Modena (ascolta[?·info], Mòdna in dialetto modenese) è un comune italiano di 185 187 abitanti[2], capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna.
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Modena comune | |
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Il Duomo e la Ghirlandina | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Modena |
Amministrazione | |
Sindaco | Gian Carlo Muzzarelli[1] (PD) dal 9-6-2014 (2º mandato dal 27-5-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 44°38′44.95″N 10°55′32.59″E |
Altitudine | 34 m s.l.m. |
Superficie | 183,19 km² |
Abitanti | 185 187[2] (31-7-2022) |
Densità | 1 010,9 ab./km² |
Frazioni | nessuna[3]; vedi Quartieri di Modena |
Comuni confinanti | Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Carpi, Casalgrande (RE), Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Formigine, Nonantola, Rubiera (RE), San Cesario sul Panaro, Soliera, Spilamberto |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 41121–41126 |
Prefisso | 059 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 036023 |
Cod. catastale | F257 |
Targa | MO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[4] |
Cl. climatica | zona E, 2 258 GG[5] |
Nome abitanti | modenesi, geminiani |
Patrono | san Geminiano |
Giorno festivo | 31 gennaio |
Motto | Avia Pervia |
Cartografia | |
Posizione del comune di Modena all'interno dell'omonima provincia | |
Sito istituzionale | |
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Nelle fonti le prime notizie su Modena risalgono alla guerra tra Romani e Boi che abitavano nell'area. Il centro fungeva da presidio militare anche prima della fondazione ufficiale della città da parte dei romani. La città, infatti, è stata ritualmente fondata nel 183 a.C., come colonia di diritto romano, dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino i quali condussero da Roma duemila cittadini[6]. Dal VI secolo Modena è una città ducale del Regno Longobardo (Ducati longobardi) al confine con i possedimenti dell'Impero romano d'oriente cioè l'Impero bizantino. (Storia di Modena). Come la maggior parte dei comuni lombardi nel 1167 Modena aderisce alla Lega Lombarda contro Federico Barbarossa. Dal 1598 al 1859 fu capitale del Ducato di Modena e Reggio ed è un'antica sede universitaria ed arcivescovile. Nel 1757 il Duca Francesco III d'Este fondò l'Accademia militare per la formazione degli ufficiali dell'esercito Estense con sede nel palazzo ducale. Con l'unità d'Italia il Palazzo Ducale fu sede della Scuola militare del sabaudo Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II, poi Regno d'Italia, evolutasi nei decenni fino a divenire nel 1947 Accademia Militare dell'Esercito e dell'Arma dei Carabinieri.
Il Duomo, la Torre Civica e la Piazza Grande della città sono inserite, dal 1997, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
La città si trova circa al centro della provincia di cui è capoluogo, nella Val Padana in un territorio completamente pianeggiante. Due fiumi la fiancheggiano senza peraltro attraversarla: la Secchia e il Panaro, la cui importanza per la città è testimoniata anche dalla presenza della Fontana dei due fiumi, dello scultore modenese Giuseppe Graziosi, situata in Largo Garibaldi.
Nasce all'interno della città il canale Naviglio, che sfocia nel fiume Panaro all'altezza di Bomporto. Un tempo accessibile al trasporto fluviale, il canale è ora sotterraneo e non accessibile all'interno della città.
Le prime propaggini dell'Appennino Modenese si trovano tra i 15 e i 20 km a sud della città, già fuori dal territorio comunale, nei comuni non confinanti di Sassuolo, Fiorano Modenese, Maranello e Castelvetro di Modena.
La città è economicamente una delle maggiori realtà europee. Infatti, nella provincia hanno sede importanti industrie alimentari (tra cui Grandi Salumifici Italiani, Cremonini e Fini, centri di produzione del Parmigiano Reggiano e della lavorazione del maiale - a cui Castelnuovo Rangone, il cuore di questo settore, ha dedicato addirittura un monumento), metalmeccaniche (Modena, così come la sua provincia, può essere considerata la Capitale Mondiale dell'Automobilismo Sportivo con le sedi della Ferrari a Maranello, della Maserati in città, della Pagani a San Cesario sul Panaro e fino a pochi anni fa la De Tomaso in periferia e la Bugatti a Campogalliano. Inoltre ad una decina di chilometri dalla città, ma già in provincia di Bologna, nel comune di Sant'Agata Bolognese si trova la sede di un'altra storica azienda del settore come la Lamborghini). Viene anche considerata la capitale mondiale delle ceramiche (o della piastrella), grazie alle aziende di spicco presenti nei territori di Sassuolo e Fiorano Modenese. Notevole l'industria tessile presente nei territorio di Carpi e quella biomedica nel comune di Mirandola.
Fino alla metà del XIX secolo, la città aveva due darsene: una interna alle mura, nell'attuale Corso Vittorio Emanuele, e una esterna (il bacino) all'altezza del cavalcaferrovia della Sacca, interrata nel 1936. Dei canali di Modena rimane traccia nei nomi delle strade, in particolare nel Centro Storico: esistono infatti vie chiamate Canal Grande, Canal Chiaro, Canalino, Canaletto e così via.
Nel 1949 venne costruito, subito fuori delle mura, un Aerautodromo, con le funzioni di pista di volo per usi commerciali e pista di gare internazionali di auto e moto e di prova per le industrie automobilistiche locali di allora (Ferrari, Maserati e Stanguellini). È rimasto in uso fino al 1962, ma anche molto oltre per le gare motociclistiche ed esibizioni varie attinenti ai motori. Ora al suo posto vi è un grande parco dedicato ad Enzo Ferrari.
Modena ha conosciuto la realtà di un forte terremoto nel maggio 2012. Ci furono due scosse principali a distanza di nove giorni l'una dall'altra della magnitudo 5,9 e 5,8, entrambe con epicentro nella bassa pianura padana della provincia tra i 20 e i 35 chilometri dalla città. Il sisma ha distrutto i comuni vicini all'epicentro. Modena non ha avuto danni importanti se non leggere lesioni in alcune vecchie chiese tra cui il Duomo, soprattutto in seguito alla seconda scossa da 5,8.
