Ragusa (ascolta[?·info], AFI: /raˈɡu.za/[4][5]; Raùsa [ʐaˈu.sa] in siciliano) è un comune italiano di 72 914 abitanti[1], capoluogo dell'omonimo libero consorzio comunale in Sicilia.
Ragusa comune | |
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Ragusa Ibla | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Libero consorzio comunale | Ragusa |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuseppe Cassì (indipendente di destra) dal 27-6-2018 |
Territorio | |
Coordinate | 36°55′30″N 14°43′50″E |
Altitudine | 520 m s.l.m. |
Superficie | 444,67 km² |
Abitanti | 72 914[1] (31-8-2022) |
Densità | 163,97 ab./km² |
Frazioni | Donnafugata, Gatto Corvino, Marina di Ragusa, Punta Braccetto, Puntarazzi, San Giacomo |
Comuni confinanti | Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Modica, Monterosso Almo, Rosolini (SR), Santa Croce Camerina, Scicli, Vittoria |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 97100, 97010 (Bellocozzo, Marina di Ragusa), 97017 (Donnafugata) |
Prefisso | 0932 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 088009 |
Cod. catastale | H163 |
Targa | RG |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 324 GG[3] |
Nome abitanti | ragusani |
Patrono | san Giovanni Battista san Giorgio |
Giorno festivo | 29 agosto |
PIL procapite | (nominale) €19.000[senza fonte] |
Soprannome | Città dei ponti |
Cartografia | |
Posizione del comune di Ragusa all'interno dell'omonimo libero consorzio comunale | |
Sito istituzionale | |
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È chiamata la "città dei ponti" per la presenza di tre strutture molto pittoresche e di valore storico. Nel 1693 un devastante terremoto causò la distruzione quasi totale dell'intera città, mietendo più di cinquemila vittime. La ricostruzione, avvenuta nel XVIII secolo, la divise in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull'altopiano, dall'altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell'antica città e ricostruita secondo l'antico impianto medioevale.
I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Ragusa è uno dei luoghi più importanti per la presenza di testimonianze d'arte barocca, come le sue chiese e i suoi palazzi settecenteschi[6][7].
La città, che si estende sulla parte meridionale dei monti Iblei, è il capoluogo di provincia più a sud d'Italia, è il terzo comune siciliano per superficie e l'undicesimo per altitudine[8] e dista mediamente dal mare 20 km.
La cima più elevata è il monte Arcibessi (906 m s.l.m.), per questo è fra i comuni lambiti dal mare che presentano il più elevato dislivello. Il quartiere più antico della città, Ragusa Ibla, sorge su una collina. Ad est la città è circondata dal colle San Cono, ed in mezzo vi scorre il fiume Irminio, uno dei più importanti della Sicilia sud-orientale. A nord la città è delimitata dalla Cava del torrente San Leonardo e dal monte Patro. A sud si trova il monte Bollarito che è diviso da Ragusa tramite il torrente Fiumicello. Infine a ovest sorge Ragusa superiore sui colli Patro e Cucinello, la parte più recente della città invece sui colli Corrado, Pendente e Selvaggio, i primi due staccati dalle colline circostanti da due profonde gole, le tipiche "cave" del tavolato ibleo, la Cava Gonfalone e la Cava Santa Domenica.
La città si sviluppa verso ovest fino a raggiungere l'altopiano (680 m s.l.m.). In passato l'intero territorio di Ragusa era ricoperto da una fitta vegetazione mediterranea composta principalmente da querce e allori. I disboscamenti perpetrati nei secoli, a partire da quelli massicci effettuati dai romani, al fine di destinare la terra alla coltura dei cereali e alla pastorizia, hanno contribuito in larga parte alla diminuzione delle risorse idriche, che comunque nell'intera provincia sono superiori rispetto a quelle di altre province siciliane. Il fiume Irminio, un tempo navigabile, come si evince da antichi documenti arabi, è sbarrato da una diga; ciò ha dato luogo a un lago artificiale: il lago Santa Rosalia, che si trova a metà strada tra Ragusa e Giarratana. Sul territorio ibleo la flora annovera oltre 1500 taxa, per la maggior parte appartenenti all'elemento circum-mediterraneo.
Il territorio extracomunale, nella quasi totalità, insiste sugli ultimi lembi dei Monti Iblei che dolcemente scivolano verso il mare Mediterraneo, un altopiano caratterizzato da enormi distese coltivate, di un interrotto reticolo di muri a secco punteggiato da carrubi e olivi. I rilievi una volta degradati fino al livello del mare, lasciano il posto alla costa su cui il territorio comunale si affaccia per circa 15 km. La costa ragusana è costituita sia da ampi tratti sabbiosi che da tratti di roccia affiorante.
Negli ultimi due milioni di anni, terminata la regressione marina che nel miocene aveva lasciato emergere gli Iblei e tutto il fondale che va fino alle isole dell'arcipelago maltese, il movimento contrario, nel pliocene immerse le terre più basse e le vicende orogenetiche provocate dall'attività vulcanica sottomarina composero il tavolato ragusano. Il territorio è prevalentemente collinare, formato da grandi altopiani e vallate e lo scorrere dei fiumi ha eroso l'altopiano formando numerosi canyon profondi. Il plateau ibleo costituisce uno dei promontori della placca africana ed è costituito da una crosta di tipo continentale in massima parte da sedimenti carbonatici e carbonatico-marnosi di età cretaceo-quaternario in cui si intercalano vulcaniti basiche, inoltre è diffuso il carsismo. Nelle zone costiere, nei pressi del mare, si trova la pietra arenaria. Alcune aree dei Monti Iblei presentano anche rocce di origine vulcanica come nei pressi del Monte Lauro, facente parte di un complesso vulcanico sottomarino. Dalla pietra calcarea che abbonda nell'intero territorio, nascono i muri a secco, che delimitano le chiuse e che caratterizzano il paesaggio.
