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Scicli (Scìchili in siciliano) è un comune italiano di 26 808 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Ragusa in Sicilia.

Scicli
comune
Scicli – Veduta
Scicli – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Ragusa
Amministrazione
SindacoMario Marino (lista civica) dal 27-6-2022
Territorio
Coordinate36°47′28.96″N 14°42′08.95″E
Altitudine108 m s.l.m.
Superficie138,72 km²
Abitanti26 808[1] (31-8-2022)
Densità193,25 ab./km²
FrazioniArizza, Bruca, Cava d'Aliga, Donnalucata, Playa Grande, Sampieri, Spinasanta
Comuni confinantiModica, Ragusa
Altre informazioni
Cod. postale97018
Prefisso0932
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT088011
Cod. catastaleI535
TargaRG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantisciclitani
PatronoMadonna delle Milizie; beato Guglielmo Buccheri o Guglielmo da Noto
Giorno festivorispettivamente: ultimo sabato di maggio; secondo venerdì dopo la domenica di Pasqua
PIL procapite(nominale) € 17.500
Cartografia
Scicli
Scicli – Mappa
Scicli – Mappa
Posizione del comune di Scicli nel libero consorzio comunale di Ragusa
Sito istituzionale
 Bene protetto dall'UNESCO
Città di Scicli
 Patrimonio dell'umanità
TipoArchitettonico
PericoloNessuna indicazione
Riconosciuto dal2002

Monumentale città barocca, nel 2002 il suo centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, insieme con altri sette comuni nella lista delle Città tardo barocche del Val di Noto.


Geografia fisica



Territorio


Scrive così Elio Vittorini nel suo romanzo incompiuto Le città del mondo:

«La città di Scicli sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini...»

Scicli dista 24 chilometri da Ragusa. Il suo territorio comunale si estende dal mare alle propaggini meridionali del tavolato ibleo. I paesaggi sono molto vari: si passa dalla costa (alternando quella bassa e sabbiosa a modeste falesie calcaree) coperta dalla macchia mediterranea ai pendii dolci di origine alluvionale dell'entroterra con ulivi, mandorli e carrubi fino a giungere ai rilievi calcarei della parte settentrionale e interna in cui sorge il capoluogo.

Il territorio comunale è solcato da diversi corsi d'acqua i quali hanno tutti carattere torrentizio e pressoché stagionale fatta eccezione per l'Irminio; gli altri principali torrenti intercettano il centro di Scicli e sono il Mothucanus o torrente Modica-Scicli, il torrente di S. Maria La Nova e quello di S. Bartolomeo. Nei millenni ognuno di questi ha scavato nel tavolato profonde gole che oggi caratterizzano il paesaggio. La città moderna è adagiata nella conca in cui questi tre canyon confluiscono.


Origini del nome


Le origini della città di Scicli sono molto antiche e risalgono probabilmente al periodo siculo, quindi oltre 3000 anni fa. Il nome, secondo alcuni studiosi, deriva da Šiclis, uno degli appellativi utilizzati per indicare i Siculi, i famosi Popoli del Mare che gli egiziani chiamavano Shekelesh. È più probabile comunque una derivazione, sempre risalente a "Siculi" attraverso l'arabo Šiklah, riportato da Idrîsi nella Tabula Rogeriana, come scrivono Salvo Micciché e S. Fornaro.

Si è discusso anche se è possibile identificare Scicli con Casmene, seconda colonia siracusana fondata nel 645 a.C., 20 anni dopo Acre, l'odierna Palazzolo Acreide, ma questo dato era già stato smentito da Di Vita che aveva identificato il sito in Monte Casale.


Storia



Protostoria


La presenza umana nel territorio di Scicli risale addirittura al periodo Calcolitico, come dimostrano i ritrovamenti della Grotta Maggiore situata vicino all'Ospedale Busacca, datati fra l'età del rame e l'età del bronzo antico (III-II millennio a.C. – XVIII a.C.-XV secolo a.C.).


Epoca antica


Ritrovamenti archeologici, in particolare i resti di un abitato greco presso la foce dell'Irminio, testimoniano la presenza, o comunque dei contatti di primaria importanza con i greci.

