world.wikisort.org - Italia

Search / Calendar

Noto (Notu o Nuòtu in siciliano) è un comune italiano di 24 017 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Siracusa in Sicilia.

Noto
comune
Noto – Veduta
Noto – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Siracusa
Amministrazione
SindacoCorrado Figura (lista civica) dall'11-10-2021
Territorio
Coordinate36°53′N 15°05′E
Altitudine152 m s.l.m.
Superficie554,99 km²
Abitanti24 017[1] (31-8-2022)
Densità43,27 ab./km²
FrazioniCalabernardo, Castelluccio, Lido di Noto, Reitani, Rigolizia, San Corrado di Fuori, San Lorenzo, San Paolo, Santa Lucia, Testa dell'Acqua, Villa Vela
Comuni confinantiAvola, Canicattini Bagni, Ispica (RG), Modica (RG), Pachino, Palazzolo Acreide, Rosolini, Siracusa
Altre informazioni
Cod. postale96017
Prefisso0931
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT089013
Cod. catastaleF943
TargaSR
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Nome abitantinetini
Patronosan Corrado Confalonieri
Giorno festivo19 febbraio
Cartografia
Noto
Noto – Mappa
Noto – Mappa
Posizione del comune di Noto nel libero consorzio comunale di Siracusa
Sito istituzionale
 Bene protetto dall'UNESCO
Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale)
 Patrimonio dell'umanità
Tipoarchitettonico
CriterioC (i) (ii) (iv) (v)
Pericolono
Riconosciuto dal2002
Scheda UNESCO(EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
(FR) Scheda

È il primo comune siciliano per estensione territoriale, il quarto a livello nazionale. Sede episcopale, definita la "capitale del Barocco"[3], nel 2002 il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme con le altre città tardo-barocche del Val di Noto.


Geografia fisica


La spiaggia di Calamosche.
La spiaggia di Calamosche.

Noto dista 31 km da Siracusa ed è situata nella parte sud-ovest della provincia ai piedi dei monti Iblei. La sua costa, fra Avola e Pachino, dà il nome all'omonimo golfo.
Con i suoi 554,99 km² di superficie, il comune di Noto occupa oltre un quarto della Provincia di Siracusa ed è il più grande comune della Sicilia e il quarto d'Italia. Il territorio è, per la maggior parte, collinare. Le montagne, a nord, appartengono all'altipiano dei monti Iblei.

Nella costa, bassa e sabbiosa nella totalità, a parte brevissimi tratti frastagliati, sono situate le pianure. Probabilmente di origine alluvionale, la piana di San Paolo, nell'entroterra, è la più vasta pianura del territorio, nonché la più intensamente coltivata. Noto confina a sud con Pachino, a nord-est con Avola e Siracusa, a nord con Palazzolo e Canicattini, a ovest con Modica, Rosolini e Ispica. Il territorio comprende la piccola isola amministrativa di contrada Cipolla, tra Rosolini e Ispica.

L'aspetto dell'agro netino è caratterizzato in prevalenza dalla macchia mediterranea, e dagli uliveti e mandorleti in zona collinare, dai vasti agrumeti e vigneti nella piana di San Paolo, mentre in montagna, ampi pascoli si alternano a tracce di macchia mediterranea, con secolari lauri, querce, frassini e lecci. La conformazione del territorio ha permesso un più ampio sviluppo dell'agricoltura a sud e dell'allevamento a nord.


Idrografia


Nel suo territorio scorrono 4 fiumi:

Diversi corsi d'acqua scorrono su tutto il territorio, per poi mescolare le loro acque con quelle dei fiumi principali. Nel torrente Santa Chiara, la forza dell'acqua ha modellato la roccia scavando dei piccoli ma profondi laghetti, noti come "laghetti di San Corrado".


Clima


Il clima, di tipo mediterraneo, è caratterizzato da inverni miti ed estati molto calde e non si discosta molto, nella rilevazione dei valori, da quello del capoluogo di provincia. La temperatura raggiunge i valori più elevati nei mesi di luglio e agosto (37 °C di media, ma con punte anche superiori a 40 °C) e quelli più bassi nei mesi di dicembre e febbraio (che molto raramente scendono a 5 °C), mentre la media annua si attesta intorno ai 18,5 °C. I mesi più piovosi sono ottobre e novembre, quelli più secchi giugno e luglio. Molto scarso il fenomeno delle grandinate, mentre, in inverno, non è raro imbattersi in banchi di nebbia (specie nelle frazioni montane), così come i giorni caratterizzati da forti venti, che in inverno, provengono maggiormente da occidente, mentre in estate e in autunno soffiano perlopiù da nord-est.

Per quanto attiene alla Classificazione climatica, introdotta dal D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, Noto fa parte della Fascia climatica C.

Noto non ha stazioni meteorologiche. Un'indicazione di massima, però, è fornita principalmente dai dati rilevati dalla stazione di Siracusa ubicata a poco più di 30 km dalla città barocca:

SIRACUSA (23 m s.l.m.) Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 14,815,317,119,723,728,231,331,228,124,019,616,315,520,230,223,922,4
T. min. media (°C) 7,37,58,710,713,917,820,721,219,216,012,19,07,911,119,915,813,7
Precipitazioni (mm) 7552443016537447894782059015216526

Sismicità


Il territorio comunale è considerato una zona a sismicità alta (zona 1) ai sensi dell'Ordinanza del PCM n. 3519/2006 che ha istituito la Classificazione sismica dei Comuni italiani, facendo parte dei distretti sismici "Golfo di Noto - Capo Passero" e "Monti Iblei".
Il territorio è stato da sempre interessato da forti eventi sismici, come quello disastroso del 1693 e altri rilevanti, quali quello del 1169 (6,6 gradi Richter), quello del 1848 (che fece crollare la cupola della Cattedrale e altri edifici) e, più recentemente, quello di Santa Lucia, nel dicembre 1990.
Il disastroso terremoto del 1908 fu avvertito distintamente anche nella città barocca, dove procurò il crollo di alcuni cornicioni.