Il territorio comprende un bacino minerario asfaltifero molto vasto, che in origine si estendeva da contrada Tabuna, a Nord, presso la periferia di Ragusa e più a Sud presso le contrade Streppenosa e Castelluccio.[9]
Per quanto riguarda il rischio sismico Ragusa è classificata nella zona 2 (sismicità medio-alta) dall'ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003.
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Ragusa gode di un clima mediterraneo di tipo collinare: la sua altitudine infatti determina temperature medie più fredde rispetto a quelle della costa siciliana. Sono rari gli eventi nevosi nelle zone più basse della città come Ibla; si verificano con maggiore frequenza, invece, nelle zone più alte, situate sull'altopiano, le quali presentano un clima mediterraneo montano. L'inverno è molto piovoso: la piovosità è abbondante da ottobre a tutto marzo. Insieme a Messina, Ragusa è uno dei più piovosi capoluoghi di provincia, avendo una media annua di circa 700 mm annui. Maggiore è invece la quantità di pioggia che cade sulle zone elevate dei monti Iblei, dove si possono superare 1000 mm annui. Le precipitazioni maggiori si hanno, oltre che durante intense fasi temporalesche tipiche dell'autunno, nel corso delle levantate invernali più persistenti, che riescono ad apportare facilmente quantitativi anche intorno ai 200 mm in un giorno su tutti gli Iblei, con l'eccezione del bassopiano vittoriese che risulta sfavorito se soffiano venti orientali. Esiste un'oscillazione decennale compresa tra i 650 mm e 1 481 mm complessivi[10].
Dal punto di vista legislativo, il comune di Ragusa ricade nella Fascia Climatica C e D, tuttavia la frazione di Marina di Ragusa è classificata nella fascia climatica A[11].
Mese | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 9,1 | 7,7 | 13,4 | 15,0 | 22,6 | 25,4 | 29,6 | 27,3 | 24,7 | 20,0 | 15,6 | 11,2 | 9,3 | 17,0 | 27,4 | 20,1 | 18,5 |
T. media (°C) | 6,2 | 4,8 | 9,6 | 11,2 | 17,7 | 21,1 | 24,6 | 22,6 | 20,6 | 16,9 | 12,4 | 8,2 | 6,4 | 12,8 | 22,8 | 16,6 | 14,7 |
T. min. media (°C) | 3,4 | 2,0 | 5,7 | 7,5 | 12,9 | 16,8 | 19,7 | 17,8 | 16,6 | 13,8 | 9,2 | 5,3 | 3,6 | 8,7 | 18,1 | 13,2 | 10,9 |
Precipitazioni (mm) | 96,6 | 71,1 | 53,8 | 48,3 | 21,2 | 9,7 | 10,2 | 20,1 | 46,5 | 77,1 | 78,2 | 113,2 | 280,9 | 123,3 | 40,0 | 201,8 | 646,0 |
Temperature estreme del XXI secolo:
Minima: −1,8 °C (2008)
Massima: 40,9 °C (2003)
L'origine del nome Ragusa risale all'epoca bizantina, in greco Ρογος, Ragous, Rogos ovvero granaio, dovuto alla ricchezza agricola della zona[12]. Durante il dominio arabo, il nome divenne Ragus o Rakkusa che in arabo significa "luogo famoso per un sorprendente avvenimento", probabilmente una battaglia. Infine in epoca normanna e aragonese venne latinizzato in Ragusia, per poi diventare alla fine del XVIII secolo Ragusa[12]. Secondo Filippo Garofalo[13] l'etimologia di Ragusa verrebbe invece dalla trasformazione del greco Heraea in Heresium per poi passare a Reusium, Reusia, Rakkusa sotto gli arabi, Ragusia e al definitivo Ragusa.
Heraea a sua volta verrebbe da una presunta identificazione dell'abitato con l'antica colonia greca di Hybla Heraia, la cui effettiva ubicazione non è mai stata accertata. Tuttavia, a partire dal XVII secolo si è cercato di localizzarla proprio in Ragusa, basandosi sulla Tabula Peutingeriana[14]. La tradizione secentesca, mai confermata, ha dato successivamente nome al quartiere antico della città che viene chiamato Ibla o Ragusa Ibla.
Quale che sia la sua origine toponomastica, in lingua siciliana la città è chiamata “Raùsa” e i suoi cittadini “rausàni”.
«Ragùs forte rocca, città ricchissima che vanta antiche origini, nei cui mercati è un continuo andirivieni di genti da tutte le nazioni» |
(Idrisi, Libro di Ruggero) |
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Le origini di Ragusa risalgono al neolitico esattamente alla cultura di Castelluccio; i primi insediamenti sono datati al XX secolo a.C.. la città ha da sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella storia dell'isola[senza fonte]. Se l'antica Hybla Heraia - la cui ubicazione è attualmente sconosciuta - fosse corrisposta al territorio di Ragusa, ad essa dunque si potrebbe legare la leggenda che narra del re siculo Hyblon, fondatore di un primo nucleo abitativo, dopo aver scacciato gli antichi sicani, meno progrediti rispetto ai siculi[senza fonte]. Essa sarebbe stata più volte assediata dai greci, ma inutilmente. Nel 491 a.C. - si suppone presso Hybla Heraia - Ippocrate di Gela morì in battaglia contro i siculi iblei. Nel 450 a.C. Falaride, tiranno d'Agrigento, minacciò più volte col suo esercito l'indipendenza e la libertà del popolo di Ibla. Ma il tiranno venne respinto tenacemente e facilmente, anche grazie all'aiuto di Kamarina - fondata dai siracusani su territorio ibleo - e di Siculi, che intervennero con i loro eserciti a combattere gli agrigentini.
A Hybla (non a Ragusa), per il suo miele, il poeta romano Silio Italico attribuì l'appellativo di "Audax" (audace) poiché lo paragonava a quello del monte Imetto in Attica[15].