Il clima è tipicamente padano, con influssi sub-continentali: gli inverni sono umidi, freddi (temperature medie minime sotto lo zero anche per diverse settimane) e moderatamente nevosi, con 35 cm medi annui di accumulo. In autunno e in inverno è assai frequente il fenomeno della nebbia, spesso molto fitta e costante anche per diversi giorni di fila. Bisogna comunque sottolineare, che negli ultimi 20 anni, il clima si è in buona parte modificato, sia per quanto riguarda le precipitazioni nevose molto diradate sulla città rispetto ad un tempo e in alcuni anni quasi inesistenti, e anche per quanto riguarda le nebbie, ormai rarissime in città e nelle sue adiacenze, ma ancora un po' più persistenti nelle campagne, in particolare verso la bassa emiliana. Esiste inoltre una significativa escursione termica tra l’estate e l’inverno: i mesi estivi e sempre più spesso anche quelli di fine primavera, sono infatti caldi e particolarmente afosi, con punte massime ben al di sopra di 35 °C. La percezione delle temperature, in estate così come in inverno, è spesso alterata dall'elevato tasso di umidità.
MODENA | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 4,4 | 7,7 | 12,3 | 17,5 | 22,3 | 26,2 | 29,0 | 27,7 | 23,7 | 18,0 | 10,8 | 5,2 | 5,8 | 17,4 | 27,6 | 17,5 | 17,1 |
T. min. media (°C) | 0,0 | 2,1 | 5,0 | 9,0 | 13,2 | 16,9 | 19,5 | 19,7 | 15,8 | 11,3 | 6,0 | 0,9 | 1,0 | 9,1 | 18,7 | 11,0 | 10,0 |
Precipitazioni (mm) | 52 | 41 | 44 | 48 | 52 | 50 | 38 | 47 | 51 | 64 | 69 | 56 | 149 | 144 | 135 | 184 | 612 |
Giorni di pioggia | 7 | 6 | 6 | 6 | 7 | 6 | 4 | 6 | 5 | 6 | 9 | 7 | 20 | 19 | 16 | 20 | 75 |
A causa della scarsa ventilazione della pianura padana e dell'elevato traffico veicolare, Modena è tra i primi posti tra le città più inquinate d'Europa, dietro alle italiane Torino, Brescia e Milano[7].
Il nome latino della città era Mutina[8]. L'etnico era Mutinenses[9], Mutinensis[10] o Multinenses[11]. Le fonti greche parlano di Μουτίνη[12], Μοτίνη[13] Μουτίναν[14]. Questo toponimo viene messo in relazione con l'etrusco mutna, o mutana, "tomba"[15], a sua volta forse derivato da una radice anteriore (preromana o "mediterranea") *mut(t) o *mot(t) che dà nome ad un "rialzo di terreno", una "collina"[16]. In realtà da un punto di vista orografico la città si trovava non su un'altura, bensì in una depressione, motivo per il quale alcuni ritengono che il nome sia piuttosto da mettere in connessione con la civiltà terramaricola[17]. Nel IV secolo è citata come Mutena e successivamente Mòtina e Mòdana, da cui Modena[18], in dialetto locale Mòdna[19][20] (con la tipica sincope dei dialetti emiliani).
«Firmissimam et splendidissimam populi Romani coloniam» |
(Cicerone, Filippiche) |
Anticamente fu un insediamento etrusco, poi gallico (Galli Boi). Nel 183 a.C.venne fondata come colonia romana da mille cives provenienti da Roma guidati dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino. Divenne capoluogo dell’ex Gallia cisalpina e sede del governatore per due secoli. Successivamente Modena venne abbandonata fra il V e il VII secolo, causa le numerose inondazioni dei fiumi Secchia e Panaro, gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo più a ovest, Cittanova. Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile, che aveva assunto la guida della città e il vescovo Leodoino la fece cingere di mura nell'891. Durante la signoria dei vescovi, venne eretta la nuova cattedrale. Il potere vescovile ebbe termine con l'autonomia comunale nel 1135 ma, nel 1249, con la battaglia di Fossalta, Modena ghibellina venne sconfitta da Bologna guelfa facendo tornare al potere il partito filovescovile degli Aigoni capitanato dal vescovo Alberto Boschetti, nel 1288, si consegnò agli Estensi di Ferrara. Il 15 novembre 1325 nella battaglia di Zappolino Modena inflisse una pesante sconfitta ai bolognesi fino a giungere sotto le mura della città delle due torri e ad assediarla. Dopo una settimana i modenesi tolsero l'assedio e tornarono in città portando come trofeo un secchio di legno sottratto da un pozzo fuori porta San Felice, la "Secchia Rapita" che venne utilizzata come spunto per l'omonimo poema eroicomico del poeta modenese Alessandro Tassoni.
Modena diventò veramente la "città estense" solo dopo il 1598, quando il duca Cesare trasferì da Ferrara a Modena la capitale del suo ducato. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel 1702; gli austriaci nel 1742) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico.
A questo periodo risalgono le enormi spoliazioni napoleoniche del ducato di Modena, collezioni di opere d'arte, beni archivistici e librari, ma anche la collezione glittica degli Este. Durante l'occupazione francese, diverse opere d'arte presero la via della Francia[21]. Secondo il catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l'art français del 1936[22], delle 20 opere d'arte provenienti da Modena e inviate in Francia nel giugno 1796, solo 10 fecero ritorno in Italia dopo il Congresso di Vienna, mentre delle 30 opere d'arte rastrellate nell'ottobre del 1796, solo 11 fecero ritorno.
Il Risorgimento poté contare su larghe adesioni fra i Modenesi, tra cui Ciro Menotti e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel Plebiscito del 1860. Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi.
