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Mirandola (La Miràndla in dialetto mirandolese[5]) è un comune italiano di 24 097 abitanti[1] della provincia di Modena in Emilia-Romagna, situato a nord del capoluogo. Ha il titolo di città.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Mirandola (disambigua).
Mirandola
comune
Mirandola – Veduta
Mirandola – Veduta
Il palazzo comunale nel 2010
Localizzazione
Stato Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Modena
Amministrazione
SindacoAlberto Greco (Lega Nord) dal 9-6-2019
Territorio
Coordinate44°53′14.17″N 11°03′57.71″E
Altitudine18 m s.l.m.
Superficie137,09 km²
Abitanti24 097[1] (31-5-2022)
Densità175,78 ab./km²
FrazioniCividale, Crocicchio Zeni Gavello, Tre Gobbi, Mortizzuolo, Quarantoli, San Giacomo Roncole, San Martino Carano, San Martino Spino, Tramuschio[2]
Comuni confinantiBondeno (FE), Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Poggio Rusco (MN), San Felice sul Panaro, San Giovanni del Dosso (MN), San Possidonio, Sermide e Felonica (MN)
Altre informazioni
Cod. postale41037
Prefisso0535
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT036022
Cod. catastaleF240
TargaMO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 193 GG[4]
Nome abitantimirandolesi
Patronosan Possidonio
Giorno festivo16 maggio
Cartografia
Mirandola
Mirandola – Mappa
Mirandola – Mappa
Posizione del comune di Mirandola all'interno della provincia di Modena
Sito istituzionale

Geografia fisica


La città dista 35 da Modena, 50 km sia da Mantova che da Ferrara, e 90 km da Verona. Il territorio comunale di Mirandola si trova in pianura, ad un'altitudine compresa tra i 9 m s.l.m. (nella zona di San Martino Spino) e i 23 m s.l.m. (a San Giacomo Roncole), mentre la casa comunale è posta a 18 m s.l.m..[6]


Territorio



Clima


Mese Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 5,48,213,017,722,627,029,628,925,018,912,16,46,717,828,518,717,9
T. media (°C) 1,74,18,713,017,621,524,023,419,113,57,72,92,913,123,013,413,1
T. min. media (°C) −0,80,84,38,212,316,018,117,914,910,05,50,70,28,317,310,19,0
T. max. assoluta (°C) 17,1
(2016)
26,0
(1990)
29,0
(1989)
31,9
(2011)
36,2
(2009)
37,8
(2003)
39,8
(2015)
41,2
(2017)
35,0
(1927)
30,1
(2011)
25,5
(1926)
16,3
(2006)
26,036,241,235,041,2
T. min. assoluta (°C) −25,0
(1985)
−20,0
(1991)
−8,4
(2005)
−4,0
(1929)
2,0
(1962)
5,3
(2001)
9,0
(1986)
9,0
(1929)
3,0
(1931)
−2,4
(2009)
−9,4
(1965)
−15,0
(1933)
−25,0−8,45,3−9,4−25,0
Precipitazioni (mm) 45,444,851,759,664,661,141,949,661,373,070,848,4138,6175,9152,6205,1672,2
Radiazione solare globale media (centesimi di MJ/m²) 173,3250,0422,2525,9656,0694,8723,5610,1455,7307,2185,1134,2557,51 604,12 028,4948,05 138,0

Fonte: Record e statistiche climatiche per l'area di Mirandola e bassa modenese, su Mirandolameteo.it. URL consultato l'8 settembre 2017 (archiviato l'8 settembre 2017).


Storia


Mirandola nell'Itinerario di Franz Schott, 1649
Mirandola nell'Itinerario di Franz Schott, 1649

Distante circa 34 chilometri da Modena (lungo la statale 12, in direzione di Verona) questa cittadina della bassa modenese mantiene ancora nella pianta ottagonale tracce della sua struttura di città-fortezza rinascimentale. Intorno a piazza Costituente, nucleo centrale e di riferimento dell'intero centro cittadino, si innalzano i fabbricati, in parte originali e in parte ricostruiti, facenti parte dell'antico grande complesso del castello dei Pico. Il castello, dopo un periodo di decadenza iniziato nei primi decenni del Settecento, è stato completamente restaurato e il 4 giugno 2006 è stato riaperto al pubblico. Il nucleo storico di piazza Costituente è completato dal palazzo della Ragione, in stile tardo gotico, dal quattrocentesco palazzo Bergomi e dal palazzo Comunale (1468, ma molto restaurato nell'Ottocento). Le mura che circondavano la città furono abbattute alla fine dell'Ottocento e oggi al loro posto c'è l'anello della circonvallazione che percorre quello che era il perimetro della città che mantiene la forma di "stella".

Nel 2012, Mirandola è stata colpita da una serie di violenti terremoti a catena, che hanno causato quattro vittime nella periferia della città e danneggiato buona parte degli edifici fra cui il duomo, la chiesa di San Francesco d'Assisi, le aziende del distretto biomedicale e vari capannoni industriali, causando un enorme danno all'economia locale.

