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Nettuno è un comune italiano di 47 641[1] abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.

Nettuno
comune
Nettuno – Veduta
Nettuno – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Lazio
Città metropolitana Roma
Amministrazione
SindacoBruno Strati (commissario straordinario) dal 17-6-2022
Territorio
Coordinate41°27′27″N 12°39′40″E
Altitudine11 m s.l.m.
Superficie71,64 km²
Abitanti47 641[1] (31-8-2020)
Densità665,01 ab./km²
FrazioniBorgo, Scacciapensieri, Canala, Cioccati, Piscina Cardillo, Tre Cancelli, San Giacomo, Santa Barbara, Zucchetti, Loricina, Eschieto, Cadolino
Comuni confinantiAnzio, Aprilia (LT), Latina (LT)
Altre informazioni
Cod. postale00048
Prefisso06
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT058072
Cod. catastaleF880
TargaROMA
Cl. sismicazona 3A (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 1 255 GG[3]
Nome abitantinettunesi

[4]

Patronosan Rocco, Madonna delle Grazie, santa Maria Goretti.
Giorno festivo16 agosto, Primo sabato di Maggio.
Cartografia
Nettuno
Nettuno – Mappa
Nettuno – Mappa
Posizione del comune di Nettuno nella città metropolitana di Roma Capitale
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Si trova al confine tra l'Agro Romano e l'Agro Pontino. È una città del litorale laziale ed è bagnata dal Mar Tirreno. Nel territorio comunale scorre il fiume Astura, che segna il confine meridionale con il comune di Latina.

Sul territorio comunale sono stati rinvenuti diversi minerali; il più rilevante, per il quale è definita località tipo, è la perrierite-(Ce)[5].


Clima


NETTUNO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 11,813,315,818,621,726,028,428,325,822,517,113,712,918,727,621,820,3
T. min. media (°C) 4,35,26,39,011,915,718,418,216,313,19,15,95,19,117,412,811,1

Dalla Stazione meteorologica di Ardea


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Antium e Cenone.

Le origini: Antium latino-volsca


Nettuno affonda le proprie radici nell'antica Antium[6], rappresentandone l'erede naturale. Antium venne fondata da genti di etnia latina agli inizi del primo millennio a.C., e in seguito venne occupata dai Volsci, insediatisi nella regione agli inizi del V secolo a.C.. Fin dalle origini fiorente centro commerciale e marinaresco, Antium dominava verosimilmente, già in età pre-romana, gran parte del territorio dell'odierna Nettuno (secondo un orientamento estendeva approssimativamente il suo territorio da Capo d'Anzio, occupato dall'odierna Anzio, all'area del fiume nettunese Loricina); nella parte più alta della riviera nettunese, oggi Villa Borghese, vi sarebbe stata l'acropoli[7]. Adiacente al borgo medievale o in corrispondenza della foce del fiume Loricina[8] doveva sorgere un porto, pertinente ad un oppidum chiamato Caenon, che fin dal periodo latino fungeva da arsenale navale, da foro per il mercato e da deposito per i viveri[9]; fondamentale punto strategico, da esso partivano le scorrerie piratesche per il Mediterraneo.

Antium, che nel periodo volsco osteggiò lungamente Roma, per lungo tempo fu la capitale dei Volsci anziati (stanziati sulla costa tirrenica, e distinti dai Volsci ecetrani, dell'entroterra); fu dunque alla guida di altre città divenute volsche e intraprese una lunga belligeranza che vide numerosi episodi, tra cui il più noto è quello del patrizio Gneo Marcio Coriolano, il quale, in esilio presso gli Anziati[10], fu accolto dal nobile Attio Tullio e con lui concordò la guerra contro Roma; entrambi furono eletti, dalle città volsche, condottieri delle loro truppe, e Gneo Marcio, tra il 489 a.C. e il 488 a.C., portò i Volsci ad arrivare al IV miglio della via Latina[11]. Ad Antium Coriolano fu poi ucciso, mentre si apprestava a difendere il proprio operato al Foro[12].

Nel 484 a.C., nel territorio antistante la città, i Volsci inflissero in battaglia una dura sconfitta alle legioni romane, condotte da Lucio Emilio Mamercino, costringendole ad una imbarazzante fuga notturna[13].

Nel 469 a.C., i Romani conquistarono e devastarono la città di Cenone[14]. Nel 468 a.C., dopo aver perso la battaglia di Antium, gli Anziati si arresero ai Romani, che stabilirono un presidio armato in città[15]. L'anno seguente Roma dedusse una colonia di diritto latino nel territorio di Antium[16], che in seguito, nel 459 a.C., in una battaglia sanguinosa assediò nuovamente e conquistò, dopo che i Volsci anziati coi coloni romani si erano ribellati al suo controllo; la città fu depredata, i maggiori responsabili della rivolta uccisi[17][18].

Dopo lunghe ostilità, la città anziate fu definitivamente annessa allo Stato romano.


Età romana


Antium, che era stata tra le prime colonie romane (fu dedotta come tale nel 338 a.C.), ospitò, tra i romani più eminenti che vi costruirono bellissime ville in riva al mare, Cicerone e Mecenate. Furono soprattutto gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia ad avere frequenti contatti con la città marittima. Meno di dieci anni dopo la morte di Nerone, avvenuta il 9 giugno dell'anno 68, Antium era però già quasi tutta in rovina.