Oltre ai resti greci sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dei cartaginesi, presenti nell'isola fino alla conquista romana avvenuta nel III secolo a.C. Sotto il dominio romano, Scicli divenne città "decumana", ovvero città sottoposta al tributo della "decima", consistente nel pagamento di un decimo del raccolto. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente Scicli passò ai bizantini e subì, come altre città dell'Isola, le incursioni dei Barbari.

La caratteristica conformazione del territorio con la presenza di cave e grotte carsiche, ha favorito la nascita di numerosi insediamenti rupestri.


Medioevo


Oltre a quello preistorico di Grotta Maggiore, ricordiamo anche l'insediamento tardo bizantino del VII secolo sito in località Castellaccio, e l'insediamento rupestre probabilmente bizantino (VIII secolo d.C.) e medievale (XII secolo d.C.) in località Chiafura, visibile sino ai nostri giorni. Con i Normanni, Scicli conobbe un periodo di notevole sviluppo agricolo e commerciale. Lo storico arabo Edrisi nella prima metà del XII secolo, esaltò la prosperità economica di Scicli con queste parole:

«rocca di Siklah, posta in alto sopra un monte, è delle più nobili, e la sua pianura delle più ubertose. Dista dal mare tre miglia circa. Il paese prospera moltissimo: popolato, industre, circondato da una campagna abitata, [provveduto] di mercati, a' quali vien roba da tutti i paesi. [Qui godesi] ogni ben di Dio ed ogni più felice condizione: i giardini producono tutta sorte di frutte; i legni arrivano di Calabria, d'Africa, di Malta e di tanti altri luoghi; i poderi e i seminati sono fertilissimi ed eccellenti sopra tutt'altri; la campagna vasta e ferace: ed ogni cosa va per lo meglio in questo paese. I fiumi [del territorio], abbondanti di acqua, muovono di molti molini.»

(Edrisi)

Si sa molto poco, comunque, della dominazione araba a Scicli e non si conoscono al momento iscrizioni[3] utili a tracciare una storia chiara dell'operato degli Arabi a Scicli. Si hanno forse alcune testimonianze di toponomastica araba in nomi di contrade e siti (come Donnalucata, Donna Fridda, Marsa Shiklah, nome arabo di Contrada Pisciotto, "il porto di Scicli" in arabo, e forse il sito di Chiafura)[4].

Si fa risalire all'anno 1091 il passaggio definitivo di Scicli al dominio normanno per opera di Ruggero d'Altavilla il cui esercito avrebbe combattuto una battaglia nei pressi di Scicli quando debellò gli Arabi dal territorio nella sua marcia verso Noto e Malta. A questa battaglia, avvenuta nella Piana dei Milici, è legata la leggenda della Madonna delle Milizie:[5] si narra che la battaglia finale contro i Saraceni di un non ben identificato Emiro Belcane stata vinta dai Cristiani per l'intercessione della Vergine Maria scesa su un bianco cavallo a difesa di Scicli «mea civitas dilecta»[6]. Della tradizione si tratta in una memoria dei cosiddetti Codici Sciclitani ma il documento è ritenuto dalla maggioranza degli studiosi un falso[7]. Nella località dell'avvenimento sarebbe stata costruita la chiesetta della Madonna dei Milici, che probabilmente è trecentesca. La battaglia viene comunque ricordata ogni anno con la Festa delle Milizie, una delle principali attrazioni folcloristiche di Scicli.

I Normanni (1090-1195) introdussero il sistema feudale già diffuso altrove, e Scicli ed altre città vicine furono considerate città demaniali. Nel 1093 Scicli viene ricordata come dipendente dalla diocesi di Siracusa.

Ai Normanni successero gli Hohenstaufen (Enrico VI di Svevia si impossessò del trono di Sicilia nel 1194). Nel 1255 durante la lotta dei Papi contro la casa Sveva, Papa Alessandro IV concesse alcuni territori tra cui Scicli, Modica e Palazzolo Acreide, a titolo di feudo a Ruggiero Fimetta, nobile di Lentini già esiliato da Federico II di Svevia,[3] che si era ribellato agli Svevi, ma Ruggiero non arrivò mai a prendere il possesso della città perché fu ucciso.

