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Cagliari (AFI: /ˈkaʎʎari/[4] ascolta[?·info]; Casteddu in sardo, [kasˈteɖɖu]) è un comune italiano di 148 178 abitanti[1], capoluogo della regione autonoma della Sardegna[5]. La sua città metropolitana conta 418 135 abitanti[1].

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Cagliari (disambigua).
Cagliari
comune
Cagliari
Cagliari – Veduta
Cagliari – Veduta
Facciata della collegiata di Sant'Anna - Visuale di via Roma dal mare. Bastione di Saint Remy - Statua di Carlo Felice in piazza Yenne - Acque cristalline sotto il promontorio della Sella del Diavolo.
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sardegna
Città metropolitana Cagliari
Amministrazione
SindacoPaolo Truzzu (FdI) dal 18-7-2019
Lingue ufficialiitaliano, sardo
Territorio
Coordinate39°13′N 9°07′E
Altitudine6 m s.l.m.
Superficie85,01 km²
Abitanti148 178[1] (31-8-2022)
Densità1 743,07 ab./km²
FrazioniPirri
Comuni confinantiAssemini, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu
Altre informazioni
Cod. postale09121–09131 e 09134
Prefisso070
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT092009
Cod. catastaleB354
TargaCA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 990 GG[3]
Nome abitanticagliaritani
Patronosan Saturnino
Giorno festivo30 ottobre
Cartografia
Cagliari
Cagliari – Mappa
Cagliari – Mappa
Posizione del comune di Cagliari nella città metropolitana di Cagliari
Sito istituzionale

Sede universitaria e arcivescovile e città dalla storia plurimillenaria, è il centro amministrativo storico dell'isola essendo stata, sotto la denominazione di Caralis, capoluogo della provincia di Sardinia et Corsica[6] durante il periodo romano e successivamente capitale e sede degli Stamenti del Regno di Sardegna, dal 1324/1355 al 1847[7][8][9]. Il suo porto è classificato "internazionale" per via della sua importanza; svolge funzioni commerciali, industriali, turistiche e di servizio per passeggeri[10].


Geografia fisica


Vista di alcune zone di Cagliari e parte dell'area metropolitana. Sullo sfondo, lo stagno di Molentargius, il Poetto e la catena dei "Sette fratelli".

Territorio


Cagliari si affaccia al centro del golfo degli Angeli, nella costa meridionale della Sardegna. La città, che si sviluppa intorno al colle dello storico quartiere di Castello, è delimitata ad est dalla Sella del Diavolo e dallo stagno di Molentargius, a ovest dallo stagno di Cagliari, a sud dal mar Tirreno e a nord dal colle di San Michele e dalla pianura del Campidano.

Ha in comune con Roma, Lisbona, Praga e Istanbul il fatto di essere stata costruita su sette colli calcarei[11] che identificano altrettanti quartieri cittadini: Castello, Tuvumannu/Tuvixeddu, Monte Claro, Monte Urpinu, Colle di Bonaria, Colle di San Michele, Calamosca/Sella del Diavolo. A questi vanno aggiunti i più bassorilievi di Montixeddu, Monte Mixi e Cuccuru 'e Serra.

La città è caratterizzata infatti da zone collinari, dove sorgono i quartieri storici, e da zone pianeggianti, dove è situata la maggior parte dei quartieri sorti a partire dal XIX secolo.


Clima


Il clima della città è tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati calde e siccitose. I valori estremi estivi talvolta superano di poco i 40 °C (a volte con tassi di umidità assai elevati), mentre quelli invernali, solo in condizioni particolari e rare, scendono leggermente sotto lo zero. Frequenti i venti, soprattutto il maestrale e lo scirocco; d'estate la brezza marina diurna da scirocco (detto s'imbattu in cagliaritano) abbassa la temperatura e rende più tollerabile la calura[12]. Secondo la Stazione meteorologica di Cagliari Elmas la temperatura media annua si attesta sui 17,7 °C, ma all'interno della città, soprattutto le temperature minime risultano più alte di qualche grado[13][14].

L'ultima nevicata con accumulo è stata registrata nel gennaio del 1993.

CAGLIARI ELMAS
(1981-2010)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 14,415,017,119,523,828,231,431,727,923,718,815,515,020,130,423,522,3
T. min. media (°C) 5,45,57,29,413,116,819,720,217,514,19,96,85,99,918,913,812,1
T. max. assoluta (°C) 21,0
(2002)
22,4
(2010)
26,2
(2001)
29,0
(2006)
34,6
(2006)
39,0
(2007)
43,6
(1983)
41,4
(1999)
35,4
(2008)
31,8
(1999)
26,4
(2005)
23,4
(2009)
23,434,643,635,443,6
T. min. assoluta (°C) −4,8
(1981)
−3,0
(1999)
−2,2
(1998)
−0,4
(1995)
4,8
(1987)
8,8
(1986)
11,8
(1991)
12,6
(1981)
9,0
(2001)
5,0
(2007)
−2,0
(1998)
−3,4
(1996)
−4,8−2,28,8−2,0−4,8
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 00001,08,621,223,36,00,20,00,00,01,053,16,260,3
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 1,80,90,40,10,00,00,00,00,00,00,10,83,50,50,00,14,1
Precipitazioni (mm) 40,740,433,642,220,710,03,17,535,749,162,749,6130,796,520,6147,5395,3
Giorni di pioggia 766742115688211741961
Eliofania assoluta (ore al giorno) 4,85,86,77,38,710,411,010,38,16,75,04,14,97,610,66,67,4

Origini del nome


Vista su Cagliari e l'area circostante
Vista su Cagliari e l'area circostante

Il nome Karali, secondo Max Leopold Wagner ascrivibile al protosardo[15], è composto da una radice *kar e dal suffisso -ali e trova riscontri con i toponimi Carale di Austis, Carallai di Sorradile, Caraglio della Corsica, Caralis della Panfilia e dell'Isauria e Caralitis della Pisidia. La radice "kar" negli antichi linguaggi mediterranei significava "pietra/roccia" e il suffisso "al" dava valore collettivo; si sarebbe formato così Karali, che significherebbe "località rocciosa".

Cagliari era chiamata Krly dai fenicio-punici[16] mentre in latino era Caralis o al plurale Carales; quest'ultima forma plurale è attestata per la prima volta nel Bellum Africanum e secondo un'interpretazione storico-linguistica potrebbe essere connessa all'esistenza, nel primo periodo romano, di due comunità distinte: quella più antica della vecchia città punica e quella più recente rappresentata dagli immigrati romano-italici del vicus munitus Caralis (citato da Publio Terenzio Varrone), poi fusesi nel corso del II secolo a.C.[17].

Durante l'epoca Giudicale il centro della città divenne il borgo di Santa Igia (contrazione di Santa Cecilia[18]). Con l'arrivo dei Pisani (1216/1217) e la distruzione di Santa Igia (1258), Cagliari venne identificata nei documenti dell'epoca come Castellum Castri de Kallari e, successivamente, come Castell de Càller in catalano. L'attuale toponimo Cagliari deriva dalla pronuncia in spagnolo di Callari[15]. In lingua sarda il nome attuale Casteddu verrebbe dall'identificazione della città con il quartiere fortificato di Castello, edificato durante la dominazione pisana[15].


Storia


Statua di Aristeo, il mitico fondatore di Caralis (Museo del Louvre)
Statua di Aristeo, il mitico fondatore di Caralis (Museo del Louvre)
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Cagliari.

La fondazione di Cagliari secondo la leggenda


La leggenda, narrata dallo scrittore latino Gaio Giulio Solino, vuole che Caralis sia stata fondata da Aristeo, figlio del dio Apollo e della ninfa Cirene, giunto in Sardegna dalla Beozia nel XV secolo a.C. circa. Aristeo introdusse in Sardegna la caccia e l'agricoltura, riappacificò le popolazioni indigene in lotta fra di loro e fondò appunto la città di Caralis, sulla quale in seguito regnò. Secondo alcune fonti Aristeo venne accompagnato in Sardegna da Dedalo, il quale, secondo gli antichi greci, sarebbe l'artefice delle imponenti opere dedalee (i Nuraghi) presenti sull'isola[19][20].

Ceramiche della cultura di Monte Claro, Museo archeologico nazionale di Cagliari
Ceramiche della cultura di Monte Claro, Museo archeologico nazionale di Cagliari

Preistoria e storia antica


Alcune domus de janas e resti di capanne del IV - III millennio a.C. scoperte a San Bartolomeo e sul colle di Sant'Elia confermano che la zona dove sorge l'odierna città fu abitata fin dal neolitico[21]; le risorse del mare, degli stagni e del fertile terreno della pianura campidanese, garantivano il sostentamento delle popolazioni del periodo prenuragico[22]. All'età del rame risalgono i reperti della cultura di Monte Claro, diffusasi in tutta la Sardegna, che prende il nome dall'omonimo colle cagliaritano[23]. Ritrovamenti archeologici dell'età del bronzo, come ad esempio le ceramiche egee ritrovate nel nuraghe Antigori presso Sarroch, fanno ipotizzare che le popolazioni nuragiche stanziate nell'odierno cagliaritano intrattennero intensi rapporti commerciali e culturali con i Micenei[24] e sono testimonianza che i suoi porti godevano già allora di vita e di frequentazione; lo stesso mito di Aristeo sulla fondazione di Caralis potrebbe essere nato, in epoca successiva, dal lontano ricordo di questi antiche interazioni fra Sardi e Greci[25].

Colonne della villa di Tigellio
Colonne della villa di Tigellio
Mosaico dei Navicularii et negotiantes karalitani (armatori e commercianti di Karalis), dal piazzale delle Corporazioni di Ostia antica
Mosaico dei Navicularii et negotiantes karalitani ("armatori e commercianti di Karalis"), dal piazzale delle Corporazioni di Ostia antica

I Fenici, che frequentarono i porti di Cagliari e di altre zone della Sardegna sin dall'VIII secolo a.C., o in periodo comunque antecedente alla fondazione di Roma, si stanziarono all'imboccatura dello stagno di Santa Gilla. Il poeta romano Claudio Claudiano del IV secolo, descrivendo Karalis, la dice "Tyrio fundata potenti"[15] ossia fondata dalla potente Tiro (nell'odierno Libano) e i dati archeologici hanno confermato la presenza fenicia nel periodo della cosiddetta "talassocrazia" di Tiro. Passata ai Cartaginesi nel VI secolo a.C., la città conobbe un rapido sviluppo, testimoniato tra l'altro dalle necropoli di Tuvixeddu, ritenuta la più vasta necropoli punica del Mediterraneo[26].

Mosaico dell'Orfeo da Cagliari, Museo di antichità di Torino
Mosaico dell'Orfeo da Cagliari, Museo di antichità di Torino

Divenuta il centro principale dell'isola, ormai in gran parte sotto l'influenza di Cartagine, passò ai Romani con tutta la Sardegna e la Corsica, nel 238 a.C., all'indomani della prima guerra punica[27]. Nei secoli successivi la Karalis romana mantenne il suo ruolo di metropoli sarda e nel 46 a.C. Cesare la premiò per averlo sostenuto nello scontro con Pompeo concedendole lo Stato giuridico di municipio[28]. Alla morte di Cesare i cittadini gli rimasero fedeli e si schierarono dalla parte del figlio adottivo Ottaviano contro Sesto Pompeo[29]. Dopo la vittoria di Ottaviano, in età imperiale ci fu un lungo periodo di tranquillità politica e di grande sviluppo economico. L'aspetto dell'abitato subì numerosi mutamenti durante la lunga dominazione romana[21], di cui sono notevoli resti l'anfiteatro e le ville suburbane come la cosiddetta Villa di Tigellio.

Alla metà del V secolo la città cadde sotto l'occupazione dei Vandali d'Africa, comandati dal re Genserico. Caralis rimase parte del regno dei Vandali per circa ottant'anni, divenendo per un breve lasso di tempo capitale di un regno sardo indipendente proclamato dal funzionario germanico ribelle Goda[30]. Fu riconquistata dai romani d'oriente di Giustiniano nel 534 d.C. ed entrò nel sistema amministrativo bizantino come sede del preside, funzionario imperiale a capo di tutta la Sardegna, sottoposta all'esarcato d'Africa[31]. Durante la guerra gotica, che imperversava nella penisola, contingenti ostrogoti occuparono per un breve periodo la città che passo poi nuovamente in mano bizantina[32]. Nel 599 d.C. la flotta longobarda di Agilulfo compì un'incursione di saccheggio nelle coste cagliaritane ma venne respinta dalle milizie locali[33].

Il castello di San Michele, parte delle fortificazioni di Santa Igia[34]
Il castello di San Michele, parte delle fortificazioni di Santa Igia[34]

Storia medievale


Con la divisione dell'isola in quattro Stati detti Giudicati, la città, da secoli in fortissima recessione demografica e ormai ridotta al borgo di Santa Igia o Santa Gilla, rimase a capo del giudicato che ne prese il nome. Intanto aveva subìto secoli di incursioni saracene, contrastate dal principio dell'XI secolo con l'aiuto delle potenze navali di Pisa e Genova. È nota la progressiva ingerenza che le due città marinare esercitarono da allora sulla Sardegna. Il Giudicato cagliaritano, fin dalle sue più antiche attestazioni, rientrò nell'orbita dei Pisani e dei Genovesi; furono i primi che finirono con l'impadronirsene. Nel 1215, un anno dopo la morte del giudice Guglielmo I Salusio IV, di fronte alla possibilità di un'alleanza tra la nuova giudicessa Benedetta e Genova, il pisano Lamberto Visconti di Eldizio, marito di Elena di Gallura, ottenne, con la minaccia delle armi, la cessione del colle che sarebbe stato detto di Castello: infatti, quasi a guardia della capitale giudicale, vi venne presto costruita una città fortificata interamente pisana: il Castellum Castri de Kallari (1216/1217). Alla morte di Benedetta le succedette la sorella Agnese in qualità di reggente per il figlio Guglielmo II Salusio V ()[35].

La torre dell'Elefante e la torre di San Pancrazio, edificate durante la dominazione pisana su progetto di Giovanni Capula

Nel 1257 il neo-sovrano filoligure Guglielmo III-Salusio VI scacciò i pisani dalla rocca di Castel di Castro, ceduta l'anno precedente al comune di Genova dal predecessore Giovanni Torchitorio V[35]. Ciò accese l'ira di Pisa e degli altri tre giudicati sardi filopisani che immediatamente attaccarono Guglielmo. Il 20 luglio 1258, dopo un anno di guerra, Santa Igia venne distrutta dalla coalizione guidata da Gherardo e Ugolino della Gherardesca, Guglielmo di Capraia, Giovanni Visconti e l'ammiraglio Ottone Gualduccio[36] e sulle sue rovine venne sparso il sale; il giudice Guglielmo riuscì a fuggire a Genova dove morì nello stesso anno[35]. Ebbe così fine il giudicato di Cagliari che venne smembrato in tre parti: la parte settentrionale venne annessa dal giudicato di Arborea, la parte orientale dal giudicato di Gallura, l'area occidentale fu assegnata alla famiglia dei Della Gherardesca, mentre il comune di Pisa mantenne il governo di Castel di Castro, considerato "la chiave del Mediterraneo"[37]. Da allora il Castellum Castri fu identificato con la stessa Cagliari, come mostra ancora l'attuale nome sardo della città, Casteddu. Nondimeno attorno ad esso si formarono i sobborghi di Stampace (toponimo che si riscontra anche a Pisa) e di Villanova; in queste appendici trovarono asilo i profughi sardi di Santa Igia[38], esclusi dal Castello[39], dipendente direttamente da Pisa, che aveva un ordinamento comunale regolato dal Breve Castelli Castri de Kallari[40]; il porto di Bagnaria, collegato a Castello dal quartiere fortificato della Marina, era invece regolato dal Breve portus kallaretani[40].

La Cattedrale e l'Ex Palazzo di Città nel quartiere di Castello
La Cattedrale e l'Ex Palazzo di Città nel quartiere di Castello

Nel luglio del 1270, nel porto della Cagliari pisana fece tappa per circa una settimana l'esercito cristiano al comando del re Luigi IX di Francia, che si apprestava a partecipare all'Ottava crociata contro i musulmani della Tunisia.

Torre costruita dagli aragonesi nella cittadella di Bonaria durante l'assedio di Castel di Castro, oggi funge da campanile
Torre costruita dagli aragonesi nella cittadella di Bonaria durante l'assedio di Castel di Castro, oggi funge da campanile

Non passarono che pochi decenni e un'altra dominazione sopraggiunse. Questa volta furono gli Aragonesi che, nella loro guerra di conquista della Sardegna (1323-1326), assediando Cagliari, edificarono una loro roccaforte su un altro colle, ancora più meridionale: quello di Bonaria. Essi tuttavia non distrussero la città nemica, come avevano fatto i Pisani con Santa Gilla; ma anzi, ottenuta la vittoria nella battaglia di Lucocisterna, lasciarono il Castello infeudato a Pisa. I toscani però non sopportavano la concorrenza del nuovo borgo aragonese di Bonaria, col suo fiorente porto: l'anno seguente ripresero le armi ma vennero nuovamente sconfitti dagli aragonesi in una battaglia navale svoltasi nel golfo degli Angeli tra il 26 e il 29 dicembre 1325 e quindi dovettero abbandonare per sempre il Castello mentre le loro abitazioni furono riassegnate a sudditi della corona d'Aragona[41], principalmente catalani trasferitisi da Bonaria. Ai pisani (i cosiddetti pullini) fu tuttavia permesso di continuare a risiedere alla Marina e nelle altre appendici[42].

Sotto la dominazione iberica Càller (Cagliari), città reale non sottomessa e sede del viceré, venne dotata di un codice municipale modellato sulla base di quello di Barcellona[43] e divenne la capitale del nuovo regno. Il Castello, riservato ai nuovi dominatori catalano-aragonesi, venne interdetto, per ragioni di sicurezza militare, agli stranieri e poi anche ai sardi dal 1333[39][44] (divieto che perdurerà fino al XVI secolo); il quartiere del porto, la Bagnaria pisana ormai nota come La Pola, fu potenziato e ampliato[45]. Alcune famiglie di origine iberica che si insediarono a Cagliari in quell'epoca sono tuttora presenti in città; tra le varie si possono ricordare gli Aymerich, gli Amat, i Manca, i Canelles e i Sanjust.

Il 15 febbraio 1355 Pietro IV d'Aragona istituì a Cagliari il parlamento del regno[46].


Storia rinascimentale, seicentesca e settecentesca


Interno del palazzo regio di Cagliari. Fu dimora dei Viceré e per brevi periodi dei Re di Sardegna fra il 1337 e il 1847.
Interno del palazzo regio di Cagliari. Fu dimora dei Viceré e per brevi periodi dei Re di Sardegna fra il 1337 e il 1847.

Conquistata la Sardegna pisana e inglobati i possedimenti dei Malaspina, il regno dovette fronteggiare prima i Doria e poi Mariano IV d'Arborea il quale a partire dal 1353 aveva scatenato la rivolta contro gli aragonesi, cosicché il territorio regio si ridusse alle sole città di Cagliari e Alghero mentre la parte restante divenne parte del giudicato di Arborea, l'unica entità statale isolana rimasta indipendente. Questa situazione si protrasse a fasi alterne fino al 1409 quando una nuova spedizione militare aragonese, guidata da Martino I di Sicilia, sconfisse arborensi e alleati nella battaglia di Sanluri, facendo sì che a partire dal 1420, a seguito della cessione per 100 000 fiorini dei restanti territori del giudicato arborense, il territorio del regno di Sardegna, con capitale Caller, coincidesse per la prima volta con quello dell'intera isola.[47]

Veduta di Cagliari da Civitates orbis terrarum (1572) di Georg Braun
Veduta di Cagliari da "Civitates orbis terrarum" (1572) di Georg Braun

Con il matrimonio di Ferdinando II d'Aragona e Isabella I di Castiglia (1469) si ebbe l'unione fra la Corona di Castiglia e la Corona d'Aragona (di cui il Regno di Sardegna faceva parte), che mantennero però istituzioni distinte.

Nel 1535 l'imperatore Carlo V lanciò una grande spedizione navale contro Tunisi; prima di partire verso l'Africa la flotta effettuò un ultimo raduno a Cagliari[48], la visita del sovrano in città è ricordata da un'epigrafe in lingua latina posta sopra il portale dell'Ex Palazzo di Città e da un pulpito oggi situato nell'atrio della chiesa di San Michele[49]. Nel corso dello stesso secolo furono potenziate le fortificazioni con la costruzione dei bastioni[50] e i diritti e benefici dei catalano-aragonesi furono estesi a tutti i cittadini[51]. All'epoca (metà del XVI secolo) Cagliari, una delle tante città di uno sterminato impero in continua espansione, superava di poco i 10 000 abitanti mentre Barcellona ne contava circa 30 000 e Madrid circa 20 000[52]. La popolazione, seppur piccola, era piuttosto internazionale, si trovavano infatti in città comunità provenienti dalla Spagna (presenti a Cagliari ormai da due secoli[53]), dalla repubblica di Genova (che fondarono l'Arciconfraternita dei Genovesi[54]) e da altri antichi Stati italiani ed europei[51][55]; la lingua più parlata era il catalano anche se il sardo era ampiamente compreso[56].

Cagliari nell'Itinerario di Franz Schott, 1647
Cagliari nell'Itinerario di Franz Schott, 1647

La vita intellettuale fu relativamente vivace e nel XVII secolo venne fondata l'Università (1607). Tuttavia pian piano la città, pur fortemente ispanizzata specialmente nel suo tessuto dirigenziale e istituzionale, cominciò a esprimere una certa insofferenza per la dominazione iberica: sentimento che culminò nell'assassinio del viceré Camarassa (1668). Così nel 1708, durante la Guerra di successione spagnola, i cagliaritani non opposero resistenza all'assedio anglo-olandese, che pose fine all'età spagnola[57]. A seguito del trattato di Utrecht si assistette allo smembramento dei territori europei dell'impero spagnolo e il regno di Sardegna venne assegnato arbitrariamente prima all'Austria dal 1713, e successivamente, dopo l'effimera occupazione del cardinale Giulio Alberoni che cercava di riconquistare la Sardegna agli spagnoli (1717), Cagliari, come deciso al Trattato dell'Aia del 1720, passò con tutto il Regno sotto il dominio sabaudo, l'8 agosto 1720.[58] L'età delle riforme che seguì in tutta Europa vide la riorganizzazione dell'Università, dell'ospedale, dell'Archivio di Stato e della Biblioteca universitaria e la creazione di una scuola di Chirurgia e della Stamperia reale. Anche i piemontesi non furono tuttavia ben tollerati. E dopo che Cagliari aveva resistito all'assedio navale dei francesi rivoluzionari (1793), i sardi videro rifiutare la loro richiesta di una maggiore autonomia e del rispetto degli antichi privilegi, la città insorse il 27-28 aprile 1794 (oggi festa come «Sa die de sa Sardigna»), e cacciò temporaneamente i piemontesi[59]; ma la rivolta, fagocitata da una sollevazione anti-feudale nel resto dell'isola, si risolse senza conseguenze.


Storia ottocentesca


Bastione di Saint Remy
Bastione di Saint Remy

Cagliari, rioccupata, divenne dal 1798 al 1814, oltre che capitale, centro politico-amministrativo del Regno di Sardegna e ospitò nel Palazzo reale (detto Viceregio) la corte sabauda, cacciata da Torino dai francesi, i quali avevano costituito la Repubblica Piemontese, mentre non avevano potuto conquistare la Sardegna[60]. La presenza della corte in città non impedì l'insorgere di varie sollevazioni contro i Savoia, la più importante delle quali è chiamata rivolta di Palabanda, dal nome della località in cui si trovava la villa ove venne organizzata. In questi anni si assistette ad un grande sviluppo della città: nel 1811 venne installata la prima illuminazione pubblica e si ebbe la sistemazione della rete stradale. Tuttavia si verificarono anche periodi di carestia seguiti da un'epidemia di febbre (1816). Nel 1847, così come a Sassari, un moto popolare, partito dall'università, portò il re Carlo Alberto a riconoscere la fusione dell'isola con gli stati di terraferma (Ducato di Savoia, Ducato di Genova)[61].

Con le nuove tecniche belliche a Cagliari, privata del ruolo di piazzaforte all'indomani dell'Unità d'Italia, furono abbattute le mura e si posero le basi per la grande espansione dell'ultimo secolo. Attirati dalle tante potenzialità inespresse, si stabiliscono in questo periodo a Cagliari numerosi imprenditori (soprattutto liguri, piemontesi, svizzeri e francesi) che favoriranno la riorganizzazione cittadina importando le prime forme di industrializzazione; avviene così il passaggio da una società da Ancien Régime ad una società di tipo capitalista[62]. Gli architetti sardi (e non), tra cui Gaetano Cima e Dionigi Scano, ridisegnano il centro urbano secondo i gusti dell'epoca; si impone lo stile neoclassico e neogotico, sorgono i caratteristici palazzi liberty.


Storia novecentesca e contemporanea


Palazzo Civico Ottone Bacaredda di Cagliari
Palazzo Civico "Ottone Bacaredda" di Cagliari

Il 14 aprile 1899 viene posta la prima pietra del municipio di via Roma, alla presenza del re Umberto I, i cui lavori avranno termine nel 1907: questo evento dà un avvio quasi simbolico al nuovo secolo, con il trasferimento del potere cittadino dal vecchio quartiere di Castello alla moderna area vicina al Porto, luogo di traffici e commerci. Il palazzo rientra tra le opere realizzate dall'amministrazione di Ottone Bacaredda, sindaco di Cagliari dal 1889 al 1921 quasi ininterrottamente, riconosciuto come uno dei sindaci più illuminati della città. Il 14 maggio 1906 scoppiano a Cagliari gli scioperi contro il carovita, che causano due morti e parecchi feriti[63].

La legione dei Carabinieri, edificio del periodo fascista
La legione dei Carabinieri, edificio del periodo fascista

Nel 1924 il Governo Mussolini varò la cosiddetta Legge del Miliardo stanziando più di un miliardo di lire per la modernizzazione della Sardegna[64], che in buona parte andrà a Cagliari. Anche in città il Fascismo arriva con la sua violenza, occupando le sedi dei partiti avversi e cacciando gli oppositori, tra cui Emilio Lussu che fu assalito nella sua casa di piazza Martiri il 31 ottobre 1926. A fine anni venti, con l'annessione dei comuni di Pirri, Selargius, Quartucciu, Monserrato e, successivamente, Elmas (1937), Cagliari raggiunse i 100 000 abitanti. È in questi anni che vengono costruite importanti opere pubbliche, molte delle quali realizzate da un giovane progettista comunale, Ubaldo Badas, le cui architetture originali contribuiscono ad abbellire la città sia negli anni trenta che nel dopoguerra, come il Parco delle Rimembranze, il Terrapieno e parte dei Giardini Pubblici. Tuttavia, grazie all'attenta amministrazione di Enrico Endrich, fascista convinto ma dotato di libero pensiero, a Cagliari non vengono realizzate opere pubbliche tali da stravolgere il tessuto cittadino originario; le opere progettate dopo la fine del suo mandato (1933), non fecero in tempo a essere costruite a causa della guerra.

Cagliari dopo i bombardamenti, 1943
Cagliari dopo i bombardamenti, 1943

Durante la seconda guerra mondiale, Cagliari subì numerosi bombardamenti (l'80% della città venne più o meno gravemente colpito, tanto che Cagliari fu dichiarata Città Martire e ricevette una medaglia d'oro al valore militare[65]) dei quali si possono ancora vedere i segni in alcune zone del centro storico. I bombardamenti cominciarono il 17 febbraio del 1943, con l'arrivo sui cieli di Cagliari di un centinaio di aerei statunitensi. Tra il 26 e il 28 febbraio 1943 si hanno i bombardamenti più pesanti, con la distruzione di molti luoghi importanti per Cagliari. In totale le vittime dei bombardamenti in città furono più di 2 000[65].

Nel 1948 diventa ufficialmente capoluogo della Sardegna secondo l'articolo 2 dello Statuto della Regione autonoma della Sardegna. Dal secondo dopoguerra in poi la popolazione di Cagliari crebbe ulteriormente fino a raggiungere un massimo di 220 000 abitanti circa nel 1981 per poi calare drasticamente a seguito dei referendum svoltisi fra metà anni ottanta e inizio anni novanta che sancirono l'autonomia delle varie frazioni di epoca fascista, comuni conurbati fortemente alla città storica in un'unione che costituisce il fulcro dell'area metropolitana cagliaritana.

Nel corso del XX secolo il centro urbano si è esteso fino al litorale del Poetto e alla zona di Monte Urpinu facendo sorgere i quartieri di San Benedetto, Fonsarda, Bonaria, La Vega, Tuvumannu e San Michele.


Simboli


Gonfalone del Comune
Gonfalone del Comune
Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Cagliari.
Stemma
Stemma

La città di Cagliari ha cambiato diversi stemmi durante la sua storia. Il primo di cui si ha notizia risale al periodo pisano; il simbolo di Castel di Castro, il cui bassorilievo è osservabile sulle mura della torre dell'elefante, è costituito da uno scudo gotico su cui è rappresentato un castello a muratura isodoma, sul mare, avente tre torri merlate e due portoni[66].

Nel periodo aragonese-spagnolo lo stemma venne sostituito con uno nuovo formato da uno scudo a losanga inquartato in croce di Sant'Andrea sui cui riquadri sono rappresentati due castelli sul mare, simbolo di Cagliari medioevale, alternati dalle barre d'Aragona. Questo stemma rimase in uso fino al 1766 quando con regio diploma fu sostituito dall'attuale stemma[67].

Lo stemma attuale si presenta come uno scudo di forma ovale inquartato; nel primo e quarto campo è presente la croce dei Savoia mentre nel secondo e terzo è presente un castello a tre torri fondato su uno scoglio uscente dal mare, il tutto al naturale. Lo scudo è sostenuto da due giovani tritoni e timbrato da corona di marchese.


Onorificenze


Cagliari (Castel de Càller), già capitale del regno di Sardegna, ottenne ufficialmente il titolo di città regia nel 1327[68]:

Titolo di Città Regia
 25 agosto 1327

Donato formalmente alla città nel 1679, la municipalità venne anche insignita del cavalierato dell'Ordine del Toson d'oro durante il periodo aragonese di re Carlo II per fedeltà alla corona, il medaglione dell'Ordine, ritoccato nella forma originale durante il periodo sabaudo di re Vittorio Amedeo II con l'incisione dei simboli del regno, viene nella celebrazione indossato ogni anno dall'alter nos del sindaco di Cagliari in occasione della festività cittadina di Sant'Efisio[69][70]:

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro
 1679

Per il suo sacrificio e per la fierezza con la quale affrontò il nemico durante la seconda guerra mondiale, Cagliari fa parte delle città decorate al valor militare per la guerra di liberazione; il 19 maggio 1950, infatti, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi concesse al gonfalone civico la medaglia d'oro al valor militare [71]:

Medaglia d'oro al valor militare
«Capoluogo dell'isola nobile e generosa, scolta invitta d'Italia al centro del Mediterraneo, sopportò per anni, con l'indomita fierezza della sua gente, lunghe, terrificanti ed assillanti distruzioni di guerra recate dall'intensa offesa aerea. Fiera del suo destino, accolse con fierezza ogni prova dolorosa. Dilaniata, stroncata e ferita a morte non smentì mai le sue alte civiche virtù e la fama gloriosa acquistata nei secoli dal suo popolo eroico, sublime in ogni sacrificio per l'onore della Patria. Sardegna, 1940 - 1943»
 19 maggio 1950

Il 14 giugno 1975 la città ricevette inoltre la medaglia d'argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte [71]:

Medaglia d'argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte
 14 giugno 1975

Monumenti e luoghi d'interesse


L'Anfiteatro Romano
L'Anfiteatro Romano
In primo piano: Collegiata di Sant'Anna (barocco piemontese) , in secondo piano: Chiesa di San Michele (barocco spagnolo) , sullo sfondo il campanile della Chiesa di Nostra Signora del Carmine (architettura neoromanica)
In primo piano: Collegiata di Sant'Anna (barocco piemontese) , in secondo piano: Chiesa di San Michele (barocco spagnolo) , sullo sfondo il campanile della Chiesa di Nostra Signora del Carmine (architettura neoromanica)
Il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, da cui la città di Buenos Aires prende il nome
Il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, da cui la città di Buenos Aires prende il nome
Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti di Cagliari.

La lunga storia e le varie dominazioni e influenze provenienti dall'esterno hanno contribuito a donare alla città un'importante patrimonio culturale e architettonico.

Per quanto riguarda i periodi storici più antichi si segnalano la necropoli di Tuvixeddu, di età punica, e l'Anfiteatro romano, risalente al II secolo.

Cuore medioevale della città è il quartiere fortificato di Castello, che fino alla seconda guerra mondiale, fu la residenza dei nobili. Degni di nota sono anche i quartieri storici di Stampace, Marina e Villanova. Il primo era il quartiere dei borghesi e dei mercanti, il secondo era il quartiere dei pescatori e marinai, il terzo quello dei pastori e dei contadini.


Architetture religiose



Chiese

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Cagliari.

Fra le numerose chiese presenti a Cagliari si possono ricordare:


Seminari


Cimiteri monumentali


Architetture civili



Architetture militari


Necropoli punica di Tuvixeddu
Necropoli punica di Tuvixeddu

Siti archeologici



Ambiente, verde urbano, parchi e spiagge



Zone umide

Lo stesso argomento in dettaglio: Stagno di Cagliari e Parco regionale Molentargius - Saline.
Vista sullo stagno di Molentargius. Sullo sfondo il Poetto, a destra la Sella del diavolo
Vista sullo stagno di Molentargius. Sullo sfondo il Poetto, a destra la Sella del diavolo

La Laguna di Santa Gilla (3 000 ettari di superficie) a ovest e lo Stagno di Molentargius a est (17,6 km²), riconosciuti come zone umide protette da varie leggi regionali e della comunità europea, offrono asilo a notevoli colonie di fenicotteri che da anni vi nidificano, creando un ambiente simile a quello della Camargue francese. Mentre per lo specchio d'acqua del Molentargius è stato messo in atto un piano turistico e di rivalutazione ambientale, con bonifiche e apertura al pubblico di parte del parco, a Santa Gilla vi è ancora una situazione in molti punti di degrado, con parte dello stagno interrato nel 1980 per la realizzazione del Porto Canale.

Parco di Monte Claro.
Parco di Monte Claro.
Vista sulla città da Monte Urpinu
Vista sulla città da Monte Urpinu
Fenicotteri rosa a Molentargius
Fenicotteri rosa a Molentargius

Parchi

Di seguito una lista dei più importanti parchi cittadini:


Spiagge

Lo stesso argomento in dettaglio: Poetto, Sella del Diavolo e Calamosca.
La spiaggia Il Poetto fra Cagliari e Quartu Sant'Elena, sullo sfondo la Sella del Diavolo
La spiaggia Il Poetto fra Cagliari e Quartu Sant'Elena, sullo sfondo la Sella del Diavolo
Tratto di mare fra la Sella e Capo Sant'Elia
Tratto di mare fra la Sella e Capo Sant'Elia

Il Poetto (in sardo Su Poettu) è la principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa otto chilometri, dalla Sella del Diavolo sino al litorale di Quartu Sant'Elena.

Altra spiaggia frequentata è la piccola spiaggia di Calamosca situata nel tratto di mare tra la zona di Capo Sant'Elia e il Poetto.


Società



Evoluzione demografica


Lo stesso argomento in dettaglio: Demografia di Cagliari.

Abitanti censiti[73]

La popolazione di Cagliari raggiunse il suo picco massimo nel 1981 con circa 220 000 abitanti. Negli anni ottanta e novanta, tre frazioni cagliaritane divennero, tramite referendum, comuni autonomi. Così, con l'autonomia di Quartucciu (11 418 ab.) nel 1983, Elmas (8 475 ab.) nel 1989 e Monserrato (20 829 ab.) nel 1991, Cagliari passò da circa 220 000 a circa 150 000 abitanti.


Etnie e minoranze straniere


Al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera ammonta a 9 575 persone, pari al 6,2% della popolazione totale; le prime cinque nazionalità per numero di abitanti sono[74]:


Lingue e dialetti


(SCD)

«Is ogus tuus, alluttus chi su fogu,

Sa bucca tua, prus frisca de una rosa,

In su coru m’ ant fattu cussu giogu

Chi no assimbilat a nisciuna cosa,

Chi spitzulat e poburu e signori,

E chi ddi nant, sino sbagliu, amori

(Estratto della poesia in cagliaritano A Lugori di Ottone Bacaredda)»

(IT)

«I tuoi occhi fiammeggianti,

la tua bocca più fresca di una rosa

mi hanno fatto in cuore quello scherzo

che non rassomiglia a nessun’altra delle cose che ti possano capitare,

che pizzica sia il povero che il signore

e che, se non sbaglio, si chiama amore»

La lingua autoctona di Cagliari, resa coufficiale nello Statuto comunale[75], è il sardo (sardu) e per la precisione il campidanese (sardu campidanesu) nella variante cagliaritana (casteddaju).

La lingua sarda è conosciuta e parlata sempre meno dalle nuove generazioni del luogo, che ormai utilizzano in larga misura solo quella italiana, perlopiù espressa nella sua variante regionale: difatti, nel corso di tre secoli e più recentemente tramite l'istruzione obbligatoria e i mezzi di comunicazione di massa, l'italiano è diventato predominante nei rapporti sociali di ordine formale e informale, relegando il sardo a un ruolo marginale; spesso i giovani ne hanno solo una competenza passiva o limitata a poche locuzioni stereotipate, per via del rapporto coi parenti anziani che ancora lo parlano, mentre con i genitori (per scelta di questi ultimi in merito alla loro educazione) hanno parlato solo e sempre in italiano, declinato nella sua variante regionale.

La variante cagliaritana del sardo nei suoi registri alti ha tradizionalmente rappresentato il modello linguistico di referenza per tutta l'area centromeridionale dell'isola, variante diastratica alta utilizzata dal ceto borghese in tutto il dominio campidanese, nonché modello letterario di riferimento per scrittori e poeti.

Basilica di San Saturnino, la più antica chiesa di Cagliari.
Basilica di San Saturnino, la più antica chiesa di Cagliari.

Religione


La maggioranza dei cagliaritani è di religione cattolica. Fra la popolazione immigrata sono poi presenti delle minoranze di ortodossi e musulmani. La città è sede dell'Arcidiocesi di Cagliari, che ha origini antiche, seppure non documentata, si ha notizia del primo vescovo sant'Avendrace già intorno al 70 d.C.; il vescovo Quintasio partecipò al Concilio di Arles del 314; nel territorio di sua competenza si trovano 133 parrocchie[76].

Vi sono numerosi santi e beati di nascita cagliaritana o cagliaritani di adozione, testimoni della fede cristiana a Cagliari e in Sardegna: si ricordano il Santo patrono San Saturnino, Sant'Efisio (cui è dedicata la festa più importante), San Lucifero di Cagliari, Sant'Avendrace, San Mauro Martire, Ignazio da Laconi, Salvatore da Horta, Sant'Eusebio di Vercelli e sua madre Santa Restituta, Nicola da Gesturi, Suor Giuseppina Nicoli e Suor Teresa Tambelli, Maria Cristina di Savoia.

Il 22 settembre 2013 la città è stata meta di uno dei viaggi apostolici di papa Francesco[77]; in tale occasione si sono riversati nei luoghi degli incontri più di 400.000 fedeli[78]. Precedentemente Cagliari era stata meta delle visite pastorali di Paolo VI il 24 aprile 1970, Giovanni Paolo II nell'ottobre 1985 e di Benedetto XVI il 7 settembre 2008[79].

Altre Chiese presenti sono la chiesa evangelica, la chiesa evangelica battista, la chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni e i Testimoni di Geova.


Tradizioni e folclore


Cagliari e la sua area demologica presentano molte manifestazioni antropologiche peculiari, eredità dei vari popoli che hanno influenzato la storia della città.

Numerose sono le feste religiose che la città ha praticato nel corso dei secoli. Molte si svolgono ancora oggi, mentre di altre se ne è mantenuto solo il ricordo nella memoria orale o nella tradizione letteraria.

Costumi tradizionali di Cagliari alla processione di Sant'Efisio
Costumi tradizionali di Cagliari alla processione di Sant'Efisio
Lo stesso argomento in dettaglio: Festa di sant'Efisio.

Istituzioni, enti e associazioni


L'ospedale civile San Giovanni di Dio.
L'ospedale civile San Giovanni di Dio.

Sanità

Ospedale San Michele.
Ospedale San Michele.

Le strutture ospedaliere della città di Cagliari sono[83]:


Qualità della vita


Nel 2021 la città metropolitana di Cagliari si è piazzata al 20º posto nell'annuale classifica stilata da Il Sole 24 Ore sulla qualità di vita delle 107 province italiane[85].

Secondo un sondaggio effettuato da IPR Marketing nel 2009, Cagliari risulta essere la "città più felice d'Italia" piazzandosi al 1º posto[86].


Cultura



Istruzione



Biblioteche

Biblioteca universitaria, inaugurata nel 1770[87]
Biblioteca universitaria, inaugurata nel 1770[87]

Le biblioteche presenti all'interno del territorio comunale sono[88]:


Scuole

Nel territorio comunale hanno sede[89] 26 scuole secondarie di secondo grado, di cui 20 pubbliche e 6 private, 11 istituti secondari di primo grado pubblici e 3 privati e 13 scuole primarie pubbliche e 10 private. Tra i vari istituti sono rilevanti dal punto di vista storico il liceo ginnasio statale Siotto Pintor, già liceo degli Scolopi, che è una delle scuole in attività più antiche d'Italia, risalendo al XVII secolo, ed il Liceo classico Giovanni Maria Dettori, nel quale studiarono varie personalità di rilievo sarde, tra cui Antonio Gramsci[90].


Università

Lo stesso argomento in dettaglio: Università degli Studi di Cagliari.

L'Università degli Studi di Cagliari iniziò la sua attività nel 1626 ed è il principale ateneo di Cagliari nonché il più frequentato della Sardegna. A Cagliari è presente dal 1970 anche la Pontificia facoltà teologica della Sardegna.


Musei e gallerie

Polo museale di Cagliari Cittadella dei musei.
Polo museale di Cagliari "Cittadella dei musei".
Galleria comunale d'arte.
Galleria comunale d'arte.

Media



Stampa


Radio


Televisione


Teatro



Cinema


Film girati e/o ambientati nel capoluogo[91]:

La calda vita
"La calda vita"

Musica


Ritratto di Giovanni Matteo De Candia
Ritratto di Giovanni Matteo De Candia

Cagliari ha dato i natali a importanti musicisti tra cui Ennio Porrino, compositore e Giuseppe Anedda, mandolinista, nonché a diversi cantanti come i tenori Giovanni Matteo De Candia e Piero Schiavazzi, il baritono Angelo Romero, i soprani Carmen Melis e Giusy Devinu e il contralto Bernadette Manca di Nissa.

Per quanto riguarda la musica contemporanea godono di una certa fama cantanti come Pago e più recentemente Marco Carta.

A Cagliari è attivo dal 1939 il conservatorio Pierluigi da Palestrina erede dell'Istituto Musicale Mario De Candia, che negli ultimi anni ha istituito una convenzione con il Liceo Artistico Foiso Fois aprendo il Liceo Musicale di Cagliari[92].


Cucina


La cucina cagliaritana è legata alla cucina tipica dell'isola, in particolare alla cucina campidanese, ma presenta anche influenze catalane e liguri[93]. Fra i piatti più tradizionali si possono citare quelli a base di pesce come la fregula cun cocciula (fregola con le vongole), cocciula e cozzas a schiscionera (vongole e cozze cucinate in tegame), sa burrida a sa casteddaia (piatto a base di gattuccio marino, aceto e noci), sa cassola (zuppa di pesci, crostacei e molluschi), le orziadas (anemoni di mare insemolati e fritti) e l'aligusta a sa casteddaia (aragosta condita alla cagliaritana). I primi piatti più famosi sono i malloreddus a sa campidanesa, spaghetti con vongole e bottarga, spaghittus cun arrizzonis (spaghetti ai ricci di mare serviti anche in diverse varianti, coi carciofi o con asparagi selvatici), su mazzamurru (pane casereccio raffermo cotto nel sugo o nel brodo, condito col pecorino grattugiato) e le panadas (piatto originario di Assemini, consiste in una sorta di torta salata ripiena di carne o anguille, la cui pasta viene preparata impastando semola, strutto e olio d'oliva); dal 2022 è entrata nella lista dei Prodotti agroalimentari tradizionali sardi anche la pizzetta cagliaritana, un doppio disco di pasta sfoglia che racchiude sugo di pomodoro e un cappero; i secondi piatti sono composti essenzialmente da arrosti di carne. I dolci più conosciuti sono le pardulas, sebadas, candelaus, pabassinas diffusi in tutta l'isola, mentre fra i vini prodotti nel cagliaritano si segnalano il Nuragus, il Nasco, il Girò, il Malvasia, il Moscato e il Monica[93][94].


Eventi



Geografia antropica



Urbanistica


Pianta di Cagliari del 1858
Pianta di Cagliari del 1858

La città si è sviluppata in diversi periodi: si possono chiaramente distinguere il centro storico di origine medievale e i nuovi quartieri, frutto del fenomeno dell'urbanizzazione, sorti tra XIX e XX secolo.

Il centro storico ha assunto la sua fisonomia, che ancora oggi in gran parte conserva, nella seconda metà del XIII secolo quando ad est e ovest del Castello e della Marina si aggiunsero le due appendici di Villanova e Stampace. La pianta della Cagliari pisana (e poi aragonese e spagnola) aveva la forma di un'aquila[45], simbologia imperiale, similmente ad altre città medievali italiane come ad esempio Cividale del Friuli[96].

(ES)

«[...] Soy Aguila Real pues la Cabeza es el Castillo y cola la Marina, la una ala Villanueva se confiesa y l'otra es Estampache mi vecina

Estratto da Hymno a Càller di Juan Francisco Carmona, 1631»

(IT)

«[...] Son Aquila Reale, la mia testa è il Castello e coda è la Marina, un'ala Villanova si dichiara e l'altra è Stampace, a me vicina»

A partire dal XIX secolo, con il depennamento di Cagliari dalla lista delle piazzeforti del Regno d'Italia (1866) e il conseguente abbattimento delle mura, la città si è espansa verso est, ovest e nord.


Suddivisioni storiche


Quartiere Castello
Quartiere Castello
Quartiere Marina
Quartiere Marina
Quartiere Villanova e dintorni
Quartiere Villanova e dintorni
Fonsarda e dintorni
Fonsarda e dintorni
Lo stesso argomento in dettaglio: Quartieri di Cagliari.

Oggi Cagliari conta 31 quartieri[97]:


Economia


Palazzo ENEL, progettato per la Società Elettrica Sarda nel 1958 dall'ing. Gigi Ghò
Palazzo ENEL, progettato per la Società Elettrica Sarda nel 1958 dall'ing. Gigi Ghò

Al 2020 Cagliari, con un reddito pro capite di 23.673€, è il primo comune per reddito pro capite della Sardegna e si colloca al quinto posto nella classifica dei redditi pro capite dei 20 capoluoghi di regione italiani, dopo Milano (31.778€), Bologna (25.333€), Roma (24.964€) e Trento (23.715€)[98].


Pesca


A Cagliari, grazie alla vicinanza del mare e agli stagni, il settore della pesca è abbastanza sviluppato. La città inoltre possiede uno dei più grandi mercati ittici d'Italia, il mercato di San Benedetto, con una vasta scelta sia per commercianti che per privati.


Industria


La zona industriale di Macchiareddu-Grogastu fra Cagliari e Capoterra (coadiuvata dal porto industriale di Giorgino) è una delle più importanti nell'isola, sono inoltre presenti a Cagliari vari stabilimenti di multinazionali quali: Heineken, Bridgestone, Eni.


Servizi


Il Parco della Musica; sullo sfondo il T-Hotel.
Il Parco della Musica; sullo sfondo il T-Hotel.

Per quanto riguarda il settore bancario a Cagliari ha sede il Banco di Sardegna e fino al 2014, anche la Banca di Credito Sardo. Importante anche il settore delle telecomunicazioni, Tiscali Italia ha il suo quartier generale in località "Sa Illetta" periferia ovest della città. Inoltre, ha una delle sedi italiane a Cagliari l'azienda statunitense Amazon.

Il distretto espositivo della fiera di Cagliari, fondata nel 1948, è il più importante dell'isola.


Turismo


Negli ultimi anni sta prendendo piede in città il settore turistico grazie alla costante crescita del numero dei visitatori che scelgono Cagliari per le loro vacanze.

Navigator of the Seas nel porto di Cagliari.
Navigator of the Seas nel porto di Cagliari.

Nella sola città di Cagliari nel 2013 si contavano 223.551 presenze (+35.722 rispetto al 2012) e 454.466 arrivi (+72.473 rispetto al 2012), con una prevalenza di turisti italiani sugli stranieri[99].


Infrastrutture e trasporti



Strade


Da Cagliari partono alcune importanti strade statali e provinciali:


Ferrovie


Stazione ferroviaria di Cagliari
Stazione ferroviaria di Cagliari

Il principale scalo ferroviario di Cagliari è la stazione delle Ferrovie dello Stato, con treni che collegano Cagliari a Iglesias e Carbonia, a Olbia e Golfo Aranci e a Sassari e Porto Torres attraverso lo snodo di Ozieri-Chilivani. Sempre sul tracciato delle Ferrovie dello Stato si trovano due scali minori: lo scalo merci di via San Paolo e la fermata di Cagliari Santa Gilla. In passato erano attive in città varie stazioni e fermate delle ferrovie a scartamento ridotto sarde (il cui tracciato cagliaritano è utilizzato come tranvia dal 2008). La principale di queste fu la stazione di viale Bonaria, a servizio delle Ferrovie Complementari della Sardegna.

Dalla stazione del vicino comune di Monserrato ha inizio la linea ferroviaria a scartamento ridotto per Arbatax e Sorgono dell'ARST; il servizio regolare di trasporto pubblico locale è limitato alla tratta sino a Isili, mentre la restanti tratte sono percorse dai treni turistici più conosciuti come Trenino Verde.

Fino al 1973 nelle adiacenze della stazione ferroviaria era presente il capolinea delle tranvie extraurbane per Quartu Sant'Elena e per le spiagge del Poetto.


Porti


Cagliari è servita dal Porto passeggeri, commerciale e terminal crociere di via Roma. Da Cagliari vi sono servizi di linea con navi passeggeri per Civitavecchia, Napoli e Palermo e merci con Genova e Livorno. A Cagliari ha sede anche un Porto Canale, dedicato al traffico containers. Una zona del porto di via Roma è riservata alle imbarcazioni turistiche. Nella città si trovano altri due porti turistici: Su Siccu (Lega Navale) e Marina Piccola.


Aeroporti


Aeroporto di Cagliari-Elmas
Aeroporto di Cagliari-Elmas

La città è servita dall'aeroporto internazionale Mario Mameli di Cagliari-Elmas, che si trova a pochi chilometri dal centro di Cagliari, in territorio di Elmas. Lo stesso, raggiungibile in auto tramite la SS 130, risulta collegato con tutti i treni regionali in partenza e in arrivo a Cagliari.


Mobilità urbana


La rete tranviaria, gestita dall'ARST, collega l'ex stazione ferroviaria di piazza Repubblica con la Cittadella universitaria e il Policlinico passando per la fermata di Monserrato Gottardo, da dove è possibile raggiungere vari centri dell'interno[100] coi treni a scartamento ridotto o, nel caso di Settimo San Pietro, anche via tram. Fino al 1973 era attiva in città una precedente ed estesa rete tranviaria che arrivò a comprendere 4 linee urbane e 2 linee extraurbane.

Il trasporto pubblico urbano e suburbano è svolto tramite i servizi gestiti dal CTM, che integrano la rete filoviaria, mentre il trasporto regionale è svolto con autoservizi di linea ARST.


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Cagliari.

Consolati


A Cagliari sono presenti i seguenti consolati[101]:

  •  Belgio
  •  Bielorussia
  •  Danimarca
  •  Estonia
  •  Filippine
  •  Finlandia
  •  Francia
  •  Germania
  •  Grecia
  •  Lituania
  •  Malta
  •  Monaco
  •  Danimarca
  •  Norvegia
  •  Paesi Bassi
  •  Regno Unito (a Quartu Sant'Elena)
  •  Rep. Ceca
  •  Spagna
  •  Svezia
  •  Svizzera
  •  Ungheria
  •  Uruguay

Gemellaggi


Cagliari è gemellata con:


Sport



Atletica



Pallanuoto



Baseball



Pallacanestro


Maschile:

Femminile:


Calcio


Un giovane Gigi Riva in una delle sue prime stagioni a Cagliari
Un giovane Gigi Riva in una delle sue prime stagioni a Cagliari

Dal 1927 al 1946 è esistita la Pro Calcio San Giorgio Fois, squadra del quartiere di Stampace che nel 1938-39 disputò il campionato di Serie C


Calcio a 5



Canoa polo



Canottaggio



Ciclismo


Per quattro volte Cagliari è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1961, l'ultima nel 2017.


Ginnastica artistica



Hockey su prato



Lotta



Pallavolo



Tennis


Il tennis club di Cagliari ha ospitato la finale di Fed Cup 2013 fra l'Italia e la Russia il 2 e 3 novembre.


Tennistavolo



Rugby



Football americano



Softball



Vela



Scherma



Impianti sportivi


Interno della Unipol Domus
Interno della Unipol Domus

Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Luciano Canepari, Cagliari, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  5. (EN) Population on 1 January by age groups and sex - functional urban areas, su appsso.eurostat.ec.europa.eu, Eurostat. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2015).
  6. Manlio Brigaglia, p.106.
  7. Vittorio Angius e Goffredo Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna (1833-1856), La Sardegna paese per paese - Cagliari, su unionesarda.it. URL consultato il 4 novembre 2022. Archiviato il 7 giugno 2011 in Internet Archive.
  8. Stamento militare del Regno di Sardegna, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 4 novembre 2022.
  9. Francesco Cesare Casula, pp. 396-397
  10. Autorità portuale di Cagliari, su porto.cagliari.it. URL consultato il 18 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2010).
  11. Comune Cagliari News, Breve storia di Cagliari, su ufficiostampacagliari.it. URL consultato il 24 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2015).
  12. Giovanni Spano, Guida della città e dintorni di Cagliari, p. 15. URL consultato il 19 maggio 2022.
  13. (EN) Annual climatology summary (TXT), su cagliarimeteo.it. URL consultato il 5 settembre 2014 (archiviato il 25 febbraio 2015).
  14. Dati meteo in diretta dalla stazione di Cagliari Viale Trento, su sardegna-clima.it. URL consultato il 5 settembre 2014 (archiviato il 25 febbraio 2015).
  15. Il nome di Cagliari, su pittau.it. URL consultato il 18 maggio 2010 (archiviato il 4 settembre 2009).
  16. Manlio Brigaglia, p.105.
  17. AA.VV., Repertorio plurilingue e variazione linguistica a Cagliari p.59
  18. Francesco Cesare Casula, p.190.
  19. Plico. Periodico di archeologia, arte e attualità culturale - "L'isola delle fate" di Simonetta Castia (PDF), su mediando.net. URL consultato il 18 maggio 2010 (archiviato il 23 luglio 2011).
  20. Giovanni Ugas - "L'alba dei Nuraghi" pg. 24-25
  21. Tuvixeddu, Storia, su regione.sardegna.it. URL consultato il 13 gennaio 2013 (archiviato il 6 novembre 2013).
  22. Anna Maria Colavitti, p.7.
  23. Giovanni Lilliu, La civiltà dei Sardi dal Paleolitico all'età dei Nuraghi "Nuoro" 2003- ISBN 88-86109-73-3
  24. I commerci con i Micenei, su sardegnacultura.it. URL consultato il 18 maggio 2010 (archiviato il 29 novembre 2010).
  25. Le vie del Mediterraneo-Micenei, su aristeo.org. URL consultato il 30 ottobre 2014 (archiviato il 23 settembre 2015).
  26. La necropoli di Tuvixeddu, su regione.sardegna.it. URL consultato il 14 ottobre 2022.
  27. Francesco Cesare Casula, p.101.
  28. Manlio Brigaglia, pp. 85-86.
  29. Anna Maria Colavitti, p.12.
  30. Francesco Cesare Casula, p.133.
  31. Francesco Cesare Casula, p.137.
  32. Francesco Cesare Casula, p.141.
  33. Francesco Cesare Casula, p.148.
  34. Cagliari, Castello di San Michele, su sardegnacultura.it. URL consultato il 14 ottobre 2022.
  35. Francesco Cesare Casula, pp. 209-210.
  36. Georg Caro, Genova e la supremazia sul Mediterraneo (1257-1311), 1975 p.35
  37. Francesco Cesare Casula, pp. 210-212.
  38. Francesco Cesare Casula, p.296.
  39. Jordi Carbonell i de Ballester, La grida in catalano del veghiere di Cagliari del 1337 - 2008
  40. Francesco Cesare Casula, p.297.
  41. Manlio Brigaglia, p.158.
  42. Massimo Guidetti, Storia dei sardi e della Sardegna, Volume 3 p.128
  43. Manlio Brigaglia, p.160.
  44. Gli abitanti delle appendici, di giorno, svolgevano in Castello i lavori più disparati, anche e soprattutto quelli più umili, ma al tramonto dovevano abbandonarlo. Al segnale che veniva dato col suono del corno avevano l'obbligo di uscire immediatamente dalle sue porte principali. Chi non si apprestava subito alle uscite e veniva trovato ancora all'interno della rocca veniva catturato e buttato fuori dalle alte mura, giù negli strapiombi. Risale a quel periodo il detto ancora in uso a Cagliari "Ci d'anti bogau a son'e corru" ("L'hanno cacciato via al suono del corno", cioè veramente in malo modo)
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  107. Sul traguardo era giunto primo Alessandro Petacchi, ma la vittoria gli fu revocata a seguito di una squalifica per doping.

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[de] Cagliari

Cagliari (IPA: .mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}[ˈkaʎʎari] ; lateinisch Caralis; sardisch Casteddu [kasˈteɖɖu]) ist die größte Stadt Sardiniens, Hauptstadt der autonomen italienischen Region Sardinien sowie Hauptstadt der Metropolitanstadt Cagliari. Die Stadt selbst hat 153.231 Einwohner (Stand 31. Dezember 2019), die Agglomeration zählt etwa 470.000. Die Hafenstadt im Süden der Insel, am Ufer des Golfes von Cagliari, verfügt über eine Universität sowie die Pontificia facoltà teologica della Sardegna und ist Sitz des Erzbistums Cagliari.

[en] Cagliari

Cagliari (/kælˈjɑːri/, also UK: /ˌkæliˈɑːri, ˈkæljəri/, US: /ˈkɑːljəri/,[3][4][5][6] Italian: [ˈkaʎʎari] (listen); Sardinian: Casteddu [kasˈteɖːu];[lower-alpha 1] Latin: Caralis) is an Italian municipality and the capital of the island of Sardinia, an autonomous region of Italy.[7] Cagliari's Sardinian name Casteddu means castle. It has about 155,000 inhabitants,[8] while its metropolitan city (including Cagliari and 16 other nearby municipalities) has more than 431,000 inhabitants. According to Eurostat, the population of the Functional urban area, the commuting zone of Cagliari, rises to 476,975.[9] Cagliari is the 26th largest city in Italy and the largest city on the island of Sardinia.

[fr] Cagliari

Cagliari (prononcé : /ˈkaʎʎari/, en sarde : Casteddu, /kasˈteɖːu/) est la capitale de l'île de Sardaigne, région autonome[2] d'Italie. Le nom sarde de Cagliari, Casteddu, signifie « château ». La commune compte environ 154 400 habitants en 2016[1], et on en compte plus de 430 000 dans l'ensemble de sa ville métropolitaine, qui comprend Elmas, Assemini, Capoterra, Selargius, Sestu, Monserrato, Quartucciu, Quartu Sant'Elena et huit autres communes.
- [it] Cagliari

[ru] Кальяри

Ка́льяри[2][3][4][5][6] (Калья́ри[7][8]; итал. Cagliari [ˈkaʎʎari] слушать, сард. Casteddu, лат. Caralis) — город в Италии, расположенный на острове Сардиния. Административный центр области Сардиния и одноимённой территориальной единицы, приравненной к провинции.



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