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Santa Lucia del Mela è un comune italiano di 4 387 abitanti[2] della città metropolitana di Messina, situato nella Valle del Mela in Sicilia.

Santa Lucia del Mela
comune
Santa Lucia del Mela – Veduta
Santa Lucia del Mela – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoMatteo Sciotto (lista civica Cambiamenti) dal 10-6-2018
Territorio
Coordinate38°09′N 15°17′E
Altitudine215 m s.l.m.
Superficie85,68[1] km²
Abitanti4 387[2] (30-6-2022)
Densità51,2 ab./km²
FrazioniFemminamorta, San Giovanni (Pancaldo)
Comuni confinantinord:San Filippo del Mela, Pace del Mela ovest:Castroreale, Barcellona Pozzo di Gotto, Merì est:Gualtieri Sicaminò, San Pier Niceto sud:Casalvecchio Siculo, Fiumedinisi, Furci Siculo, Mandanici, Pagliara
Altre informazioni
Cod. postale98046
Prefisso090
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083086
Cod. catastaleI220
TargaME
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Nome abitantiLuciesi o (Santa Lucioti in siciliano)
Patronosanta Lucia e san Biagio
Giorno festivo13 dicembre
Cartografia
Santa Lucia del Mela
Santa Lucia del Mela – Mappa
Santa Lucia del Mela – Mappa
Posizione del comune di Santa Lucia del Mela all'interno della città metropolitana di Messina
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Lago artificiale di Postoleone
Lago artificiale di Postoleone

Il territorio comunale con i suoi 8200 ettari[4] è uno dei più estesi della provincia e presenta una ricca varietà di paesaggi. Dalle più alte vette dei Peloritani, si offre la visione dei versanti tirrenico ed ionico. Luoghi selvaggi ed ancora incontaminati presentano una ricca varietà di flora, querce millenarie, boschi autoctoni. Risalendo il Mela e le sue limpide acque perenni, si arriva alla felce gigante preistorica (Woodwardia radicans), che vi vegeta da almeno 60 milioni di anni. La fauna è assai varia: sono presenti ghiri, merli, corvi, falchi, istrici, lepri, ricci, il gatto selvatico e la martora. In località: Postoleone (1020 m) dove da anni è in atto un'opera di forestazione, trovasi un accogliente rifugio per i forestali ed un suggestivo laghetto, meta di escursionisti e campeggiatori che, previa autorizzazione, numerosi accorrono anche dal versante ionico, tramite la Dorsale peloritana, antico percorso di comunicazione terrestre la cui direttrice di marcia era nota in passato come la strada militare. Interessanti percorsi montani a piedi o a cavallo si possono fare ad esempio anche alle sorgenti del Mela o alla Rocca Timogna (1127 m).


Storia


Le origini di S. Lucia del Mela, l'antica Mankarru, si perdono nella notte dei tempi, con i Sicani e poi con i Siculi. Reperti greci (Padre Parisi ubica sulla sponda sinistra del Floripotamo il tempio di Diana Facellina) e due tombe romane del II secolo a.C.[5] attestano la presenza in questi luoghi di insediamenti sicelioti e romani. Nella galleria delle carte geografiche in Vaticano, Padre Ignazio Danti, nella parte classica dipinta a rilievo, con l'italiano del tempo (1581) chiama questa città “Santa Locia”. La storica vetta del Mankarru o Mankarruna, grazie alla posizione strategica, è stata un importante presidio militare per tutte le dominazioni che si sono succedute. Sui resti di una cinta muraria ellenica in Epoca bizantina venne eretto un fortilizio, ricostruito poi tra l'837 e l'851, ai tempi dell'Emirato Islamico di Sicilia. Sul declivio del colle, durante l'Epoca islamica, venne costruita anche una moschea fortezza, trasformata poi nell'alto Medioevo nella Chiesa di S. Nicola. Nella zona esisteva, come ricorda il nome di una via, un Lavacro dei Saraceni, lavatoio pubblico riservato alle donne musulmane ed una tomba con l'iscrizione araba andata perduta.

Tomba romana del II secolo a.C.
Tomba romana del II secolo a.C.