Anche sotto gli Hohenstaufen, Scicli conservó il privilegio di città demaniale. La sua storia segue quella della Sicilia, per cui con la caduta dei Hohenstaufen avvenuta nel 1266, passò sotto la dominazione Angioina, mal tollerata, a causa della politica di Carlo I d'Angiò che, diversamente dai suoi predecessori normanni e svevi, considerava il Regno di Sicilia territorio di conquista e di vantaggi economici e finanziari. La politica di Carlo D'Angiò fu causa di un'insurrezione in tutta la Sicilia, nota come i Vespri Siciliani, il 5 aprile 1282 Scicli, insieme a Modica e Ragusa insorge contro le guarnigioni francesi del luogo cacciandole e ponendosi sotto la protezione di Pietro III d'Aragona.

Fu sotto la dominazione aragonese che si formò la contea di Modica, e Scicli ne venne a far parte, seguendone le sorti sotto i Mosca (1283- 1296), i Chiaramonte (1296-1392), i Cabrera (1392-1480), gli Enriquez-Cabrera (1481-1742).


Età moderna


Dal 1535 al 1754 Scicli fu anche sede di una delle dieci Sergenzie (circoscrizioni militari), competente territorialmente per il territorio della contea.

Scicli, con un passaggio graduale dal colle al piano, assunse la sua forma topografica tra il XIV ed il XVI secolo. La popolazione era aumentata notevolmente ma la peste del 1626 la ridusse drasticamente di quasi due terzi, portandola da 11000 a 4000 abitanti circa. Dopo la peste, anche grazie ad agevolazioni economiche a favore di chi decideva di risiedere in città, si ebbe un nuovo sviluppo demografico, ma il tremendo terremoto del 1693 causò 3000 morti e la distruzione di gran parte della città. Da quelle macerie, Scicli rinacque in chiave barocca, e oggi è caratterizzata da numerosi edifici settecenteschi.

Dopo il Terremoto del 1693 vennero eretti all'inizio del XVIII secolo numerosi palazzi nobiliari, ovvero:

• Palazzo Spadaro, di stile tardo-Barocco; di proprietà della famosa famiglia di origine modicana trasferitasi a Scicli nel '600

• Palazzo Beneventano, di stile Barocco; sorto sulle macerie del terremoto

• Palazzo Fava

• Municipio

• Palazzo Veneziano-Sgarlata

• Palazzo Bonelli-Patanè

• Palazzo Conti

• Palazzo Papaleo

Nel 1720 tornò al potere il Regno di Sicilia, scacciando successivamente gli spagnoli, ma lasciandone le suddivisioni geografiche. La contea di Modica così passò sotto altre 3 famiglie: gli Alba (1742-1745), i de Silva (1755-1802) e gli Stuart (1802-1816).

Nel 1816 il Regno di Sicilia si fuse col Regno di Napoli formando il Regno delle due Sicilie.

Nel 1860 tramite un plebiscito fu firmata l'annessione al Regno d'Italia


Monumenti e luoghi d'interesse


 Bene protetto dall'UNESCO
Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale)
 Patrimonio dell'umanità
Tipoarchitettonico
CriterioC (i) (ii) (iv) (v)
Pericolono
Riconosciuto dal2002
Scheda UNESCO(EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
(FR) Scheda

Dalla motivazione di iscrizione nella World Heritage List dell'UNESCO:

«... La via Mormino Penna, per la ricca presenza di edifici del Settecento, e il Palazzo Beneventano rappresentano un capolavoro del genio creativo umano dell'età tardo-barocca. Si può infatti dire che sia questa l'epoca che definisce nel complesso il continuum dell'ambiente urbano della via, in cui anche quegli edifici che appartengono all'Ottocento e al Novecento si sono adattati all'immagine prevalente... Palazzo Beneventano, il più famoso edificio nobiliare di Scicli ed uno dei più interessanti della Sicilia barocca, inserito dal Blunt nella sua rassegna sul barocco siciliano e successivamente notato da numerosi altri autori, è per la sua unicità anch'esso un capolavoro, in particolar modo per l'aspetto scultoreo che caratterizza le sue due facciate fastosamente decorate dai lapidici locali...»

