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Ascoli Piceno (/ˈaskoli piˈʧɛno/[4] ascolta[?·info]; Ašculë in dialetto ascolano) è un comune italiano di 45 737 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia nelle Marche.

Ascoli Piceno
comune
Ascoli Piceno – Veduta
Ascoli Piceno – Veduta
Piazza del Popolo
Localizzazione
Stato Italia
Regione Marche
Provincia Ascoli Piceno
Amministrazione
SindacoMarco Fioravanti (FdI) dall'11-6-2019
Territorio
Coordinate42°51′17″N 13°34′31″E
Altitudine154 m s.l.m.
Superficie158,02 km²
Abitanti45 737[1] (31-8-2022)
Densità289,44 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiAcquasanta Terme, Ancarano (TE), Appignano del Tronto, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Civitella del Tronto (TE), Colli del Tronto, Folignano, Maltignano, Roccafluvione, Rotella, Sant'Egidio alla Vibrata (TE), Valle Castellana (TE), Venarotta
Altre informazioni
Cod. postale63100
Prefisso0736
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT044007
Cod. catastaleA462
TargaAP
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 698 GG[3]
Nome abitantiascolani
Patronosant'Emidio
Giorno festivo5 agosto
Cartografia
Ascoli Piceno
Ascoli Piceno – Mappa
Ascoli Piceno – Mappa
Posizione del comune di Ascoli Piceno nella provincia omonima
Sito istituzionale

Il centro storico, costruito quasi interamente in travertino, è tra i più monumentali d'Italia[5] e in esso si trova la rinascimentale piazza del Popolo[6][7][8]. In epoca medievale era caratterizzato dalla presenza di circa duecento torri, la cui erezione iniziò subito dopo il mille. Secondo la tradizione, Federico II ne fece distruggere novantuno nel 1242 e la loro riduzione proseguì nei secoli successivi. Ancora oggi conserva diversi esempi di torri gentilizie e campanarie ed è nota come la Città delle cento torri[9]. È l'unica città della regione ad avere due teatri storici, il Ventidio Basso e il Filarmonici[10].

La città è anche conosciuta per l'oliva ascolana, specialità gastronomica nata ad Ascoli Piceno e diffusa in tutto il territorio italiano e al di fuori dei confini nazionali[11].


Geografia fisica


La città si trova nella parte meridionale della regione Marche e dista 28 km dal mare Adriatico. Il suo centro urbano sorge ad un'altitudine di 154 m s.l.m., nella zona di confluenza tra il fiume Tronto e il torrente Castellano, circondato per tre lati da montagne, tra cui vi sono la montagna dell'Ascensione, il colle San Marco e la montagna dei Fiori. Il suo territorio è contornato da due aree naturali protette: il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a sud e il parco nazionale dei Monti Sibillini a nord-ovest.

Il territorio di Ascoli Piceno è situato nella Valle del Tronto. A nord confina con i comuni di Venarotta, Rotella e Castignano, a est con Appignano del Tronto, Castel di Lama, Castorano e Colli del Tronto, a sud con Folignano, Maltignano e con i comuni abruzzesi di Ancarano, Sant'Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto e Valle Castellana, ad ovest con Acquasanta Terme e Roccafluvione.

Nella classificazione sismica della protezione civile è identificato come Zona 2, cioè zona a sismicità media, mentre nella classificazione climatica è contrassegnato come Zona D.

Ascoli Piceno ha un'exclave (Piana della Forcella, 0,5 km quadrati) compresa tra il comune di Acquasanta Terme, quello di Roccafluvione e un'exclave di quest'ultimo (Forcella).


Fiumi e torrenti


Il torrente Castellano nei pressi della Cartiera papale
Il torrente Castellano nei pressi della Cartiera papale
Il monte Ascensione visto dal ponte Maggiore
Il monte Ascensione visto dal ponte Maggiore

Monti



Clima


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Ascoli Piceno.

Il clima della città di Ascoli è di tipo subappenninico, trovandosi a ridosso di importanti catene montuose. Gli inverni sono umidi e freschi, e quando le correnti balcaniche giungono fin sul medio Adriatico, in città si assiste a precipitazioni nevose e un forte abbassamento della temperatura. Talvolta, le nevicate possono risultare piuttosto intense e persistenti, esaltate dal fenomeno dello stau appenninico. Tra le ondate di gelo più intense negli ultimi 20 anni, con accumuli nevosi importanti, spesso superiori al mezzo metro di manto bianco al suolo, si rammentano quelle di gennaio 1993, dicembre 1996, gennaio 1999, gennaio e febbraio 2005, dicembre 2007, oltre alle copiosissime nevicate del febbraio 2012 e del gennaio 2017

Sono frequenti gelate notturne, mentre il fenomeno della nebbia risulta assai raro in città, mentre appare più frequente in alcune aree della vallata del Tronto. Le estati risultano calde e con precipitazioni poco frequenti per lo più dovute ad improvvisi e a volte violenti temporali pomeridiani. Nella conca ascolana nei giorni più caldi si possono raggiungere temperature di 37°- 38°, ma generalmente le serate estive sono stemperate da fresche brezze che dall'Appennino si incanalano nella vallata e rinfrescano decisamente le temperature notturne. La temperatura media del mese di gennaio si attesta sui 5°- 6° mentre quella di luglio sui 24°- 25°.


Origini del nome


Un'immagine della città di Ascoli Piceno vista dal colle San Marco
Un'immagine della città di Ascoli Piceno vista dal colle San Marco

Nel corso del tempo la città fu identificata con il nome greco-romano di Asculon (Ἄσκουλον) ed Asclos, Strabone la chiamò in greco nella variante Asclon (Ἃσκλον τὸ Πικηνόν); la Tavola Peutingeriana la citò come Asclo Piceno; Paolo Diacono solo Asculus[12]. Ad Ascoli il termine Picenum fu accostato già da Giulio Cesare che la chiamò Asculum Picenum[13] sia per distinguerla dalla città dell'Apulia, Asculum Apulum ora Ascoli Satriano, e sia per riconoscere la sua posizione di appartenenza alla regione del Picenum Suburbicarium.

Durante il periodo delle invasioni gote e longobarde vi fu un imbarbarimento della lingua ed Asculum divenne solo Esculum senza l'aggiunta di Picenum. Intorno all'anno 1000 la denominazione della città sui documenti e sugli statuti dell'epoca fu Esculo che in seguito si trasformò in Asculo ed intorno al 1700 divenne Ascoli.


Ascoli


Le radici del nome Ascoli non sono prive di dubbi legati alla sua etimologia, Giuseppe Marinelli scrive che la nascita dell'insediamento risalirebbe a 1600 anni prima della fondazione di Roma, quando nel territorio vi fu la presenza di genti, non originarie del luogo, che vissero nell'area cittadina dedicandosi alla caccia e alla pastorizia delle quali non sono sopravvissuti segni che consentano di profilare la loro cultura di appartenenza. Partendo da queste considerazioni è alquanto arduo e incerto delineare congetture che risolvano con certezza una fondata etimologia della denominazione.

Umberto Laffi definisce il toponimo di origine illirica ed ipotizza che la denominazione dell'insediamento umano dell'età neo-eneolitica assunse in latino la forma di Asclum o Asculum.

Gaetano De Minicis e Giuseppe Colucci riportano l'ipotesi del canonico Alessio Simmaco Mazzocchi[14] che attribuisce la derivazione del nome della città alla parola ebraica Escol (escol bortus), traducibile come grappolo d'uva. Da questa interpretazione si dedurrebbe che l'area fu ricca e lodata per la presenza di piante di vite.

Il Colucci, sull'origine del toponimo, aggiunge un'altra possibile interpretazione e sostiene che il popolo degli Opici, noti anche come Ausoni, arrivò nella valle del Tronto e fondò la città dandole il nome di Aescolo da Aesculus, ossia l'eschio, una varietà di quercia largamente presente nel territorio.

