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Storia
Nel 1224 e nel 1591[senzafonte] il paesa fu indicato come Lodino[1], nel 1403 come Lodeno e nel 1689 come Lodine[senzafonte]. Nel Medioevo Lodano formò una vicinia con Aurigeno e Moghegno[1], per poi separarsi alla fine del XVIII secolo. Nel 1855, nel 1868[senzafonte], nel 1978 e nel 1981 subì alluvioni disastrose[1].
Il comune disponeva di una vasta superficie agricola e di alpeggi che riuscivano a sfamare tutte le persone. Altra attività svolta era la viticoltura, per cui l'emigrazione fu limitata. Il paese ha avuto una crescita demografica a partire dagli anni 1970[1].
Il territorio del comune di Lodano prima degli accorpamenti comunali del 2004
Già comune autonomo che si estendeva per 13,60km²[2], il 4 aprile 2004[3] è stato accorpato al comune di Maggia assieme agli altri comuni soppressi di Aurigeno, Coglio, Giumaglio, Moghegno e Someo. La fusione è stata approvata da una votazione popolare il 22 settembre 2002 (76 favorevoli, 21 contrari)[2] e ratificata dal Gran Consiglio l'8 ottobre 2003[4].
Simboli
Lo stemma dell'ex comune di Lodano, in uso fino al 2004, è blasonato come segue: d'argento, a quattro bande ondate d'azzurro, accompagnate nel cantone sinistro da una rosa di rosso, fogliata di verde. Sullo stemma vi sono due elementi: le onde dell'acqua, che indicanovano l'importanza e l'imponenza del fiume Maggia e del riale di Lodano[senzafonte], e la rosa rossa, che rappresentava il comune schiacciato in un angolo dall'acqua (il rosso del fiore è simbolo del sangue versato da Gesù sulla croce o le sue piaghe)[senzafonte].
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Lorenzo, attestata dal 1260 e ricostruita nel XVII secolo[1], con tracce di epoca romana[5];
Cappella sottoroccia, ricavata da una cavità naturale della roccia[senzafonte];
Cappella bifronte, edicola votiva sulla vecchia strada per Moghegno a doppia nicchia decorata da affreschi con l'Incoronazione della Vergine e la Madonna col Bambino e santi della metà del XVII secolo[senzafonte];
Cappella del Lupo, eretta nel XVII secolo, a due nicchie[senzafonte];
Cappella di Porta Cima, con un affresco con la Madonna del Rosario[senzafonte];
Cappella di Sant'Antonio abate, preceduta da un portico con sedili in pietra[senzafonte];
Cappella Galeazzi, con un affresco con la Madonna del Rosario[senzafonte].
Architetture civili
Antica casa risalente al 1606[senzafonte];
Casatorre[senzafonte];
Palazzo comunale e patriziale, opera di Ferdinando Bernasconi del 1918, ristrutturato da Fabio Giacomazzi nel 1995;[senzafonte];
Ponte in pietra detto "romano"[senzafonte].
Aree naturali
Riserva forestale della valle di Lodano[senzafonte].
Società
Evoluzione demografica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Dal 1907 al 1965 comune è stato servito dalla stazione di Lodano della ferrovia Locarno-Ponte Brolla-Bignasco.
Amministrazione
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.
Note
Daniela Pauli Falconi, Lodano, in Dizionario storico della Svizzera, 18 gennaio 2017. URL consultato il 7 dicembre 2017.
Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
Bibliografia
Gastone Cambin, Armoriale dei Comuni Ticinesi, 1953.
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 382.
Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969.
R. Giacchetto, Lodano, 1980.
Rivista informativa del Comune di Maggia, A Tu per Tu, No. 1-2.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 178-179.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
Renato Simona, Lodano, frammenti di storia locale, Catalogo della mostra documentaria, 1995.
Archivio dei nomi di luogo, Lodano, 2004.
Rivista Patriziale Ticinese, n. 264, marzo 2007, 13-15.
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