Gli abitanti del sito costiero di Kamarina, distante venti km da quello montuoso di Ragusa, dopo la distruzione della loro città cercarono riparo nelle cittadine e nei borghi vicini; Comiso ne ebbe maggiore incremento[16].
In seguito, sotto i Romani, Ibla sarebbe diventata una città decumana (ma non vi è accordo su questo punto) insieme a Modica; obbligate cioè a pagare la decima parte dei raccolti, ciò fa pensare ad un trattamento di favore, probabilmente dovuto al fatto che le città si arresero senza combattere[senza fonte].
I bizantini costruirono un ampio muro di cinta a Ibla intorno al 700 d.C., inoltre Basilio e Nicola furono nominati patroni della città. Già agli inizi del IX secolo gli arabi avevano conquistato la maggior parte dell'isola, nell'844 d.C. l'alleata Modica viene conquistata. Gli arabi provarono più volte ad espugnare la città ma la conquistarono solo nell'848 dopo varie ed estenuanti guerre contro le popolazioni iblee[17]; nell'866 d.C. la popolazione iblea espulse gli arabi da tutto il territorio a causa di una violenta ribellione, solo nell'878 venne nuovamente riconquistata. Tuttavia durante la dominazione araba si formarono decine e decine di casali, coltivazione di cotone, coltivazioni irrigue, terrazzamenti. In poco meno di 200 anni gli arabi diedero un impulso grandioso all'agricoltura[18]. Nel 1090, un'imponente rivolta popolare supportata da spie normanne scacciò definitivamente gli arabi da tutto il ragusano, innescando una tremenda caccia all'invasore. Dal periodo normanno, tranne per qualche breve interruzione, la città fu per più di cinquecento anni amministrata autonomamente da vari conti, anche all'interno di altre dominazioni come quelle angioine e aragonesi, grazie agli antichi privilegi che nel 1091 il Gran Conte Ruggero concesse al proprio figlio Goffredo, primo conte di Ragusa, che poté amministrarla con un'ampia autonomia. Durante il periodo svevo la città fu incorporata nel demanio, tuttavia alcuni privilegi furono ristabiliti grazie al re Federico II. Gli angioini, invece, amministrarono la Sicilia e Ragusa in modo pessimo e furono cacciati grazie ai famosi vespri Siciliani, in particolare Giovanni Prefoglio capeggiò la rivolta ragusana che sterminò il presidio francese. In seguito a ciò, sotto gli aragonesi, Ragusa riacquistò l'antica autonomia normanna e fu concessa in Signoria a Pietro Prefoglio, figlio di Giovanni e padre di Marchisia Prefoglio, che la erditò. La contea di Ragusa si fuse con la contea di Modica nel 1296 quando Isabella, figlia di Federico Mosca, andò in sposa a Manfredi I Chiaramonte, figlio primogenito di Marchisia Prefoglio e di Federico Chiaramonte, conte di Sutera. Nel 1366, con Manfredi III Chiaramonte, la contea raggiunse il massimo splendore con l'acquisizione delle terre di Terranova e di tutto l'arcipelago maltese. La Contea di Modica godeva di un'amministrazione autonoma del tutto separata dal governo di Palermo; nessun re aveva diritto a governarla, ma solo il conte. Divenne dunque fra gli stati feudali italiani più importanti. Ma fu soprattutto sotto il potente conte Bernardo Cabrera che l'infeudazione ebbe il massimo prestigio.
Ragusa descritta dall'abate Paolo Balsamo agli inizi dell'Ottocento | ||
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Paolo Balsamo esperto viaggiatore nel 1808 visitò la contea.
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«Urbs dives, città opulentissima, ricca di cospicue famiglie, e che forma la miglior parte della contea» |
(Vito Amico, Lexicon Siculum, 1757) |
L'11 gennaio 1693 un terremoto devastante distrusse l'antica città e causò circa cinquemila morti su una popolazione di tredicimila abitanti. Questo determinò la ricostruzione dell'intera città dando origine allo splendido barocco che caratterizza il Val di Noto. Del vecchio borgo medievale rimase solo la conformazione urbanistica, fatta di strade strette, scale e vicoli, una parte delle mura bizantine presso la Chiesa del Santissimo Trovato, il portale in stile gotico del vecchio duomo di San Giorgio, ubicato attualmente vicino ai Giardini Iblei, Porta Walter, di recente costruzione, e i resti del castello federiciano, poi completamente asportati nel primo decennio del Novecento per far posto alla costruzione del Distretto Militare, attivo durante la prima guerra mondiale, che attualmente ospita i locali della succursale facoltà di Agraria dell'Università di Catania.
Nel 1848 insieme alle città di Modica e di Scicli si ribellò al governo borbonico, al fine di ottenere la libertà e l'indipendenza dell'Isola. Nel 1860 furono inviati immediatamente dei volontari armati in aiuto di Garibaldi che era appena sbarcato a Marsala e dunque entrò a far parte del Regno d'Italia sotto la guida del senatore Corrado Arezzo de Spuches di Donnafugata. Nel 1889 nasce la Banca Popolare Cooperativa di Ragusa, primo embrione dell'attuale Banca Agricola Popolare di Ragusa; la banca nacque grazie alle ingenti ricchezze e alla florida agricoltura che appartenevano all'ormai ex contea e divenne subito un polo importante di riferimento per tutta l'economia iblea.
Tra gli ultimi trenta anni dell'800 e i primi venti del '900 si stabilirono alla periferia Sud della città almeno quattro grosse aziende straniere (inglesi e francesi) interessate tutte all'estrazione della roccia asfaltica che impiegarono migliaia e migliaia di lavoratori (picconieri, minatori, ragazzini che in altre miniere siciliane si chiamavano "carusi", carrettieri e sorveglianti) per estrarre da cave e miniere centinaia di migliaia di tonnellate della roccia scura, parte della quale veniva frantumata per essere trasportata a Mazzarelli - in carretto - ed essere imbarcata prima sui barconi e poi sui piroscafi e destinata alla Gran Bretagna, Francia, Germania e al resto d'Europa.[19]
Agli inizi del XX secolo anche nel ragusano si diffusero le idee socialiste in modo particolarmente forte rispetto alla regione, da molti storici fascisti Ragusa fu descritta come "un feudo dei rossi, non dissimile da quello di Bologna"[20]. A causa di una forte dialettica politica, a Ragusa si impose il fascismo, provocando una risposta violenta analoga a quella padana. Il 29 gennaio 1921 un gruppo di fascisti distrusse il circolo socialista di Vittoria, uccidendo un uomo e ferendone dieci e due mesi dopo a Ragusa furono uccise quattro persone e sessanta rimasero ferite. Promotore dell'ideologia fascista nel ragusano fu in particolare Totò Giurato, nonno del conduttore televisivo Luca Giurato. Costui, all'indomani del primo conflitto mondiale, si arruolò negli Arditi d'Italia e seguì D'Annunzio nell'impresa fiumana, tornando nella città iblea imbevuto del mito della vittoria mutilata. La città fu la prima siciliana ad avere dato vita a questo movimento politico, a tal punto che nella Torre littoria edificata per volere dello stesso Mussolini fu incisa la seguente frase: "Fascismo ibleo Tu primo a sorgere nella generosa terra di Sicilia". In seguito, nel 1927 grazie a Filippo Pennavaria, noto esponente fascista, Ragusa divenne capoluogo dell'omonima provincia[21], e contemporaneamente aggregò il limitrofo comune di Ragusa Ibla[22], che era stato creato nel 1866, dopo che per secoli (a partire dalla ricostruzione dopo il terremoto del 1693) vi erano stati contrasti tra Ragusa Ibla (o Ragusa Inferiore) e la più recente Ragusa Superiore.
Durante la seconda guerra mondiale la città fu scossa improvvisamente dai bombardamenti, a partire dal 1942 e per tutto il 1943, a causa della presenza dell'aeroporto militare di Comiso; dalla sua pista partivano i cacciabombardieri dell'Asse. Nel 1943 la costa iblea fu poi teatro dello Sbarco in Sicilia da parte degli Alleati, ritornando comunque rapidamente alla normalità alla fine della guerra. In occasione dello sbarco alleato, ebbe luogo uno scontro a fuoco in contrada Camemi tra le truppe italiane e alcuni elementi della 101ª Divisione aviotrasportata. La battaglia si risolse in favore di questi ultimi, con l'uccisione di tutti i soldati italiani. Il 4 gennaio 1945, la giovane Maria Occhipinti diede origine ad una rivolta popolare; infatti la donna, incinta di cinque mesi, si stese a terra davanti ad un camion militare, ed in tutta la città scoppiò una violenta sommossa, soprattutto nelle zone più popolari e in particolare nel quartiere soprannominato Russia. La calma fu ristabilita rapidamente non senza feriti, e molti ragusani vennero incarcerati o costretti a essere espulsi dalla città. Il 6 maggio 1950 con regolare bolla pontificia, Ragusa è stata eretta alla dignità di diocesi, grazie al sagace e costante impegno di monsignor Carmelo Canzonieri, allora parroco di San Giovanni Battista divenuto in seguito vescovo ausiliare di Messina prima e di Caltagirone poi, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Siracusa e dalla diocesi di Noto.
Oggi Ragusa si presenta come una città dinamica e benestante: è sede di numerose aziende ed enti ed è inoltre il più importante polo finanziario del meridione per la presenza della BAPR, che è la quarta banca popolare italiana. Dagli anni novanta l'economia ragusana si sta sviluppando verso il settore industriale, che è tuttora in rapida crescita in controtendenza rispetto alla situazione italiana; la scarsa presenza di infrastrutture ha limitato la grande potenzialità di questo territorio che comunque rimane l'area export più importante della Sicilia; inoltre, la città dal 1993 è sede universitaria[23].
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L'antico simbolo della popolazione Iblea era la lucertola, che deriva dalla famosa Ibla Galeota o Herea. I camarinensi, discendenti dei siculi Iblei, coniavano infatti monete raffiguranti effigi di lucertole, allegoria dei Galeoti o Iblei. Un altro simbolo fu probabilmente anche l'effigie di una donna con testa turrita circondata da api, rappresentante il famoso miele ibleo. Con l'arrivo dei conti normanni, la città acquisì come simbolo l'aquila allocata nella croce di San Giorgio. Tuttora la famosa bandiera viene utilizzata per la festa di san Giorgio e come bandiera d'Ibla.
«D'azzurro, all'aquila al volo spiegato di nero, beccata e rostrata d'oro, coronata dello stesso, tenente un caduceo in banda con la zampa destra e una cornucopia fruttifera in fascia con la sinistra entrambi d'oro. Motto: Crevit Ragusia Hyblae ruinis.» |
Gonfalone: «drappo di verde…»
«Ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all'ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d'animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia» |
(Gesualdo Bufalino) |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale) | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | architettonico |
Criterio | C (i) (ii) (iv) (v) |
Pericolo | no |
Riconosciuto dal | 2002 |
Scheda UNESCO | (EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily) (FR) Scheda |
Manuale |
Nel 2002 il centro storico di Ragusa per la sua architettura barocca è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità, assieme ad altri sette comuni del Val di Noto[24].
La ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693 ha avuto protagonisti famosi quali Vaccarini, Palma, Giovanni Vermexio, Sebastiano Ittar, Vincenzo Sinatra e soprattutto il celebre Rosario Gagliardi. Questi, con l'aiuto di uno stuolo di scultori locali e capomastri, ha contribuito a creare un fenomeno unico e particolare: il Barocco del Val di Noto. Esso è adornato dalla pietra locale, di volute, di vuoti e di pieni, di colonne e capitelli, di statue e di composizioni architettoniche, di cui probabilmente il Duomo di San Giorgio è la massima espressione. Già dalla fine del Cinquecento a Ragusa circolavano libri importanti quali I sette libri di architettura di Sebastiano Serlio, i Quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio, le opere di Domenico Fontana ed altri testi di celebri architetti.
In generale il barocco ragusano è una rielaborazione di opere o disegni, spunto in cui si inserisce il gusto raffinato ed eclettico dell'artista, infatti molti mastri-scultori costituirono la base sulla quale la fantasia, l'estro e l'abilità di questi, riprodusse e personalizzò modelli e schemi, ricavando con la pietra locale, calda e dorata, effetti riferibili solo al barocco ibleo. La maggior parte del patrimonio artistico, con la sola eccezione della cattedrale di San Giovanni Battista e di qualche palazzo settecentesco, si trova nel quartiere antico di Ibla. Il solo quartiere di Ragusa Ibla contiene oltre cinquanta chiese, la maggior parte sono in stile tardo barocco. Anche i palazzi storici sono numerosi.
Di tutte le strutture edificate fra la tarda antichità e la fine del Seicento esistono solo frammenti: un breve tratto della cerchia di mura, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del Duomo di San Giorgio, datate 1570 attribuite ad Antonio Gagini, figlio del grande Antonello Gagini, morto nel 1536; alcuni frammenti della lapide del conte Bernardo Cabrera.
Innumerevoli furono le opere portate al termine negli anni trenta in brevissimo tempo, a coordinare i progetti fu chiamato l'architetto Ugo Tarchi della reale accademia di Brera, che in particolare curò lo studio urbanistico e la costruzione di piazza Impero, con il maestoso Palazzo del Fascio caratterizzato dall'alta torre centrale, su progetto dell'architetto Ernesto Lapadula. Sulla medesima piazza si avviò anche la costruzione del Palazzo del consiglio provinciale delle corporazioni, oggi sede della Camera di Commercio, su progetto dell'architetto Fichera. Al lato della Cattedrale si trova il Monumento ai Caduti, opera in bronzo dello scultore Sindoni, su basamento rivestito di marmo, inaugurato il 12 maggio del 1924 in occasione della prima visita a Ragusa di Benito Mussolini.
L'area iblea ha restituito diverse rilevanze archeologiche, nella zona di Fontana nuova, nei pressi di Marina di Ragusa, spetta il primato del più antico ritrovamento di testimonianze umane finora scoperto in Sicilia: in una grotta sono state ritrovati alcuni raschiatoi e lame da taglio in pietra scheggiata, risalenti a 30 000 anni fa[31]. La maggior parte dei reperti si trovano al Museo archeologico ibleo.
Tra i ritrovamenti più importanti di tutta l'area iblea vi è il Guerriero di Castiglione un bassorilievo da un'unica lastra di calcare locale, raffigurante un armato a cavallo con destriero incedente verso sinistra, mentre l'estremità del blocco sono decorate con le protomi di un toro e di una sfinge[32].
Ragusa è circondata da ampie vallate che costituiscono un verde pubblico naturale di cui è possibile usufruire; inoltre, all'interno della città vi sono quattro parchi che costituiscono un polmone verde. Ogni vallata è percorsa da un fiume: a nord si trova i trova il San Leonardo, ad est il fiume Irminio e a sud scorre il torrente Fiumicello.
Il comune ospita anche:
Abitanti censiti al 31/12/2016[33]
In media d'anno, il numero di figli per donna è mediamente pari a 1,48 bambini [34], valore lievemente superiore al dato regionale, inoltre in media il comune presenta un tasso di mascolinità inferiore a 100: in pratica vi sono 97 maschi ogni 100 femmine. Nel 2013 vi è stato un incremento annuo della popolazione del +4,1%, dovuto a un saldo positivo del movimento migratorio che ha compensato il saldo naturale negativo (-129 unità)[35].
Sono 22 660 i residenti stranieri presenti negli Iblei, un numero che fa di Ragusa la prima provincia siciliana per incidenza del fenomeno migratorio sul totale della popolazione (7,01% della popolazione residente), un dato più che doppio rispetto anche alla media regionale (3,2% della popolazione residente) ma inferiore rispetto al dato nazionale di 8,1%[36] [37].
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente a Ragusa era di 5 668 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione immigrata erano[38]:
Oltre alla lingua ufficiale italiana, a Ragusa si parla la lingua siciliana nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea.
Il dialetto ragusano si distingue dagli altri dialetti siciliani per alcuni aspetti salienti: la differenza più importante è fonetica, con la occlusiva velare sorda [k] che in posizione prevocalica si trasforma in fricativa postalveolare sorda [ʃ] o in affricata postalveolare sorda [tʃ] (in parole come "chiovu" la pronuncia è ['kjovu] in siciliano standard e ['ʃovu] o ['tʃovu] nella variante ragusana); vi è, inoltre, l'esito della occlusiva dentale sonora [d] in vibrante alveolare [r] in posizione prevocalica, come nella preposizione "di" che cambia in "ri" in ragusano. Si noti, infine, la presenza di numerosi dittonghi, come ad esempio, nella parola "negozio", che suona: nicuoziu, con la z sempre sorda.