Giuseppe Marinelli riferisce che l'etimologia potrebbe essere ricondotta ad "AS", radice egeo-anatolica che esprime i concetti di “luogo di dimora" ed "insediamento urbano”.

Dalle fonti classiche, ed in particolare da una leggenda anteriore all'anno 1000 a.C., si apprende la storia del re Aesis, riportata da Silio Italico, poeta latino, il quale attribuisce il termine Ascoli alla derivazione dalla radice "as" dal nome del re, detto anche Esio re dei Pelasgi. Secondo questa tradizione Aesis fu colui che condusse la popolazione pre-ellenica nella risalita della costa adriatica approdando alla foce del fiume Tronto. I Pelasgi, dopo aver percorso la valle verso l'entroterra, si stanziarono sul colle Pelasgico o monte Pelasgo, l'attuale colle dell'Annunziata, dove eressero un recinto sacro e si fusero con gli abitanti del territorio dando inizio ad un primo insediamento urbano.

La leggenda e le affermazioni di Silio Italico non hanno però trovato conforto nei riscontri archeologici del territorio. La teoria etimologica trova ed assume rilevanza in quanto aiuta a spiegare anche altri toponimi legati al Picenum come Aso e Jesi, anch'essi riconducibili dalla radice "as", tipica e diffusa nel linguaggio egeo-anatolico.

Esiste anche un'altra leggenda che confermerebbe l'origine e la provenienza greca del popolo dei Piceni. Questa narra dell'acheo Diomede, federato della guerra contro Troia, qui giunto posteriormente all'invasione dorica, che, dopo essere approdato sulle coste della Puglia, si stabilì lungo le coste adriatiche.[senza fonte]


Piceno


L'origine del nome Piceno è attribuito dalla tradizione italica ricordata da Strabone, Plinio[15], Festo[16] e Paolo Diacono, nella sua Historia Langobardorum[17], all'appellativo Picenum, termine che trova la sua derivazione da picus. La narrazione racconta della migrazione di gruppi di Sabini avvenute durante le celebrazioni primaverili del ver sacrum. Questo popolo, tra l'VIII ed il VI secolo a.C., si spostò dalle regioni di provenienza osco-umbre, verso altri territori per cercare pascoli estivi e, in questo viaggio, sarebbe stato condotto da un picchio verde o da re Pico, un sovrano del Lazio[18].

Sino all'avvento del Regno d'Italia, il Comune era indicato con il solo nome "Ascoli". L'aggiunta della specificazione "Piceno" è avvenuta ufficialmente per effetto del regio decreto 9 novembre 1862 n. 978[19][20] che ha autorizzato il Comune di Ascoli ad assumere la denominazione "Ascoli-Piceno", in conformità alla deliberazione del consiglio comunale del 28 luglio 1862.


Storia



Dalle origini alla caduta dell'impero romano


Le origini della città sono avvolte nel mistero, ma è abbastanza sicuro che vi fosse la presenza umana già dall'età della pietra[21] e che la zona fosse abitata già nell'epoca neolitica. Secondo una tradizione italica citata nella letteratura antica (Strabone, Plinio, Festo) la città venne fondata da un gruppo di Sabini, che vennero guidati da un picchio, uccello sacro a Marte, durante una delle loro migrazioni detta ver sacrum. I Sabini si sarebbero fusi con altre popolazioni autoctone dando origine ai Piceni, che fondarono Ascoli 1600 anni prima della fondazione di Roma.[22][23]

Anellone a nodi in bronzo, uno dei numerosi esemplari simili, spesso considerati simboli della civiltà picena
Anellone a nodi in bronzo, uno dei numerosi esemplari simili, spesso considerati simboli della civiltà picena

Nel 299 a.C. Ascoli si alleò con i Romani nel contesto della terza guerra sannitica e, dopo la guerra picentina, nel 269 a.C. divenne civitas foederata di Roma, mantenendo una certa autonomia. In età romana Ascoli divenne il centro principale del Piceno anche grazie alla sua posizione sulla via Salaria, che collegava le saline della foce del Tevere a quelle della costa adriatica. Nel 91 a.C. si ribellò a Roma insieme ad altre genti italiche e dette vita alla Guerra Sociale. Nell'89 a.C., dopo un lungo assedio, il generale romano Gneo Pompeo Strabone conquistò la città, trucidando i capi della rivolta e mandando in esilio parte dei suoi abitanti. Testimonianze archeologiche della ribellione di Ascoli contro i Romani sono le “ghiande missili”, proiettili in piombo che venivano scagliati dai frombolieri di entrambi gli schieramenti e che in alcuni casi recano iscrizioni, in particolare invettive contro l'avversario o incitazioni a colpire rivolte direttamente all'oggetto (feri, ovvero "colpisci").

L'urbanistica di Asculum romana

Ascoli sorse in una posizione favorevolmente difendibile, alla confluenza tra il Tronto e il torrente Castellano e riparata dalle alture circostanti, che in antichità dovevano essere particolarmente difficili da attraversare, come ricorda anche il geografo Strabone. All'epoca romana, più precisamente al periodo posto tra la tarda età repubblicana e l'età augustea, risale il primo impianto regolare della città, caratterizzato da una scansione ortogonale degli assi viari e degli isolati, ben visibile ancora oggi nella disposizione delle vie del centro storico. La via Salaria entrava in città da ovest dopo aver attraversato la Porta Gemina, e il suo percorso interno allo spazio urbano doveva coincidere con il decumanus maximus, che all'altezza del foro cittadino si incrociava con il cardo maximus. La Salaria usciva poi dalla città ad est, nel punto di confluenza del Castellano nel Tronto, passando sul ponte che oggi è detto "di Cecco". Il percorso del decumanus maximus è di incerta individuazione, ma l'ipotesi più attendibile lo vede coincidere con l'attuale corso Mazzini, mentre il cardo sarebbe da riconoscere nelle attuali vie del Cassero, del Trivio e Pretoriana; secondo questa ricostruzione il foro doveva sorgere non lontano dall'attuale Piazza del Popolo. Un ponte posizionato sul lato settentrionale della città, il Ponte Romano di Solestà, collegava Ascoli con le zone a nord della città.

Con il finire della Guerra Sociale tutte le popolazioni dell'Italia ricevettero la cittadinanza romana, così nell'88 a.C. Ascoli fu iscritta alla Tribù Fabia e divenne un municipium. Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo Ascoli parteggiò per il primo, sotto il quale nel 49 a.C. la città assunse definitivamente la denominazione Asculum Picenum. Durante il secondo triumvirato la città ottenne il titolo onorifico di colonia triumvirale, evento forse da ricollegarsi al prestigio del generale ascolano Publio Ventidio Basso, partigiano di Marco Antonio che sconfisse i Parti e celebrò un trionfo.

Ai tempi di Augusto, quando l'Italia fu suddivisa in 11 regioni, Ascoli fu iscritta alla quinta regione italica, il Piceno, di cui era uno dei principali centri. Durante la Tarda Antichità, in seguito alle riforme amministrative volute da Diocleziano e da Costantino, il territorio ascolano divenne parte del Picenum Suburcarium, una delle province che componevano la diocesi d'Italia. Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente Ascoli seguì il destino del resto d'Italia.[24]


Dall'alto al basso Medioevo


Statuti di Ascoli Piceno dell'anno 1377, a cura di Lodovico Zdekauer, 1910
Statuti di Ascoli Piceno dell'anno 1377, a cura di Lodovico Zdekauer, 1910

Nell'alto Medioevo subì la decadenza economica e le razzie dei barbari, tra cui quella dei Goti di Totila (544-545) e dei Longobardi di Faroaldo I (578).

Dopo l'assedio del 578, la città entrò a far parte del Ducato di Spoleto sotto il dominio longobardo, finché non passò sotto il controllo dei Franchi scesi in Italia al seguito di Carlo Magno. In questi secoli si accentuò il potere dei vescovi (i cosiddetti vescovi-conti), tra cui Corrado II che con apposito diploma concede al feudatario vescovo Bernardo I nel 1037, il diritto di Zecca.

