Todi è un comune italiano di 15 721 abitanti della provincia di Perugia. Sorge su un colle alto 411m s.l.m.[5] (la sede del Comune è però situata a 400m s.l.m.) che si affaccia sulla media valle del Tevere.
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Il territorio comunale è per lo più collinare ed è composto da una miriade di piccoli insediamenti. I centri principali, oltre alla città di Todi, sono Pantalla e la zona di Ponterio-Pian di Porto, che comprende anche l'area industriale della città.
Geografia fisica
Il comune di Todi, di dimensioni piuttosto grandi, si estende nella parte meridionale della provincia di Perugia, al confine con il Ternano, nella regione Umbria.
Si trova quasi a metà strada fra Perugia e Terni (entrambe distano circa 42 km), mentre dista 35 km da Orvieto e 45 km da Spoleto.
Il comune è caratterizzato dal medio corso del fiume Tevere, che proprio a Todi piega in direzione sud-ovest verso l'orvietano. Vi scorrono anche i torrenti Rio, Naia ed Arnata.
Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Todi.
Classificazione climatica: zona E, 2193 GR/G
Storia
Fu fondata tra l'VIII ed il VII secolo a.C. dagli Umbri su un colle situato sulla riva sinistra del Tevere, a circa 400 metri di altitudine e a breve distanza dal territorio abitato dagli Etruschi, col nome di Tutere, che significa "Città di confine"[6].
Secondo la leggenda, inizialmente la città doveva essere costruita ai piedi del colle, sulla riva sinistra del Tevere, ma la tovaglia con cui i fondatori stavano facendo colazione fu presa da un'aquila che, volando, la lasciò cadere sulla cima del colle. Questo accadimento venne interpretato come un segno degli dei, così i fondatori decisero di spostarsi e costruire la città in cima al colle.
Si sviluppò soprattutto fra il V e il IV secolo a.C., ricevendo forti influenze etrusche o venendo probabilmente essa stessa annessa dagli etruschi, secondo quanto tramandatoci dallo storico Stefano di Bisanzio[7]. Nel III secolo a.C. iniziò il processo di romanizzazione pur nel rispetto delle autonomie locali fra cui il diritto di coniare moneta propria. Ottenne la cittadinanza romana (dopo l'89 a.C.) con l'ascrizione alla tribù Clustumina, venendo successivamente ribattezzata con il nome di Colonia Julia Fida Tuder (60 a.C. circa). A partire dall'età augustea ricevette un vigoroso impulso edilizio con la costruzione di un anfiteatro, di edifici civici e ville.
Dopo le invasioni barbariche e la guerra gotica (535-553), Todi venne annessa, con il resto d'Italia, all'Impero bizantino. Resterà romano-orientale anche a seguito dell'invasione longobarda, entrando a far parte, con Perugia ed altri centri umbri, del cosiddetto corridoio bizantino.
Nel 1067 divenne comune autonomo e poi signoria (sotto gli Atti), per entrare successivamente a far parte dello Stato della Chiesa, e cominciò la sua decadenza passando da una signoria all'altra (tra cui quella dei Malatesta e di Francesco Sforza).
Nel XIII secolo la città conobbe una nuova espansione urbanistica, estendendosi da Terni ad est a sud, dalle gole del Forello (per un breve periodo sottomise anche Orvieto) a ovest a Deruta a nord.
In questo periodo Todi diede i natali a Jacopone De Benedetti (meglio conosciuto come Jacopone da Todi), poeta duecentesco che compose storiche laudi come "O Signor, per cortesia".
Nel 1244, visto l'aumento della popolazione oltre i trentamila abitanti (maggiore della popolazione della Roma dell'epoca) i tre borghi creati dalle classi artigianali vennero cinti da mura lunghe all'incirca 4km, con tanto di porte e bastioni a tutt'oggi integre.