Che Nettuno, definita dallo storico Giuseppe Tomassetti "il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati"[19], è la diretta erede di Antium, lo dimostra peraltro una stampa nell'opera Nova et accurata Italiae Hodiernae descriptio edita dal cartografo Jodocus Hondius nel 1627: è riportato NEPTUNIUM, olim Antium, ossia "Nettuno, una volta Antium"[20]. Certo, l'attuale città di Anzio si sente comunque erede dell'antico insediamento, essendosi essa stessa sviluppata, da Nettuno, tra il 1827 e il 1857.


Costruzioni

Almeno in epoca romana, la parte più importante della città di Antium si trovava, probabilmente, sull'altura occupata oggi dalla Villa Bell'aspetto o Villa Borghese. Essendo destinata allo svago e al riposo dei nobili romani[21], Antium si estese certamente ad occidente e ad oriente fino ad Astura, su tutto il territorio ora occupato dalle due città di Nettuno e di Anzio:


Templi

Antium aveva molti templi dedicati alle divinità pagane; diversi erano situati in varie località dell'attuale Nettuno:


Strade


Il Medioevo


Il Borgo medievale di Nettuno.
Il Borgo medievale di Nettuno.

All'inizio del VI secolo d.C. Antium, fra molte altre, fu oggetto di saccheggio e distrutta dai Goti di Vitige, che seminavano morte e distruzione per il Lazio[29].

La storiografia sembra dunque concorde nell'affermare che il "castello di Nettuno" continuò la storia dell'antica Antium, sviluppandosi sul suo territorio come paese successore. Secondo l'orientamento comune, gli Anziati sopravvissuti alle incursioni "barbariche" (cui parteciparono anche i Saraceni, a partire dall'VIII-IX secolo d.C.), abbandonato l'antico porto neroniano e altri siti, si sarebbero spostati o concentrati, tutti o in parte, subito o moltissimo tempo dopo, in un oppidum o borgo sul sito di un probabile tempio del Dio Nettuno; di qui derivò l'attuale borgo medievale nettunese. Il nome di Antium riaffiorò definitivamente dall'oblio solo nel 1827, con la nascita del "Comune di Nettuno e Porto d'Anzio". Con effetto giuridico dal 1º gennaio del 1857, papa Pio IX istituì il "Comune di Anzio", cedendogli una parte di Nettuno.

Nel Medioevo il borgo fu quindi l'unico abitato a rappresentare l'eredità della vecchia Antium. Emblematiche le parole dello storico Leandro Alberti (Descrittione di tutta Italia di F. Leandro Alberti Bolognese, appresso Pietro de i Nicolini da Sabbio, 1551, p. 107):

"Per le cui rovine [di Antium], appresso il mare, fu edificato il Castello di Nettunio, anzi ristorato dalla nobile famiglia di Colonnesi [...] Ed essendo poi ristorato sulle rovine di Antio fu detto Nettunium".

Jodocus Hondius (Nova et accurata Italiae hodiernae descriptio... illustrata a Judoco Hondio. Addita est Siciliae, Sardiniae, Corsicae et itinerariorum per Italiam brevis delineatio, Apud B. et A. Elsevir, Biblioteca pubblica di Lione, 1627, p. 165) così scriveva:

"Hodie nihil eius exstare censet Volaterranus, sed in eius vestigiis NEPTUNIUM nunc aedificatum"; ossia "II Volterrano ritiene che oggi nulla rimane (di Antium), ma che sulle sue rovine è stato edificato Nettuno".

Peraltro, Nettuno di Antium ereditò l'intero territorio[30]. Gli abitanti non fecero altro che cambiare il nome della contrada da Antium a Nettuno, forse in onore dell'omonimo dio[31][32][33]. Almeno generalmente, i Nettunesi, consapevoli di far parte di quel territorio una volta chiamato Antium, usavano chiamarsi Anziati[34][35].

I feudatari di Nettuno furono inizialmente i conti Tuscolo, poi i monaci di Grottaferrata e i Frangipane. Nel IX secolo, il paese dovette subire l'invasione e la distruzione da parte dei Saraceni. Allora gli abitanti dovettero scappare verso i monti, nelle foreste, ma in seguito, dopo che le truppe di papa Benedetto VIII giunsero e decimarono i Saraceni, salvando probabilmente donne e bambini, si sarebbero gettate le basi per la formazione di un nuovo nucleo di Nettuno. Risalirebbe infatti a questo periodo l'episodio per il quale le donne nettunesi, per praticità o per civetteria, adottarono il vestito saraceno, corto al ginocchio (alla saracena), cosicché acquisirono la fama di donne dalle cosce come colonne. Successivamente il Papa scacciò i Conti di Tuscolo, poi fortificò un castello con torri e bastioni - che rappresenta l'attuale borgo medievale. Gli ultimi feudatari della città, in ordine di tempo, devono probabilmente essere considerate le famiglie Della Donna e Maura.

Nel 1427, dopo la morte di Rinaldo Orsini, viceré degli Abruzzi, Antonio Colonna divenne signore di Nettuno e di Astura grazie a papa Martino V. In questo periodo a Nettuno vennero costruite molte ville, come Villa Borghese o Bell'Aspetto, Villa Albani (oggi nel Territorio comunale di Anzio) e Torre Astura.


L'età moderna


Il litorale di ponente di Nettuno visto dal borgo.
Il litorale di ponente di Nettuno visto dal borgo.

