda Vigil Vigilataque Poma | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Zavattarello deve il suo nome all'attività che fu prevalente nel borgo per secoli, quella dei ciabattini: il volgare savattarellum indica proprio letteralmente "il luogo dove si confezionano le ciabatte (savatte)". Ancora oggi, nel dialetto locale, il paese è chiamato Savataré.
Antichissimo feudo dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, dopo la formazione della Contea vescovile di Bobbio, Zavatterello diviene un feudo personale del Vescovo che vi costruisce il castello. Nel 1390 il vescovo di Bobbio cede a Jacopo Dal Verme il castello ed il feudo.[4] I conti Dal Verme terranno la signoria assieme alla Contea di Bobbio e Voghera, Borgonovo Val Tidone, Pianello Val Tidone, Castel San Giovanni, della val Tidone e altri feudi.
Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia, nel 1923, dopo lo smembramento del circondario di Bobbio, passò alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia-Romagna[5].
Questa divisione comportò numerose proteste degli abitanti dei centri dell'alta valle, desiderosi di rimanere sotto la giurisdizione pavese. Le proteste culminarono nella cosiddetta marcia su Bobbio e nell'indizione di alcuni referendum che, tenutisi il 27 febbraio 1925, videro la vittoria della fazione che chiedeva il ritorno in provincia di Pavia[6]. Nel 1926 i comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello vennero annessi alla provincia di Pavia e alla Lombardia[7].
Nel 1929 il comune di Valverde venne unito a Zavattarello, che prese il nome di Zavattarello Valverde (CC M151); fu quindi ricostituito nel 1956.
Quando il Vescovo di Bobbio diventa conte, Zavattarello diviene un bene feudale dello stesso Vescovo.
Iniziano le lotte per il possesso del maniero tra i ghibellini Landi e i guelfi Scotti.
Grande razziatore, negli anni successivi egli diventa il terrore della regione, ma grazie alla sua potente influenza inizia lo sviluppo del borgo.
Raffigura un drago incatenato a custodia di un albero di mele rosse: riprende l'affresco che sovrasta il portale di ingresso al castello, in cui è rappresentata anche un'aquila con le ali aperte. La scritta latina “Praeda vigil vigilataque poma”, “la preda è vigile i suoi frutti sono (ben) custoditi”, è un avvertimento ai nemici che la rocca era ben difesa.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Zavattarello. |
Completamente costruita in pietra, con uno spessore murario medio di circa 4 metri, la rocca è un edificio titanico che, con il ricetto fortificato, le scuderie, gli spalti, la cappella, le sue oltre 40 stanze, costituisce un formidabile complesso architettonico che è oggetto di studio degli architetti militari.
Dalla terrazza e dalla torre si gode un panorama mozzafiato del territorio circostante: le verdi campagne, i freschi boschi, le colline con gli altri castelli della zona - Valverde, Trebecco, Montalto Pavese, Torre degli Alberi (Ruino), Pietragavina, Rocca de' Giorgi. Una miglior visuale era assicurata, a scopo difensivo, da altre torri d'avvistamento andate perdute.
La rocca sovrasta il borgo antico abbarbicato sulla collina, che una volta era completamente priva di vegetazione per consentire ai difensori del maniero di avvistare ogni malintenzionato. Oggi invece il verde che attornia il castello è un'area protetta, un Parco Locale di Interesse Sovracomunale di circa 79 ettari, di grande rilevanza paesaggistica, geografica, orografica, oltre che storica e ambientale. Il ricetto fortificato era sede di una delle principali scuole di guerra di tutta l'Europa, fondata da Jacopo Dal Verme in quello che poi sarebbe divenuto il cardine dello Stato Vermesco.
Abitanti censiti[8]
Fa parte della fascia montana della Comunità Montana Oltrepò Pavese.
Cronistoria dell'F.C. Zavattarello | |
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Altri progetti
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