Scicli è un centro del barocco ibleo del Val di Noto, Patrimonio dell'Umanità nella lista dell'heritage dell'UNESCO, tra i suoi principali monumenti si ricordano:


Architetture civili


Antica Farmacia Cartia
Antica Farmacia Cartia
Palazzo Bonelli-Patanè
Palazzo Bonelli-Patanè
Il municipio di Scicli.
Il municipio di Scicli.

Architetture religiose


San Giovanni Evangelista
San Giovanni Evangelista
Chiesa di San Matteo
Chiesa di San Matteo
Chiesa di San Bartolomeo
Chiesa di San Bartolomeo
S. Maria della Consolazione.
S. Maria della Consolazione.
Chiesa di S. Maria La Nova
Chiesa di S. Maria La Nova
Complesso della Croce
Complesso della Croce

Architetture militari


La città antica sorgeva sul colle di San Matteo. Scicli ha sempre mantenuto nei secoli il carattere di cittadella fortificata, sia per la posizione strategica nel territorio a difesa della costa sia per la sua singolare articolazione morfologica su alture particolarmente scoscese che l'ha resa difficilmente espugnabile. Verso la metà del XIV secolo esistevano due Castelli:


Piazze e giardini



Siti archeologici


Scicli rientra tra le stazioni archeologiche del I siculo (ovvero cuprolitico orientale, tra il 2500 ed il 1900 a.C.) e del III siculo (tra 1500 a.C. - 800 a.C., periodo pre-greco caratterizzato da una ceramica geometrica e protocorinzia), secondo la divisione in quattro fasi dell'Età del Bronzo pensata dall'archeologo Paolo Orsi.[9] Oltre ai due castelli d'epoca medievale citati nel paragrafo dedicato alle architetture militari, nel territorio sciclitano sono presenti diverse aree di interesse particolarmente diversificate per numerazione del «sito», per coordinate cartografiche IGM, per datazione e per tipologia[10], fra cui si posso segnalare:

Elio Vittorini scrive su Chiafura in Conversazione in Sicilia:

«Era una piccola Sicilia ammonticchiata, di nespole e tegole, di buchi nella roccia»


Il litorale


Il territorio di Scicli ha il litorale più esteso fra tutti i comuni della provincia di Ragusa. La fascia costiera che va da Pozzallo a Marina di Ragusa è fortemente antropizzata (centri abitati, coltivazioni intensive in serra, coltivazioni estensive, infrastrutture) sebbene conservi in più punti zone incontaminate e selvagge. Il primo agglomerato urbano in cui ci si imbatte provenendo da Siracusa è Sampieri, ottocentesco borgo di pescatori, sovrastato a monte da due fastose ville nobiliari chiaramente visibili anche in treno; due promontori individuano una larga baia sabbiosa che si estende dal centro abitato al Pisciotto, lo sperone sul quale si ergono i ruderi della Fornace Penna. Continuando sulla strada litoranea si attraversa l'area protetta di Costa di Carro, prevalentemente rocciosa ma con una piccola spiaggia incastonata tra le falesie.

Cava d'Aliga è una recente cittadina che ha avuto un massiccio sviluppo negli ultimi decenni del Novecento; può godere di una singolare e scenografica collocazione sul declivio che si conclude bruscamente sul mare arretrando però in corrispondenza della baia che assume così la forma di un teatro naturale. Le falesie si interrompono dopo Cava d'Aliga e l'adiacente borgo di Bruca facendo spazio a una costa bassa e sabbiosa. Donnalucata è la più antica delle frazioni marinare, porto della città di Scicli e principale luogo di villeggiatura dell'aristocrazia cittadina. Ne è testimone la presenza di edifici architettonicamente raffinati che punteggiano il tessuto urbano e le numerose ville nobiliari poco lontano dal centro. Infine, poco lontano dalla foce dell'Irminio e dalla relativa area protetta sorge il villaggio di Playa Grande dall'aspetto modernista di città-giardino.