Con la nascita del Regno di Sicilia, il Gran Conte Ruggero I, per adempiere al voto, dopo la vittoria sugli arabi, fece costruire una chiesa ai piedi del castello dedicandola alla Santa Martire Lucia di cui era devoto (1094). Da quella data l'arcaico nome Mankarru scompare per far posto a quello cristiano di Santa Lucia. Nel 1206, con l'istituzione della prelatura nullius da parte di re Federico II di Sicilia che aveva scelto il nostro sito come luogo di svago e di riposo, il tempio ruggeriano diviene Cattedrale. Da allora ben 67 Prelati si sono succeduti sulla cattedra luciese rendendo memorabile la città che si è via via arricchita di magnifiche chiese e di numerose opere d'arte. Fatto ancor più singolare, il Prelato di Santa Lucia era insignito dell'onore di svolgere le mansioni di cappellano Maggiore del Regno di Sicilia e come tale aveva il diritto di sedere nel Parlamento siciliano all'11 posto. Re Federico III di Sicilia fece fortificare la città munendola di cinta muraria e ristrutturando il vetusto castello; Con un proclama invitò la popolazione della Piana, soggetta a ricorrenti scorrerie piratesche, a stabilirsi a S. Lucia, che venne anche ripopolata con una colonia lombarda. Fu anche sede di un'importante Giudecca, una numerosa comunità ebraica individuata nell'attuale zona della Candelora fino al 1492, anno della loro espulsione dal Regno di Sicilia. Fiorente è stata l'industria della seta e l'attività mineraria dovuta allo sfruttamento di galena argentifera. La città, in quanto demaniale, poteva vantare molte famiglie nobili. Magnifiche chiese, palazzi, fontane avanzi di architettura medievale e rinascimentale fanno di Santa Lucia del Mela una città, meta d'obbligo per gli amanti del turismo culturale.


Il primitivo toponimo di Santa Lucia del Mela


La città si cominciò a chiamare "del Mela" solo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento. Fu infatti nella seduta consiliare del 29 novembre 1862, che gli amministratori luciesi deliberarono che la città anziché denominarsi col tradizionale "de Plano Milatii" (della piana di Milazzo), assumesse il titolo distintivo del Mela, dal fiume che le scorre accanto, sul fianco sinistro. Il nome originario di questo fiume era Melas, e secondo Tommaso Fazello, anche Milazzo (Mylas) prese il nome da esso. La vecchia denominazione de Plano Milatii, rimontava probabilmente all'XI secolo, quando il Gran Conte Ruggero I, dopo un trentennio di guerra sanguinosa, riuscì a costituire il primo embrione del Regno di Sicilia dopo la rovinosa fine dell'Emirato di Sicilia. Ma prima della nascita del Regno di Sicilia, al tempo degli Arabi e nel periodo bizantino, qual era il nome originario della città? Si deve al dotto monsignor Alfonso Airoldi, se si conosce la sua antica denominazione. Egli fu per quattordici anni, e cioè dal 1803 al 1817, prelato ordinario della Prelatura locale e trattando dell'invasione musulmana del IX secolo nelle contrade luciesi, fa sapere che il nome Mangarruna (di cui Mankarru non è che la forma sincopata) era un tempo attribuito non al colle, come al presente, ma al sottostante centro abitato. Rileggendo infatti le annotazioni dell'Airoldi al codice diplomatico arabo-siculo, si trova questa sua esplicita e chiara affermazione: <Mankarru, questo villaggio, era in quel luogo dove oggi è Santa Lucia. Il vicino monte ritiene tuttora il nome di Mankarru. Sotto gli Svevi fu destinato per sua villa dall'imperatore Federico II>. Perciò non si può dubitare che Mankarru fosse il primitivo nome della cittadina.


