Menconico (IPA: [meŋcoˈniːco], Minchinigh in dialetto oltrepadano) è un comune italiano di 353 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova nella zona di montagna dell'Oltrepò Pavese denominata valle Staffora, in particolare nella valle del torrente Aronchio, affluente dello Staffora, ai piedi del monte Penice.
Bardineio, Ca' del Bosco, Canova, Carrobiolo, Casa Ciocca, Collegio, Costa Montemartino, Costa San Pietro, Ghiareto, Giarola, Lago, Molino San Pietro, Montemartino, Piano Margarino, San Pietro Casasco, Vallechiara, Varsaia, Vigomarito
Menconìco (questa la corretta accentazione, mentre quella che talvolta si trova scritta, Mencònico, è errata) ed il suo territorio furono abitati nella preistoria, poi passarono nei possedimenti dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614.
Dopo la caduta dei Longobardi a opera di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero costituì i Feudi Imperiali, all'interno della Marca Obertenga, con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare, assegnò Menconico, con molti dei territori limitrofi, alla famiglia dei Malaspina.
Quindi Menconìco fece parte del Marchesato dei Malaspina fin dalla sua istituzione nel 1164, e nelle divisioni tra i rami della famiglia (di cui la prima, nel 1221, fu siglata nella casa dei marchesi proprio a Menconico), toccò al ramo dello Spino Fiorito e, tra i rami da esso generati, a quello dei Malaspina di Varzi. Questi ultimi nel 1275 si divisero a loro volta in tre rami, di cui uno Isnardo Malaspina ebbe il dominio del cosiddetto Terziere di Menconico sempre nel feudo di Varzi.
Questo ramo si estinse dopo tre sole generazioni, all'inizio del XV secolo; nonostante le proteste degli altri Malaspina, il feudo fu incamerato dal duca di Milano Filippo Maria Visconti, e ne fu investito il conte Peterlino Dal Verme il 26 giugno 1430[4][5]. Alla sua morte attorno al 1445 senza eredi diretti il terziere di Menconico ritornò alla camera ducale.
Il 2 dicembre 1466, Galeazzo Maria Sforza assegnò la porzione del feudo di Varzi di Menconico a suo zio Bosio I Sforza, conte di Santa Fiora assieme alla signoria di Castell'Arquato. Gli Sforza di Santa Fiora, fatta la loro prima comparsa in valle Staffora nel 1466, vi rimasero fino al 1499.
Passarono così alcuni decenni, finché l'occupazione francese del Ducato di Milano alla fine del XV secolo portò alla confisca del terziere di Menconico agli Sforza, mentre le quote dei Malaspina vennero confermate.
Nel 1743 entrò a far parte del Regno di Sardegna sotto i Savoia, in base al Trattato di Worms, e poi della Provincia di Bobbio inserita in Liguria sotto il dipartimento di Genova.
Comunque Menconico mantenne il suo territorio determinato dalle divisioni tra i Malaspina, che corrisponde quasi esattamente all'attuale comune. Nel 1859 entra a far parte della provincia di Pavia e quindi della Lombardia come circondario di Bobbio fino al 1923[6].
Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire di Menconico, parrocchia eretta nel X secolo, sorta sui resti di un antico edificio fondato dai monaci di Bobbio, l'attuale edificio venne consacrato l'8 luglio del 1565. La parrocchia, con il titolo di arcipretura, dipende dal vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della Diocesi di Piacenza-Bobbio[7]. La chiesa si trova adiacente alla piazza del paese, a pochi metri dalla casa comunale.
Dalla parrocchia di Menconico dipende l'Oratorio dell'Immacolata Concezione di Varsaia
Chiesa parrocchiale di San Nazario (XVI secolo, in località Montemartino). Diocesi di Tortona
Chiesa Parrocchiale di San Pietro (XIV secolo, in località San Pietro in Casasco). Diocesi di Piacenza-Bobbio[8]
Monumenti partigiani
Monumento ai caduti della Grande Guerra, un obelisco di marmo e pietra donato dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) a ricordo dei caduti di Menconico[9].
Monumento a tre partigiani caduti nella battaglia dell'Aronchio, eretto in ricordo dei partigiani Carlo Benedini, Felice Casotti e Giovanni Ferrari, posto sulla SP 186 per il Brallo[10].
Lapide commemorativa in memoria dei Caduti, nella piazza del Comune a pochi metri dal Monumento ai caduti della Grande Guerra (vedi sopra). Sulla lapide in marmo sono riportati i nomi del Caduti nella prima e seconda Guerra Mondiale.[11]
Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.
Daniele Bertacchi, Monografia di Bobbio (La provincia di Bobbio nel 1858), Comune di Menconico, Ristampa Bobbio 1991
Mons. Clelio Goggi Storia dei Comuni e delle Parrocchie della diocesi di Tortona, Tipografia "San Lorenzo", 4ª Edizione, Tortona 2000
Cesare Bobbi, Storia Ecclesiastica Diocesana di Bobbio, Pievi e Parrocchie della Diocesi, Archivi Storici Bobiensi, Bobbio
Vittorio Pasquali, La Provincia di Bobbio Post napoleonica, Descrizione del territorio e dell'economia nell'anno 1814, (Archivi di Stato di Torino: "Quadro del circondario di Bobbio", mazzo 44), Ed. Amici di San Colombano, Bobbio 2004
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