Economia


L'economia di Scicli è basata quasi esclusivamente sull'agricoltura intensiva e sulla produzione di primaticci. La coltivazione in serre, di cui tutta la fascia costiera è coperta, sta raggiungendo il primo posto fra le risorse economiche della città e della provincia. Scicli vanta la costruzione della prima serra per primaticci, ideata dal genio Ignazio Fiorito, che all'epoca, si fece mandare dalla Pirelli di Milano, dei teli di plastica che lui utilizzò per coprire le colture e proteggerle dalle gelate e dagli agenti atmosferici. La prima serra nacque in contrada Pezza Filippa, a ridosso del mare. Oltre ai primaticci e alla serricoltura, particolare importanza riveste anche la produzione di agrumi, olio, carrube, vino e fiori. Scicli è la capitale provinciale della produzione e vendita di infissi e profili in alluminio e tutto quello che concerne questo settore avviato negli anni 60 dalla famiglia Cannella, con la presenza nel territorio di svariate aziende, di piccole, medie, e grandi dimensioni, che esportano il prodotto finito, in tutta Italia e a volte anche all'estero.

Abitanti censiti[12]

Distribuzione del gruppo siciliano
Distribuzione del gruppo siciliano

Società



Lingue e dialetti


Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua siciliana.

Oltre alla lingua ufficiale italiana, a Scicli si parla la lingua siciliana nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea. Si possono chiaramente notare influssi arabi, normanni e spagnoli.


Prodotti tipici


Tra i prodotti tipici del territorio spicca il fagiolo cosaruciaru, oltre ai tanti ortaggi, alle carrubbe usate per le farine e i dolci, ai suoi formaggi (come il caciocavallo ragusano DOP). Tra i dolci, tipico di Scicli è la Testa di Turco, turbante fatto con pasta sfoglia, farcito di ricotta vaccina locale. Altri prodotti noti sono le carni locali di vitello e manzo, le confetture ai fichi, i dolci di mandorla, la ricotta dolce e il pane di casa, preparato con farina di grano duro solo in forno di pietra.


Cultura



Scicli in letteratura


Elio Vittorini si sofferma sulla sua morfologia ne "Le Città del Mondo":

«Uno degli anni in cui noi uomini di oggi si era ragazzi o bambini, sul tardi d'un pomeriggio di marzo, vi fu in Sicilia un pastore che entrò col figlio e una cinquantina di pecore, più un cane e un asino, nel territorio della città di Scicli.
Questa sorge all'incrocio di tre vallini, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo del letto d'una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini. È nell'estremità sud-orientale dell'isola; e chi vi arriva dall'interno se la trova d'un tratto ai piedi, festosa di tetti ammucchiati, di gazze ladre e di scampanii; mentre chi vi arriva venendo dal non lontano litorale la scorge che si annida con diecimila finestre nere in seno a tutta l'altezza della montagna, tra fili serpeggianti di fumo e qua e là il bagliore d'un vetro aperto o chiuso, di colpo, contro il sole...Ma la pietra la lasciò cadere, appena arrivato. Il volto di Rosario si era alzato radioso dinanzi ai suoi piedi dalla roccia che scendeva tra cielo e cielo. Insieme gli si era aperta dinanzi la città di Scicli, con le corone dei santuari sulle teste dei tre valloni, con le rampe dei tetti e delle gradinate lungo i fianchi delle alture, e con un gran nero di folla che brulicava entro a un polverone di sole giù nel fondo della sua piazza da cui parte e s'allarga verso occidente un ventaglio di pianura. Rosario era felice, indicandola al padre, come se avesse temuto di vederla svanire prima del suo arrivo.... Abbracciò il cane al collo, in un gesto di entusiasmo, e di nuovo indicò tutta la valle di case; poi i quartieri delle pendici ch'erano deserti e immobili nell'azzurro dell'ombra; poi la folla ch'era in fondo, immersa nel sole, e in essa indicò l'origine della musica che s'udiva vibrare ogni tanto, filtrata dalle diecimila stanze vuote e dalle gole d'organo della montagna.
«Ma che cos'è? - domandò - È Gerusalemme
Aveva negli occhi punte azzurre di sole che gli impedivano di distinguere che faccia facesse suo padre. L'udí in ogni modo rispondergli: «Non so che città sia». Egli, con questo, non aveva detto che non poteva essere la Città per eccellenza: «Gerusalemme o altro che si chiamasse....Come devono essere contenti in questa città!» Esclamò Rosario....
Rosario continuava: «È la più bella città che abbiamo mai vista. Più di Piazza Armerina. Più di Caltagirone. Più di Ragusa, e più di Nicosia, e più di Enna...»
Il padre non lo negava. Egli considerava la pietra senza dir nulla, e Rosario poté soggiungere: - Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle....»