Origini del nome


Il significato della parola Noto non è certo. Al fine di comprenderne meglio l'origine può essere utile ricordare che il sito di Noto antica risale all'età del bronzo antico (III millennio a.C.) ed è quindi legato alla civiltà castellucciana.

Secondo alcuni, il nome preellenico sarebbe stato Neas[4][5]. Quello che è certo è che il suo nome in greco antico fosse Νέητον (Néēton), divenuto poi in latino Nētum.

Nel periodo musulmano era nota come Nūṭus o, più probabilmente, Nōṭus, partendo dal già citato greco antico, attraverso il greco bizantino Νέτος[6].

Nel periodo normanno (XII secolo), il geografo hammudita Muhammad al-Idrisi riportava infatti testualmente[7]:

«Ad una giornata da Siracusa è Nûṭus, rocca delle più forti ed elevate, e città delle più belle; vasta d’area, ricca d’entrate, e molto importante, co’ suoi mercati disposti in bell’ordine e coi suoi palazzi torreggianti. Portan acque copiose i fiumi del suo territorio e muovon di molti molini; la sua giurisdizione abbraccia vasto perimetro; nobile è la sua provincia; i suoi campi da seminare sono ubertosi sopra ogni altro, e produttive sopra ogni altra le sue terre. Come quella che fu abitata fin dai tempi primitivi, Noto possiede avanzi d’antichità. Giace ad otto miglia dal mare.[8]»

Tra le altre fonti arabe sono attestate anche le forme Nūṭuš e Nāṭus. Esistono altresì variegate forme romanze registrate nelle diverse fonti notarili e archivistiche come le medievali Noteo, Nothi, Notha, fino ad arrivare alle forme italiana Noto, siciliana Notu (con la sua variante dittongata Nuotu)[9].

Per questi motivi i suoi abitanti sono correntemente chiamati netini, mentre in siciliano sono detti nuticiani (che sarebbe equivalente all'italiano notigiani). [10].


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Noto Antica § Storia.

Periodo antico


L'acquedotto di epoca greca
L'acquedotto di epoca greca

Il sito originario della città, Noto antica, si trova 8 km più a nord, sul monte Alveria. Qui si ritrovano i primi insediamenti umani, che risalgono all'età del Bronzo Antico o Castellucciana (2200-1450 a.C.), come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti. Secondo un'antica leggenda, Neas, che sarebbe stato il nome della Noto più antica, avrebbe dato i natali al condottiero siculo Ducezio, che nel V secolo a.C. avrebbe difeso la città dalle incursioni greche. Questi la trasferì dall'altura della Mendola al vicino monte Alveria, circondato da profonde valli, in una delle quali scorre la fiumara di Noto. Ben presto Neas o Neaton, ormai ellenizzata nei costumi, entrò a far parte della sfera d'influenza siracusana.

Secondo Polibio e Tito Livio, Neaton fu una colonia siracusana durante il regno di Gerone II, riconosciuta nel 263 a.C. dai Romani con un trattato di pace. Il Ginnasio, le mura megalitiche e gli Heroa ellenistici convalidano le ipotesi degli storici.

Nel 214 a.C. circa, Neaton aprì le sue porte all'esercito del console romano Marco Claudio Marcello, e venne così riconosciuta come città alleata dai Romani (che la chiamavano Netum) come Taormina e Messina. In quanto tale i Romani concessero ai netini un proprio senato, tanto che ancora oggi, nei palazzi e nei portali risulta presenta la scritta SPQN (Senatus PopulusQue Netinus). Subì, come le altre città isolane, le vessazioni di Verre, descritte da Marco Tullio Cicerone.


Periodo tardoantico e arabo


Durante il periodo tardo-romano nella sua zona fu costruita la Villa Romana del Tellaro (IV secolo). Dopo l'occupazione della Sicilia (535-555 circa) da parte delle legioni bizantine dell'Imperatore Giustiniano, il territorio di Noto fu arricchito di monumenti, come la basilica di Eloro e la Trigona di Cittadella dei Maccari, l'Oratorio della Falconara e la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio di S. Marco, il Villaggio di contrada Arco. Nell'864 Noto fu occupata dagli Arabi del ras Khafaja ben Sufyan. Data l'importanza attribuita alla città dagli Arabi, Noto divenne, nel 903, capovalle e il suo territorio registrò la razionalizzazione dell'agricoltura e la promozione dei commerci. Fu insediata anche l'industria della seta, sfruttando la presenza di gelsi nel territorio.

Si registra a Noto, come in molte altre città siciliane dello stesso periodo, la presenza di una notevole comunità ebraica, attestata anche da alcune grotte quali, a Noto Antica, la Grotta del Carciofo.[11][12]


Dai Normanni agli Aragonesi


Il castello reale di Noto Antica
Il castello reale di Noto Antica

Nel 1091 Noto fu conquistata dal Gran Conte Ruggero d'Altavilla, e venne infeudata al figlio Giordano, che iniziò la costruzione del castello e delle chiese cristiane. Durante il regno dell'imperatore Federico II di Svevia, a Noto, governata dal conte Isinbardo Morengia, fu eretto il monastero cistercense di Santa Maria dell'Arco.

Durante il periodo angioino, il 2 aprile 1282, Noto partecipò all'insurrezione dei Vespri Siciliani. Nel 1299, durante la guerra per il possesso della Sicilia tra Federico III d'Aragona e Carlo II d'Angiò, il castellano di Noto Ugolino Callari (o di Callaro) si ribellò al primo passando dalla parte di quest'ultimo, e consegnò la città all'esercito di Roberto d'Angiò, figlio di Carlo II.

Tornata sotto il dominio aragonese, Noto fu poi governata da Guglielmo Calcerando. Sotto il regno di Alfonso V d'Aragona fu Viceré di Sicilia Niccolò Speciale, netino, che diede un importante contributo allo sviluppo della città, governata al tempo dal duca Pietro d'Aragona, fratello del re. Il duca fece edificare nel 1431 la Torre Maestra del Castello di Noto Antica. Nel 1503, per intervento del vescovo Rinaldo Montuoro Landolina, il re Ferdinando II d'Aragona conferì a Noto il titolo di "Città ingegnosa" per i tanti personaggi che nel Quattrocento si distinsero nel campo dell'arte, delle lettere e della scienza, come Giovanni Aurispa, Antonio Cassarino, Antonio Corsetto, Andrea Barbazio e Matteo Carnalivari.

