San Michele di Ganzaria (Sammiceli i Canzirìa in siciliano) è un comune italiano di 2 860 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia. Dal 2022 la città fa parte del progetto del Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo insieme ad altre 103 città del centro Sicilia.[3]
San Michele di Ganzaria comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Danilo Parasole (lista civica) |
Territorio | |
Coordinate | 37°17′N 14°26′E |
Altitudine | 490 m s.l.m. |
Superficie | 25,81 km² |
Abitanti | 2 860[1] (30-6-2022) |
Densità | 110,81 ab./km² |
Comuni confinanti | Caltagirone, Mazzarino (CL), Piazza Armerina (EN), San Cono |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 95040 |
Prefisso | 0933 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 087043 |
Cod. catastale | I035 |
Targa | CT |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | sammichelesi |
Patrono | san Michele Arcangelo |
Giorno festivo | 29 settembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Il territorio si estende su una superficie di 25,59 km² ad un'altezza media di 490 m s.l.m. in zona prevalentemente collinare nei pressi della montagna della Ganzaria a sud dei monti Erei, nella Sicilia centrale. La zona rurale è di gran lunga maggiore della urbana.
La montagna della Ganzaria si estende in parte nel territorio comunale di San Michele di Ganzaria ed in parte in quello di Caltagirone. La montagna deve il suo nome al toponimo arabo "cinghialeria", poiché in quest'area anticamente si cacciavano i cinghiali ed è suddivisa in otto contrade: Consorto, Cutuminello, Listingazzo, Monte Zabaino, Pesce Morto, Piano Caltagironese, Piano Cannelle, Vallone dell'Eremita. Vi si trova il rifugio appartenente al Corpo Forestale della Regione Siciliana ("Case Costa") e un'area attrezzata presso la pineta.
La Montagna Ganzaria costituisce un sito di straordinario interesse anche per la presenza di siti archeologici che hanno permesso di delineare le realtà culturali dall'età preistorica all'età rinascimentale. Nella località di Monte Zabaino è stato rinvenuto un sito preistorico collocato tra la fase finale dell'età del rame e la prima età del bronzo. Nel sito Piano Cannelle-Castellazzo, localizzato nella parte occidentale della Montagna, è stata rinvenuta, grazie alle ricerche condotte dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania, una necropoli risalente al periodo tardo-antico e bizantino, già segnalata agli inizi del Novecento dall'archeologo Paolo Orsi (Orsi, 1905). Il sito Poggio Pizzuto è localizzato sulla sommità di un crinale collinare, parte sud-occidentale della Montagna della Ganzaria. Le indagini archeologiche hanno permesso, nel tempo, la scoperta di una torre di avvistamento di età angioino-aragonese, posta a controllo del versante sud-occidentale del vallone dell'Eremita che si apre sulla piana di Gela (CL).
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La fondazione del centro abitato risale all'anno 1000 e fu dovuta, probabilmente, agli Arabi; ne è prova il fatto che alcuni nomi di contrade come Favara, Cuba, Giarrizza, hanno chiara etimologia araba.[senza fonte]
Il casale continuò ad essere abitato anche dopo la cacciata degli Arabi e, durante la dominazione angioina, fu eretta la chiesa di San Michele Arcangelo detta anche "Fanum Gallorum", il Tempio dei Francesi.
Il più antico documento sinora conosciuto riguardante il feudo della Ganzaria è un atto del 1276[4] che attesta il possesso del feudo da parte di Guglielmo De Padula. Gli succedette Attardo De Padula e, a questi, il genero Guglielmotto de La Timonia. Indi il feudo venne quindi confiscato avendo partecipato alla ribellione di Caltagirone del 1394 contro il re Martino I e, successivamente concesso, presumibilmente attorno al 1395, a Ranieri Morana. In seguito passò nelle mani della potente famiglia dei Modica di Caltagirone e quindi ad Antonio Gravina, figlio primogenito di Agata Modica e Vassallo Gravina Speciale, detto "il Bellicoso", capitano negli eserciti di Carlo V.
Alla fine del XVI secolo il casale era andato distrutto da un incendio e il paese venne ricostruito da Antonio Gravina con la stipula dei Capitoli datata 25 settembre del 1534. I Capitoli vennero confermati nel 1554 dal viceré Ferdinando De Vega; con essi il barone Antonio Gravina assegnava, ad un gruppo di profughi albanesi di rito bizantino (allora detto “greco”) "tuctu lu feudu di Sanctu Micheli e tucta la Sausetta Soprana". Alla base dell'accordo vi era, per gli albanesi, l'impegno a condurre sul luogo trenta famiglie; il barone Gravina avrebbe fatto approntare delle capanne provvisorie e avrebbe fatto costruire, entro tre anni, delle abitazioni definitive per gli albanesi, che avrebbero coltivato il feudo in cambio delle case.
