Brallo di Pregola (Bràl ēd Preigöra in dialetto locale[4]) è un comune italiano di 512 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova nel punto più meridionale della regione Lombardia nell'Oltrepò Pavese, di cui comprende la cima più alta, il monte Lesima (1724 m s.l.m.). Comprende una parte del tratto iniziale della valle Staffora e la valletta del suo affluente Montagnola, e un tratto del lato sinistro della val Trebbia e la valle del suo affluente Avagnone che sfocia nel fiume Trebbia, fiume che segna il confine regionale fra la Lombardia e l'Emilia-Romagna. Le due valli sono collegate dal passo del Brallo su cui sorge l'omonimo capoluogo. All'interno del territorio comunale vi sono due enclavi, corrispondenti alle località Lama superiore e Valle inferiore, facenti parte del comune di Corte Brugnatella in provincia di Piacenza: queste due località costituiscono dei rari esempi di enclavi interregionali.
Brallo di Pregola comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Piergiacomo Gualdana (lista civica di centro-destra Il Brallo che vorrei) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 44°44′N 9°17′E |
Altitudine | 952 m s.l.m. |
Superficie | 46,15 km² |
Abitanti | 512[1] (31-12-2021) |
Densità | 11,09 ab./km² |
Frazioni | Barostro, Bocco, Bralello, Casone, Cencerate, Colleri, Collistano, Corbesassi, Cortevezzo, Feligara, Lama Inferiore, Pianellette, Piani del Lesima, Pietranatale, Ponti, Pratolungo, Pregola, Rovaiolo, Selva, Someglio, Valformosa, Valle Superiore |
Comuni confinanti | Bobbio (PC), Cerignale (PC), Corte Brugnatella (PC), Santa Margherita di Staffora, Zerba (PC) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 27050 |
Prefisso | 0383 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 018021 |
Cod. catastale | B117 |
Targa | PV |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 772 GG[3] |
Nome abitanti | brallesi o pregolesi |
Patrono | san Rocco |
Giorno festivo | 16 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il territorio fu abitato nella preistoria. Il toponimo di Brallo è di verosimile origine celtica con il significato di "pascolo", "alpeggio" (Cfr. toponimi di La Braille, La Braye, Le Brâ in Savoia e in Svizzera Francese) ma il paese è di recentissimo sviluppo. Il centro principale storico è Pregòla, citato per la prima volta come Predalia, nel diploma di Ottone I del 972.[5] Ne contempo si riconferma il territorio nei possedimenti dell'abbazia di San Colombano di Bobbio. Gli abati del monastero bobiense, che ebbero il titolo di conti già nell'844 dall'imperatore Lotario, esercitarono la giurisdizione feudale per secoli. Successivamente dopo il mille il feudo di Pregola passò, come molti altri, al vescovo di Bobbio.
Appartenne al marchesato dei Malaspina dalla concessione imperiale di Federico Barbarossa del 1164, nel cui diploma è nominata Petra Groa, l'attuale Pregola; tali diritti vennero riconfermati nel 1220 da Federico II, da Carlo IV nel 1355 e Carlo V nel 1541. Al territorio venne annessa anche la località di Dezza un tempo dipendenza monastica e poi vescovile di Bobbio.
Nelle divisioni del marchesato pervenne (1221) al ramo dello "Spino Secco", attestato in val Trebbia, e nelle ulteriori divisioni si definì la linea dei marchesi di Pregola, il cui territorio, oltre all'attuale comune del Brallo, comprendeva verso sud tutto il versante sinistro della val Trebbia fino nell'attuale provincia di Genova comprendendo Brallo, Dezza, Casone, Zerba, Valformosa, sotto il Groppo. Il feudo era diviso in quattro quartieri, il primo quartiere era detto di Pregola, il secondo di Zerba, il terzo di Pei ed il quarto di Campi. Fin dal XVIII secolo il marchesato di Pregola fu oggetto di una violenta contesa diplomatica tra il Sacro Romano Impero, che pretendeva che si trattasse di un feudo imperiale, esente da ogni altra giurisdizione, e il ducato di Milano (sotto sovranità spagnola) che lo considerava come gli altri feudi malaspiniani che i Visconti e gli Sforza avevano costretto alla sottomissione. Era stato in effetti concesso dall'imperatore a Oliviero Malaspina nel 1541. Dal 1692, con la morte di Antonio (1665-92), la linea primogenita detenne il marchesato di Godiasco, mentre Pregòla rimase al figlio minore Giuseppe a cui successero Baldassarre e Antonio. Nel 1643 Doralice sposò il marchese Florio Malaspina di Oramala, portando in dote una quota di Pregòla, finché il nipote Giovanni la vendé nel 1705 al marchese Carlo Malaspina (-1765) del ramo di Godiasco. Per motivi ereditari il feudo è divenuto intanto un condominio con altri rami della famiglia e con i marchesi Spinola Pallavicini di Cabella che, con Gerolamo, ne avevano usurpato nel 1660 alcune porzioni pro quota.