Nel 1542 il Viceré Ferrante Gonzaga fortificò le mura della città.


Il terremoto del 1693 e la ricostruzione


L'11 gennaio del 1693 la città, allora nel suo pieno splendore, fu distrutta dal terremoto del Val di Noto, in cui morirono circa 1.000 persone. Subito dopo il terribile evento Giuseppe Lanza, duca di Camastra, nominato vicario generale per la ricostruzione del Val di Noto, stabilì di ricostruire la città in altro sito 8 km più a valle, sul declivio del monte Meti. Nel piano di costruzione della città intervennero diverse personalità, indicate dai documenti e dalla tradizione: dall'ingegnere militare olandese Carlos de Grunenbergh, al matematico netino Giovanni Battista Landolina, al gesuita fra Angelo Italia, all'architetto militare Giuseppe Formenti; ma, al di là del piano urbanistico, è da tenere presente che la città attuale è il risultato dell'opera di numerosi architetti (Rosario Gagliardi, Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra, Antonio Mazza), capimastri e scalpellini, che, durante tutto il XVIII secolo, realizzano questo eccezionale ambiente urbanistico.


L'Ottocento e l'Unità d'Italia


Nell'Ottocento, con la nuova riforma amministrativa, Noto perse il ruolo di capovalle, che passò a Siracusa. Tuttavia nel 1837, a causa del moto carbonaro di Siracusa, Noto divenne capoluogo di provincia, e nel 1844 anche centro di una diocesi. Nel 1848 scoppiò la Rivoluzione siciliana indipendentista e Noto vi partecipò, la rivolta venne repressa l'anno successivo e il netino Matteo Raeli, ministro del governo rivoluzionario, andò in esilio a Malta.

Nel 1861 Noto, dopo la Spedizione dei Mille, entrò a far parte del Regno d'Italia, conservando inizialmente il titolo di capoluogo di provincia, poi trasferito a Siracusa nel 1865[13]. Nel 1870 fu inaugurato il Teatro comunale Tina Di Lorenzo; l'esiliato Matteo Raeli fu nominato ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti della nuova nazione. Intorno al 1880 a Noto fu edificata la stazione ferroviaria.


Noto nella seconda guerra mondiale


A Noto, grosso centro urbano del siracusano (nel 1940 contava oltre 25.000 abitanti), la situazione era critica: mentre Avola cadeva, la ex capitale borbonica dell'omonimo vallo e dell'antica provincia ospitava al suo interno un gran numero di sfollati palazzolesi; oltre 400 erano ricoverati presso l'ospedale netino, impegnando tutti gli ufficiali medici. I civili si erano rifugiati a Noto perché Palazzolo Acreide aveva subito due terribili bombardamenti la notte appena trascorsa.[14] Essendo inoltre il quartiere generale del 146º Fanteria costiero del colonnello Felice Bartimmo Cancellara, vedeva giungere anche i numerosi feirti militari che portavano le notizie della presa di Avola, ai quali si aggiungevano, sul primo pomeriggio intorno alle 15:00, avieri, marinai e fanti provenienti da Siracusa, recando a Noto la notizia che maggiormente impressionò: la città aretusea era data già per occupata[14] (in realtà i primi fanti britannici entreranno a Siracusa solo a tarda sera).

Soldati italiani catturati dagli inglesi (uno di loro sta medicando un compagno) in attesa di essere imbarcati per i campi di prigionia: probabile spiaggia dunosa del netino (Vendicari), 10 luglio 1943
Soldati italiani catturati dagli inglesi (uno di loro sta medicando un compagno) in attesa di essere imbarcati per i campi di prigionia: probabile spiaggia dunosa del netino (Vendicari), 10 luglio 1943

Non si poteva sperare su alcun rinforzo (i tedeschi erano lontani e i fanti della "Napoli" si erano concentrati su Floridia[14]). Le difese costiere cadevano una dopo l'altra e tra i netini si era già diffusa la voce sull'efficienza del nemico e sui suoi imponenti numeri di uomini e mezzi.

Noto era difesa da un gruppo di semoventi L40, del 233º battaglione del tenente modanese Mario Pittigliani, che quella mattina avevano avuto uno scontro impari con gli Sherman della 23ª brigata corazzata sbarcati a Marzamemi e giunti da Avola: in tale occasione caddero circa 20 carristi italiani (tra questi Giovanni Grecchi, medaglia d'argento al valore militare). Improvvisando sbarramenti anticarro, i carristi rallentarono il nemico, ma non potevano bloccarlo: su Noto stavano marciando, tra gli altri battaglioni nemici, anche la 69th Infantry Brigade e la 231ª brigata "Malta". Cancellara, appurato che nemmeno D'Havet avrebbe potuto sostenerlo, mentre il nemico penetrava all'interno dell'abitato netino, verso le 18:30, per non far distruggere la città o farle patire le conseguenze di una conquista militare, come le patì Avola, ritenne più saggio fare arretrare il suo presidio all'infuori del perimetro urbano. Verso la mezzanotte si incamminò per Palazzolo Acreide, con l'intenzione di unirsi ai fanti della "Napoli".[15] Noto, quindi, cadde in mano dei britannici la sera del 10 luglio 1943.


Dal secondo dopoguerra alla riapertura della Cattedrale


La Cattedrale ricostruita
La Cattedrale ricostruita
Vista laterale del palazzo Ducezio
Vista laterale del palazzo Ducezio

Dopo la seconda guerra mondiale iniziò il processo migratorio verso le regioni settentrionali d'Italia, la Germania, la Francia, il Belgio, l'Argentina, gli USA e il Canada e la città di Noto conosce qualche decennio di decadenza. Nel 1977 si tenne a Noto un convegno “Simposio sull'architettura di Noto”, organizzato dal regista Corrado Sofia[16] e dall'allora sindaco Alberto Frasca (PCI), tale simposio portò all'attenzione di vari studiosi, tra i quali André Chastel e Cesare Brandi, il problema del barocco netino, determinando un rinnovato interesse per la città e la sua storia millenaria[17].