A poco meno di un anno dal terremoto, il 3 maggio 2013, la frazione di San Martino Spino ha subìto seri danni a causa di un tornado.


Ducato della Mirandola


Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato della Mirandola.

A partire dal 1310 fu la capitale della Signoria dei Pico (tra i quali è notissimo Giovanni Pico della Mirandola, umanista e scienziato del Quattrocento), Mirandola passò al dominio estense soltanto nel 1711. Nel corso della sua storia Mirandola fu oggetto di due celebri assedi, il primo nel 1510, ai tempi di papa Giulio II, il secondo sotto Giulio III, nel 1551, che costituì l'ambientazione di un romanzo del modenese Antonio Saltini.

La decadenza della cittadina è segnata anche dalla sciagura di un fulmine che nel 1714 fece esplodere la polveriera e con essa buona parte del castello che costituiva la reggia dei Pico: l'attuale torrione, che si affaccia su piazza Costituente al centro della città, è in gran parte una ricostruzione novecentesca, che reintegra l'originale portico seicentesco e la facciata della galleria Nuova.


Nobiltà civica


La città godeva di una propria nobiltà civica, con tanto di libro d'oro della nobiltà, composta da quelle famiglie che per vari motivi avevano contribuito alla storia della città. La consulta araldica del Regno d'Italia riconobbe la nobiltà civica di Mirandola e di contesto entrarono a far parte dell'Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana le famiglie col titolo di Nobile di Mirandola[7]:


Don Zeno


A partire dagli anni trenta e fino al dopoguerra don Zeno Saltini fu molto attivo nella frazione San Giacomo Roncole. Qui fondò l'Opera dei Piccoli Apostoli a favore dei ragazzi abbandonati, che poi si evolse nella comunità di Nomadelfia (inizialmente a Fossoli e quindi a Grosseto) incontrando dapprima un appoggio negli ambienti ecclesiastici, trasformati poi in un'aperta ostilità. Gli avvenimenti sono stati in seguito raccontati da una fiction televisiva Don Zeno - L'uomo di Nomadelfia.


Simboli


Lo stemma comunale è costituito da un capriolo d'oro in campo azzurro, in cartella a scudo, sormontata da una corona turrita con cinque torri che simboleggiano il titolo di città riattribuito dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1997, in occasione del quattrocentesimo anniversario della concessione del titolo di città da parte dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo (1596-1597)[8]. Completano lo stemma due rami, uno di alloro e uno di quercia, che si intrecciano e legano in basso.[9]

Il gonfalone è interamente giallo, con lo stemma leggermente traslato verso l'alto e contornato in basso da ricami in oro e in alto alla scritta "Città di Mirandola".

Il caso dei "Demoni della Bassa Modenese"

A Mirandola, tra il 1997 e il 1998, alcuni bambini vengono allontanati dalle proprie famiglie perché questi ultimi avevano accusato i propri famigliari di violenze e di abuso rituale satanico. Il caso, scoppiato inizialmente nel quartiere di Finale Emilia chiamato Massa Finalese, si allargò fino a Mirandola, finendo sulle testate giornalistiche dei più importanti quotidiani nazionali.

In totale vennero accusate 20 persone con diversi capi di accusa. L'accusa di abuso rituale satanico fu archiviata in tutti i processi per mancanza di prove. Alcuni degli imputati vennero assolti in via definitiva, mentre altri vennero condannati per il reato di abuso su minori. Le famiglie e gli indagati hanno sempre sostenuto la loro non colpevolezza.

I bambini sottratti alle famiglie non videro mai più i loro genitori.

La storia completa è stata raccontata nel podcast "veleno" del quotidiano La Repubblica, pubblicato nel 2017.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


Duomo di Mirandola (prima del terremoto del 2012)
Duomo di Mirandola (prima del terremoto del 2012)
Duomo di Mirandola durante i lavori in corso di costruzione della copertura provvisoria in metallo. Si nota il totale crollo della vecchia copertura e parte della facciata principale, nonché i rinforzi di messa in sicurezza della stessa
Duomo di Mirandola durante i lavori in corso di costruzione della copertura provvisoria in metallo. Si nota il totale crollo della vecchia copertura e parte della facciata principale, nonché i rinforzi di messa in sicurezza della stessa
Chiesa di San Francesco durante i lavori in corso di costruzione della copertura provvisoria in metallo. Si nota il totale crollo della chiesa fatta salva la facciata principale fortemente rinforzata per la messa in sicurezza
Chiesa di San Francesco durante i lavori in corso di costruzione della copertura provvisoria in metallo. Si nota il totale crollo della chiesa fatta salva la facciata principale fortemente rinforzata per la messa in sicurezza
La Madonnina prima del sisma del 2012
La Madonnina prima del sisma del 2012
Oratorio della Madonna della Porta, fine 2013, dopo gli interventi di messa in sicurezza a seguito del terremoto del 2012
Oratorio della Madonna della Porta, fine 2013, dopo gli interventi di messa in sicurezza a seguito del terremoto del 2012

Architetture civili


Piazza della Costituente, con lo sfondo del Palazzo comunale
Piazza della Costituente, con lo sfondo del Palazzo comunale
L'interno del Teatro Nuovo negli anni 1950
L'interno del Teatro Nuovo negli anni 1950

Proprio di fronte al teatro era collocato il capolinea della tranvia di Mirandola a cavalli (attiva dal 1904 al 1927) che collegava il centro cittadino con la stazione ferroviaria situata a Cividale.


