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Sulmona (Sulmóne in abruzzese, Solmona fino al 1902[5]) è un comune italiano di 22 291 abitanti[1] della provincia dell'Aquila in Abruzzo. Situata nel cuore dell'Abruzzo, a ridosso del Parco nazionale della Maiella, Sulmona è nota nel mondo per la secolare tradizione nella produzione dei confetti. Inoltre è sede vescovile dell'omonima diocesi Sulmona-Valva.

Sulmona
comune
Sulmona – Veduta
Sulmona – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Amministrazione
SindacoGianfranco Di Piero (centro-sinistra-M5S) dal 19-10-2021
Territorio
Coordinate42°02′52.89″N 13°55′34.31″E
Altitudine405 m s.l.m.
Superficie57,93 km²
Abitanti22 291[1] (31-3-2022)
Densità384,79 ab./km²
FrazioniAcqua Santa, Albanese, Cavate, Badia, Bagnaturo, Banchette, Case Bruciate, Case Lomini, Case Panetto, Case Susi Primo, Case Susi Secondo, Casino Corvi, Faiella, Fonte d'Amore, Le Marane, Santa Lucia, Torrone, Tratturo Primo, Tratturo Secondo, Vallecorvo, Zappannotte
Comuni confinantiBugnara, Cansano, Introdacqua, Pacentro, Pettorano sul Gizio, Pratola Peligna, Prezza, Popoli (PE), Salle (PE), Caramanico Terme (PE), Sant'Eufemia a Maiella (PE)
Altre informazioni
Cod. postale67039
Prefisso0864
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT066098
Cod. catastaleI804
TargaAQ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona D, 2 038 GG[3]
Nome abitantisulmonesi
/(dial.) sulmontini
PatronoPanfilo di Sulmona
Giorno festivo28 aprile
PIL(nominale) 430,4 mln [4]
PIL procapite(nominale) 18 505 [4]
MottoSulmo Mihi Patria Est
"Sulmona è la mia patria"
Cartografia
Sulmona
Sulmona – Mappa
Sulmona – Mappa
Posizione del comune di Sulmona all'interno della provincia dell'Aquila
Sito istituzionale

Già oppidum dei Peligni, successivamente municipio romano, nel 43 a.C. Sulmo diede i natali al poeta latino Publio Ovidio Nasone. Nel Medioevo, per volontà di Federico II, fu dal 1233 al 1273 sede del giustizierato d'Abruzzo. È tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia d'Argento per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda guerra mondiale.


Geografia fisica


(LA)

«Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis,
milia qui novies distat ab Urbe decem.»

(IT)

«Sulmona è la mia patria, ricchissima di gelide acque,
che dista novanta miglia da Roma.»

(Ovidio, Tristia IV,10)

Territorio


Lo stesso argomento in dettaglio: Valle Peligna.
Eremo di Celestino V
Eremo di Celestino V

Sulmona sorge al centro della Valle Peligna, tra il torrente Vella ed il fiume Gizio, ad ovest delle montagne della Maiella e del Morrone, che sovrastano la città.

Il territorio della Valle Peligna, il cui nome deriva dal greco peline = "fangoso, limaccioso"[6], in età preistorica era occupato da un vastissimo lago. In seguito a disastrosi terremoti la barriera di roccia che ostruiva il passaggio verso il mare dell'acqua crollò; in compenso il terreno rimase fertile.


Sismicità


Situata nel distretto sismico della Maiella, Sulmona fu duramente colpita dal terremoto del 3 novembre 1706 (detto anche terremoto di Sulmona) che provocò immani distruzioni, la perdita di gran parte dell'antico patrimonio artistico nonché la morte di un migliaio di cittadini.


Clima


La città è distante dal mare (circa 60 km) da far sì che le estati siano calde e spesso torride, in quanto priva del benefico influsso della brezza marina. L'isoterma di luglio, 24,7 °C,[senza fonte] nasconde valori massimi talvolta pari anche a 41,7 °C (30 luglio 2005) e ripetuti 40 °C (2003-2006-2007-2011). I temporali primaverili ed estivi, anche se non frequenti data la conformazione della Valle Peligna, possono essere di moderata intensità, e raramente sono accompagnati da grandine. Gli inverni sono ben più rigidi di quanto i valori altimetrici potrebbero far pensare: infatti nel mese più freddo, gennaio, il termometro raggiunge valori medi pari a circa 3,9 °C. I venti predominanti provengono dai quadranti occidentali: durante il periodo caldo prevalentemente da SW al mattino, N-NW alla sera; nel periodo freddo da S al mattino, da W-NW alla sera;[senza fonte] ovviamente con variazioni in seguito alle condizioni atmosferiche del Centro-Italia.

Il clima è in sintesi di tipo continentale, con una possibile escursione termica fra il dì e la notte molto elevata (anche 25 °C).[senza fonte] Le perturbazioni, provenienti sia da Ovest che da Est, spesso vengono fermate dai rilievi portando così quantitativi scarsi di piogge. Le precipitazioni sono pertanto molto più ridotte di quanto l'altitudine farebbe supporre: basti pensare che la città, pur trovandosi a circa 400 m s.l.m., presenta valori pluviometrici (scarsi 600 mm)[senza fonte] pari a poco più della metà di quelli che si registrano a Chieti, che beneficiando dei venti umidi di origine marina, fa registrare valori di circa 1000 mm,[senza fonte] pur essendo situata a 330 m s.l.m., un'altitudine dunque più bassa di quella del capoluogo peligno.

È da rilevare che la valle, per un verso è protetta da tutti i suoi monti, ma per lo stesso motivo può essere molto afosa nei periodi più caldi e molto umida nei periodi piovosi. In inverno gli episodi di gelate e neve sono frequenti, come avvenuto nel gennaio 2002-2005, e nel dicembre 2007.

Dal punto di vista legislativo il comune di Sulmona ricade nella Fascia Climatica D in quanto i Gradi giorno della città sono 2038, dunque limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 12 ore giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile.

Qui di seguito è illustrata una tabella riassuntiva dei fenomeni, riferita alla stazione meteorologica di Sulmona:

SULMONA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 7,910,314,118,723,528,431,531,726,519,613,99,79,318,830,520,019,7
T. media (°C) 3,95,58,712,616,821,123,523,619,814,19,65,75,012,722,714,513,7
T. min. media (°C) −0,10,63,36,610,213,915,515,513,08,75,41,80,86,715,09,07,9

Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Sulmona.

Le origini


Gli antichi scrittori, tra i quali Ovidio e Silio Italico, concordano sulla remota origine di Sulmona, ricollegabile alla distruzione di Troia. Il nome della città deriverebbe infatti da Solimo (in greco antico: Σωλυμος, Sōlymos), uno dei compagni di Enea.
Le prime notizie storiche, però, ci giungono da Tito Livio che cita l'oppidum italico e narra come la città, nonostante le battaglie perse del Trasimeno e di Canne, rimase fedele a Roma chiudendo le proprie porte ad Annibale.

Sulle alture del monte Mitra si hanno testimonianze archeologiche dell'oppidum; si tratta di una zona posta più in alto della sede attuale della città, che assunse tale posizione solo nel periodo romano.


L'età Romana


La statua di Ovidio in piazza XX settembre
La statua di Ovidio in piazza XX settembre

Durante l'epoca romana, Sulmona (allora nota come Sulmo) fu sede di uno dei tre municipi peligni assieme a Corfinium e Superaequum. Nell'81 a.C. si ha il secondo avvenimento narrato dagli storici, ossia la distruzione della città da parte di Silla, a seguito della ribellione per ottenere l'integrale applicazione della Lex Cornelia de Suffragiis.

Dopo trentadue anni però si ebbe la rinascita, con la costituzione di una guarnigione pompeiana, che dovette arrendersi, per l'ennesima rivolta dei sulmonesi, a Marco Antonio, inviato da Cesare. La data storica più importante per Sulmona è il 43 a.C., anno di nascita dell'illustre poeta latino Publio Ovidio Nasone, il cantore dell'amore e delle Metamorfosi, poi relegato a Tomi, in Romania, dall'imperatore Augusto (la relegatio a differenza dell'exilium non comportava la perdita della cittadinanza romana e dei diritti conseguenti né comportava la confisca dei beni).

Dalle iniziali del celebre emistichio ovidiano Sulmo Mihi Patria Est, la città ha preso le lettere contenute nel suo stemma, 'SMPE'. Scrive Ovidio: "Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis, milia qui novies distat ab Vrbe decem" (Ovidius, Tristia IV, 10 - versi 3-4), "Sulmona è la mia patria, ricchissima di gelide acque, che dista nove volte dieci miglia da Roma". E ancora: "Pars me Sulmo tenet Paeligni tertia ruris parva, sed inriguis ora salubris aquis. ... arva pererrantur Paeligna liquentibus undis ... terra ferax Cereris multoque feracior uvis" "Sono a Sulmona, terzo dipartimento della campagna Peligna, piccola terra ma salubre per le acque che la irrigano... nei campi peligni scorrono limpide acque... Terra fertile di grano e molto più fertile di uve" (Amores II, 16). Si trattava delle acque sorgive del fiume Gizio.

Le tracce della Sulmona romana sono riemerse dagli scavi nel tempio di Ercole Curino, posto ai piedi del monte Morrone in cui, secondo un'antica leggenda, vi sarebbero i resti della villa di Ovidio. Le ricerche hanno portato alla luce una copia in bronzo rappresentante l'Ercole in riposo, oggi custodito nel Museo archeologico nazionale d'Abruzzo, a Chieti. Si tratta di un bronzetto, dono di un mercante, databile intorno al III secolo a.C., rappresentante l'eroe appoggiato col braccio sinistro sulla clava da cui pende una pelle di leone: viene considerato uno dei capolavori della piccola plastica antica. Oltre all'Ercole, sono stati ritrovati materiali architettonici e immagini votive.


Medioevo


Chiesa di santa Maria della Tomba
Chiesa di santa Maria della Tomba

La tradizione fissa nel III secolo l'avvento del Cristianesimo: inizialmente il territorio peligno era costituito da un'unica grande diocesi, quella di Valva, a cui si aggiunse quella di Sulmona, dopo controversie nate con il capitolo di Corfinio. Tuttavia la prima notizia di un vescovo sulmonese risale al V secolo. La dinastia degli Svevi agì a sostegno di Sulmona costringendo il vescovo a porre la sua sede entro le mura della città.

Durante il regno di Federico II si ebbe la costruzione di eccezionali opere civili, come l'acquedotto medioevale, uno dei monumenti dell'epoca più importanti dell'Abruzzo.

L'acquedotto medievale
L'acquedotto medievale

Dal punto di vista politico, Sulmona divenne comune sotto i Normanni e, unita alla Marsica, costituì un'unica grande provincia. Federico II, grazie agli statuti di Melfi, promosse la città a capitale e sede della curia di una delle grandi province in cui divise la parte continentale del regno. Infine Sulmona fu sede del giustizierato e di uno studio di diritto canonico equivalente a quello di Napoli. Importantissima, inoltre, la disposizione per cui delle sette fiere annuali che si tenevano in sette città del regno, la prima si svolgesse a Sulmona ("primae nundinae erunt apud Sulmonam") dal 23 aprile all'8 maggio.

Alla fine del XIII secolo, Sulmona seguì da vicino la vicenda del papa dimissionario fra' Pietro da Morrone, meglio conosciuto come papa Celestino V. Oltre alla vicenda più nota bisogna ricordare l'istituzione a Sulmona della congregazione monastica degli eremiti di San Damiano, poi detti Celestini. La cella di Celestino V è ancora visitabile nel vicino Eremo di Sant'Onofrio al Morrone.

Nel XIV secolo Sulmona ebbe una propria Zecca e batté monete che recavano sul dritto le iniziali del motto ovidiano S M P E (Sulmo mihi patria est), inserite ciascuna all'interno di un quarto del campo scompartito da una croce, mentre sul rovescio portavano l'immagine di Pietro da Morrone in abiti papali[8].


Rinascimento


La caduta degli Svevi portò all'avvento degli Angioini, che osteggiarono fieramente la città, non perdonandole la fedeltà a Federico II e il successivo appoggio al giovane Corradino di Svevia. Così Sulmona venne privata del giustizierato e poi della facoltà di diritto canonico. Nonostante tutto nel XIV secolo la città triplicò la sua superficie e si cinse di una seconda cerchia di mura e di ben sei porte. Sempre in questo secolo si costruì il palazzo dell'Annunziata, dapprima asilo per orfani, poi ospedale e oggi uno dei simboli della città.

Il complesso della santissima Annunziata
Il complesso della santissima Annunziata

Nel corso del XVI secolo nacque la Scuola Orafa Sulmonese, i cui manufatti esponevano il marchio SUL. Si ebbe la nascita dell'industria della carta e furono impiantati vari opifici lungo il fiume Gizio. Anche il commercio ebbe una notevole crescita, grazie al mercato di stoffe preziose (la seta sermontina). Venne innalzato, inoltre, il campanile dell'Annunziata che è ancora oggi la costruzione più alta della città, con i suoi 65,5 metri. Alla fine del secolo, infine, fu introdotta l'arte della stampa, grazie al letterato e studioso ovidiano Ercole Ciofano. Vennero edite le opere di Ovidio e pubblicati i capitoli della giostra cavalleresca.


Storia moderna e contemporanea


Piazza Garibaldi
Piazza Garibaldi

Nel 1610, dopo che per tutto il secolo XVI era stata tenuta (1526-1600) dalla famiglia De Lannoy, venuta al seguito di Carlo V che la diede loro col titolo di principato, la Città fu nuovamente infeudata con titolo principesco a Marcantonio II Borghese nipote del Papa Paolo V dal re di Spagna Filippo III. Nel 1656 fu dismessa la giostra cavalleresca che si teneva due volte l'anno, per mancanza e disapplicazione dei cavalieri, oltre che per la terribile peste: la manifestazione è rinata nel 1995.

Ma il Seicento fu anche il secolo in cui le chiese sulmonesi vennero dotate degli organi di tipo italiano opera di organari locali, tra i quali Marino e Vincenzo da Sulmona, che realizzarono in San Pietro a Roma l'organo della cappella gregoriana. Il 3 novembre 1706, tre anni dopo quello dell'Aquila si verificò un disastroso terremoto che distrusse l'intera città e che risvegliò la cittadinanza. Erano le 13:00 circa. I morti furono oltre mille (oltre 1/4 della popolazione).

Molti i danni: fu semidiroccata la cattedrale (con rovina degli affreschi, crollo delle volte e della copertura, danneggiamento della facciata e dell'abside); rimasero rovinate tutte le chiese antiche, alcune delle quali non più ricostruite, rovinate le porte urbiche, caduti a terra tratti di mura, crollate alcune arcate dell'acquedotto medioevale. Poco rimase dei palazzi e chiese che Sulmona vantava[9][10][11][12].


XIX secolo

Piazza XX settembre nel primo Novecento
Piazza XX settembre nel primo Novecento

L'Ottocento segnò un nuovo periodo di rinascita, in cui il nodo ferroviario sulmonese, grazie alla sua strategica posizione, ebbe notevole sviluppo e con esso si ebbe una eguale crescita economica e demografica. Nel 1889 nacque un'altra grande personalità della città, Giuseppe Capograssi, insigne studioso di filosofia del diritto.


XX secolo

Il Novecento è stato caratterizzato da periodi di alterna fortuna, tra i quali vale la pena ricordare la costruzione nel 1933 del teatro comunale[13], la ricostruzione dello storico cinema Pacifico e i vari passaggi del giro d'Italia.

Durante la seconda guerra mondiale Sulmona subì gravissimi danni e, vista la sua posizione a ridosso della Linea Gustav, vide lo spopolamento di tutta la zona sud (dalla Maiella occidentale alla zona dell'alto Sangro). La città venne bombardata il 27 agosto 1943 in quanto nodo viario e ferroviario strategico. La stazione ferroviaria fu colpita poco prima di mezzogiorno dagli angloamericani con 69 aerei B17, le famose "fortezze volanti", e da altrettanti Liberator. Si conteranno un centinaio di morti (uomini, donne, bambini) e un migliaio di feriti. L'altro obiettivo era lo stabilimento industriale "Dinamitificio Nobel" che produceva materiali esplodenti e impiegava tremila lavoratori. Nonostante tutte le avversità si colgono i primi segni di rinascita a partire dalla visita del primo presidente della Repubblica Enrico De Nicola nel novembre del 1946. Inoltre venne ricostituito l'Archivio di Stato, sottratto dal regime fascista per vendicarsi di una rivolta popolare del 1929.

Il comune di Sulmona è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione in quanto insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[14].

Nel corso della seconda metà del Novecento è stata avanzata la proposta di fare di Sulmona il capoluogo di una nuova provincia, ma il progetto non arrivò a buon fine. La città, inoltre, venne spogliata di istituzioni che contribuivano alla propria ricchezza, come il distretto Militare. Ne nacquero dei moti di protesta, ricordati come i moti di Jamm' mò, culminati con le giornate del 2 e 3 febbraio 1957[15].


Simboli


Stemma della città
Stemma della città

La città ha come segno distintivo lo stemma concesso nel 1410 da re Ladislao I di Napoli.

La descrizione araldica è la seguente:

«scudo gotico antico, di rosso, alle quattro lettere d'oro maiuscole SMPE ordinate in banda (le iniziali dell'emistichio ovidiano SULMO MIHI PATRIA EST), sormontato da corona di Città, turrita, formata da un cerchio d'oro aperto da otto posterle (cinque visibili) con due cordonature a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili) riunite da cortine di muro, il tutto d'oro, murato di nero e foderato di rosso[16]»


Onorificenze


Titolo di Città
«Diploma di re Ladislao I di Napoli[17]»
 1410

Sulmona è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia d'argento al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:

Medaglia d'argento al valor militare
«Con integra fede negli ideali della Patria, con la fierezza delle genti peligne, con spirito di sacrificio, storico retaggio delle generazioni passate, temprate dal lavoro, dalla sofferenza e dal senso del dovere; con assoluto sprezzo del pericolo, i suoi figli di ogni età e ceto sociale, reagendo per circa dieci mesi all'occupazione nazista, alle fucilazioni, alle devastazioni, ai rastrellamenti ed alle deportazioni, scrissero una pagina gloriosa sulla resistenza e contribuirono a ristabilire i valori della democrazia e della libertà. La Città di Sulmona, con l'apporto eccezionale del Comune di Campo di Giove, ed in fraterna collaborazione con gli abitanti della 'Conca di Sulmona', ebbe a prestare notevole aiuto alle migliaia di prigionieri alleati, che, fuggiti dopo l'8 settembre 1943 dal locale campo di concentramento, furono posti in salvo nonostante le più feroci rappresaglie dell'invasore, alimentando la fiaccola della solidarietà e della fraternità fra gli uomini di ogni razza e nazionalità. Sulmona, 27 agosto 1943 - 9 giugno 1944»
 Roma, 29 agosto 1986[18]

Monumenti e luoghi d'interesse


Lo stesso argomento in dettaglio: Centro storico di Sulmona.
Uno scorcio di piazza Garibaldi con la chiesa di Santa Chiara
Uno scorcio di piazza Garibaldi con la chiesa di Santa Chiara

Il centro storico ha un aspetto ellittico, con gli estremi dell'ovali posti a nord e sud della valle Peligna. Il cardo massimo è il corso Ovidio, che lambisce nella zona baricentrica piazza Garibaldi, mentre le vie principali dei decumani sono viale Antonio De Nino, via San Cosimo, via Corfinio, via Mazara, via del Vecchio. I principali slarghi, oltre alla piazza maggiore, sono piazzale Carlo Tresca, largo Mazara, piazza XX Settembre, piazza del Popolo.

Il centro storico è inoltre lambito da una circonvallazione continua che cinge tutto il perimetro delle mura fino al piazzale della villa comunale, a nord mediante viale Roosevelt e poi via Pescara si collega con la città nuova, mentre a est mediante il ponte Capograssi alla Cittadella della Giustizia, ed a sud verso Pacentro, il centro si collega al quartiere dell'ospedale mediante viale Mazzini. Il centro storico è ricco di monumenti, suddiviso in sette quartieri, o "sestieri": borgo Pacentrano, borgo Santa Maria della Tomba, borgo San Panfilo, Sestiere porta Manaresca, Sestiere porta Japasseri, Sestiere porta Bonomini e Sestiere porta Filiamabili (o Filiorum Amabilis). Ognuno di questi sestieri ha uno stemma e una storia, e ha dei rappresentanti che gareggiano in estate nella manifestazione medievale della "Giostra cavalleresca".


Mura


Porta Napoli e Porta Filiamabili a Sulmona
Lo stesso argomento in dettaglio: Centro storico di Sulmona.
Porta Molina
Porta Molina

Benché sia ancora ben leggibile l'impianto murario, le mura vere e proprie dell'epoca aragonese sono visibili solo in alcuni tratti, come a Porta Romana, presso la torre di Porta Iapasseri in via Circonvallazione Orientale, a Porta Pacentrana e dietro il convento di Santa Chiara, dove si trova il parcheggio multipiano. Delle sette porte che si aprivano nella prima cinta, rimangono solo 4, di cui la meglio conservata è Porta Filiamabili (o Filiorum Amabilis), risalente al Trecento nell'attuale conformazione, mentre gli altri accessi di Porta Bonomini e Porta Iapasseri sono scomparsi, e ne rimangono solo tracce degli stipiti. Delle 8 porte successive della seconda cinta, rimangono 6, tutte in buono stati di conservazione, e in uso, con l'eccezione di Porta Napoli, nel cui arco è stato posto un grande vaso per impedire l'accesso alle automobili. La torre a nord-est, presso Porta Iapasseri, è dell'epoca aragonese, composta da un bastione a scarpata, e di muratura in conci squadrati. Un'altra torre-bastione si trova a ovest, presso Porta Bonomini, edificata dal Duca di Calabria nel corso del sopralluogo alle fortificazioni del 1485. Le porte ancora in piedi sono: Porta Pacentrana - Porta Napoli - Porta Bonomini - Porta Filiorum Amabilis - Porta Sant'Antonio Abate - Porta Molina - Porta Romana - Porta Santa Maria della Tomba - Porta Saccoccia.


Architetture religiose


Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Sulmona.
Duomo di San Panfilo
Prospetto
Prospetto
Il portale
Il portale
Il campanile
Il campanile
Un leone stiloforo del portale
Un leone stiloforo del portale
Interno
Interno
Pulpito ligneo
Pulpito ligneo
Il presbiterio
Il presbiterio
Cripta
Cripta
Scultura della Madonna col Bambino nella cripta
Scultura della Madonna col Bambino nella cripta
Basilica della Santissima Annunziata
Prospetto sul corso Ovidio
Prospetto sul corso Ovidio
Facciata della chiesa
Facciata della chiesa
Cupola e campanile
Cupola e campanile
Interno e controfacciata
Interno e controfacciata
Presbiterio
Presbiterio
Il pulpito e l'organo seicentesco
Il pulpito e l'organo seicentesco
Cappellone dell'Annunziata
Cappellone dell'Annunziata
Cappellone dell'Annunziata, particolare
Cappellone dell'Annunziata, particolare

L'impianto longitudinale attuale è rettangolare con navata unica, conservando sul lato del corso il relitto di un secondo ingresso tardo-gotico, forse la parte più interessante della zona esterna. La facciata un tempo era a coronamento orizzontale e oggi è a salienti, con due ali curvilinee, frutto del ridimensionamento delle strutture interne, con la parte gotica soltanto nel settore di base, che conserva il portale ogivale strombato, opera del Salvitti. L'interno è a croce greca allungata, le cui cappelle si alternano presso le pareti, dando vita a un gioco di forme. Presso il transetto ci sono due altari laterali, il presbiterio è quadrangolare, nella controfacciata è situato l'rogano ligneo del 1754, opera di Domenico Antonio Fedeli di Camerino, incorniciato da una monumentale mostra in legno intagliato dai maestri pescolani.

Gli arredi lignei sono di Ferdinando Mosca, che lavorò anche alla Cappella dei Lombardi. Al centro della navata campeggia un Crocifisso ligneo rinascimentale, sulla destra presso la cappella dei Lombardi si trovano le raffigurazioni di sant'Ambrogio, san Carlo Borromeo e la "Pala della Visitazione" di Giovanni Paolo Olmo. Presso il presbiterio si innalza anche la grande cupola ottagonale.

Lungo il corso si staglia il portale gotico strombato, di dimensioni sproporzionate rispetto al principale portale di ingresso, a dimostrazione della maestosità originaria del complesso.

Accanto alla chiesa si trova il settecentesco Palazzo San Francesco, fino al 1867 sede del convento dei Francescani, e poi requisito per diventare l'attuale sede municipale del comune di Sulmona. L'interno è preceduto da un ampio chiostro centrale con arcate.

Prospetto principale di San Francesco della Scarpa.
Prospetto principale di San Francesco della Scarpa.
Santa Maria della Tomba.
Santa Maria della Tomba.
Chiesa del Carmine
Chiesa del Carmine
Badia Morronese
Badia Morronese
Eremo di Sant'Onofrio
Eremo di Sant'Onofrio
San Filippo Neri
San Filippo Neri
Prospetto di Santa Chiara dal campanile
Prospetto di Santa Chiara dal campanile
Santa Caterina d'Alessandria
Santa Caterina d'Alessandria
San Gaetano
San Gaetano
Cappella di San Rocco
Cappella di San Rocco
San Domenico
San Domenico
San Francesco di Paola
San Francesco di Paola
Chiesa di Sant'Antonio
Chiesa di Sant'Antonio

Architetture civili


Palazzo Annunziata
Palazzo Annunziata
Palazzo Sardi
Palazzo Sardi
Facciata e cortile interno di Palazzo Tabassi.
L'Episcopio
L'Episcopio
Teatro Mario Caniglia
Teatro Mario Caniglia
Palazzo Dalle Palle, visto da viale Antonio De Nino
Palazzo Dalle Palle, visto da viale Antonio De Nino
Casa medievale di Giovanni Sardi
Casa medievale di Giovanni Sardi
Stemma Tabassi
Stemma Tabassi
Porta Molina
Porta Molina

Acquedotto Svevo


L'acquedotto medievale
L'acquedotto medievale

Secondo alcune fonti all'epoca romana era già presente un acquedotto. L'Acquedotto Svevo fu costruito nel XIII secolo da Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, per creare un canale nel centro cittadino per il trasporto acquifero dalla montagna di Pacentro fino alla piana di Pratola Peligna. Fu ridimensionato nel XVII secolo e tagliato nel 1706 con il grave terremoto. Oggi l'acquedotto si trova nella parte occidentale di piazza Garibaldi, delimitandone il confine con il corso Ovidio.

Ha arcate a tutto sesto in bianca pietra della Maiella; è composto da tre tronchi: il primo lungo 76 metri con 15 archi gotici, il secondo 24 metri con 5 archi, e l'ultimo pezzo che ha un solo arco a tutto sesto lungo 4,92 metri. Il dislivello complessivo tra il primo e l'ultimo punto dell'acquedotto è di 106 metri di lunghezza, per un totale di 10 metri di dislivello.

Il traffico vi scorre a passaggio limitato alfine di non danneggiare la struttura. Su un lato è posta una lapide commemorativa per un incidente automobilistico del 3 giugno 1979, quando dei giovani tifosi in trasferta a Cassino morirono picchiando la testa che sporgeva dai finestrini del bus.


Porte cittadine e fontane


Porta Napoli.
Porta Napoli.
Porta Pacentrana.
Porta Pacentrana.
porta Filiamabili.
porta Filiamabili.
Fontana del Vecchio.
Fontana del Vecchio.
Fontana di piazza Garibaldi.
Fontana di piazza Garibaldi.

Monumenti pubblici


Monumento a Ovidio
Monumento a Ovidio

Il campo d'internamento 78 di Fonte d'Amore


Lo stesso argomento in dettaglio: Campo di internamento di Sulmona.
Veduta aerea del campo di internamento di Fonte d'Amore.
Veduta aerea del campo di internamento di Fonte d'Amore.

Si trova nella località omonima, e rappresenta uno dei campi di prigionia di guerra più grandi dell'Abruzzo, nonché uno dei meglio conservati. Durante l'occupazione tedesca, Sulmona assunse un ruolo importante per la mobilità delle truppe e dei materiali bellici, per via dello snodo ferroviario delle quattro linee dirette a Roma (via Avezzano), Pescara, Napoli (via Castel di Sangro), e Terni (via L'Aquila). A poca distanza a Pratola Peligna sorgeva uno stabilimento adibito a polveriera per la fabbricazione di munizioni, e ciò risultò un buon centro di acquartieramento delle truppe, e successivamente per la cattura di prigionieri politici, e di combattenti nemici da internare in campi di lavoro, data l'asprezza del territorio del Morrone.

Prigionieri di guerra nel campo di internamento di Fonte d'Amore.
Prigionieri di guerra nel campo di internamento di Fonte d'Amore.

Siti archeologici


Area archeologica del santuario di Ercole Curino
Area archeologica del santuario di Ercole Curino

Strade e Piazze


Piazza Garibaldi o del Mercato.
Piazza Garibaldi o del Mercato.

Parchi e aree naturali


Ingresso alla villa comunale dal cippo Carlo Tresca.
Ingresso alla villa comunale dal cippo Carlo Tresca.

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[23]


Lingue e dialetti


Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti d'Abruzzo.
Dialetti italiani meridionali
Dialetti italiani meridionali

Il dialetto parlato a Sulmona e nel suo circondario, oltre che nell'area pescarese appena ad est delle gole di Popoli, si inserisce nell'area peligna del gruppo dei dialetti abruzzesi occidentali. Le parlate dell'area peligna metafonizzano, come quelle sabine, date -u/-i finali, utilizzando però la cosiddetta metafonesi "napoletana" o "sannita": perciò per le vocali aperte è/ò si verifica la dittongazione, generalmente con esito ié/uó, mentre per le chiuse é/ó vi sono i rispettivi esiti i/u.


Istituzioni, enti e associazioni


Istituzioni di cui Sulmona è sede:


Cultura



Istruzione



Biblioteche


Scuole

Hanno sede a Sulmona cinque scuole primarie e tre scuole secondarie di primo grado e due istituti di secondo grado superiori.[senza fonte]


Università

Il polo universitario di Sulmona ospita alcuni corsi dell'università degli Studi dell'Aquila[25].


Musei



Media



Stampa


Radio


Televisione


Teatro



Cinema


Elenco dei film girati in tutto o in parte a Sulmona:


Cucina


Lo stesso argomento in dettaglio: Aglio rosso di Sulmona e Confetto di Sulmona.
Varietà del confetto di Sulmona: il confetto quadrifoglio
Varietà del confetto di Sulmona: il confetto quadrifoglio

La gastronomia sulmonese impiega i prodotti orticoli della Valle Peligna, fertile terra già apprezzata da Plinio: fra questi spicca l'aglio rosso di Sulmona, un ecotipo d'antica e tradizionale coltivazione, prodotto unico in Italia per il colore rosso vinoso delle tuniche, nonché per il sapore particolarmente intenso.

Accanto agli immancabili maccheroni alla chitarra conditi con sugo d'agnello, alle sagne e fagioli e alle carni ovine (tra cui gli arrosticini, piccoli spiedini di pecora), l'autentica particolarità della gastronomia locale è l'uso alimentare di ingredienti insoliti, la cui disponibilità è connessa alle colture specifiche. Tra essi emergono le zolle, scapi fiorali dell'aglio, preparate lesse in insalata o conservate sott'olio, e i fiori di zucca, passati in una pastella e fritti. I piaceri della tavola hanno il loro contributo D.O.C.: il rosso montepulciano d'Abruzzo, il rosato cerasuolo e il bianco trebbiano nascono dal frutto della viticoltura Peligna, anch'essa nota già ai Romani.

Sulmona è nota non solo per aver dato i natali al poeta latino Ovidio ma anche per la produzione dei confetti, le cui tecniche di produzione e ricette si tramandano da secoli, documentato con certezza dal 1783, e successivamente prodotto principalmente dallo stabilimentoi della famiglia Pelino.

Non solo confetti fra i dolci: anche torroni artigianali, scarponi e ceci ripieni, tradizionali dolci natalizi, fiadoni, dolci al formaggio pecorino, immancabili a Pasqua e, regina dei dolci, la cassata sulmonese, insieme di pan di Spagna creme e croccante.


Arte


Da sinistra a destra, il portale laterale romanico del duomo, e quello principale gotico di Nicola Salvitti.

Sulmona, al livello architettonico, è la "città del gotico abruzzese", poiché nel tessuto urbano si conservano molto bene, che in altri borghi circostanti, abitazioni, chiese ed altre tracce varie del periodo XIII-XV secolo. Uno dei primi esempi dell'arte locale, a parte la scultura romana, è il mosaico pavimentale del santuario di Ercole Curino, ritraente l'eroe greco e Giove attorniato da cornici a festoni.
Tuttavia come detto lo stile architettonico che prevale a Sulmona è il gotico internazionale italiano, o "tardo gotico", visibile specialmente nell'esterno delle chiese, e in un solo caso nell'interno della chiesa di Santa Maria della Tomba. Quasi sempre ricorrente nelle principali facciate di quest'epoca artistica, è il portale ad arco a tutto sesto, con ampio strombo, realizzato nella maggior parte degli esemplari sulmontini (della facciata del duomo, di Santa Maria della Tomba, di San Francesco d'Assisi, da Nicola Salvitti, quello di San Panfilo, è datato 1391). Quello più antico risulta essere il portale d'epoca angioina della chiesa di Sant'Agostino, rimontato dopo il sisma del 1706 sulla chiesa di San Filippo Neri, ornato da magnifica ghimberga a gattoni, mostrando delle affinità con portali dello stesso periodo (metà XIII secolo) della cattedrale di Ortona e del duomo di Teramo, benché questo fosse stato realizzato mezzo secolo più tardi.

Pulpito ligneo ed organo vecchio della basilica dell'Annunziata
Pulpito ligneo ed organo vecchio della basilica dell'Annunziata

Altri esempi di architettura civile gotica di metà XV secolo, nella ricostruzione della città dopo il sisma del 1456, si hanno nella casa medievale di Giovanni Sardi, con la finestra bifora, nel Palazzo dei Tabassi, famiglia favorita della casata Sveva, di cui oggi resta l'esempio della finestra gotica ad archi trilobati, mentre in piazza del Mercato si staglia la mole dell'acquedotto di Manfredi di Svevia, realizzato nel 1256, in puro stile gotico. A causa di ricostruzioni e terremoti, Sulmona si presenta in una veste architettonico-urbana molto variegata, a cominciare dalle tracce romane sparse nei fondaci delle abitazioni del centro, alle fortificazioni medievali della doppia cinta muraria, di cui restano i più famosi accessi (quasi tutti gotici del XIV-XV secolo) di porta Napoli, porta Sant'Antonio, porta Filiorum Amabilis, porta Pacentrana, porta Romana, le abitazioni, e i portali delle chiese, di cui si registrano i tardo romanici (XII-XIII secolo) presenti sul fianco del duomo e sulla "rotonda" della chiesa di San Francesco della Scarpa. Il gotico, come si è detto, non ha interessato soltanto le facciate con i rosoni a raggiera ed archetti in mostra, ma anche i campanili che hanno fatto scuola e sono stati modello d'imitazione per i borghi dell'area Peligna, di cui oggi restano tre esemplari: quello migliore della torre campanaria della basilica dell'Annunziata, quello dell'abbazia di Santo Spirito al Morrone, coevo del primo, e quello della chiesa madre della Misericordia a Pacentro. Il primo fu progettato dal napoletano Matteo Colli, nel 1565-1590 completato dal maestro Alessio da Sulmona, caratterizzato da uno squisito stile tardo gotico, scandito a più livelli da cornici con finestre bifore, e una terminante cuspide piramidale.

Esemplare resta anche la facciata del complesso monumentale dell'Annunziata, prospettante sul corso Ovidio, eretta nel XIV secolo, ma rifatta più volte a causa dei terremoti; tale passaggio di vari stili è rintracciabile nella diversità dei tre portali di accesso, da sinistra verso destra, e nei finestroni che li sovrastano: da sinistra il primo settore è chiaramente gotico con eleganti ed elaborate cornici che racchiudono personaggi sacri, santi e in un girale del finestrone a trifora il monogramma di Cristo con la Madonna col Bambino; gli altri invece, man mano che si avvicinava l'arte rinascimentale, persero la decorazione molto particolareggiata, riaccostandosi a un modello più classico.
Dell'epoca rinascimentale, a causa della grave devastazione tellurica del 1706, si conserva poco e niente, se non esempi scultorei presenti nei palazzi o nelle chiese. La ricostruzione ovviamente in stile barocco ha interessato tutta la città, i palazzi e le chiese, quasi nessun interno è rimasto in piedi, se non quello di Santa Maria della Tomba, e la cripta al piano sotterraneo del duomo, sicché quasi tutte si presentano in una veste barocca o neoclassica. Gli esempi migliori sono gli interni della basilica di Santa Chiara affacciata su piazza Garibaldi, la chiesa di Santa Caterina Martire e l'interno della Badia Morronese, insieme all'esterno.

Arco mistilineo con il timpano ornato dalla conchiglia, presso lo scalone doppio dell'Abbazia di Santo Spirito del Morrone
Arco mistilineo con il timpano ornato dalla conchiglia, presso lo scalone doppio dell'Abbazia di Santo Spirito del Morrone

L'esterno e l'interno di Santa Chiara furono rifatti da Andrea Fantoni (famiglia ticinese), rappresentano un modello unico del barocco abruzzese montano, che ha fatto scuola a varie altre maestranze locali per la ricostruzione delle chiese circostanti. Il prospetto inquadrato da un ordine di lesene binate su alto basamento di pietra, è finito da intonaco e si conclude in alto col timpano curvilineo spezzato, che accoglie nel mezzo un fastigio barocco in stucco e oculo ellittico centrale. Classico esempio ricorrente sulla cornice del portale centrale, come in molti altri di Sulmona e delle chiese circostanti, è il timpano mistilineo con il motivo della conchiglia centrale, mentre in altri casi c'è una coppia di putti. Per l'interno, Fantoni, che curò anche la ricostruzione a pianta ellittica della chiesa di Santa Caterina, ripropose il semplice impianto planimetrico a sala unica della chiesa, misurando nuovamente la distribuzioni degli spazi con elegante alternanza di pieni e di vuoti, venne realizzata all'altezza del transetto una cupola ellittica a profilo ribassato, sui perimetrali vennero aggiunte due nicchie per lato con gli altari minori, mentre la distribuzione e la realizzazione dei marmi lavorati, così come per la basilica dell'Annunziata e per il cappellone della SS. Vergine Annunciata, fu commissionata alle maestranze di Pescocostanzo, già attive in vari cantieri abruzzesi tra L'Aquila e Sulmona, per la ricostruzione dei soffitti lignei. Sostanzialmente la ricchezza dell'interno delle chiese sulmonesi, oltre alle tele e ad opere scultoree in legno o in pietra, consiste nella sapiente distribuzione, su ispirazione di modelli romani e napoletani, di stucchi, pennacchi, cornici di altari e statuette di santi e putti.

L'ispirazione romana è ancora più presente nel caso della facciata dell'Abbazia di Santo Spirito, ispirata forse al modello della chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane di Francesco Borromini, così come lo scalone monumentale a doppia rampa, che introduce all'interno. La cantoria della controfacciata fu realizzata da Giovanni Battista Del Frate (1682); mentre nella cappella Caldora-Cantelmo, si conservano i due lavori del mausoleo di Giacomo Caldora di Gualtiero d'Alemagna, che realizzò anche il sepolcro funebre di Pietro Lalle Camponeschi nella chiesa di San Biagio a L'Aquila, esempio della presenta del pieno gotico in Abruzzo in ambito di scultura (un altro mirabile esempio di scultura sacra a carattere monumentale è la Madonna col bambino o "Madonna delle fornaci", del XII secolo, conservata su una parete della cripta del duomo), e del ciclo di affreschi della cappella della metà del Quattrocento (sulle Storie della Vita di Cristo, con al centro la Deposizione). Si tratta di uno dei pochi esempi di pittura parietale ancora conservata in città, dopo il ciclo delle "storie Francescane" del convento di Santa Chiara.

In sostanza, ancora oggi è possibile vedere numerose corrispondenze, nei borghi della valle Peligna, con gli edifici civili e religiosi della città di Sulmona, soprattutto per quanto concerne l'arte barocca, e più avanti l'arte eclettica del liberty e decò (anni '10-'20 del Novecento), come dimostrano i villini del viale Kennedy, o dei casali all'ingresso del borgo medievale di Pacentro, o del tessuto urbano barocco-ottocentesco di Pratola Peligna.

Al livello artigianale, Sulmona conserva una parte di un lontano passato di fiorenti botteghe artigiane, specializzate nell'oreficeria. Le botteghe e le maestranze produssero su committenza, di reali e monaci, varie opere, per lo più a carattere religioso, come piccole cassette reliquario, o croci astili. Su ispirazione dei maestri del centro Italia, l'oreficeria sulmonese si fece conoscere a Roma e Napoli dal XIII al XV secolo, iniziando dal momento in cui grazie a Federico II divenne nel 1233 la capitale d'Abruzzo. Con i privilegi di Ladislao di Durazzo re di Napoli, quando la città poté coniare i Bolognini, Sulmona divenne il principale centro dell'oreficeria in Abruzzo, con il proprio marchio di fabbrica impresso sulle, opere ossia l'iscrizione SMPE (abbreviazione del verso ovidiano "Sulmo mihi patria est"). Tra i maestri si ricordano Barbaro da Sulmona che realizzò il busto reliquario di San Nicandro per Venafro (Molise), e Cicco di Francesco da Bentenvenga, di cui alcune opere sono conservate nel museo civico della città di Sulmona. Tale fenomeno artistico culminò nei lavori del maestro Nicola da Guardiagrele, che rappresentò il canto del cigno di quest'arte, già decaduta nella metà del Quattrocento.


Eventi


Processione del Venerdì Santo
Processione del Venerdì Santo
La Madonna che scappa in piazza
La Madonna che scappa in piazza

Settimana santa

Lo stesso argomento in dettaglio: Settimana Santa di Sulmona.

I riti della Settimana santa sulmonese sono i più suggestivi d'Abruzzo, conosciuti sia in Italia che all'estero. La loro origine risale documentariamente al Medioevo (anche se, nella loro forma attuale, sono solo del XVII o XVIII secolo) e sono organizzate dalle più importanti confraternite cittadine: l'arciconfraternita della Trinità (con sede nell'omonima chiesa lungo corso Ovidio) e la confraternita di Santa Maria di Loreto (con sede nella chiesa di Santa Maria della Tomba). I membri dei due sodalizi sono detti rispettivamente trinitari e lauretani; a Sulmona sono chiamati popolarmente anche rossi (i trinitari, per la loro tunica rossa) e verdi (i lauretani, per il colore della loro mozzetta). Il rito della settimana santa prevede la processione del Venerdì santo dalla chiesa della congrega della Santissima Trinità per le vie del centro storico, con solenne marcia. Su ispirazione della ben più antica "Madonna che véle" di Introdacqua, il giorno di Pasqua è diventata tradizione far incontrare le statue della Madonna con Gesù Cristo risorto in piazza Garibaldi. La statua della Vergine Addolorata, in veste nera per il lutto, viene fatta uscire dalla chiesa di San Filippo Neri, mentre la statua di Gesù è posta presso l'acquedotto medievale, ed a mezzogiorno la statua della Vergine, scortata da San Pietro e San Giovanni Evangelista, si libera delle vesti del lutto, mostrando un vestito verde (quello della confraternita dei lauretani), una rosa rossa nella mano, e viene fatta correre verso il figlio, e da qui il rito della "Madonna che scappa".


Giostra cavalleresca di Sulmona

Lo stesso argomento in dettaglio: Giostra cavalleresca (Sulmona).
Giostra cavalleresca
Giostra cavalleresca

La giostra cavalleresca di Sulmona era una manifestazione rinascimentale della città che si teneva due volte l'anno, in aprile e a ferragosto, e consisteva in tre assalti alla lancia portati contro un bersaglio umano, il cosiddetto "mantenitore", da un cavaliere munito di una lancia con vernice bianca sulla punta.

Il punteggio era assegnato da un "mastrogiurato", il cui giudizio era insindacabile, che dichiarava il vincitore in base alla parte del corpo colpita ed all'eventuale perdita di sangue.

La manifestazione è stata rievocata a partire dal luglio del 1995 e vede la partecipazione dei quattro sestieri e dei tre borghi in cui è stato diviso il territorio cittadino, che si affrontano nella piazza Maggiore (piazza Garibaldi).

Si svolge in due giornate, l'ultimo sabato e l'ultima domenica di luglio. I cavalli corrono percorrendo un ovale completo e quindi un otto, in circa 30 secondi e i cavalieri devono colpire degli anelli. Il punteggio di ogni singola sfida viene determinato dal numero di "botte" agli anelli (massimo 3 per ogni cavaliere); in caso di parità si tiene conto del valore dei singoli anelli, di diverso diametro (quello da 10 cm di diametro vale 1 punto, da 8 cm 2 punti e da 6 cm 3 punti); in caso di ulteriore parità si tiene conto della velocità. Alla gara seguono un corteo storico, la sfida dei capitani, e cene all'aperto nei borghi e nei sestieri.


Lotteria Nazionale di Sulmona

Nel 1992 la città di Sulmona fu sede di una delle lotterie nazionali, la "Lotteria di Sulmona": il concorso internazionale di canto lirico "Maria Caniglia" venne legato alla lotteria con primo premio da 2 miliardi abbinato alla cantante vincitrice, Mariana Tarassova (biglietto E 37149, venduto a Pontedera). La serata finale dell'evento lirico, il 29 marzo, fu trasformata in evento televisivo nazionale RAI per la lotteria di Sulmona e si tenne al Teatro comunale. La lotteria fu fortemente voluta dall'allora sottosegretario alle finanze, Domenico Susi.


Economia



Artigianato


Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle artigianali, come la tessitura finalizzata alla realizzazione di tappeti, arazzi e coperte caratterizzati da temi geometrici e vegetali, oltreché l'arte orafa e quella del confetto[29]. Importanti sono anche le produzioni di mobili rustici e le lavorazioni del ferro battuto.


Industria


Dagli anni '60 in poi Sulmona si è sviluppata verso nord, ai confini con Roccacasale e Pratola Peligna, creando un grande complesso industriale denominato "Località produttiva", attraversato dal viale della Repubblica. Il comprensorio è vario, e le attività più note sono la produzione all'ingrosso di tessuti e confetti.


Turismo


Sin dal primo Novecento, ma con sviluppo economico al livello regionale, poi nazionale e infine mondiale, Sulmona è stata frequentata dal turismo. Inizialmente il turismo era di matrice culturale, per le bellezze architettoniche angioino-aragonesi che la città ancora mostra, nonostante i vari terremoti e la disarticolazione degli elementi architettonici rinascimentali-barocchi. Successivamente, dal secondo dopoguerra, Sulmona è diventata famosa in Italia grazie alla produzione dei tipici confetti, per la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale-monumentale, e successivamente grazie all'istituzione del Parco nazionale della Maiella, di cui Sulmona è sede amministrativa insieme a Guardiagrele. Il trovarsi alle pendici del Monte Morrone, o delle sorgenti delle gole di San Venanzio a Raiano, ha permesso una nuova forma di turismo basato sull'escursionismo, oltre a quello culturale gastronomico nel centro della città.


Geografia antropica


Piazza Garibaldi.
Piazza Garibaldi.

Sulmona ha sostanzialmente conservato l'aspetto antico, raccolto attorno alle mura, benché siano state smantellate, o inglobate nelle abitazioni tra il Settecento e l'Ottocento. Il centro storico ha una forma ellittica, sopra un'altura lambita dal fiume Vella, con i relativi quartieri (sestieri), attraversato dal cardo massimo del corso Ovidio, che nella zona baricentrica attraversa piazza Maggiore (o di Giuseppe Garibaldi). La zona moderna a sud, appena fuori porta Napoli, fa parte del quartiere dell'ospedale, antico contado dei Frati Cappuccini (che risiedevano presso la chiesa di San Francesco di Paola), zona soggetta allo sviluppo edilizio già dal primo Novecento, con la costruzione della caserma "Cesare Battisti", del primo ospedale civile, poi ospedale "Santissima Annunziata", e del cimitero civile comunale.

Ad est la favorevole posizione di una seconda altura lambita dal fiume, ha permesso lo sviluppo negli anni '60 della Cittadella Giudiziaria, collegata al centro antico mediante ponte Capograssi, che immette al viale De Nino, fino al corso. La cittadella è provvista del Tribunale, dei principali istituti scolastici superiori, e della chiesa moderna di Cristo Re.

Una sorta di piccolo "borgo" costituitosi nel tardo Ottocento è quello di San Panfilo, alle porte del centro storico, conservato attorno alla cattedrale di San Panfilo, composto di caratteristiche abitazioni in stile locale, con la villa comunale attorniata dal villini liberty, e da un grande viale che porta a nord alla stazione ferroviaria.


Centro storico


Veduta dl campanile della basilica della Santissima Annunziata
Veduta dl campanile della basilica della Santissima Annunziata

Diviso in sei distretti: distretto di porta Sancti Pamphili o di san Martino a nord, sull'asse dell'attuale corso Ovidio, affiancato a nord-ovest dal distretto di porta Bonomini e a nord-est dal distretto di porta Iapasseri. Il distretto di porta Salvatoris occupa il territorio posto a sud lungo l'asse del corso ed è affiancato a sud-ovest dal distretto di porta Filiamabili e a sud-est dal distretto di porta Manaresca. Extra moenia, cioè oltre la prima cinta muraria, sorgono a sud il borgo di Santa Maria della Tomba e il borgo di Sant'Agata, affiancati dal borgo Pacentrano (detto anche di Sanctae Margheritae) e a sud-est dal Borghetto. A nord, invece, si sviluppa il borgo di San Panfilo. Dal 1995, per ragioni eminentemente organizzative e funzionali alla disputa della giostra cavalleresca, l'associazione culturale che organizza l'evento equestre ha diviso il centro abitato in 4 "sestieri" (all'interno della prima cinta muraria) e 3 "borghi" (due a sud circondati dalle mura della seconda cinta) ed uno a nord: ciascuna entità territoriale, che è stata dotata di uno stemma, di uno scudo e di un motto, partecipa annualmente al palio della "giostra cavalleresca".

Acquedotto svevo e la rotonda di San Francesco della Scarpa
Acquedotto svevo e la "rotonda" di San Francesco della Scarpa
Porta Napoli vista dal corso Ovidio
Porta Napoli vista dal corso Ovidio

Frazioni


Acqua Santa, Albanese, Cavate, Badia-Bagnaturo, Banchette, Case Bruciate, Case Lomini, Case Panetto, Case Susi Primo, Case Susi Secondo, Casino Corvi, Faiella, Fonte d'Amore, Le Marane, Santa Lucia, Torrone, Tratturo Primo, Tratturo Secondo, Vallecorvo, Zappannotte.


Infrastrutture e trasporti



Autostrade



Strade


Stazione ferroviaria
Stazione ferroviaria

Ferrovie


Immagine storica della stazione ferroviaria
Immagine storica della stazione ferroviaria
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Sulmona e Stazione di Sulmona Introdacqua.

La stazione di Sulmona, importante nodo ferroviario, è servita dalle seguenti linee:

In passato era attiva anche una linea tranviaria, che collegava la stazione ferroviaria con il centro cittadino.

Lo stesso argomento in dettaglio: Tranvia di Sulmona.

Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Sulmona.

Consolati


Il Consolato del Canada è stato presente sul territorio per 9 anni: dal 1998 al 2007; attivo per le regioni Abruzzo, Molise e Marche. Il console onorario fu Laureano Leone. Per effetto di una riduzione dei costi delle rappresentanze canadesi all'estero, il consolato di Sulmona è stato infine soppresso[31].


Gemellaggi


Sulmona è gemellata con:


Sport


Stadio Pallozzi
Stadio Pallozzi

Ha sede nel comune la società calcistica Sulmona Calcio, fondata nel 1921.

Per cinque volte Sulmona è stata sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia.

Nel 2004 il comune ha ospitato le specialità su strada dei XXXII Campionati mondiali di pattinaggio di velocità in linea.


Impianti sportivi



Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Lajatico è il Comune più ricco d'Italia. La mappa dei redditi degli italiani pre-pandemia, in Il Sole 24 Ore, 27 maggio 2021.
  5. Storia dei Comuni, su Elesh. URL consultato il 21 settembre 2022.
  6. Storia di Sulmona, su sulmona.org.
  7. Classificazione sismica dei comuni italiani (XLSX), su Protezione Civile. URL consultato il 9 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2017).
  8. Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, Volume II, Dal principio dell'era volgare all'anno 54, Bologna, Forni Editore, 1971, p. sub voce "Sulmona. Ovidio. Secolo XIV".
  9. Antonio De Nino, Il terremoto del 1706 in Sulmona, in Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti, 1895, pp. 1-4.
  10. I. Di Pietro, Memorie storiche della città di Solmona, Napoli, 1804, pp. 356 e seguenti.
  11. Ezio Mattiocco, Struttura urbana e società della Sulmona medievale, Sulmona, 1978, p. 152.
  12. Notizie dei terremoti negli Abruzzi ai principi del secolo XVIII, in Bollettino della Deputazione Abruzzese di Storia patria, 1905, pp. 213-215.
  13. Teatro Comunale di Sulmona "Maria Caniglia", su comune.sulmona.aq.it. URL consultato il 25 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2008).
  14. Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decodati al Valor Militare, su istitutonastroazzurro.it.
  15. Maurizio Padula, Jamm'mò, Sulmona, Libreria editrice Di Cioccio, 1986.
  16. Regolamento per l'uso del gonfalone e dello stemma civici (PDF), su comune.sulmona.aq.it, Comune di Sulmona. URL consultato il 22 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2009).
  17. documento in Museo Civico di Sulmona, palazzo dell'Annunziata
  18. Cinta muraria, su visit-sulmona.it.
  19. "Memorie storiche degli uomini illustri della città di Solmona raccolte dal P.D. Ignazio Di Pietro", Di Ignazio Di Pietro, Aquila 1806, Stamperia Grossiana. Pagina 102
  20. Condominio Palazzo Corvi, su dicintio.it.
  21. Corvi, su nobili-napoletani.it.
  22. Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  23. Parco Nazionale della Majella - Abruzzo, Italy - Official Web Site, su parcomajella.it. URL consultato il 23 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2011).
  24. Le sedi della Facoltà di Economia, su ec.univaq.it, Università degli Studi dell'Aquila.
  25. La6radio, su la6radio.it.
  26. Onda Tv Sulmona, su ondatv.tv.
  27. Videoesse, su videoesse.tv.
  28. Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 16.
  29. Consolati in Italia (PDF) [collegamento interrotto], su interno.it, Ministero dell'Interno.
  30. Neomisio Bonaventura, giornalista.
  31. Città gemellate dal sito di Costanza, su primaria-constanta.ro. URL consultato il 10 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2010).
  32. Ok della Fidal alle Finali Oro, in Rete5.tv, 21 luglio 2011.

Bibliografia



Voci correlate



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[de] Sulmona

Sulmona ist eine italienische Stadt in der Provinz L’Aquila der Region Abruzzen.

[en] Sulmona

Sulmona (Abruzzese: Sulmóne; Latin: Sulmo; Ancient Greek: Σουλμῶν, romanized: Soulmôn) is a city and comune of the province of L'Aquila in Abruzzo, Italy. It is located in the Valle Peligna, a plain once occupied by a lake that disappeared in prehistoric times. In the ancient era, it was one of the most important cities of the Paeligni and is known for being the native town of the Roman poet Ovid, of whom there is a bronze statue, located on the town's main road and named after him.

[es] Sulmona

Sulmona es una ciudad y comuna italiana de la provincia de L'Aquila, en la región de Abruzzo. Cuenta con alrededor de 25 000 habitantes.

[fr] Sulmona

Sulmona, ou Sulmone, est une ville de la province de L'Aquila dans la région Abruzzes en Italie.
- [it] Sulmona

[ru] Сульмона

Сульмона (итал. Sulmona, лат. Sulmo) — коммуна и город в Италии, расположена в регионе Абруццо, подчиняется административному центру Л’Акуила.



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