Fraore è una piccola frazione del comune di Parma, appartenente ai quartieri Golese, a nord della linea ferroviaria Milano-Bologna, e San Pancrazio, a sud della stessa.
Fraore frazione | |
---|---|
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°49′09.7″N 10°15′41.7″E |
Abitanti | 200 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43126 |
Prefisso | 0521 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
La località è situata 7,68 km a ovest del centro della città.[1]
La frazione sorge in posizione pianeggiante tra le campagne a ovest di Parma.
La località era nota originariamente in latino come Fabrorium,[2] col significato di fabbro, trasformato in epoca medievale in Fabrorio e successivamente in Fabrure.[3]
Le più antiche tracce della presenza umana nel territorio di Fraore risalgono all'età del rame, come testimoniato dal rinvenimento nel 1999 di una sepoltura maschile in zona Oratorio.[4]
Durante la media età del bronzo si svilupparono due villaggi terramaricoli, noti come "Terramara dell'Oratorio", più a est, e "Terramara della Vallazza", più a ovest; benché ravvicinati, erano probabilmente due centri abitati distinti, uno maggiore e uno minore, e furono contemporaneamente abitati fino all'età del bronzo recente.[5][6]
La zona continuò a essere occupata da insediamenti stabili anche nel corso dell'età del ferro; al V secolo a.C. risale infatti la sepoltura di una donna di rango elevato, portata alla luce nel 1864 dall'archeologo Luigi Pigorini; al suo interno furono rinvenuti nel corso degli scavi vari oggetti, tra cui gioielli in oro e argento e una cista in bronzo, di fattura probabilmente etrusco-padana, benché alcuni elementi siano forse ascrivibili alla cultura di Golasecca.[7]
In epoca romana la zona fu frazionata in centurie, in parte ancora visibili nell'odierna suddivisione del territorio; a tale periodo risale una villa collocata circa 600 m a nord della via Emilia, i cui resti furono portati alla luce nel corso di due distinte campagne di scavi tra il 1998 e il 2008.[8]
Nell'Alto Medioevo Fabrorio fu menzionata con altre località nel 962 nell'atto, di dubbia autenticità, in cui l'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia riconobbe al vescovo di Parma Oberto l'autorità, oltre che sulla città, anche su 3 miglia di contado intorno a essa.[9]
Entro il XII secolo nel piccolo borgo fu edificata una cappella, testimoniata per la prima volta in una pergamena del 1140.[10]
Nel 1266 il Comune di Parma, constatando la mancanza di difese in alcune località poste nei dintorni della città, tra cui Fraore, ordinò ai loro abitanti di erigere nelle vicinanze delle rispettive chiese le necessarie strutture fortificate.[11]
Nel 1325 le truppe di Azzone Visconti, alleate dei Pallavicino, attaccarono il Parmense, saccheggiando i borghi di Vicofertile, Vigolante, Madregolo, Bianconese, Fontevivo, Fraore, Baganzola, Vicomero, Pietrabaldana, Viarolo, Collecchio, San Martino Sinzano, Felino, Medesano e Borgo San Donnino.[12]
Fino all'abolizione dei diritti feudali sancita da Napoleone nel 1805, Fraore fu assegnata ai marchesi Lalatta, già proprietari di numerose terre nella zona;[3] in seguito, per effetto del decreto Nardon del 1806, la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di San Pancrazio Parmense,[13] soppresso e annesso nel 1943 al comune di Parma.[14]
A partire dalla seconda metà del XX secolo, nella porzione di territorio di Fraore adiacente a via Cremonese e a Fognano, grazie alla sua vicinanza alla città, si sviluppò un popoloso quartiere, denominato Fognano Nuova.[3]
Nel 2002 la porzione di territorio a nord della linea ferroviaria Milano-Bologna, comprendente la maggior parte della frazione di Fraore, con la chiesa di San Terenziano, fu separata dal quartiere di San Pancrazio e assegnata a quello di Golese.[3]
Menzionata per la prima volta nel 1140 tra le dipendenze del monastero di Sant'Alessandro, la chiesa romanica fu elevata a sede parrocchiale entro il 1564; ampliata e ristrutturata in stile barocco nel 1730, fu arricchita nel 1733 della nuova facciata progettata da Pietro e Paolo Bettoli; il tempio è dotato di due cappelle laterali.[10][15]
Altri progetti
![]() |