Architetture militari



Castello dei Pico

Il Castello dei Pico in una cartolina storica
Il Castello dei Pico in una cartolina storica

Il castello dei Pico è situato nella parte nord-occidentale del centro storico di Mirandola. Fu una roccaforte famosa in Europa come leggendariamente inespugnabile[12], appartenne al casato dei Pico, che regnò su Mirandola per oltre quattro secoli (1311-1711) e che la arricchì in epoca rinascimentale con importanti opere d'arte. Il castello dei Pico, insieme al palazzo comunale, costituisce un'icona e un simbolo della città di Mirandola[13]. Il castello era caratterizzato da un'enorme torre, che scoppiò a causa di un fulmine nel 1714.

Il terremoto del 2012 ha reso inagibile il castello, causando un danno di più di 10 milioni di euro (solo per la parte di proprietà pubblica).


Altre architetture



Galleria del Popolo

La galleria del Popolo è una galleria commerciale situata nel centro storico, inaugurata nel 1930 dopo la modifica dell'edificio cinquecentesco che ospitò il Monte di Pietà, istituito nel 1495 dall'Ordine dei frati minori francescani.


Barchessone Vecchio

Barchessone Vecchio
Barchessone Vecchio

Il Barchessone Vecchio è un edificio rurale utilizzato nel XIX-XX secolo per l'allevamento dei cavalli, situato nella frazione di San Martino Spino. La struttura è caratterizzata da un'insolita pianta poligonale con 16 lati (esadecagono) e un'abitazione per lo stalliere al piano superiore.


Palazzo Portovecchio

Luogo militare dei Pico, poi divenne del Duca di Modena per allevamento dei cavalli, con distaccamento di soldati per esercitazioni. Negli anni 1930 vi fu l'inserimento del Genio Pontieri e di reparti dell'Accademia Militare di Modena, infine dell'Aeronautica Militare come distaccamento della Caserma Setti di Modena del 14° Deposito parti aeree di aeroplani e mezzi della aeronautica, e anche come centro meteorologico della bassa Padana, definito come Centro aeronautico Meteorologico Militare della bassa padana.


Aree naturali


Pista ciclabile intitolata a Chico Mendes
Pista ciclabile intitolata a Chico Mendes

Il territorio di Mirandola presenta ampie porzioni un tempo occupate da paludi e acquitrini. A seguito di successive bonifiche, avviate in epoca romana e concluse a ridosso delle guerre mondiali, questi terreni sono stati prosciugati e destinati ad un utilizzo agricolo. Recentemente le politiche agricole e ambientali hanno fornito strumenti per rinaturalizzare terreni vallivi e creare nuove zone umide. Sono stati inoltre recuperati edifici storici, quali i caratteristici "Barchessoni".

Le Valli mirandolesi sono una zona di protezione speciale (ZPS) e rappresentano oggi una realtà di notevole interesse naturalistico, caratterizzate da habitat peculiari a paludi, canneti e prati umidi, che offrono rifugio a numerose specie di interesse comunitario (Direttiva 43/1992).

Alle Valli si accede dalle frazioni di San Martino Spino, Gavello, Mortizzuolo e Quarantoli e sono accessibili grazie ad un'organizzata rete di percorsi naturalisti ciclabili e pedonali, che valorizzano le peculiarità del territorio. Grazie ad associazioni come "La Raganella" questi paesaggi sono "raccontati" e fatti visitare ai ragazzi delle scuole della zona.


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[14]


Etnie e minoranze straniere


Nel comune di Mirandola sono presenti almeno fin dal XVIII secolo[15] due insediamenti storici di etnia Sinti[16], situati a Santa Giustina Vigona e San Martino Spino.

Al 31 dicembre 2020 gli stranieri residenti nel comune erano 3 728, ovvero il 15,5% della popolazione residente. Di seguito sono riportati i dieci gruppi più consistenti[17]:

  1. Romania, 1004
  2. Marocco, 649
  3. Cina, 544
  4. Moldavia, 480
  5. Albania, 222
  6. Tunisia, 161
  7. Ucraina, 87
  8. India, 75
  9. Pakistan, 72
  10. Macedonia del Nord, 58

Lingua e dialetti


Oltre alla lingua italiana, a Mirandola è utilizzato il locale dialetto mirandolese, una variante dell'emiliano.