Antonio Gravina morì nel 1558 e venne sepolto nella cappella annessa al castello baronale in seguito conosciuta come chiesa del Carmine andata distrutta poi nel secondo dopoguerra. La baronia venne successivamente elevata a ducato nel 1625 per concessione del re Filippo IV di Spagna, nominando Giovanni Gravina primo Duca di San Michele.
Non avendo notizie certe, probabilmente, a causa della perdita del rito bizantino, fu in questo tempo che venne a mancare a sua volta lingua e quindi usi e costumi albanesi fondatori del nuovo centro abitato.
Dopo l'abolizione della feudalità, San Michele di Ganzaria divenne comune nel 1812. Nel 1832 fu visitato dai reali di Napoli, Ferdinando II delle Due Sicilie e Maria Teresa d'Austria che lasciarono in dono 100 monete d'oro affinché venisse rifatto il pavimento della chiesa madre.
«Stemma interzato in calza. Il primo, troncato: a) d'oro, alle quattro palle d'azzurro, poste in punta, 2 e 2; b) d'azzurro, all'orlatura d'oro. Il secondo, troncato: a) d'azzurro; b) di rosso, alla torre d'argento, priva di merlatura; il tutto caricato dallo scudetto attraversante, sopracaricato dalla palla di nero; l'intero secondo è abbassato sotto il capo partito di argento e di rosso, il primo caricato dalla torre di rosso e il secondo dal gatto passante d'argento. Il terzo, d'argento, alle sei palle di rosso, poste 1, 2, 2, 1. Ornamenti esteriori da Comune.» |
(D.P.R. del 10 gennaio 1985[5]) |
Il gonfalone è un drappo di bianco.[5]
La chiesa madre è dedicata a san Michele arcangelo (XIII secolo), patrono del paese, ed è l'unica parrocchia di San Michele di Ganzaria. L'edificio ha una facciata in stile gotico-cistercense, con ai lati due torri campanarie merlate aggiunte solo nel corso del novecento.
Zone e Quartieri: la Silvia, la Cubba, il Monte, il Carmine, Santa Clelia, Verticchio, la Montagna, L'avulivu, U quartararu, la matrice, la stazione.
Abitanti censiti[6]
San Michele di Ganzaria, linguisticamente, è considerato un centro con tracce galloitaliche[7][8], dovute a migrazioni avvenute nella Sicilia orientale di popolazioni Lombarde tra l'XI e il XIII secolo, come è avvenuto nelle comunità vicine di Caltagirone, Mazzarino, Piazza Armerina e Mirabella Imbaccari. A partire dalla seconda metà del XVI secolo, dopo un periodo di lungo spopolamento, San Michele di Ganzaria ha ricevuto un'ondata migratoria di greco-albanesi (arbëreshë) provenienti dall'Epiro[9]. Come appare in un documento, il 25 settembre del 1534 gli esuli greco-albanesi, trenta famiglie, s'impegnarono con il barone Antonio Gravina, che aveva concesso loro la terra, a costruire entro un anno case in muratura. Il casale, chiamato da allora "Casale dei Greci", si trasformò così in paese, ma la comunità ha perso nel corso degli ultimi secoli sia l'uso della lingua arbëreshe che le proprie tradizioni, venendo assorbita dalla circostante realtà locale[10].
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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17 giugno 1988 | 22 giugno 1993 | Carmelo Vitello | Democrazia Cristiana | Sindaco | [11] |
22 giugno 1993 | 1º dicembre 1997 | Aldo Saporito | la rete-mov.dem. | Sindaco | [11] |
1º dicembre 1997 | 28 maggio 2002 | Aldo Saporito | L'Ulivo | Sindaco | [11] |
28 maggio 2002 | 15 maggio 2007 | Gaetano Leonardi | lista civica | Sindaco | [11] |
15 maggio 2007 | 9 maggio 2012 | Stefano Ridolfo | Unione di Centro, Movimento per le Autonomie | Sindaco | [11] |
9 maggio 2012 | 14 giugno 2022 | Giovanni Petta | Sindaco | [11] | |
14 giugno 2022 | in carica | Danilo Parasole | Impegno comune | Sindaco | [11] |
Altri progetti
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