Le vicende del feudo di Nettuno durante il XVI secolo riflettono da vicino quelle dello Stato Pontificio: furono a loro volta relazionate alla prossimità di Nettuno a Roma; e per la sua collocazione geografica la città marittima era dotata di postazioni difensive poste a guardia sul mare; il feudo di Nettuno apparteneva in tale periodo alla potente famiglia dei Colonna e lo fu per quasi tutto il secolo. Nel XVI secolo Nettuno non era altro che un piccolo centro abitato, circondato da mura e da torri, e al cui centro sorgeva la chiesa di San Giovanni. Poco più avanti del castello, c'era il Forte Sangallo, fatto costruire all'inizio del secolo, tra il 1501 ed il 1503, da papa Alessandro VI Borgia e dal suo rappresentante locale il Conte Coppolo, per difendere lo Stato Pontificio dagli assalti di predoni, corsari, pirati arabi e africani. Di fronte alla fortezza c'era il convento di San Francesco. E poi si stendeva una vasta campagna di circa 70 chilometri quadrati.

I residenti erano poche centinaia e molti in quel periodo vi migrarono dall'Abruzzo e dal napoletano, per la coltivazione del grano, la raccolta dell'uva, il taglio della legna, la produzione del carbone e la pesca. C'era una discreta economia, tale da assicurare ai suoi feudatari rendite ragguardevoli: grano, vino, orzo, legna e carbone, minerali, pelli conciate, lana, prodotti che venivano imbarcati dal porto di Astura, per andare verso Napoli o Pisa.

Nel 1501 subentrarono i Borgia, con papa Alessandro VI, dopo che quest'ultimo confiscò i possedimenti dei Colonna a causa della loro amicizia con i francesi. I Borgia in quell'anno affidarono ad Antonio da Sangallo la costruzione della fortezza, ma i Colonna se ne riappropriarono nel 1503, anno della morte di papa Alessandro VI. Il nuovo pontefice Giulio II Della Rovere, alleato della famiglia Colonna, d'intesa con questi, ordinò di eseguire l'esplorazione del territorio nettunese. Si scoprirono molte vestigia antiche che furono portate via, come la statua di Apollo, ora nel Museo Vaticano; il gladiatore combattente che portava scolpito il nome dello scultore Agasia; il Dositeo da Efeso, che si trova ora nel museo del Louvre a Parigi; il gladiatore moribondo, ora al museo capitolino; la statua del dio Nettuno, che si trova al museo Lateranense; Cibele (oggi nella Villa Doria Pamphilj, fuori dal Gianicolo), ed altre pregevolissime opere d'arte.

Nel 1535 nacque Marcantonio Colonna, feudatario di Nettuno, famoso per la sconfitta inflitta ai turchi nella battaglia di Lepanto nel 1571.

Secondo la tradizione, nel 1550 approdò alla foce del fiume Loricina, la statua di legno della Madonna col Bambino, la famosa Madonna delle Grazie di Nettuno, che veniva trasportata dall'Inghilterra a Napoli, per sottrarla alle persecuzioni di Enrico VIII contro i cattolici, in seguito allo Scisma anglicano.

Nel 1575 papa Gregorio XII, in occasione del Giubileo, notati gli sguardi dei pellegrini alle vesti di foggia saracena delle ragazze di Nettuno, ordinò loro di indossare vesti più lunghe: la Camera Apostolica pagò di suo pugno le modifiche alle vesti delle nettunesi, e si dovette ricorrere alle minacce per farle indossare.

Nel 1584 la vedova di Marcantonio Colonna, Felicia Orsini vendette il feudo a papa Clemente VIII Aldobrandini.

Nettuno, Astura e tutte le terre contigue vennero vendute nel 1594 da Marcantonio Colonna (III) alla Camera Apostolica per quattrocentomila scudi e papa Clemente VIII informò i nettunesi di questo suo acquisto tramite una lettera, nella quale promise di disboscare e ridurre a cultura tutto il territorio, per farlo più prospero.

Nel biennio 1625/26 lo Stato Pontificio restaurò il borgo e ricostruì il baluardo di S. Rocco.

Nel 1656 l'epidemia della peste decimò più di mille nettunesi. Venne istituito il Monte Frumentario, per la distribuzione del grano ai più poveri.

Nel 1661, il vescovo di Albano Laziale diede inizio alla tradizionale e solenne processione della Madonna delle Grazie; inizialmente la prima domenica di maggio.

Tra il 1697 e il 1700 il pontefice Innocenzo XII fece costruire il nuovo Porto di Anzio, abbandonando quello che restava del porto Neroniano. Nel 1700 il Papa acquistò dal principe Giovanni Pamphilj tutta la valle intorno al nuovo porto, allo scopo di consentire ai nettunesi di costruirvi le loro abitazioni ed agevolarli nei loro commerci marittimi. Ma dopo l'inaugurazione del porto Innocenziano, i beneficiari, ossia i nettunesi, furono esclusi dalle attività marittime.

Nel 1856, per astii interni, gli abitanti dell'area del porto, i cosiddetti portodanzesi, chiesero la scissione dalla città di Nettuno; il Papa acconsentì a questa loro richiesta, dunque decretò la cessione ad Anzio, come detto, di circa un terzo del preesistente territorio di Nettuno: il 1857 è la data formale della nascita di Anzio.

Nel 1870 Nettuno, seguendo le sorti dello Stato della Chiesa di cui era parte, venne definitivamente inglobato nel Regno d'Italia.


L'inizio del Novecento


Il borgo di Nettuno, visto dal Lungomare Matteotti.
Il borgo di Nettuno, visto dal Lungomare Matteotti.

Nel 1900 arrivò nelle strade del centro cittadino la corrente elettrica, che solo negli anni successivi si estese anche alle zone periferiche del paese.

Nel 1901 il ministro dell'Interno Giovanni Giolitti concesse al comune di Nettuno l'uso di una propria bandiera: un telo quadrato di seta celeste e verdemare, con l'asta blu, sormontata dal dio Nettuno.