Scicli nei media


Scicli è uno dei luoghi della provincia di Ragusa che sono stati ambientazione della riprese delle serie TV RAI Il commissario Montalbano (1999-in corso) e Il giovane Montalbano (2012-2015), tratte dai romanzi e racconti di Andrea Camilleri. In particolare il palazzo del commissariato di Vigata è in realtà il municipio di Scicli e la stanza del questore Luca Bonetti Alderighi è nello specifico l'ufficio del sindaco di Scicli. Negli ultimi anni questa fiction ha avuto tantissimo successo, facendo conoscere a tutto il mondo i bellissimi e fantastici luoghi della Sicilia Sud Orientale, della provincia di Ragusa in particolare, infatti Marinella la casa del Commissario Montalbano si trova a Punta Secca, frazione balneare borgo piccolo di pescatori del comune di Santa Croce Camerina provincia di Ragusa. Quasi tutti i luoghi delle riprese della fiction sono in territorio Ragusano, come la Fornace Penna a Sampieri frazione del Comune di Scicli, e le tante bellissime spiagge del territorio sciclitano, oramai famose e visitate da tanti turisti incantati dai luoghi principali della fiction.


Manifestazioni


Il progetto musicale che nasce dall'idea di 4 giovani Siciliani con l'obiettivo di promuovere la musica popolare nel suo complesso, con particolare riguardo per la musica popolare del sud Italia. Il target di riferimento è quello degli amanti della cultura popolare manifestata in tutte le sue forme, appartenenti a tutte le fasce d'età. Ogni anno rinnoviamo l'appuntamento con uno degli eventi estivi più attesi, per riscoprire Scicli come nuova capitale della Taranta per i tanti che arrivano da ogni parte della Sicilia.


Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
10 gennaio 1988 19 luglio 1990 Salvatore Carbone Partito Socialista Italiano Sindaco [13]
19 luglio 1990 19 novembre 1991 Pino Amenta Partito Socialista Italiano Sindaco [13]
23 dicembre 1991 24 marzo 1994 Francesco Agnello Partito Socialista Italiano Sindaco [13]
28 giugno 1994 2 febbraio 1995 Giuseppe Lonatica - Sindaco [13]
29 maggio 1995 8 giugno 1998 Adolfo Padua - Sindaco [13]
9 giugno 1998 27 maggio 2003 Bartolomeo Falla centro-sinistra Sindaco [13]
27 maggio 2003 15 giugno 2008 Bartolomeo Falla centro-sinistra Sindaco
16 giugno 2008 20 dicembre 2011 Giovanni Venticinque centro-destra Sindaco
21 dicembre 2011 20 maggio 2012 Margherita Rizza Commissario prefettizio
21 maggio 2012 23 dicembre 2014 Francesco Susino centro-destra Sindaco
20 gennaio 2015 28 aprile 2015 Ferdinando Trombadore Commissario straordinario
29 aprile 2015 28 novembre 2016 Antonietta D'Acquino Comm. straordinario [13]
29 aprile 2015 28 novembre 2016 Gaetano D'Erba Comm. straordinario [13]
29 aprile 2015 28 novembre 2016 Giallongo Tania Comm. straordinario [13]
29 novembre 2016 26 giugno 2022 Vincenzo Giannone lista civica - centro-sinistra Sindaco [13]
27 giugno 2022 in carica Mario Marino lista civica Sindaco

Sport


Calcio
Una formazione dello Scicli nella stagione 1977-1978, durante gli anni della stabile militanza in Serie D.
Una formazione dello Scicli nella stagione 1977-1978, durante gli anni della stabile militanza in Serie D.