Nel periodo la città viene trascinata in più occasioni nella più vasta lotta per il predominio in Europa tra guelfi e ghibellini.

Nel 1183 si costituisce in Libero comune, conoscendo però il saccheggio e la distruzione ad opera delle armate imperiali di Federico II. Le libertà municipali sono minate dalle lotte di fazione tra le famiglie più in vista, tra cui il Signore Andrea D'Acquaviva. Importanti famiglie nobiliari ascolane medievali, coinvolte direttamente nelle vicissitudini politiche della città, furono quelle dei Guiderocchi e dei Saladini. Durante la conquista di Ladislao I - re di Napoli, la città meritò di essere governata dal famoso condottiere d'Italia Conte da Carrara, appartenente alla nobile famiglia padovana dei Carraresi, al quale il sovrano partenopeo concesse il titolo di Viceré dell'Abruzzo e Principe di Ascoli per sé e per i suoi figli che gli successero, Ardizzone e Obizzo, quando lo seppellirono in pompa magna nel Duomo della città, come vuole il Bascetta.[25] Le lotte finiscono per aprire la strada a personaggi ambiziosi come Galeotto Malatesta (XIV secolo) che viene cacciato da una rivolta e in seguito a Francesco Sforza che instaura una crudele dittatura (XV secolo) che viene abbattuta nel 1482, anche se Ascoli è costretta a riconoscere la sovranità della Chiesa.

Non cessano i disordini interni tra opposte fazioni che conduce a decenni di ribellioni, massacri, razzie, alla crescita del banditismo e alla decadenza delle virtù civili.


Dal Periodo unitario ai giorni nostri


Venne annessa alla prima Repubblica Romana e nel 1860 viene annessa al Regno d'Italia, di cui seguirà d'ora in avanti tutte le vicende. Degne di nota sono le vicende della resistenza ascolana nel settembre 1943 contro l'occupazione tedesca, che hanno valso alla città la Medaglia d'Oro al Valor Militare per attività partigiana (2001).

Una parte del territorio della provincia ascolana è stato per oltre un secolo rivendicato dalla vicina e rivale Fermo, la quale ha perso il capoluogo a seguito dell'Unità d'Italia. Nel 2004, però, la provincia di Fermo è stata di nuovo deliberata, ed istituita nel 2009.


Simboli


Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Ascoli Piceno.
Stemma ascolano del 1382, attualmente esposto presso la sede di palazzo dell'Arengo
Stemma ascolano del 1382, attualmente esposto presso la sede di palazzo dell'Arengo
Disegno di uno stemma del Comune di Ascoli Piceno
Disegno di uno stemma del Comune di Ascoli Piceno

Il simbolo che compare sullo stemma comunale della città di Ascoli si compone di porta a due fornici sovrastata dalla galleria merlata tra due torri.

Gli autori locali si sono diversamente espressi sul significato della rappresentazione contenuta nel campo dello scudo. Alcuni hanno considerato l'accostamento di questi elementi architettonici riferibile a una delle porte cittadine che si apriva nelle mura di cinta urbane medievali, altri hanno scritto che la composizione raffigurerebbe l'antico cassero che sorgeva dove si trova la Fortezza Pia, altri ancora hanno sostenuto che la struttura costituirebbe la sintesi della simbologia delle costruzioni più caratteristiche della città, quindi ponti, torri gentilizie e campanili.


Onorificenze


Ascoli Piceno è tra le Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale, insignita della Medaglia d'oro al valor militare il 12 aprile 2001[26]:

Medaglia d'oro al valor militare
«La fiera e pacifica città di Ascoli Piceno, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, non esitò a sollevarsi contro il tedesco invasore. Già il 12 settembre, il coraggioso comportamento dei militari del presidio aveva costretto alla resa le forze nemiche, superiori in uomini e mezzi, mentre dal 2 al 5 ottobre, al Colle San Marco, un pugno di giovani ardimentosi, male armati ed equipaggiati, si batterono duramente, contro unità germaniche, subendo dolorose perdite. La popolazione ascolana, non desistette dal proseguire la lotta, partecipando a numerosi scontri, come quelli in località Venagrande, Castellano e Vallesenzana, che furono fra i momenti più significativi della sua irriducibile volontà di partecipare direttamente alla liberazione del territorio. Non meno agguerrita fu l'attività dei "gruppi di azione patriottica", conclusasi con l'ardita liberazione dalle carceri cittadine di tutti i detenuti politici. Ad essa va aggiunta la pericolosa opera svolta a favore di migliaia di prigionieri alleati e di militari italiani sbandati molti dei quali furono condotti in salvo oltre le linee. Numerose furono le perdite di vite umane, le deportazioni e le distruzioni subite dalla città, che fu sempre sorretta dalla fede in una Patria migliore, risorta dalla dittatura fascista. Ascoli Piceno, 12 settembre 1943 - 20 giugno 1944»
 12 aprile 2001

Monumenti e luoghi d'interesse


Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti di Ascoli Piceno.
Un'immagine del fianco destro della chiesa di San Francesco con il monumento a papa Giulio II
Un'immagine del fianco destro della chiesa di San Francesco con il monumento a papa Giulio II
Via del Trivio con la torre degli Alvitreti
Via del Trivio con la torre degli Alvitreti
Il forte Malatesta visto dal ponte di Cecco
Il forte Malatesta visto dal ponte di Cecco

«Ascoli Piceno è una tra le più belle piccole città d'Italia, e non ne vedo altra che le assomigli. André Gide la prediligeva... bella come alcune città della Francia del Sud, non tanto per questo o quel monumento, ma per il suo complesso, la qualità antologica, l'incanto che viene da nulla e da tutto. Bisogna avervi passeggiato, a cominciare dalla piazza del Popolo, la piazza italiana che insieme con quella di San Marco a Venezia dà più di un'impressione di sala, cinta da porticati, chiusa dalla stupenda abside di San Francesco; o costeggiando il Battistero del Duomo; o lungo le rive scoscese del Tronto; e per le strade strette, chiamate rue, dove i palazzi non si contano; e che si allargano in piazzette... Ascoli è città di torri... Si succedono molti stili, il romanico, il gotico, il rinascimentale, il barocco... con chiese dalle pareti di pietra, senza finestre; un travertino d'un grigio caldo, uniforme, senza intonaco... tutto ornato, lavorato, istoriato... e su ogni porta e finestra, vedi frutta, fogliami, cariatidi femminili, fiori, animali, stelle, o anche semplicemente proverbi e sentenze scolpite.»

(Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957)

«Non c'è altro posto in tutta Italia dove sia possibile percepire la piazza come luogo sociale e, nello stesso tempo, architettonico come la Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno. Questa è - come si dice - il cuore della città... Se è bella stagione, approfittate dei bar con i tavolini all'aperto per godervi il vento fresco del tramonto, quando la piazza finisce in ombra, ma la luce ancora illumina i palazzetti rinascimentali, con il tipico portico sottostante, anzi li fa risaltare come in pieno giorno non avviene mai. Quando fa freddo, dalle finestre del bar per cogliere l'insieme rettangolare della piazza, la gente che si affretta e una parte dell'orizzonte naturale al di là della collina su cui è stata innalzata Ascoli. Godetevi le piazze di Ascoli, sono l'essenza della città di provincia, ma anche qualcosa di più, sono il nostro substrato ancestrale di convivenza civile, elemento fisico e culturale del paesaggio urbano, spazio e tempo insieme, cardini della relatività generale dell'Italia.»

(Mario Tozzi, Viaggio in Italia - 100+9 emozioni da provare almeno una volta, prima che finisca il mondo)

Ascoli Piceno è una delle città monumentali d'Italia: il suo centro storico occupa la notevole estensione di poco più di 150 ettari (1,5 km²), ed è costruito in travertino, una roccia sedimentaria calcarea estratta dalle cave nelle immediate vicinanze, che costituisce l'elemento unificatore di edifici costruiti in un arco di tempo di circa 2500 anni.