Negli ultimi anni si è registrata una ripresa economica, dovuta alla sviluppo del turismo, che rappresenta la principale risorsa della città barocca. Il 13 marzo del 1996 la cupola della Cattedrale crolla a causa di un difetto di costruzione e del sovraccarico strutturale determinato dalla costruzione di un solaio in cemento sopra la navata centrale. La città è stata inserita nella lista dei siti patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2002. A conclusione di un lungo e complesso restauro, la chiesa è stata riaperta dopo undici anni di lavori il 18 giugno 2007.


Simboli


Antico simbolo della città era probabilmente il toro: ad avvalorare questa tesi, peraltro sostenuta da diversi studiosi siciliani, sarebbe un'antica medaglia raffigurante un toro ritto su due zampe con l'incisione S.P.Q.N., di cui si sono perse le tracce. Durante il regno di Ferdinando il Cattolico, insignita del titolo di urbs ingegnosa, la città ebbe il proprio stemma ufficiale, che consisteva in uno scudo crociato bianco e rosso/amaranto, nei cui lati si trovava (su sfondo bianco) a volte l'incisione Netum · urbs · ingegnosa · et · vallis · caput, altre volte semplicemente S.P.Q.N. Il suddetto stemma rimase in vigore fino a pochi anni dopo l'unità d'Italia (tant'è che tutt'oggi possibile vederlo sui prospetti di diversi monumenti cittadini, come il municipio e la Cattedrale), quando, sulla scia di altri comuni siciliani e, in particolare, siracusani, fu adottato lo scudo sabaudo con l'aquila coronata, con l'antico scudo crociato (seppur modificato) posto sull'addome del rapace. Solo alla fine dell'XIX secolo, per volere del marchese del Castelluccio, fu aggiunta la dicitura S.P.Q.N. in ricordo degli antichi fasti.[18]


Monumenti e luoghi d'interesse



Centro storico


«Noto è una delle città d'Europa più splendidamente costruite: questa piccola remota località emerge nella memoria al pari di Würzburg o Nymphenburg, come uno dei risultati più raffinati dell'età che produsse Mozart e Tiepolo»

(Douglas Sladen[19])

Le vie della città sono intervallate da scenografiche piazze e imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. L'unitaria ricostruzione produsse un tessuto urbano coerente e ricco di episodi architettonici.
Venne utilizzata la tenera pietra locale, di colore tra il dorato e il rosato, riccamente intagliata. La ricostruzione avvenne unitariamente sotto la guida del Duca di Camastra, che rappresentava a Noto il Viceré spagnolo.

A differenza di quanto accadde di solito nelle costruzioni barocche delle province del Sud Italia, come soprattutto a Lecce e, in Sicilia, a Catania, gli architetti che lavorarono a Noto non puntarono tutto sui motivi ornamentali, i quali restano sempre ben controllati, senza squilibri rispetto alle architetture nelle quali sono inseriti[20]. Inoltre, gli architetti attivi a Noto, Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra e Paolo Labisi, si impegnarono anche nella realizzazione di architetture elaborate, con l'impiego di facciate concave (come nella chiesa del Carmine o in quella di San Carlo Borromeo al Corso), convesse (come la chiesa di San Domenico) o addirittura curvilinee, come nella torre campanaria del seminario.

Il barocco di Noto pervade l'intera città: gli elementi barocchi non sono isolati all'interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la "perfetta città barocca"[21]. A tal proposito Ugo Ojetti sostenne: «Noto ai primi del Settecento è una delle nostre città sorte d'un colpo, pel fatto sembra d'una volontà sola, immagine precisa del gusto d'un'epoca. A visitarla, palazzi, chiese, conventi, teatro pare un monumento unico, tutto costruito nello stesso tufo giallo, nello stesso barocco, come dice bene il Fichera, fiammeggiante, con una grandiosità senza pause e una regalità senza avarizia»[22].

Dell'impegno degli architetti netini per la creazione di grandi scenografie, in un'ottica barocca pienamente consapevole e non provinciale, si accorse pure un maestro dell'immagine come Michelangelo Antonioni, il quale in una scena de L'Avventura, girata a Noto, fa dire al protagonista, interpretato da Gabriele Ferzetti, intento ad ammirare la città dalla terrazza del campanile della chiesa di San Carlo al Corso: «Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effetti scenografici. Che libertà straordinaria!»


Architetture religiose



Altre


Architetture civili



Ponti


Palazzi nobiliari


Balcone di Palazzo Nicolaci di Villadorata
Balcone di Palazzo Nicolaci di Villadorata
Villa del Tellaro, dettaglio
Villa del Tellaro, dettaglio

Altri

Adibiti ad abitazioni private, i palazzi delle famiglie Battaglia e Velona conservano poco del loro originale aspetto. Il primo, sito in via Rocco Pirri, presenta ancora la facciata barocca, mentre gli interni sono adibiti a ristorante e ad appartamenti privati. Il secondo, ubicato in via Ducezio, conserva al suo interno stucchi ottocenteschi.


Architetture militari



Altro

Il territorio è disseminato di bunker risalenti al periodo fascista, nonché di grandi rifugi antiaerei (il più grande è situato in pieno centro storico, attualmente non agibile). Grande rilevanza ebbero, prima del terremoto del 1693, i bastioni di Noto Antica e diverse torri di avvistamento nei pressi di Castelluccio o nella costa, di cui oggi si possono ammirare solo le rovine.


Siti archeologici


Mappa di Noto Antica e dei palazzi poco prima del sisma del 1693
Mappa di Noto Antica e dei palazzi poco prima del sisma del 1693
La Colonna Pizzuta, monumento di epoca greca del III secolo a.C.
La Colonna Pizzuta, monumento di epoca greca del III secolo a.C.

Il territorio è disseminato di aree d'interesse archeologico, benché molte non siano valorizzate né riconosciute come tali. In questa pagina, riporteremo solo quelle più note, attrezzate e facilmente raggiungibili.