Nel 1063 l'importante battaglia di Cerami segnò la disfatta degli arabi in Sicilia. Ruggero fu il primo ad inventare la cosiddetta propaganda bellica, anticipatrice dell'intelligence, infatti i normanni fecero circolare la voce che la battaglia fosse stata vinta grazie ad appena un centinaio di cavalieri, contro preponderanti forze nemiche. La leggenda vuole che San Giorgio per volere di Dio fosse sceso sulla terra per aiutare i soldati normanni, così il conte Goffredo, quando arrivò a Ragusa e vide che dentro le mura esisteva già una piccola chiesa dedicata a San Giorgio (esattamente tra l'attuale Duomo e le mura del castello, i cosiddetto quartiere "San Giorgio lo vecchio") e considerando che a Ragusa tale culto risale al primo periodo bizantino (fine 600 inizi del 700 d.C.), esso lo prese come un segno divino, secondo lui e tutti i normanni al seguito infatti, Ragusa era protetta dal Santo Cavaliere e quindi non solo lo elevò a Patrono, ma fece costruì a Ragusa, nella parte bassa della città (nello spazio dove adesso sorgono i giardini iblei) l'imponente chiesa dedicata al Santo cavaliere, l'edificio era in stile gotico-catalano, fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1693 e ai giorni nostri è rimasto solo lo splendido portale laterale con l'effige di San Giorgio che uccide il drago.
Nel 1643, in conseguenza della bolla "Universa" di Papa Bonifacio VIII, San Giorgio fu proclamato all'unanimità, dai giurati della città, Patrono Principale e Protettore della città di Ragusa.
San Giovanni Battista invece è, dal 1897, il patrono di Ragusa superiore, probabilmente il culto risale al VI secolo d.C., ma è ormai confermato che nel quartiere dei cosentini, formatosi con il conte Goffredo, fosse stata eretta una chiesa devota al santo, fuori le mura d'Ibla. Dunque questa situazione di doppio patrono, deriva da una serie di eventi storici, ma si inasprì soprattutto dopo il terremoto del 1693 che divise in due la città, già sofferente a causa di guerre campanilistiche sempre più intense. Queste lotte portarono alla formazione di due comuni autonomi, e solo nel 1926 le due amministrazioni si riunirono dopo circa due secoli di separazione. Attualmente la festa di San Giorgio si svolge l'ultima settimana di maggio a Ragusa Ibla, mentre la festa di san Giovanni Battista si celebra il 29 agosto a Ragusa superiore. Ormai non esiste più una vera contrapposizione fra i due Santi, ma entrambi vengono festeggiati con sontuose processioni.
Negli ultimi decenni, qualche volta i due santi si sono incontrati; San Giorgio è salito, mentre San Giovanni è sceso a Ibla, in modo da attenuare gli antichi dissapori che si trascinavano da secoli. Nel 2000, in occasione del giubileo, in entrambe le feste i patroni hanno trascorso il venerdì sera nella chiesa madre dell'altro. Le due feste sono però abbastanza diverse: quella di San Giorgio è una festa che si caratterizza oltre che per l'aspetto religioso anche per l'aspetto folkloristico e gioioso, con la statua che portata a spalla dai numerosi fedeli portatori dà quasi la sensazione che venga fatta ballare; quella di San Giovanni è la festa più silenziosa, più interiore, la festa delle migliaia di persone con le candele accese davanti al simulacro. Un dente di San Giovanni si conserva nella cattedrale di Ragusa. La compatrona di Ragusa superiore è la Maria S.S. della Medaglia, mentre la compatrona di Ragusa Ibla è Santa Gaudenzia. Durante il Santo Natale vengono allestiti caratteristici presepi a Ibla e presepi viventi, questi ultimi favoriti nelle ambientazioni dagli scenari naturali a disposizione, spesso infatti le vallate di Ragusa sono l'ambientazione ideale per questo tipo di manifestazioni. Il venerdì Santo invece vi è la tradizionale processione per le vie barocche dei simulacri, che in serata tornano nelle rispettive Chiese.
Oltre il 70% della mortalità complessiva è dovuta a malattie del sistema circolatorio e ai tumori[senza fonte]. Ragusa registra un tasso di mortalità dell'8,8 per 1000 abitanti che risulta il secondo in Sicilia più contenuto dopo quello di Catania (8,3). Esso è notevolmente minore rispetto a quello italiano pari al (9,4)[39].
Istituti pubblici
Il distretto sanitario di Ragusa, comprende i comuni di Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo e Santa Croce Camerina. Dal 1º settembre 2009 le due aziende sanitarie Azienda Ospedaliera Civile Ompa di Ragusa e la Azienda Unità Sanitaria locale nº 7 di Ragusa hanno cessato di esistere per dare posto alla nuova Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa che comprende:
Secondo un'indagine della Doxa il Maria Paternò Arezzo è il secondo ospedale siciliano come giudizio complessivo, mentre risulta primo per cure e trattamenti ricevuti.[senza fonte]
Istituti privati
Il più importante istituto privato è la Clinica del Mediterraneo[42].
L'urbanistica di Ragusa Ibla, ovvero il quartiere più antico della città, deriva dall'antico impianto altomedievale, probabilmente di origine bizantina. A causa del terremoto del 1693, l'antica città venne ricostruita sempre secondo l'antico tessuto urbano; mentre Ragusa superiore fu costruita ex novo subito dopo il terremoto. Il nuovo quartiere si sviluppò grazie alle idee e ai progetti illuministici del barone Mario Leggio Schininà, secondo un vero e proprio modello urbanistico a maglia ortogonale, già largamente sperimentato nelle nuove città spagnole in America latina ed utilizzato anche nella ricostruzione barocca di molti altri centri siciliani. Ragusa Ibla viene descritta come un pesce tra le acque dolci, a causa della forma che assume la collina, non solo ma grazie al suo isolamento urbano, ha potuto mantenere un'integrità stilistica veramente ammirevole. Invece a Ragusa superiore, si può distinguere il centro storico sempre in stile barocco, in cui sorgono però anche palazzi più recenti (ottocenteschi e novecenteschi). Lo sviluppo del nuovo quartiere continuò durante il XVIII secolo ed il successivo XIX, ma un sostanziale cambiamento avvenne nel secondo quarto dell'Ottocento con la costruzione del primo ponte cittadino, ultimato nel 1843 che superando l'ostacolo naturale della vallata S. Domenica, consentì l'espansione della città verso sud dove si trovavano i giacimenti di asfalto e le prime attività industriali. Successivamente fu costruito un altro ponte in epoca fascista e infine negli anni sessanta, a causa dell'intenso sviluppò cittadino, si realizzò un terzo ponte a campata unica[43]. Attualmente la città continua ad espandersi verso ovest, nella zona dell'altopiano e anche verso la zona sud, in quel sistema di quartieri che ormai viene comunemente chiamato Ragusa nuova. La città è la prima in Italia per superficie immobiliare pro capite[44].
