Cherasco (Cherasch in piemontese) è un comune italiano di 9 367 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte, situato 21 km ad ovest di Alba.
Cherasco comune | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Carlo Davico (lista civica) dal 27-5-2019 | |
Territorio | ||
Coordinate | 44°39′N 7°52′E | |
Altitudine | 288 m s.l.m. | |
Superficie | 81,54 km² | |
Abitanti | 9 367[1] (31-8-2020) | |
Densità | 114,88 ab./km² | |
Frazioni | Bricco de' Faule, Cappellazzo, Corno, San Bartolomeo, Meane, Picchi, Roreto, San Giovanni, San Gregorio, San Martino, Sant'Antonino, Veglia | |
Comuni confinanti | Bra, Cavallermaggiore, Cervere, La Morra, Marene, Narzole, Salmour | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 12062 | |
Prefisso | 0172 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 004067 | |
Cod. catastale | C599 | |
Targa | CN | |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] | |
Cl. climatica | zona E, 2 612 GG[3] | |
Nome abitanti | cheraschesi | |
Patrono | Cristo risorto, san Virginio, sant'Euflamia | |
Giorno festivo | secondo lunedì dopo Pasqua | |
Motto | Urbs firmissima pacis | |
Cartografia | ||
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Sito istituzionale | ||
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Si trova in un pianalto alla confluenza dei fiumi Stura di Demonte e Tanaro (tra i due, lo Stura presenta una maggiore portata media alla confluenza, 47 m³/s contro 41).
Cherasco nasce nel 1243, per volontà del vicario imperiale di Federico II di Svevia, Manfredi II Lancia, appartenente a un ramo cadetto della dinastia degli Aleramici e Sarlo di Drua, podestà di Alba. Già in età romana esisteva un borgo, chiamato Clerascum, presso il quale il vicario imperiale Lancia volle far edificare il nuovo paese. In ogni caso, Cherasco passò rapidamente alla fazione guelfa di Carlo d'Angiò, tradendo così la sua fondazione ghibellina.
Come comune libero e indipendente, nei torbidi periodi delle lotte comunali, Cherasco passò nuovamente ai ghibellini insieme ad Alba, Asti e Chieri, nel 1277. Nel 1303 la città dovette cedere la sua autonomia agli Angiò e quindi, nel 1347, ad Amedeo VI di Savoia.
Un cruento assedio, nel 1348, scacciò i Savoia e vide padrone del comune Luchino Visconti (signore di Milano), che vi farà erigere un proprio castello. Durante il periodo visconteo, gli uomini di Cherasco furono spesso mobilitati per operazioni militari, come nel 1354, quando la comunità dovette inviare a Giovanni Visconti 100 fanti[4]. Passato nella dote della figlia Valentina Visconti, andata sposa a Luigi I di Valois-Orléans, venne ceduto ai francesi, e solo nel 1559 i Savoia riuscirono a riappropriarsene, grazie al trattato di Pace di Cateau-Cambrésis.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Trattato di Cherasco. |
Dal 1559 iniziò un nuovo periodo di splendore. La città fu dotata di mura ideate da Ascanio Vittozzi. Quando nel 1630 scoppiò la peste in Piemonte, Cherasco ospitò la corte ducale: terminato il pericolo, venne fatto erigere nel 1647 l'Arco del Belvedere, uno dei simboli del paese.
Il 7 aprile 1631 Vittorio Amedeo I di Savoia, Giulio Mazzarino ed i rappresentanti di Sacro Romano Impero, Mantova e Spagna vi firmarono la pace che poneva fine alla guerra per la successione del ducato di Mantova, cui era annesso anche il Monferrato, riconoscendo a Carlo I Gonzaga la signoria sul Ducato di Mantova ed al Ducato di Savoia Trino ed Alba.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Armistizio di Cherasco. |
Il mattino del 23 aprile 1796 i Francesi assediarono Cherasco, che si arrese alla sera con richiesta di armistizio da parte del generale Michele Colli, comandante dei piemontesi. Napoleone Bonaparte entrò quindi in città e vi prese alloggio a Palazzo Salmatoris.
Napoleone, pur sostenendo di non essere autorizzato a trattare in nome del Direttorio, impose le condizioni dell'armistizio di Cherasco, con il quale si ridisegnava la geografia dei domini sabaudi. L'armistizio fu approvato da Vittorio Amedeo III il 28 aprile e confermato dalla Pace di Parigi del 15 maggio.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Resistenza nel comune di Cherasco. |
Il comune di Cherasco partecipò attivamente alla lotta di Resistenza partigiana[5][6] e qui si svolsero numerosi scontri che causarono numerose vittime fra i suoi cittadini, anche con fucilazioni di massa ed eccidi. In virtù dei meriti nel corso della Resistenza, alla città è stata assegnata la "Medaglia d'argento al valor civile".[7]
La città di Cherasco gode del titolo di conte di Narzole a memoria della decisione assunta il 25 maggio 1695 dal Duca di Savoia, con conforme parere dei Magistrati, del Senato e della Camera de' Conti, di infeudarle il luogo e territorio di Narzole. Nel 1469 Narzole era feudo dei Borromeo; successivamente la comunità di Cherasco ebbe su di esso il privilegio del finaggio e della vicaria ma poi la Camera de' Conti decise di staccarlo da Cherasco e infeudarlo diversamente. Ne nacque una contesa, iniziata nel 1650 con un memoriale indirizzato dalla città al Duca di Savoia e conclusa nel 1695 col citato titolo nobiliare.[8]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Comunità ebraica di Cherasco. |
Cherasco fu sede, dal XVI secolo fino agli inizi del Novecento, di una piccola, ma fiorente comunità ebraica. A testimonianza della sua storia restano la sinagoga settecentesca nel grande caseggiato del ghetto (ancor oggi identificabile all'angolo tra le odierne via Marconi e via Vittorio Emanuele), dove tra il 1740 e il 1848 risiedettero gli ebrei di Cherasco, ed il piccolo cimitero nella via Salita vecchia, all'ingresso del paese.[9]
Urbs Firmissima Pacis
![]() | Medaglia d'argento al merito civile |
«La Comunità cheraschese, sconvolta dalle feroci rappresaglie dell'occupante nazifascista, offrendo uomini alle formazioni partigiane, partecipava con eroico coraggio e indomito spirito patriottico alla guerra di Liberazione, sopportando la perdita di un numero elevato dei suoi figli migliori. Luminoso esempio di profonda fede nei valori della libertà e della democrazia.» — Cherasco (CN), 8 settembre 1943-25 aprile 1945 |
Si trova nel cuore della città e prende il nome dal nobile locale Giovanni di Audino Salmatoris, che lo fece costruire nel 1620.
Detto anche "palazzo della Pace", è stato testimone di importanti eventi storici della città, fra cui:
Già nei secoli passati il palazzo è stato sottoposto a una serie di ristrutturazioni; acquisita nel 1983 dall'amministrazione comunale e restaurato negli anni '90, oggi costituisce un importante centro culturale e ospita mostre d'arte di livello internazionale.
L'edificio fa parte del circuito "Castelli Aperti" del Basso Piemonte.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Sinagoga di Cherasco. |
Costruita nel XVIII secolo all'interno dell'antico ghetto della città (istituito nel 1725 e abolito da Carlo Alberto nel 1848), è una testimonianza della presenza ebraica, che tuttavia risale a tempi ancora precedenti. È costituita da una piccola sala quadrangolare con pareti decorate da iscrizioni in ebraico e arredamenti in legno intagliato.
Questo monumento, inaugurato a maggio 2016, voluto e realizzato dai Cheraschesi Marco Bogetti e Paolo Monchio in collaborazione con l'amministrazione cittadina e con la collaborazione dell'associazione "Quelli di Via Filadelfia", è il primo in Piemonte, dedicato ai 39 tifosi della Juventus che persero tragicamente la vita durante la finale della Coppa dei Campioni, svoltasi a Bruxelles il 29 maggio 1985[14].
Cherasco è conurbata a Bra dalla fine degli anni '90: questo ha causato l'aumento demografico apprezzabile nel grafico.
Abitanti censiti[15]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Cherasco sono 894[16], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[17]:
Nel 1881[18] un giovane pasticcere cheraschese, di ritorno da un periodo di apprendistato a Torino, fondò la pasticceria Barbero. Nella nuova confetteria vennero prodotti per la prima volta i baci di Cherasco, un cioccolatino che con il tempo diventò caratteristico della cittadina.
La cucina tipica langarola, portata avanti dai tanti ristoranti presenti, risente anche della pratica dell'elicicoltura.
Da più di trent’anni, si svolge almeno quattro volte l'anno il Mercato dell'Antiquariato, giunto nel 2022 alla 120ª edizione ed il centro storico diventa completamente pedonale, con centinaia di espositori e con i loro banchi sparpagliati per le vie ortogonali, tra i palazzi barocchi, le chiese seicentesche e le piazzette suggestive, con un successo di pubblico che è stato crescente nel tempo.
Il comune si compone del capoluogo e di dodici frazioni circostanti.
Negli ultimi cinquant'anni, a partire dal 1971, vi è stato un aumento della popolazione residente pari al 50 %.
Nel territorio comunale è presente un impianto per la produzione di energia idroelettrica.
Cherasco era servita di una propria stazione ferroviaria posta lungo la Ferrovia Bra-Ceva.
La ferrovia è stata chiusa in seguito ai danni subiti dalla alluvione del 1994 e da quel momento la stazione è attiva solo per traffico merci verso Bra.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2004 | 2009 | Pier Luigi Ghigo | lista civica | Sindaco | |
2009 | 2014 | Claudio Bogetti | lista civica | Sindaco | |
2014 | 2019 | Claudio Bogetti | lista civica | Sindaco | II mandato |
2019 | in carica | Carlo Davico | lista civica | Sindaco | |
Club calcistico locale è la U.S. Cheraschese : fondata nel 1904, ha sempre militato nelle divisioni dilettantistiche[20]
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 139280267 · J9U (EN, HE) 987007540303505171 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr95003716 |
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