Angelo Cesi[nonchiaro] trasformò varie zone di Todi, allargando vie ed abbellendo alcuni palazzi.
Oggi Todi è pressoché identica alla Todi medievale, come risulta da una stampa di Giacomo Lauro del 1633. I confini della città originaria sono tracciati dal perimetro delle mura.
Durante il periodo napoleonico alcune opere d'arte vennero trasferite in Francia[8] nell'ambito delle spoliazioni napoleoniche. Secondo il catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l'art français del 1936[9], delle 3 opere d'arte inviate in Francia, principalmente autori del Rinascimento umbro, ne ritornarono solo due, mentre La vergine e Gesù,dello Spagna rimase esposta al Musée Napoléon[10], e quindi al Louvre.
In seguito alla restaurazione, molti tuderti entrarono a far parte della carboneria e della Giovine Italia.
Garibaldi, riparandosi a Todi dopo la disfatta della Repubblica Romana, infiammò di nuovo il patriottismo tuderte e molti abitanti di Todi lo seguirono, vestendo le caratteristiche camicie rosse fino alla III guerra d'indipendenza, durante la quale molti furono arrestati e morirono in battaglia.
Qui a Todi passò anche Anita Garibaldi, incinta e già in preda alle doglie: di lì a poco morì nei pressi delle Valli di Comacchio.
Braccato dalle milizie austriache, Garibaldi fu costretto alla fuga.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone di Todi sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 settembre 1994.[11]
«Stemma: di rosso, all'aquila di argento col volo abbassato, le ali caricate da due aquilotti di nero, entrambi con la testa a destra, essa aquila coronata con corona all'antica di argento di cinque punte visibili, afferrante con gli artigli il bastone scorciato, posto in fascia, di nero, col drappo di argento panneggiato sul bastone, convesso verso la punta, con le estremità ricadenti in palo, bastone e drappo attraversanti la coda dell’aquila. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone è un drappo interzato in palo: il primo e il terzo di rosso, il secondo di bianco.
Monumenti e luoghi d'interesse
Il centro storico, medievale, vanta edifici sacri e civili di notevole prestigio:
Piazza del Popolo
Duomo dell'Annunziata
Palazzo dei Priori
Palazzo del Capitano
Palazzo del Popolo
La Piazza del Popolo è la centrale e storica piazza cittadina, una delle più importanti e interessanti del Medioevo in regione e in Italia, vera testimonianza dell'epoca dei Liberi Comuni. Attorno vi sorgono i monumenti più insigni di Todi:
Duomo dell'Annunziata, eretta fra il XII e il XIV secolo in stile Romanico-gotico, è una delle chiese più importanti dell'Umbria. All'interno, in controfacciata, è un affresco di Ferraù da Faenza, d'ispirazione michelangiolesca, de Il Giudizio universale. Nella cripta vi è un museo.
il Palazzo Vescovile, annesso al Duomo, venne finito di costruire nel 1593 su ordine del vescovo Angelo Cesi, che fece apporre il proprio stemma sopra al portone, stemma attribuito al Vignola. Oltrepassato l'ingresso si accede ad una corte interna, mentre al primo piano vi sono un salone affrescato da Ferraù da Faenza, detto il Faenzone, nel 1594, ed una galleria affrescata da Andrea Polinori, terminata nel 1629).
Palazzo dei Priori, solido edificio gotico che con la sua torre trapezoidale domina il lato della piazza opposto al Duomo.
Palazzo del Capitano, detto anche Nuovo, venne costruito nel 1293, all'ultimo piano ospita il Museo civico di Todi.
Palazzo del Popolo, contiguo e collegato al precedente, ospita anch'esso il Museo civico di Todi. Eretto in stile Romanico lombardo è il più antico palazzo pubblico della piazza, storica sede del Comune.