Lo Scicli ha avuto i suoi momenti migliori alla fine degli anni settanta, quando partecipò al campionato italiano di serie D (oggi equivalente ad una C1), e la città salì agli onori della cronaca sportiva per i successi e il vivaio che seppe coltivare in questa parte di Sicilia. In quegli anni, la formazione dello Scicli calcio, poteva contare su nomi di rilievo e di prestigio come Sandro Ciotti, Falcone, Spolverino, Riceputo ed altri, e riusciva ad infervorare i tifosi locali per il suo ruolo di leadership che aveva non solo in provincia, ma anche e soprattutto a livello regionale.

Altra società, la più anziana per fondazione ed affiliazione è l'Associazione Per Scicli Calcio (oggi C.R. Scicli), nata nel 2000 e militante nel campionato di Promozione.

Altra rappresentativa cittadina, l'A.S.D. Atletico Scicli, da metà anni duemila ha iniziato a farsi strada tra le categorie minori fino a raggiungere nell'annata 2018-2019, il campionato di Promozione (massimo traguardo raggiunto).

Calcio a 5

È con il calcio a 5 che Scicli raggiunge il massimo campionato nazionale. La Pro Scicli riesce a disputare 2 stagioni in serie A di calcio a 5. Dapprima lo storico Geodetico di Scicli poi il Pala Rizza a Modica, i palazzetti che accolsero migliaia di appassionati di questa disciplina che ha mostrato sul parquet giocatori di alto livello. Per diverse vicissitudini la società fu destinata a fallire fino alla definitiva scomparsa. Diverse altre società locali sono nate successivamente cercando di portare avanti il calcio a 5 a Scicli con discreti risultati disputando i massimi campionati regionali senza però più emulare le gesta dei rosa/nero della Pro Scicli.

Calcio amatoriale

Dal 1983, a Scicli viene giocato un torneo amatoriale di calcio a 11 che nel corso degli anni è diventato un avvenimento atteso da centinaia di persone che, a vario titolo, vi partecipano. Originariamente avviato sotto l'egida dell'Endas nazionale, è da allora conosciuto come "torneo Endas" a cui hanno partecipato, nel corso degli anni, almeno 30 squadre per volta, con in media 400 persone coinvolte nei diversi ruoli di organizzatori, giocatori, dirigenti di società, sponsor, famiglie. Il "Torneo Endas" ha avuto una lunga ed ininterrotta carriera fino all'anno 2010 quando per una rottura interna, il vecchio gruppo organizzatore dell'AIS (Arbitri Indipendenti Scicli) ha creato una frattura che ha portato alla nascita del gruppo "Gnais" (Gruppo Nuovi Arbitri Indipendenti Scicli) che ha avviato subito un torneo del tutto simili all'Endas ma questa volta sotto le insegne del Csen nazionale.

Pallacanestro

Una società sportiva è importante quando risulta radicata nella comunità cittadina per la quale vive e spende le sue energie. È il ruolo che riveste a Scicli (RG), nel settore della pallacanestro, la U.S.D. “Fernando Ciavorella”, una delle più antiche società di basket d’Italia per codice di affiliazione e della Sicilia. L’anno della sua prima affiliazione alla FIP è stato il 1964. L’impegno sportivo che da sempre ha profuso è stato quello di consentire ai giovani di giocare e confrontarsi con altri giovani in maniera ludica in un contesto agonistico formativo ed educativo. La sua lunga storia è fatta di successi (Trofeo ragazzi nell’anno 1986, finale nazionale a Roma nei giochi della gioventù nel 1989, finale regionale cadetti nel 1993, campionato di serie C2 nella stagione sportiva 1994/1995, ecc.) ma anche di amarezze se gli insuccessi si possono considerare tali. Dal 2000 la società sciclitana gestisce, su autorizzazione del CONI, un Centro di Avviamento alla pratica Sportiva della pallacanestro. La direzione tecnica della società dal 2004 è stata affidata al tecnico Allenatore Nazionale prof. Santo Carestia con la collaborazione del prof. Roberto Favacchio e del tecnico Alberto Carestia. Presidente della società attualmente è il Dott. Carestia Antonio. Sito della società: www.basketciavorella.com


