Roveredo (toponimo italiano; in tedescoRofle, desueto[4], in lombardoRoré[1][5]) è un comune svizzero di 2597 abitanti del Canton Grigioni, nella regione Moesa della quale è il capoluogo. Per distinguerlo dall'ex comune ticinese di Roveredo, incorporato nel 2001 nel comune di Capriasca, viene anche denominato, soprattutto a livello postale e amministrativo, "Roveredo Grigioni"[senzafonte].
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Situato in Val Mesolcina, dista 13km da Bellinzona e 105km da Coira. Il punto più elevato del comune è la Cima dello Stagn (2382ms.l.m.), che segna il confine con Grono e Dosso del Liro; è il comune più meridionale del Canton Grigioni.
Storia
Roveredo iniziò a svolgere un ruolo di rilievo nel Moesano durante il periodo in cui faceva parte dei possedimenti della famiglia milanese dei Trivulzio, che avevano acquistato la regione e il castello dalla famiglia De Sacco nel 1480[4][6]. Gian Giacomo Trivulzio sviluppò il borgo[4] intraprendendo importanti lavori pubblici e abbellendo il paese[6], costruendo fontane marmoree, giardini e la torre dell'orologio[senzafonte]. Nel 1487, quando i Trivulzio ottennero la conferma della contea e il diritto di batter moneta[7], fu a Roveredo che venne stabilita la zecca[4].
La distruzione del castello di Mesocco nel 1526 da parte delle Tre Leghe confermò la posizione predominante di Roveredo nel Moesano rispetto al borgo di Mesocco[senzafonte] che durante la dominazione della famiglia De Sacco era stato la sede della contea. I locarnesi seguaci della Riforma protestante furono costretti dai confederati a lasciare la città e il baliaggio di Locarno nel 1555[8], trovando accoglienza a Roveredo; il 1º maggio 1555 ripresero l'esodo verso Zurigo, valicando il passo del San Bernardino ancora in parte innevato[9].
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La chiesa di San Giulio
Chiesa parrocchiale cattolica di San Giulio nel quartiere San Giulio, attestata dal 1219[4][6];
Chiesa di Sant'Antonio Abate nel quartiere Sant'Antonio, eretta nel XIV secolo e ampliata nel 1620 circa[4][6];
Chiesa di San Rocco nel quartiere Carasole, attestata dal 1481[4][6];
Chiesa della Madonna del Ponte chiuso o di Sant'Anna nel quartiere San Fedele[senzafonte], attestata dal 1524 e ampliata nel XVII secolo in stile barocco[4][6]: rappresenta il primo esempio dello schema basilicale a pilastri che verrà elaborato nel barocco tedesco-meridionale e dai maestri del Moesano[senzafonte].
Architetture civili
Case borghesi edificate tra XVI e XVII secolo, in particolare nella Piazza del Mercato:
Casa Zucalli;
Casa delle Grida;
Casa di Mazio;
Torre di Beffan[senzafonte].
Altro
Diga della Roggiasca, diga ad arco che ha creato il lago artificiale di Roggiasca[10].
Società
Evoluzione demografica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[4]:
Roveredo dispone di una scuola elementare e di una scuola secondaria SEC/SAP[4].
Eventi
Nel comune si tengono la "fiera di maggio" e la "festa di Sant'Anna", che comprende anche la fiera di Sant'Anna. Un'altra manifestazione di richiamo è quella del carnevale locale, la Lingera: in sei giorni attira oltre ventimila visitatori provenienti dai Grigioni, dal Ticino e dall'estero[senzafonte].
Geografia antropica
Il comune di Roveredo è composto da una ventina di antichi e diversi nuclei che sono sorti sulle rive opposte del fiume Moesa; un tempo alcuni di essi rappresentavano le degagne di Campagna, San Fedele, Toveda e Oltracqua[4][6].
È servito a nord-est dall'omonima uscita dell'A13/E43 e a ovest dal semisvincolo di San Vittore. Fino al 2015 era attiva pure la stazione di Roveredo della ferrovia Bellinzona-Mesocco (linea Castione-Cama), non più in servizio dal 1972, ora del tutto dismessa.
Note
Autorità, su roveredo.ch, sito istituzionale del comune di Roveredo. URL consultato il 4 settembre 2022.
Storia, su roveredo.ch, sito istituzionale del comune di Roveredo. URL consultato il 4 settembre 2022.
Lucia Travaini (a cura di), Le Zecche italiane fino all'Unità, Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 2011
Caroline Schnyder, Riforma, in Dizionario storico della Svizzera, 29 gennaio 2013. URL consultato il 4 settembre 2022.
Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, Metà Luna, Giubiasco 1991, p. 41.
Diga della Roggiasca, su swissdams.ch. URL consultato il 4 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2007).
Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
Arnoldo Marcelliano Zendralli, I Magistri Grigioni, architetti e costruttori, scultori, stuccatori e pittori dal XVI al XVIII secolo, Tipografia Menghini, Poschiavo 1958
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, pp.391, 405-410
Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991
Max Pfister, Baumeister aus Graubünden. Wegbereiter des Barock, Verlag Bündner Monatsblatt, Coira 1993
Kühlental Michael (a cura di), Graubündner Baumeister und Stukkateure. Beiträge zur Erforschung ihrer Tätigkeit im mitteleuropäischen Raum, Locarno 1997
AA. VV., Storia dei Grigioni, 3 volumi, Collana «Storia dei Grigioni», Edizioni Casagrande, Bellinzona 2000
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