Altri edifici religiosi
La bramantesca chiesa della Consolazione
Chiesa di San Fortunato
Chiesa San Carlo
Chiesa di San Fortunato, grande edificio gotico duecentesco. Nella cripta della chiesa di San Fortunato vi è una tomba di quattro santi (tra cui San Cassiano) e, su una parete del muro, un ovale con l'immagine ad affresco del beato Jacopone da Todi.
Tempio di Santa Maria della Consolazione, sorge fuori dalle mura cittadine, è una chiesa rinascimentale eretta forse su progetto del Bramante.
Chiesa di San Nicolò de Criptis, venne costruita nel 1093 sulla cavea e la platea dell'anfiteatro romano. Il nome "criptis" pare derivare da "grotte (cripte)" abbondanti nel terreno della zona che sosteneva l'anfiteatro. Della costruzione originaria rimangono il rosone, il fonte battesimale e tre porte relative ad una navata. Ora la chiesa è spoglia degli affreschi, in parte portati ad alcune raccolte comunali ed in parte distrutti nel dopoguerra);
Oratorio della Nunziatina, edificio seicentesco un tempo appartenuto a Confraternite cittadine e poi caduto in rovina, fu ristrutturato e riccamente decorato a più riprese da Andrea Polinori e da altri artisti;
Chiesa di San Filippo (costruita dal 1490 al 1507 per ordine dei Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme), nel 1590 venne ceduta dall'ordine dei Servi di Maria, poi divenuti in pieno possesso proprietari. All'interno vi è una vergine con bambino, del XIV secolo, la più antica immagine della Madonna delle Grazie, sotto l'altare vi sono le ossa di san Filippo Benizi);
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, le prime notizie risalgono al 1276, mentre la cripta all'XI secolo (adibita a luogo di sepoltura). Nel 1600 fu annessa all'adiacente monastero benedettino. Una volta chiusa la cripta vi fu adibito un ossario. Anche l'abside fu chiusa per consentire l'apertura di tre finestre e la copertura di due volte a crociera e la costruzione del campanile a vela. Nel periodo della sconsacrazione la chiesa venne adibita a falegnameria. Recentemente, in un restauro, si è riportato l'aspetto più o meno originario con gli affreschi e gli ex voto quattrocenteschi.
Chiesa di Santo Stefano, situata presso la Porta Fratta, ospitava, secondo la tradizione tudertina, le spoglie dei santi Felicissimo, Eraclio e Paolino. Solo nel 1584, con un'ordinanza comunale, si iniziò la ricerca dei resti sacri, impresa che pare riuscire secoli più tardi, nel 1766, quando vennero trovati addirittura 23 corpi. La chiesa è ordinata in modo da raccogliere attraverso la porta d'ingresso le prime luci del mattino, simbolo ecclesiastico della luce divina;
Chiesa di San Carlo e Sant'Ilario, le prime notizie della chiesa risalgono al 1112, in un elenco che il conte tudertino Guazza diede all'Abbazia di Farfa. Nel 1623 appartenne alla compagnia di San Carlo. La facciata è in stile romanico umbro, così come la facciata della cattedrale di Piazza del Popolo, con cinque dentellature orizzontali simil-coronamento. Il rosone, ad otto colonne a raggiera che si uniscono in un anello perfettamente sito nel centro del rosone stesso, creando 8 coni con la punta mozzata, è centrale, posto nel XII secolo sulla facciata; nella lunetta sopra l'ingresso si possono ammirare i resti di un affresco raffigurante san Carlo, mediante un gradino si accede all'interno suddiviso tra spazio per fedeli e spazio sacerdotale. Altri 4 gradini fanno accedere al presbiterio, con altare centrale con lastra principale di travertino; a sinistra dell'altare vi è un affresco di probabile fattura dello Spagna;
Chiesa di Santa Prassede (XIV secolo), con facciata in pietra bianca e rossa;
