Trino (Trin in piemontese, talvolta anche Trino Vercellese) è un comune italiano di 6 722 abitanti[1] situato nella provincia di Vercelli, in Piemonte. Sorge circa 17 chilometri a sud-ovest del capoluogo, poco discosto dalla riva sinistra del Po ed ai piedi delle colline del Monferrato.
Trino comune | |
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Veduta del campanile della chiesa di San Domenico | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Vercelli |
Amministrazione | |
Sindaco | Daniele Pane (Trino Robella Migliore) dall'11-6-2018 |
Territorio | |
Coordinate | 45°12′00″N 8°18′00″E |
Altitudine | 130 m s.l.m. |
Superficie | 70,61 km² |
Abitanti | 6 722[1] (31-12-2021) |
Densità | 95,2 ab./km² |
Frazioni | Leri Cavour, Lucedio, Robella, Castelmerlino, Darola, Montarolo, Ramezzana |
Comuni confinanti | Bianzè, Camino (AL), Costanzana, Fontanetto Po, Livorno Ferraris, Morano sul Po (AL), Palazzolo Vercellese, Ronsecco, Tricerro |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 13039 |
Prefisso | 0161 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 002148 |
Cod. catastale | L429 |
Targa | VC |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 793 GG[3] |
Nome abitanti | trinesi |
Patrono | san Bartolomeo |
Giorno festivo | 24 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Trino all'interno della provincia di Vercelli | |
Sito istituzionale | |
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È il terzo comune della provincia per estensione territoriale (il sesto per popolazione), dopo Vercelli e Alagna Valsesia.
A Trino venne introdotta per la prima volta, attorno al XV secolo, la coltivazione del riso che a tutt'oggi riveste un ruolo fondamentale nell'economia di tutta la regione.
Il vasto territorio ospita il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, raro esempio italiano di bosco planiziale e unico residuo di come la Pianura Padana si presentasse prima della trasformazione operata nei secoli a fini agricoli.
Il nome ufficiale del comune è Trino e non Trino Vercellese, ma il nome esteso con l'aggettivo Vercellese è comunemente usato nel linguaggio parlato (e anche scritto). Si noti che l'aggettivo "Vercellese" è presente anche sull'orario ufficiale e sulla denominazione della stazione delle Ferrovie dello Stato (anche se sul fabbricato viaggiatori compare solo la scritta TRINO), sull'ingresso dell'ufficio postale del comune medesimo, in alcuni cartelli stradali nelle vicinanze e in molti altri documenti ufficiali e no.
Il primo insediamento è di probabile origine celtica. Il toponimo originario, "Rigomagus", significa infatti "mercato del re" in tale lingua. Dal II secolo a.C. Rigomagus fu sede di una mansio romana (una stazione di posta, citata nell'Itinerarium Burdigalense) di una certa importanza, strategicamente posizionata in prossimità del guado sul fiume Po, ed all'incrocio tra le vie militari che univano la Civitas Taurini (Torino) con Ticinum (Pavia) ed in seguito Augusta Praetoria (Aosta) con la Civitas Asta (Asti). È stata sotto la signoria della ricca e nobile famiglia milanese dei Moriggia.
Nei secoli passati, la città fu più volte al centro di importanti manovre militari e politiche; nel XVII secolo fu anche elevata a Provincia sotto i Savoia.
La città fu colpita duramente dall'alluvione del 1994, e più ancora da quella del 2000.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Trino sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 20 giugno 1936[4] riprendendo lo storico stemma documentato nel 1689.[5]
«Di rosso, mantellato d'argento, a tre torri, disposte due, una, dell'uno nell'altro.» |
Nello stemma antico erano raffigurati tre castelli di due torri merlate alla guelfa; le tre torri o castelli si riferiscono all'interpretazione del nome Trino come Trina castra ("Tre castelli"). Il rosso e l'argento sono i colori del Monferrato. Nel 2018 il Comune ha presentato una nuova versione del proprio emblema civico per renderlo più funzionale alle esigenze moderne e uniformarne l’utilizzo.[6]
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Chiesa romanica che si erge fuori dall'abitato di Trino, in un sito che ancora mantiene l'antica denominazione di Insula in quanto era circondato da due rami del Po; conserva all'interno di affreschi del XII secolo.
La chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo, patrono della città, venne ricostruita integralmente negli anni 1634-1642; la facciata, in stile classicheggiante, è il risultato dei rifacimenti intervenuti nel 1839. Tra le opere conservate al suo interno si segnalano una tavola di Gerolamo Giovenone, una tela di Pier Francesco Guala e gli affreschi al soffitto nella navata centrale di Luigi Morgari.
È nota anche come chiesa di San Domenico. La chiesa, a tre navate, in stile gotico faceva parte del complesso del convento dei frati domenicani (che oggi ospita la biblioteca civica e l'archivio storico comunale Vi sono venerate reliquie della Beata Maddalena Panattieri.
La chiesa, edificata nel XVIII secolo, in stile barocco, presenta una bella facciata in cotto. All'interno, dietro all'altare, è posta una pregevole tela di Pier Francesco Guala. La seconda cappella a destra contiene la tomba della Beata Arcangela Girlani nata a Trino nel 1460.