Dal 1879 viene pubblicato ogni anno il lunario de "Al Barnardon"[18] con l'indicazione delle feste, sagre e fiere del mirandolese e dintorni. Scritto interamente in dialetto mirandolese, da oltre centotrenta anni costituisce un autentico documento di costume di un'epoca e di una "cultura popolare", assiduo testimone delle vicende, ora tristi ora liete, della terra mirandolese. Infatti, al centro del lunario vi è il Dascors general (Discorso generale), in cui viene riassunto e commentato in maniera ironica e goliardica l'anno precedente e si fanno le famose previsioni meteorologiche per l'anno a venire (freddo in inverno e caldo in estate), sempre azzeccate in oltre 130 anni di storia del lunario.


Tradizioni e folclore


Mirandolina interpretata da Eleonora Duse nel 1891
Mirandolina interpretata da Eleonora Duse nel 1891

La tradizionale maschera della città è Mirandolina, protagonista della celebre opera teatrale La locandiera di Carlo Goldoni, che durante il carnevale incontra altre maschere modenesi come la famiglia Pavironica (Sandrone, Pulonia e Sgorghiègolo) di Modena, Tognone di San Felice sul Panaro e Tamburlano con la famiglia Fiascona di Fanano.

La Società di Franciacorta è un'associazione centenaria con sede nell'omonimo quartiere orientale del centro storico attraversato da via Francesco Montanari, chiamato così perché in passato l'esercito napoleonico vi si era accampato. Ogni anno organizza diverse manifestazioni e sfilate storico-folkloristiche legate al cosiddetto "Libero Principato di Franciacorta" e al suo nobile corteo formato da principi, alti dignitari, ciambellani, ministri, generali e ammiragli (tutti decoratissimi con medaglie di latta). Tradizionalmente, durante il terzo fine settimana di novembre il quartiere di Franciacorta dichiara la propria indipendenza e si dà alle feste. Viene inviata una delegazione presso il palazzo comunale per allacciare i rapporti diplomatici con l'amministrazione comunale, si celebra il matrimonio del Principe (ogni anno con una bella ragazza del quartiere, in passato con famose donne dello spettacolo). Al termine dei tre giorni di festeggiamento, il Principato è però costretto a dichiarare la bancarotta e a rinunciare all'indipendenza, non senza ripromettersi di ripeterla l'anno successivo.

Nel primo giorno dell'anno i bambini maschi vanno per le case, prima di mezzogiorno, a recitare in dialetto mirandolese la filastrocca de al Bón Cavdànn, augurando buon capodanno e cento anni e un giorno di buona salute, in cambio di una piccola mancia. Se la persona a cui si fanno gli auguri non è così convinta di concedere la mancia, il bambino prosegue la nenia dicendo di accontentarsi di ricevere oro o argento e, nel caso di nessuna mancia, conclude gli auguri nella speranza di trovare l'indomani il suo interlocutore "lòng dastés" (lungo disteso, ovvero morto).

(emr)

«A son gnū a darv al Bón Cavdànn,
c'av scampādi zent'ann,
zent'ann e un dè,
la bóna mān la vén a mè!

Or o argènt, quel c'am dāv a sòn cuntent,
s'am na da gninta a fa l'istess:
ad'matìna av catā long dastés!»

(IT)

«Sono venuto a darvi il buon capodanno,
che viviate cent'anni,
cent'anni e un giorno,
la buona mancia venga a me!

Oro o argento, quel che mi date sarò contento,
ma se non mi date niente fa lo stesso:
domattina vi troverete lungo disteso (morto)!»

Fra le tradizioni del passato vi era quella di ònzar al spròcch (letteralmente: ungere il bastocino appuntito) durante il giovedì grasso, quando i bambini giravano per le case chiedendo pezzettini di grasso o lardo da infilare su uno spiedino, e altre tradizioni legate alla cultura rurale, durante la notte di San Giovanni (la cui guazza o rugiada è miracolosa) o quella di Sant'Antonio abate (quando gli animali della stalla parlano la lingua delle persone). Il 1º novembre, in occasione del giorno dei morti, si usava preparare un letto nel caso in cui l'anima di un parente defunto avesse voluto tornare e dormire nella sua casa; in seguito, ci si reca nei cimiteri a raccontare alle lapidi dei propri cari quello che è avvenuto durante l'anno.

Quotidianamente i cittadini sono soliti passeggiare lungo il cosiddetto listone (al listòn), una lunga pavimentazione di bolognini che attraversa l'intera lunghezza della centrale piazza della Costituente.

Nella giornata di sabato si svolge il tradizionale mercato settimanale (noto fin dal 1599), mentre al martedì vi è il mercato del formaggio (risalente al 1476) nei pressi del portico degli ortolani e al venerdì quello del pesce a fianco del Duomo. A metà maggio, in occasione della celebrazione del patrono San Possidonio, si svolge la cinquecentenaria fiera.