Chiesa di San Giorgio, secondo gli storici venne costruita nel 1107, nell'interno si conservano vari affreschi, tra cui uno sulla Madonna che chiede ad un angelo di salvare le Anime del Purgatorio dalle fiamme ed un brandello di affresco recentemente restaurato);
Convento di Montesanto;
Monastero delle Lucrezie, nel rione Nidola, chiamato così in onore della nobile anconetana che lo abitò agli inizi del XV secolo, Lucrezia della Genga, insieme ad altre 12 consorelle. Nel testamento, Lucrezia lasciò lo stabile all'Ordine Terziario femminile (nel 1425); in seguito, causa depauperamento dello stabile dovuto a crolli del terreno sottostante, le suore furono costrette ad abbandonare il palazzo nel 1897. Durante la prima guerra mondiale alcuni locali furono usati come magazzino mentre altri furono affittati al famoso laboratorio di artigianato dell'Istituto Crispolti. Negli anni novanta del Novecento, il complesso è stato sottoposto ad opere di consolidamento e restauro che hanno portato alla luce un antico torcularium e un ciclo seicentesco di affreschi nell'abside della Chiesa di San Giovanni, oggi Museo Lapidario. Attualmente, oltre al Museo Lapidario della città di Todi, il complesso delle Lucrezie ospita il teatro Nido dell'Aquila così chiamato in ricordo della leggendaria fondazione della città.
Santa Maria in Cammuccia;
Chiesa del Santissimo Crocifisso;
Musei
Il Museo Civico, sito all'ultimo piano dei Palazzi del Popolo e del Capitano, è stato restaurato nel 1997. Possiede una collezione di numismatica, archeologia, tessuti, ceramiche, nonché una pinacoteca.
Il Museo Lapidario della città di Todi, inaugurato nel 2009, presso il Polo Museale delle Lucrezie, dove è conservata una raccolta, tra le più antiche dell'Umbria, di materiali lapidei di età romana, medievale e moderna.
Altri monumenti
Castello di Fiore
Mura della città
Parco della Rocca, che con i suoi 411 ms.l.m. è il punto più elevato della città. La rocca è stata edificata per volontà di papa Gregorio XI nel 1373. Per la sua edificazione è stato necessario abbattere alcuni edifici nei dintorni (il monastero di San Leucio e alcune case private del "Borgo di San Giorgio"). Dopo svariati anni, nel 1503, fu demolita per volontà di Ludovico degli Atti. Ora restano della rocca un torrione rotondo, il Mastio, i resti di fortificazione ed il carcere di San Cassiano
Nicchioni romani (siti nel piazzale del mercato vecchio, chiamato così per via del mercato che si tenne in questa piazza dal 1819), una costruzione romana con base di 48m x 11m; secondo alcune ipotesi, si tratterebbe di un tempio dedicato a Marte);
Cisterne e cunicoli;
Fonte Scannabecco, risalente al 1241;
Triplice cerchia di mura difensive:
La terza cerchia di mura, come attesta la cronistoria locale, è stata ultimata nel 1244; è arrivata ai giorni nostri pressoché intatta grazie a svariati interventi di restauro e per esigenze difensive. La terza cerchia di mura è lunga circa 4km ed è provvista di porte munite di contrafforti e bastioni. Le porte prendono il nome dalle città di destinazione:
Porta Perugina;
Porta Romana;
Porta Amerina;
Porta Fratta;
Porta Santa Margherita o della Consolazione, presso il relativo Tempio, demolita;
Porta Orvietana, franata, ne rimangono tuttavia degli avanzi;
Porta Cupa, franata.
Altre porte:
Porta Libera;
Porta Aurea;
Porta Catena o di Sant'Antonio, chiamata così per le catene di protezione a sbarramento dell'accesso.
La prima cerchia di mura è di epoca umbro-romana; ne rimangono resti prevalentemente nei pressi della Porta Marzia, ebbe delle modifiche nel XVII secolo.