Il 6 luglio 1902 morì nell'Ospedale Fatebenefratelli la piccola Maria Goretti, colpita a morte il giorno prima da Alessandro Serenelli, nella masseria di Conca. Fu canonizzata nel 1950 da papa Pio XII.

Nell'estate-autunno del 1903, Gabriele D'Annunzio fu ospite dei Borghese nella villa Bell'Aspetto (Villa Borghese).

Ai primi del Novecento, la città andava sviluppandosi verso levante, con la ricostruzione del Santuario a San Rocco e del Municipio, sito in Via San Rocco, ora Via Matteotti. Attualmente lo stabile versa in condizioni di profondo degrado, dovute all’età.

Il 15 luglio 1904 morì fra Orsenigo, principale promotore dell'ospedale Fatebenefratelli, portando il suddetto nosocomio ad un periodo di crisi: il Sanatorium finì con il cessare le attività; sopravvisse però come Casa della Salute. Padre Benedetto Menni, fondatore delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore, continuò l'attività di accoglienza. Nel 1921 l'ospedale fu venduto al Vaticano. Da allora si chiamò Casa della Divina Provvidenza e della sua gestione si occupò il Comitato Romano di Previdenza e Assistenza Sanitaria, che lo affidò alle suore del Piccolo Cottolengo. Il 2 giugno 1943 papa Pio XII decise poi di ripristinare l'ospedale, ma ciò non avvenne. In Piazza San Francesco venne istituito un pronto soccorso, proprio dove oggi si trova il poliambulatorio Barberini. La Divina Provvidenza, fu poi abbandonata dal Vaticano e acquistata dal Comune di Nettuno nel 1975/76, per alloggiarvi scuole, uffici sanitari e associazioni locali.

Un problema molto grave per Nettuno e la pianura pontina era l'endemia malarica. Nel 1918 a Nettuno fu fondata la Scuola di Malariologia, diretta da Bartolomeo Gosio, per il perfezionamento di medici ed infermieri e la preparazione del personale ausiliario nella lotta contro la malaria[36].

Nel 1910 entrò in funzione la tranvia elettrica per Anzio, che nel 1939 fu sostituita dalla filovia.

Nel 1914, dopo un incendio nella chiesa di San Rocco, che distrusse il trono della statua di Nostra Signora delle Grazie, i nettunesi inaugurarono il nuovo Santuario riedificato dai Padri Passionisti, tuttora custodi della struttura.

Cuore della cittadina era ancora il borgo antico, intessuto di palazzi signorili e di case semplici, intreccio di vicoli e piazzette, tutto intorno alla Chiesa Collegiata, dedicata ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista. Ad un lato della Collegiata vi era l'Oratorio del Carmine, dall'altro la chiesa del SS. Sacramento, di fronte al palazzo baronale già Colonna, ora proprietà Borghese. Da una parte del borgo il bel palazzo dei Segneri, dall'altra parte il maestoso palazzo Pamphilj-Doria, anch'esso di proprietà Borghese, con gli affreschi di Pier Francesco Mola, nelle sale e specialmente nel salone delle feste.

Dal 1901 al 1931 la popolazione di Nettuno passò da 4.707 a oltre 9.000 abitanti. Molti erano i nettunesi che vivevano nelle frazioni: Cretarossa, Armellino, Tre Cancelli, Valmontorio, Conca e Ferriere.


Il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale


II 20 luglio 1925, nel Forte Sangallo, Mussolini firmò con i ministri della Jugoslavia la convenzione di Nettuno, una serie di accordi economici e giuridici che interessavano specialmente le condizioni degli italiani in Dalmazia, nonché le relazioni fra Zara e il retroterra dalmata e - data l'annessione di Fiume all'Italia - anche la regolamentazione dei limiti delle acque territoriali tra Fiume e Sussak, oltre che delle zone di pesca di rispettiva competenza.

Con regio decreto legge nel 1934, sancendo l'istituzione della nuova provincia di Littoria, si stabilì la cessione da parte di Nettuno delle frazioni di Acciarella, Conca e Le Ferriere (quindi quasi tutto il corso del fiume Astura) e la loro aggregazione al comune di Littoria (oggi Latina)[37].

Come statuito con legge nel 1939[38], Nettuno si trovò riunita ad Anzio in un unico comune denominato "Nettunia", fondato ufficialmente il 24 gennaio 1940. L'unione durò fino al 1945[39]. Sulle coste di Nettunia, il 22 gennaio del 1944 mezzi da sbarco anglo-statunitensi diedero luogo allo sbarco di Anzio. A ricordo dell'accaduto venne edificato un monumento commemorativo proprio all'interno del bosco di Nettuno, nei pressi dell'entrata prospiciente il poligono militare.

Il Grattacielo di Nettuno, in Piazzale Michelangelo a Scacciapensieri.
Il Grattacielo di Nettuno, in Piazzale Michelangelo a Scacciapensieri.

Onorificenze


Medaglia d'Oro al merito civile
«Città strategicamente fondamentale per il comando tedesco, impegnato a bloccare lo sbarco degli anglo-americani, fu sottoposta, all'indomani dell'armistizio, a dure evacuazioni e a feroci rastrellamenti e rappresaglie, dando prova di numerosi episodi di resistenza all'oppressore. Oggetto di continui e violentissimi bombardamenti, subiva numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell'abitato e del patrimonio agrario. I sopravvissuti seppero resistere, con fierissimo contegno, alle più dure sofferenze della guerra ed affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione morale e materiale.»
 1943 - 1944/Nettuno (RM)

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 24 febbraio 2003 ha insignito Nettuno del titolo di città[40].