Cultura



Istruzione



Archivi e biblioteche


Ricerca

Grazie ai fondi per la ricostruzione del terremoto, il 10 gennaio 2015 è stato inaugurato all'interno del nuovo polo scolastico di Mirandola il Technology Park for Medicine (TPM)[19], un parco scientifico-tecnologico[20] per la ricerca su tossicologia, proteomica, microscopia applicata, biologia cellulare e materiali, sensori e sistemi.[21] Per l'importante polo medicale presente sul territorio è stato istituito il Museo del Biomedicale all'interno del Castello Pico.


Scuole

Palazzo delle scuole elementari (1910)
Palazzo delle scuole elementari (1910)

Musei


Media



Stampa

L'amministrazione comunale pubblica mensilmente il periodico d'informazione L'Indicatore mirandolese, fondato nel 1876.


Radio

A Mirandola ha sede l'emittente radiofonica Radio Pico, che trasmette nel territorio della bassa modenese, mantovano e veneto ed è la radio ufficiale per i comunicati della viabilità dell'Autostrada del Brennero nelle zone citate.


Musica


La Filarmonica cittadina Guglielmo Andreoli di Mirandola, fondata nel XVIII secolo, è una delle filarmoniche più antiche dell'Emilia-Romagna. Intitolata alla memoria del maestro Guglielmo Andreoli, il complesso musicale nel corso degli anni ha vinto numerosi premi internazionali.[22]


Cucina


Preparazione tradizionale dei maccheroni al pettine
Preparazione tradizionale dei maccheroni al pettine

La cucina mirandolese appartiene alla tradizione culinaria modenese, con influenze di quelle ferrarese e mantovana[23].

Alcune leggende tramandano l'invenzione dello zampone durante l'Assedio della Mirandola di papa Giulio II (inverno del 1510-1511) e quello dei maccheroni al pettine durante l'assedio dei piemontesi Carlo Emanuele III di Savoia nel 1742.

Fra i piatti tipici di Mirandola si possono ricordare:


Geografia antropica


Ai sensi dello statuto comunale, il territorio del comune di Mirandola comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Gavello, Mortizzuolo, Quarantoli, San Giacomo Roncole, San Martino Spino e Tramuschio[25], ognuno dei quali dotato di un comitato di frazione. Peraltro anche nella località di Cividale (che ufficialmente non è riconosciuta come frazione) esiste tale organismo decentrato.[26]

Altre località del territorio comunale sono[27]: Baia, Bastiglia, Bigozzi, Carrobbio Zeni (chiamato anche Crocicciccio Zeni), Case sparse, Castello Tondino, Castello Venezia, Cividale, Confine, Fondo Gesù, Grazi, I Gazzuoli, Maffea, Malavicina, Nocedella, Orto Serafina, Ponte Pietra, Ponte San Pellegrino, Ponte Santa Maria, San Martino Carano, Santa Giustina Vigona, Stazione Ferroviaria, Svolta de' Secchi e Tre Gobbi.


Economia


L'economia mirandolese è caratterizzata principalmente da due settori: il biomedicale e l'agricoltura.


Agricoltura


L'agricoltura, sviluppata soprattutto nelle valli delle varie frazioni, ha come prodotti principali prodotti le colture erbacee, da frutto e l'allevamento.

Tra le colture erbacee si rilevano l'abbondanza di barbabietola da zucchero, mais (Zea Mays, sia per granella che per ceromais), sorgo, frumento, erba medica (anche per insilati, chiamata erba di Spagna) e altre specie.

Per le colture da frutto è importante ricordare le coltivazioni di pere e mele campanine varietà autoctona. Tra le varietà più coltivate di pere vi sono Abate Fétel, Kaiser, William (bianco e rosso) e Conference. Vi sono anche molti vigneti specializzati di uva nera Lambrusco, in quanto il territorio ricade nella zona di produzione del vino Lambrusco Salamino di Santa Croce rosso DOC. Grazie alla grande presenza di acqua, nelle frazioni di Gavello e San Martino Spino e nelle valli mirandolesi è diffuso l'allevamento ittico (pesce gatto, tinca, carpa, luccio e anguilla) e la coltivazione di pomodoro, anguria e melone, essendo in particolare incluse nella zona di produzione del "melone mantovano IGP".

Mirandola è situata nella zona di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano DOP, per cui si sono sviluppati molti allevamenti bovini (soprattutto di pezzata nera) sia a stabulazione fissa (il latte di queste vacche non è adatto alla produzione del formaggio, ma solo di latte alimentare), viste le vecchie abitudini contadine, che a stabulazione libera, il metodo più efficace per le produzioni e le esigenze attuali.

A Mirandola si sta anche affermando la coltivazione di pioppo sia per ricavarne cellulosa che per biomassa.