Presenta due fulcri principali: il primo è costituito dalla rinascimentale piazza del Popolo dove si trovano alcuni degli edifici più importanti tra i quali il palazzo dei Capitani del Popolo, lo storico Caffè Meletti e la chiesa di San Francesco.

Il secondo è rappresentato dallo spazio urbano di piazza Arringo, la piazza più antica e grande di Ascoli, dove si elevano il medioevale battistero di San Giovanni, la cattedrale di Sant'Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch'essa al santo patrono. Vi sono inoltre il palazzo Vescovile, il palazzo dell'Arengo, sede della pinacoteca civica e di alcuni uffici comunali.

Veduta in notturna della rinascimentale piazza del Popolo
Veduta in notturna della rinascimentale piazza del Popolo

Altra piazza di considerevole valore architettonico è piazza Ventidio Basso, spazio irregolare contornato da edifici quali la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, con la caratteristica facciata suddivisa in riquadri, la chiesa di San Pietro Martire, palazzi d'epoca rimaneggiati ed alcuni esempi di torri gentilizie, sia integre che decurtate o inglobate negli edifici. Da questa piazza, ogni anno, si avvia il corteo storico del torneo cavalleresco della Quintana, dopo che i figuranti di tutti i Sestieri vi si sono raccolti.

Non solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di impronta schiettamente medievale contribuiscono a caratterizzare il centro storico come via Pretoriana, via di Solestà, via delle Stelle, via Soderini, via del Trivio, antico cardo e corso Mazzini, decumanus maximus, che attraversa da ovest ad est il centro urbano.

Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, uno dei pochi in Italia, visitabili anche al suo interno, il forte Malatesta, la fortezza Pia, le rovine del teatro romano, le grotte dell'Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano assimilabile a quella presente a Monte Rinaldo, il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani, una delle torri superstiti tra le circa duecento che compaiono nelle cronache medioevali, per il quale Ascoli ha il soprannome di Città delle cento torri.

Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono quali Sant'Emidio alle Grotte e Sant'Emidio Rosso, le chiese di Sant'Angelo Magno, Sant'Agostino e San Giacomo Apostolo e i teatri storici Ventidio Basso e Filarmonici.

Nelle vicinanze della città si trova la rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo a strapiombo sul torrente Castellano, in cui alla fine del XIX secolo fu rinvenuta una delle più ricche necropoli d'Italia, i cui preziosi reperti sono ora sparsi in diversi musei in tutto il mondo.

Percorrendo da Ascoli la Salaria in direzione Roma, s'incontra il monumentale albero del Piccioni menzionato per la prima volta in un documento del 1109 e legato, tra storia e leggenda, alla vita cittadina e alle vicissitudini del brigantaggio antiunitario.


Architetture religiose



Chiese

La cattedrale di Sant'Emidio in piazza Arringo, dedicata al Santo Patrono. Nell'immagine a destra l'entrata laterale di porta della Musa
Interno della cattedrale di Sant'Emidio
Interno della cattedrale di Sant'Emidio
La chiesa di Sant'Agostino
La chiesa di Sant'Agostino
La chiesa di San Francesco in piazza del Popolo. La chiesa nasce per ricordare la visita di San Francesco in città nell'anno 1215
La chiesa di San Francesco in piazza del Popolo. La chiesa nasce per ricordare la visita di San Francesco in città nell'anno 1215
La chiesa di San Giacomo Apostolo
La chiesa di San Giacomo Apostolo
Particolare del portale laterale della chiesa di San Giacomo Apostolo
Particolare del portale laterale della chiesa di San Giacomo Apostolo
La chiesa di Santa Maria della Carità
La chiesa di Santa Maria della Carità
La chiesa di Santa Maria Intervineas
La chiesa di Santa Maria Intervineas
La chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio
La chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio
Il Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte, esempio di arte religiosa barocca
Il Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte, esempio di arte religiosa barocca

Chiese sconsacrate

La chiesa di San Pietro in Castello
La chiesa di San Pietro in Castello
La chiesa di San Salvatore di Sotto
La chiesa di San Salvatore di Sotto

Chiostri

Il chiostro Maggiore di San Francesco, appartiene al complesso architettonico dell'omonima chiesa
Il chiostro Maggiore di San Francesco, appartiene al complesso architettonico dell'omonima chiesa

Eremi

L'eremo di San Marco, abbarbicato a una parete rocciosa del colle San Marco
L'eremo di San Marco, abbarbicato a una parete rocciosa del colle San Marco

Architetture civili



Palazzi

Il Caffè Meletti, locale storico della città in piazza del Popolo
Interno del Caffè Meletti
Palazzo Merli con le torri gemelle gentilizie del XII secolo
Palazzo Merli con le torri gemelle gentilizie del XII secolo

Torri

La torre degli Ercolani
La torre degli Ercolani

La città medioevale aveva circa duecento torri gentilizie, la cui erezione iniziò subito dopo il Mille. Tuttavia, già Federico II nel 1242 ne fece distruggere novanta, e la loro riduzione e demolizione proseguì in maniera progressiva anche nel Rinascimento, tanto che dalla pianta del Ferretti (1646) se ne possono rintracciare in piedi 43. Allo stato attuale se ne riscontrano diverse decine, di cui alcune integre e altre trasformate in torri campanarie di chiese; le restanti sono state ridimensionate ed inglobate nelle abitazioni. Esse, diffuse nell'intero centro storico cittadino, appaiono soprattutto concentrate nell'area nord-ovest, corrispondente al quartiere di San Giacomo, tra porta Solestà, via dei Soderini e piazza Sant'Agostino.

La torre dei Grisanti davanti a porta Solestà
La torre dei Grisanti davanti a porta Solestà
La torre campanaria di Santa Maria Intervineas dell'omonima chiesa
La torre campanaria di Santa Maria Intervineas dell'omonima chiesa

Teatri

Il teatro Ventidio Basso con la sua facciata neoclassica
Il teatro Ventidio Basso con la sua facciata neoclassica

Fontane


Porte cittadine

Porta Romana o porta Gemina
Porta Romana o porta Gemina

La città di Ascoli aveva il centro abitato racchiuso all'interno della cinta muraria che delimitava l'area urbana dalla campagna.
Le mura erano aperte da sette varchi che indirizzavano il traffico nei punti segnati dalle porte urbane. La posizione dell'incasato ascolano, raccolto tra i solchi dei fiumi Tronto e Castellano, determinò l'esigenza di costruire un ponte in corrispondenza di ogni porta cittadina ad eccezione delle due che si trovavano nella parte ovest direttamente sul piano stradale, Porta Romana e Porta Corbara.

Porta Tufilla
Porta Tufilla

Ponti

Il ponte romano di Solestà risalente all'età augustea e visitabile all'interno
Il ponte romano di Solestà risalente all'età augustea e visitabile all'interno

Architetture militari



Fortezze

Il forte Malatesta, opera fortificata
Il forte Malatesta, opera fortificata

Altro



Piazze

Piazza Arringo, la piazza monumentale più antica e di maggiori dimensioni della città
Piazza Arringo, la piazza monumentale più antica e di maggiori dimensioni della città

Strade


Monumenti e opere architettoniche

La loggia dei Mercanti, opera cinquecentesca addossata a parte del fianco destro della chiesa di San Francesco
La loggia dei Mercanti, opera cinquecentesca addossata a parte del fianco destro della chiesa di San Francesco
La statua in bronzo raffigurante Cecco d'Ascoli, realizzata a New York da ascolani emigrati
La statua in bronzo raffigurante Cecco d'Ascoli, realizzata a New York da ascolani emigrati

Architetture scomparse


Siti archeologici


Il teatro romano di Ascoli Piceno
Il teatro romano di Ascoli Piceno

Aree naturali



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[44]


Etnie e minoranze straniere


Al 31 dicembre 2020 risultavano residenti 2.784 cittadini stranieri, pari al 6,0% della popolazione. Il gruppo etnico più numeroso è quello rumeno[45]. Le nazionalità straniere principali presenti nel comune sono:

  1. Romania, 633
  2. Albania, 286
  3. Filippine, 247
  4. Polonia, 224
  5. Macedonia del Nord, 210
  6. Marocco, 185
  7. Cina, 131
  8. Nigeria, 119
  9. Ucraina, 118
  10. Senegal, 67

Tradizioni e folclore


Ogni anno si svolge la Quintana che consiste principalmente in due tornei cavallereschi medievali che si disputano nel periodo estivo. Entrambi sono preceduti e seguiti da un corteo con circa millequattrocento figuranti con costumi d’epoca. Si rinnova dal 1955 senza interruzioni ed è basata su antichi statuti che risalgono al XIV secolo[46].