Riserve naturali


La Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari situata fra Noto e Pachino
La Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari situata fra Noto e Pachino

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[37]

La popolazione, dopo il drastico calo registrato fra la fine degli anni '60 e i primi anni '90 del secolo scorso, sta registrando una graduale ma costante risalita, che ha portato, nel 2010, a un picco di 24.000 abitanti. Secondo i rilevamenti ISTAT, nel 2013 la popolazione è all'incirca di 23.700 unità.


Etnie e minoranze straniere


Fotogramma tratto da un'intervista a un gruppo di camminanti di Noto, 1989
Fotogramma tratto da un'intervista a un gruppo di camminanti di Noto, 1989
Lo stesso argomento in dettaglio: Camminanti.

Noto ospita la comunità più numerosa di camminanti, gruppo etnico nomade diffuso in Sicilia.[38] Se ne contano tra i 2 000[39] e i 2 500[40] — circa il 10% dell'intera popolazione — e sono a tutti gli effetti residenti dagli anni 1950.[39][40]

Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2019 a Noto risultano residenti 839 cittadini stranieri,[41] che rappresentano il 3,5% della popolazione residente totale. Le nazionalità principali in base alla popolazione:

Noto è uno dei pochi casi in Sicilia[senza fonte] in cui vi è una consistente presenza di immigrati inglesi, francesi, spagnoli e tedeschi, anche se prevalentemente pensionati.[senza fonte]


Lingue e dialetti


Distribuzione del gruppo siciliano
Distribuzione del gruppo siciliano
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua siciliana.

Oltre alla lingua ufficiale italiana, a Noto si parla la lingua siciliana nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea.

Il dialetto netino e di alcuni comuni limitrofi a Noto presenta delle peculiarità proprie. È differente dal siracusano e dal catanese, essendo più simile alla parlata "iblea", ma presenta differenze anche con quest'ultima, non presentando, ad esempio, la c dura davanti alle vocali.


Istituzioni, enti e associazioni



Istituzioni, enti e associazioni


Cultura


Palazzo Nicolaci di Villadorata. Al pianterreno ha sede la Biblioteca Comunale Principe di Villadorata
Palazzo Nicolaci di Villadorata. Al pianterreno ha sede la Biblioteca Comunale "Principe di Villadorata"

Biblioteche



Istituzioni scientifiche


Presso Noto, in località Monte Renna si trova un radiotelescopio, composto da un'antenna di 32 metri. La struttura è gestita dall'Istituto di Radioastronomia di Bologna, parte dell'INAF, e ha un gemello posto a Medicina, vicino a Bologna.


Scuole


La città dispone di tre istituti comprensivi per quanto riguarda l'istruzione primaria e secondaria di primo grado. Per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado, Noto è punto di riferimento per l'intero comprensorio, con un'offerta formativa che presenta vari indirizzi: lo storico Liceo Classico, fondato nell'Ottocento, lo Scientifico, le due opzioni del Liceo delle Scienze Umane (anch'esso di antica fondazione), l'Artistico (in due articolazioni), e i tecnici a indirizzo Turistico, della Moda (ex ITAS), Geometri e IPSIA.


Università


Ha sede a Noto, presso i locali dell'ex Istituto "Giavanti", il Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale (CUMO), istituito nel 2001 in convenzione con l'Università di Messina. L'offerta formativa prevede due corsi di Laurea triennale: Scienze dell'Educazione e della Formazione e Scienze della Comunicazione. Negli ultimi anni è stato inoltre attivato, sempre in convenzione con l'Università di Messina, un master di primo livello a indirizzi plurimi "Tecnologie Avanzate di Formazione e Comunicazione per le Scienze Cognitive e Pedagogiche". L'università ha un ampio bacino d'utenza, comprendente soprattutto le province di Ragusa e Siracusa.


Cinema


Noto è stata il set di diversi film, alcuni realizzati dai più grandi maestri del cinema mondiale: Roberto Rossellini, che vi ha girato alcune parti di Viva l'Italia; Vittorio De Sica, che ha girato a Noto il suo ultimo film Il viaggio, con Richard Burton e Sophia Loren; Michelangelo Antonioni, che oltre ad avervi ambientato parte de L'avventura, ha dedicato a Noto le prime due parti del documentario "Noto, Mandorli, Vulcano, Stromboli, Carnevale", realizzato per il padiglione italiano dell'Expò di Siviglia svoltosi nel 1992. Oltre a questi maestri hanno lavorato a Noto altri grandi registi come Luigi Zampa, Luigi Comencini, Franco Zeffirelli, Lina Wertmüller e Giuseppe Tornatore. Di seguito è riportato un elenco di film girati a Noto:

La particolare propensione di Noto a costituire la scenografia di rappresentazioni artistiche come i film ma non solo, è stata rilevata anche da Leonardo Sciascia, il quale riteneva che Noto fosse «lo scenario ideale alla commedia». Sosteneva infatti Sciascia:

«La barocca Noto risorta dalle rovine è scenario ideale alla commedia. E in questa suggestione, vagando per le strade di Noto nel mattino che dilaga d'araldico azzurro e d'oro, pensiamo sia stata proprio una grande occasione mancata che una città come questa, e nel Settecento, non abbia avuto il suo Goldoni magari più corposo e sanguigno, più traboccante di comicità e di erotismo; e con grevi rovesci di malinconia. Goldoni non poteva nascere che a Venezia... Ma Brancati è nato a pochi chilometri da Noto, aveva nel sangue la commedia di cui la nostra fantasia si accende camminando per queste strade; la sua commedia, il suo Settecento. Dalle rovine del terremoto è sorta questa bellissima città da commedia. Sarà nostro difetto o stortura: ma di una città, al primo incontro, l'essenza ci si configura sotto la specie del genere letterario. Le città che fanno romanzo. le città che assumono tragedia. Le città da commedia - come Noto. E questa città da commedia, così splendida e musicale, la dobbiamo a un terremoto[45]


Eventi


Settimana Santa: tipica e sentita festività in tutta la Sicilia, la Settimana Santa di Noto si apre con la visita ai Santi Sepolcri, nel giovedì santo. Particolarmente suggestiva è la processione della "Santa Spina"[senza fonte], nella serata del venerdì santo, durante la quale la reliquia proveniente dall'antica città e custodita in un'artistica teca d'oro, è portata in processione per le vie del Centro Storico insieme ai simulacri del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, con le confraternite, la banda musicale e i fedeli al seguito. Particolarmente sentita è la "Pace", che si svolge nella domenica di Pasqua, durante la quale vi è l'incontro in piazza Municipio tra i simulacri della Vergine e del Cristo risorto, che successivamente impartiscono la loro benedizione muovendo, per mezzo di un particolare meccanismo interno ai fercoli, le braccia.