L'invasione musulmana a Santa Lucia e la costruzione del Castello


L'epoca dell'irruzione araba nelle contrade luciesi e quindi della conseguente erezione del famoso castello, la si può arguire direttamente dai cronisti arabi, quali principalmente Al Bayan, Al Atir, An Nunvary e altri storici del tempo, assai ben conosciuti da monsignor Airoldi, prelato di S. Lucia. Al Bayan riferisce che Al Aglab Ibrahim, il quale presiedeva da Palermo al governo dell'isola, nel 222 dell'Egira (836-837 dell'era cristiana) compì due spedizioni, in una delle quali (quella capitanata da Al Fadl Yaqub) espugnò le piccole isole (le Eolie) e la fortezza di M.D. Nar (Tindari). Ibn Al Atir riporta tale vittorioso avvenimento dell'espugnazione e della susseguita distruzione di Tindari al periodo estivo del 222, quando anche la resa di Mankarru (l'odierna S. Lucia) dovette avere luogo. Basandosi su tali indicazioni e su altre personali indagini da lui compiute, può con tutta sicurezza affermare: “presa Tindari nel mese di luglio, l'esercito, rinforzato da 6.400 uomini e da altri mille mandati da Sciacca, in tutto 15.000 uomini, si pose in marcia per l'entroterra assoggettando città e castelli”. E poi, sempre in piena sintonia con i predetti cronisti arabi, continua a dire: “In settembre l'esercito si partì da Tindari, alla volta di Mankarru, T. Sah Otisarah (Randazzo), Taormina, Novara, ripassando nel tornare, per Mankarru”. Se l'accennata irruzione a Mankarru ebbe luogo nell'anno dell'Egira 222, cioè nell'837 dell'era cristiana, è del tutto logico pensare che la costruzione del castello sia avvenuta dopo tale data.

Capitello corinzio della Chiesa dell'Annunziata, probabilmente proveniente dal Tempio di Diana Facellina
Capitello corinzio della Chiesa dell'Annunziata, probabilmente proveniente dal Tempio di Diana Facellina

Della bicentenaria permanenza musulmana ci resta a S. Lucia (oltre l'imponente mole del castello) una misteriosa testimonianza, indicata dalla targa stradale “via o vico Lavacro dei Saraceni”, che si legge nella parte più tipicamente medievale dell'abitato. In tale Lavacro dei Saraceni, il Di Giovanni – alludendo a un massiccio edificio antico esistente tuttora in un vicino giardinetto, sotto la curva stradale, poco al di sotto del sito di detta targa – più che un bagno riconosce una tomba: “… e a me è parso – egli scrive – l'avanzo di una tomba musulmana, quadrata con cupola sopra, al muro della quale era un lapide marmorea con iscrizione, che, o fu distrutta per ignoranza ovvero rubata, restando visibile il posto dov'era murata internamente”. Monsignor Salvatore Cambria – che fu a S. Lucia ispettore onorario ai monumenti – precisa ancor più: “ Nel 1931 notai che la costruzione, a pianta quadrata, a muri dello spessore di oltre un metro in conci tufacei squadrati, come si rileva là dove l'intonaco – per adibire l'ambiente a costerna – è cascato. Il lato rivolto a est ha una finestra a tutto sesto, attraverso la quale si può osservare l'interno; termina con una cornice sagomata al di sopra della quale si nota il luogo dov'era incastonata la lapide”. “È una costruzione di forma quadrata – ripete lo storico luciese Carmelo Maggio – nella valle, a piè del quartiere già occupato dagli Arabi nel IX secolo. Due arcate di travertino, l'una rivolta a nord e l'altra a oriente, servivano di luce e di accesso al tempio[…]” . Come si vede, si tratta di un edificio assai antico e di non poca importanza archeologica – dato che esso – solo in tempo posteriore trasformato a cisterna – è abbastanza staccato dal groviglio delle viuzze, ove è posta la predetta targa stradale, dovrebbe trattarsi – come sostiene padre Giovanni Parisi – non di una ma di due distinte memorie saracene: quella di una tomba sepolcrale o cimiteriale, e quella del Lavacro vero e proprio dentro l'abitato, indicato ancora dalla targa. Il quale Lavacro non dovette essere propriamente una piscina o vasca per bagno, come potrebbe supporsi, ma piuttosto un comune lavatoio, riservato – secondi i rigidi regolamenti in vigore durante la dominazione – alle donne saracene. Il Casale di Santa Lucia – data la sua non poca importanza del castello e l'amenità e feracità delle sue campagne – avrà dovuto ospitare una cospicua colonia di gente musulmana, e quindi avrà dovuto avere anche in Mankarru, un proprio ghetto o “rabato”, come veniva allora chiamato il quartiere delle loro abitazioni, un proprio luogo di culto o moschea (sul sito dove sorge la chiesa di San Nicola), un proprio cimitero (nel sopracitato giardinetto, negli anni sessanta degli scavi hanno riportato alla luce delle ossa umane) e, naturalmente, un lavatoio riservato alle proprie donne.


L'antica prelatura nullius di Santa Lucia del Mela


La più antica notizia riguardante la locale chiesa si riscontra in due diplomi del conte Ruggero dell'anno 1094: “Ecclesiam Sanctae Luciae sitam in campania Milatii”. In un documento datato sempre 1094, Roberto, primo vescovo di Messina, nomina per prima, tra le chiese riedificate dal conte Ruggero, quella di Santa Lucia. Anche il re Ruggero, in un suo diploma del 1124, nomina subito dopo la chiesa di Patti quella di Santa Lucia. Nel 1132, il re Ruggero II, nel palazzo reale di Palermo, fondava una grandiosa e monumentale Cappella che affidava a un cappellano maggiore, il quale venne insignito di una propria sede nel 1206, essendo Stato preposto alla chiesa di S. Lucia de Plano Milatii[6]. Proprio in quell'anno, essendo morto Stefano, vescovo di Patti e Lipari, l'imperatore Federico II (o chi per lui, essendo ancora in minore età) staccò il territorio di S. Lucia dalla diocesi di Patti e lo cedette al suo cappellano maggiore Gregorio Mostaccio (di chiare origini luciesi), che risulta in tal modo il primo prelato della più antica prelatura “nullius” (cioè, di nessuna diocesi), come risulta anche dall'Annuario pontificio. Questa prelatura, territorialmente piccola, è da considerarsi grande per il patrimonio storico, artistico, culturale che rappresenta e luogo privilegiato di fede. Basti ricordare il beato Antonio Franco che ha tracciato una scia luminosa per esempio di virtù e santità. Non a caso papa Giovanni XXIII nella bolla di nomina di mons. Francesco Tortora (64º prelato), che resse la Prelatura dal 1962 al 1972, dichiarava: “La Prelatura di S. Lucia del Mela è stata resa nota e illustre dalla sua storia, dalla bellezza delle sue chiese e dalla sentita pietà dei suoi abitanti, ravvivata dallo zelo dei suoi presuli”. In seguito al riordino delle Circoscrizioni ecclesiastiche, con decreto della Santa Sede, nell'ottobre del 1986, la prelatura di Santa Lucia del Mela e la Diocesi di Lipari venivano unite all'arcidiocesi di Messina, che assumeva la nuova denominazione di Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. La Cattedrale luciese e quella di Lipari diventano concattedrali, e i rispettivi santi patroni Lucia e Bartolomeo patroni dell'Arcidiocesi.


Simboli


Stemma
Stemma
Gonfalone
Gonfalone

Il simbolo di regio patronato, è l'aquila reale.

Nello statuto del Comune all'art. 9[4] sono riportate le descrizioni araldiche dello stemma e del gonfalone.

Lo stemma ed il gonfalone del Comune di Santa Lucia del Mela sono quelli storici, così descritti:

«Fondo azzurro, col monte d'oro movente dall'angolo destro della punta, cimato da una torre del medesimo,

e la S. Lucia al naturale movente delle nubi nel cantone sinistro del capo. Lo scudo accollato nell'aquila spiegata di nero, coronata d'oro»


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


Architetture religiose
Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta
Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa del Sacro Cuore
Chiesa del Sacro Cuore
Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Nicola
Chiesa dei Cappuccini
Chiesa dei Cappuccini
Chiesa e Convento di San Francesco
Chiesa e Convento di San Francesco
Chiesa di Santa Maria Bambina
Chiesa di Santa Maria Bambina

Chiese chiuse al culto



Chiese andate perdute


Conventi


Architetture civili


Architetture civili
Portone Palazzo Vescovile
Portone Palazzo Vescovile
Palazzo Basile-Vasari
Palazzo Basile-Vasari
Palazzo Comunale
Palazzo Comunale
Palazzo Parrocchiale (Basile-Landi)
Palazzo Parrocchiale (Basile-Landi)
Palazzo Galluppi
Palazzo Galluppi

Architetture militari


Il Castello
Il Castello

Società



Evoluzione demografica


La popolazione di Santa Lucia del Mela è andata sempre più diminuendo. Contava 7.345 abitanti nel 1936, oggi[non chiaro] ne conta 4.453.

Abitanti censiti[11]


Etnie e minoranze straniere


Secondo le statistiche ISTAT al 1 gennaio 2021, la popolazione straniera residente nel comune era di 115 persone. La nazionalità maggiormente rappresentata era quella rumena con 39 cittadini residenti[12].


Tradizioni e folclore


Particolarmente sentite sono le ricorrenze legate alla Madonna della Neve (5 agosto), considerata la più antica del paese, e alla patrona Santa Lucia (13 dicembre),e al Beato Antonio Franco (2 settembre) Presbitero, Abate, Cappellano Maggiore e 36 Prelato della Prelatura Nullius Di Santa Lucia Del Mela


Cultura



Biblioteche



Musei



Economia


Nonostante il colpo infertole nei secoli XII e XIII con l'esodo dei lavoratori arabi e, dopo il 1492, anche di quello degli ebrei, nel comune era fiorente l'industria della tessitura della seta, come testimoniano le poche filande. Dopo il declino di queste, continuò l'allevamento del baco da seta, il cui bozzolo, grezzo o filato, veniva largamente esportato in tutta Europa. Erano presenti 10 mulini che azionavano una cartiera, di cui sono ancora visibili i ruderi in contrada “Cartiera”. Furono anche presenti, le lavorazioni metallurgiche e l’attività mineraria dovuta allo sfruttamento di una galena argentifera.

L'economia del paese si basa sull'agricoltura, sulla pastorizia e sull'artigianato. Santa Lucia del Mela è luogo di produzione del vino “Mamertino”, incluso tra i vini a indicazione geografica tipica di Sicilia, già conosciuto ai tempi dei romani.

Il comune fa parte dal 2005 dell'associazione "Strada del vino della provincia di Messina"[13] per la promozione, la tutela dei territori a vocazione vinicola e la valorizzazione delle attrattive naturalistiche, culturali e storiche.

Nel comune si produce miele e formaggio Maiorchino, prodotto con latte di pecora intero, rientrante nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT).

L'artigianato si basa sulla lavorazione del legno ed una consolidata tradizione nella lavorazione del ferro e del marmo.

Ancora non è del tutto scomparsa a S. Lucia l'arte della lavorazione dell'erica sicché non è difficile trovare utensili vari finemente intagliati.


Amministrazione


Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
settembre 1943 Gennaio 1944 Giuseppe Cuzzaniti Sindaco [14]
Gennaio 1944 1945 Antonino Marchese Sindaco [14]
1945 1946 Commissari Prefettizi Comm. Prefettizi [14]
1946 24 marzo 1947 Francesco Bavastrelli Sindaco [14]
4 maggio 1947 Gennaio 1952 Francesco Calderone Sindaco [14]
Gennaio 1952 26 novembre 1960 Vincenzo Calderonio Sindaco [14]
26 novembre 1960 11 maggio 1961 Giuseppe Trifirò Sindaco [14]
11 maggio 1961 20 ottobre 1961 Fortunato Cirino Sindaco [14]
20 ottobre 1961 16 dicembre 1964 Francesco Mirabile Sindaco [14]
16 dicembre 1964 23 novembre 1976 Antonino Rizzo Sindaco [14]
23 novembre 1976 21 settembre 1979 Giuseppe Giordano Sindaco [14]
21 settembre 1979 9 luglio 1980 Giuseppe Trifirò Sindaco [14]
9 luglio 1980 12 novembre 1982 Gaetano Burrascano Sindaco [14]
12 novembre 1982 5 gennaio 1984 Benedetto Di Pietro Sindaco [14]
5 gennaio 1984 6 maggio 1989 Francesco La Camera Sindaco [14]
6 maggio 1989 1º febbraio 1993 Giuseppe Trifirò Democrazia Cristiana Sindaco [14]
1º febbraio 1993 26 giugno 1993 Giuseppe Giordano Partito Democratico della Sinistra Sindaco [14]
20 settembre 1993 2 dicembre 1993 Onofrio Zaccone Comm. prefettizio [14]
2 dicembre 1993 31 gennaio 1994 Stefano Cambria Comm. straordinario [14]
31 gennaio 1994 25 maggio 1998 Pasquale Calderone lista civica Sindaco [14]
25 maggio 1998 27 maggio 2003 Santo Pandolfo lista civica Sindaco [14]
27 maggio 2003 17 giugno 2008 Santo Pandolfo lista civica Sindaco [14]
17 giugno 2008 8 luglio 2013 Antonino Campo lista civica Sindaco [14]
12 giugno 2013 10 giugno 2018 Antonino Campo lista civica Sindaco [14]
11 giugno 2018 in carica Matteo Sciotto lista "CambiaMenti" Sindaco [14]
Cartello di ingresso alla città, con lo stemma e i nomi dei paesi gemellati.
Cartello di ingresso alla città, con lo stemma e i nomi dei paesi gemellati.

Gemellaggi



Patti di amicizia



Altre informazioni amministrative


Il comune di Santa Lucia del Mela fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.3 (Alto Fantina e Alto Mela)[17].

Il Comune fa parte del Movimento Patto dei sindaci[18] dal 2014.


Sport


La Pro Mende calcio è ASD Melas Sono società calcistiche locali e sono state fondate nel 1930 e nel 2017. Militano nel campionato di Promozione 2022-2023 e disputano le partite di casa nello stadio comunale "Gaetano Scirea".


Note


  1. Dati Istat 2011, su demo.istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
  2. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. Statuto del Comune di Santa Lucia del Mela (PDF)
  5. Una tomba è stata recuperata, ricostruita ed esposta a cura del signor Matteo Lipari
  6. R. Pirri, Sicilia sacra, volume II, p. 1334
  7. Touring Club Italiano, pp. 901.
  8. Pagina 189, Abate Francesco Sacco, "Dizionario geografico del Regno di Sicilia", , Palermo, Reale Stamperia, 1800
  9. messina.gds.it, http://messina.gds.it/2016/07/22/scuola-internazionale-per-lo-studio-delle-mummie-a-santa-lucia-del-mela_542980/.
  10. youtube.com, https://www.youtube.com/watch?v=GOqRE94oVx4&list=LL8IeAKY97ee6ERx5mud31WA&index=12&t=3s.
  11. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 22-10-2018.
  12. Dati ISTAT popolazione straniera, su demo.istat.it. URL consultato il 17 febbraio 2019.
  13. tuttitalia.it, https://www.tuttitalia.it/itinerari-tematici/strada-del-vino-della-provincia-di-messina/.
  14. http://amministratori.interno.it/
  15. blogdelmela.blogspot.com, https://blogdelmela.blogspot.com/2010/10/quando-santa-lucia-scoprivasaint-lucia.html. URL consultato il 12 novembre.
  16. associazionemessinese.ca, https://www.associazionemessinese.ca/manifestazioni_2/2018-patto-di-amicizia.php. URL consultato il 12 novembre.
  17. GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014.
  18. tuttitalia.it, https://www.tuttitalia.it/associazioni/patto-dei-sindaci/.

Bibliografia



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На других языках


[de] Santa Lucia del Mela

Santa Lucia del Mela ist eine Stadt der Metropolitanstadt Messina in der Region Sizilien in Italien mit 4543 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019).

[en] Santa Lucia del Mela

Santa Lucia del Mela (Sicilian: Santa Lucìa dû Mela) is a comune (municipality) in the Metropolitan City of Messina in the Italian region Sicily, located about 170 kilometres (110 mi) east of Palermo and about 25 kilometres (16 mi) west of Messina. It is one of the largest comunes in the province of Messina.

[es] Santa Lucía del Mela

Santa Lucía del Mela (en italiano, Santa Lucia del Mela) es una localidad italiana de la provincia de Mesina, región de Sicilia, con 4.775 habitantes.[3]

[fr] Santa Lucia del Mela

Santa Lucia del Mela est une commune italienne de la province de Messine en Sicile.
- [it] Santa Lucia del Mela

[ru] Санта-Лучия-дель-Мела

Санта-Лучия-дель-Мела (итал. Santa Lucia del Mela) — коммуна в Италии, располагается в регионе Сицилия, подчиняется административному центру Мессина.



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