Sulla collina tra Lucedio e Montarolo, frazioni del comune di Trino, sorge la chiesa del Santissimo Nome di Maria detta Madonna delle Vigne, la chiesa sorge su un lucus paleocristiano, il primo corpo della chiesa risale alla prima metà del XVII secolo, è infatti visibile nella cartografia dell'epoca in dimensioni molto ridotte rispetto a quanto vediamo oggi, sarà l'abate di Lucedio Vincenzo Grimani, a predisporne l'ampliamento nella parte ottagonale, a cura di Antonio Bertola prima e Giovanni Battista Scapitta poi; della parte antica oggi rimane solo il coro ed i lavori terminano postumi all'abate, nel 1707 infatti, i Savoia entrano in possesso dei possedimenti di Lucedio e solo il 21 luglio del 1713, la chiesa può essere benedetta dal parroco di Trino, Girolamo Risico, nella sua nuova livrea. Conteneva al suo interno una statua lignea di Madonna con bambino eseguita da Carlo Giuseppe Plura. Dagli anni settanta del 900 grava in stato di pesante degrado ed abbandono.[7]
Si tratta di un cimitero dismesso, ubicato in aperta campagna nei pressi di Darola (45°14′36″N 8°14′10″E). Dopo la sconsacrazione, nel cimitero le inumazioni continuarono fino agli anni sessanta del Novecento; attualmente si trova in stato di abbandono.[8]
Riguardo al cimitero sono fiorite numerose leggende, che riferivano di culti satanici praticati nel 1684 da alcune novizie[9], e in seguito da alcuni monaci della vicina abbazia di Lucedio[10]. Altri sabba si dice fossero celebrati nella vecchia chiesa della Madonna delle Vigne, in cui è presente un dipinto raffigurante un organo a canne e uno spartito, denominato "spartito del diavolo"[11], che, se suonato al contrario, evocherebbe il diavolo, mentre suonato in senso normale lo intrappolerebbe. L'11 maggio 2010 è andato in onda un servizio su questo caso all'interno del programma Mistero, con un sopralluogo di Marco Berry. Le leggende sono però ridimensionate o smentite da studiosi locali, come lo speleologo Luigi Bavagnoli.[12]
Abitanti censiti[13]
Trino è stata sede, dal XVI secolo fino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale, di una piccola ma fiorente comunità giudaica. A testimonianza della presenza ebraica rimangono l'edificio del ghetto in corso Italia (dove sorgeva la sinagoga) e un piccolo cimitero in via Battisti.[14]
In territorio trinese sorgono due impianti per la produzione di energia elettrica.
La centrale nucleare Enrico Fermi, costruita negli anni sessanta si trova sulla sponda sinistra del Po e fu per lunghi anni una delle più avanzate del suo genere al mondo, tanto da annoverare alcuni record mondiali. L'impianto fu fermato a seguito dei referendum abrogativi in Italia del 1987 ed è rientrato nel piano per lo smantellamento degli impianti nucleari.
La centrale termoelettrica Galileo Ferraris fu inaugurata nel 1998 e si trova presso la frazione Leri Cavour. Si compone di quattro turbine alimentate a gas metano e due turbine a vapore, ed eroga una potenza complessiva di circa 700 MW.
Dal 2008, a breve distanza dalla centrale Ferraris, ma situata nel territorio comunale di Livorno Ferraris, è attivo un terzo impianto di produzione di energia elettrica a ciclo combinato, di proprietà del gruppo tedesco E.ON.
La stazione di Trino Vercellese, posta lungo la ferrovia Chivasso-Alessandria, è servita da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Piemonte.
Fra il 1878 e il 1949 Trino rappresentò il capolinea meridionale della tranvia Vercelli-Trino[15].
Il comune è servito, inoltre, dalle linee extraurbane 59, 60, 95 di Atap.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1945 | 1948 | Luigi Tricerri | PCI | Sindaco | |
1948 | 1951 | Eusebio Mandosino | PCI | Sindaco | |
1951 | 1956 | Ignazio Tavano | DC | Sindaco | |
1956 | 1961 | Piero Massini | DC | Sindaco | |
aprile 1961 | luglio 1961 | Sergio Ronco | PSI | Sindaco | |
1961 | 1965 | Mario Lavazza | DC | Sindaco | |
1965 | 1969 | Luigi Pezzana | PSI | Sindaco | Mandato cessato per decesso |
1969 | 1970 | Carlo Isacco | PSI | Sindaco | |
1970 | 1975 | Paolo Pilato | DC | Sindaco | |
1975 | 1981 | Mario Bianchi | PCI | Sindaco | |
1981 | 1986 | Adriano Demaria | PCI | Sindaco | |
1986 | 1998 | Giovanni Tricerri | PCI | Sindaco | 2 mandati |
1998 | 2002 | Alessandro Serra | PPI | Sindaco | |
2002 | 2009 | Giovanni Ravasenga | Casa delle Libertà | Sindaco | 2 mandati |
2009 | 2012 | Marco Felisati | PDL | Sindaco | |
2012 | 2013 | Raffaella Attianese | - | Comm. Pref. | |
2013 | 2018 | Alessandro Portinaro | Trino 2020 | Sindaco | |
2018 | in carica | Daniele Pane | Trino Robella Migliore | Sindaco | |
Ogni anno avviene per una settimana lo scambio di alcuni alunni tra le scuole medie di Trino e di Chauvigny. Nel primo anno arrivano gli studenti francesi e nel secondo gli alunni italiani vanno in Francia.[16][17]
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 159451635 · SBN CNCL003421 · LCCN (EN) n81001660 · BNF (FR) cb13736574s (data) · J9U (EN, HE) 987007566737305171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n81001660 |
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