Altre festività e manifestazioni


Nelle principali frazioni di Noto si svolgono annualmente alcune manifestazioni, prevalentemente a carattere religioso. Il primo maggio, nelle contrade è possibile partecipare al tradizionale "Convito", un'asta di prodotti gastronomici o di uso comune.

Il primo maggio, specie nelle frazioni montane, è possibile imbattersi nel tradizionale "Convito", un'asta di prodotti gastronomici locali o di uso comune. Alcune feste, come quella di San Paolo, svoltasi fino alla prima metà del secolo scorso, sono ormai solamente un ricordo delle persone più anziane.


Geografia antropica



Urbanistica


Uno dei motivi più rilevanti per il quale la città fu ricostruita in un nuovo sito fu l'impossibilità di ricostruire, sull'Alveria, la città seguendo i canoni dell'epoca, a causa della morfologia del territorio. I documenti e la tradizione indicano l'intervento di diverse personalità sulla progettazione del nuovo impianto urbano: dall'ingegnere militare olandese Carlos de Grunenbergh, al matematico netino Giovanni Battista Landolina, al gesuita fra Angelo Italia, all'architetto militare Giuseppe Formenti. L'impianto urbano fu concepito a scacchiera, ma a differenza della vicina Avola, il perimetro di ogni quartiere è molto più ampio, causando un fenomeno particolare e, forse, unico nel suo genere: mentre nella parte più esterna del perimetro venivano costruiti i palazzi dei ceti più facoltosi, al suo interno venivano costruite le abitazioni dei ceti meno abbienti, generalmente piccole e a un solo piano, divise fra loro da stradine strette e tortuose, tipiche della medievaleggiante città antica e nascoste, seppur macroscopicamente, dal moderno impianto a scacchiera.[47]

Secondo il progetto del Duca di Camastra, il nucleo urbano si sarebbe dovuto sviluppare esclusivamente sul piano alto del colle, anticamente chiamato Pianazzo, circondato da ripidi pendii eccetto una piccola lingua di terra e con un'ottima vista sul mare proprio come Noto Antica, ma era palesemente troppo piccolo per ospitare una popolazione che, al tempo, ammontava a circa 10.000 anime. Su iniziativa dei locali fu quindi stabilito di costruire anche nel sottostante pendio, che diventò subito il vero centro cittadino a sfavore della parte alta.

In una veduta disegnata da Paolo Labisi nei primi anni del XVIII secolo, Noto è rappresentata come una cittadina di modeste dimensioni, e delimitata a nord dall'attuale via Rosolino Pilo e a sud dall'attuale via Roma. Simili al disegno settecentesco sono le prime fotografie in bianco e nero, sebbene all'interno della città siano avvenuti piccoli cambiamenti: le dimensioni delle piazze del Santissimo Crocifisso e dell'Immacolata sono, nell'Ottocento, drasticamente ridotte in dimensioni, causa la costruzione di nuovi palazzi; l'area designata come quinta piazza cittadina, al termine di via viceré Speciale non è stata mai realizzata e la chiesa di San Camillo, in via Rocco Pirri (di fronte alla loggia del mercato), è stata abbattuta per far spazio al mercato cittadino. Il vallone melmoso che separava l'abitato dal convento dei cappuccini è stato infine riempito con i materiali di scarto dovuti all'abbassamento delle sedi stradali, ed è diventato il nuovo ingresso della città, nonché giardino pubblico.[48]

Solo nella seconda metà del secolo scorso prese il via una disordinata espansione (che su scala nazionale prende il nome di effetto sprawl) verso ovest e sud, inglobando quasi del tutto le contrada di San Giovanni Lardia a nord-ovest e Santa Croce a sud-est.


Frazioni


Spiaggia nella frazione di Calabernardo
Spiaggia nella frazione di Calabernardo

Altre frazioni, come San Paolo e Villa Vela, un tempo molto popolate, sono oggi in gran parte disabitate e in stato d'abbandono. Nei pressi di San Paolo, è ubicata una grossa azienda produttrice di cioccolato. Facevano parte del territorio di Noto anche Frigintini, Gianforma, San Vito e San Giacomo (San Jàbbicu), per una porzione di territorio che andava da Castelluccio verso nord-ovest, fino alle porte di Giarratana. Nel 1950, in seguito a un referendum, i territori alla destra del fiume Tellaro furono ceduti a Modica, eccetto per la contrada San Giacomo, che fu ceduta a Ragusa.[49]


Contrade



Economia


Il settore turistico si è recentemente sviluppato: in seguito alla qualifica di Patrimonio mondiale dell'Umanità da parte dell'UNESCO, si sono aperte strutture ricettive e si sono avviati lavori di riqualificazione della città. Il turismo può contare anche sulla vicinanza al mare, sui prodotti tipici, sulla grande tradizione gastronomica.

Il più importante fra i prodotti tipici è senza dubbio il vino. Tracce di viticoltura risalgono al neolitico (circa XV-XIII secolo a.C.)[senza fonte] ,ma ben più recentemente Noto era nel XIX secolo la principale zona di produzione di tutta la Sicilia e nel suo territorio fu istituita la Regia Cantina sperimentale. Dopo un periodo di crisi, negli ultimi anni diverse imprese, anche non siciliane, hanno cominciato a investire, a piantare nuovi vigneti e a vinificare in loco. L'uva di maggiore importanza è senza dubbio il Nero d'Avola, diffuso in tutta la Sicilia e che nel territorio di Noto ha una delle aree di eccellenza, tra le contrade di Buonivini, Bufalefi, Maccari e Zisola.