Grazie alle abbondati produzioni agricole della zona, in passato erano presenti numerose aziende alimentari e di trasformazione, tra cui uno zuccherificio-distilleria, uno stabilimento di conservazione (già gestito da Covalpa, Mon Jardin e Conserve Italia e chiuso nel 2002) e un'importante industria di lavorazione delle carni (salumificio Montorsi, chiuso negli anni 1990).


Industria



Biomedicale

Lo stesso argomento in dettaglio: Distretto biomedicale di Mirandola.

Il distretto biomedicale dell'area mirandolese (che comprende anche vari comuni limitrofi, i più importanti dei quali sono Medolla e Cavezzo) si è sviluppato a partire dagli anni sessanta grazie all'iniziativa di Mario Veronesi, un farmacista che intuì le potenzialità del mercato di prodotti monouso per uso medico. Oggi il distretto raggruppa un centinaio di aziende del settore.[28]


Metalmeccanica

Dal 1927 Mirandola è sede di stabilimenti automobilistici, come la Carrozzeria Barbi specializzata nella produzione di autobus e veicoli commerciali.

Dagli anni 2000 è stato aperto uno stabilimento della Lamborghini per la verniciatura personalizzata delle vetture Aventador e Huracán.

Altre aziende metalmeccaniche sono dedicate alla smaltatura, produzione di infissi e finestre, container, prefabbricati industriali e macchine agricole. In passato era sviluppata anche la lavorazione della ghisa presso la fonderia Focherini (chiusa negli anni 1980).


Servizi


Il palazzo della Cassa di risparmio di Mirandola
Il palazzo della Cassa di risparmio di Mirandola

Essendo il comune più popoloso della bassa modenese, sul territorio comunale è particolarmente sviluppato il settore terziario dei servizi, che da solo occupa circa il 45% della forza lavoro residente. Il commercio, fino al terremoto del 2012, era principalmente sviluppato all'interno dell'anello del centro storico, mentre in seguito è andato concentrandosi nei pressi dei due maggiori centri commerciali cittadini.

Fino agli anni 2000 era sede della Cassa di risparmio di Mirandola (1864-2006), erede dell'antico monte di pietà fondato nel 1495 dai frati francescani.

L'Azienda Intercomunale Acqua e Gas (AIMAG) è un'azienda consorziale a capitale pubblico misto, specializzata nella distribuzione di energia elettrica, gas metano e nei servizi di raccolta dei rifiuti e di illuminazione pubblica in 21 comuni della bassa modenese e mantovana.

Tra i servizi non destinabili alla vendita, si cita l'ospedale Santa Maria Bianca (fondato nel 1432 e attualmente suddiviso nelle aree medica, chirurgica e materno-infantile). Mirandola è anche il principale centro amministrativo e scolastico della parte settentrionale della provincia di Modena.


Infrastrutture e trasporti



Strade


La principale infrastruttura viaria è costituita dalla Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero, che collega la bassa modenese verso nord con il mantovano e il veronese e verso sud con Modena.

Lungo l'asse orizzontale, si trova la strada provinciale per Concordia sulla Secchia in direzione ovest, mentre la strada provinciale delle Valli (SP7), del Mazzone (SP8) e l'Imperiale del Carrobbio (SP9) si dirigono verso est. È altresì in progetto la costruzione dell'autostrada regionale Cispadana, il cui casello di Mirandola sarà realizzato nei pressi di San Possidonio, e che collegherà l'autostrada A22 del Brennero con l'autostrada A13 Bologna-Padova.

Sull'ex tracciato della ferrovia Modena-Mirandola è stata realizzata la pista ciclabile "Chico Mendes" che conduce dalla zona del Centro nuoto di Mirandola fino a Medolla, da cui si può proseguire verso San Felice sul Panaro-Finale Emilia oppure in direzione Modena.

Il 13 aprile 2021 è stato inaugurato il primo tratto emiliano, lungo 46 km, della Ciclovia del Sole dal confine con la Lombardia a Tramuschio (Mirandola) fino a Osteria Nuova (Sala Bolognese), sul sedime del vecchio tracciato della ferrovia Bologna-Verona;[29] l'itinerario è percorribile fino al centro di Bologna, seguendo un tratto di ciclovia provvisorio, allestito in sola segnaletica orizzontale, in attesa dello sviluppo del progetto definitivo per l'ingresso in città.


Ferrovie


Il territorio comunale è attraversato dalla ferrovia Verona-Bologna: presso la località di Cividale si trova la stazione di Mirandola, servita da treni regionali FER e Trenitalia.

Dal 1883 fino al 1964 fu attiva la ferrovia Modena-Mirandola-Finale, con la stazione di Mirandola SEFTA (oggi riconvertita ad autostazione). Il progetto della ferrovia Rolo-Mirandola, avviato negli anni 1930, invece non fu mai portato a termine, sebbene l'infrastrutura fosse stata in buona parte realizzata.