Il fenomeno dell'occupazione delle terre fu molto forte e si scontrò con la violenza fascista. Dopo il settembre 1943, Modena e i suoi comuni dovettero sopportare umiliazioni ad opera degli occupanti tedeschi e della milizia fascista. Nonostante la repressione, la Resistenza ebbe, con alterne vicende, una presenza sempre attiva nel territorio. Dopo la guerra quella zona che per i vent'anni del regime veniva chiamato "Il Triangolo Nero" (in quanto completamente controllato dai fascisti) prese il nome di "Triangolo Rosso" o "Triangolo della morte". Tale denominazione viene usata da diversi storici per ricordare le circa 2000 uccisioni di civili e militari perpetrate, dopo la caduta del regime fascista e particolarmente nel biennio 1946-1948, da alcune brigate di ex-partigiani comunisti che si erano dati il nome di "Gruppi d'Azione Partigiana" (GAP), come rappresaglia contro chi veniva ritenuto compromesso con il regime.
Il 9 gennaio 1950, sei operai vennero uccisi dai carabinieri nell'eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, avvenuto durante una manifestazione che chiedeva la riapertura delle Fonderie Riunite.
Negli anni del dopoguerra Modena conosce con il boom economico un periodo di benessere senza precedenti. Il successo della città è legato soprattutto all'affermarsi di piccole industrie dai prodotti unici al mondo, come Ferrari o Maserati o Panini, o come i poli ceramico di Sassuolo, tessile di Carpi e biomedicale di Mirandola, e alla valorizzazione dei prodotti tipici della regione.
(LA)
«Avia Pervia» |
(IT)
«L'inaccessibile (a-via) diventa accessibile» |
(motto riportato sullo scudo araldico cittadino) |
La descrizione araldica dello stemma del comune di Modena, come riportato dalla pagina relativa sul sito del comune è:
«D'oro, alla croce d'azzurro accollato da due trivelle di ferro e oro in croce di Sant'Andrea, sormontato da una corona aurea ducale tempestata di gemme sostenente nove fioroni d'oro, cinque visibili, caricato ciascuno di una perla nel cuore. Motto “Avia Pervia”» |
Le trivelle, come strumenti utilizzati per scavare i pozzi, alludono alla grande ricchezza d'acqua del territorio modenese, un tempo ricco di canali e affioramenti spontanei (fontanazzi). Questa abbondanza è andata decrescendo a partire dalla seconda metà del XX secolo, soprattutto a causa dello sfruttamento a fini industriali e abitativi della falda freatica, che ne ha provocato l'abbassamento[senza fonte].
La frase latina “Avia pervia” significa “Rendiamo facili le cose difficili”: probabilmente ideato dal letterato Giovanni Maria Barbieri nel 1561, fu ufficialmente adottato nel secolo XVII, quando il sigillo accompagnato dalle trivelle e dal motto venne apposto ad un codice degli statuti dei calzolai[23].
Modena è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare il 29 marzo 1947 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[24].
Medaglia d'oro al valor militare | |
«Città partigiana, cuore di provincia partigiana, al cocente dolore e all'umiliazione della tirannide, reagiva prontamente rinnovando le superbe e fiere tradizioni e la fede incrollabile, ardente, nei destini della Patria. Alla barbarie e alla ferocia nazifascista che tentava di conculcare l'orgoglio e domare il valore delle sue genti con vessazioni atroci, capestro e distruzioni, opponeva la tenacia invincibile dell'amore a libere istituzioni. In venti mesi di titanica lotta pro fondeva il sangue generoso dei suoi eroici partigiani e dei cittadini d'ogni lembo della provincia in sublime gara e si ergeva dal servaggio quale faro splendente della redenzione d'Italia, infrangendo per sempre la tracotanza nemica.» — Settembre 1943 - aprile 1945 |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Architettonico |
Criterio | C (i) (ii) (iii) (iv) |
Pericolo | Nessuna indicazione |
Riconosciuto dal | 1997 |
Manuale |
Abitanti censiti[38]
Secondo dati ISTAT i cittadini stranieri a Modena al 1º gennaio 2021 sono risultati 30.005 (16,1% tra tutti i residenti)[39]. Le prime dieci comunità sono risultate quelle provenienti da:
Modena può vantare un ateneo fondato nel 1175 che, a seguito della riapertura di nuove facoltà nella vicina Reggio Emilia, a partire dal 1998 ha assunto il nome di Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
L'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena è l'erede dell'Accademia dei Dissonanti, sorta a Modena verso il 1680.
Si ricordano il Liceo Artistico Adolfo Venturi, fondato nel 1785 dal Duca Ercole III, il Liceo Ginnasio Muratori - San Carlo, dalla lunga e illustre storia (fino all'anno scolastico 2015/2016 come due scuole separate), il liceo scientifico Wiligelmo, il Liceo scientifico Alessandro Tassoni, l’Istituto di Istruzione Superiore Francesco Selmi (istituto tecnico e liceo linguistico), l'Istituto di Istruzione Superiore Guarino Guarini, l'Istituto di Istruzione Superiore "Fermo Corni", noto prima come Istituto Tecnico Industriale Statale "Fermo Corni e prima ancora come Scuola di Avviamento Professionale "Fermo Corni", l'Istituto tecnico industriale statale Enrico Fermi e l'Istituto Tecnico Commerciale Statale Jacopo Barozzi, la cui fondazione è del 1866[40]. Sono inoltre presenti vari altri istituti professionali, tecnici e licei in città.
La Biblioteca Estense, oltre a volumi di ogni tipo per la consultazione e lo studio, ha una collezione di manoscritti, carte geografiche, spartiti musicali, xilografie, incisioni in rame e antichi libri a stampa tra le più grandi e importanti d'Italia, visibili in una mostra permanente all'interno della biblioteca. Fra tutti occorre ricordare i due volumi della Bibbia di Borso d'Este, uno dei testi miniati più famosi al mondo, le cui sgargianti miniature opera di Taddeo Crivelli e altri sono considerate uno dei capolavori assoluti dell'arte del Quattrocento, e il De Sphaera, unanimemente considerato il più bel libro astrologico del Rinascimento italiano: miniato per la corte di Milano (reca infatti lo stemma Visconti-Sforza sulla copertina) forse da Cristoforo de Predis, pervenne agli Estensi di Ferrara nell'ambito dei frequenti interscambi con la corte sforzesca.