Sull'agro di Noto insistono tre DOC per il vino (Eloro, Noto e Moscato di Noto) e una DOP per l'olio (Monte Iblei, zona Valtellaro).

Altro prodotto di grande qualità è la mandorla, detta "Pizzuta d'Avola" poi seguono le varietà Romana e Fascionello che si coltivano in tutto il territorio. Il periodo di raccolta delle mandorle è da luglio ad agosto. Dal 2012 la Mandorla di Noto è presidio Slow Food.


Infrastrutture e trasporti



Strade


Il territorio cittadino è servito da tre strade statali e un'autostrada.

L'autostrada A18 Siracusa-Gela, in esercizio fino alla vicina Rosolini, si estende per 40 chilometri e collega la città al capoluogo di provincia, e alle altre città della provincia di Siracusa, nonché, attraverso l'autostrada Catania-Siracusa, al capoluogo etneo.

La strada statale 115 Sud Occidentale Sicula, che si estende per 383 km da Trapani a Siracusa attraversando le cinque province della costa mediterranea della Sicilia, collega Noto con i comuni limitrofi di Avola, Rosolini, Modica e Ragusa. La strada statale 287 collega Noto al bivio con la Strada statale 124 Siracusana, in contrada Pianette. La strada statale 124 Siracusana collega i comuni di Siracusa, Floridia, Solarino, Palazzolo Acreide, Buscemi e Buccheri e giunge a San Michele di Ganzaria (Catania). Attraversa quindi in direzione ovest-est la porzione sud-orientale della Sicilia.

Inoltre, il territorio di Noto è attraversato da alcune strade provinciali:


Ferrovie


La stazione di Noto
La stazione di Noto
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Noto.

La Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì attraversa l'intero territorio di Noto, la cui stazione è situata al km 344,418, nella parte bassa della città. L'offerta di treni viaggiatori prevede sette coppie treni da, e per Siracusa. Un tempo erano inoltre attive le tratte ferroviarie Noto-Pachino, e Noto-Marina di Noto.


Autolinee


Azienda siciliana trasporti gestisce l'autolinea Catania - Noto, con transito dall'aeroporto di Catania e da Avola. Il percorso dura un'ora e quaranta minuti e sono previste cinque coppie di corse al giorno.

Autoservizi Salemi in collaborazione con SAIS Autolinee offre il collegamento con Catania, Messina, Cosenza, Napoli e Roma (due coppie di corse al giorno).


Amministrazione


Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
17 luglio 1989 11 ottobre 1990 Giovanni Falconeri Democrazia Cristiana Sindaco [50]
1º novembre 1990 22 febbraio 1992 Benedetto Figura Democrazia Cristiana Sindaco [50]
21 novembre 1992 21 giugno 1993 Antonio Pennisi Comm. straordinario [50]
13 giugno 1994 1º dicembre 1997 Raffaele Leone centro-destra Sindaco [50]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Raffaele Leone centro-sinistra Sindaco [50]
28 maggio 2002 10 marzo 2006 Michele Accardo centro-destra Sindaco [50]
27 giugno 2006 13 giugno 2011 Corrado Valvo centro-destra Sindaco [50]
13 giugno 2011 6 giugno 2016 Corrado Bonfanti lista civica Sindaco [50]
6 giugno 2016 11 ottobre 2021 Corrado Bonfanti lista civica Sindaco [50]
11 ottobre 2021 in carica Corrado Figura lista civica Sindaco [50]

Ulteriori informazioni amministrative



Gemellaggi


«In considerazione della posizione egualmente importante ricoperta per la storia della Civiltà mediterranea dalle due Città, del fatto che entrambe sono Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, della constatazione che entrambe sono state ferite da due diversi eventi naturali che ne sconvolsero la loro storia ma che, nel contempo, le hanno rese uniche nel panorama mondiale: Pompei distrutta dalla furia del Vesuvio e Noto Antica (la Pompei medioevale) distrutta da un devastante terremoto; sicuri che le due Città sono accomunate da un grande passato, con un grande presente ed un ambizioso futuro si firma il gemellaggio tra le città.»

(Motivazione del gemellaggio, 8 ottobre 2011[51])

Sport


Ha sede nel comune la società di calcio U.S.D. Noto Calcio, fondata nel 1963 raggiunse il suo culmine con il campionato nazionale di serie D

La compagine di calcio Rinascita Netina 2008, ha disputato campionati dilettantistici regionali.

La società di calcio Unione Sportiva Notinese fondata nel 1946, non più attiva, ha disputato un campionato di Serie C nella stagione 1947-1948.