Mobilità


Mirandola e il territorio comunale sono serviti da autolinee gestite da SETA e dall'APAM di Mantova.

Tra il 1904 e il 1927 fu attiva la tranvia di Mirandola, a trazione ippica, che collegava il centro cittadino con la stazione ferroviaria di Cividale.


Amministrazione


Gonfalone comunale
Gonfalone comunale

L'elenco che segue include i sindaci dal 1886, inclusi i commissari prefettizi e i podestà del periodo fascista:[30]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1886 1890 Domenico Pardini Sindaco
1890 1892 Leopoldo Montanari Sindaco
1892 1895 Giuseppe Barbieri Sindaco
1895 1899 Giuseppe Sillingardi Sindaco
1899 1901 Benvenuto Tabacchi Sindaco
1901 1903 Francesco Salvioli Sindaco
1903 1905 Alfredo Molinari Sindaco
1905 1907 Benvenuto Tabacchi Sindaco
1907 1908 Alfredo Molinari Sindaco
1908 1912 Francesco Salvioli Sindaco
1912[32] 1920† Attilio Lolli Sindaco Dopo la sua morte, fu nominato sindaco pro tempore Vito Vischi
1920 1922 Bartolomeo Secchi Sindaco Poi sostituito dai commissari prefettizi Vico Vischi, Giulio Pucci e Roberto Melchiorri
1922 1924 Dario Ferraresi Sindaco
1924 1926 Enrico Tabacchi Sindaco
1926 1928 Umberto Trapletti Podestà
1928 1929 Paolo Provvisionato Commissario prefettizio
1930 1936 Enrico Tabacchi Podestà
1936 1940 Ferruccio Pinotti Podestà
1940 1941 Enrico Tabacchi Commissario prefettizio Poi Ferruccio Pinotti (podestà)
1941 1943 Wainer Bonomi Podestà Poi Luigi Pederzini (podestà)
1944 1945 Alberto Paltrineri Podestà
1945 1948 Nino Lolli Partito Socialista Italiano Sindaco
1948 1960 Oreste Gelmini Partito Comunista Italiano Sindaco
1960 1975 Gelsomino Gherardi (detto Celso) Partito Comunista Italiano Sindaco
1975 1985 Benito Secchi (detto Sauro) Partito Comunista Italiano Sindaco
1985 1995 Corrado Neri Partito Comunista Italiano / Partito Democratico della Sinistra Sindaco
1995 1999 Alberto Morselli Partito Democratico della Sinistra Sindaco
1999 2009 Luigi Costi Democratici di Sinistra/Partito Democratico Sindaco
2009 2019 Maino Benatti Partito Democratico Sindaco eletto al 1º mandato dopo ballottaggio
2019 in carica Alberto Greco Lega Nord Sindaco eletto dopo ballottaggio

Gemellaggi


Mirandola è gemellata con:


Sport


L'Unione Sportiva Mirandolese è stata una società calcistica attiva dal 1920 al 2005, giocando per dodici stagioni in Serie D negli anni 1950-1960. Altra squadra del passato è stata la Mortizzuolese. Nel 2017 nel comune di Mirandola sono attive le squadre della Quarantolese, che milita nella prima categoria, e la Folgore Mirandola che milita nella seconda categoria.

Nella pallavolo vi è la Stadium Mirandola. La squadra maschile nella stagione sportiva 2016-2017 ha festeggiato i 50 anni dalla fondazione e il venticinquesimo anno di fila nella serie B nazionale. Nel 2022 ha conquistato la promozione in Serie A3. Spesso le giovanili Stadium sono state coinvolte in campionati di eccellenza assieme a squadre blasonate della regione come Copra Elior Piacenza, Robur Ravenna e Azimut Modena Volley, nonché in fasi di finale nazionale. La sezione femminile della Volley Stadium Mirandola milita nella serie B2 nazionale.

Nella pallacanestro sono presenti la Pico Basket e la Luce Mirandola Basket.

La Polisportiva Pico è attiva anche nell'hockey a rotelle, la cui squadra Hockey Pico Mirandola milita nella Serie A2 del campionato italiano di hockey su pista dalla stagione 2017-2018.

Mirandola ha ospitato il traguardo finale di due tappe del Giro d'Italia nel 1969 e 1970, in entrambi i casi sponsorizzati dal salumificio Montorsi (che nel 1969 celebrava il 50º anniversario di fondazione): la 2ª tappa del Giro d'Italia 1969 fu vinta da Davide Boifava, mentre la 15ª tappa del Giro d'Italia 1970 vide la vittoria di Marino Basso[34]. Il 20 maggio 2014, nel secondo anniversario del terremoto del 2012, è stato organizzato in via Gregorio Agnini un traguardo volante (vinto da Marco Bandiera) durante la 10ª tappa del Giro d'Italia 2014.


Impianti sportivi


Nei viali della circonvallazione est è presente lo stadio comunale intitolato a Libero Lolli.