La disputa sulla natura imperiale del feudo esplose ancor più violenta quando l'Oltrepò passò ai Savoia: il marchesato entrò sotto l'alta sovranità dei Savoia (1736), i quali nel 1743 fecero pressioni politiche su Baldassarre, ultimo marchese titolare del feudo sovrano, (minacciandone la confisca dei beni) per rinunciare ai suoi diritti feudali ed assorbire il marchesato nella neonata provincia di Voghera poi dal 1773 di Bobbio. L'Impero inviò persino delle truppe di guarnigione per impedire che il marchesato fosse annesso al Piemonte.
Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della provincia di Bobbio, il comune subì alcune modifiche territoriali e la frazione di Dezza passò al comune di Bobbio. Il feudo era governato pro quota dai vari rami familiari dei Malaspina:
Nel 1782 Gian Galeazzo Malaspina marchese di Santa Margherita, Antonio Giuseppe Malaspina marchese di Orezzoli, eredi di Corrado Malaspina di Pregòla (la cui vedova Maria Teresa Farnese dal Pozzo dal 1777 era divenuta pensionaria dei Savoia) e Giovan Carlo Spinola Pallavicino, rivendicarono presso la corte di Vienna le loro prerogative feudali nei confronti della politica annessionista dei Savoia, facendo intervenire nuovamente l'imperatore.
Nel 1789 cessò di essere marchesato e venne compreso nel marchesato di Santa Margherita.
Nel 1801 il territorio fu annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Con l'arrivo di Napoleone e la soppressione dei feudi imperiali il quartiere di Pregola divenne comune di Pregola. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia. Dopo la soppressione del circondario di Bobbio (1923) il Comune di Pregola rimase assegnato alla provincia di Pavia[6].
Successivamente si sviluppò il nuovo centro di Brallo, sul passo omonimo, e il comune nel 1958 prese il nome attuale di Brallo di Pregola.
Le parrocchie dipendono dalla Diocesi di Tortona, tranne i territori delle frazioni delle due enclavi, corrispondenti alle località Lama Superiore e Valle Inferiore, facenti parte del comune di Corte Brugnatella in provincia di Piacenza e delle adiacenti frazioni di Colombaie, Lama Inferiore (Oratorio di San Gioacchino), Pianazza, Pianellette, Pietranatale, Pratolungo, Rovaiolo, Tomba, Valle Superiore ed altre poste nel comune di Brallo di Pregola ma dipendenti dalla parrocchia dell'antica Pieve di Montarsolo di Corte Brugnatella del vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della Diocesi di Piacenza-Bobbio.
Abitanti censiti[7]
Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro Province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2004 | 2014 | Bruno Tagliani | Lista civica Insieme per Brallo | Sindaco | |
2014 | 2015 | Christos Chlapanidas | Lista civica Uniti per Brallo | Sindaco | |
2015 | 2016 | Daniele Bernardo | - | Commissario prefettizio | |
2016 | 4 ottobre 2021 | Christos Chlapanidas | Lista civica Uniti per Brallo | Sindaco | [9] |
4 ottobre 2021 | in carica | Piergiacomo Gualdana | lista civica di centro-destra:"Il Brallo che vorrei" | Sindaco | [9] |
Fa parte della fascia montana della Comunità Montana Oltrepò Pavese.
Altri progetti
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