La Biblioteca civica è dedicata ad Antonio Delfini. Ha circa 150.000 documenti di cui oltre 100.000 sono volumi collocati a scaffale aperto. Tra le Biblioteche comunali spicca la Biblioteca CROCETTA di nuova costruzione situata nei pressi di Viale Gramsci.
L'Archivio di Stato di Modena raccoglie i fondi documentali degli Stati Estensi preunitari (Ducato di Ferrara, Ducato di Modena e Reggio, Ducato di Massa e Carrara, Ducato della Mirandola, Principato di Correggio, Contea di Novellara, Garfagnana) e di Casa d'Este.
I principali musei della città sono raccolti presso il Palazzo dei Musei, situato in piazza Sant'Agostino. Il piazzale Sant'Agostino, posto a ridosso dell'omonima porta (abbattuta nel XIX secolo), è un esempio di urbanistica del Settecento. Qui Francesco III d'Este fece costruire due grandi edifici con finalità sociali: nel lato settentrionale l'ospedale (sede di uno degli ospedali modenesi sostituito oggi da un moderno ospedale nella frazione di Baggiovara) e di fronte l'albergo dei poveri, inaugurato nel 1771, che un secolo più tardi fu trasformato dal comune di Modena nell'odierno Palazzo dei musei. La piazza era completata dal grande monumento equestre di Francesco III realizzato dall'abate carrarese Giovanni Antonio Cybei inaugurato nel 1774 e poi atterrato nei moti rivoluzionari del 1797.
Il palazzo ospita i più importanti musei della città. Vi si trovano il Museo civico d'arte, il Museo lapidario estense, il Museo Lapidario Romano, la Gipsoteca Graziosi e il Museo archeologico etnologico e la Galleria Estense; poco fuori della città si trova il Parco archeologico e museo all'aperto della terramara, a Montale Rangone. Nel Palazzo dei musei è possibile inoltre visitare la Biblioteca estense e la Galleria Estense, le due raccolte che testimoniano la passione per le arti e la cultura della casa d'Este: entrambe furono trasportate da Ferrara alla fine del Cinquecento, quando Modena divenne la capitale del ducato.
Dal 1894 al 1990 è stato attivo il Museo civico del Risorgimento, le cui collezioni comprendevano 2.000 cimeli, 1.500 volumi e 2.500 fotografie su questo periodo storico. Ora i cimeli si trovano nel Palazzo dei Musei.
La Galleria estense, nazionale, è forse il maggiore tesoro portato dai duchi d'Este a Modena: tanto che alla grande collezione fece ricorso il duca Francesco III, che nel 1746 sanò il dissestato bilancio del ducato vendendo al re di Polonia i cento quadri stimati più importanti. Malgrado la perdita di queste opere (oggi per lo più a Dresda) essa rimane una delle più importanti collezioni pubbliche italiane, ospitando opere di Tintoretto, Paolo Veronese, Guido Reni, Jacopo Bassano, Correggio, Cosmè Tura, Tommaso da Modena, Lorenzo di Credi, Jacopo Palma il giovane, Dosso Dossi, il Guercino, i fratelli Carracci, i primitivi emiliani e il celebre Trittico di El Greco. Ma le opere più celebri sono i due ritratti del duca Francesco I d'Este: il busto in marmo del Bernini e la tela di Velázquez. La galleria espone anche oggetti antichi etruschi e romani, ceramiche, esempi del medagliere estense, strumenti musicali fra cui la famosa Arpa Estense. Altra pregevole raccolta è quella della Banca Popolare dell'Emilia Romagna.
Il Museo Lapidario Estense è la sezione in cui si trovano le lapidi trovate durante i lavori di costruzione del Novi Park.
Il Museo del Duomo di Modena raccoglie un ricco patrimonio costituito da opere d'arte, parati e suppellettili liturgiche, che testimonia la vitalità della Chiesa modenese nel corso dei secoli. Importante il lapidario con reperti dal cantiere di Wiligelmo, Lanfranco e dei Campionesi.
Il Lapidario, costituito già alla fine dell'800, integra il discorso storico-artistico del tempio, capolavoro della cultura romanica costruito dal 1099 dall'architetto Lanfranco con sculture del grande Wiligelmo, sulla tomba di San Geminiano, vescovo e patrono di Modena vissuto nel IV secolo. Raduna rilievi, sculture e iscrizioni d'età romana, medievale e rinascimentale, recuperati negli interventi al Duomo fra Otto e Novecento, rinvenuti in scavi o rimossi per motivi di conservazione; vi spiccano le "metope" romaniche, otto lastre a decoro del tetto scolpite da un seguace di Wiligelmo. Il Museo, inaugurato nell'anno giubilare 2000, racchiude il "tesoro" di straordinaria magnificenza, che vanta suppellettili e arredi come l'altarolo portatile del XI-XII secolo, l'Evangeliario romanico con coperta in argento e avorio, l'apparato in argento già sulla tomba del Santo, preziosi reliquiari, parati liturgici, gli arazzi con Storie della Genesi prodotti a Bruxelles fra il 1560 e il '70 e un'importante quadreria.
Inaugurato nel settembre 2010 su iniziativa di Antonio Panini (figlio di Giuseppe Panini, imprenditore e storico patron della pallavolo modenese), il Museo internazionale del Volley raccoglie quanto ha contribuito a scrivere la storia della pallavolo a Modena, e in altre città. Vi si trovano oggetti e ricordi da ex-giocatori, società, appassionati che hanno deciso di condividere oggetti e testimonianze della propria carriera, tra cui: maglie da gioco di varie epoche di squadre italiane e straniere, indumenti da gioco, medaglie olimpiche, trofei, gagliardetti, poster e locandine, nonché una videoteca che conta più di 500 filmati di partite della Nazionale e di club. È situato fuori Modena, tra Marzaglia e Cittanova.