Nella periferia sud-orientale è presente la zona sportiva con un centro nuoto con piscine interne ed esterne, il palazzetto dello sport Marco Simoncelli e la bocciofila. Altri campi di calcio sono presenti in via Posta e nelle frazioni di Mortizzuolo, Quarantoli e San Martino Spino, inoltre vi sono le palestre Walter Bonatti, palazzetto in cui gioca gli incontri in casa La Stadium Mirandola, e la palestra 29 Maggio.


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Comune di Mirandola - Statuto.
  3. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani 1996, GARZANTI, Milano, p. 397.
  6. Mirandola: Clima e Dati Geografici, su comuni-italiani.it.
  7. Elenco Ufficiale (definitivo) delle Famiglie Nobili e Titolate del Modenese 1901, Giuseppe Civelli, Roma.
  8. Bruno Andreolli e Vittorio Erlindo (a cura di), 1596-1597: Mirandola piccola capitale, in Giornate di studio in occasione del IV Centenario del titolo di Città (Mirandola, 12-13 aprile 1997), Mantova, 2001.
  9. cfr. Articolo 5 dello Statuto comunale
  10. Agenzia della ASCA Archiviato il 1º giugno 2012 in Internet Archive. del 29 maggio 2012.
  11. Caterina Spada e Lidia Bortolotti, Teatro nuovo di Mirandola, su Ministero per i beni culturali. URL consultato il 22 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2016).
  12. Ma che bei castelli: rocche e castelli da visitare a Modena e provincia, in Gazzetta di Modena, 15 giugno 2015.
  13. Stefano Luppi, Con l’asta di Sotheby’s si salva il castello dei Pico, in Gazzetta di Modena, 21 luglio 2012.
  14. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 23-05-2022.
  15. Alessandro Giuseppe Spinelli, Gli zingari nel modenese, Tipografia reale ed universitaria di T. & A. Constable, 1909, pp. 102-103.
  16. Monia Giovannetti, Nicolò Marchesini e Emiliana Baldon, Gli insediamenti Rom, Sinti e Caminanti in Italia (PDF), dicembre 2016, p. 112.
  17. Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2014 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 2 febbraio 2016.
  18. Al Barnardon
  19. Technology Park for Medicine
  20. Tecnopolo TPM, su Comune di Mirandola. URL consultato l'8 marzo 2017.
  21. Inaugurazione Tecnopolo di Mirandola, su distrettobiomedicale.it, 23 dicembre 2014.
  22. Sei secoli di storia in un concerto in fiera, su Indicatore Mirandolese, 17 maggio 2019.
  23. Giuseppe Morselli, La cucina mirandolese: storia, tradizioni e ricette.
  24. Passatelli Mirandolesi, su Al Barnardon, 1º gennaio 2016.
  25. Statuto comunale di Mirandola con modifiche art.41 e 45 entrato in vigore il 9 Aprile 2013. URL consultato il 10 maggio 2017.
  26. Comitati di frazione, su Comune di Mirandola.
  27. Mirandola, su Italia in dettaglio.
  28. Distretto biomedicale di Mirandola - Breve presentazione e descrizione del distretto, su osservatoriodistretti.org, Osservatorio nazionale distretti italiani. URL consultato il 19 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2012).
  29. Mobilità dolce, apre il tratto emiliano della Ciclovia del Sole: 46 km di grande sostenibilità e bellezza, su Regione Emilia-Romagna, 13 aprile 2021.
  30. Fatti e figure della Mirandola: storia, arte società dal calare dell'Ottocento al terzo Millennio, Mirandola, Edizioni Al Barnardon, 2000, p. 52.
  31. Nominato prosindaco nel 1912, Attilio Lolli venne eletto Sindaco il 19 luglio 1914
  32. Nominato prosindaco nel 1912, Attilio Lolli venne eletto Sindaco il 19 luglio 1914
  33. Gemellaggio tra le Comunità di Sona e di Mirandola, su Comune di Sona.
  34. Il Giro è passato, su modenaeilgiro.it. URL consultato il 10 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2018).

Bibliografia



Voci correlate



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[de] Mirandola (Emilia-Romagna)

Mirandola ist eine italienische Gemeinde (comune) mit 24.091 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Modena, Region Emilia-Romagna.

[en] Mirandola

Mirandola (Mirandolese: La Miràndla) is a city and comune of Emilia-Romagna, Italy, in the Province of Modena, 31 kilometres (19 mi) northeast of the provincial capital by railway.

[fr] Mirandola

Mirandola (en dialecte mirandolais : la Miràndla ; en français : la Mirandole) est une commune d'environ 25 000 habitants située dans la province de Modène dans la région de l'Émilie-Romagne en Italie.
- [it] Mirandola

[ru] Мирандола

Мирандола (итал. Mirandola) — город в Италии, располагается в регионе Эмилия-Романья, подчиняется административному центру Модена.



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