Un'altra serie di mura si può ammirare nei pressi della Valle Inferiore (detta anche delle Lucrezie), localmente chiamata muro etrusco (impropriamente, perché realmente costruito in epoca romana - quest'opera è una delle più imponenti opere romane di Todi). Presentano due cunicoli (inferiore e superiore), costruiti per scopi idraulici ed ancora funzionanti.
Teatro comunale, istituito con delibera comunale nel 1868, fu realizzato su progetto dell'architetto aretino Carlo Gatteschi. Per costruirlo fu necessario demolire alcune case circostanti; i lavori terminarono nel 1872, ma l'inaugurazione avvenne solo nel 1876. Annibale Brugnoli dipinse il sipario del teatro con una scena raffigurante l'arrivo di Ludovico Ariosto, a Todi nel 1531;
il Palazzo Landi Corradi, o "Palazzo del Vignola" (sulla facciata si apre il portale in travertino attribuito al Vignola), fu sede di un seminario e fu restaurato nel 1954 per iniziativa del vescovo Alfonso Maria De Santis). Il 25 aprile del 1982 fu teatro di un tragico incendio costato la vita a 35 visitatori.
Secondo i dati ISTAT al 6 giugno 2021[13] gli stranieri erano 1 601, il 10,1% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 25,8% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'Albania (17,3%) e dal Marocco (13,3%).
Cultura
Scuole
Istituto tecnico agrario Ciuffelli
Liceo Classico Jacopone da Todi
Liceo Scientifico Donato Bramante
Eventi
Todi Festival: Rassegna annuale di teatro di prosa e lirico, di danza, di musica colta e etnica, di arti visive e di incontri letterari che si svolge solitamente a cavallo tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Dalla fondazione fino al 1997 è stato diretto da Silvano Spada, mentre dal 1997 al 2007 la direzione artistica è stata affidata all'attrice Simona Marchini, cambiando denominazione in TodiArteFestival, per poi passare nel 2008 a Maurizio Costanzo, nel 2010 a Stefano Porri e dal 2011 a Emiliano Leonardi e Giulio Castrica. Dall'edizione del 2013 (23 agosto - 1º settembre) la direzione del Festival è tornata in mano a Silvano Spada ed ha ripreso la denominazione di Todi Festival
Rassegna Antiquaria d'Italia: una delle più antiche e prestigiose mostre mercato dell'antiquariato del mondo, si svolge tradizionalmente a partire dal giovedì Santo per chiudersi alla domenica successiva alla Pasqua[senzafonte]
Mercatino dell'antiquariato: si svolge nella piazza principale della città ogni seconda domenica del mese.[senzafonte]
Festa di Santa Maria della Consolazione: è la festa tradizionale di Todi. Si svolge l'8 di settembre in onore della Madonna della Consolazione, davanti al tempio cinquecentesco di ispirazione bramantesca. La chiusura, per tradizione secolare, è affidata a fantastici giochi di artificio.[senzafonte]
Gran Premio Mongolfieristico: Raduno internazionale di mongolfiere, provenienti da tutto il mondo, che allietano i cieli tuderti nella seconda settimana di luglio.[senzafonte]
Fiera di San Martino, 11 novembre: le vie del centro storico si riempiono di bancarelle trasformando l'intera città in un grande mercato.[senzafonte]
Nel 2007 si sono svolte le celebrazioni per il VII centenario della morte di Jacopone da Todi (1306-2006).[senzafonte]
Geografia antropica
Suddivisioni storiche
La città si può considerare divisa in due zone distinte: la parte interna alle mura medievali, suddivisa in rioni, e la parte nuova, posta esternamente alle mura, suddivisa in quartieri.
I quartieri della città sono quelli di Santo Stefano, Sant'Arcangelo, Crocefisso, Cappuccini, Quartiere Europa, Broglino e Torre Squadrata.
