Baganzola è una frazione del comune di Parma, posizionata a nord della città nel quartiere Golese, oltre l'autostrada Milano-Bologna e il tratto ferroviario T.A.V. sul lato sinistro del torrente Parma.
![]() |
Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati dell'Emilia-Romagna non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
![]() |
Questa voce o sezione sull'argomento Emilia-Romagna non è ancora formattata secondo gli standard.
|
Baganzola frazione | |
---|---|
Baganzola | |
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°51′18.47″N 10°18′25.42″E |
Altitudine | 40 m s.l.m. |
Abitanti | 2 080 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43126 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | baganzolesi |
Patrono | santi Pietro e Paolo |
Cartografia | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Testimonianze sulla presenza di comunità abitative nella zona furono apportate già nel 2006, con importanti ritrovamenti riconducibili all'età del Rame e sulle "Terramare", cioè edificazioni palafitticole dell'età del Bronzo (1600-1200 a.C.) per via di numerose inondazioni fluviali. Non meno preziosi i ritrovamenti di epoche Preromaniche (Etruschi e Celti) e Romaniche (Liguri e Romani) effettuati nel corso della realizzazione della linea ad alta velocità (TAV), durante le prospezioni geofisiche, di superficie e quelle stratigrafiche che hanno portato alla luce un probabile insediamento rustico di età romana e un abitato dell'età del Ferro e la relativa necropoli con cinerari biconici. Dopo la caduta dell'Impero Romano e la rovinosa guerra greco-gotica del VI secolo, si hanno notizie su Baganzola solo dopo le conquiste longobarde e ai successivi insediamenti agricoli e religiosi.
Nel 989 il re d'Italia Ottone III di Sassonia confermò al vescovo di Parma Sigefredo II i diritti su Parma e su numerosi castelli e borghi del Parmense, tra cui Baganciola.[1]
Più precisi e dettagliati i successivi cenni storici sul paese, consegnato nel marzo del 1435 dal duca di Milano Filippo Maria Visconti nelle mani dei conti Valeri, che mantennero i diritti feudali fino alla loro abolizione sancita da Napoleone nel 1805. A testimonianza del loro dominio rimane il torrione, unico superstite del quadrilatero difensivo di origine quattrocentesca, rappresentato in un'antica pergamena e nell'incisione su di un mattone dello stesso torrione (1438). La toponimia di Baganzola ("Baganzuola") figura nella Galleria delle carte geografiche ai Musei Vaticani nella carta che raffigura la Battaglia di Fornovo.
Nel 1806 Baganzola, durante l'amministrazione Napoleonica, divenne sede comunale del Comune di Golese. Nel 1943 l'intero territorio di Golese fu assorbito dal comune di Parma di cui ancora oggi fa parte come quartiere cittadino.
Baganzola assunse un rilevante ruolo industriale nel secondo dopoguerra, dopo un inizio di secolo con prevalenti attività agricole, quando vide l'affermarsi di un'importante industria locale d'arredamento: la Salvarani che divenne ben presto leader in Europa nel settore delle cucine componibili. L'azienda fu una delle prime in Italia e credere nelle sponsorizzazioni sportive. Ampliò il proprio mercato internazionale dando vita per un decennio (1963-1972) ad una squadra ciclistica di livello internazionale con, nel proprio organico, Vittorio Adorni, Felice Gimondi, e Marino Basso, e contribuì in modo decisivo alla rinascita del calcio cittadino partecipando al progetto AC Parmense 1968 (poi Parma AC) ancor prima del fallimento del vecchio Parma.
In seguito al fallimento della Salvarani, nel 1982, l'area industriale occupata dallo stabilimento presso l'abitato di Baganzola fu riconvertita in spazi abitativi e attività commerciali, mentre il complesso successivo costruito oltre l'autostrada fu parzialmente sostituito dal complesso fieristico e in parte demolito nel 2009.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Pietro Apostolo (Parma, Baganzola). |
Edificata in epoca medievale, la cappella originaria fu distrutta intorno al 1100 da un'alluvione e fu successivamente ricostruita in stile romanico; modificata e notevolmente ampliata nella prima metà del XV secolo, fu restaurata nel 1881 e ristrutturata nel 1911, con la costruzione dell'abside e delle cappelle e la sopraelevazione del campanile in stile neoromanico; restaurata nuovamente nel 1933, fu interessata da altri lavori tra il 1994 e il 1998. La chiesa neoclassica, sviluppata su un impianto a tre navate, conserva intatta la metà inferiore della torre campanaria duecentesca, rivestita in pietre di fiume e mattoni; all'interno l'abside è ornata con un grande dipinto murario rappresentante Cristo risorto tra i Santi Pietro e Paolo, eseguito tra il 1994 e il 1998.[2]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Torrione di Baganzola. |
Edificato originariamente nel 1314 da Bonifacio Aldighieri, su approvazione di Giberto III da Correggio, il castello di Baganzola fu distrutto l'anno seguente da Matteo da Correggio, ribellatosi allo zio; ricostruito da Paolo Aldighieri, il maniero fu nuovamente devastato nel 1325 dalle truppe di Azzone Visconti, alleato dei Pallavicino; in seguito all'assegnazione nel 1435 del territorio baganzolese ad Andrea Valeri, probabilmente sulle sue rovine fu innalzato l'attuale torrione tardo-medievale, completato nel 1438, che rimase ai conti Valeri fino all'abolizione napoleonica dei diritti feudali del 1805; acquistato da privati, l'edificio fu successivamente modificato e trasformato in abitazione.[3]
All'interno del territorio di Baganzola, in adiacenza all'autostrada, ha sede il vasto quartiere fieristico della città di Parma, sorto sul luogo del dismesso stabilimento della Salvarani.
Altri progetti
![]() |