Prima del terremoto del 1693 Ragusa Ibla era divisa in tre quartieri: S. Rocco, S. Maria e S. Paolo. Subito dopo il terremoto, si crearono due grandi quartieri autonomi: Ragusa Superiore e Ragusa Inferiore. I due quartieri, a causa di forti contrasti campanilistici, divennero nel 1865 dopo l'Unità d'Italia due comuni distinti e separati (R. Superiore e R. Inferiore); solo nel 1926, con la nomina a capoluogo di provincia, le due amministrazioni furono riunificate in un solo comune.
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«Si vedono in questa città pochissimi poveri, si contano cinque, o sei famiglie veramente ricche; e piani, e numerosi sono gl'indizj, che si offrono anche al poco diligente osservatore di una certa universale agiatezza in tutta la popolazione. I Ragusani si reputano assai proclivi all'ospitalità, non meno che ad un fastoso tenor di vivere […] fanno nelle loro case così copiose provvisioni di mobili, di vettovaglie, e di ogni maniera di comodi, che par loro familiare, ed abituale la vita civile, e splendida.» |
(Paolo Balsamo, 1808) |
Da molti osservatori il ragusano è stato definito il nuovo sud-est, evidenziandone lo stato florido dell'economia locale e definendo il cosiddetto modello Ragusa come economia vincente da seguire. Il ragusano, nonostante la nota carenza di infrastrutture, è l'area più ricca della Sicilia. I livelli occupazionali e il reddito medio pro capite sono fra i più elevati dell'Italia meridionale[46]. L'indice di libertà economica che tiene conto non solo del PIL prodotto ma anche di elementi quali: economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e trasferimenti pone il ragusano ai livelli di province del nord Italia, collocando la provincia al cinquantunesimo posta della classifica nazionale, con un indice di 64,8 su 100.
Ragusa ha un reddito pro capite pari a 16 980 euro, superiore al dato regionale[47][48]. Ragusa che rappresenta lo 0,5% della popolazione italiana e il 6% di quella Siciliana produce esattamente lo 0,5% del Pil italiano (pari all'8% di quello regionale), per un valore superiore ai 6,2 miliardi di euro. Il tasso di crescita è leggermente superiore al dato nazionale, nonostante il fortissimo deficit infrastrutturale e il difficile contesto economico confinante, e decisamente più alto di quello regionale. Inoltre le spetta il primato regionale per l'indice d'imprenditorialità con una media di circa 59,7 unità locali d'imprese ogni mille abitanti.
Ragusa detiene il primato nazionale per quanto riguarda la produzione agricola lorda vendibile, con il 47% della produzione ortofrutticola e floricola sotto serra: si pensi che il 6% appena della popolazione Siciliana produce più del 20% del reddito agricolo regionale. Ragusa vanta il 60% della produzione lattiero-casearia regionale e il 65% della produzione di carni[49], infatti si è sviluppato e specializzato il settore della zootecnia. Particolarmente rinomati sono i bovini grazie agli allevamenti della pregiata razza modicana, bovino autoctono degli iblei e l'unico siciliano classificato come razza autoctona. Tale razza è a rischio di estinzione e nel territorio ragusano permangono solo 15 allevamenti e 15 tori da monta. Il rinomato formaggio Caciocavallo ragusano, a marchio DOP, conosciuto ed apprezzato anche oltre confine, può essere prodotto sia con latte della bovina modicana sia con quello di altre razze bovine quali la frisona o bruna. Per quanto riguarda le razze asinine, è presente l'asino ragusano, fra le poche razze italiane di un certo pregio e particolarmente apprezzato per la qualità del latte. Rinomata anche la produzione dell'olio DOP Monti Iblei e l'apicoltura che in queste zone ha origini antichissime. Ragusa inoltre è la prima in Italia per esportazioni di merci derivanti dall'agricoltura biologica. Il vino per eccellenza del ragusano è il Cerasuolo, prodotto principalmente nel comune di Vittoria, è l'unico vino siciliano catalogato DOCG. L'agricoltura dunque è uno dei motori trainanti dell'intera zona ragusana, essa non è un settore a parte, ma si integra pienamente con il contesto economico e industriale ragusano. Ragusa appartiene alle Città del formaggio, dell'olio, del miele e del vino.
Ragusa ha avuto e continua ad avere una forte caratterizzazione industriale. Infatti essa assorbe circa il 15% dell'occupazione totale[50]. Grazie alla presenza di asfalto e petrolio, sono presenti varie industrie di tipo estrattivo, inoltre opera la società del gruppo Eni Versalis, specializzata nel settore chimico. Rilevante anche la presenza dell'industria lattiero-casearia, dolciaria e conserviera. Nelle acque prospicienti a Marina di Ragusa è presente la piattaforma Vega che è la più grande del Mediterraneo, con una media di cinquemila barili estratti ogni giorno. Attualmente il comune di Ragusa ha dato la propria disponibilità per la ricerca e l'estrazione di metano da parte della compagnia statunitense Panther Oil. Diffusi anche le aziende che trattano il cemento e la pietra pece. La zona industriale della città è fra le più grandi del mezzogiorno, essa è in rapida espansione, secondo indagini del Censis e dell'Istat, la maggior parte sono micro, piccole e medie imprese, articolate in sei raggruppamenti merceologici: agroalimentare e mangimistico, materiali e complementi per l'edilizia, marmi e graniti, legno-arredo, chimico-plastico, metalmeccanico-impiantistico. Si produce inoltre il 60% della produzione di polietilene e dei materiali plastici per l'agricoltura al livello regionale, ed è il 3º polo italiano dei materiali lapidei (marmi, graniti, pietra locale) dopo Verona e Carrara. Oltre il polo industriale di Ragusa, è molto importante anche l'agglomerato industriale di Modica e Pozzallo, posizionato in maniera strategica per l'import-export nel mediterraneo, inoltre possiede varie aziende che fabbricano prodotti veterinari[51].
In questo settore, le attività più importanti sono quelle legate alla Banca Agricola Popolare di Ragusa, la quarta banca popolare italiana, ormai l'unica con sede decisionale nel meridione. Molto importante per l'economia ed il prestigio cittadino e dell'intera provincia è l'istituzione del Consorzio Fattorie Informatiche capeggiato dalla Argo Software, software house leader nel settore della scuola.
La Fiera Agricola Mediterranea è l'appuntamento più importante a livello regionale del comparto agricolo e zootecnico e tra i più significativi d'Italia.[52]
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Il turismo nel Ragusano è un settore di recente formazione, grazie a numerose fiction e film girati nel capoluogo e l'inserimento tra le liste dell'UNESCO, l'afflusso turistico è aumentato in maniera notevole rispetto al passato. Moltissime le attività alberghiere e i Bed and breakfast; nel 2005 il flusso turistico registrato in complesso è stato di 212 234 arrivi e 885 100 presenze. Oggi Ragusa rappresenta circa il 10% del turismo al livello regionale, infatti l'ampia presenza di risorse artistiche determina un flusso turistico costante tutto l'anno, mentre la frazione di Marina di Ragusa è ricercata maggiormente nel periodo estivo; questa grazie ai numerosi negozi, locali notturni e discoteche, rappresenta la località balneare più attiva della Sicilia sud-orientale. Molto importante è anche la presenza del turismo enogastronomico, infatti la città e l'intera provincia producono molti prodotti agroalimentari tipici tutelati dalla UE; avendo pure il primato siciliano in questo settore[53], ciò la rende una fra le mete più ambite per degustare pietanze o bevande uniche e di alta qualità. Ragusa presenta il maggiore rialzo in termini di arrivi dei turisti italiani e stranieri, seguita a breve distanza da Siracusa, inoltre detiene la permanenza media più elevata tra le province siciliane, infatti è attestata a una media di 4,2 giorni.
Ad ottobre 2021 sono iniziati i primi lavori relativamente alla costruzione della metropolitana di superficie della città. Il primo tronco della futura infrastruttura dovrebbe partire dalla fermata Colajanni, servendo anche Ibla, Stazione Centrale e Cisternazzi.[54]
Le principali direttrici stradali di Ragusa sono:
La linea ferroviaria che attraversa il territorio e serve la città è la Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì. La linea è caratterizzata da una bassa velocità di crociera[55], che ne disincentivava l'uso, però oggi sembra avviata ad un recupero di funzionalità e ad un ammodernamento grazie al potenziamento delle opere d'arte (ponti e viadotti), tra Vittoria e Siracusa, eseguito nell'ambito del Programma integrativo FS con i fondi stanziati dalla legge 12 febbraio 1981[56]. La linea, pur tortuosa e con elevate pendenze, attraversa e collega direttamente alcuni tra i più grandi centri urbani ragusani. Il traffico merci su rotaia è attualmente quasi inesistente, nonostante l'alto potenziale[57] costituito dalle aree di grande produttività di Ragusa, Modica, Vittoria, e agli intensi scambi commerciali del porto di Pozzallo. Fino al 1949 la città fu anche servita dalla ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini che univa il capoluogo ibleo ai suoi comuni montani di Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo e, oltrepassato il monte Lauro, alle provincie di Catania e Siracusa.
Le principali stazioni ferroviarie di Ragusa sono:
Nel territorio comunale è presente il porto turistico di Marina di Ragusa.
Il servizio di trasporto urbano in città è gestito dall'AST (Azienda Siciliana Trasporti) che opera una serie di linee che raggiungono tutti i quartieri della città. I capolinea principali del servizio urbano sono il "Nodo Zama" che si trova accanto alla stazione degli autobus ed il "Nodo Piazza del Popolo", che si trova di fronte alla stazione ferroviaria.
Ragusa è gemellata con le seguenti città del mondo:
La più importante squadra di calcio del comune è il Ragusa Calcio, che nella stagione 2022-2023 militerà in Serie D.
La principale società di pallacanestro è la Virtus Ragusa, nata nel 1949 e ricostituita dopo il fallimento del 2006. La principale squadra cittadina di pallacanestro femminile è, invece, la Virtus Eirene Ragusa.
Altra realtà alla ribalta dello sport cittadino è rappresentata dalla Virtus Ragusa Futsal, squadra di calcio a 5 femminile che annovera tra i propri successi la conquista della Coppa Italia di Serie A2 2018-2019.
In città è presente anche la Pallamano Ragusa, che ha militato anche in massima serie.
Il comune è stato sede di due società di rugby: il Padua Rugby[67] e il Rugby Audax Clan[68]. Dalla stagione 2019-2020 le due società hanno deciso di fondersi creando il Ragusa Rugby.
La società di Tamburello più titolata è la G.S. Tamburello Ragusa che ha vinto diversi titoli europei di tamburello a 3 e tambeach. L'altra compagine locale è la Tambeach Kaukana che ha vinto vari titoli nazionali in tutte le specialità di tambeach.
A Ragusa ha sede la Scuola dello Sport del CONI Sicilia Giambattista Cartia istituita nel 1996[69].
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