Istituzioni, enti e associazioni


In città sono presenti le sedi della Provincia di Ascoli Piceno e della Prefettura in piazza Fausto Simonetti e alcuni uffici della Regione Marche in viale Indipendenza. Dal 2020 ha sede in città la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche Sud.[47]

Strutture sanitarie
Strutture militari e penitenziarie
Fino al 21 dicembre 2007 la città è stata sede del Comando Reclutamento e Forze di Completamento Esercito "Marche", in seguito trasferito ad Ancona nel 2008 e sede della Scuola A.U.C. (Allievi Ufficiali di Complemento), all'epoca chiamata anche la 2^ Modena (Accademia).

Qualità della vita


Ascoli Piceno, con la sua provincia, si attesta spesso in buone posizioni nelle classifiche sulla qualità della vita stilate dai due maggiori quotidiani economici, Il Sole 24 Ore e Italia Oggi e dall’associazione ambientalista Legambiente. La classifica de Il Sole 24 Ore del 2017 che vide al primo posto la città di Belluno, posizionò Ascoli al 15º posto; un anno dopo Italia Oggi la mise al 16º posto.

Anno Qualità della Vita
(Il Sole 24 ORE)
Qualità della Vita
(Italia Oggi)
Rapporto
Ecosistema Urbano
(Legambiente)
2015
21°
20°
47°
2016
42°
18°
15°
2017
15°[50]
32°[51]
41°[52]
2018
27°[53]
16°[54]
68°[55]

Cultura



Istruzione



Biblioteche


Scuola

In città sono presenti numerose scuole medie superiori statali e private, per poter far fronte alla grande richiesta non solo degli studenti locali, ma anche degli studenti di gran parte dei comuni della provincia e di alcuni dell'Abruzzo settentrionale. Tra di esse, merita menzione lo storico istituto tecnico Commerciale e per Geometri "Umberto I", fondato nel 1900[57] e ubicato nell'edificio costruito da Vincenzo Pilotti nell'area del convento domenicano di San Pietro Martire.
L’offerta di scuole medie superiori è la seguente:

  • Liceo "F. Stabili – E. Trebbiani" (Liceo Classico, Liceo Economico sociale, Liceo Linguistico e Liceo delle Scienze umane),
  • Liceo delle Scienze umane "T. Relucenti" (paritario),
  • Liceo Scientifico "A. Orsini",
  • Liceo Artistico "O. Licini",
  • Istituto tecnico Agrario "C. Ulpiani",
  • Istituto tecnico Commerciale e per Geometri "Umberto I",
  • Istituto tecnico statale "G. Mazzocchi",
  • Istituto professionale Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale "C. Ulpiani",
  • Istituto professionale Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità alberghiera,
  • Istituto di Istruzione superiore "E. Fermi – G. Sacconi – A. Ceci",
  • Istituto d'Istruzione "Cecco d'Ascoli" (privato),
  • Scuola "Atheneo" S.a.s. (privato),
  • Centro studi "L. Da Vinci" (privato).

Università e ricerca

La sede Sant'Angelo Magno della Scuola di Ateneo Architettura e Design
La sede Sant'Angelo Magno della Scuola di Ateneo Architettura e Design

Musei

Il Secondo trittico di Valle Castellana, opera di Carlo Crivelli conservato nella Pinacoteca civica
Il Secondo trittico di Valle Castellana, opera di Carlo Crivelli conservato nella Pinacoteca civica
Ingresso del Museo archeologico statale
Ingresso del Museo archeologico statale

Media



Stampa

La città è sede delle redazioni di quotidiani con edizioni locali:

Fino al 2016, veniva pubblicata anche l’edizione ascolana de Il Messaggero. Successivamente alla chiusura, l’edizione nazionale del quotidiano romano è stata abbinata con il Corriere Adriatico.


Radio


Televisione


Teatro



Cinema


I film più importanti girati in questa città:

Alfredo Alfredo, Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli in una scena del film
Alfredo Alfredo, Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli in una scena del film
Altro in Tv

A partire dal 1993, la Rai trasmette la diretta del torneo cavalleresco della Quintana, nella sua principale edizione di agosto. Inizialmente su Rai 1, a cura del TG1, e con la telecronaca di Puccio Corona e di Luigi Saitta, successivamente venne trasmessa a cura di Rai International. Dal 2014 la trasmissione è curata dalla TGR Marche e viene trasmessa su Rai 3. Negli anni novanta è stata, grazie al patron Vittorio Salvetti prima, e al figlio Andrea dopo, tappa fissa del Festivalbar. Nella cornice di piazza del Popolo si sono svolte le edizioni del 1991, 1992, 1993, 1994, 1995, 1999. Nel 1995, causa lavori di restauro all'arena di Verona, sede delle finalissime della manifestazione, la città di Ascoli ospitò le due serate delle finali presentate da Amadeus, Federica Panicucci e Laura Freddi. Tra gli spot pubblicitari ricordiamo quello della Fiat Seicento nel 1999, quello della Telecom-Impresa Semplice (come scenario) e quello della Vodafone, entrambi nel 2012. Nel 2015 il centro storico è stato il set dello spot della Serie A-TIM.


Musica


La città di Ascoli vanta una considerevole tradizione musicale. L'Istituto musicale "Gaspare Spontini" fondato nel 1957 sotto forma di liceo musicale, è il più rappresentativo tra le realtà locali ed ha sede a palazzo Pacifici nel cuore del centro storico. Dal 2010 è convenzionato con il Conservatorio statale di musica "Gioachino Rossini" di Pesaro e si collega alla storica Società Filarmonica Ascolana fondata nel 1874[75]. I principali corsi di studio si articolano in storia, elementi di armonia e analisi, canto, teoria e ritmica, pianoforte, pratica pianistica, violino, violoncello, fisarmonica, chitarra, basso tuba, clarinetto, flauto, tromba, sassofono, strumento a percussione, danza classica, danza modern jazz e corsi di "popular music"[76].


Cucina


Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina ascolana.
Le olive all'ascolana, composte da olive verdi denocciolate e riempite con un composto a base di carne mista e poi fritte
Le olive all'ascolana, composte da olive verdi denocciolate e riempite con un composto a base di carne mista e poi fritte

I piatti che maggiormente rappresentano la cucina e la gastronomia locale sono le olive all'ascolana e il fritto all'ascolana: entrambi devono il loro nome alla città. Le olive verdi tenere, dopo essere state denocciolate e riempite con un morbido composto a base di carne mista vengono impanate e fritte. Il fritto all'ascolana è una pietanza che si compone di costolette di agnello, carciofi, olive ascolane e crema fritta (cremini).