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose



Architetture civili


Uno scorcio del borgo.
Uno scorcio del borgo.
Torre Astura.
Torre Astura.
Antica strada romana, la via Lanuvium-Antium, riportata alla luce nel 2002.
Antica strada romana, la via Lanuvium-Antium, riportata alla luce nel 2002.

Architetture militari


Il Forte Sangallo.
Il Forte Sangallo.

Altro


Vista del cimitero americano.
Vista del cimitero americano.
Monumenti e fontane
Fontana del Nettuno.
Fontana del Nettuno.

Aree naturali



Società



Evoluzione demografica


Piazza Mazzini
Piazza Mazzini

Abitanti censiti[44]

AnnoResidenti
199936 641
200036 576
200136 080
200236 254
200336 849
200439 434
200540 651
200641 867
200742 370
200843 409
200944 444
201046 846
201147 332
201247 642[45]
201649 167

[46]


Etnie e minoranze straniere


Al 31 dicembre 2015 a Nettuno risultano residenti 4 701 cittadini stranieri, le nazionalità più rappresentate sono:[47]


Tradizioni e folclore



Festa di sant'Antonio Abate

La festa si svolge la seconda domenica di gennaio; intorno al 17. La domenica mattina avviene la benedizione degli animali; al quale partecipano cavallerizzi da tutta la zona, carri trainati da cavalli e asini, animali domestici. Originariamente la benedizione era preceduta da una processione, usanza che si è interrotta negli ultimi anni.


Festa della Madonna delle Grazie

La solenne processione, che si svolge il primo sabato di maggio, per le vie centrali di Nettuno. La Madonna delle Grazie viene portata e accompagnata dai nettunesi dal santuario di Santa Maria Goretti e Nostra Signora delle Grazie alla chiesa di San Giovanni, nel borgo medioevale. Sfilano tutte le confraternite delle parrocchie della città, e anche rappresentanti dei comuni limitrofi.


Istituzioni, enti e associazioni



Istituto di Polizia per ispettori I.P.I. Nettuno

L'istituto di polizia si estende su un'area di 15 ettari, nel quartiere Santa Barbara, in Via S. Barbara 94: è il fiore all'occhiello della Polizia di Stato ed una delle più grandi caserme d'Europa. In passato è stata scuola di Tiro dell'Artiglieria, scuola allievi p.s., scuola per sottufficiali p.s. Nel 1985 è stato dato all'istituto il nuovo titolo e ruolo ovvero Istituto per Sovrintendenti e di perfezionamento per Ispettori, dal 2004 l'Istituto ha assunto una nuova ed attuale denominazione ovvero Istituto per Ispettori. È un importantissimo Centro di Addestramento cinofilo della Polizia di Stato, oltre che al nuovissimo centro per l'addestramento all'Ordine Pubblico, inoltre ospita anche la scuola di specializzazione al tiro (Centro Nazionale di Specializzazione e Perfezionamento del Tiro). La scuola è dotata di aula magna, utilizzata anche dai nettunesi come teatro, di una cappella, sala eventi, sala maxi-schermo, bar, mensa, poligono di tiro, piscina, campi da calcio e calcetto, campi da tennis e palestra pesi e palestra arti marziali dove ogni giorno si allenano gli atleti delle fiamme oro pluridecorati nella disciplina del Taekwondo.


Scuola Centrale di Tiro d'Artiglieria

A Nettuno dal 1888, viene trasferita ufficialmente a Bracciano nel 1945. Rimane oggi il poligono di tiro che si estende fino alla provincia di Latina, sul mare. Il tratto di spiaggia che va da Scacciapensieri a Torre Astura è territorio dell'E.I.


Cultura



Istruzione



Musei


Media


Stampa

Cinema

Nettuno è stata spesso scelta da molti registi cinematografici per il carattere pittoresco di alcuni luoghi di interesse come il Borgo Medievale, il Castello, Torre Astura, il Bosco di Foglino.


Cucina


Vino bianco uve di Bellone, localmente detto Cacchione; molluschi e crostacei; ranocchie fritte; alici; lumache; fungo porcino di Foglino.


Geografia antropica



Quartieri


Borgo, Centro, Cretarossa, Scacciapensieri, Montegrappa, Eschieto, Seccia, Santa Barbara, San Giacomo, Zucchetti, Cioccati, Cadolino, Piscina Cardillo, Canala, Tre Cancelli, Sandalo, Sandalo di Ponente, Sandalo di Levante


Economia



Turismo


Il porto turistico di Nettuno, visto dal borgo, con sullo sfondo il Monte Circeo.
Il porto turistico di Nettuno, visto dal borgo, con sullo sfondo il Monte Circeo.

L'attività turistica è di fondamentale importanza per Nettuno. Durante la stagione estiva le vie e le piazze del centro si affollano di turisti e persone di tutte le età, provenienti da tutte le città vicine. Di giorno è il mare ad attirare, la sera il lungomare con la caratteristica e lunghissima passeggiata. La storia e i luoghi di interesse invitano molte persone ad ammirarne le bellezze. Parte della città è cinta da altissime mura medioevali, al di fuori delle quali si trova il Forte Sangallo costruito da Antonio da Sangallo; il cimitero dei caduti americani costruito dopo la seconda guerra mondiale; Torre Astura; Villa Bell'Aspetto conosciuta come Villa Borghese o Villa Costaguti e il porto Turistico Marina di Nettuno.

La città è anche meta di turismo religioso grazie al Santuario di "Nostra Signora delle Grazie" e Santa Maria Goretti, la Collegiata dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, la Chiesa di San Francesco d'Assisi (secondo alcuni storici costruita sulle rovine del tempio della Dea Fortuna) come tutta la zona di carattere medioevale costruita su rovine dell'Antica Roma. Da non dimenticare il turismo, seppur con numeri ridotti e di importanza piuttosto marginale, legato allo sport del Baseball.


Infrastrutture e trasporti



Porti


Il porto Marina di Nettuno, inaugurato nel 1986, si candida a scalo turistico per Roma, dalla quale dista circa 60 km.


Strade


Il comune è raggiungibile con:

Un filobus ripreso in piazza Mazzini, a Nettuno, nei primi anni quaranta.
Un filobus ripreso in piazza Mazzini, a Nettuno, nei primi anni quaranta.

Ferrovie e tranvie


La stazione di Nettuno funge da capolinea della ferrovia Campoleone-Nettuno, servita dalle relazioni della società Trenitalia denominate FR8 nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lazio.

In passato la stazione sorgeva in un'area più vicina alla costa, sulla preesistente ferrovia litoranea proveniente da Albano Laziale, inaugurata il 26 marzo 1884 dalla Società Anonima per la Ferrovia Albano-Anzio-Nettuno (FAAN), poi passata alle Ferrovie Secondarie Romane (FSR); la variante di tracciato realizzata più a monte fu attivata dalle Ferrovie dello Stato nel 1934.

Fra il 1910 e il 1930 gli spostamenti lungo la costa erano serviti inoltre dalla tranvia Anzio-Nettuno, sostituita da una filovia, a sua volta soppressa nel 1944.


Amministrazione


Il Municipio sul Lungomare Matteotti, visto dal borgo.
Il Municipio sul Lungomare Matteotti, visto dal borgo.

Qui è riportata la lista delle amministrazioni locali dal 1995 ad oggi:

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
8 maggio 1995 23 marzo 1998 Carlo Conte Partito Democratico della Sinistra Sindaco
23 marzo 1998 14 dicembre 1998 Salvatore Di Coste Commissario
14 dicembre 1998 28 novembre 2005 Vittorio Marzoli Forza Italia Sindaco
28 novembre 2005 28 aprile 2008 Mario Licciardello
Renata Castrucci
Maurizio Alicandro
Commissione
straordinaria
[57]
28 aprile 2008 3 aprile 2015 Alessio Chiavetta Partito Democratico Sindaco [58]
3 aprile 2015 20 giugno 2016 Raffaela Moscarella Commissario
20 giugno 2016 5 maggio 2018 Angelo Casto Movimento 5 Stelle Sindaco [59]
5 maggio 2018 10 giugno 2019 Bruno Strati Commissario
10 giugno 2019 17 giugno 2022 Alessandro Coppola Noi con Salvini Lega Nord[60] Sindaco
17 giugno 2022 in carica Bruno Strati Commissario

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Il diamante dello Stadio Steno Borghese, campo interno del Nettuno Baseball.
Il "diamante" dello Stadio Steno Borghese, campo interno del Nettuno Baseball.

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Le squadre in attività sono:


Pallacanestro


Le squadre cittadine sono il New Nettuno e l'Oratorio San Paolo Tre Cancelli, entrambe militanti nelle divisioni dilettantistiche.


Impianti sportivi



Note


  1. Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. L'aggettivo "nettunensi" è attestato in Wolfgang Schweickard (a cura di), Deonomasticon Italicum (DI). Volume III: Derivati da nomi geografici (M-Q), Walter de Gruyter, 2009, p. 420.
  5. Minerali rinvenuti nei pressi di Nettuno
  6. Giuseppe Lugli, Saggio sulla topografia dell'antica Antium, Roma, RIASA 7 (1940), pp. 153-188.
  7. Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma, Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1849, Vol. I
  8. Paola Brandizzi Vittucci, Antium: Anzio e Nettuno, 2000.
  9. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, IX, 56
  10. Plutarco, Vite parallele, 6. Gneo Marcio Coriolano e Alcibiade, XXII, 1
  11. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, VIII, 1-36.
  12. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, VIII, 59.
  13. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, VIII, 83-85.
  14. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, IX, 56.
  15. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, IX, 57-58.
  16. Tito Livio, Ab Urbe condita libri, III, 1.
  17. Tito Livio, Ab Urbe condita libri, III, 22-23.
  18. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, X, 21.
  19. La Campagna romana antica, medioevale e moderna, vol. II, 1979-'80, p. 366.
  20. Jodocus Hondius, Nova et accurata Italiae hodiernae descriptio... illustrata a Judoco Hondio. Addita est Siciliae, Sardiniae, Corsicae et itinerariorum per Italiam brevis delineatio, Apud B. et A. Elsevir, Biblioteca pubblica di Lione, 1627, p. 164.
  21. Strabone, Geografia, V, 3, 5
  22. Cicerone, Epistulae Ad Atticum, IV, 8; XII, 19; XIII, 26, ecc.
  23. Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XLIII, 4, 6
  24. A tal riguardo, l'avvocato Carlo Fea, archeologo, che partecipò alla scoperta, riportò una relazione (Carlo Domenico Francesco Ignazio Fea, Cenni di storia del porto neroniano nella città di Anzio e modo facile di ristabilirlo, Roma, Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, 1832, pp. 19-20). Calcedonio Soffredini (Storia di Anzio, Satrico, Astura e Nettuno, Roma, Tipografia della pace, 1879, p. 181) scrisse che le iscrizioni latine in questione, da lui osservate, «indicavano il nome dell'artefice e dei consoli. Collocato questo avanzo di antichità nell'ufficio comunale, non fu più potuto trovare, ne più esame si poté fare intorno al nome dei consoli».
  25. Monsignor Vincenzo Cerri, Nettuno Archiviato il 14 agosto 2014 in Internet Archive., Nettuno, Collana Caritas, 1986, p. 179; Giuseppe Brovelli Soffredini, Neptunia, Roma, 1923.
  26. Paola Brandizzi Vittucci, Op. cit..
  27. Come riportato da una pianta di Kupferstich, relativa a Nettuno e datata 1557 (denominata Il vero ritratto di Nettuno, al presente occupato da gl'imperiali), l'odierna Piazza Mazzini si chiamava "Piazza dei Pozzi di grano", ed era interna, insieme a un tratto della "strada romana", al Borgo medievale nettunese (Universitätsbibliothek Salzburg, G 126 III).
  28. Giancarlo Baiocco et al., Nettuno. La sua storia, Pomezia, Arti grafiche s.r.l, 2010.
  29. Il Papa Gregorio I così descriveva: "Dovunque vediamo lutti, dovunque sentiamo gemiti. Distrutte le città, abbattute le fortezze, devastate le campagne, la terra è ridotta a deserto [...]Da ogni parte siamo circondati dalle spade, da ogni parte temiamo imminente il pericolo di morte [...] Ormai sono costretto ad interrompere il commento, perché l'anima mia sente il tedio della vita." (Gregorio Magno, Omelie su Ezechiele, II, 6, 21-22; II, 10, 24).
  30. Nell'opera geografica di Antonio Chiusole (Il mondo antico, moderno, e novissimo, ovvero: Trattato dell'antica, e moderna geografia, Venezia, appresso Gio: Battista Recurti, 1739, p. 362) si legge "NETTUNO, in Lat. Neptunium, Porto di Mare poco capace", certamente in riferimento al porto innocenziano situato in Capo d'Anzio (porto d'Anzio); quindi l'antico territorio anziate era ormai detto di Nettuno. Infatti Gaetano Moroni (Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia, Dalla Tipografia Emiliana, 1860, vol. 97, p. 188) riportava questo: Dell'antico e moderno porto d'Anzio, hor di Nettuno; e in seguito: Veduta e spaccato del palazzo fatto fare nella sua tenuta di Cartoceto dal principe Gio. Battista Borghese, in occasione di alloggiarvi Papa Innocenzo XII nel passaggio che vi fece per il porto d'Anzio, detto oggi Nettuno, l'anno 1697.
  31. "Hodie Antium, vulgò Nettuno sive Neptunium dicitur.."; ovvero "Oggi Antium, popolarmente chiamata Nettuno o Neptunium..." (Athanasius Kircher (S.J.), Romain De Hooge, Clemens X (paus), Latium, Janssonius à Waesberge, 1671, p. 24)
  32. "Non avrà molto a gloriarsi Nettuno, che ivi abbia avuti i natali il mostro di ogni iniquità Nerone [nativo infatti di Antium]..." (Giuseppe Marrocco, Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese, Tomo XII, Roma, Tipografia Boulzaler, 1836, p. 163). In un commentario ad Orazio (Cum erudito Laevini Torrentii commentario, Antuerpiae, Apud Ioannem Moretum, 1608, p. 110) si legge: "Antium, enim Latii oppidum imprimis nobile e Volscorum olim caput (nunc Neptunium vocant)": ossia "Antium, infatti città del Lazio principalmente nobile, un tempo capitale dei Volsci (oggi la chiamano Nettuno)".
  33. «..il moderno Anzio [...] è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno [...] il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati". Più avanti argomentava "Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare» (Giuseppe Tomassetti, La Campagna romana antica, medioevale e moderna, Vol. II, 1979-'80, pp. 366 e 381-382).
  34. Per esempio, Domenico Segneri, nettunese (come da prova, fra gli altri, Giovanni B. Rasi in Dimostrazione della necessità, e facilità del restabilimento dell'antico porto Neroniano d'Anzio, e degl'inconvenienti ed inutilità del moderno Innocenziano, Contedini, 1825, p. 34) nel 1656 pubblicò un'opera dal titolo "Opus dei admirabile, seu de monarchia divi pietri. Studio Dominici Segneri Antiatis explicata", che vuol dire "Mirabile opera di Dio, ossia del regno di S. Pietro, descritta da Domenico Segneri, Anziate" (Domenico Segneri, Pierre Miotte, Opus Dei admirabile, typis HH. Corbelletti, 1656).
  35. Il 5 maggio 1850 si celebrava a Nettuno il terzo centenario dell'avventuroso sbarco, sulla sua costa, della sacra Immagine di Nostra Signora delle Grazie. Per l'occasione si pubblicò un sonetto, nella cui testata è scritto che la Vergine Santissima, correndo via dalle coste britanniche, "GLI ANZIATI PRESCELSE". I Nettunesi del 1550 abitavano da soli la zona dal Capo d'Anzio (che, come detto, si ripopolò tre secoli dopo) ad Astura; dunque, come si evince dalla citata frase, al 1850 gli abitanti di Nettuno in genere si consideravano ancora Anziati. Il documento del sonetto è riportato nel libro di Mons. Vincenzo Cerri (Nettuno, Nettuno, Collana Caritas, 1986, p. 203).
  36. Bartolomeo Gosio, Alberto Missiroli e Arcangelo Ilvento, Organizzazioni antimalariche alla luce delle nuove dottrine. Roma: Provveditorato Generale Dello Stato, 1925
  37. Art. 5 Regio Decreto Legge 4 ottobre 1934, n. 1682
  38. Legge 27 novembre 1939, n. 1958
  39. Decreto legislativo luogotenenziale 3 maggio 1945, n. 265, in materia di "Ricostituzione dei comuni di Anzio e Nettuno."
  40. "Titolo di Città", sul sito istituzionale della Città d Nettuno.
  41. L'asse viario da Lanuvium al litorale di Antium è da considerarsi molto antico, avendo collegato la colonia latina ubicata presso l'oppidum de "Le Vignacce" (S. Teresa, Anzio odierna) con gli altri centri riconducibili ai Latini. Le opere ancora visibili al 2000 sono state datate al II-I secolo a.C., e in tale epoca la via storica venne normalmente utilizzata per collegare il litorale anziate ai Colli Albani e a Roma (tramite la via Appia). La via Lanuvium-Antium «si riconosce agevolmente da Lanuvio fino a Torre Padiglione, dove il percorso si divide dirigendo da una parte verso la zona di Astura e dall'altra verso l'oppidum in Capo d'Anzio. Da quest'ultimo percorso un tratto stradale antico si distaccava in località «Torre del Monumento» con direzione nord-sud verso la posizione di Nettuno» (Brandizzi Vittucci 2000, p. 125).
  42. sbarcodianzio.it.
  43. Associazione Campo della Memoria - over-blog Archiviato il 20 dicembre 2014 in Internet Archive..
  44. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  45. dati provvisori in attesa dei riconteggi che si renderanno necessari a seguito del rilascio della Popolazione Legale dei Comuni, su demo.istat.it. URL consultato l'11 gennaio 2013 (archiviato il 21 febbraio 2015).
  46. Demo Istat, su demo.istat.it. URL consultato il 23 luglio 2010 (archiviato il 5 agosto 2019).
  47. Dati ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 20 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).
  48. Sul sito istituzionale della Città di Nettuno.
  49. Sul sito istituzionale della Città di Nettuno.
  50. Il Clandestino: contatti, su ilclandestinogiornale.it.
  51. Il Granchio: contatti, su ilgranchio.it.
  52. InLiberaUscita: chi siamo, su inliberuscita.it (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2015).
  53. 04 - PLATEA IN PIEDI NETTUNO-ANZIO SET CINEMATOGRAFICO DAL 1900 AI NOSTRI GIORNI, su 100libripernettuno.it.
  54. 05 - PLATEA IN PIEDI NETTUNO-ANZIO SET CINEMATOGRAFICO DAL 1900 AI NOSTRI GIORNI, su 100libripernettuno.it.
  55. 06 - PLATEA IN PIEDI NETTUNO-ANZIO SET CINEMATOGRAFICO DAL 1900 AI NOSTRI GIORNI, su 100libripernettuno.it.
  56. 07 - PLATEA IN PIEDI NETTUNO-ANZIO SET CINEMATOGRAFICO DAL 1900 AI NOSTRI GIORNI, su 100libripernettuno.it.
  57. Consiglio Comunale sciolto per infiltrazioni mafiose Nettuno, Consiglio sciolto per mafia - la Repubblica.it.
  58. Decaduto in seguito alle dimissioni della maggioranza dei consiglieri del consiglio comunale.
  59. Clamoroso a Nettuno, cade l'amministrazione a Cinque Stelle, in Latinaoggi.eu, 3 maggio 2018. URL consultato il 3 maggio 2018.
  60. Vicino alla Lega e sostenuto da Lega, FI, FdI e dalla lista civica Alessandro Coppola Sindaco.
  61. Gemellaggio Nettuno-Ardee: La Città Irlandese Espone In Fiera I Prodotti Nettunesi - Anzio Nettuno Puntoinfo, su anzionettuno.com. URL consultato il 20 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2014).
  62. Ardee delegation to visit Nettuno, proposed twin town, in Italy - Local - Dundalk Democrat Archiviato il 14 novembre 2012 in Internet Archive.
  63. La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)
  64. Le squadre del 2020 sul sito della federazione
  65. La squadra sul sito Tuttocampo

