Sezzadio (Atzé in piemontese) è un comune italiano di 1 245 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte. È sito nella pianura alessandrina, alla destra del fiume Bormida, sul torrente Stanavazzo. Il comune si chiamava in origine Sezzè. Il nome attuale è stato adottato nel 1916.[4]
Mancano fonti e la scarsità di ritrovamenti archeologici non permette di datare la nascita del borgo. Si suppone che Sezzadio abbia avuto origine tra il II ed il I secolo a.C.
Dopo la costruzione della via Aemilia Scauri, avvenuta nel 109 a.C., che correva da Piacenza ad Albenga passando per Tortona, Acqui Terme, Vado Ligure per giungere fino a Ventimiglia, necessitava una stazione di posta che dette origine al primo nucleo di case, primitive e rudimentali.
Secondo una tradizione locale, qui sarebbe nato Aleramo del Monferrato, fondatore della dinastia Aleramica.
Simboli
«D'argento, alla croce di rosso, accantonata nel canton destro del capo da una stella di azzurro. Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. dell'11 marzo 1953)
L'emblema comunale è una variazione dello stemma del capoluogo Alessandria.
L'abbazia di Santa Giustina
Monumenti e luoghi d'interesse
Abbazia di Santa Giustina
Si propone di dividere questa pagina in due, creandone un'altra intitolata Abbazia di Santa Giustina (Sezzadio).
L'abbazia di Santa Giustina fu fondata nel 722 per volontà del re dei Longobardi Liutprando in occasione del suo viaggio a Pavia per la traslazione del corpo di sant'Agostino.
Ampliata nel 1033 dal marchese di Sezzadio, Oberto, raggiunse il massimo splendore tra il XII e XIII secolo, rimanendo in possesso dei benedettini fino al 1474. In seguito passò agli abati di Sant'Ambrogio di Milano, che vi installarono una comunità di oblati. Nel 1810 un decreto napoleonico in attuazione della soppressione degli ordini religiosi pose fine alla fondazione monastica.
La chiesa
La chiesa, dalla struttura romanica con elementi gotici, ha un'imponente facciata in cotto suddivisa da lesene e coronata da archetti pensili. L'interno è a tre navate concluse da absidi, innestate direttamente sul transetto con volte a crociera del XV secolo. Interessanti gli affreschi del XIV e XV secolo dell'abside e della volta e il mosaico pavimentale dell'XI secolo della cripta. L'abbazia di Santa Giustina fu di ispirazione all'artista alessandrino Franco Sassi (1912-1993). La ripropose in diversissime opere a "sanguigna" in bianco/nero e ad acquerello. È stata una delle sue ultime fonti di ispirazione dal 1990 al 1993, anno della morte.
Dipendenze dell'abbazia
L’elenco delle proprietà dell'abbazia dedotto da una bolla papale di papa Celestino III, con cui il pontefice pose l'abbazia sotto la sua protezione dichiarandola dipendente unicamente dalla Santa Sede, comprendono[5] il luogo dove è edificato il monastero, il borgo la chiesa parrocchiale, compresi i terreni e il castello. La corte di Sezzadio comprendeva anche i borghi di Carpeneto, Montaldo Bormida, Mobio (fra Carpeneto e Rocca Grimalda), Castelnuovo Bormida, Cassine, Fontaniale, Retorto, Danavete, delle Pertiche (oggi Perti di Finale Ligure) e il feudo anche le corti di Orba e Gamondio. L'abbazia ha varie pertinenze ecclesiastiche:
La chiesa di S. Stefano (delle Beccarie) di Alessandria, coi suoi possessi, decime e primizie
La chiesa di S. Michele di San Michele di Marengo di Alessandria, con tutte le sue pertinenze
La chiesa parrocchiale, dedicata alla Beata Vergine Immacolata è opera dell'ingegnere bolognese Giuseppe Gualandi. Realizzata a partire dal 1900, la costruzione viene considerata una delle opere migliori del Gualandi in quanto più consona alle tradizioni italiane e meno influenzata da un'idea di grandezza che, in altre opere, porterà l'ingegnere a sviluppare architetture dalle proporzioni eccessive. La semplice linearità dell'interno nonché la giusta proporzione tra i vari elementi esterni (facciata, cupola) la connotano come una delle migliori "fabbriche" del neogotico minore in Italia.
Le altre chiese
Oratorio dell'Assunta
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa di San Giacomo
Monastero di Santo Stefano o Santa Maria di Banno[6], documentato in una bolla di papa Innocenzo III, datata 16 giugno 1135, in cui Santo Stefano di Sezzè viene annoverato fra i possessi dell'abbazia di Santo Stefano di Genova. Nel 1235 il monastero è donato alle monache cistercensi di Santa Maria di Banno di Tagliolo, e nel 1244 alla presa di possesso Santo Stefano di Sezzè cambia nome in Santa Maria di Banno di Sezzè. Chiuso alla fine del XVIII secolo, oggi l'edificio è di proprietà comunale che ha provveduto al restauro ed al recupero.
Società
Evoluzione demografica
Negli ultimi cinquant'anni, a partire dal 1971, la popolazione residente è diminuita del 29%.
Nel 1929 fu aggregato a Sezzadio il territorio del soppresso comune di Castelspina, che sarà ricostituito solo nel 1954.[4] Dal 1859 il comune fu capoluogo mandamentale, appartenente al circondario di Alessandria, fino al 1927, data dell'abolizione degli enti circondariali e mandamentali.
Note
Dato Istat - Popolazione residente al 30 settembre 2018.
F. Gasparolo, Memorie storiche di Sezzè alessandrino: l’abbazia di S. Giustina, il monastero di S. Stefano o S. Maria di Banno, Volume I Storia 494 pagine, Volume II Documenti, Alessandria, Stab. Tipo-Litografico Succ. Gazzotti & C., 1912;
E. Checchi, L'Abadia di S. Giustina di Sezzè, in Atti del X Congresso di Storia dell'Architettura, Torino, 8 - 15 settembre 1957, Roma, Centro studi per la storia dell'architettura, 1959, pp.277 – 292;
G. Buffa, Storia di Sezzadio, Volumi I e II, Alessandria, Cassa di Risparmio di Alessandria, 1980;
A. Scolari, Appunti sulla chiesa abbaziale di S. Giustina di Sezzadio, Torino, Centro Studi Piemontesi, 1976;
A. Scolari, La chiesa abbaziale di S. Giustina di Sezzadio, Torino, Edizioni dell'Orso, 1983;
E. Podestà, Il monastero di S. Maria di Banno, in “Novi Nostra”, XXIV (1984), pp.83–98;
L. Tacchella, Insediamenti monastici delle Valli Scrivia, Borbera, Lemme, Orba e Stura, Novi Ligure 1985, pp.68–70;
E. Cau, La “carta offersionis” dell'abbazia di Spigno e altri documenti di fondazioni monastiche e canonicali in area subalpina, in Rivista di storia, arte e archeologia per le provincie di Alessandria e di Asti, numero 100, Alessandria, Impressioni grafiche, 1991, pp.27–40;
S. Arditi, C. Prosperi, Sezzadio: Abbazia di Santa Giustina, in Tra Romanico e Gotico: percorsi di arte medievale nel millenario di San Guido (1004-2004), vescovo di Acqui, Acqui Terme, Impressioni Grafiche, 2004, pp.191–199;
S. Caldano, Echi dell'architettura transalpina nella marca aleramica, Santa Giustina di Sezzadio e Santo Stefano extra muros di Gamondio, in A. Segagni Malacart, L. C. Schiavi, Architettura dell'XI Secolo nell'Italia del Nord - storiografia e nuove ricerche, Pisa, Edizioni ETS, 2013, pp.215–222.
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