Cannobio (Canőbi nel locale dialetto lombardo occidentale) è un comune italiano di 5 037 abitanti della provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte.
Cannobio comune | |
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Città di Cannobio | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Gianmaria Minazzi (lista civica Il nostro paese) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 46°04′N 8°42′E |
Altitudine | 214 m s.l.m. |
Superficie | 52,53 km² |
Abitanti | 5 037[1] (31-8-2022) |
Densità | 95,89 ab./km² |
Frazioni | Campeglio, Carmine Inferiore, Carmine Superiore, Cinzago, Formine, Marchille, Piaggio Valmara, Pianoni, Ronco, San Bartolomeo Valmara, Sant'Agata sopra Cannobio, Socraggio, Socragno, Traffiume |
Comuni confinanti | Brissago (CH-TI), Cannero Riviera, Luino (VA), Maccagno con Pino e Veddasca (VA), Centovalli (CH-TI), Trarego Viggiona, Tronzano Lago Maggiore (VA), Valle Cannobina |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 28822 |
Prefisso | 0323 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 103017 |
Cod. catastale | B615 |
Targa | VB |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 583 GG[3] |
Nome abitanti | cannobiesi |
Patrono | Festa della Santissima Pietà (8 gennaio) |
Giorno festivo | San Vittore (8 maggio) |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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È un comune frontaliero con la Svizzera, situato sulla riva nord-occidentale del Lago Maggiore e allo sbocco della Valle Cannobina; l'estensione del comune è molto elevata, circa 51 km², dovuta al numero di frazioni distribuite nella zona.
Negli anni dal 2002 al 2005, 2007, 2010, dal 2011 al 2013, dal 2015 al 2020 e nuovamente nel 2022 è stato insignito del prestigioso riconoscimento ambientale della FEE, la Bandiera Blu. Il comune è stato insignito, dal 2011, della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano[4]
Il centro abitato di Cannobio capoluogo si affaccia sul Lago Maggiore ed è separato dalla sua frazione principale, Traffiume, dal torrente Cannobino che nasce nell'alta valle omonima sfociando poi nel lago.
Le frazioni di Carmine Superiore e di Carmine Inferiore sono situate circa 2 km prima dell'abitato principale, provenendo da Verbania; Socraggio e Pianoni (praticamente un ex alpeggio con ora molte case di vacanza) si trovano in Valle Cannobina, ben distanti dal centro; Sant'Agata sopra Cannobio, Cinzago, Ronco, Socragno e Campeglio si trovano verso la Svizzera e ci si arriva tramite una strada comunale; a Marchille invece ci si giunge tramite un sentiero a piedi; San Bartolomeo Valmara si trova appena sopra la SS 34, al km 38,200, e ci si arriva tramite una strada comunale; infine Piaggio Valmara si trova praticamente al confine di Stato con la Svizzera.
Città dal 2006 |
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![]() Ufficialmente dal 1992, ma effettivamente dal 1994, Cannobio fa parte della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, scorporata dalla Provincia di Novara. |
Il paese ha origine antiche, forse preromane; lo dimostrano alcune sepolture a incinerazione, tornate alla luce tra il XVI e il XVII secolo nei pressi dell'attuale via Campo Rezio.[senza fonte] A Cannobio sono state ritrovate alcune tombe romane del secolo II, una necropoli romana venne ritrovata il secolo scorso a Gurro e ritrovamenti simili sono stati registrati a Finero[5].
Dopo l'annessione all'Impero Romano del nord Italia e delle vallate alpine (I secolo a.C.), Cannobio fu certamente un centro commerciale e strategico e sede di una flotta lacustre.
L'origine romana del borgo la si può trovare grazie all'identificazione, oggi piuttosto difficile, del cardo e del decumano, tipico dell'accampamento romano, tra le vie Antonio Giovanola e Campo Rezio, dove sorgeva la residenza del comandante della guarnigione. Non si hanno notizie precise sul cambiamento del paese durante il crollo dell'impero, ma si pensa che la zona non venne toccata dalle grosse invasioni barbariche provenienti da nord, al contrario di altre zone italiane.
In epoca longobarda fu una curtis regia: un documento del 929 la descrive infatti come centro fortificato dotato di un castello[5]. La pieve di Cannobio comprendeva anche la Valle Cannobina, Brissago e e parte della sponda orientale del lago fino alla Val Veddasca venne donata all'Abbazia di San Pietro a Breme, come citato nel Chronicon Novalicense, da un certo conte Sansone che decise di abbracciare la vita monastica[6].
L'età medievale fu senza dubbio molto prospera, specie dal punto di vista manifatturiero e commerciale, secondo lo storico cannobiese Giovanno Francesco del Sasso Carmine (XVII secolo) Cannobio godeva nel XIII secolo di statuti propri, nel 1207 Cannobio ebbe il titolo di "Borgo". Al 1281 risale la fondazione dell'ospedale, vivace era la vita commerciale del porto[7].
Nel 1342 Cannobio e la valle si sottomisero all'autorità dei Visconti, questo a causa delle continue minacce provenienti dai Locarnesi a settentrione. In seguito al periodo di lotte intestine dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti presero il potere a Cannobio i fratelli Mazzarditi, la torre campanaria divenne prigione dei loro oppositori ed eressero e stabilirono la loro roccaforte sulle isole prospicienti Cannero (Castelli di Cannero), sconfitti nel 1414 da Filippo Maria Visconti questi infeudò il territorio di Cannobio ai Borromeo[7].
Il periodo tardo-medievale fu caratterizzato dallo storico legame con la città di Milano, anche nell'ambito diocesano ed ecclesiastico: in virtù di questo legame Cannobio e alcuni comuni limitrofi utilizzavano e utilizzano tuttora il rito ambrosiano per le funzioni liturgiche, al contrario degli altri centri della sponda piemontese del lago, da sempre legati al rito romano.
In seguito al Trattato di Worms Cannobio seguì il destino delle valli circostanti e venne ceduta nel 1748 dagli austriaci ai Savoia[7]. Nel 1817 venne decretato il passaggio di Cannobio e degli altri comuni dell'alto Verbano dall'arcidiocesi di Milano alla diocesi di Novara, mantenendo comunque il rito ambrosiano.
Questa decisione portò, negli anni successivi, a qualche attrito con alcuni vescovi della cattedra gaudenziana, propensi a eliminare il rito ambrosiano in sostituzione di quello romano. Il più accanito sostenitore di questo cambiamento fu il cardinale, vescovo di Novara, Giuseppe Morozzo Della Rocca, che cambiò idea solamente durante una visita pastorale a Cannobio nel 1824, essendosi reso conto della ferma volontà della popolazione locale di non voler assolutamente accettare il cambiamento di rito.[8]
Per tutto il periodo delle guerre di indipendenza (1818-1860), Cannobio fece parte del Piemonte sabaudo e fu importante centro di confine (la sponda orientale del lago era austriaca); i cannobiesi ricordano con orgoglio la celebre difesa contro un attacco austriaco via lago, che venne respinto, la notte del 27-28 maggio 1859.
La fine del XIX secolo è stata caratterizzata dall'introduzione di numerose industrie, ormai scomparse, che hanno caratterizzato la storia del paese: setificio, concerie, cartiera, ecc. Durante le due guerre mondiali, Cannobio inviò molti suoi uomini come soldati al fronte, e parecchi di loro non tornarono più. Di recente è stato realizzato un Parco della Memoria (in una posizione poco frequentata) con lapidi e monumenti che ricordano i caduti cannobiesi delle due guerre, spostando il monumento storico ai caduti, in origine posto al centro del lungolago.
Il dopoguerra è stato caratterizzato da una forte immigrazione di persone che provenivano dal sud Italia, dalla Sardegna e dal Veneto dovuto alla vicinanza del borgo con la Svizzera che garantiva diverse prospettive di lavoro; già allora infatti, le industrie locali erano in crisi e finirono per essere chiuse nel giro di un trentennio (l'ultima, la SA Ossidi Metallici, nel 1989). L'economia del paese si basa soprattutto sul turismo estivo proveniente dalla Germania, dalla Svizzera, dai Paesi Bassi e dalla Francia e sugli spostamenti dei lavoratori frontalieri.
Il lungolago di Cannobio ha caratteristiche uniche rispetto agli altri comuni rivieraschi, è infatti caratterizzato dalla presenza di un fronte di edifici, nella parte centrale che fronteggia il porto, con facciate cinque/seicentesche con porticati.
La facciata è opera di un rifacimento del 1909 e vi spicca un bronzo, opera di Giulio Branca, che riproduce un dipinto su pergamena raffigurante una Pietà, con Cristo tra Maria e Giovanni Evangelista, che si trova all'interno di una nicchia dell'altare maggiore. Nei giorni 8, 9, 10 e 28 gennaio 1522 e poi nei successivi 4 e 27 febbraio, la pergamena avrebbe sanguinato: dalle ferite di Gesù sarebbero uscite gocce di sangue, mentre il 9 gennaio una costola sanguinante, proporzionata al Cristo del dipinto, sarebbe caduta e, raccolta, si trova oggi in un reliquiario custodito nel santuario, mentre i panni macchiati dal sangue sono rinchiusi nell'urna posta sotto la mensa dell'altare maggiore[10][11]. L'interno è composto da una sola navata con una sfarzosa decorazione barocca. Sopra l'altare è posta una pregevole pala di Gaudenzio Ferrari intitolata Salita al Calvario. Vi sono altri dipinti di scuola piemontese del Seicento e dell'Ottocento.
Abitanti censiti[12]
Nel comune sono presenti le seguenti frazioni: Campeglio, Carmine Inferiore, Carmine Superiore, Cinzago, Formine, Marchille, Piaggio Valmara, Pianoni, Ronco, San Bartolomeo Valmara (comune autonomo fino al 1928), Sant'Agata sopra Cannobio (comune autonomo fino al 1928), Socraggio, Socragno, Traffiume (comune autonomo fino al 1928).
Cannobio si trova su una direttrice di collegamento internazionale, la Strada statale 34 del Lago Maggiore che da Gravellona Toce (VB) arriva fino al Confine di Stato di Piaggio Valmara, dove si entra in Svizzera. Da Cannobio parte inoltre la Strada statale 631 di Valle Cannobina che porta nella valle omonima dalla quale si può raggiungere, tramite la Strada statale 337 della Val Vigezzo, la cosiddetta Valle dei pittori, il Santuario di Re e Domodossola.
Il comune è inoltre collegato con il resto del Lago Maggiore tramite linee di aliscafi e battelli che vengono spesso utilizzati per crociere estive verso la Svizzera (Locarno, Ascona) o verso il basso lago (Isole Borromee, Santa Caterina del Sasso, ecc.).
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Giuseppe Albertella | centro | Sindaco | [13] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Giuseppe Albertella | lista civica | Sindaco | [13] |
28 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Antonello Viviano | lista civica | Sindaco | [13] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Giandomenico Albertella | lista civica | Sindaco | [13] |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Giandomenico Albertella | lista civica Il nostro paese | Sindaco | [13] |
27 maggio 2019 | in carica | Gianmaria Minazzi | lista civica Il nostro paese | Sindaco | [13] |
Il comune fa parte dell'unione di comuni del Lago Maggiore.[14]
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