world.wikisort.org - Italia

Search / Calendar

Militello in Val di Catania (Militeḍḍu in siciliano[5]), fino al 1862 chiamato Militello in Val di Noto, è un comune italiano di 6 685 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia.

Militello in Val di Catania
comune
Militello in Val di Catania – Veduta
Militello in Val di Catania – Veduta
Militello in Val di Catania con l'Etna sullo sfondo
Localizzazione
Stato Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Catania
Amministrazione
SindacoGiovanni Burtone (PD) dal 12-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022)
Territorio
Coordinate37°16′27.24″N 14°47′36″E
Altitudine413 m s.l.m.
Superficie62,48 km²
Abitanti6 685[1] (30-6-2022)
Densità106,99 ab./km²
Frazioninessuna[2]
Comuni confinantiFrancofonte (SR), Lentini (SR), Mineo, Palagonia, Scordia, Vizzini
Altre informazioni
Cod. postale95043
Prefisso095
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT087025
Cod. catastaleF209
TargaCT
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona C, 1 284 GG[4]
Nome abitantimilitellesi
PatronoMadonna della Stella
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Militello in Val di Catania
Militello in Val di Catania – Mappa
Militello in Val di Catania – Mappa
Posizione del comune di Militello in Val di Catania nella città metropolitana di Catania
Sito istituzionale

Per il grande valore del suo patrimonio monumentale nel 2002 è stata inserita, insieme ad altre sette città tardo barocche del Val di Noto, nella lista dei siti dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità.


Geografia fisica


Militello in Val di Catania si trova sulle estreme propaggini settentrionali dei monti Iblei, a 45 km da Catania e 38 km da Caltagirone alle quali è collegata dalla Strada Statale 385. Altre strade statali che permettono di raggiungere Militello sono la SS 417 (Catania-Gela), la SS 124 (Siracusana) e la SS 194/514 (Ragusana) alle quali è collegata da viabilità provinciale. È anche possibile raggiungere Militello in treno fino all'omonima stazione, situata alla periferia nord del paese, attraverso la Ferrovia Catania-Caltagirone-Gela.


Geologia


L'abitato di Militello si trova quasi al limite dell'Avanfossa Gela-Catania, osservabile già nelle zone di Palagonia, ad un'altezza di 413 metri s.l.m. circa. Il substrato su cui poggia è di tipo calcareo e appartiene al dominio di Avampaese Ibleo. Sono spesso presenti in affioramento le lave basaltiche quaternarie, riferibili alle effusioni sottomarine dovute al sottoscorrimento dell'Avampaese sotto la Catena Maghrebide. La "pillows lava" o "lava a cuscini" è osservabile in abbondanza all'entrata Sud di Militello. Procedendo in direzione Scordia si può osservare uno spaccato del substrato militellese, in corrispondenza della Gola del Carcarone, che è la parte più superficiale e residuale dell'Avampaese. Si riconoscono le ben evidenti colate laviche quaternarie interposte al calcare organogeno. L'area è interessata anche da vistosi fenomeni carsici, come le innumerevoli grotte esistenti presso contrada Poggio Croce, che furono in passato protagoniste essenziali per la costruzione di insediamenti umani, come, ad esempio, le coste di Santa Febronia a Palagonia.

Militello gode di un'altitudine minore, circa 413 m s.l.m., rispetto al cuore degli Iblei, circa 800 m s.l.m., a causa del progressivo abbassamento dell'area, dovuto alla nascita di faglie a carattere per lo più normale, che permettono all'Avampaese di sottoscorrere al di sotto del Dominio Europeo. Questo fenomeno è osservabile proprio a Poggio Croce in direzione NO ed è alla base della genesi del Graben di Scordia in direzione ENE (Geol. Giovanni Paolo Amenta).


Storia



Origini


Il territorio di Militello è stato abitato sin dall'antichità. Le aree archeologiche presenti in prossimità del centro abitato testimoniano la frequentazione del territorio lungo un arco cronologico che va dall'età del rame e del bronzo (necropoli di Dosso Tamburaro, Frangello, Oxina) all'età del ferro (necropoli di Castelluzzo, Oxina), dal periodo classico ed ellenistico (necropoli di Fildidonna, Piano Maenza) a quello bizantino e arabo (necropoli di Santa Barbara, S. Maria la Vetere, Oxina). Alla luce di queste testimonianze, e in ragione della sua posizione geografica, in età antica il centro va compreso come uno dei diversi villaggi (komai), privi di indicazione onomastica, presenti nel vasto territorio della città greca di Leontinoi, riferimento urbano di tutta l'area (chora leontinoa).

Necropoli ellenistica di Piano Maenza (III-II sec. a. C.).
Necropoli ellenistica di Piano Maenza (III-II sec. a. C.).

Nonostante l'evidenza archeologica, numerose sono state le ipotesi sulla fondazione della città, alcune delle quali di carattere leggendario. La più conosciuta di queste, sebbene priva di riscontri documentali, è quella dello scrittore militellese Pietro Carrera (1573-1647), che fa risalire la fondazione di Militello al tempo della Seconda Guerra Punica: le truppe romane del console Marco Claudio Marcello, durante l'assedio di Siracusa del 212 a.C., nel tentativo di scampare ad un'epidemia di malaria cercarono un luogo più sicuro dove accamparsi, trovando a circa trenta miglia dalla costa un altopiano caratterizzato da aria salubre e acque limpide. Fu così che sarebbe stata fondata la colonia di "Militum Tellus" (terra di soldati) che diede il nome all'abitato. Più verosimilmente, invece, come suggeriscono importanti testimonianze monumentali (resti di una torre-dongione normanna) e diplomatiche (un provvedimento ecclesiastico di Ruggero II, gran conte di Sicilia e Calabria, dell'anno 1115), l'origine dell'odierno abitato è da ricondurre alla politica di controllo del territorio intrapresa dai Normanni al termine della conquista della Sicilia (fine sec. XI). Pertanto, il toponimo latino-medievale "Militellus" (da "Militum Tellus", ossia "terra dei soldati") farebbe riferimento alla distribuzione di terre, operata dal conte Ruggero I, in favore dei membri del suo esercito (come riferisce il cronista Goffredo Malaterra). Ai Normanni si devono infatti i primi cenni di attività edilizia nel luogo, come la chiesa di Santa Maria (poi divenuta Santa Maria della Stella) e la torre-dongione ad essa adiacente, edifici costruiti a ridosso della cava, in un contesto abitativo prevalentemente rupestre.

Durante il periodo normanno, l'abitato e il suo territorio furono infeudati a Simone del Vasto, conte degli Aleramici di Sicilia, al quale succedette il figlio Manfredi. Passò successivamente ai nobili Alaimo Lentini e Lanfranco Lentini di San Basilio, i due si distinsero per le loro imprese militari nell'armata normanna del gran conte Ruggero che per premiarli nel 1101 diede loro i castelli di Militello, Ossina, e Idra. Nel 1248, l'imperatore Federico II concesse in perpetuo il casale et castrum di Militello in Val di Noto, col rango di baronia, al nobile Bonifacio de Camerana figlio di Oddone. Quest'ultimo, milite originario delle Langhe piemontesi, nel 1237 aveva ottenuto dall'imperatore il permesso di immigrare in Sicilia, col suo seguito di coloni lombardi (a quel tempo erano genericamente chiamati "lombardi" tutti gli abitanti dell'Italia settentrionale, quella nord-occidentale in particolare) i quali andarono ad accrescere così il numero dei cosiddetti Lombardi di Sicilia.


Età feudale


Rovine della torre-dongione normanna (XII sec.).
Rovine della torre-dongione normanna (XII sec.).

I Camerana tennero il casale di Militello per alcuni decenni, fino a quando l'ultima esponente della famiglia, Maria Camerana, lasciò il feudo al figlio Abbo Barresi (1308). Nel 1339 il re di Sicilia Pietro II d'Aragona concesse al barone Abbo Barresi il privilegio di circondare di mura l'abitato, collocandovi all'interno il castello. Fu in seguito a questa circostanza, che l'abitato di Militello divenne una "terra" del regno (ossia città con capacità fiscale e militare).

I Barresi rimarranno signori di Militello fino all fine del XVI secolo.

Nel 1473 il castello di Militello fu teatro di un delitto passionale ai danni di donna Aldonza Santapau dei marchesi di Licodia, moglie del barone di Militello Antonio Piero Barresi. Falsamente accusata di adulterio dai cognati, fu uccisa dal marito insieme al presunto amante, il segretario baronale Pietro Caruso, detto "Bellopiede" per la sua perizia nella danza. La fosca vicenda ha alimentato, nel corso dei secoli, una ricca produzione letteraria e di racconti popolari, inaugurando così la lunga serie di storie di drammi della gelosia siciliana, fra i quali il noto romanzo La baronessa di Carini di Salomone Marino, e la famosissima novella Cavalleria Rusticana di Giovanni Verga.

Sotto la signoria dei Barresi, a metà del XVI secolo, il feudo assurse alla dignità di marchesato. Estinta la dinastia per mancanza di eredi maschi, con il matrimonio tra la marchesa Caterina Barresi e Fabrizio Branciforte, principe di Butera e conte di Mazzarino, nel 1571 la città passò ai Branciforte, uno dei casati più importanti di Sicilia, che la tennero fino all'abolizione della feudalità (1812).

A cavallo tra i secoli XV e XVI è ben documentata a Militello la presenza di una numerosa comunità ebraica con la sua sinagoga.

Il periodo compreso fra i secoli XVI e XVIII fu un'epoca di splendore per la città, in particolare gli anni della signoria del marchese Francesco Branciforte (1575-1622) e della consorte Giovanna d'Austria (figlia di don Giovanni d'Austria e nipote dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, re di Spagna e di Sicilia), e della loro figlia Margherita d'Austria e Branciforte (1605-1649). Durante il loro governo la città si arricchì di nuovi edifici e fondazioni: la nuova ala del castello, chiese, monasteri, palazzi per l'amministrazione, fontane pubbliche, una grande biblioteca e una stamperia tra le prime del Regno di Sicilia, dove nel 1617 fu pubblicato il trattato Il gioco de gli scacchi di Pietro Carrera, importante testo di riferimento della scacchistica moderna (famoso per la cosiddetta difesa siciliana).

Il terribile terremoto dell'11 gennaio 1693 distrusse molti di questi edifici, purtuttavia la felice ricostruzione del secolo successivo porterà alla realizzazione di gioielli di pregio architettonico, come le nuove chiese parrocchiali di Santa Maria della Stella e di San Nicolò, e nuovi palazzi nobiliari. Fra le fondazioni più importanti di Francesco Branciforte va menzionato il grandioso monastero di San Benedetto (1616), vero cuore pulsante della vita economica e culturale della città. Intorno al 1735 ne divenne priore Vito Maria Amico, erudita, scrittore e storico di grande fama (Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, lo nominò nel 1751 regio storiografo). Questi, durante il suo soggiorno militellese, raccolse fossili e reperti archeologici nel territorio intorno alla città, da destinare al Museo di antichità greco-romane da lui fondato insieme alla Biblioteca nel Monastero di San Nicolò l'Arena di Catania.

In età moderna, oltre all'agricoltura, a Militello erano fiorenti molteplici attività economiche: la produzione della polvere da sparo, della seta, della salsola (sali di potassio per la preparazione del sapone), della colla; la concia delle pelli (vi era impiegato il 10% della popolazione); la molitura dei cereali (tutti i mulini lungo i corsi d'acqua erano proprietà del marchese); la lavorazione del tabacco anche da fiuto (qui nacque il marchio "Tabacco Branciforte"). Non è raro in questo periodo vedere le diverse maestranze organizzarsi in confraternite religiose, animando ulteriormente la vita della città con feste e processioni. Con la morte di Giuseppe Branciforte (1675), vicario generale del Regno di Sicilia sotto Carlo II d'Asburgo, nessuno dei marchesi di Militello risiedette più nella città, e nel corso del XVIII secolo l'amministrazione del feudo sarà delegata a funzionari locali, esponenti dell'aristocrazia militellese, come i Majorana. Ultimo signore di Militello fu Michele Ercole II Branciforte, che tenne il feudo dal 1799 al 1812.


Dall'abolizione del feudalesimo ad oggi


Con l'abolizione del feudalesimo (1812) a Militello si affacciò una nuova classe dirigente, composta da nobili, clero e ricchi proprietari terrieri, rappresentata dalle famiglie Majorana, Baldanza, Reforgiato, Reina e altre. I Majorana, in particolare, divennero protagonisti assoluti della vicenda politica di Militello lungo tutto l'Ottocento e i primi del Novecento. Con la creazione del nuovo Stato Unitario Italiano (1861) la condizione economica e sociale di Militello non migliorò, anzi la soppressione degli ordini religiosi e l'incameramento dei monasteri che ne seguì (1867) sottrasse alla città le sue principali agenzie d'impiego e le sue più importanti istituzioni assistenziali. Un nuovo avvio di crescita demografica e di ripresa dell'edilizia pubblica si avrà soltanto a partire dai primi decenni del XX secolo (in questi anni venne realizzata la Villa Comunale "Vittorio Veneto", l'Ospedale "Basso Ragusa", l'Istituto "Melchiorre Bisicchia", la Scuola Elementare "Pietro Carrera", il Cine-Teatro "Tempio", ecc.), con una appendice fra gli anni '70 e '80.

In età più recente, la storia di Militello non è diversa da quella della maggior parte dei piccoli comuni siciliani, in cui a una economia basata essenzialmente sull'agricoltura e su una modesta attività artigianale fa riscontro una forte emigrazione e un costante calo demografico. Per la ricchezza del suo patrimonio artistico-monumentale, Militello nel 2002 ha ottenuto il riconoscimento UNESCO, venendo inserita fra le città del Val di Noto dichiarate Patrimonio dell'Umanità. Un riconoscimento prestigioso dal quale sperare un rilancio della cittadina, soprattutto sotto il profilo turistico, culturale ed economico.

Nel 2020 Militello è entrato a far parte dell'associazione "borghi più belli d'Italia" e nel 2022 è stato nominato "Borgo più bello di Sicilia 2022".[senza fonte]


Stemma della città



Monumenti e luoghi d'interesse


 Bene protetto dall'UNESCO
Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale)
 Patrimonio dell'umanità
Tipoarchitettonico
CriterioC (i) (ii) (iv) (v)
Pericolono
Riconosciuto dal2002
Scheda UNESCO(EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
(FR) Scheda

Nel 2002 l'UNESCO ha riconosciuto il Val di Noto Patrimonio dell'Umanità inserendovi, oltre a Militello in Val di Catania, anche le città di Caltagirone, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli, ovvero le cosiddette Città tardo barocche del Val di Noto.


Chiese urbane


Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa madre di San Nicolò e del Santissimo Salvatore.

Chiesa dal profilo ampio e slanciato fu edificata a partire dal 1721 in sostituzione dell'antica Matrice (oggi detta San Nicolò il Vecchio e non più esistente) distrutta dal terremoto del 1693. Fu aperta al culto nel 1740. Nel 1750 fu completato il primo ordine della facciata progettato dall'architetto Girolamo Palazzotto, mentre nel 1765 furono realizzati il secondo ordine e il campanile con cupolino in stile orientale dall'architetto catanese Francesco Battaglia. Sul finire del XIX secolo, fu ingrandita con la costruzione del transetto e dell'abside e nel 1904 vi fu sopraelevata la cupola, prima opera in cemento armato della Sicilia orientale, alta 30 metri, che nelle forme si ispira all'architettura catanese del tardo settecento.

L'interno della chiesa, a croce latina, presenta tre navate divise da cinque arcate sorrette da dodici pilastri con capitelli ionici, le navate sono decorate da raffinati stucchi settecenteschi ai quali si aggiungono nei pennacchi della cupola le statue dei quattro evangelisti, eseguiti dallo scultore catanese Giuseppe D'Arrigo (1904). Nel 1950 furono realizzati gli affreschi della volta e dell'abside dal concittadino Giuseppe Barone, raffiguranti scene della vita di San Nicola e della vita di Gesù. Il prospetto barocco della chiesa, scandito da otto grandi paraste con alti basamenti e capitelli corinzi, comprende il portale centrale (recuperato dall'altare maggiore della vecchia matrice) con colonne binate e timpano ad arco spezzato e le due porte laterali, dette “del sole” e “della luna” sormontate da finestre.

Tra le opere più importanti custodite al suo interno troviamo: la grande pala d'altare del 1761, entro macchina lignea, raffigurante la Predicazione di San Nicolò di Vito D'Anna; alcuni altari di recupero tra cui la seicentesca cappella della Pietà da San Nicolò il Vecchio; le pregevoli statue di San Nicola in cattedra e Santa Lucia del XVII secolo (anch'esse dalla vecchia matrice) e un bel gruppo scultoreo di fattura napoletana raffigurante la Sacra Famiglia del 1748. Custodisce inoltre la pregevole effigie lignea del Santissimo Salvatore, Patrono della Città, opera del palermitano Girolamo Bagnasco di fine Settecento, arricchita da un elegante fercolo dorato con angeli sorreggenti una corona, realizzato nei primi decenni dell'Ottocento dal ragusano Corrado Leone. Dal 1981 gli ambienti sotterranei delle vecchie cripte sepolcrali della chiesa ospitano il Museo "San Nicolò", importante istituzione che custodisce ed espone numerose opere d'arte e sacre suppellettili provenienti dalla Chiesa Madre e dalle sue chiese filiali. Per le innumerevoli opere d'arte custodite al suo interno e per la maestria profusa nella sua originale ricostruzione ad opera dei locali lapidum incisores nonché quale fulgida espressione del genio esuberante dell'arte e dell'architettura del tardo barocco, la Matrice di Militello è stata dichiarata nel 2002 dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.

Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario di Santa Maria della Stella (Militello in Val di Catania).
Santuario di Santa Maria della Stella (XVIII sec.).
Santuario di Santa Maria della Stella (XVIII sec.).

L'insigne Santuario di Santa Maria della Stella di Militello fu edificato a partire dal 1722, in sostituzione dell'antica Basilica di Santa Maria della Stella distrutta dal terremoto del 1693 (oggi detta Santa Maria la Vetere). Fu aperto al culto nel 1741. Il tempio, dedicato alla Madonna della Stella patrona principale della città, è collocato in cima ad un'ampia scalinata e presenta un'armoniosa facciata ricca di intagli, affiancata da una poderosa torre campanaria. Il disegno della facciata si deve all'architetto Giuseppe Ferrara da Palazzolo Acreide, i pregevoli stucchi settecenteschi che decorano l'interno sono invece dell'agrigentino Onofrio Russo della scuola del Serpotta. L'interno, a pianta basilicale a tre navate, possiede dodici altari ed è diviso da leggiadri pilastri che sostengono l'ampia volta a botte decorata a stucco e affrescata del pittore militellese Giuseppe Barone (1947). Gli affreschi della volta raffigurano: la Presentazione al Tempio, l'Annunciazione e l'Incoronazione della Beata Vergine. Tra i numerosi capolavori d'arte in essa custoditi troviamo: la preziosa statua in legno e canapa della Madonna della Stella (1618), oggetto da secoli di uno speciale culto e devozione, restaurata nel 1693 a seguito del terremoto dallo scultore Camillo Confalone, e intronizzata nei giorni della festa annuale entro un ricco fercolo ligneo settecentesco; una grandiosa pala d'altare di Olivio Sozzi raffigurante la Natività di Maria, incorniciata da una macchina lignea del 1753; la pregevole statua lignea del Cristo alla colonna (1630), attribuita a frate Umile da Petralia ma rifatta nel 1693 dal militellese Gaetano Frazzetto; numerose tele di pregio con ricche cornici lignee a zecchino, come quella raffigurante il Martirio di San Bartolomeo del 1694; i sarcofagi in pietra dei feudatari della città dei secoli XV e XVI, testimonianza del Regio Patronato di cui la chiesa godette fino al 1788 e della sua antichità come chiesa sacramentale della città. La chiesa conserva poi la straordinaria pala d'altare in terracotta invetriata dello scultore fiorentino Andrea della Robbia raffigurante la Natività di Gesù (1487), proveniente da Santa Maria la Vetere. La Sacrestia-Tesoro del Santuario conserva numerose e preziose opere d'arte provenienti dalla chiesa parrocchiale e dalle sue chiese filiali. Nel 2002 il santuario è stato inserito nella lista UNESCO dei beni Patrimonio dell'Umanità.

Chiesa ed ex Abbazia di San Benedetto (XVII sec.).
Chiesa ed ex Abbazia di San Benedetto (XVII sec.).
Lo stesso argomento in dettaglio: Monastero di San Benedetto (Militello in Val di Catania).

Voluto dal principe Francesco Branciforte e dalla moglie Giovanna d'Austria, e completato dalla figlia Margherita, il vasto complesso benedettino di Militello fu costruito tra il 1616 e il 1646, su disegno del monaco Valeriano De Franchi, e si contraddistingue per l'impianto manierista con notevoli spunti barocchi nell'intaglio. Per dimensioni è il terzo monastero benedettino di Sicilia dopo quelli di Catania e Monreale. L'interno della chiesa (oggi parrocchia) ampio e luminoso conserva numerose opere d'arte di pregevole fattura. I locali dell'ex monastero invece, dopo l'espulsione dei monaci e il sequestro da parte dello Stato italiano (1866), ospitano la casa comunale e sono stati recentemente oggetto di recupero architettonico e valorizzazione funzionale.

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria la Vetere (Militello in Val di Catania).
Chiesa di Santa Maria la Vetere (XI-XVII sec.). Particolare del portale.
Chiesa di Santa Maria la Vetere (XI-XVII sec.). Particolare del portale.

Fu fondata in età normanna (fine sex. XI) sul sito di un cimitero cristiano di età più antica. Fu per secoli la parrocchia dei feudatari della città e dei militellesi legati per lingua o condizione socio-economica al gruppo etnico dominante, costituito inizialmente da Normanni e Lombardi venuti nell'isola a seguito della conquista, o immigrati nei decenni successivi e naturalizzati come sudditi del Regno di Sicilia accanto ai precedenti gruppi etnici di siculo-greci, arabi ed ebrei. Distrutta e ricostruita più volte nel corso dei secoli, venne dismessa nell'esercizio delle funzioni parrocchiali per i danni riportati a seguito del terremoto del 1693.

Chiesa del SS. Sacramento al Circolo (XVIII sec.).
Chiesa del SS. Sacramento al Circolo (XVIII sec.).
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Madonna della Catena (Militello in Val di Catania).
Chiesa della Madonna della Catena (XVII secolo).
Chiesa della Madonna della Catena (XVII secolo).

Questa bellissima chiesa fu costruita agli inizi del '500 per iniziativa devozionale del sacerdote militellese don Nicola Di Salvo. Il decreto di erezione, a firma del vescovo di Siracusa mons. Dalmazio Gabriele, riporta la data del 18 aprile 1503. L'edificio fu costruito in prossimità del palazzo estivo dei Barresi nel cui prospetto era presente un'edicola votiva raffigurante la Madonna della Catena. L'interno è decorato da sfarzosi stucchi secenteschi e da un pregevole soffitto ligneo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Convento dei Cappuccini (Militello in Val di Catania).

Il convento dei frati Cappuccini di Militello fu voluto nel 1575 da Caterina Barresi, pochi anni dopo la morte del fratello Vincenzo primo marchese di Militello. Accanto al convento esisteva già una piccola chiesa che tuttavia fu ricostruita nel 1582. L'edificio resistette alle scosse del 1693, le poche parti rovinate furono rifatte e completate nel 1709. La chiesa ad unica navata presenta diverse cappelle a intaglio e uno straordinario altare maggiore in legno che fa da cornice alla superba pala con Santa Maria degli Angeli e sei santi dipinta nel 1612 da Filippo Paladini. La pala nasconde inoltre un ricco reliquiario a intaglio del 1777 con oltre cinquecento reliquie di santi. In un altare della chiesa è esposto il corpo di San Feliciano Martire, qui traslato da Roma. Il convento in passato fu sede di noviziato e ospitò diversi capitoli provinciali dell'Ordine. In questa chiesa, vicino all'altare della Madonna, è sepolto il Servo di Dio padre Biagio da Caltanissetta (1634-1684), predicatore cappuccino, celebre in vita per numerosi miracoli. A seguito della soppressione del 1866 l'edificio passò al demanio ma fu riscattato. Fino ai primi anni '80 del XX secolo era ancora abitato dai frati. Oggi per mancanza di religiosi la chiesa, proprietà della Provincia Cappuccina di Siracusa, è affidata ai religiosi del convento cappuccino di Augusta (SR), che una volta al mese vi celebrano la Messa. Il convento invece è affidato in comodato d'uso ad un ente assistenziale privato. Notevole importanza riveste anche la biblioteca del convento oltre ad altre opere d'arte come otto originali paliotti in cuoio dipinto e dorato custoditi oggi presso il Museo dei Cappuccini di Caltagirone.


Chiese extraurbane



Chiese in rovina o scomparse


Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica Matrice di San Nicolò il Vecchio.
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dello Spirito Santo (Militello in Val di Catania).
Chiesa rupestre dello Spirito Santo.
Chiesa rupestre dello Spirito Santo.

Si tratta di una cappella rupestre scavata in un fianco della cava di S. Maria la Vetere, ormai definitivamente compromessa nel suo originario assetto ipogeo da ampi crolli. L'assenza di notizie storiche ha incoraggiato gli studiosi a elaborare le ipotesi più diverse circa le sue originarie funzioni cultuali (catacomba paleocristiana; chiesa bizantina; cappella teutonica), ma verosimilmente fu realizzata in età normanna (XII sec.) come oratorio di pertinenza dell'attiguo complesso rupestre di S. Maria la Vetere. Le pareti interne sono caratterizzate da una serie ininterrotta di nicchie scavate nella roccia, che originariamente servivano da spalliere per seggi (una sorta di stallo rupestre). Alcune di queste nicchie presentano incisioni con croci e simboli riconducibili ai Templari. Nella parete Sud, si trova un altare ricavato interamente nella roccia, sotto cui si aprono delle tombe a fossa, che dimostrano anche un uso funerario della chiesa. L'abate Vito Maria Amico, nella metà del '700, vedeva ancora delle pitture di cui oggi non rimane alcuna traccia. Negli ultimi secoli è stata ininterrottamente utilizzata come cripta cimiteriale e ossario. Oggi è inserita nel contesto del Parco Archeologico di S. Maria la Vetere.


Palazzi e monumenti



Castello Barresi Branciforte

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello Barresi Branciforte.

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[9]

  1. Nel XVIII secolo la città di Militello si diceva che contasse 3500 "fuochi", rappresentando ogni fuoco un nucleo familiare. Dopo l'Unità d'Italia, perse in parte il suo antico splendore, passando ad una fase di decadenza della sua storia, che perdura. Rimane oggi una cittadina di modesta importanza demografica.

Ospedali


Chiesa degli Angeli Custodi (o di S. Michele Arcangelo), presso l'antico ospedale (secoli XIII-XVIII).
Chiesa degli Angeli Custodi (o di S. Michele Arcangelo), presso l'antico ospedale (secoli XIII-XVIII).

Ospedale vecchio

Il primo ospedale della città fu quello di San Michele costruito in prossimità dell'attuale chiesa degli Angeli Custodi. Di antica fondazione (forse per iniziativa dei cavalieri dell'Ordine dei Templari nei primi decenni del XIII sec.), l'ospedale funzionò fino agli inizi del XVII secolo. Successivamente, nel 1629, per volere di donna Giovanna d'Austria, sposa del principe Francesco Branciforte e marchesa di Militello, fu costruito con lascito perpetuo un nuovo ospedale affidato alla cura dei Fatebenefratelli di San Giovanni di Dio presso il loro convento. Distrutto dal terremoto del 1693, questo ospedale smise di funzionare per alcuni decenni fino a quando, nel 1721, fu ricostruito insieme al convento e alla attigua chiesa di Sant'Antonio Abate. Nel 1929, l'ospedale, il convento e la chiesa, ormai pericolanti, furono demoliti per far posto alla nuova canonica della parrocchia di Santa Maria della Stella.


Ospedale nuovo

La costruzione del nuovo ospedale ebbe inizio negli anni trenta del '900, inglobando lo stabile del convento dei Minimi di San Francesco di Paola, che pochi anni prima era stato adibito ad ospizio per anziani invalidi a seguito di un lascito del benefattore Saverio Pappalardo Lombardo (1912). Un nuovo padiglione invece, inaugurato nel 1933, fu dovuto alla munificenza del dott. Antonio Astuti, anch'egli artefice di un lascito disposto con proprio testamento del 1926, nel quale dichiarava di istituire per suo “erede universale l'ospedale di Militello”, al quale donava e legava tutti i suoi “beni urbani e rusticani”. L'ospedale civile, intitolato poi a Mario Basso Ragusa, è ancora oggi in funzione.


Mercati e fiere


Il mercato a Militello in Val di Catania venne istituito nel secondo dopoguerra e si svolgeva (come oggi) una volta a settimana, il martedì. Nel 2001 il Comune decise di spostare la sede del mercato settimanale dalla piazza Sant'Agata e vie limitrofe al viale Regina Margherita, sito più capiente e periferico, in modo da decongestionare il traffico nel centro cittadino. A Militello in Val di Catania esistevano anche alcune fiere storiche, come quella annuale di San Giuseppe che si svolgeva tra il 18 e il 26 marzo. Questa fiera andò in oblio già alla fine del Settecento. Si sperò di riattivarla, inutilmente, grazie ad un regio decreto del 1845. L'annuale fiera di Santa Maria della Stella, invece, fu istituita nel 1446 per privilegio del re di Sicilia Alfonso I d'Aragona, era una fiera franca e si svolgeva dal 6 al 13 settembre. Era una fiera ricchissima, tra le più importanti del Regno di Sicilia, che attirava commercianti da tutta l'isola; per secoli fu molto fiorente. Quest'ultimo appuntamento perse importanza nell'Ottocento, sino a scomparire del tutto agli inizi del XX secolo.


Cultura


Dal 2022 la città fa parte del progetto del Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo insieme ad altre 103 città del centro Sicilia.[10]


Scuole e istruzione



Biblioteca comunale "Angelo Majorana"


Istituita nel 1910, ne fu fondatore il direttore didattico Giuseppe Musumeci Ristagno. Possiede un patrimonio librario di circa 40.000 volumi con un fondo antico di oltre 2.000 tomi che vanno dalla fine del XV agli inizi del XX secolo. A questi si aggiunge una ricca raccolta di dischi in vinile, cd e videocassette custodite nella sala multimediale. Il numero degli iscritti al prestito è di circa 2.500 utenti. Particolarmente pregiati sono: un incunabolo del 1498 (Rosarium Sermonum di Bernarbino de' Busti) e trentuno cinquecentine, tra le quali ventidue edizioni veneziane, due di Lione, una di Palermo e una di Napoli.


Musei e gallerie


Museo d'arte sacra San Nicolò.
Museo d'arte sacra "San Nicolò".

Teatri e cinema


Il primo progetto di un teatro civico a Militello risale al 1871, anche se si deve aspettare fino al 1887 per vedere l'avvio dei lavori, questa volta su progetto del grande architetto palermitano Giovan Battista Filippo Basile (figlio adottivo del botanico, di origini militellesi, Vincenzo Tineo), autore del più famoso Teatro Massimo di Palermo. A qualche anno dall'inizio dei lavori, tuttavia, la scomparsa del Basile (1891) determina l'interruzione dell'opera e il definitivo abbandono del progetto. Successivamente un nuovo progetto viene presentato e nel 1942 vede finalmente la luce il Cine Teatro "Tempio" (dal cognome del proprietario), realizzato su disegno del geometra militellese Antonio Portuso che si ispira nello stile al razionalismo italiano di quegli anni. Il Teatro "Tempio" ha costituito il cuore della vita culturale e artistica della città almeno fino alla fine degli anni '90 quando, ormai fatiscente, viene acquistato dalla Provincia regionale di Catania che lo trasforma radicalmente in un nuovo teatro di lirica e prosa su progetto dell'architetto Giorgio Potenza. Di recente è tornato a ricoprire il ruolo di importante infrastruttura culturale della cittadina. Nella città di Militello esisteva anche un'altra sala cinematografica, il Cinema "Fucile" (dal nome del proprietario).


Radio e televisione


A Militello esiste solo una emittente radiofonica, fondata nel 1978 con il contributo di diversi appassionati. Il suo nome, Radio Venere, si ispira alla Dea della bellezza. Il palinsesto dell'emittente prevede la diffusione giornaliera di rubriche varie e approfondimenti. La testata giornalistica è diretta dal dott. Lucio Gambera. A Militello esisteva anche una emittente televisiva, la R.A.M. (Radio Audizioni Militello) soppressa nella prima metà degli Anni '90. Tra i programmi della R.A.M. si ricordano le partite di calcio della squadra locale, le feste patronali, il concorso canoro Cantabimbo, il concorso a quiz per i ragazzi delle scuole cittadine Chissà chi lo sa..., le tombole di Capodanno e, non ultima, la diretta del matrimonio tra Pippo Baudo e Katia Ricciarelli nel 1986 dall'ex monastero di S. Benedetto Abate.


Gastronomia


Le Cassatelline di Militello (cassatiddini).
Le Cassatelline di Militello (cassatiddini).

Il prodotto più conosciuto di Militello è certamente il ficodindia, che eccelle in questo comprensorio per varietà e caratteristiche organolettiche. Lo si trova presente nella tavola militellese non solo come dessert, da gustare fresco a fine pasto o in qualunque altro momento della giornata, ma anche come materia prima di numerose preparazioni. La gastronomia tipica militellese è poi sostanzialmente quella dolciaria. Oltre ai dolci tipici della più vasta tradizione siciliana, Militello vanta anche specialità proprie, frutto della fantasia e della perizia della gente del luogo, e dell'antica arte culinaria coltivata nei monasteri presenti in città. Ricordiamo:


Luoghi di interesse naturalistico



Cascate dell'Ossena


Lo stesso argomento in dettaglio: Cascate dell'Oxena.

Si tratta di belle cascate naturali situate a Sud del territorio di Militello al confine con il territorio di Francofonte (SR), raggiungibili tramite la sp28 ii Militello-Vizzini Scalo bivio per Francofonte. Incastonate in un bellissimo contesto ambientale, caratterizzato da specie ripariali che accompagnano il corso d'acqua e dalla presenza di olivastri, carrubi, querce, ficodindia, tamerici e oleandri, esse sono alimentate in regime permanente dal fiume Ossena (o Oxena). L'Ossena è un affluente del Trigona il quale a sua volta si versa in parte nel lago di Lentini e in parte nel San Leonardo (fiume che attraversa la Piana di Catania e sfocia nel mar Ionio). Rocce basaltiche ne caratterizzano l'alveo e la loro visita è affascinante, specie nelle stagioni calde per il refrigerio che offrono. La visita di queste cascate permette di godere di un ambiente inusuale, formato da cave verdeggianti e pianori assolati: si percorre il fondo di una di queste cave, sotto una galleria vegetale che funge da volta, e si perlustra controcorrente il fiume che non è mai profondo. Le Cascate dell'Ossena costituiscono oggi uno degli ambienti naturali più integri e affascinanti degli Iblei catanesi.

Cava del Carcarone. Vista dalla SP28 Militello-Scordia.
Cava del Carcarone. Vista dalla SP28 Militello-Scordia.

Cava del Carcarone


Si tratta di uno spettacolare, profondo e articolato canyon situato ad Est dell'abitato, ben visibile dai tornanti della provinciale 28/I per Scordia (CT). Diverse cavità presenti lungo le alti pareti rocciose del canyon, in età preistorica, hanno offerto l'occasione per la formazione di insediamenti umani. Grande interesse geologico riveste nel sito la presenza di estesi banchi di coralli fossili.


Infrastrutture e trasporti



Amministrazione


Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
15 maggio 1989 5 giugno 1990 Salvatore Troia Democrazia Cristiana Sindaco [11]
5 giugno 1990 8 ottobre 1991 Paolo Eremita Ruscica Democrazia Cristiana Sindaco [11]
4 novembre 1991 23 novembre 1992 Francesco Coniglione Democrazia Cristiana Sindaco [11]
21 gennaio 1993 13 giugno 1994 Salvatore Troia Democrazia Cristiana Sindaco [11]
29 giugno 1994 8 giugno 1998 Antonio Lo Presti Alleanza dei Progressisti Sindaco [11]
8 giugno 1998 10 giugno 2003 Antonio Lo Presti centro-sinistra Sindaco [11]
10 giugno 2003 17 giugno 2008 Vittorio Musumeci centro-destra Sindaco [11]
17 giugno 2008 16 giugno 2011 Antonio Lo Presti Partito Democratico Sindaco [11]
14 luglio 2011 9 maggio 2012 Francesco Spataro Comm. straordinario [11]
9 maggio 2012 11 giugno 2017 Giuseppe Fucile lista civica Sindaco [11]
12 giugno 2017 13 giugno 2022 Giovanni Burtone Partito Democratico Sindaco
13 giugno 2022 in carica Giovanni Burtone Partito Democratico Sindaco

Sport


Ha sede a Militello la società di calcio A.S.D. Militello Val Catania, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.

Avevano sede nel comune: la società di pallavolo CPM Militello fondata nel 1979, che raggiunse il suo apice con i campionati di serie B e la società Assovolley. Hanno cessato entrambe l'attività. È invece attiva la società femminile Volley Club Militello.


Impianti sportivi


Strutture sia pubbliche che private.

-Palazzetto dello Sport -Stadio comunale, sito in Viale Regina Margherita (terra battuta) -Stadio comunale con relativa pista di atletica, sito in via Grenchen (erba naturale) -Piscina comunale -Campo da tennis -Campo da calcio a 5 (due impianti di cui uno privato)


Note


  1. Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2022.
  2. Scordia, a seguito dell'abolizione della feudalità e delle riforme amministrative del 1816-19, fu elevato a comune autonomo
  3. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 395, ISBN 88-11-30500-4.
  6. Abbotto Mario Aurelio, Militello in Val di Catania nella Storia, Edizioni Novecento
  7. Atti di Matrimonio, Archivio di Maria SS. della Provvidenza di Ramacca
  8. Atti di Matrimonio, Archivio di S. Maria della Stella di Militello in Val di Catania
  9. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. Città di Caltanissetta - Assessorato alla Crescita Territoriale; Patto di Comunità: Primo Parco mondiale, policentrico e diffuso, dello Stile di Vita Mediterraneo - Albo Pretorio: delibera n.136/2020 del 30/10/2020, su Città di Caltanissetta. URL consultato il 14 aprile 2022.
  11. http://amministratori.interno.it/

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 146914548 · SBN BVEL002231 · LCCN (EN) no2002020550 · GND (DE) 4545567-3 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2002020550
Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sicilia

На других языках


[de] Militello in Val di Catania

Militello in Val di Catania oder sizilianisch Militeddu in Val di Catania ist eine Gemeinde mit 7062 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Metropolitanstadt Catania in der Region Sizilien in Italien. Der Ort ist eine der spätbarocken Städte des Val di Noto, die von der UNESCO zum UNESCO-Welterbe erklärt wurden.

[en] Militello in Val di Catania

Militello in Val di Catania (Sicilian: Militeḍḍu) is a comune (municipality) in the Metropolitan City of Catania in the Italian region Sicily, located about 160 kilometres (99 mi) southeast of Palermo and about 35 kilometres (22 mi) southwest of Catania, on the last slopes of the Hyblaean Mountains. It has a railway station on the line Catania-Gela.

[es] Militello in Val di Catania

Militello in Val di Catania (Militeddu en siciliano) es un municipio italiano de cerca de 10 000 habitantes de la provincia de Catania (Sicilia), ubicado a unos 160 km al sureste de Palermo y alrededor de 35 km al suroeste de Catania, en las estribaciones de los montes Ibleos. Tiene estación de ferrocarril de la línea Catania-Gela.

[fr] Militello in Val di Catania

Militello in Val di Catania est une commune italienne de la province de Catane dans la région Sicile. La ville fait partie depuis 2002 de la Liste du Patrimoine Mondial de l'UNESCO, au sein des « Villes du Baroque tardif de la Vallée de Noto ».
- [it] Militello in Val di Catania

[ru] Милителло-ин-Валь-ди-Катания

Милителло-ин-Валь-ди-Катания (итал. Militello in Val di Catania) — коммуна в Италии, располагается в регионе Сицилия, подчиняется административному центру Катания.



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии