Aidùssina[2][3][4][5][6] (in sloveno: Ajdovščina[5], in tedesco Haidenschaft[5], in latino Castra ad Fluvium Frigidum) è una cittadina nel Carso della Slovenia[7] appartenente alla regione statistica slovena del Goriziano.
Aidussina città | |
---|---|
(SL) Ajdovščina | |
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione statistica | Goriziano |
Comune | Aidussina (comune) |
Territorio | |
Coordinate | 45°53′18.08″N 13°54′18.86″E |
Altitudine | 106 m s.l.m. |
Superficie | 7 km² |
Abitanti | 6 678[1] (30-06-2012) |
Densità | 954 ab./km² |
Altre informazioni | |
Prefisso | (+386) 05 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | (IT) aidussinesi (SL) Ajdovci |
Provincia storica | Carniola interna |
Cartografia | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Aidussina è situata nella valle del Vipacco: il confine con l'Italia dista meno di 20 km e il mare Adriatico si trova a 14 km.
Non lontano dal centro, in località Fusine, si trova una sorgente carsica con cascata dalla quale sgorga il torrente Hubel (le cui acque sono attualmente sfruttate in un impianto idroelettrico); tale torrente divide la città Aidussina, propriamente detta, da Sturie delle Fusine. Presso Podicrai vi è il villaggio di Grusizza Piro nota nell'antichità come Ad Pirum.
Il comune è attraversato dai seguenti corsi d'acqua: fiume Vipacco (Vipava); fiume Bella (Bela); torrente Hubel (Hubelj); torrente Vertovino; torrente Svino (Svinjšček); torrente Branizza (Branica).
I monti principali sono: monte Calvo (Mali Golak), 1495 m; monte Signi (Sinji vrh), 1002 m; Selva di Piro (Hruščica); Grande Madrásovici (Veliki Modrosovec), 1355 m; Piccolo Madrásovici (Mali Modrosovec), 1306 m.
Il clima è sub mediterraneo.
La località fu abitata fin dalle epoche più antiche. Difatti, nei suoi pressi sorse un castelliere illirico, e più tardi una fortificazione romana denominata Castra ad fluvium frigidum nelle fonti dell'epoca (castra, infatti, significa "cittadella fortificata", in latino), a pianta ovoidale e con funzione di caposaldo del vallo di difesa delle Alpi Giulie sulla strada Aquileia-Emona (Lubiana). Sono tuttora visibili qualche resto delle mura e delle torri del castro romano, sul quale sorge gran parte dell'abitato locale.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, e la parentesi del Regno ostrogoto, a seguito della Guerra gotica promossa dall'imperatore Giustiniano I entrò a far parte del Prefettura del pretorio d'Italia in mano ai bizantini.
Anche dopo la calata, nel 568, attraverso la Valle del Vipacco nell'Italia settentrionale dei Longobardi, seguiti poi da popolazioni slave, rimase nell'Istria bizantina.
Annientati i Longobardi nel 781, Carlo Magno, re dei Franchi, nel 788 occupò anche l'Istria bizantina inglobandola nel Regnum Italiae; nell'803 venne istituita la Marchia Austriae et Italiae che comprendeva il Friuli, la Carinzia, la Carniola e l'Istria.
Alla morte di Pipino nell'810, il territorio passò in mano al figlio Bernardo[8][9].
Con la morte di Carlo Magno nell'814 la carica imperiale passò a Ludovico I; questi, dopo aver deposto il nipote Bernardo, affidò poi il Regnum Italiae al suo primogenito Lotario, il quale già nell'828 (dopo aver deposto Baldrico, ultimo duca del Friuli, per non aver saputo difendere le frontiere orientali dagli Slavi) divise la parte orientale del Regno, ossia la Marca Orientale, in quattro contee: Verona, Friuli, Carniola e Istria (comprendente il Carso e parte della Carniola interna). Da allora le contee del Friuli e dell'Istria vennero conglobate nella nuova “marca d'Aquileia”, come parte del Regno d'Italia.
In seguito al Trattato di Verdun, nell'843, il suo territorio entrò a far parte della Francia Media[10] in mano a Lotario I e più specificatamente dall'846 della Marca del Friuli, in mano al marchese Eberardo a cui succedettero prima il figlio Urnico e poi l'altro figlio Berengario; anche dopo i trattati di Prüm e Meerssen rimase nel Regnum Italicum.
Cessato il dominio franco con la deposizione di Carlo il Grosso, Berengario, divenuto re d'Italia, passò il marchesato aquileiese al suo vassallo Vilfredo che venne poi nell'895 da lui nominato marchese del Friuli e dell'Istria.
Nel 951 passò alla Marca di Verona e Aquileia; dopo un'iniziale sottomissione al Ducato di Baviera dal 952, nel 976 passò al Ducato di Carinzia appena costituito dall'imperatore Ottone II.
Nel 1077 passò al Principato ecclesiastico di Aquileia e poi, nella parte a ovest del fiume Hubelj, ai Conti di Gorizia, in quanto "advocati" del patriarca, che acquisirono gradualmente una larga parte di tali territori, frazionati in feudi minori fra i loro ministeriali, i veri e propri strumenti di governo comitale sul Carso[11] e la vicina Istria[12]; la parte orientale dell'attuale comune invece passò alla Marca della Carniola poi ceduta nel 1282, come ricompensa per i servigi resi all'imperatore Rodolfo I contro Ottocaro II di Boemia, a Mainardo II di Tirolo-Gorizia.
Con il trattato di Schönbrunn (1809) entrò a far parte delle Province Illiriche.
Col Congresso di Vienna nel 1815 tornò in mano asburgica nel Regno d'Illiria come comune autonomo[13] al confine con Sturie delle Fusine in Carniola; passò in seguito sotto il profilo amministrativo al Litorale austriaco nel 1849.
La cittadina appartenne al Regno d'Italia, inclusa nella provincia di Gorizia, da dopo la prima guerra mondiale fino al 1947. Fu utilizzato da Piero Chiara come scenario della prima parte del romanzo Vedrò Singapore?, ambientato nel 1932, che fu l'ultimo pubblicato (nel 1981) dallo scrittore.
L'attuale territorio comunale era allora articolato nei comuni di:
% | Ripartizione linguistica (gruppi principali) |
---|---|
0,01% | madrelingua tedesca |
0,03% | madrelingua ungherese |
0,08% | madrelingua italiana |
92,4% | madrelingua slovena |
1,00% | madrelingua serba |
Inoltre il 2,10% della popolazione ha preferito non esplicitare la propria lingua al censimento.[14]
Il centro abitato è servito dalla stazione ferroviaria di Aidussina.
Il NK Primorje Ajdovščina è il massimo club calcistico cittadino, che milita nella PrvaLiga slovena.
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 156078577 · LCCN (EN) n92004022 · GND (DE) 4094503-0 · J9U (EN, HE) 987007567733205171 |
---|
![]() | ![]() |