L'anisetta Meletti, liquore dolce all'anice prodotto nel Piceno
L'anisetta Meletti, liquore dolce all'anice prodotto nel Piceno

Un'altra specialità territoriale, legata alla tradizione, è l'oliva in salamoia. Si tratta di olive verdi tenere ascolane che, dopo la raccolta, sono messe in salamoia con acqua, sale ed erbe selvatiche, tra cui il finocchietto, seguendo la ricetta di un monaco cellarius che, nel XVI secolo, si occupava della conservazione dei cibi nel monastero dei Benedettini Olivetani della chiesa di Sant'Angelo Magno. La varietà dell'Oliva Ascolana del Piceno era già conosciuta e ricordata da Catone, Plinio, Marziale e Petronio (che le cita nel Satyricon) e fu apprezzata anche da Sisto V, Giuseppe Garibaldi e dai compositori Gioachino Rossini e Giacomo Puccini. La particolarità di questa pianta è di essere coltivabile, per il facile attecchimento, in poche zone del territorio ascolano che si distinguono per peculiari caratteristiche del terreno (humus). Il suo frutto, utilizzato per la preparazione delle olive ripiene, si distingue per avere un nocciolo piccolo ricoperto da un mesocarpo polposo e tenero.

Le olive, insieme a pomodoro, tonno, alici e prezzemolo, sono anche alla base del più diffuso sugo locale, denominato appunto "all'ascolana" e tipicamente gustato con i bucatini. Tra i primi si segnala anche il timballo, una lasagna senza besciamella e con ragù di solo manzo. A natale non possono mancare i cappelletti, caratteristici tortellini a forma di cappello di prete in brodo di cappone, mentre tipici del carnevale sono invece i ravioli incaciati, ripieni di carne di gallina e spolverati con cacio e cannella. Meno diffuso un condimento a base di broccoli, stracchino e yogurt, denominato “broccolo stracco”, da accompagnarsi preferibilmente con i fusilli.

Un altro piatto caratteristico sono i piconi, dei grossi ravioli cotti al forno ripieni di un impasto di pecorino fresco e stagionato, adatti alle colazioni primaverili e consumati come antipasto per il pranzo di Pasqua insieme alla tipica pizza di cacio. Immancabile nel periodo pasquale è, inoltre, la coratella preparata con uova e limone.

Altra specialità è il baccalà all'ascolana, servito in sugo agrodolce a base di patate, pomodoro e uvetta.

La tradizionale focaccia bianca ascolana è la cosiddetta cacciannanzë, condita con aglio, olio e rosmarino. Deve il nome al fatto che quando ad Ascoli e dintorni si infornava il pane si metteva prima di esso una pizza bianca ottenuta dalla stessa massa, così da controllare la giusta temperatura e capacità di cottura del forno a legna. Così, tale focaccia prese il nome di cacciannanzë, termine che riconduce il suo significato alle parole dialettali caccià, ossia tirare fuori, e 'nnanzë, cioè prima. Anche altri tipi di focaccia fanno parte della tradizione ascolana, come la pizza con gli sfricoli (pezzetti di lardo) o con le olive. Da non tralasciare le crispelle (da non confondere con le crespelle abruzzesi, simili alle crêpes), grandi e croccanti tondi di pastella fritta a base di uova, sale e farina, spesso accompagnate con fette di prosciutto crudo.

I dolci tipici ascolani sono legati per lo più ai periodi di festa. Un esempio è il frustingo, dolce natalizio realizzato con fichi secchi, noci, mandorle e canditi, molto simile nel gusto e nella preparazione al celebre pane di pere zurighese. Ci sono poi i dolci tipici del periodo di carnevale e pasqua: le castagnole inzuppate nell'anisetta (liquore dolce all'anice prodotto nel Piceno), i ravioli ripieni di ricotta fresca, cacao amaro e castagne (qualcuno aggiunge anche un goccio di rum), la cicerchiata e la zuppa inglese detta “pizza dolce”, farcita alle creme, che rappresenta il dessert tipico della tradizione picena. Tra le paste si segnala la cosiddetta “pierina”, un bignè ripieno di crema con gocce di cioccolato e zucchero a velo. Biscotti con mosto, maritozzi e crostate sono altri dolci tradizionali.

Per quanto riguarda gli alcolici, tutta la zona dell'ascolano è nota per la produzione del Rosso Piceno Superiore, del Falerio e del vino cotto, ottenuto dalla concentrazione del mosto mediante cottura, oltre che per la già citata anisetta della Ditta Silvio Meletti.


Eventi, tradizioni e folclore


Il corteo della Quintana sfila in piazza del Popolo per raggiungere il Campo dei Giochi
Cavaliere al galoppo sfrenato durante uno dei tre assalti al moro

Geografia antropica



Suddivisioni storiche


La suddivisione storica di Ascoli Piceno è riportata nel testo degli Statuti Comunali del 1377. Al tempo la città era divisa in quattro quartieri che corrispondevano all'antico insediamento urbano:

Ogni quartiere era a sua volta ripartito in sei sestieri.

Successivamente, una delibera consiliare del 14 settembre 1881 cambiò la denominazione precedentemente adottata e i 4 quartieri assunsero rispettivamente i nomi di "Vittorio Emanuele", "Garibaldi", "Cecco D'Ascoli", "Ventidio Basso". Avanti nel tempo i quartieri "Cecco d'Ascoli" e "Ventidio Basso" furono rinominati rispettivamente "Giuseppe Mazzini" e "Camillo Benso conte di Cavour".

Nell'anno 1969, a causa dell'espansione urbana, si rese necessario un esame di revisione della toponomastica cittadina. Per tale studio fu incaricata una commissione che ritenne di adottare nuovamente le precedenti denominazioni. Il consiglio comunale ascolano l'approvò il giorno 16 giugno 1970, e da allora i 4 quartieri del centro storico riassunsero l'antico nome.

Intorno ai 4 quartieri centrali vi sono 8 rioni:

  • Borgo Solestà,
  • Campo Parignano,
  • Borgo Chiaro,
  • Castagneti,
  • Santi Filippo e Giacomo,
  • Porta Maggiore
  • Borgo Cartaro,
  • Porta Romana.

Il territorio del comune di Ascoli Piceno è stato suddiviso dapprima in 11, poi fino al giugno dell'anno 2009, in nove circoscrizioni.

  • 1º Centro storico
  • 2º Circoscrizione Borgo Solestà
  • 3º Campo Parignano
  • 4º Porta Maggiore e Santi Filippo e Giacomo
  • 5º Mozzano
  • 6º Venagrande
  • 7º Piagge
  • 8º Monticelli
  • 9º Villa Sant'Antonio

Quartieri e zone


Il centro abitato di Ascoli Piceno si divide in quartieri e zone che si trovano al di fuori dell'antico centro storico, sviluppatisi negli anni del boom economico e demografico. L'area urbana assume una forma di città lineare che si sviluppa principalmente lungo la media valle del Tronto e si estende verso est anche oltre i confini comunali.

QuartiereZone comprese dentro i quartieriPopolazione
Centro StoricoSant'Emidio, Santa Maria Intervineas, San Venanzio, San Giacomo7.740
Borgo Cartaro-309
Porta RomanaMonteverde1.839
Borgo SolestàMonterocco, Bellavalle5.009
Campo ParignanoCollina del Sacro Cuore3.368
Borgo ChiaroStadio924
Porta MaggioreAscoli 21, Pennile di Sotto, Luciani, Tofare, Santi Filippo e Giacomo10.633
MonticelliCroce di Tolignano8.528
CastagnetiZona Industriale Castagneti, Lu Battente497
Marino del TrontoCasa Circondariale, Basso Marino, Zona Artigianale576
Brecciarolo-645
Poggio di Bretta-1.648
Totale città-41.716
Frazioni e case sparseVilla Sant'Antonio, Piagge, Mozzano, Venagrande, ecc. vedi paragrafo successivo8.242
Totale comune-49.958

[85]


Frazioni


Arola, Bivio Giustimana, Campolungo, Caprignano, Carpineto, Casalena, Casamurana, Case Schiavi, Castel Trosino, Cavignano, Cervara, Colle, Colle San Marco, Colloto, Colonna, Colonnata, Coperso, Faiano, Fleno, Fonte di Campo, Fosso Riccione, Funti, Giustimana, Il Palazzo, Lago, Lisciano, Lisciano di Colloto, Montadamo, Monte di Rosara, Monticelli, Morignano, Mozzano, Oleificio Panichi, Palombare, Pedana, Piagge, Pianaccerro, Piedicava, Polesio, Ponte Pedana, Porchiano, Rocca di Montecalvo, Rosara, San Gaetano, San Gregorio, San Pietro, Santa Maria a Corte, Talvacchia, Taverna di mezzo, Taverna Piccinini, Trivigliano-Villa Pagani, Tozzano, Tronzano, Valle Cupa, Valle Fiorana, Valle Senzana, Valli, Vena piccola, Venagrande, Villa Sant'Antonio.


Area metropolitana


L'area metropolitana di Ascoli Piceno individuata con il Functional Urban Regions
L'area metropolitana di Ascoli Piceno individuata con il Functional Urban Regions

L'area metropolitana della città, individuata con la metodologia del Functional Urban Regions (FUR), conta 93.561 abitanti (dati Istat), includendo il comune stesso e tutti quei comuni con un flusso di pendolarismo superiore al 10%, ovvero Acquasanta Terme (17.11%), Appignano del Tronto (17.82%), Castel di Lama (20.36%), Castorano (13.01%), Colli del Tronto (13.38%), Folignano (28.68%), Maltignano (20.98%), Palmiano (14.95%), Roccafluvione (18.63%), Spinetoli (10.02%), Venarotta (22.18%) e Valle Castellana (TE) (11.08%)[86].

La città di Ascoli Piceno è anche parte di una più estesa conurbazione che si estende lungo tutta la media valle del Tronto. L'area urbana assume la forma di una città lineare che partendo da Ascoli Piceno comprende senza interruzione di continuità: Villa Pigna e Case di Coccia (frazioni di Folignano), Caselle (frazione di Maltignano), la zona industriale di Campolungo e Villa Sant'Antonio (frazioni di Ascoli Piceno), il centro di Piattoni (comune di Castel di Lama), il comune di Colli del Tronto e la sua frazione Villa San Giuseppe, fino ad arrivare a Pagliare (frazione di Spinetoli). In complesso l'area urbana possiede 65.242 abitanti, secondo i dati del censimento ISTAT del 2011.


Economia



Industria


Ascoli Piceno si industrializzò notevolmente grazie alle sovvenzioni statali provenienti dalla Cassa del Mezzogiorno. La città vanta una discreta zona industriale (zona Campolungo) con la presenza di alcune importanti aziende italiane e multinazionali con stabilimenti produttivi attivi nella gomma, carta, prodotti farmaceutici (Pfizer[87]), dolciari (Barilla[88]), surgelati (Nestlé) e dei cavi (Prysmian). A causa della crisi economica, la Manuli Rubber e la Maflow hanno ridotto notevolmente la loro produzione nel corso 2009, mentre la Ahlstrom ha definitivamente delocalizzato dalla città. La maggior parte dell'economia ruota, però, intorno a piccole e medie aziende a conduzione familiare e sulla fornitura di servizi professionali per i piccoli centri della valle del Tronto e delle montagne circostanti.


Turismo


Il comune ha una forte vocazione turistica. Il centro storico, costruito quasi interamente in travertino è in parte pedonalizzato e attrae molti turisti consapevoli di ammirare una città d'arte per molto tempo poco conosciuta.[89]


Artigianato


Nell'artigianato, Ascoli è famosa soprattutto per le sue ceramiche, per la produzione di numerosi oggetti di paglia, che spazia dal cappello alle borsette e per l'antica arte del merletto, del tombolo e del mosaico[90]. Importanti sono anche le lavorazioni del ferro battuto, del cuoio e del rame, quest'ultima finalizzata alla realizzazione di una vasta gamma di prodotti, che spazia dal vasellame alle anfore. Inoltre, sono diffuse e rinomate le antiche produzioni di strumenti musicali, tra i quali le viole e i violini, che si caratterizzano per l'alta qualità dei materiali, della forma e dei timbri.


Infrastrutture e trasporti



Strade


La città è unita al casello "San Benedetto del Tronto-Ascoli Piceno" dell'autostrada A14 mediante il raccordo autostradale 11 (chiamato anche superstrada Ascoli-Mare).

Verso ovest, è collegata con Rieti e Roma attraverso la strada statale 4 Via Salaria. L'arteria ha caratteristiche di strada extraurbana secondaria e a scorrimento veloce. Dalla SS 4 Via Salaria, nel comune di Arquata del Tronto, si dirama la strada statale 685 delle Tre Valli Umbre che attraverso i trafori di Forca Canapine e di Forca di Cerro permette di raggiungere l'Umbria.

Altra arteria, in costruzione ma aperta al transito in alcuni tratti, è la dorsale Marche-Abruzzo-Molise (chiamata anche Mezzina nel tratto marchigiano) che collegherà internamente da nord a sud, il territorio della provincia di Ancona fino a quello di Campobasso, passando per Ascoli e Teramo, collegando le due città con il tratto chiamato Ascoli-Teramo e raccordando con l'autostrada A24.


Ferrovie


La stazione di Ascoli Piceno
La stazione di Ascoli Piceno

La città è capolinea della ferrovia Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto, servita anche da collegamenti diretti verso Ancona. La stazione di Ascoli Piceno rientra nel programma Centostazioni di Ferrovie dello Stato ed è stata completamente ristrutturata nel 2009. Al fianco della stazione ferroviaria c'è l'autostazione, una struttura per la mobilità è un nodo di scambio ferro-gomma, l'unico nelle Marche[91]. Sempre nel comune di Ascoli, oltre alla stazione centrale, ci sono quelle di San Filippo, di Marino del Tronto e di Villa Sant'Antonio, tutte sulle stessa linea ad est della città.

La ferrovia Salaria, che avrebbe collegato la città a Rieti e Roma, fu più volte progettata ma mai costruita.[92]


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Ascoli Piceno.

Consolati



Gemellaggi


Uno scorcio della città di Treviri gemellata con Ascoli dal 1958
Uno scorcio della città di Treviri gemellata con Ascoli dal 1958

Patti di amicizia

La città di Ascoli intrattiene inoltre rapporti di amicizia con altre città, con l'obiettivo di favorire il contatto umano e lo scambio di legami culturali e di collaborazione.

  • Veles, dal 2011 (protocollo d'intesa, sindaci Guido Castelli e Goran Petrov)[100]
  • Béni Mellal, dal 2012 (protocollo d'intesa, sindaci Guido Castelli e Ahmed Chada)[101]
  • Civitella del Tronto, dal 2015 (protocollo d'intesa, sindaci Guido Castelli e Cristina Di Pietro)[102]
  • Maiolati Spontini, dal 2021 (protocollo d'intesa, sindaci Marco Fioravanti e Tiziano Consoli)[103]

Sport


La città è rappresentata in molte discipline sportive, vantando oltre diecimila tesserati, circa centocinquanta associazioni sportive e circa trenta impianti dislocati nel territorio comunale. Il calcio è lo sport più seguito, avendo l'Ascoli Calcio 1898 FC, la prima squadra marchigiana a raggiungere la massima serie e a rimanervi per molti anni. Il 22 settembre 2012 il centro storico della città ha ospitato la “Notte Azzurra dello sport”. L'evento ha visto le esibizioni sportive della varie associazioni dilettantistiche.[104]

Città europea dello Sport 2014

Ascoli Piceno è stata ufficialmente proclamata Città europea dello Sport per l'anno 2014 dall'ACES (Associazione delle Capitali Europee dello Sport). Il riconoscimento è stato conferito il 7 novembre 2012 al sindaco Guido Castelli a Bruxelles, presso la sede del Parlamento europeo.[105]


Calcio


L'Ascoli della prima promozione in Serie A, stagione 1973-1974
L'Ascoli della prima promozione in Serie A, stagione 1973-1974

Il più noto club calcistico cittadino è l'Ascoli Calcio, il cui impianto interno è lo stadio Del Duca. Tra le prime società sportive delle Marche, fondata nel 1898 con il nome di Candido Augusto Vecchi, presente dalla stagione 1972-73 nelle massime categorie del calcio professionistico (Serie A e Serie B). L'Ascoli, nel corso della sua storia più che centenaria, ha conseguito 2 promozioni dalla Serie C alla Serie B e 5 dalla Serie B alla Serie A, conquistando anche il Torneo di Capodanno nel 1981, una Mitropa Cup nel 1986 e una Supercoppa di Lega Pro nel 2002. Nel giugno del 1980 ad Hamilton (Canada) vinse il torneo internazionale The Red Leaf Cup (La Coppa della Foglia Rossa) a cui parteciparono anche Botafogo, Nancy e Rangers Football Club. Disputò inoltre la finale della Coppa Anglo-Italiana 1995 allo stadio di Wembley a Londra. Fiore all'occhiello della storia sportiva della società restano comunque le numerose stagioni disputate nelle massime categorie del calcio nazionale: 16 in Serie A (migliore piazzamento il 4º posto ottenuto nel 1979-80) e 26 in Serie B, tutte nel periodo successivo al 1972. Attualmente, campionato 2022-2023, il club milita in Serie B.

La seconda squadra è la S.S.D. Monticelli, fondata nel 1981 nell'omonimo quartiere ad est della città. Dal campionato 2015-2016 al 2017-2018, il sodalizio dai colori sociali bianco-azzurri ha militato in Serie D.

Calcio a 5

Il calcio a 5 è molto praticato ad Ascoli e nelle zone limitrofe. La squadra principale della cittadina è l'ASKL calcio a 5 che disputa attualmente il campionato nazionale di Serie B. Presenti in minor numero le squadre in serie C2. Numerose sono anche le squadre di Serie D a sottolineare la bontà di un movimento che si sta sviluppando in maniera maggiore nell'ultimo periodo.

Atletica leggera

Tra le associazioni sportive ricordiamo la storica società l'ASD ASA Ascoli, fondata nel 1956. Una società che vanta di aver avuto ben 6 olimpionici, tra i quali Carlo Vittori, Armando de Vincentis, Antonio Brutti e Marco Marchei.

Ciclismo

Ascoli Piceno è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia: la prima nel 1913, l'ultima nel 2021.

Gioco della bandiera

L'antico gioco della bandiera è rappresentato dai sestieri quintanari, quali: Porta Maggiore, Porta Romana, Porta Solestà che militano nella massima serie della Tenzone Aurea; Piazzarola nella Tenzone Argentea; Porta Tufilla e Sant'Emidio nella Tenzone Bronzea. La Tenzone Aurea è l'attuale massimo campionato nazionale di sbandieratori e musici d'Italia organizzato dalla Federazione Italiana Sbandieratori.[106]
Dal 6 all'8 settembre 2013, la città ha ospitato la competizione della Tenzone Aurea, campionato italiano Sbandieratori e Musici di Serie A1 organizzato dalla F.I.SB.[107]

Pallacanestro

In città è presente l'Ascoli Basket fondata nel 1984 che attualmente milita nel quinto livello del campionato italiano maschile di pallacanestro, la Serie D e lo Storm Ubique Ascoli che milita in Promozione. Il campo da gioco è il palabasket di via Spalvieri.

Pallamano

In città è presente l'ASD Pallamano Ascoli, fondata nel 1976. Ha disputato numerosi campionati di Serie A1 e A2. Attualmente milita in serie B, la terza serie del campionato italiano maschile di pallamano. Il campo da gioco è il palasport “Ezio Galosi”.

Pallavolo

In città è presente l'ASD Pallavolo Ascoli che attualmente milita nel quinto livello del campionato italiano di pallavolo maschile, la Serie C. Il campo da gioco è la palestra “Antonio Forlini”.

Pattinaggio

La disciplina del pattinaggio è rappresentata dalla ASD Pattinatori Piceni, fondata nel 2012 (pattinaggio a rotelle) e dalla Cento Roller, fondata nel 2011 (pattinaggio artistico a rotelle). Entrambe svolgono gli allenamenti nel pattinodromo “Tullio Pallotta”.
Dall'8 al 10 settembre 2012, il pattinodromo della città ha ospitato i campionati mondiali di pattinaggio corsa.[108]

Rugby

In città è presente l'Amatori Rugby Ascoli, società rugbista fondata nel 1960. Nel 1975 vinse il campionato di Serie C, ma in seguito per mancanza di fondi la società si sciolse nei primi anni ottanta. Rifondata nel 2007 l'ARA vanta un discreto seguito soprattutto tra i giovanissimi.
Importante ricordare l'esordio della nazionale italiana ad Ascoli Piceno con l'incontro di test match Italia-Samoa (24-6) giocato allo stadio “Cino e Lillo Del Duca” il 28 novembre 2009. L'evento, ha contribuito a far conoscere maggiormente in città lo sport del rugby.[109] Sempre per il test autunnale l'8 novembre 2014 la nazionale italiana fece ritorno al “Del Duca” per un'altra sfida Italia-Samoa (26-13).

Tennis

Il tennis è rappresentato dal Circolo Tennis Piceno fondato nel 2016[110] e che raccoglie la tradizione sportiva del Circolo Tennis Ascoli Morelli, intitolato a Francesco “Checco” Morelli, tennista ascolano prematuramente scomparso. I campi da gioco sono nel complesso tennistico “Vittorio Roiati”.


Altri sport



Impianti sportivi


Lo stadio “Cino e Lillo Del Duca” visto dall'alto
Lo stadio “Cino e Lillo Del Duca” visto dall'alto
Lo stadio “Ferruccio Squarcia” in un'immagine al suo interno
Lo stadio “Ferruccio Squarcia” in un'immagine al suo interno

Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Luciano Canepari, Ascoli Piceno, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  5. Italia. Ascoli Piceno, su italia.it. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  6. Luca Bonora, Cosa vedere ad Ascoli: Piazza del Popolo, in Touring Club Italiano, 27 gennaio 2015. URL consultato il 26 maggio 2019.
  7. Cesare Brandi, Terre d'Italia, Milano, RCS, 2006. URL consultato il 27 maggio 2019.
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[de] Ascoli Piceno

Ascoli Piceno ist eine italienische Stadt mit 47.555 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Region Marken. In der Antike trug sie den Namen Asculum. Der heutige Name wird auf den eisenzeitlichen Volksstamm der Picener, deren Hauptstadt es gewesen sein soll, oder auf ein geheimnisvolles Spechtritual (italienisch picchio: Specht) der Sabiner zurückgeführt, so von Strabo und Plinius dem Jüngeren.

[en] Ascoli Piceno

Ascoli Piceno (Italian: [ˈaskoli piˈtʃɛːno] (listen); Latin: Asculum; dialetto ascolano: Ascule)[3] is a town and comune in the Marche region of Italy, capital of the province of the same name. Its population is around 46,000[2] but the urban area of the city has more than 93,000.[citation needed]

[es] Ascoli Piceno

Ascoli Piceno (acentuación: Áscoli) es una ciudad de la región de Marcas, en Italia, y capital de la provincia del mismo nombre. Su población, según el censo de 2021, es de 46.520 habitantes.

[fr] Ascoli Piceno

Ascoli Piceno est une ville italienne d'environ 45 800 habitants (2022), chef-lieu de la province d'Ascoli Piceno dans la région des Marches en Italie.
- [it] Ascoli Piceno

[ru] Асколи-Пичено

А́сколи-Пиче́но (итал. Ascoli Piceno) — город в итальянском регионе Марке, административный центр одноимённой провинции.



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