Atletica


L'atletica ha diversi nomi da premiare. A Franco Ruscica e Gianni Voi si deve il boom dei giovani che si dedicano a questo sport e con risultati sia a livello regionale, che nazionale. Il primo ha sfornato piccoli campioncini che si sono affermati anche nelle prove nazionali; il secondo contribuisce all'organizzazione della gara di mezzofondo su strada, non competitiva e non valida ai fini di classifica Fidal o Coni e con premi finali in denaro più importante in Italia[senza fonte], il "Memorial Peppe Greco", gara podistica nata nel 1990 per ricordare Peppe Greco, un giovane medico modicano morto in un incidente stradale. Da annoverare anche l'Atletica Tre Colli Scicli che da diversi anni opera nel panorama dell'atletica sciclitana. Ai suoi tre rappresentanti, Angelo Portelli, Alessandro Parisi Assenza e Carmelo Galesi, si deve l'organizzazione del primo giro podistico a tappe "Terre Iblee Tour", che ha fatto conoscere il territorio e il paesaggio di Scicli ad atleti provenienti da diverse zone di Italia.


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 4 novembre 2022. URL consultato il 28 novembre 2022.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Salvo Micciché e Stefania Fornaro, Scicli. Storia, cultura e religione (secc. V-XVI), Carocci Editore, 2018, pp. 44 e ss..
  4. Salvo Micciché, Scicli: onomastica e toponomastica, Il Giornale di Scicli, 2017, ISBN 9788826000299.
  5. Melchiorre Trigilia, La Madonna dei Milici di Scicli, Modica, 1990
  6. Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Edizioni Ares, 2020, p.102 (formato Kindle).
  7. Ignazio La China, La Madonna delle Milizie tra tradizione e storia, Il minuto d'Oro, Scicli, 2016.
  8. Marco Rosario Nobile (1994), "Una committenza iberica nella Sicilia fra tardogotico e Rinascimento", Espacio, Tiempo y Forma, Serie VII, H^ del Arte, t. 7, pagg 35-36
  9. Bartolo Cataudella, Scicli. Storia e Tradizioni, Ed. Comune di Scicli, Scicli, 1970, p. 67.
  10. Pietro Militello (a cura di), Scicli, archeologia e territorio (PDF), Progetto K.A.S.A (programma Interreg IIIA Italia-Malta, anno 2004-2006, promosso da Regione Siciliana con contributi della Comunità Europea/European Regional Development Fund), n. 6, Palermo, Officina di Studi Medievali, 2008. Archiviato il 1º dicembre 2022 in Internet Archive.
  11. Elio C. Militello, Scicli tra archeologia e storia, Il Giornale di Scicli, 2007.
  12. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  13. http://amministratori.interno.it/

Bibliografia



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[de] Scicli

Scicli [.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}ˈʃiːkli] ist eine italienische Gemeinde im Freien Gemeindekonsortium Ragusa in der Autonomen Region Sizilien mit 26.837 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019). Scicli ist eine der spätbarocken Städte des Val di Noto, die von der UNESCO zum UNESCO-Welterbe erklärt wurden.

[en] Scicli

Scicli is a town and municipality in the Province of Ragusa in the south east of Sicily, southern Italy. It is 25 kilometres (16 mi) from Ragusa, and 188 kilometres (117 mi) from Palermo, and has a population (2017) of 27,051.[2] Alongside seven other cities in the Val di Noto, it has been listed as one of UNESCO's World Heritage Sites.

[es] Scicli

Scicli es un municipio italiano de 25 971[1] habitantes de la provincia de Ragusa, en el sudeste de Sicilia. La localidad, ubicada a 25 kilómetros de Ragusa y a 308 kilómetros de Palermo, fue designada designada Patrimonio de la humanidad por la Unesco junto con otras siete ciudades del Val di Noto. Se encuentra a una altitud de 108 metros sobre el nivel del mar.

[fr] Scicli

Scicli est une ville italienne de la province de Raguse en Sicile. Scicli se situe à 25 kilomètres de Raguse et 308 kilomètres de Palerme.
- [it] Scicli

[ru] Шикли

Шикли (итал. Scicli) — коммуна в Италии, располагается в регионе Сицилия, подчиняется административному центру Рагуза.



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