Il Museo casa Enzo Ferrari: chiamato anche "MEF", è un progetto i cui lavori, iniziati nel 2009, sono terminati il 10 marzo 2012, giorno della sua inaugurazione. Il museo è stato collocato a Modena in via Paolo Ferrari 85, presso la casa natale di Enzo Ferrari, il famoso pilota di auto da corsa, nonché imprenditore, fondatore della casa automobilistica che porta il suo nome. Il complesso museale, progettato da Jan Kaplický e portato a termine da Andrea Morgante, prevede un complesso costituito dalla casa natale e da una seconda struttura, che è sorta al suo fianco. Nell'edificio che ospitava un tempo l'officina di Alfredo Ferrari, padre di Enzo, adiacente alla casa natale, sono esposte vetture Ferrari e altre marche e alcuni motori. La nuova galleria espositiva che presenta una grande copertura in pannelli d'alluminio di colore giallo (il colore della città), le cui aperture per la luce rimandano alle prese d'aria di un'auto da corsa, ospita mostre temporanee di automobili Ferrari o di altre marche legate al territorio. All'interno del cofano giallo viene proiettato ogni ora un video avvolgente, della durata di 10 minuti, che attraverso immagini e suoni racconta la vita di Enzo Ferrari. Il progetto è stato promosso dalla Fondazione Casa Natale di Enzo Ferrari, che vede la partecipazione del Comune di Modena, della Provincia di Modena, della Camera di Commercio di Modena, l'Automobile Club d'Italia e la Ferrari S.p.A. Dal 2014 il museo è gestito da Ferrari S.p.a.
Il Museo della Figurina: Il Museo della Figurina è nato dall'appassionata opera collezionistica di Giuseppe Panini, fondatore, nel 1961, dell'omonima azienda Panini assieme ai fratelli Benito, Franco Cosimo ed Umberto.
Il museo è stato aperto al pubblico il 15 dicembre 2006, nella sede di Palazzo Santa Margherita che ospita anche la Biblioteca Delfini, la Galleria Civica e l'Istituto Superiore di Studi Musicali O. Vecchi - A. Tonelli.
I sei armadi del Museo, sei grandi album da sfogliare, ripercorrono l'intera storia della figurina dagli antecedenti ad oggi: 2.500 pezzi tra stampe e oggetti originali, parte del patrimonio del museo di circa 500.000 esemplari. Accanto alle figurine vere e proprie, sono presenti anche collezioni di cigarette cards, fascette di sigari, scatole di fiammiferi, menu, etichette d'hotel, calendarietti da barbiere e bolli chiudilettera.
Il Museo Panini Maserati è un museo privato che espone una collezione di auto d'epoca principalmente Maserati.
A Modena ha sede il planetario civico "Francesco Martino"[41] che fa parte dell'associazione nazionale dei planetari italiani. Inaugurato nel 1990, il planetario è dotato di un proiettore ZKP2 della Zeiss e può accogliere sotto la sua cupola 76 spettatori. Al suo interno vengono organizzati eventi di settore ed eventi aperti al pubblico, con l'obiettivo della divulgazione scientifica ludica. All'interno è presente una riproduzione del pendolo di Foucalt.
Il quartiere fieristico di Modena, che si chiama Fiera di Modena o anche Modena Fiere, si trova nella zona periferica della città, affiancato dall'Autostrada Milano-Napoli, tra i quartieri della Bruciata e di Cittanova. È raggiungibile dall'Autostrada dal casello di Modena Nord e dalla Tangenziale di Modena dalle uscite 15 (via Virgilio / Fiera) e 16-16 bis (SS9 Reggio E. / Milano).
In città la prosa è rappresentata nei teatri Michelangelo, Storchi e delle Passioni. Gli ultimi due fanno parte dell'ERT (Emilia Romagna Teatro). Tutte le altre rappresentazioni (opera, musica classica, balletto) vengono ospitate presso il Teatro comunale Luciano Pavarotti. Nel Teatro dei Segni, teatro Sacro Cuore e Teatro della Cittadella vengono tenute rappresentazioni da parte di gruppi di teatranti locali aventi ad oggetto, in alcuni casi, sperimentazioni (ad esempio match di improvvisazione teatrale).
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In quanto antica capitale dei domini estensi, la cucina di corte della città ha decisamente influenzato lo sviluppo delle cucine modenese e reggiana. Il caso più noto è quello dell'aceto balsamico, la cui diffusione oltre una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche si ebbe con la dispersione e la svendita dell'acetaia ducale durante le occupazioni napoleoniche. Ma anche i ricettari di corte ebbero un profondo influsso sullo sviluppo delle preparazioni locali, e oggi alcuni ristoranti propongono piatti ispirati alle ricette estensi dei secoli passati.
Numerosi sono i caseifici dediti alla produzione di Parmigiano-reggiano, e grande importanza rivestono nella cucina cittadina i salumi e le preparazioni a base di maiale. Due piatti tipici della stagione invernale, ma che è possibile trovare per buona parte dell'anno nelle trattorie come nelle case modenesi, sono lo zampone, ottenuto con carne macinata di maiale insaccata nella cotica della zampa anteriore, e il cotechino, dalla lavorazione piuttosto simile, ma diverso per forma e cotenna.
Ma dal maiale si ottiene anche lo strutto indispensabile per il tipico gnocco fritto: una focaccia fritta quadrata che si accompagna molto bene ai salumi. Originaria dell'Appennino (ma gustata volentieri in città) è invece la crescentina, detta comunemente (ed impropriamente) tigella. Accanto alle tradizionali trattorie, in città sono oggi presenti numerosi locali noti come "tigellerie" o "crescenterie" per il consumo da asporto di tale prodotto.
Tradizionalmente conteso con l'antica ed eterna rivale Bologna è il tortellino, un quadretto di pasta sfoglia ripiegato su un trito di maiale, prosciutto e parmigiano reggiano (anche se le ricette variano spesso di famiglia in famiglia).
Centro della produzione del Lambrusco, la città rappresenta anche il confine ideale tra le zone di produzione del Grasparossa (prodotto sulla collina) dai lambruschi Sorbara e Salamino (prodotti nella pianura).
A Modena si trova l'Osteria Francescana, tre stelle Michelin e L'Erba del Re, una stella Michelin.
L'aspetto del carattere modenese è ben rappresentato dalla maschera della città: il Sandrone ("Sandròun"): e non è certo un caso se tra tante manifestazioni della tradizione il carnevale è quella che conserva a tutt'oggi la maggior visibilità. Sull'origine di Sandrone vi sono varie teorie. Pare che a ogni carnevale il duca invitasse ai festeggiamenti di corte un contadino per il gusto di metterne in ridicolo la dabbenaggine e la grossolanità. Le cose cambiarono però quando a corte fu chiamato un tale Alessandro Pavironi, di Bosco di Sotto, che alle imbarazzanti domande dei convitati, escogitate proprio per metterlo in ridicolo, rispose con un'arguzia e un buon senso rimasti memorabili. Da allora la figura del "Sandrone" divenne l'emblema della saggezza del mondo contadino, contrapposto alle sofisticherie della città, dei ricchi e dei nobili.
La leggenda è simile a quella di tante fiabe popolari. Di certo vi è soltanto che il personaggio di Sandrone era già popolare nella prima metà del XIX secolo, portato sulle scene da una dinastia di attori e burattinai che si esibirono con successo anche presso la corte estense.
Ancora oggi, secondo la tradizione (tenuta in vita dalla "compagnia del Sandrone"), ogni anno il giovedì grasso Sandrone arriva a Modena. Lo accompagnano la moglie, la robusta Pulonia, e il figlio Sgorghìguelo: insieme la "famiglia Pavironica" sfila dalla stazione fino a Piazza Grande, dove i modenesi si affollano per assistere allo "sproloquio": il discorso dei tre (pronunciato nientemeno che dal balcone del Palazzo Comunale e rigorosamente in dialetto modenese!), ricco di commenti arguti sulla vita cittadina e bonarie critiche all'amministrazione e fa divertire.
L'area comunale di Modena si divide amministrativamente in quattro circoscrizioni che hanno in parte unito la suddivisione precedente: Centro storico (Centro Storico, San Cataldo), Crocetta (San Lazzaro-Modena Est, Crocetta), Buon Pastore (Buon Pastore, Sant'Agnese, San Damaso) e San Faustino (S.Faustino-Saliceta San Giuliano, Madonnina-Quattro Ville); ognuna delle quali dotata di una certa autonomia locale, di servizi specifici e di organi di delibera e consiglio.
Il comune è pertanto così suddiviso:
Quartiere |
Superficie in km² |
Popolazione |
Densità ab./km² |
---|---|---|---|
Centro storico | 3,03 | 26.193 | 7.654 |
Crocetta | 44,45 | 49.767 | 1.051 |
Buon Pastore | 53,24 | 58.194 | 1093 |
S.Faustino | 82,91 | 56.926 | 626 |
Totale Modena | 183,63 | 185.985 | 1007,9 |
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L'area metropolitana di Modena, seppure non costituisca una realtà istituzionalizzata (non esiste nessun organo sovracomunale che la rappresenti, situazione comune a tutte le aree metropolitane italiane), è una realtà vissuta ogni giorno da centinaia di migliaia di persone che si spostano all'interno di essa per lavorare, fare acquisti, vivere e divertirsi.
A differenza di molti agglomerati basati solo sulla continuità urbana, l'area metropolitana di Modena è definita anche da collegamenti regolari e costanti tra le sue parti. La mobilità è garantita dal trasporto urbano ed extraurbano dell'azienda di trasporto regionale tra Modena, Reggio Emilia e Piacenza (SETA) e dalla ferrovia Modena-Sassuolo, che collega le due stazioni della città e prosegue fino al nuovo polo ospedaliero di Baggiovara, continuando poi fino ai centri di Casinalbo, Formigine, Fiorano Modenese e Sassuolo. Altrettanto utilizzate anche le linee ferroviarie Modena-Carpi (con fermate a Soliera, e prosecuzione per Rolo-Novi-Fabbrico), Modena-Rubiera (RE) e la Modena-Castelfranco Emilia.
Il totale dell'area ha una popolazione di 458.318 abitanti e comprende la città di Modena, la sua periferia e le città di Soliera, Carpi, Rolo (RE), Novi, Fabbrico (RE), Campogalliano, Castelfranco Emilia, Rubiera (RE), Formigine, Maranello, Fiorano e Sassuolo.
Soprattutto negli anni '50 e '60 a Modena sono nate e si sono sviluppate molte aziende nel settore automobilistico (carrozzerie e motori).
Tra queste si evidenziarono la Carrozzeria Fantuzzi di Medardo Fantuzzi, la Carrozzeria Neri & Bonacini di Giorgio Neri e Luciano Bonacini, la Carrozzeria Scaglietti di Sergio Scaglietti, la Carrozzeria Sports Cars di Piero Drogo, la Stanguellini di Vittorio Stanguellini.
In tutto il mondo queste aziende vengono considerate tra le eccellenze del settore.[senza fonte]
Nella provincia di Modena hanno sede diverse case automobilistiche: Ferrari, Maserati, Pagani e per qualche tempo vi ha avuto sede anche la Bugatti.
É presente anche la sede dell'azienda produttrice di autogrù PM.
Per quanto riguarda l'artigianato, Modena è rinomata soprattutto per la produzione di strumenti musicali, tra i quali i violini e i violoncelli, grazie all'antica arte della liuteria.[43]
Modena presenta inoltre un'importante produzione alimentare che contribuisce alla grandezza della sua economia. Gli elementi principali di esportazione in ogni parte del mondo sono tipi di pasta ripiena (tortellini e affini), salumi di ogni genere (tra i quali zampone e cotechino), formaggi (in primis Parmigiano Reggiano) e soprattutto vini (dei quali il più caratteristico è il Lambrusco).
Modena costituisce un fondamentale nodo autostradale e stradale a livello nazionale: è proprio qui che nasce infatti l'Autostrada A22 del Brennero, unico collegamento stradale diretto tra Italia e centro Europa, e sempre a Modena essa si unisce con l'Autostrada A1 del Sole. A livello locale, l'infrastruttura più importante e recente è la Tangenziale di Modena.
La stazione di Modena si trova sulla linea Milano-Bologna, è capolinea della linea per Mantova e Verona e della linea FER per Sassuolo.
In passato Modena era al centro di un fitto sistema di trasporti su rotaia che la collegavano al restante territorio provinciale con tre linee ferroviarie e le due tranvie a vapore Modena-Maranello e Castelfranco-Bazzano. Altre due linee ferroviarie vennero progettate ma mai realizzate completamente.
All'interno del territorio comunale sono presenti tre stazioni destinate al servizio viaggiatori: Modena, gestita da Centostazioni S.p.A.; Quattro Ville, sulla Ferrovia Verona-Modena; e Modena Piazza Manzoni, sulla linea regionale per Sassuolo. Su quest'ultima linea sono presenti, sempre all'interno del territorio comunale, anche quattro fermate: Modena Policlinico, Modena Fornaci, Baggiovara Ospedale e Baggiovara[44].
Il trasporto pubblico urbano è gestito da SETA S.p.A..
È in servizio un'estesa rete filoviaria, costituita da 3 linee, che nel 1950 sostituì la rete tranviaria di Modena.
Nella frazione di Marzaglia è presente l'Aeroporto di Modena, dove ha sede l'Aero Club Modena.
In città sono presenti alcuni eliporti (Ospedale Policlinico, Ospedale Civile - Baggiovara, Vigili del fuoco) non aperti al traffico generale.
Dopo la Liberazione, Modena è stata ininterrottamente governata da maggioranze di sinistra. Si tratta di una delle poche realtà in Italia a non avere ancora sperimentato un'alternanza al potere tra soggetti politici contendenti.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1859 | 1859 | Luigi Carlo Farini | Governatore province modenesi | - | |
1859 | 1860 | Egidio Boni | Sindaco | - | |
1860 | 1863 | Gaetano Parenti | Sindaco | - | |
1863 | 1864 | Claudio Sandonnini | Sindaco | - | |
1864 | 1867 | Giuseppe Campori | Sindaco | - | |
1867 | 1875 | Luigi Tardini | Sindaco | - | |
1875 | 1881 | Claudio Sandonnini | Sindaco | - | |
1881 | 1887 | Giuseppe Triani | Sindaco | - | |
1887 | 1892 | Paolo Menafoglio | Sinistra | Sindaco | - |
1892 | 1893 | Gennaro Minervini | Sindaco | - | |
1893 | 1895 | Gennaro Tosi Bellucci | Sindaco | - | |
1895 | 1896 | Benito Malmusi | Sindaco | - | |
1896 | 1897 | Francesco Zironi | Sindaco | - | |
1897 | 1897 | Mario Rebucci | Sindaco | - | |
1897 | 1898 | Francesco Zironi | Sindaco | - | |
1898 | 1900 | Gennaro Tosi Bellucci | Sindaco | - | |
1900 | 1900 | Gino Buganza | Sindaco | - | |
1900 | 1908 | Luigi Albinelli | Liberale moderato | Sindaco | - |
1908 | 1910 | Pier Luigi San Donnino | Sindaco | - | |
1910 | 1910 | Filippo Pino | Sindaco | - | |
1910 | 1912 | Cesare Pagani | Sindaco | - | |
1912 | 1913 | Ulrico Marchesani | Sindaco | - | |
1913 | 1914 | Pier Luigi San Donnino | Liberale moderato | Sindaco | - |
1914 | 1919 | Giuseppe Gambigliani Zoccoli | Liberale moderato | Sindaco | - |
1920 | 1920 | Italo Pio | Sindaco | - | |
1920 | 1921 | Ferruccio Teglio | Partito Socialista Italiano | Sindaco | - |
1921 | 1922 | Bartolomeo Andreoli | Commissario Prefettizio | - | |
1922 | 1925 | Fausto Bianchi | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | - |
1925 | 1926 | Antonio Rizzi | pro-Sindaco | - | |
05/1926 | 12/1926 | Antonio Boragno | Partito Nazionale Fascista | Commissario Prefettizio | - |
12/12/1926 | 21/03/1940 | Guido San Donnino | Partito Nazionale Fascista | Podestà | - |
1940 | 1943 | Giuseppe Giannuzzi | Partito Nazionale Fascista | Commissario Prefettizio | - |
28/04/1943 | 28/07/1943 | Carlo Vandelli | Partito Nazionale Fascista | Podestà | - |
1943 | 1945 | Mirko Manzotti | Partito Fascista Repubblicano | Podestà | - |
1945 | 1962 | Alfeo Corassori | Partito Comunista Italiano | Sindaco | - |
1962 | 1972 | Rubes Triva | Partito Comunista Italiano | Sindaco | - |
1972 | 1980 | Germano Bulgarelli | Partito Comunista Italiano | Sindaco | - |
1980 | 1987 | Mario Del Monte | Partito Comunista Italiano | Sindaco | - |
1987 | 1992 | Alfonsina Rinaldi | Partito Comunista Italiano | Sindaco | - |
1992 | 1994 | Pier Camillo Beccaria | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | - |
1994 | 1995 | Mariangela Bastico | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | - |
1995 | 2004 | Giuliano Barbolini | Partito Democratico della Sinistra/Democratici di Sinistra | Sindaco | - |
2004 | 2014 | Giorgio Pighi | Democratici di Sinistra/Partito Democratico | Sindaco | - |
2014 | 2019 | Gian Carlo Muzzarelli | Centro-sinistra[45] | Sindaco | - |
2019 | in carica | Gian Carlo Muzzarelli | Centro-sinistra[46] | Sindaco | - |
Il comune di Modena è gemellato con:[47]
È presente il consolato onorario del Cile.
L'automobilismo è probabilmente l'attività sportiva che maggiormente contribuisce a rendere Modena celebre nel mondo. Oltre alla Scuderia Ferrari, fondata a Modena nel 1929 e trasferitasi a Maranello durante la guerra, e alla Maserati che invece ha sede in città fin dal 1937, vanno ricordati anche costruttori come De Tomaso e Stanguellini, e squadre come la Scuderia Centro Sud con la celebre scuola di pilotaggio diretta da Piero Taruffi.
Tra il 1927 e il 1947 la città ospitò diversi gran premi automobilistici su tracciati stradali denominati Circuito di Modena, che videro vittoriosi piloti come Enzo Ferrari e Tazio Nuvolari.[48] A seguito di un incidente mortale si decise di abbandonare le competizioni sul circuito cittadino, iniziando la costruzione dell'Aerautodromo che fu inaugurato nel 1950. Sul nuovo tracciato permanente si disputarono sette edizioni del Gran Premio di Modena, riservato a vetture di Formula 2 e Formula 1, e ventidue edizioni del Gran Premio Motociclistico, solitamente gara di apertura del Campionato Italiano. Il tracciato fu chiuso e quindi demolito alla fine degli anni '70[48].
Attualmente nel territorio comunale, più precisamente nella frazione di Marzaglia, è presente un circuito denominato "Autodromo di Modena", aperto nel 2011.
La principale squadra di calcio della città è il Modena che, nella stagione 2022-2023, militerà nel campionato di Serie B. La squadra, vincitrice di due Coppe Anglo-Italiane, disputa i suoi incontri casalinghi allo stadio Alberto Braglia. Il club ottenne i risultati migliori nel periodo della seconda guerra mondiale, con diversi campionati di serie A disputati e un piazzamento al terzo posto in Serie A 1946-1947. Il club canarino ha disputato in totale tredici campionati di Serie A e cinquanta campionati di Serie B.
In campo femminile il Modena F.C.F. ha vinto due volte il campionato italiano.
Tre sono invece le società di calcio a 5 presenti nel territorio comunale di Modena: il Modena Calcio a 5, militante nel campionato regionale di Serie C1, la Montanari Calcio a 5, militante nel campionato regionale di Serie C2; e la CUS Modena, la squadra universitaria, militante nel campionato provinciale di Serie D.
In otto edizioni del Giro d'Italia Modena è stata sede di arrivo di tappa: la prima volta nel 1928, l'ultima nel 2019. Nel 1953 Modena ospitò due frazioni: una in linea (vinta da Fiorenzo Magni) seguita, il giorno dopo, da una cronometro a squadre disputata nell'aerautodromo cittadino. Significativa fu la tappa del 1940 vinta da Fausto Coppi, alla sua prima partecipazione al Giro. In quell'occasione il Campionissimo conquistò la maglia rosa che non avrebbe più ceduto fino al termine della corsa vincendo così il primo Giro d'Italia della sua carriera. In altre due edizioni (Alfredo Binda nel 1928 e Arnaldo Pambianco nel 1961) chi ha indossato la maglia rosa a Modena è risultato vincitore della classifica finale. In un'occasione è stata anche sede di partenza di tappa, nel 2021.
Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Modena:
Tappe del Giro d'Italia con partenza da Modena
La città di Modena ha una ricca e gloriosa tradizione nello sport della pallavolo. Il principale campo da gioco è il PalaPanini.
Nella pallavolo maschile Modena può vantare un record di 22 scudetti vinti, suddivisi tra quattro diverse società. Negli anni sessanta per un periodo ci furono nella massima serie ben tre squadre modenesi, l'Avia Pervia, la Minelli e la Villa d'Oro che dal 1952 al 1962 monopolizzarono il titolo di campione italiano per undici anni di fila. Con lo scioglimento dell'Avia Pervia venne fondata la Panini, oggi Modena, che dal 1968 milita ininterrottamente in Serie A1 e ha vinto, tra l'altro, 12 scudetti e 4 Coppe dei Campioni[49].
In campo femminile Modena ha vinto 13 scudetti, suddivisi tra quattro società tutte scomparse, come l'Audax Modena (5 volte campione), la Minelli Modena (2), la Fini Modena e Volley Modena (1). Al 2016 la città è rappresentata in Serie A1 dalla River Volley.
La squadra di Hockey su pista è la Amatori Modena che partecipa al campionato di serie A2. Ha vinto due volte il titolo di campione d'Italia.
La squadra di baseball è il Modena Baseball, che dopo aver partecipato in passato a numerosi campionati della massima serie (serie A1), arrivando alla finale scudetto nel 2003, dal 2006 milita nella Serie A Federale, secondo livello del Campionato italiano di baseball. Vanta due Coppe CEB[50].
La squadra di rugby è il Modena Rugby Club, militante nel campionato di Serie B ma che in passato ha partecipato anche al campionato di Serie A, seconda divisione del campionato italiano di rugby. In passato, il CUS Modena partecipò al massimo campionato nel 1956-1957.
Nella pallacanestro in campo femminile la PSA Modena milita nel Serie C regionali mentre in quello maschile il PSA Modena milita in Serie C Gold.
La Scuola Pallamano Modena, partecipante al campionato di Serie A2 e gareggia al Palazzetto dello Sport di Viale Molza[51].
La società Modena Nuoto, che ha sede nelle piscine Dogali si occupa di nuoto e pallanuoto. La Pallanuoto Modena partecipa al campionato di serie B[52].
I Vipers Modena sono la squadra di football americano della città. Partecipa al Campionato di Seconda Divisione, il secondo livello italiano[53].
L'ASD Invicta Skate Modena, partecipa alla Serie A2 del Campionato Italiano di Hockey in-line. Vanta partecipazioni alla Serie A1. Gareggia al Palaroller Vellani.
I principali impianti sportivi sono:[54]
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