Bibliografia



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[de] Nettuno

Nettuno ist eine zur Metropolitanstadt Rom gehörende Gemeinde im italienischen Latium mit 50.153 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019). Der einst wenig bedeutende Fischerort liegt am Tyrrhenischen Meer und gilt heute als Badeort.

[en] Nettuno

Nettuno is a town and comune of the Metropolitan City of Rome in the Lazio region of central Italy, 60 kilometres (37 miles) south of Rome. A resort city and agricultural center on the Tyrrhenian Sea, it has a population of approximately 50,000.

[es] Nettuno

Nettuno es una localidad y municipio italiano de la ciudad metropolitana de Roma Capital, región del Lacio, conocida por ser el pueblo donde vivió y murió asesinada Santa María Goretti. Con 44.444 habitantes.[3] La ciudad es mundialmente conocida por ser sede del Nettuno Baseball Club, uno de los mejores clubes de béisbol de Europa.

[fr] Nettuno

Nettuno est une ville italienne de la ville métropolitaine de Rome Capitale dans le Latium, sur la côte tyrrhénienne, au sud du Tibre.
- [it] Nettuno (Italia)

[ru] Неттуно

Нетту́но (итал. Nettuno) — курортный город и коммуна в Италии в области Лацио. Расположен на берегу Тирренского моря близ Анцио, на расстоянии около 55 км к югу от Рима. Является частью Римской агломерации. Население города на 2018 год составляет 49 852 человека. Назван в честь древнеримского бога морей Нептуна.



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