Santo Stefano, San Barnaba, Sant Antonio di Padova,
Sant Antonio abate, San Filippo, San Clemente, Madonna del Casletto, San Giacomo, Sant Andrea, San Matteo, San Pietro e San Paolo, Santa Liberata, Madonna del Carmelo, San Sebastiano, ...
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Origini del nome
Capriasca ha assunto la sua denominazione dall'omonima pieve di rito ambrosiano[1].
Storia
Il comune è stato istituito il 15[senzafonte] ottobre 2001[2] con la fusione dei comuni soppressi di Cagiallo, Lopagno, Roveredo, Sala Capriasca, Tesserete (che a sua volta nel 1976 aveva inglobato il comune soppresso di Campestro) e Vaglio; la sede comunale è nella frazione di Tesserete.
Il 18 ottobre 2001, in seguito alla creazione del comune di Capriasca, la comunanza Sala Capriasca-Vaglio-Lugaggia è stata denominata comunanza Capriasca-Lugaggia. Il 20 aprile[senzafonte] 2008 sono stati aggregati a Capriasca i comuni soppressi di Bidogno, Corticiasca e Lugaggia.
Società
Evoluzione demografica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[2]:
Dal 1909 al 1967 il comune è stato servito dalla ferrovia Lugano-Tesserete. Sul territorio vi furono tre stazioni: Sureggio, Lugaggia e Tesserete.
Amministrazione
Il 18 ottobre 2001, in seguito alla creazione del comune di Capriasca, la comunanza Bidogno-Sala Capriasca-Corticiasca è stata denominata Bidogno-Capriasca-Corticiasca; la comunanza Sala Capriasca-Vaglio-Lugaggia è stata denominata Capriasca-Lugaggia. Il 1º gennaio 2004 alle comunanze ticinesi è stato assegnato un nuovo numero UST[senzafonte].
Note
Antonio Gili, Capriasca (regione), in Dizionario storico della Svizzera, 28 ottobre 2010. URL consultato il 15 ottobre 2017.
Chiara Orelli, Capriasca, in Dizionario storico della Svizzera, 11 gennaio 2017. URL consultato il 15 ottobre 2017.
Ufficio cantonale di statistica Bellinzona, Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
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Giuseppe Chiesi, Fernando Zappa, Terre della Carvina. Storia e tradizioni dell'Alto Vedeggio, Armando Dadò, Locarno 1991.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
Silvano Colombo, Appunti su Pietro Antonio Magatti e sulla mostra delle sue opere al castello di Masnago, in "Tracce", 42, n. s. 2001.
Simonetta Coppa, A. Bernardini, (a cura di), Pietro Antonio Magatti 1691-1767, catalogo della mostra di Varese, Cinisello Balsamo 2001.
Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003.
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Edoardo Villata, Magatti ticinese, vecchio e nuovo, in "Arte&Storia", anno 8, numero 43, Edizioni Ticino Management, Lugano 2009.
Edoardo Villata, La tela dell'Assunta al Bigorio. Precisazioni e meditazioni sulle opere del convento ticinese, in Arte&Storia, anno 8, numero 47, Edizioni Ticino Management, Lugano 2010.
Yvonne Kocherhans, Die Enteckung der Tessiner Maiensässe als Ferienlandschaft in frühen 20. Jahrhundert, in «Arte e Architettura in Svizzera», anno 62, numero 2, SSAS, Berna 2011.
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