Internamente alle mura, invece, si possono trovare i rioni di Santa Prassede, Santa Maria, Valle Bassa, San Fortunato, Porta Fratta e San Silvestro.
La cittadina di Todi singolarmente conta 11.059 residenti distribuiti in 52,86 km². La densità è di 209,21 abitanti per km².
Economia
Artigianato
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la lavorazione della ceramica; inoltre sono rinomati i laboratori di oreficeria, di intarsio, di intaglio, di scultura, di ebanisteria e di restauro.[14]
Amministrazione
Il Comune è governato da un'amministrazione di centrodestra (Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega Nord, CasaPound e Todi per la Famiglia). Il Sindaco è Antonino Ruggiano (FI), eletto il 25 giugno 2017 al ballottaggio con il 50,1% superando il Sindaco uscente Carlo Rossini del PD.
La squadra di pallacanestro della città è la Todi Basket, che milita nel campionato regionale umbro. È presente nello stesso campo anche una società giovanile, la Minibasket Todi.
Calcio
La principale squadra di calcio della città è la ASD Todi Calcio, che milita nel campionato di Promozione. Nata nel 1951, ha raggiunto il suo maggior traguardo sportivo vincendo la Coppa Italia Serie D 2000-2001. Sempre nel comune di Todi è presente un'altra squadra di calcio a 11 che milita in Prima Categoria: L'Olimpia Pantalla.
Torneo di calcio a 5 annuale
Ogni anno, nel periodo del mese di Giugno, ha luogo in centro il torneo di calcio a 5 delle frazioni e delle varie zone di Todi. Il torneo si gioca con la formula di 3 gironi, componenti ognuno 4 squadre. Dopo la fase a gironi, vi è la fase finale, a cui passano le prime e seconde di ogni girone e le 2 migliori terze di ogni gruppo.
L'attuale detentore del torneo è Pian di Porto. Nell'edizione 2016 vinse il Pantalla. Nel 2017 fu il turno di Pian di Porto, mentre nel 2018 trionfó il quartiere di Torresquadrata. Nel 2019 si è imposto Ilci. Successivamente all'interruzione della manifestazione nel 2020 e 2021, nel 2022 è tornato ad aggiudicarsi il torneo dei rioni la frazione di Pian di Porto, unica squadra sempre finalista della manifestazione e unica a bissare il trionfo.
Nomi d'Italia, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2009.</ref Todi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
AA.VV., Umbria. Piccoli centri della provincia di Perugia, Perugia e Santa Maria degli Angeli (PG), Provincia di Perugia e Edizioni Porziuncola, 1994, p. 148.
Etrusco Tular letteralmente "insieme di ceppi di confine", in lingua osco-umbraTuter-e ovvero "In Todi", "Nella città di confine" (Ribezzo, 1928 e Giacomo Devoto, Gli antichi Italici, Firenze, Vallardi, 1931, p. 93).
Klaus Zimmermanns, Umbria, Milano, Idealibri, 1990, p. 338. ISBN 88-7082-185-4 (tit. orig.: Klaus Zimmermanns, Eine Landschaft im Herzen Italiens, Gubbio-Perugia-Assisi Spoleto-Todi-Orvieto, Colonia (Germania), DuMont Buchverlag, Kommandithgesellschaft, 1987).
Notice de tableaux dont plusieurs ont été recueillis à Parme et à Venise: exposés dans le grand salon du Musée Napoléon, ouvert le 27 thermidor an XIII, De l'imprimerie des sciences et des arts, Paris.
Marie-Louise Blumer, Catalogue des peintures transportées d'Italie en Francce de 1796 à 1814, in Bulletin de la Société de l'art français, 1936, fascicule 2.
(FR) Notice des tableaux envoyés d'Italie en France par les commissaires du Gouvernement français, in Lettres historiques et critiques sur l'Italie de Charles de Brosses, tome 1, Paris, chez Ponthieu, VII, pp.387-411.
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