Impianti sportivi



Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2022.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. L’incantesimo del barocco tra colori e odori della Sicilia orientale, su paeseitaliapress.it. URL consultato il 22 novembre 2017 (archiviato il 1º dicembre 2017).
  4. Copia archiviata, su siracusaturismo.net. URL consultato il 2 dicembre 2018 (archiviato il 3 dicembre 2018).
  5. Copia archiviata, su italia.it. URL consultato il 2 dicembre 2018 (archiviato il 3 dicembre 2018).
  6. http://www.tria.unina.it/index.php/sefer/article/view/5554 Archiviato il 3 dicembre 2018 in Internet Archive. Dario Burgaretta, “Un’elegia in giudeo-arabo di Sicilia per il massacro di Noto e Modica del 1474 (Ms. Parm. 1741 della Biblioteca Palatina di Parma)”
  7. “La delizia di chi desidera attraversare la terra”, altrimenti noto come Tabula Rogeriana”.
  8. Amari 1880-1881, I: 73-74.
  9. Copia archiviata, su tria.unina.it. URL consultato il 2 dicembre 2018 (archiviato il 3 dicembre 2018).
  10. Copia archiviata, su comuni-italiani.it. URL consultato il 2 dicembre 2018 (archiviato il 3 dicembre 2018).
  11. Breve storia dell'antica Noto, su isvna.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  12. Noto, su Italia Judaica.
  13. Legge 20 marzo 1865, n. 2248, art. 4
  14. Domenico Anfora, 2016, p. 78.
  15. Domenico Anfroa, 2016, p. 79.
  16. È morto a Noto Corrado Sofia, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato l'8 agosto 2014).
  17. Filmato Istituto Luce dedicato al simposio, su archivioluce.com. URL consultato il 6 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2015).
  18. Il Popolo di Sicilia. Edizione di venerdì 23 aprile 1936, a cura di Domenico Russo
  19. in John J. Ide, Noto - the Perfect Baroque City (1958), p. 15; trad. italiana in S. Tobriner, La genesi di Noto (1989).
  20. Stephen Tobriner, La genesi di Noto (1989), p. 55 e ss.
  21. John J. Ide, Noto - the Perfect Baroque City (1958), p. 15.
  22. AA. VV., Noto (1992), p. 3.
  23. Fondazione Teatro Vittorio Emanuele di Noto - sito ufficiale, su fondazioneteatrodinoto.it. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato il 22 luglio 2011).
  24. www.palazzonicolaci.it, su palazzonicolaci.it. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato il 10 febbraio 2014).
  25. Gaetano Passarello, Personalita’ Netine di tutti i tempi, Edigraf, 1969, p. 175.
  26. Copia archiviata, su srlive.it. URL consultato il 4 ottobre 2019 (archiviato l'8 novembre 2017).
  27. Noto: All'ex Caserma Cassonello Si Inaugura La Mostra "Barocco Austero" Promossa Dalla Galleria Bellomo | Siracusa News Archiviato il 2 febbraio 2014 in Internet Archive.
  28. Burgaretta Sebastiano, Alessandro Serenelli. Dono di dio nella casa di reclusione di Noto
  29. Co. Oliva, su siciliafotografica.it. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).
  30. Torretta, su siciliafotografica.it. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).
  31. Villa Romana del tellaro Noto - Siracusa laboratori didattici visite guidate area attrezzata pic-nic escursioni a noto, su villaromanadeltellaro.com. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato il 1º febbraio 2014).
  32. Tino Franza. Paesaggi dell'Agro Netino, p. 105 e ss.
  33. Mt. Finocchito, su siciliafotografica.it. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).
  34. sito ufficiale della riserva: http://www.oasivendicari.net/ Archiviato il 1º febbraio 2014 in Internet Archive.
  35. siciliacreativa.it Archiviato il 1º febbraio 2014 in Internet Archive.
  36. sito ufficiale della riserva: http://www.cavagrandedelcassibile.it/home_page.asp Archiviato il 1º febbraio 2014 in Internet Archive.
  37. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  38. Francesco Luca Zagor Borghesi, Sangue Misto, Mnamon, 2005, p. 113, ISBN 8869490580. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  39. Studio sulle popolazioni Rom, Sinte e Camminanti presenti nelle Regioni Convergenza – Report finale (PDF), su retepariopportunita.it, Roma, Istituto di Ricerche Educative e Formative, maggio 2010, p. 150. URL consultato il 28 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2021).
  40. Gianpiero Chirico, I caminanti sono cittadini residenti. E i turisti dicono: “Situazione drammatica”, su eccellente.org, 5 gennaio 2018. URL consultato il 28 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2019).
  41. Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso e cittadinanza al 31 dicembre 2019 - Comune: Noto - Tutti i Paesi, su demo.istat.it. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  42. Biblioteca Comunale "Principe di Villadorata", su comune.noto.sr.it. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato il 22 luglio 2011).
  43. Pagina ufficiale sul sito della diocesi notese, su diocesinoto.it (archiviato il 22 luglio 2011).
  44. Copia archiviata, su cumo.it. URL consultato il 19 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2013).
  45. AA. VV., Noto (1992), p. 4.
  46. Agrifiera 2014 - Testa dell'Acqua | APCT Testa dell'Acqua Archiviato il 7 dicembre 2013 in Internet Archive.
  47. Stephen Torbiner. La Genesi di Noto Capitolo II
  48. sac. Corrado Puglisi. Cronica della Città di Noto. Volume Primo Edizioni Pro Noto
  49. L.Reg. n°77 del 24 ottobre 1950
  50. Copia archiviata, su amministratori.interno.it. URL consultato il 24 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  51. Sicily, Italy, Noto [collegamento interrotto], su siciliawonderland.blogspot.it. URL consultato il 24 agosto 2012.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 237289364 · SBN MUSL002481 · LCCN (EN) n81033314 · GND (DE) 4117928-6 · J9U (EN, HE) 987007554902205171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n81033314
Portale Due Sicilie
Portale Patrimoni dell'umanità
Portale Sicilia

На других языках


[de] Noto

Noto [.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}ˈnɔːto] ist eine Stadt im Freien Gemeindekonsortium Syrakus in der Region Sizilien in Italien mit 24.154 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019). Noto ist eine der spätbarocken Städte des Val di Noto, die von der UNESCO zum UNESCO-Welterbe erklärt worden sind.

[en] Noto

Noto (Sicilian: Notu; Latin: Netum) is a city and comune in the Province of Syracuse, Sicily, Italy. It is 32 kilometres (20 mi) southwest of the city of Syracuse at the foot of the Iblean Mountains. It lends its name to the surrounding area[3] Val di Noto. In 2002 Noto and its church were declared a UNESCO World Heritage Site.[4]

[es] Noto (Sicilia)

Noto es un municipio italiano de 23 766 habitantes ubicado en el sur de Sicilia. Perteneciente al libre consorcio municipal de Siracusa, sucesor de la extinta provincia homónima, la localidad da nombre al Val di Noto.[3]

[fr] Noto (Italie)

Noto (Nuotu en sicilien) est une commune italienne d'environ 24 000 habitants, située dans la province de Syracuse, au sud-est de la Sicile.
- [it] Noto (Italia)

[ru] Ното (Сицилия)

Ното (Сицилия) (итал. Noto) — коммуна в Италии, располагается в регионе Сицилия, подчиняется административному центру Сиракуза.



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии