Licodia Eubea (Licuddìa in siciliano) è un comune italiano di 2 726 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia.
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Licodia Eubea comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Santo Randone (lista civica) dal 13-6-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 37°09′N 14°42′E |
Altitudine | 688 m s.l.m. |
Superficie | 112,45 km² |
Abitanti | 2 726[1] (31-8-2022) |
Densità | 24,24 ab./km² |
Comuni confinanti | Caltagirone, Chiaramonte Gulfi (RG), Giarratana (RG), Grammichele, Mazzarrone, Mineo, Monterosso Almo (RG), Vizzini |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 95040 |
Prefisso | 0933 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 087020 |
Cod. catastale | E578 |
Targa | CT |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | licodiani |
Patrono | santa Margherita |
Giorno festivo | 20 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Licodia Eubea sorge a 600 metri di altezza sul livello del mare, sul versante nord-occidentale dei Monti Iblei, e si adagia su due colli, quello del Castello medievale e quello del Calvario. Tra i due colli giace il quartiere "Carmine" con l'omonima chiesa. Il più grande corso d'acqua che attraversa il comune di Licodia Eubea è il fiume Dirillo, che forma nel suo territorio il Lago Dirillo, un bacino artificiale.
Il toponimo è composto da due elementi, di origine differente.
Il più antico è "Eubea", derivante dall'identificazione del territorio con il luogo in cui i calcidesi di Lentini fondarono, nel 650 a.C., una colonia con questo nome.
In seguito, durante il medioevo, il toponimo Eubea fu sostituito da "Licodia". Solo nel 1872 il Consiglio comunale decise di utilizzare entrambi i toponimi, aggiungendo a partire dal 1873 (RD n. 1224 del 13 gennaio) il nome di Eubea a quello di Licodia, da cui l'attuale toponimo di Licodia Eubea. Era convinzione, allora diffusa, che la cittadina fosse l'erede d'Euboia (Cluverio), la sub-colonia greca, fondata dai greci di Lentini verso la metà del VII sec. a.C. e distrutta da Gelone nel 482 a.C. (Erodoto).
Il monaco benedettino Francesco Maurolico (1494-1575), basò l'origine del toponimo Licodia sul fatto che i greci, traendo spunto dalla possibile forte presenza di branchi di lupi nel territorio Licodiano di allora, abbiano denominato il territorio con la parola lykos, vocabolo greco che vuol dire appunto lupo e che quindi potrebbe costituire l'origine dell'attuale nome, Licodia.
Invece, l'Abate Fazello dell'ordine dei Frati Predicatori e contemporaneo del Maurolico, disse su Licodia: «In elevata e scoscesa rupe è Licodia paese di nome saraceno, dove sono meravigliose ruine di antichità sebbene prostrate e sepolte in gran parte; vestigia di antica giacente Città». Nei documenti, il nome Licodia si riscontra per la prima volta in una donazione del 1105, da parte di Achi di Vizzini, di terre site in Licodia all'abbazia di Lipari e Patti dedicata a S.Bartolomeo e SS. Salvatore. Nel 1269, il nome Licodia unitamente al castello, nello Statum Castrum Siciliae.
Il ritrovamento di focolari e di ceramiche, risalenti al neolitico superiore, attesta la presenza di popolazioni autoctone, i Sicani, in territorio licodiano. Le notizie sulla fondazione di Licodia Eubea sono piuttosto incerte, ma le varie e molteplici testimonianze delle frequentazioni del passato portano a dare notevole credito all'identificazione dell'attuale abitato con l'antica Euboia fondata dai Calcidesi di Leontinoi nel 650 a.C. Infatti, dalle narrazioni di Tucidide, di Marcione di Eraclea e di Diodoro Siculo, risulta che una colonia di Calcidesi dell'Isola di Eubea, che approdarono a Messina, abbiano dato vita a diverse città, tra cui Eubea, nell'attuale sito di Licodia. I numerosi ritrovamenti archeologici di epoca ellenistica, le ceramiche di epoca classica rinvenute nei campi di Pizzo del Corno, gli scavi effettuati nel 1985 nel centro storico della cittadina, sono solo alcune delle testimonianze che tendono a confermare l'origine greca di Licodia. Molti dei reperti archeologici acquisiti negli anni mediante ritrovamenti e scavi sono stati raccolti ed esposti nel Museo Civico.
Durante il periodo normanno in Sicilia, il Monte di Licodia divenne un presidio militare di strategica importanza, provvisto di fortificazione, il castello di Licodia, la cui esistenza è storicamente attestata a partire dal 1272. Nel medioevo Licodia venne anche denominata "la Piccola Palermo", come ricordano gli anziani del luogo e molti libri di storia locale, (in siciliano detta Palermu u piccilu, per l'elevato numero di famiglie nobili nel suo territorio e quindi per la sua potenza commerciale e politica). La prima signoria documentata fu quella di Bertrando Artus, in epoca angioina. Con gli Aragonesi il feudo tornò sotto il controllo regio, fino al 1299, anno in cui re Federico III d'Aragona lo concesse a Ugolino Callari (o di Callaro), col titolo di conte. Passò poi alla famiglia Filangeri. Nel 1393 il re Martino I affidò le terre licodiane ad un'altra famiglia nobile, gli Adamar, signori di Santa Pau, da cui prenderà il nome il castello (Castello Santapau) e ai quali vennero affidati anche feudo e casale. Il periodo di maggior lustro Licodia l'ebbe nel XV e XVI secolo quando la famiglia Santa Pau ne governò il territorio. Dopo il terremoto del 1542, la popolazione si addensò attorno al castello, mentre l'area tra la Matrice e i Canali fu destinata ai conventi. Con la morte di Francesco nel 1590, si estinse la famiglia Santapau e Licodia, tramite Camilla, figlia naturale di Francesco e moglie di Muzio Ruffo, passò alla famiglia Ruffo di Calabria, insieme ai feudi annessi. Il terribile e devastante terremoto del Val di Noto, nell'anno 1693, distrusse quasi del tutto il castello, riducendolo agli attuali ruderi e diede l'avvio all'ulteriore espansione dell'abitato a nord dell'antico borgo nell'area dei conventi. I Ruffo amministrarono la terra di Licodia fino alla cessazione del sistema feudale nel 1812. Nel 1844 il centro fu elevato a capoluogo di circondario.
In seguito alla soppressione feudale, il paese fu inizialmente aggregato al comune di Vizzini per poi affrancarsi come comune autonomo nel 1844. Il nome di Licodia è anche legato a quello di Giovanni Verga, che vi ambientò molte delle sue novelle e romanzi (L'amante di Gramigna e Jeli il pastore su tutte). Licodia, sin dai primi anni del secolo scorso, subì una crisi demografica dovuta all'emigrazione di molti suoi cittadini, principalmente verso gli Stati Uniti, l'Australia, l'Argentina e il Canada. Oggi Licodia Eubea basa la sua economia principalmente sui prodotti agricoli come i cereali e l'uva da tavola.
Nel terribile e devastante terremoto del 1693 che colpì tutta la Val di Noto, Licodia contò molti danni sia materiali che umani, infatti ben 258 persone persero la vita sotto le rovine e moltissimi edifici tra religiosi e civili vennero gravemente danneggiati o rasi al suolo come accadde per il castello medievale Santapau. In particolare si tramanda la storia della chiesa "all'armi scacciati", le anime schiacciate, dove molte persone raccolte in preghiera all'interno del tempio, per scongiurare il sisma che già si era fatto sentire con piccole scosse, rimasero uccise a causa del terremoto.
Al contrario di molte città siciliane colpite dal sisma, Licodia fu ricostruita nello stesso luogo dove sorgeva in passato e i lavori di restauro per i maggiori edifici pubblici iniziarono subito. Alcuni edifici religiosi, come la chiesa del monte Calvario o la chiesa del Crocefisso rimasero illese mentre altri, come la chiesa madre o il convento dei cappuccini, furono in parte restaurati.
Lo stemma del comune di Licodia Eubea, concesso con D.P.R. n. 323 del 20 gennaio 1981[3], ha come simbolo un lupo rapace, tenente una bandiera di rosso, sostenuto da una pianura al naturale di verde. Il lupo si attribuisce a Licodia per il fatto che il nome della città deriva dal greco lukos, che vuol dire "lupo".
Sorge sul colle omonimo (Colle Castello) a poca distanza dal centro abitato di Licodia Eubea. Sorto probabilmente su una preesistente fortificazione normanna, fu costruito grazie all'intervento di Federico II di Svevia e assunse l'aspetto di un castello in epoca medioevale per mano di Manfredi di Sicilia durante l'agitato periodo che precede l'occupazione angioina. Nel 1275 venne assegnato al nobile francese Gerardo de Artus, ed in seguito si susseguirono i Santapau e i Ruffo. Venne semidistrutto dal terremoto del 1693, infatti, oggi è possibile ammirare diversi resti di mura e soffitti e un torrione cilindrico. Una feritoia e una porta sono ancora visibili.
Particolarmente notevole il settecentesco prospetto, riportabile al gusto tardo barocco dell'area siracusana-iblea. Una parte del piano, caratterizzato da ampi saloni, è stato acquistato dal comune per uso culturale.
Il parco comunale si trova nel centro storico di Licodia Eubea e dà sul corso principale del paese. Fu intitolato ai marchesi Santapau che governarono Licodia per quasi due secoli. La villa comunale venne costruita nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso. Il parco è dotato di una fontana che abbellisce una delle piazzette circondate da vaste zone alberate. All'interno della villa c'è inoltre un parco giochi e un anfiteatro, costruito contemporaneamente alla villa. L'anfiteatro è costituito da tribune stile teatro greco-romano e da un'ampia piazza circolare su cui è posizionato il palcoscenico. La villa comunale assume particolare importanza nelle varie festività, soprattutto estive, ospitando nel suo anfiteatro spettacoli di vario genere, quali concerti e opere teatrali.
Nella contrada che si estende sotto il lato sud del monte Calvario, nel 1990 furono ritrovati dei loculi di una necropoli databile al 450 a.C. Gli scavi sul sito furono avviati dopo il ritrovamento casuale di alcuni loculi durante la costruzione della caserma dell'arma dei Carabinieri. L'area dove è situata la necropoli è oggi edificata in seguito alla recente espansione dell'abitato.
Le sepolture della necropoli in questione sono tutte multiple e riescono a contenere dai tre ai sette defunti probabilmente della stessa famiglia. Fu trovata una rara sepoltura di un uomo tumulato con il suo stesso cavallo; una sepoltura simile era stata già rinvenuta al Calvario qualche tempo prima. Furono recuperati vari oggetti che componevano il corredo funebre dei defunti, tra cui gioielli in oro, argento e bronzo e altri oggetti di uso comune. Inoltre si trovarono numerose ceramiche decorate fra le quali una kelebe a figure rosse, un'oinochoe a bocca trilobata a figure nere e uno skyphos a figure rosse. Fu anche portato alla luce un sarcofago destinato presumibilmente ospitare una persona molto importante, mai utilizzato. Tutti i ritrovamenti sono considerati di pregevole rilevanza artistica e storica.
Nella stessa zona si trovano dei resti di abitazioni greche del VI, V e IV secolo a.C., con un laboratorio di manifatture in argilla.
Abitanti censiti[4]
A Licodia Eubea si parla la lingua siciliana nella variante catanese, al contrario di alcuni paesi vicini che, a causa della vicinanza alla provincia di Ragusa, usano una cadenza tipica ragusana. A Licodia si è sempre fatto un uso molto ampio del dialetto. Diverse sono le opere scritte o tramandate da padre in figlio in dialetto licodiano. Soprattutto per la Settimana Santa sono molteplici i canti popolari cantati tutt'oggi per narrare la passione del Cristo morto sulla croce e per descrivere il dolore della Madonna Addolorata che vede patire il figlio. Le più famose composizioni sono il Rosario del Crocefisso, le Sette Spade (Setti Spati, in lingua siciliana), che racconta i sette dolori di Maria Vergine, e il rosario dedicato alla patrona Santa Margherita V.M. Queste opere dialettali risultano essere oltre trenta. Ecco uno stralcio dell'inno tradizionale di Licodia Eubea intitolato, A Licuddia, composto dall'insegnante Maria Falcone Albo:
«Sapiti u ma paisi è Licuddia, ricca di aria fina e di culuri e duci e sempri bedda a tutti l'uri o cu l'allustru a luna o cu lu suli, o Licuddiuzza mia o Licuddia.» |
(A Licuddia, di M. Falcone Albo) |
«Sapete, il mio paese è Licodia, ricco di aria fine e di colore, è dolce e sempre bella in tutte le ore, sia con la luna che con il sole, o Licodiuccia mia, o Licodia.» |
L'antica vergine e martire Margherita d'Antiochia di Pisidia, è da sempre venerata a Licodia quale patrona, insieme a Sant'Antonio Abate.
Il popolo la invocava quale Patrona Particolare dell'abitato già nel XVII secolo, tanto che lo stesso Rocco Pirri, nella sua Sicilia Sacra, la menziona come tale.[5]
È certo che un luogo di culto a lei dedicato era presente a Licodia già nel 1583, quando il Canonico Don Martino La Russa, morendo, designò con atto testamentario erede universale del suo enorme patrimonio, la Chiesa di Santa Margherita.
Non va escluso, come suppone Padre Leonardo Ciavola da Licodia in un suo scritto, che già nel XIII secolo fosse presente una piccola cappella a lei dedicata lungo le pendici del colle castello, non distante dal luogo in cui sorge l'attuale Basilica Chiesa Madre a lei dedicata.
Nel 1903, facendosi interprete della forte venerazione tra il popolo e della storia antichissima del culto di Santa Margherita a Licodia, il sapiente sacerdote cappuccino Padre Francesco Lo Bartolo da Licodia (1872 - 1945), avviò le pratiche che richiedevano alla Santa Congregazione per i Riti, il Decreto che nominasse la martire "Patrona Principale" della città. Il Decreto venne approvato da S.S Pio X il 12 aprile del 1905.[6]
Dal 2022 il paese fa parte del progetto del Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo insieme ad altre 103 città del centro Sicilia.[7]
La biblioteca comunale di Licodia Eubea è oggi sita in vico La Russa, vicino alla chiesa del Crocifisso o Ospedale. La biblioteca fu istituita ufficialmente nel 1972 e cominciò la sua attività vera e propria nel 1979. Fu una biblioteca pioniere. Dal 1996 la biblioteca possiede un primo database e oggi è fornita di nuovissimi mezzi informatici e tecnologici. In passato la biblioteca aveva sede presso l'ex struttura scolastica del quartiere Carmine. La biblioteca è fornita di circa 15.000 volumi e di un'ampia sala lettura.
Il museo civico archeologico Antonino Di Vita è ospitato in locali comunali. In quest'area museale archeologica si conservano diversi ritrovamenti relativi a materiale di importazione greca e a vasellame, con i tipici motivi geometrici che identificano la Facies di Licodia e di Santo Cono Piano Notaro, rinvenuti nel territorio di Licodia Eubea. Gran parte dei ritrovamenti furono portati alla luce da Paolo Orsi e successivamente da diversi scavi degli anni '80 e '90 del novecento a opera della sovrintendenza con l'aiuto dei volontari dell'Archeoclub di Licodia Eubea. Il museo si divide in tre sezioni:
Il museo etnografico è sito presso dei locali terragni che danno sul chiostro dell'ex Monastero di San Benedetto e Santa Chiara a Licodia Eubea.
Questo museo raccoglie gli utensili originali relativi alle attività artigianali e agricole del territorio, in uso sino a qualche decennio fa.
La collezione presenta un vasto numero di arnesi riconducibili al lavoro del calzolaio, oltre che al duro lavoro della mietitura. Tutti i pezzi sono donazioni dei cittadini di Licodia. Il museo è stato intitolato a Padre Matteo Coniglione O.P. (Licodia E., 1879 - Catania, 1964).
La patacò è un piatto tipico di Licodia Eubea, un tempo chiamato piatto dei poveri, visto che era la base dell'alimentazione della povera gente nei mesi più freddi dell'anno. Ancora oggi è abitudine la preparazione di questa pietanza nelle famiglie licodiane. La patacò è ricavata dalla farina di cicerchia avente tipico colore giallastro. La farina si mischia con l'acqua in modo da fare una sorta di polenta che si arricchisce con l'aggiunta di broccoli, salsiccia a pezzetti, olio, pepe e sale quanto ne basta. Prima di cucinare la patacò occorre fare un soffritto con aglio da mischiare anch'esso con la patacò. Questo piatto si mangia generalmente caldo e un tempo era solito consumarsi a colazione.
La pagnuccata è un piatto tipico siciliano molto comune anche a Licodia Eubea, dove è solito prepararsi nei mesi freddi e in particolare a Natale e a Pasqua ma soprattutto per il carnevale. Questo dolce tipico a Licodia presenta una forma più minuta confronto alle altre zone in cui viene preparato. Il tutto è composto da un impasto di farina e uova che poi vanno a comporre dei condoni che vengono tagliati in piccole palline. Dopo questo procedimenti le palline vengono immerse dentro il miele sciolto con lo zucchero.
Premio internazionale Lupo d'Oro, spettacolo nato nel 1982 e dal 2008 viene fatto cadere in corrispondenza della festa dell'uva. Il premio lupo d'oro prende il nome dallo stemma di Licodia Eubea, e premia a nome del comune di Licodia, con una medaglia d'oro, persone che si sono distinte nel campo dell'arte, cultura o giustizia. Tra i premiati dal lupo d'oro spiccano i nomi di Pippo Baudo, il cardinale Angelo Comastri, Katia Ricciarelli, Leo Gullotta e molti altri personaggi famosi.
Regno d'Italia
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1866 | 1867 | Cav. Aliotta Eugenio | sindaco | ||
1867 | 1872 | Vassallo Giuseppe | sindaco | ||
1872 | 1878 | Cav. Gandolfo Giovanni | sindaco | ||
1878 | 1883 | Vassallo Giuseppe | sindaco | ||
1883 | 1887 | Aliotta Giuseppe | sindaco | ||
1887 | 1890 | Cav. Di Stefano Ignazio | sindaco | ||
1890 | 1891 | Cav. Pelli Arnaldo | Comm. Regio | ||
1891 | 1893 | Cav. Gandolfo Giovanni | sindaco | ||
1893 | 1895 | Cav. Gandolfo Giuseppe | sindaco | ||
1895 | 1898 | Cav. Gandolfo Giovanni | sindaco | ||
1898 | 1900 | Cav. Aliotta Giuseppe | sindaco | ||
1900 | 1900 | Cav. D'Alessandro Salvatore | Comm. Regio | ||
1900 | 1903 | Vassallo Di Stefano Michele | sindaco | ||
1903 | 1903 | Dr. Bartoletta Marcello | Comm. Regio | ||
1903 | 1907 | Vassallo Di Stefano Michele | sindaco | ||
1907 | 1908 | Rag. Lombardo Ugo | Comm. Regio | ||
1908 | 1913 | Avv. Di Pietro Sebastiano | sindaco | ||
1913 | 1914 | Avv. Di Vita Antonino | sindaco | ||
1914 | 1916 | Cav. Aliotta Giuseppe | Comm. pref. | ||
1916 | 1918 | Cav. Di Pietro Sebastiano | Comm. Regio | ||
1918 | 1920 | Cav. Aliotta Sebastiano | sindaco | ||
1920 | 1923 | Cav. Di Stefano Vassallo Michele | sindaco | ||
1923 | 1923 | Dott. Tornabene Gaetano | Comm. pref. | ||
1923 | 1923 | Cav. De Gregorio Giuseppe | Comm. pref. | ||
1923 | 1923 | Cav. Dr. Covelli Achille | Comm. pref. | ||
1923 | 1924 | Canzano Agatino Giuseppe | Comm. pref. | ||
1924 | 1925 | Rag. Macina Giocchino | Comm. pref. | ||
1925 | 1925 | Avv. Verderame Concetto | Comm. pref. | ||
1925 | 1928 | Cav. Scacco Gaetano | sindaco | ||
1928 | 1929 | Cav. Cap/no Rizzo Gaetano | Podestà | ||
1929 | 1930 | Bonnici S. | Comm. prefettizio | ||
1930 | 1933 | Cav. Dr. Lentini Arturo | Comm. pref. | ||
1933 | 1936 | Farmacista Lo Bartolo Francesco | Podestà | ||
1936 | 1938 | Avv. Pepi Alfonso | Podestà | ||
1938 | 1938 | Cav. Rag. Messina Carmelo | Comm. pref. | ||
1938 | 1939 | Avv. Santagati Antonio | Comm. pref. | ||
1939 | 1940 | Sig. Vassallo Salvatore | Comm. pref. | ||
1940 | 1940 | Sig. Vassallo Salvatore | Podestà | ||
1940 | 1942 | Dott. Sciuto Federico | Comm. pref. | ||
1942 | 1944 | Dr. Vassallo Mario | Comm. pref. | ||
1944 | 1946 | Sig. Vacirca Caruso Giuseppe | sindaco | ||
Repubblica Italiana
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1946 | 1952 | Dr.Giuseppe di Gregorio | sindaco | ||
1952 | 1954 | Dr.Giuseppe Aparo | sindaco | ||
1954 | 1956 | Cav.Francesco Gurfolino | sindaco | ||
1956 | 1957 | Dr. Vincenzo Licciardi | sindaco | ||
1957 | 1957 | Dr.Rosario Odierne | Comm. pref. | ||
1957 | 1958 | Ins.Emanuele Armao | Comm. pref. | ||
1958 | 1962 | Dr. Vincenzo Licciardi | sindaco | ||
1962 | 1964 | Dr. Vincenzo Zappulla | Movimento Sociale Italiano | sindaco | |
1964 | 1965 | Prof. Sebastiano Fede | sindaco | ||
1965 | 1967 | Dr. Vincenzo Verga | sindaco | ||
1967 | 1988 | Dr. Nunzio Li Rosi | Democrazia Cristiana | sindaco | |
22 giugno 1988 | 22 gennaio 1992 | Manfredi Angelo Lo Blanco | Partito Comunista Italiano | Sindaco | Partito Socialista Italiano[8] |
22 gennaio 1992 | 1992 | Dr. Elio Di Prazza | Comm. regionale | ||
1992 | 8 giugno 1993 | Avv. Nicolò Lo Giudice | Comm. straordinario | ||
8 giugno 1993 | 1º dicembre 1997 | Prof. Manfredi Lo Blanco | Partito Democratico della Sinistra | sindaco | [8] |
1º dicembre 1997 | 28 maggio 2002 | Ingegn. Massimo Di Grazia | Alleanza Nazionale | sindaco | Alleanza Nazionale-Partito Popolare Italiano-Forza Italia[8] |
28 maggio 2002 | 31 ottobre 2006 | Dr. Nunzio Li Rosi | Unione di Centro | sindaco | La Casa dei Licodiani-CCD-CDU(Unione di Centro)-Forza Italia -Liberalsocialisti-Nuova Sicilia[8] |
28 novembre 2006 | 15 maggio 2007 | Gaspare Sinatra | Comm. straordinario | [8] | |
15 maggio 2007 | 6 maggio 2012 | Dr. Nunzio Li Rosi | Movimento per le Autonomie | sindaco | -succ appoggio esterno La destra- |
6 maggio 2012 | 11 giugno 2017 | Giovanni Verga | Partito Democratico | sindaco | Partito Democratico,Popolo delle Libertà(corrente colombe- Alfano,succ.NCD,succ.AP)Rifondazione Comunista |
11 giugno 2017 | 14 giugno 2022 | Giovanni Verga | Partito Democratico | sindaco | Parito Democratico-Italia Viva-indipendenti di destra-indipendenti di sinistra |
15 giugno 2022 | in corso | Santo Randone | Sindaco | [8] | |
La piscina comunale di Licodia Eubea è sita nella zona nuova dell'abitato in viale Regione siciliana ed è di recente costruzione. La struttura è costituita da due vasche, una più piccola e l'altra semi-olimpionica di maggiori misure. Vicino alla piscina comunale è presente il campo sportivo comunale con l'annesso campetto di calcio a 5. Il campo da calcio fu sistemato negli anni settanta con la costruzione delle tribune e degli spogliatoi.
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