Spilamberto (Spilambêrt in dialetto modenese[4], Spilanbêrt in dialetto bolognese occidentale[5]) è un comune italiano di 12 888 abitanti in provincia di Modena in Emilia-Romagna, situato a sud del capoluogo. Fa parte dell'Unione Terre di Castelli.
Spilamberto comune | |
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Rocca Rangoni | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Modena |
Amministrazione | |
Sindaco | Umberto Costantini (centro-sinistra) dal 25-5-2014 |
Territorio | |
Coordinate | 44°32′N 11°01′E |
Altitudine | 69 m s.l.m. |
Superficie | 29,79 km² |
Abitanti | 12 888[1] (31-5-2022) |
Densità | 432,63 ab./km² |
Frazioni | San Vito |
Comuni confinanti | Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Modena, San Cesario sul Panaro, Savignano sul Panaro, Vignola. |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 41057 |
Prefisso | 059 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 036045 |
Cod. catastale | I903 |
Targa | MO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 276 GG[3] |
Nome abitanti | spilambertesi |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Spilamberto all'interno della provincia di Modena | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Spilamberto sorge nella Pianura Padana sul lato ovest del fiume Panaro al limite con le ultime propaggini collinari dell'Appennino tosco-emiliano, i comuni confinanti più vicini sono Vignola, San Cesario sul Panaro, Modena, Castelnuovo Rangone e Castelvetro di Modena; con questi ultimi due condivide una frazione, Settecani. Altra frazione è San Vito.
Secondo la Classificazione dei climi di Köppen Spilamberto è nella zona del clima temperato umido in tutte le stagioni, con estate molto calda.
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Alcune testimonianze fanno risalire a 100.000 anni fa la presenza nel territorio di Spilamberto di cacciatori nomadi raccoglitori.
Alle soglie della romanizzazione il territorio di Spilamberto era abitato da popolazioni di etnia Celto-Ligure, che con la conquista romana della Gallia Cisalpina si sottomisero al dominio romano, aquisendone gradualmente gli usi e costumi e dando vita al dialetto locale di tipo gallo-romanzo. Con il collasso dell'Impero romano e l'immigrazione dei longobardi nel 568 d.C., l'area compresa tra il Panaro e il Samoggia diventa l'avamposto più orientale dell'insediamento longobardo. L'area ad occidente di tale confine verrà denominata Lombardia, nome storico con cui sarà riferita il territorio compreso tra il piacentino e il modenese fino all'unità d'Italia con la creazione della regione Emilia-Romagna per fini statistici.
Nel 776 d.C. alcuni monaci costruirono un ospizio al servizio dei pellegrini provenienti da Roma, di proprietà dell'Abbazia di Nonantola.[6].
L'origine del paese risalirebbe al 1210, epoca in cui i bolognesi finirono di costruire il castello di Piumazzo, in difesa dei loro territori e in risposta i modenesi ne eressero uno sulla sponda opposta del Panaro in un luogo incolto chiamato Castiglione o Verdeta[7].
Tuttavia il nome di Spilamberto era comparso per la prima volta in un diploma di Corrado II il Salico nel 1026. Nel documento vengono indicati possedimenti in favore della Chiesa di Modena, tra di essi si indica omnem decimam de Fanano et Spinalamberti. La stessa indicazione del luogo compare in altri documenti precedenti il 1210. In uno del 1162 si cita la presenza di un ospitale "in loco Castilione prope ospitale Spinalamberti de supra[7]". L'ospitale citato è quello della chiesa di San Bartolomeo del Panaro di giurisdizione della plebs di Castelvetro che nel 1210 era già in piena decadenza. Di detto oratorio dipendente da Castelvetro non è mai stata trovata una documentazione che attesti che sia stata una chiesa parrocchiale. E'comunque documentato che si celebravano le esequie. Nei documenti pontifici viene definita con il nome assoluto di "Ecclesia de Spinalamberti".
Nell'anno 1210 il comune di Modena costruì le mura castellane di Spinalamberti, l'attuale Spilamberto. Nello stesso anno, contemporaneamente alla costruzione del castrum il vescovo di Modena Martino eresse dalle fondamenta la chiesa (oratorio) di San Giovanni sopra l'area dove si trova tuttora: la chiesa primitiva era più piccola, la facciata era nell'attuale Via San Carlo antica Via San Giovanni. Sorse però una controversia fra il vescovo di Modena e l'abate di Nonantola che fu risolta nel 1214 dividendo il paese in due parti: una soggetta al vescovo e una all'abate (Spilamberto di sotto e Spilamberto di sopra) che poté quindi edificarvi una sua chiesa, la chiesa di Sant'Adriano III Papa che dal 1314, con la nomina dei rettori, divenne la prima chiesa parrocchiale del castello dentro le mura.
Nel 1628 avvenne la traslazione del plebanato da San Vito a San Giovanni. Dal 1969 le parrocchie sono state unite pastoralmente e il parroco risiede nella canonica di San Giovanni.
Si ricorda la nobile famiglia modenese dei Rangoni che ebbe a lungo, nel Medioevo la signoria di Spilamberto. Fra gli esponenti Caterina Rangoni, che tenne la reggenza della signoria di Forlì nel XV secolo, dopo la morte del marito Antonio Ordelaffi, con l'aiuto del fratello, Ugo Rangoni. I Rangoni erano Marchesi di Montaldo, Roccabianca, Jottangolo e Stagno nel Ducato di Parma, Baroni di Pernes nel Contado Venassino, Conti di San Cassano e Cordignano nel Friuli, Signori di Spilamberto, Torre Maina, Gorzano, Castelnuovo, Campiglio, Villabianca, Levizzano, Denzano e Rosola nel Ducato di Modena.
Nell'885 lungo la Via Imperiale, mentre era in viaggio verso Worms per andare dall'imperatore Carlo il Grosso nei pressi del bosco di Wilzacara (attuale San Cesario sul Panaro) morì il Papa Adriano III e sepolto nell'Abbazia di Nonantola. Il martirologio romano indica esattamente la località di SpinaLamberti come attestano i documenti nonantolani.
Il comune di Spilamberto, al tempo del Ducato di Modena, aveva come frazioni: Castelnuovo Rangone (Montale era una frazione di Formigine), San Vito e l'Altolà, ora territorio del comune di San Cesario ma, da sempre, parrocchia di San Giovanni. Nella Residenza municipale esiste ancora una carta geografica che ne mostra i confini. [senza fonte]
Spilamberto fu teatro della lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale e la sua popolazione e il territorio patirono dolorosi sacrifici che valsero nel dopoguerra al comune la Croce di guerra al valor militare.
Spilamberto è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[8]:
Croce di guerra al valor militare | |
Spilamberto dal punto di vista enogastronomico è famosa per il nocino, per gli amaretti di Spilamberto e soprattutto per l'aceto balsamico tradizionale, di cui vanta la sede dell'omonima Consorteria. Nel 2002 è stato aperto il Museo dell'Aceto Balsamico Tradizionale.
Ogni anno, nel periodo della fiera di San Giovanni (la settimana che comprende il 24 giugno, festa del patrono), la Consorteria organizza il Palio di San Giovanni o Palio dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena una particolare e unica competizione dove a sfidarsi sono gli aceti di sola produzione familiare. Fino all'ultimo, nessuno conosce la classifica finale e tanta è l'emozione che si respira in piazza. Il vincitore del Palio di San Giovanni, oltre a potersi vantare di avere un aceto eccellente, avrà il grande privilegio della marchiatura a fuoco del bariletto da cui è stato prelevato l’aceto.
Anche il nocino può vantare una sua associazione, l'"Ordine del Nocino Modenese" che ha lo scopo di organizzare, promuovere e sostenere iniziative e manifestazioni atte a tutelare, valorizzare e diffondere l'antica tradizione del nocino. Tutti gli anni, nei mesi di gennaio e febbraio, l'Ordine organizza un Palio aperto a tutti coloro che producono per passione il nocino e che vede premiato il migliore dei concorrenti il giorno di S. Valentino (14 febbraio).
Abitanti censiti[9]
Per Spilamberto passa l'ex strada statale 623 del Passo Brasa, che la collega a Modena e a Vignola. Inoltre in paese era presente una stazione, posta sulla ferrovia Modena-Vignola, da cui partiva anche una diramazione per Bazzano.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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12 maggio 1985 | 22 aprile 1995 | Maurizio Zanasi | PCI, PDS | Sindaco | [10] |
23 aprile 1995 | 11 giugno 2004 | Luca Gozzoli | PDS, DS | Sindaco | [10] |
12 giugno 2004 | 24 maggio 2014 | Francesco Lamandini | centro-sinistra | Sindaco | [10] |
25 maggio 2014 | in carica | Umberto Costantini | centro-sinistra | Sindaco | [11] |
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